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LabNET
Laboratorio sulla Network Analysis applicata a
organizzazioni, politiche, territorio
NEWSLETTER Dicembre 2014
Reti sociali, Capitale sociale e ricerca del lavoro
Nasce LabNET
All'interno di SAA – School of Management nasce LabNET il primo laboratorio italiano sul tema
della Network Analysis applicata. Lo studio e intervento sulle reti rappresenta un approccio in
grado di offrire potenti chiavi di lettura di molti fenomeni sociali, economici e organizzativi e
quindi strumenti per suggerire, progettare e realizzare azioni innovative in svariati ambiti:
 le organizzazioni, che stanno attraversando un vero e proprio momento di "cambiamento di
pelle", aprendosi a modelli via via meno meccanicisti, più auto organizzati e improntati alla
collaborazione e alla social organization: quindi meglio leggibili e interpretabili appunto
come reticoli organizzativi;
 le politiche sociali e di sviluppo, in primo luogo quelle legate al mercato del lavoro, le cui
dinamiche di come si cerca, trova e offre lavoro sono eminentemente legate al tema delle
reti e del capitale sociale delle persone; ma anche le politiche sociali, si pensi al tema degli
ecosistemi - e quindi delle reti - di innovazione, all'enpowerment delle comunità, anch'esse
viste come reti, ecc.
Questi sono alcuni dei temi che il Laboratorio intende affrontare, abbinando una solida base
scientifica e culturale, assicurata dalle competenze multidisciplinari degli studiosi provenienti dal
mondo accademico che contribuiscono al Laboratorio, ad una attenzione pratica ad applicare queste
risorse analitiche a soluzioni, suggerimenti, practices, strumenti operativi, in grado di incidere sulla
realtà, attraverso la presenza di qualificati practicioners provenienti dal mondo della consulenza e
dalle aziende.
Ricerca, formazione e consulenza sono le tre aree specifiche su cui il Laboratorio concentra la sua
attività:
 ricerca, per assicurare una produzione scientifica di alto livello un costante osservatorio e
luogo di diffusione di un corpo di conoscenze enorme prodotto a livello scientifico e
operativo;
 formazione e aggiornamento a diversi livelli per manager, operatori, giovani da avviare a
nuove professionalità emergenti legate all'approccio alle reti sociali;
 consulenza operativa per aziende, istituzioni, policy makers, al fine di applicare l'approccio
per intervenire in modo innovativo sui processi di cambiamento in atto.
Il Laboratorio ha l’obiettivo di costituire un luogo di confronto, stimolo, innovazione, produzione e
interventi: organizzato a rete, prevede, attraverso un approccio attivo, il coinvolgimento e la
mobilitazione di tutte le competenze ed expertises interessate ad offrire e ricevere contributi, in
un'ottica partecipativa.
Network Analysis, mercato del lavoro e politiche attive del lavoro
E' un tema che ci è molto caro e rispetto a cui vediamo enormi possibilità di applicazione. Ne
abbiamo ampiamente parlato nel workshop "Reti sociali, Capitale sociale e ricerca del lavoro.
Analisi e proposte per innovare le politiche del lavoro" tenuto il 16 giugno in SAA e a tale
evento vogliamo dare seguito con questa Newsletter dedicata proprio a questo tema, illustrandovi le
iniziative che abbiamo pensato e che vorremmo arricchire e diffondere attraverso la rete di cui con
noi fate parte.
Iniziative in corso
1) Progetto JOBNet RADAR
In collaborazione con Agenzia Piemonte Lavoro e Dipartimento di Informatica della Università di
Torino abbiamo lanciato il progetto JOBNet RADAR.
JOBNet RADAR è una piattaforma Web realizzata per supportare le persone alla ricerca di
lavoro attraverso l'utilizzo del loro network di relazioni sociali.
