8. Un artista che dimostra con suo percorso artistico questo pensiero è il russo Kazimir Malevic.
La sua pittura parte Questo sviluppo è un po’
di paesaggi figurativi graduale, lui comincia,
e arriva a strutture partendo dello studio
puramente astratte di Cézanne e Picasso,
e geometriche, che a capire le strutture
concentrano forme formali dell’immagine
elementari e colori e a creare opere che
primari. sintetizzano il mondo
in strutture pittoriche Flower Girl, 1903
di somiglianza cubista.
Questo rapporto
artistico ha l’intenzione
di catturare del mondo
quello che è fa parte
dal linguaggio intimo
dell’arte: il discorso della
forma.
Head of a Peasant Girl, 1912-1913
12. In 1913 Malevic dipinta “Quadrato Nero su Sfondo Bianco”, in cui porta all’estremo
questo dibattito”. Il quadrato nero è la pittura che dipinge sé stessa. Diventa una teoria di se stessa, un
metalinguaggio.
Malevic ha sintetizzato al massimo la grammatica della pittura.
13. “la concezione di una realtà pittorica
priva di oggetti, di dati fenomenici, di
nozioni temporali, dove l’oggetto e il
soggetto sono ridotti al ’grado zero’,
alla pittura pura”
“l’arte non ha più bisogno della realtà esterna per esistere, è essa stessa realtà…”
15. Tutta questo percorso si può racchiudere nell’unica domanda: che cos’è la pittura?
e la risposta che ci verrà data è la stessa: la pittura è la pittura.
La pittura deve considerare soltanto il piano
pittorico, deve essere una materia autonoma. Questo
significa che deve divincolarsi del mondo esterno,
a finché possa sviluppare una grammatica, un
sistema di codici linguistici, propria con cui si può
autodefinirsi. È questo che fanno gli artisti moderni
e contemporanei, loro ricercano la pittura per usare i
sui propri elementi - i colori, le forme, i materiali - per
costruire un discorso di se stessa.
La funzione della pittura non è essere una
finestra che ritragga il mondo, la sua funzione è di
trattare la sua realtà pittorica: essere un linguaggio.
16. Il lavoro di sintesi grammaticale che fa Malevic non è così diverso dello lavoro grafico.
Lui ha condensato tutto il senso comunicativo nei vocaboli più semplici, così le sue opere sono
diventate segni.
Secondo il linguista strutturalista Ferdinand de Saussure, il segno non è un simbolo che
rappresenta qualcosa esistente nel mondo, è qualcosa completamente a parte. Il suo significato
non è trovato mentre le cose, ma sottanto nell’interno del sistema linguistico. È li, nel interno del
sistema, che suo senso è costrutto. E non è un significato pronto che si connetta al simbolo, ma
è, invece, un senso fatto da i rapporti che ogni segni stabilisce con i altre segni, i altri componenti
tel sistema, e com il proprio sistema. Quindi, il significato è un rapporto strutturale, è frutto della
dinamica interna della grammatica del sistema. È un gioco di significazione.
Di là di questo, il segno grafico riesce a farsi comunicativamente potente ed efficace una
volta che è semplice ed esatto. È un esercizio di concentrare l’essenza della cosa nei sui elementi
più primari, nel suo linguaggio più crudo e desnudo.
Le opere suprematiste concentrano in se tutto un mondo perché sono fatti della essenza
della cosa, degli elementi più basici e primari, perché sono una misura esatta che niente eccede o
manca. È un discorso elegante e preciso, come di un segno grafico.
17. Partendo da queste conclusioni, ho sintetizzato
monumenti marchi della città di São Paulo in segni grafici.
Questi segni seguono anche l’estetica e le scelte cromatiche
delle opere di Malevic.
I segni sono stati fatti tenendo in mente l’uso
pubblicitário e di divulgazione turistica per la città, messi
in cartoline o outdoor. Può anche essere usato, come è stato
sugerito dal designer paulistano Guto Lacaz, come elementi
segnaletici per la metropolitana, una volta che se può vedere un
bel rapporto con l’estetica urbana e moderna della città.