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Il pubblico di V è sicuramente di nicchia persino per un mass media come il fumetto, e benché V                           è stato usurpato”. Come Guy Fawkes quattrocento anni prima, fa saltare il parlamento non in quanto simbolo
sia una graphic novel famosa, scritta da un autore ancor più famoso, i continui riferimenti sociali,                      del governo, ma per farsi ascoltare ed ottenere tolleranza ed una politica giusta – non per uccidere (è uno dei
politici e letterari che vengono fatti al suo interno richiedono un’attenta riflessione ed una costante                   buoni!), ma per mandare un messaggio. Parla direttamente al popolo per incoraggiarlo a ribellarsi e a prendere
attenzione, cosa che non succede nel film in quanto è lo stesso V a narrare le vicende.                                   in mano le uniche armi che possiede (le idee, le maschere, i mantelli e la propria ferma volontà) per ribellarsi
Un’altra delle caratteristiche di Moore è anche quella di produrre fumetti che non si collegano fra                       con lui nella notte del 5 di novembre, ma non fa riferimento all’uso della violenza.
loro né per sceneggiatura, né per registro linguistico né per stile visuale.                                              L’esperienza personale del V del film sembra solo il “viaggio” che l’ha portato a decidere di sacrificarsi per la
Per questo motivo non si può considerare V solamente come un fumetto, ma come un vero e                                   nazione: attraverso il campo di Larkhill ha costruito un’identità forte, ha sconfitto la paura di morire, ha trovato le
proprio romanzo complesso ed articolato, la cui trama nasconde livelli su livelli di citazioni e                          argomentazioni valide per ribellarsi, ed attraverso la maschera di Guy Fawkes si pone come promotore di questa
riferimenti.                                                                                                              idea motore di una ribellione comune; mentre il V del fumetto ha fatto della vendetta la sua stessa ragione di vita
                                                                                                                          e di Larkhill la propria forza, motivo per cui una volta realizzata la sua vendetta non trova più motivo per vivere.
                            V – UN ROMANZO POLITICO                                                                       Il V dei fratelli Wachowski è più simile ad un’idea che ad un uomo. E questo porta lo spettatore ad idolatrare la
‘V for Vendetta’ è una graphic novel il cui tema principale è la politica: quando fu scritta, a metà degli anni ‘80,      figura e la maschera del V del film come fosse un’eroe più che un antieroe, come invece lo vuole fare apparire
conteneva chiari riferimenti alla politica conservatrice della “Lady di Ferro” Margaret Tatcher, la quale utilizzava      Moore nel fumetto. Probabilmente per il tipo di regia scelta per il film e l’idea che si voleva trasmettere era più
strumenti come lo spionaggio politico per controllare i propri avversari. Tali riferimenti non sono celati, anzi.         efficace e spettacolare creare un V eroe/terrorista che mostrare un uomo deviato che fa della vendetta la sua
È inoltre evidente il riferimento a testi letterari quali “1984” di Orwell (il Norsefire/Fuoco Norreto – il partito di    ragione di vita sena preoccuparsi di nulla se non del suo scopo.
Susan – ricorda il partito Soclng).