JOBNer RADAR consente alla persona che cerca lavoro di :
 ricostruire la propria rete sociale, identificando in particolare chi può fare da referreer di
opportunità di lavoro;
 ampliare e arricchire la propria rete sociale;
 ricevere attraverso la rete segnalazioni, referral e supporti;
 avere accesso a informazioni a cui non riesce ad accedere in quanto non in possesso di
reti sociali adeguate.
JOBNet RADAR offre soprattutto l'opportunità di allargare la propria rete aldilà dei legami
costituiti dal proprio nucleo di relazioni più strette, creando legami più deboli ma maggiormente
in grado di aprire opportunità di lavoro (la "forza dei legami deboli") quali alumni, ex-
coworkers, docenti e anche figure di volontari (job angels) reclutati da JOBNet RADAR sulla
base della loro disponibilità a mettere a disposizione il loro capitale sociale di relazioni.
JOBNet RADAR intercetta opportunità di lavoro ricostruendo ed arricchendo le reti sociali delle
persone, integrandole con la rielaborazione della grande mole di informazioni provenienti da
banche dati pubbliche, che contengono i movimenti sul mercato del lavoro, quali posti di lavoro
vacanti, avviamenti al lavoro (chi assume chi) e da altre fonti da cui si possono ricavare
informazioni su opportunità di lavoro non formalizzate nelle prime (hidden job vacancies). In tal
senso JOBNet RADAR surroga la carenza di legami in grado di fornire queste informazioni.
JOBNet RADAR integra inoltre le reti delle persone che cercano lavoro con opportunità di
mentoring e di consulenza e mette le persone in relazione fra di loro, incrementando così le
risorse di cui dispongono.
Chi è interessato ad approfondire il progetto non esiti a contattarci. Il progetto può essere replicato o
allargato ad altri ambiti territoriali; segnalataci il vostro interesse in tal senso e le opportunità di
finanziamento che pensate possano essere attivate in ottica di crowdsourcing.
2) Informazione e formazione
A) Workshop "Reti sociali, Capitale sociale e ricerca del lavoro. Analisi e proposte per innovare
le politiche del lavoro"
Siamo a disposizione per organizzare workshop sul tema sulla base di quello tenuto a giugno a
Torino, con lo stesso formato oppure personalizzabili a target specifici da voi individuati e
attivabili.
B) Corso di formazione "L'utilizzo delle reti sociali come strategia nella ricerca del lavoro :
metodologie e strumenti per operatori dei servizi per l'impiego"
Obiettivi e destinatari del corso
Il tema di come supportare le persone che cercano lavoro attraverso l'utilizzo delle reti sociali
richiede di metterle in grado di realizzare un bilancio del loro capitale sociale, attraverso la
ricostruzione delle reti di cui sono in possesso e l'acquisizione di specifiche capacità per svilupparle,
ampliarle e utilizzarle efficacemente. Si tratta di una attività di consulenza e supporto che richiede
specifiche metodologie di cui gli operatori che forniscono servizi per il lavoro devono entrare in
possesso : il corso proposto si pone come obiettivo quello di metterli in grado di svolgere questo
tipo di intervento. Si indirizza quindi agli operatori dei servizi pubblici per l'impiego e delle agenzie
private ed in genere a tutti i coloro che svolgono attività di counselling, di orientamento
professionale, di job placement e di outplacement.
Contenuti
 Reti sociali : definizioni, concetti, metriche e chiavi di lettura;
 legami forti e legami deboli;
 reti sociali e capitale sociale nella ricerca di lavoro;
 ricostruire le proprie reti sociali;
 utilizzare le reti sociali nella ricerca di lavoro : metodologie e strumenti.
Durata
2 giorni di corso + 1 giorno di coaching/follow-up.
Sede
Presso la SAA a Torino oppure presso altre sedi se su base di una singola organizzazione
committente.
3) Diffusione di conoscenza
Una semplice idea che, se condivisa, potrebbe facilitare l’elaborazione dei temi affrontati nel
workshop di giugno, è quella di segnalarci reciprocamente esperienze personali, casi riferiti da altri,
contributi (di qualsiasi tipo), che ci sembrino rilevanti rispetto alle problematiche delineate.
