Spunti di riflessione sul Piano Nazionale Industria 4.0 presentato dal Governo a Milano il 21 settembre 2016, nonché sul ruolo della Comunicazione Tecnica nell'I4.0
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Comunicazione tecnica e Industria 4.0
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Comunicazione Tecnica e Industria 4.0 (I4.0)
Petra Dal Santo – KEA S.r.l. (dalsanto@keanet.it) | Settembre 2016
Comunicazione tecnica e Industria 4.0
Il 21 settembre 2016, il Presidente del Consiglio e il Ministro dello Sviluppo Economico hanno illustrato a
Milano il Piano Nazionale Industria 4.0, le cui misure dovrebbero rientrare nella prossima legge di bilancio
(http://www.governo.it/approfondimento/piano-nazionale-industria-40/5823).
Il Piano – che si affianca a piani analoghi predisposti, per esempio, da USA, Francia e Germania – mira a
creare sinergie fra aziende, ricerca e finanza, e ad accompagnare le imprese verso un utilizzo delle
tecnologie digitali atto a supportare la produttività e la competitività di prodotti e servizi. Interventi a sé
sono previsti per il settore agricolo e agroalimentare.
La prima novità del Piano sta nell’abbandono della logica degli incentivi a bando: il governo non decide più
in quali settori e in quali tecnologie le aziende debbano investire, ma prevede incentivi fiscali orizzontali per
le imprese, che nel 2017 investiranno in tecnologie, beni e ricerca 4.0. Gli incentivi consisteranno in piani di
ammortamento per l’acquisto di tecnologie e beni, in crediti di imposta alla ricerca e in strumenti finanziari
a supporto delle attività (fra cui anche la creazione di start-up). Si tratta di un’impostazione accolta con
favore anche da UCIMU e ANITEC, le associazioni che raggruppano i costruttori di macchine utensili e i
fornitori di servizi e tecnologie ICT.
I principali obiettivi che il Governo persegue attraverso il Piano sono:
• Innovazione di prodotto: più rapidità nel passaggio dal prototipo alla produzione
• Flessibilità: riduzione dei costi di produzione di piccoli lotti
• Produttività: riduzione del tempo di set-up e dei fermi macchina; riduzione degli scarti
• Qualità: meno errori, anche grazie al monitoraggio in tempo reale della produzione
• Competitività: aggiunta di funzioni ai prodotti, anche grazie alle potenzialità dell’Internet delle Cose
(IoT, Internet of Things).
Fra le tecnologie abilitanti individuate dal Governo spiccano:
• Horizontal/Vertical Integration: integrazione delle informazioni a monte e a valle della catena della
fornitura, dal fornitore all’utilizzatore finale
• Realtà Aumentata (AR, Augmented Reality): connessione fra sistemi fisici e digitali
• Big Data Analysis: analisi di ampie basi dati – provenienti da varie fonti –, finalizzata al
miglioramento data driven di prodotti e servizi.
Il Piano mira ad agire sui fattori abilitanti in una interessante logica evolutiva (partire dall’esistente) e di
dichiarata “neutralità tecnologica”.
Oltre agli incentivi all’investimento, il Piano prevede attività di alfabetizzazione e formazione, nonché
interventi infrastrutturali, per esempio nell’ambito delle reti, del concorso alla definizione degli standard di
interoperabilità per l’IoT (attraverso la partecipazione a 6 consorzi di settore) e del rafforzamento del
presidio dei mercati esteri (investimenti nella creazione di reti di vendita digitali; Piano Made in Italy).
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L’alfabetizzazione e la formazione sono indirizzati non solo ai manager (in particolare delle PMI), ma anche
alle nuove generazioni, attraverso interventi mirati negli istituti tecnici superiori, in università e dottorati di
ricerca.