Tuttavia una differenza evidente sta nella rappresentazione della politica tra i due prodotti: il lettore ha l’impres-         PERSONAGGI DI CARTA, PERSONAGGI DI CARNE
sione che la dimensione politica nella graphic novel di Moore sia solo la cornice che ha portato al susseguirsi           Altro differenza piuttosto evidente per quanto riguarda la trama sta nella relazione tra V e Evey inserita nella
degli eventi, mentre nel film è il motivo scatenante delle azioni di V.                                                   sceneggiatura del film. Come spiegato in precedenza il V di Moore non ha altri obiettivi se non la vendetta, ed il
Inoltre nel fumetto non c’è una demarcazione netta tra “forze buone” (V e Evey) e “forze cattive” (Sutler e il suo        suo unico contatto con il mondo esterno dopo molto tempo è la piccola Evey che non ha cercato, ma che salva
governo corrotto) come avviene nel film, ma entrambe le parti sono zone grige, hanno colpe e punti a favore.              casualmente e che lo aiuta alla fine a portare a termine il suo obiettivo (questo non cambia nel film). Nel film
Nel fumetto, inoltre, il partito di Sutler è chiaramente di ispirazione fascista (il nome indica proprio questo           V ed Evey intrecciano una relazione più platonica che fisica, che sfocia alla fine con la dichiarazione dell’uomo
collegamento), mentre V rappresenta l’anarchia di cui lui stesso si fa portavoce; nel film le fazioni sono meno           nei confronti della ragazza prima di morire e la richiesta di non dimenticarlo. Questo aspetto potrebbe essere
estreme (il governo di Sutler è neo-conservatore mentre V è liberista). Il motivo di questa divisione sta evidente-       collegato al soliloquio della moglie di Guy Fawkes all’inizio del film (non si può baciare un’idea, non puoi
mente nel messaggio politico che i corrispettivi autore e regista hanno voluto inviare: Moore ha ben pensato di           toccarla né abbracciarla; le idee non sanguinano, non provano dolore... le idee non amano): V non è un uomo,
criticare il governo inglese paragonandolo ad un governo oppressivo il cui futuro sarebbe stato un parossistico           tanto che mai né nel fumetto né nel film lo si vede senza maschera. V è un’idea, e la sua relazione con Evey
totalitarismo, mentre nel film si paragona il governo di Sutler ad una società più recente (lo si capisce anche dal       potrebbe essere un modo per umanizzare il personaggio; potrebbe essere un simbolo, una riflessione: cosa c’è
fatto che Moore ambienta il fumetto nel 1998, mentre i fratelli Wachowsky nel 2020); mentre la netta demarca-             dietro alle idee? Coloro che ci ispirano e che ci sembrano così incorruttibili non sono forse anche loro uomini,
zione buoni/cattivi sta proprio nel voler definire l’identità di una e dell’altra fazione in una formula caratteristica   esattamente come noi?
relativa alla figura di V: i buoni sono totalmente buoni, così come i cattivi sono solo ed unicamente tali, un po’        Inoltre per chi avesse letto il fumetto è evidente la differenza tra il personaggio di Evey Hammond del fumetto
come i personaggi di una favola politica.                                                                                 e quello del film: la prima è una ragazzina debole, ignorante che si avvicina a V per riconoscenza, ma scoperto
                                                                                                                          il suo intento reale si rifiuta di aiutarlo nuovamente (salvo poi mettere la sua maschera e far saltare la sede del
       VENDETTA PERSONALE vs VENDETTA POLITICA                                                                            governo); la Evey del film è una ragazza forte, cosciente del proprio ruolo sfortunato (nel film i genitori sono
Questo aspetto è stato portato all’estremo dalla trasposizione cinematografica in cui un personaggio già abba-            entrambi deportati a Larkhill e il fratellino muore in seguito ad un’epidemia) ma, sopratutto, attiva nel suo ruolo
stanza complesso come V viene approfondito e caratterizzato con continue citazioni a testi letterari di classici          di coprotagonista. Quando V muore è lei ad assumersi l’identità dell’Idea: la vediamo insieme alle altre vittime
europei. E qui sorge la prima differenza, abissale, tra la sceneggiatura del film e quella del fumetto: in quest’ul-      del governo di Sutler tra la folla che assiste alla distruzione del parlamento. Non è un personaggio passivo,
timo V è un individuo che vive lontano dalla società, a cui si avvicina solo per un caso fortuito e per salvare           ma di spessore, adatto ad un’attrice come Natalie Portman (i registi probabilmente avranno pensato che ad
Evey. Non tenta neppure di approcciarsi con il mondo né tanto meno di diffondere le proprie idee per suscitare            un’attrice così famosa non si poteva dare un ruolo secondario, così hanno rafforzato il carattere di Evey e l’hanno
una reazione dal popolo: “l’unico verdetto è vendicarsi, vendetta”. I suoi atti non incidono sulla distruzione del        resa più importante).