Inauguriamo un "Barcamp" virtuale; un barcamp è una conferenza il cui tema non è fissato a priori
dai relatori, ma in cui tutti i partecipanti suggeriscono e concordano i temi da trattare ed agiscono
essi stessi da relatori nei successivi incontri che via via si programmano: nel nostro caso in maniera
virtuale.
In questo spirito Massimo Follis segnala un recente articolo, che presenta evidenze in parte inedite
sulla qualità dei job matches mediati da contatti personali, e permette di tracciare un ponte ideale tra
la problematica dell’incontro tra le parti nel mercato del lavoro e quella della stabilità dei rapporti di
lavoro.
“Il lavoro di Franzen & Hangartner (2006) è per molti aspetti l’ennesima ricerca intesa a
misurare l’efficacia relativa dei contatti personali dal punto di vista dei lavoratori, ma si distingue
dai precedenti contributi per la puntuale considerazione dei vantaggi non strettamente monetari
associati alle opportunità di lavoro. Lo studio, che analizza gli esiti occupazionali dei laureati da
tutte le università svizzere nel 2000 (8.151 casi pari al 65% del totale), conferma che, anche per
soggetti altamente istruiti, i contatti personali sono la modalità di gran lunga prevalente d’accesso
al lavoro, capace di ridurre i tempi d’inserimento nel mercato del lavoro, ma che nello stesso tempo
causa un modesto wage penalty al momento dell’assunzione. Si tratta di risultati in linea con quelli
prodotti dai precedenti lavori analoghi, ma rafforzati dalla circostanza di riguardare una
popolazione omogenea; il che riduce alquanto gli effetti sulle retribuzioni dovuti all’eterogeneità
non osservata delle opportunità d’impiego. Proprio perciò l’incongruenza tra questi tre risultati
risulta ancora più stridente. Perché, infatti, accettare precoci offerte d’impiego che forniscono
condizioni retributive peggiori di quelle che si potrebbero conseguire continuando a cercare lavoro;
e perché questo comportamento è così diffuso?
Tra le diverse ipotesi che si possono formulare per metabolizzare questo nodo cruciale della
ricerca sul ruolo dei reticoli sociali nel mercato del lavoro (almeno in Europa), l’unica finora testata
empiricamente fa’ riferimento all’eterogeneità dei contatti, nel senso d’assumere che quelli di
origine familiare - diversamente da quelli d’origine professionale - facilitino soprattutto l’accesso ad
impieghi di basso profilo professionale e/o situati in piccole imprese, quindi meno retribuiti. Alla
luce della robusta verifica di questa ipotesi fornita da Sylos Labini (2007), il wage penalty,
mediamente associato ai job matches mediati da contatti personali, andrebbe imputato al peso che
hanno, almeno in paesi come l’Italia, i legami di origine familiare su questi processi di matching.
Franzen e Hangartner (2006) propongono una prospettiva esplicativa alternativa, che fa
riferimento agli attributi non monetari delle opportunità d’impiego. L’esistenza di una relazione
causale tra ricorso a contatti personali e durata dei relativi job matches era nota da tempo (Datcher,
1983; Simon & Warner, 1992) e correttamente riferita ai vantaggi non solo monetari forniti dal
canale contatti personali. Infatti, in un sistema occupazionale come quello nordamericano, in cui la
stabilità dei rapporti di lavoro non è tutelata dalla legge, è del tutto plausibile assumere che la durata
degli impieghi sia espressione della reciproca soddisfazione dei datori di lavoro e dei lavoratori
(almeno nel contesto di una domanda di lavoro che consentirebbe loro match alternativi). La ricerca
in esame ha il merito di avere esplicitato e verificato direttamente i motivi sottostanti questo nesso
causale, privilegiando tra le preferenze non monetarie per il lavoro (o hedonic preferences) le
aspettative di realizzazione professionale (così come approssimate dalla congruenza oggettiva tra
competenze richieste e possedute, e dalle opportunità (percepite) di carriera e di realizzazione
professionale), al quale la specifica popolazione considerata attribuisce plausibilmente una
particolare importanza.