Nell’alfabetizzazione e formazione aziendali giocheranno un ruolo di spicco i Digital Innovation Hub (DIH) e i
Competence Center I4.0, a cui concorrono principalmente università, grandi aziende private e
Confindustria. DIH e centri di competenza avranno il compito di diffondere la conoscenza dell’Industria 4.0,
di mettere in relazione aziende, ricerca e finanza, di fornire agli imprenditori casi studio e buone pratiche, e
di affiancare le imprese nello sviluppo di piani I4.0.
Partendo dal presupposto che l’informazione è una componente costitutiva del prodotto lungo tutto il suo
ciclo di vita, ritengo che la comunicazione tecnica rientri a pieno titolo dei piani I4.0, rafforzandone ed
espandendone gli obiettivi.
La comunicazione tecnica è infatti in grado di apportare contributi significativi all’innovazione di prodotti e
servizi, alla flessibilità, alla produttività, nonché alla qualità e competitività dei prodotti:
• All’interno dell’azienda knowledge base e sistemi esperti permettono di esplicitare, raccogliere,
standardizzare e diffondere il sapere e il saper fare trasversali alle funzioni aziendali, contribuendo
a incrementare la qualità dei processi organizzativi e stimolando innovazioni di processo e di
prodotto
• L’integrazione circolare delle informazioni a monte e a valle della catena della fornitura (dal
fornitore all’utilizzatore finale e viceversa) aumentano flessibilità, qualità e competitività dei
prodotti, creando valore aggiunto attraverso l’erogazione proattiva di contenuti personalizzati e
contestuali. Single sourcing, processi di validazione e automazione rendono efficiente la gestione
delle informazioni e ne garantiscono la correttezza
• Modularizzazione e standardizzazione dei contenuti, configurazione automatica della
documentazione e multicanalità contribuiscono alla flessibilità, poiché riducono il time-to-market
dei prodotti e permettono all’azienda di rispondere in modo agile alle esigenze informative,
formative e operative dei propri interlocutori. Si tratta anche di prerequisiti alla partecipazione alle
reti di vendita digitali come quelle previste dal Piano Made in Italy
• Applicazioni di Realtà Aumentata e IoT, alimentate anche dai contenuti della comunicazione
tecnica, permettono di ideare servizi e contenuti innovativi, in particolare a supporto delle attività
di formazione, montaggio, manutenzione, assistenza, logistica e monitoraggio, contribuendo a
incrementare la produttività, a schiudere nuove opportunità di reddito e a rafforzare l’identità
dell’azienda, rendendola “meno copiabile” sui mercati internazionali
• Il monitoraggio delle prestazioni della documentazione e l’ascolto del feedback degli interlocutori
alimentano in modo continuo il motore dell’innovazione e della co-creazione. Aiutano a definire
strategie data driven non solo nell’ambito del miglioramento continuo della documentazione, ma
anche nello sviluppo di servizi, nonché nella ricerca e produzione di prodotti rispondenti alle
esigenze di segmenti di utilizzatori. Monitoraggio e ascolto vedono protagonisti i comunicatori
tecnici in fase di raccolta di dati e feedback, di trasformazione dei dati in informazioni da
condividere con management, ricerca&sviluppo, produzione, marketing, ecc., cioè con le funzioni
deputate a tradurre in azione le conoscenze acquisite.
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Comunicazione Tecnica e Industria 4.0 (I4.0)
Petra Dal Santo – KEA S.r.l. (dalsanto@keanet.it) | Settembre 2016
Nel Piano non ho notato cenni alla reingegnerizzazione dell’organizzazione aziendale e alla formazione
interna, che pure sono fattori cruciali per adottare con successo tecnologie e beni I4.0. Mi auguro possano
rientrare comunque fra gli ambiti incentivabili.
Al di là di questi spunti, credo che sia compito comune a tutte le figure che operano nell’ambito della
comunicazione tecnica far evolvere questo settore in modo tale che possa dispiegare le proprie potenzialità
nell’era dell’Industria 4.0 in cui ormai da qualche tempo abbiamo fatto ingresso.
Autore: Petra Dal Santo – KEA S.r.l. (dalsanto@keanet.it)