governo di Susan per il semplice fatto che il suo intento non è quello di spodestarlo; V vuole solo vendicare i
torti subiti, le conseguenze non gli interessano.                                                                                                 HAPPY ENDING vs BAD ENDING
Al contrario, nel film, le attività di V sono ambigue e fuorvianti, ma si cela al di sotto della sua argomentazione       Alla fine del film una scena particolarmente grandiosa mostra tutto il popolo di Londra circondare i Castigatori
principale, la volontà di trasformare l’Inghilterra in un paese migliore: fa saltare l’Old Bailey per mandare il          ed assistere, mascherati da Guy Fawkes, alla mirabolante esplosione pirotecnica del parlamento, al cui termine
messaggio simbolico che “madame Giustizia si è presa una vacanza da queste terre, e nel frattempo il suo posto            si disegna nel cielo una V fatta di fuochi artificiali. Questa scena potrebbe essere letta come “l’ultima eredità di
V”. Nonostante sia nel film che nel fumetto V muoia, la lettura nei due casi è decisamente differente: la scena        quasi fotografica del disegnatore fa sì che il soggetto della vignetta occupi solo un terzo dello spazio, lasciando
sopra citata è catartica, indimenticabile. La colonna sonora rende il tutto grandioso e ci fa pensare assoluta-        che i baloon si incastrino nel restante spazio libero. È uno stile di disegno adatto ad un fumetto come V, dove
mente ad una happy end (anche se V è morto ed Evey è rimasta senza il suo innamorato). Conseguentemente                le ombre nei visi e degli edifici disegnano una Londra corrotta, brutta e nera.
a ciò nessuno dimenticherà mai V.                                                                                      Questo aspetto è stato tradotto nel film in modo più o meno fedele; non sembra che gli spazi (a parte la galleria
Al contrario nel fumetto Moore ha espresso volontariamente la mancanza di una happy end: V muore e Londra              delle ombre e Larkhill) siano stati ricostruiti per sembrare diversi da come sono (il parlamento è uguale al
precipita nel caos – il governo di Susan non c’è più, qui e là per la città scoppiano lotte e saccheggi.               relativo edificio inglese). Le scene di azione sono rese in modo migliore e più dinamico nel film (i fratelli Wa-
Ma V verrà ricordato, e se sì come? Il terrorista che si faceva chiamare V è praticamente sconosciuto al popolo,       chowski hanno realizzato Matrix e questo aspetto si nota anche in V – le scene di combattimento stile rallenty).
l’unica che potrebbe ricordarsi di lui è Evey. La sua morte è solitaria, poco gloriosa e anonima.                      Per quanto riguarda il colore sono frequenti l’uso del rosso (rappresenta il fuoco, la passione, il sangue – il
Il finale del film brilla per la sua grandiosità, tra fuochi artificiali e sostenitori lo spettatore è commosso.       simbolo di V è rosso, così come le Scarlet Carson di Valerie – la rinascita ed la forza) e del nero (rimanda al
Il fumetto, invece, termina in modo che il lettore si domandi “cosa succederà dopo?”.                                  fumetto il cui colore pregnante è il nero, ma rimanda anche ad un’idea di corruzione, di sporco e, nel linguaggio
Ovviamente le scelte sono finalizzate alla trama: il film racconta la storia di V, il terrorista eroe che ha dato la   dei colori, alla morte ed al sacrificio – il mantello di V è nero).
vita per cambiare il paese, che ha combattuto una guerra solitaria come un supereroe contro l’oppressione del          Rosso e nero, in contrapposizione, sono anche i colori del simbolo del Norsefire, il partito del Fuoco Norreno;
governo di Sutler; nessuno lo dimenticherà mai.                                                                        un modo che potrebbe mettere a confronto le due fazioni - V ed il governo.
Al contrario il V di Moore muore com’è vissuto: anonimamente. È un antieroe e come tale non dovrebbe meri-             Il nero, inoltre, è il colore che viene associato di solito al partito fascista (le camice nere), mentre il rosso alla
tare grandi cerimonie.                                                                                                 fazione opposta, il che potrebbe essere un altro modo per caratterizzare le due fazioni.
                                                                                                                       Nel film la scelta stilistica più evidente per quanto riguarda i colori è nella divisione dei toni per personaggi:
                             DIFFERENZE E ANALOGIE                                                                     tutto ciò che circonda e si collega a V è nero, oscuro, ombroso, in aperta antitesi con il significato del perso-
a livello basico (personaggi, ambientazioni, eventi principali) fumetto e film sono analoghi – V il terrorista         naggio; il rosso è legato al partito di Sutler, perchè richiama il sangue; gli ambienti legati al popolo (l’interno
perpetua una serie di attentati che vanno a minare l’autorità del governo, ed uccide una serie di persone che si       delle case, le strade etc.) sono invece chiari, caratterizzati da un minore contrasto tra luci ed ombre - un modo
scoprono poi essere responsabili di torture ai danni dei prigionieri di Larkhill. Ma le analogie finiscono qui:        efficace per farci capire inconsciamente quali persone sono legate a V e quali al no.