I risultati delle analisi confermano che il canale contatti personali esercita un sistematico effetto
positivo su tutte queste dimensioni hedoniche dei job matches realizzati, al netto di opportuni
controlli. Pertanto, accostandoli al risultato già richiamato circa il wage penalty dovuto a questo
canale, viene spontaneo ipotizzare che questi job matches derivino da un trade off tra vantaggi
retributivi immediati e soddisfazione per la qualità della vita di lavoro (prospettive di crescita
professionale incluse). In questa prospettiva la funzione prevalente dei contatti personali sarebbe,
almeno in certi segmenti del mercato del lavoro, quella di favorire la realizzazione di specifici
progetti professionali o comunque di job matches che presumibilmente implicano particolari
condizioni fiduciarie tra le parti. La medesima ricerca ci dice, peraltro, che il canale contatti
personali è causalmente associato all’insoddisfazione per la retribuzione ricevuta, evidenziando
che il wage penalty sopra richiamato, incide comunque sul livello di soddisfazione dei soggetti.
Poiché si tratta nella grande maggioranza dei casi di retribuzioni d’ingresso, non è azzardato
ipotizzare che il perdurare di questa insoddisfazione possa oscurare nel tempo la soddisfazione
derivata dalle preferenze hedoniche, o più precisamente possa tradursi in sentimenti di frustrazione
e di tradimento.
Concludo, richiamando l’attenzione sulle possibili implicazioni di questi ultimi risultati per un
dibattito non riduttivo sul funzionamento del mercato del lavoro nel nostro paese. Lo stato di salute
della nostra economia e in particolare il livello di disoccupazione inducono comprensibilmente a
focalizzare le risorse intellettuali e materiali sul problema del reddito da lavoro e quindi
dell’accesso al lavoro in quanto tale; cioè trascurando le caratteristiche qualitative degli impieghi,
compresa la loro stabilità, vista come un vincolo che scoraggia le imprese dall’acquisire nuove
risorse. I risultati che abbiamo considerato ci dicono, invece, che anche indipendentemente dal
ritorno retributivo degli impieghi (almeno entro una certa soglia quantitativa e temporale), le
modalità con cui essi vengono acquisiti possono contribuire alla reciproca soddisfazione per il
match e quindi, scoraggiare i lavoratori dal cercare altre opportunità e soprattutto incentivare i
datori di lavori a fare investimenti su queste risorse in capitale umano, in modo da aumentare la loro
convenienza a stabilizzare il rapporto di lavoro. Alla luce di queste considerazioni, si può quindi
sostenere che interventi di politiche attive del lavoro capaci di migliorare la qualità dei job match
dal punto di vista delle preferenze non monetarie dei lavoratori, possono incidere non solo sulla
disoccupazione nel breve periodo, ma anche su quella nel medio lungo tramite la stabilizzazione
delle relazioni d’impiego”.
Riferimenti bibliografici
- Datcher, L. (1983) “The impact of informal networks on quit behavior”, The Review of
Economics and Statistic, 65: 491-495.
- Franzen, A. & Hangartner, D. (2006) “Social networks and labour market outcomes: The
non-monetary benefits of social capital”, European Sociological Review, 22: 353-368.
- Simon, C. J., & Warner, J. T. (1992), “Matchmaker, matchmaker: The effect of old boy
networks on job match quality, earnings, and tenure”, Journal of Labor Economics, 10: 306-
330.
- Sylos Labini, M. (2007), “Social capital and the labor market: When is the family at work?,
mimeo, IMT, Lucca Institute for Advanced Studies.
Segnalate anche voi articoli, risultati di ricerche esperienze ecc. che vi sembrano rilevanti e
inviateli all'indirizzario mail di cui fate parte.
ENGAGEMENT
Infine, nello spirito di ampliare la Community vi chiediamo un piccolo impegno : diffondere questa
Newsletter ad almeno 5 persone che vi sembrano interessate e possono fornire un contributo.