come spiegato in precedenza la sceneggiatura del film ha l’intento di idolatrare il personaggio/idea di V, il quale
diventa il promotore di una rivolta sociale che coinvolge lo spettatore. Il film è grandioso: racconta di come un
solo uomo, con le cui idee rivoluzionarie siano state in grado di promuovere la ribellione. E lo spettatore non
ha dubbi: V è un eroe. Poco importa se ha rubato, ucciso, mentito. Se ha distrutto monumenti nazionali. Se
per convincere Evey ad aiutarlo la imprigiona e tortura, perchè tutto questo passa in secondo piano rispetto al
messaggio del film: grandi idee muovono il popolo.
Nel fumetto, invece, la situazione è decisamente meno romanzata: il mondo in cui Evey vive è stato costruito
dagli uomini che lo abitano (il partito del Fuoco Norreno è stato eletto dal popolo) che vivono passivamente in
questo mondo. Fine. E V non è altro che un pazzo che agisce in modo grandioso: il lettore può avere simpatia
per il personaggio, può condividere le sue idee sulla vendetta, può trovare grandioso il suo operato, ma non
avrà mai la parvenza di leggere di un eroe.
Apparentemente la differenza tra film e fumetto non è così profonda, perchè a livello di trama nella pellicola sono
stati aggiunti solo alcuni “plus”, per cui anche l’affezionato lettore di Moore potrebbe non trovare disturbante
il lungometraggio.

                         STILE E RAPPRESENTAZIONE
Lo stile del fumetto è molto particolare: sembra che Lloyd disegni il contorno delle figure a matita ma che non
le ripassi poi a pennino, colorando invece i soggetti con la china attraverso ombre e colori. In pratica le figure
risaltano solo grazie a sottili spessori che delineano i profili, ma per la maggior parte sono i volumi netti delle
ombre scurissime a caratterizzare le forme. E il colore è quasi trasparente, tanto che sembra la stesura di un
sottile strato ad acquarello.
Le inquadrature sono studiate: i punti di vista variano a seconda della scena, così come i soggetti a fuoco e la
lunghezza dei campi. Le vignette sono pressapoco sempre le stesse: la struttura è regolare, non cambia, non
ci sono soggetti che escono dai riquadri. è evidente la pregnanza del discorso, tanto che spesso la sensibilità
due scene particolarmente incisive del film dei fratelli Wachowski (sopra: il discorso di V alla popolazione; sotto: finale)
video che mostra l’ultimo capitolo del fumetto (Valhalla)

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Parla direttamente al popolo per incoraggiarlo a ribellarsi e a prendere attenzione, cosa che non succede nel film in quanto è lo stesso V a narrare le vicende. in mano le uniche armi che possiede (le idee, le maschere, i mantelli e la propria ferma volontà) per ribellarsi Un’altra delle caratteristiche di Moore è anche quella di produrre fumetti che non si collegano fra con lui nella notte del 5 di novembre, ma non fa riferimento all’uso della violenza. loro né per sceneggiatura, né per registro linguistico né per stile visuale. L’esperienza personale del V del film sembra solo il “viaggio” che l’ha portato a decidere di sacrificarsi per la Per questo motivo non si può considerare V solamente come un fumetto, ma come un vero e nazione: attraverso il campo di Larkhill ha costruito un’identità forte, ha sconfitto la paura di morire, ha trovato le proprio romanzo complesso ed articolato, la cui trama nasconde livelli su livelli di citazioni e argomentazioni valide per ribellarsi, ed attraverso la maschera di Guy Fawkes si pone come promotore di questa riferimenti. idea motore di una ribellione comune; mentre il V del fumetto ha fatto della vendetta la sua stessa ragione di vita e di Larkhill la propria forza, motivo per cui una volta realizzata la sua vendetta non trova più motivo per vivere. V – UN ROMANZO POLITICO Il V dei fratelli Wachowski è più simile ad un’idea che ad un uomo. E questo porta lo spettatore ad idolatrare la ‘V for Vendetta’ è una graphic novel il cui tema principale è la politica: quando fu scritta, a metà degli anni ‘80, figura e la maschera del V del film come fosse un’eroe più che un antieroe, come invece lo vuole fare apparire conteneva chiari riferimenti alla politica conservatrice della “Lady di Ferro” Margaret Tatcher, la quale utilizzava Moore nel fumetto. Probabilmente per il tipo di regia scelta per il film e l’idea che si voleva trasmettere era più strumenti come lo spionaggio politico per controllare i propri avversari. Tali riferimenti non sono celati, anzi. efficace e spettacolare creare un V eroe/terrorista che mostrare un uomo deviato che fa della vendetta la sua È inoltre evidente il riferimento a testi letterari quali “1984” di Orwell (il Norsefire/Fuoco Norreto – il partito di ragione di vita sena preoccuparsi di nulla se non del suo scopo. Susan – ricorda il partito Soclng). Tuttavia una differenza evidente sta nella rappresentazione della politica tra i due prodotti: il lettore ha l’impres- PERSONAGGI DI CARTA, PERSONAGGI DI CARNE sione che la dimensione politica nella graphic novel di Moore sia solo la cornice che ha portato al susseguirsi Altro differenza piuttosto evidente per quanto riguarda la trama sta nella relazione tra V e Evey inserita nella degli eventi, mentre nel film è il motivo scatenante delle azioni di V. sceneggiatura del film. Come spiegato in precedenza il V di Moore non ha altri obiettivi se non la vendetta, ed il Inoltre nel fumetto non c’è una demarcazione netta tra “forze buone” (V e Evey) e “forze cattive” (Sutler e il suo suo unico contatto con il mondo esterno dopo molto tempo è la piccola Evey che non ha cercato, ma che salva governo corrotto) come avviene nel film, ma entrambe le parti sono zone grige, hanno colpe e punti a favore. casualmente e che lo aiuta alla fine a portare a termine il suo obiettivo (questo non cambia nel film). Nel film Nel fumetto, inoltre, il partito di Sutler è chiaramente di ispirazione fascista (il nome indica proprio questo V ed Evey intrecciano una relazione più platonica che fisica, che sfocia alla fine con la dichiarazione dell’uomo collegamento), mentre V rappresenta l’anarchia di cui lui stesso si fa portavoce; nel film le fazioni sono meno nei confronti della ragazza prima di morire e la richiesta di non dimenticarlo. Questo aspetto potrebbe essere estreme (il governo di Sutler è neo-conservatore mentre V è liberista). Il motivo di questa divisione sta evidente- collegato al soliloquio della moglie di Guy Fawkes all’inizio del film (non si può baciare un’idea, non puoi mente nel messaggio politico che i corrispettivi autore e regista hanno voluto inviare: Moore ha ben pensato di toccarla né abbracciarla; le idee non sanguinano, non provano dolore... le idee non amano): V non è un uomo, criticare il governo inglese paragonandolo ad un governo oppressivo il cui futuro sarebbe stato un parossistico tanto che mai né nel fumetto né nel film lo si vede senza maschera. V è un’idea, e la sua relazione con Evey totalitarismo, mentre nel film si paragona il governo di Sutler ad una società più recente (lo si capisce anche dal potrebbe essere un modo per umanizzare il personaggio; potrebbe essere un simbolo, una riflessione: cosa c’è fatto che Moore ambienta il fumetto nel 1998, mentre i fratelli Wachowsky nel 2020); mentre la netta demarca- dietro alle idee? Coloro che ci ispirano e che ci sembrano così incorruttibili non sono forse anche loro uomini, zione buoni/cattivi sta proprio nel voler definire l’identità di una e dell’altra fazione in una formula caratteristica esattamente come noi? relativa alla figura di V: i buoni sono totalmente buoni, così come i cattivi sono solo ed unicamente tali, un po’ Inoltre per chi avesse letto il fumetto è evidente la differenza tra il personaggio di Evey Hammond del fumetto come i personaggi di una favola politica. e quello del film: la prima è una ragazzina debole, ignorante che si avvicina a V per riconoscenza, ma scoperto il suo intento reale si rifiuta di aiutarlo nuovamente (salvo poi mettere la sua maschera e far saltare la sede del VENDETTA PERSONALE vs VENDETTA POLITICA governo); la Evey del film è una ragazza forte, cosciente del proprio ruolo sfortunato (nel film i genitori sono Questo aspetto è stato portato all’estremo dalla trasposizione cinematografica in cui un personaggio