COMING SOON
Prossimamente la Newsletter si trasforma in un blog on line.
CONTATTI
massimo.follis@unito.it
marcello.bogetti@unito.it

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  • 1. LabNET Laboratorio sulla Network Analysis applicata a organizzazioni, politiche, territorio NEWSLETTER Dicembre 2014 Reti sociali, Capitale sociale e ricerca del lavoro Nasce LabNET All'interno di SAA – School of Management nasce LabNET il primo laboratorio italiano sul tema della Network Analysis applicata. Lo studio e intervento sulle reti rappresenta un approccio in grado di offrire potenti chiavi di lettura di molti fenomeni sociali, economici e organizzativi e quindi strumenti per suggerire, progettare e realizzare azioni innovative in svariati ambiti:  le organizzazioni, che stanno attraversando un vero e proprio momento di "cambiamento di pelle", aprendosi a modelli via via meno meccanicisti, più auto organizzati e improntati alla collaborazione e alla social organization: quindi meglio leggibili e interpretabili appunto come reticoli organizzativi;  le politiche sociali e di sviluppo, in primo luogo quelle legate al mercato del lavoro, le cui dinamiche di come si cerca, trova e offre lavoro sono eminentemente legate al tema delle reti e del capitale sociale delle persone; ma anche le politiche sociali, si pensi al tema degli ecosistemi - e quindi delle reti - di innovazione, all'enpowerment delle comunità, anch'esse viste come reti, ecc. Questi sono alcuni dei temi che il Laboratorio intende affrontare, abbinando una solida base scientifica e culturale, assicurata dalle competenze multidisciplinari degli studiosi provenienti dal mondo accademico che contribuiscono al Laboratorio, ad una attenzione pratica ad applicare queste risorse analitiche a soluzioni, suggerimenti, practices, strumenti operativi, in grado di incidere sulla realtà, attraverso la presenza di qualificati practicioners provenienti dal mondo della consulenza e dalle aziende. Ricerca, formazione e consulenza sono le tre aree specifiche su cui il Laboratorio concentra la sua attività:  ricerca, per assicurare una produzione scientifica di alto livello un costante osservatorio e luogo di diffusione di un corpo di conoscenze enorme prodotto a livello scientifico e operativo;  formazione e aggiornamento a diversi livelli per manager, operatori, giovani da avviare a nuove professionalità emergenti legate all'approccio alle reti sociali;  consulenza operativa per aziende, istituzioni, policy makers, al fine di applicare l'approccio per intervenire in modo innovativo sui processi di cambiamento in atto. Il Laboratorio ha l’obiettivo di costituire un luogo di confronto, stimolo, innovazione, produzione e interventi: organizzato a rete, prevede, attraverso un approccio attivo, il coinvolgimento e la mobilitazione di tutte le competenze ed expertises interessate ad offrire e ricevere contributi, in un'ottica partecipativa.