già abba- entrambi deportati a Larkhill e il fratellino muore in seguito ad un’epidemia) ma, sopratutto, attiva nel suo ruolo stanza complesso come V viene approfondito e caratterizzato con continue citazioni a testi letterari di classici di coprotagonista. Quando V muore è lei ad assumersi l’identità dell’Idea: la vediamo insieme alle altre vittime europei. E qui sorge la prima differenza, abissale, tra la sceneggiatura del film e quella del fumetto: in quest’ul- del governo di Sutler tra la folla che assiste alla distruzione del parlamento. Non è un personaggio passivo, timo V è un individuo che vive lontano dalla società, a cui si avvicina solo per un caso fortuito e per salvare ma di spessore, adatto ad un’attrice come Natalie Portman (i registi probabilmente avranno pensato che ad Evey. Non tenta neppure di approcciarsi con il mondo né tanto meno di diffondere le proprie idee per suscitare un’attrice così famosa non si poteva dare un ruolo secondario, così hanno rafforzato il carattere di Evey e l’hanno una reazione dal popolo: “l’unico verdetto è vendicarsi, vendetta”. I suoi atti non incidono sulla distruzione del resa più importante). governo di Susan per il semplice fatto che il suo intento non è quello di spodestarlo; V vuole solo vendicare i torti subiti, le conseguenze non gli interessano. HAPPY ENDING vs BAD ENDING Al contrario, nel film, le attività di V sono ambigue e fuorvianti, ma si cela al di sotto della sua argomentazione Alla fine del film una scena particolarmente grandiosa mostra tutto il popolo di Londra circondare i Castigatori principale, la volontà di trasformare l’Inghilterra in un paese migliore: fa saltare l’Old Bailey per mandare il ed assistere, mascherati da Guy Fawkes, alla mirabolante esplosione pirotecnica del parlamento, al cui termine messaggio simbolico che “madame Giustizia si è presa una vacanza da queste terre, e nel frattempo il suo posto si disegna nel cielo una V fatta di fuochi artificiali. Questa scena potrebbe essere letta come “l’ultima eredità di
  • 3. V”. Nonostante sia nel film che nel fumetto V muoia, la lettura nei due casi è decisamente differente: la scena quasi fotografica del disegnatore fa sì che il soggetto della vignetta occupi solo un terzo dello spazio, lasciando sopra citata è catartica, indimenticabile. La colonna sonora rende il tutto grandioso e ci fa pensare assoluta- che i baloon si incastrino nel restante spazio libero. È uno stile di disegno adatto ad un fumetto come V, dove mente ad una happy end (anche se V è morto ed Evey è rimasta senza il suo innamorato). Conseguentemente le ombre nei visi e degli edifici disegnano una Londra corrotta, brutta e nera. a ciò nessuno dimenticherà mai V. Questo aspetto è stato tradotto nel film in modo più o meno fedele; non sembra che gli spazi (a parte la galleria Al contrario nel fumetto Moore ha espresso volontariamente la mancanza di una happy end: V muore e Londra delle ombre e Larkhill) siano stati ricostruiti per sembrare diversi da come sono (il parlamento è uguale al precipita nel caos – il governo di Susan non c’è più, qui e là per la città scoppiano lotte e saccheggi. relativo edificio inglese). Le scene di azione sono rese in modo migliore e più dinamico nel film (i fratelli Wa- Ma V verrà ricordato, e se sì come? Il terrorista che si faceva chiamare V è praticamente sconosciuto al popolo, chowski hanno realizzato Matrix e questo aspetto si nota anche in V – le scene di combattimento stile rallenty). l’unica che potrebbe ricordarsi di lui è Evey. La sua morte è solitaria, poco gloriosa e anonima. Per quanto riguarda il colore sono frequenti l’uso del rosso (rappresenta il fuoco, la passione, il sangue – il Il finale del film brilla per la sua grandiosità, tra fuochi artificiali e sostenitori lo spettatore è commosso. simbolo di V è rosso, così come le Scarlet Carson di Valerie – la rinascita ed la forza) e del nero (rimanda al Il fumetto, invece, termina in modo che il lettore si domandi “cosa succederà dopo?”