  • 2. Network Analysis, mercato del lavoro e politiche attive del lavoro E' un tema che ci è molto caro e rispetto a cui vediamo enormi possibilità di applicazione. Ne abbiamo ampiamente parlato nel workshop "Reti sociali, Capitale sociale e ricerca del lavoro. Analisi e proposte per innovare le politiche del lavoro" tenuto il 16 giugno in SAA e a tale evento vogliamo dare seguito con questa Newsletter dedicata proprio a questo tema, illustrandovi le iniziative che abbiamo pensato e che vorremmo arricchire e diffondere attraverso la rete di cui con noi fate parte. Iniziative in corso 1) Progetto JOBNet RADAR In collaborazione con Agenzia Piemonte Lavoro e Dipartimento di Informatica della Università di Torino abbiamo lanciato il progetto JOBNet RADAR. JOBNet RADAR è una piattaforma Web realizzata per supportare le persone alla ricerca di lavoro attraverso l'utilizzo del loro network di relazioni sociali. JOBNer RADAR consente alla persona che cerca lavoro di :  ricostruire la propria rete sociale, identificando in particolare chi può fare da referreer di opportunità di lavoro;  ampliare e arricchire la propria rete sociale;  ricevere attraverso la rete segnalazioni, referral e supporti;  avere accesso a informazioni a cui non riesce ad accedere in quanto non in possesso di reti sociali adeguate. JOBNet RADAR offre soprattutto l'opportunità di allargare la propria rete aldilà dei legami costituiti dal proprio nucleo di relazioni più strette, creando legami più deboli ma maggiormente in grado di aprire opportunità di lavoro (la "forza dei legami deboli") quali alumni, ex- coworkers, docenti e anche figure di volontari (job angels) reclutati da JOBNet RADAR sulla base della loro disponibilità a mettere a disposizione il loro capitale sociale di relazioni. JOBNet RADAR intercetta opportunità di lavoro ricostruendo ed arricchendo le reti sociali delle persone, integrandole con la rielaborazione della grande mole di informazioni provenienti da banche dati pubbliche, che contengono i movimenti sul mercato del lavoro, quali posti di lavoro vacanti, avviamenti al lavoro (chi assume chi) e da altre fonti da cui si possono ricavare informazioni su opportunità di lavoro non formalizzate nelle prime (hidden job vacancies). In tal senso JOBNet RADAR surroga la carenza di legami in grado di fornire queste informazioni. JOBNet RADAR integra inoltre le reti delle persone che cercano lavoro con opportunità di mentoring e di consulenza e mette le persone in relazione fra di loro, incrementando così le risorse di cui dispongono. Chi è interessato ad approfondire il progetto non esiti a contattarci. Il progetto può essere replicato o allargato ad altri ambiti territoriali; segnalataci il vostro interesse in tal senso e le opportunità di finanziamento che pensate possano essere attivate in ottica di crowdsourcing.
  • 3. 2) Informazione e formazione A) Workshop "Reti sociali, Capitale sociale e ricerca del lavoro. Analisi e proposte per innovare le politiche del lavoro" Siamo a disposizione per organizzare workshop sul tema sulla base di quello tenuto a giugno a Torino, con lo stesso formato oppure personalizzabili a target specifici da voi individuati e attivabili. B) Corso di formazione "L'utilizzo delle reti sociali come strategia nella ricerca del lavoro : metodologie e strumenti per operatori dei servizi per l'impiego" Obiettivi e destinatari del corso Il tema di come supportare le persone che cercano lavoro attraverso l'utilizzo delle reti sociali richiede di metterle in grado di realizzare un bilancio del loro capitale sociale, attraverso la ricostruzione delle reti di cui sono in possesso e l'acquisizione di specifiche capacità per svilupparle, ampliarle e utilizzarle efficacemente. Si tratta di una attività di consulenza e supporto che richiede specifiche metodologie di cui gli operatori che forniscono servizi per il lavoro devono entrare in possesso : il corso proposto si pone come obiettivo quello di metterli in grado di svolgere questo tipo di intervento. Si indirizza quindi agli operatori dei servizi pubblici per l'impiego e delle agenzie private ed in genere a tutti i coloro che svolgono attività di counselling, di orientamento professionale, di job placement e di outplacement. Contenuti  Reti sociali : definizioni, concetti, metriche e chiavi di lettura;  legami forti e legami deboli;  reti sociali e capitale sociale nella ricerca di lavoro;  ricostruire le proprie reti sociali;  utilizzare le reti sociali nella ricerca di lavoro : metodologie e strumenti. Durata 2 giorni di corso + 1 giorno di coaching/follow-up. Sede Presso la SAA a Torino oppure presso altre sedi se su base di una singola organizzazione committente. 3) Diffusione di conoscenza Una semplice idea che, se condivisa, potrebbe facilitare l’elaborazione dei temi affrontati nel workshop di giugno, è quella di segnalarci reciprocamente esperienze personali, casi riferiti da altri, contributi (di qualsiasi tipo), che ci sembrino rilevanti rispetto alle problematiche delineate. Inauguriamo un "Barcamp" virtuale; un barcamp è una conferenza il cui tema non è fissato a priori dai relatori, ma in cui tutti i partecipanti suggeriscono e concordano i temi da trattare ed agiscono essi stessi da relatori nei successivi incontri che via via si programmano: nel nostro caso in maniera virtuale. In questo spirito Massimo Follis segnala un recente articolo, che presenta evidenze in parte inedite sulla qualità dei job matches mediati da contatti personali, e permette di tracciare un ponte ideale tra la problematica dell’incontro tra le parti nel mercato del lavoro e quella della stabilità dei rapporti di lavoro.
  • 4. “Il lavoro di Franzen & Hangartner (2006) è per molti aspetti l’ennesima ricerca intesa a misurare l’efficacia relativa dei contatti personali dal punto di vista dei lavoratori, ma si distingue dai precedenti contributi per la puntuale considerazione dei vantaggi non strettamente monetari associati alle opportunità di lavoro. Lo studio, che analizza gli esiti occupazionali dei laureati da tutte le università svizzere nel 2000 (8.151 casi pari al 65% del totale), conferma che, anche per soggetti altamente istruiti, i contatti personali sono la modalità di gran lunga prevalente d’accesso al lavoro, capace di ridurre i tempi d’inserimento nel mercato del lavoro, ma che nello stesso tempo causa un modesto wage penalty al momento dell’assunzione. Si tratta di risultati in linea con quelli prodotti dai precedenti lavori analoghi, ma rafforzati dalla circostanza di riguardare una popolazione omogenea; il che riduce alquanto gli effetti sulle retribuzioni dovuti all’eterogeneità non osservata delle opportunità d’impiego. Proprio perciò l’incongruenza tra questi tre risultati risulta ancora più stridente. Perché, infatti, accettare precoci offerte d’impiego che forniscono condizioni retributive peggiori di quelle che si potrebbero conseguire continuando a cercare lavoro; e perché questo comportamento è così diffuso? Tra le diverse ipotesi che si possono formulare per metabolizzare questo nodo cruciale della ricerca sul ruolo dei reticoli sociali nel mercato del lavoro (almeno in Europa), l’unica finora testata empiricamente fa’ riferimento all’eterogeneità dei contatti, nel senso d’assumere che quelli di origine familiare - diversamente da quelli d’origine professionale - facilitino soprattutto l’accesso ad impieghi di basso profilo professionale e/o situati in piccole imprese, quindi meno retribuiti. Alla luce della robusta verifica di questa ipotesi fornita da Sylos Labini (2007), il wage penalty, mediamente associato ai job matches mediati da contatti personali, andrebbe imputato al peso che hanno, almeno in paesi come l’Italia, i legami di origine familiare su questi processi di matching. Franzen e Hangartner (2006) propongono una prospettiva esplicativa alternativa, che fa riferimento agli attributi non monetari delle opportunità d’impiego. L’esistenza di una relazione causale tra ricorso a contatti personali e durata dei relativi job matches era nota da tempo (Datcher, 1983; Simon & Warner, 1992) e correttamente riferita ai vantaggi non solo monetari forniti dal canale contatti personali. Infatti, in un sistema occupazionale come quello nordamericano, in cui la stabilità dei rapporti di lavoro non è tutelata dalla legge, è del tutto plausibile assumere che la durata degli impieghi sia espressione della reciproca soddisfazione dei datori di lavoro e dei lavoratori (almeno nel contesto di una domanda di lavoro che consentirebbe loro match alternativi). La ricerca in esame ha il merito di avere esplicitato e verificato direttamente i motivi sottostanti questo nesso causale, privilegiando tra le preferenze non monetarie per il lavoro (o hedonic preferences) le aspettative di realizzazione professionale (così come approssimate dalla congruenza oggettiva tra competenze richieste e possedute, e dalle opportunità (percepite) di carriera e di realizzazione professionale), al quale la specifica popolazione considerata attribuisce plausibilmente una particolare importanza. I risultati delle analisi confermano che il canale contatti personali esercita un sistematico effetto positivo su tutte queste dimensioni hedoniche dei job matches realizzati, al netto di opportuni controlli. Pertanto, accostandoli al risultato già richiamato circa il wage penalty dovuto a questo