. fumetto il cui colore pregnante è il nero, ma rimanda anche ad un’idea di corruzione, di sporco e, nel linguaggio Ovviamente le scelte sono finalizzate alla trama: il film racconta la storia di V, il terrorista eroe che ha dato la dei colori, alla morte ed al sacrificio – il mantello di V è nero). vita per cambiare il paese, che ha combattuto una guerra solitaria come un supereroe contro l’oppressione del Rosso e nero, in contrapposizione, sono anche i colori del simbolo del Norsefire, il partito del Fuoco Norreno; governo di Sutler; nessuno lo dimenticherà mai. un modo che potrebbe mettere a confronto le due fazioni - V ed il governo. Al contrario il V di Moore muore com’è vissuto: anonimamente. È un antieroe e come tale non dovrebbe meri- Il nero, inoltre, è il colore che viene associato di solito al partito fascista (le camice nere), mentre il rosso alla tare grandi cerimonie. fazione opposta, il che potrebbe essere un altro modo per caratterizzare le due fazioni. Nel film la scelta stilistica più evidente per quanto riguarda i colori è nella divisione dei toni per personaggi: DIFFERENZE E ANALOGIE tutto ciò che circonda e si collega a V è nero, oscuro, ombroso, in aperta antitesi con il significato del perso- a livello basico (personaggi, ambientazioni, eventi principali) fumetto e film sono analoghi – V il terrorista naggio; il rosso è legato al partito di Sutler, perchè richiama il sangue; gli ambienti legati al popolo (l’interno perpetua una serie di attentati che vanno a minare l’autorità del governo, ed uccide una serie di persone che si delle case, le strade etc.) sono invece chiari, caratterizzati da un minore contrasto tra luci ed ombre - un modo scoprono poi essere responsabili di torture ai danni dei prigionieri di Larkhill. Ma le analogie finiscono qui: efficace per farci capire inconsciamente quali persone sono legate a V e quali al no. come spiegato in precedenza la sceneggiatura del film ha l’intento di idolatrare il personaggio/idea di V, il quale diventa il promotore di una rivolta sociale che coinvolge lo spettatore. Il film è grandioso: racconta di come un solo uomo, con le cui idee rivoluzionarie siano state in grado di promuovere la ribellione. E lo spettatore non ha dubbi: V è un eroe. Poco importa se ha rubato, ucciso, mentito. Se ha distrutto monumenti nazionali. Se per convincere Evey ad aiutarlo la imprigiona e tortura, perchè tutto questo passa in secondo piano rispetto al messaggio del film: grandi idee muovono il popolo. Nel fumetto, invece, la situazione è decisamente meno romanzata: il mondo in cui Evey vive è stato costruito dagli uomini che lo abitano (il partito del Fuoco Norreno è stato eletto dal popolo) che vivono passivamente in questo mondo. Fine. E V non è altro che un pazzo che agisce in modo grandioso: il lettore può avere simpatia per il personaggio, può condividere le sue idee sulla vendetta, può trovare grandioso il suo operato, ma non avrà mai la parvenza di leggere di un eroe. Apparentemente la differenza tra film e fumetto non è così profonda, perchè a livello di trama nella pellicola sono stati aggiunti solo alcuni “plus”, per cui anche l’affezionato lettore di Moore potrebbe non trovare disturbante il lungometraggio. STILE E RAPPRESENTAZIONE Lo stile del fumetto è molto particolare: sembra che Lloyd disegni il contorno delle figure a matita ma che non le ripassi poi a pennino, colorando invece i soggetti con la china attraverso ombre e colori. In pratica le figure risaltano solo grazie a sottili spessori che delineano i profili, ma per la maggior parte sono i volumi netti delle ombre scurissime a caratterizzare le forme. E il colore è quasi trasparente, tanto che sembra la stesura di un sottile strato ad acquarello. Le inquadrature sono studiate: i punti di vista variano a seconda della scena, così come i soggetti a fuoco e la lunghezza dei campi. Le vignette sono pressapoco sempre le stesse: la struttura è regolare, non cambia, non ci sono soggetti che escono dai riquadri. è evidente la pregnanza del discorso, tanto che spesso la sensibilità
  • 4. due scene particolarmente incisive del film dei fratelli Wachowski (sopra: il discorso di V alla popolazione; sotto: finale)
  • 5. video che mostra l’ultimo capitolo del fumetto (Valhalla)