canale, viene spontaneo ipotizzare che questi job matches derivino da un trade off tra vantaggi retributivi immediati e soddisfazione per la qualità della vita di lavoro (prospettive di crescita professionale incluse). In questa prospettiva la funzione prevalente dei contatti personali sarebbe, almeno in certi segmenti del mercato del lavoro, quella di favorire la realizzazione di specifici progetti professionali o comunque di job matches che presumibilmente implicano particolari condizioni fiduciarie tra le parti. La medesima ricerca ci dice, peraltro, che il canale contatti personali è causalmente associato all’insoddisfazione per la retribuzione ricevuta, evidenziando che il wage penalty sopra richiamato, incide comunque sul livello di soddisfazione dei soggetti. Poiché si tratta nella grande maggioranza dei casi di retribuzioni d’ingresso, non è azzardato ipotizzare che il perdurare di questa insoddisfazione possa oscurare nel tempo la soddisfazione
  • 5. derivata dalle preferenze hedoniche, o più precisamente possa tradursi in sentimenti di frustrazione e di tradimento. Concludo, richiamando l’attenzione sulle possibili implicazioni di questi ultimi risultati per un dibattito non riduttivo sul funzionamento del mercato del lavoro nel nostro paese. Lo stato di salute della nostra economia e in particolare il livello di disoccupazione inducono comprensibilmente a focalizzare le risorse intellettuali e materiali sul problema del reddito da lavoro e quindi dell’accesso al lavoro in quanto tale; cioè trascurando le caratteristiche qualitative degli impieghi, compresa la loro stabilità, vista come un vincolo che scoraggia le imprese dall’acquisire nuove risorse. I risultati che abbiamo considerato ci dicono, invece, che anche indipendentemente dal ritorno retributivo degli impieghi (almeno entro una certa soglia quantitativa e temporale), le modalità con cui essi vengono acquisiti possono contribuire alla reciproca soddisfazione per il match e quindi, scoraggiare i lavoratori dal cercare altre opportunità e soprattutto incentivare i datori di lavori a fare investimenti su queste risorse in capitale umano, in modo da aumentare la loro convenienza a stabilizzare il rapporto di lavoro. Alla luce di queste considerazioni, si può quindi sostenere che interventi di politiche attive del lavoro capaci di migliorare la qualità dei job match dal punto di vista delle preferenze non monetarie dei lavoratori, possono incidere non solo sulla disoccupazione nel breve periodo, ma anche su quella nel medio lungo tramite la stabilizzazione delle relazioni d’impiego”. Riferimenti bibliografici - Datcher, L. (1983) “The impact of informal networks on quit behavior”, The Review of Economics and Statistic, 65: 491-495. - Franzen, A. & Hangartner, D. (2006) “Social networks and labour market outcomes: The non-monetary benefits of social capital”, European Sociological Review, 22: 353-368. - Simon, C. J., & Warner, J. T. (1992), “Matchmaker, matchmaker: The effect of old boy networks on job match quality, earnings, and tenure”, Journal of Labor Economics, 10: 306- 330. - Sylos Labini, M. (2007), “Social capital and the labor market: When is the family at work?, mimeo, IMT, Lucca Institute for Advanced Studies. Segnalate anche voi articoli, risultati di ricerche esperienze ecc. che vi sembrano rilevanti e inviateli all'indirizzario mail di cui fate parte. ENGAGEMENT Infine, nello spirito di ampliare la Community vi chiediamo un piccolo impegno : diffondere questa Newsletter ad almeno 5 persone che vi sembrano interessate e possono fornire un contributo. COMING SOON Prossimamente la Newsletter si trasforma in un blog on line. CONTATTI massimo.follis@unito.it marcello.bogetti@unito.it