2. I figli degli “altri” ci spingono a mettere in
discussione la natura e la forma delle
relazioni con i nostri stessi figli
Alain Epelboin
3. Diventare genitori in immigrazione
- Assenza della famiglia allargata
- Affievolimento dei saperi
- Ridefinizione della funzione genitoriale
4. Tipologia donne straniere
•
•
•
•
Filippine:famiglia completa o monoparentale,
tutte lavorano
Peruviane:numerosi nuclei monoparentali, in
forte aumento le coppie miste. Tutte lavorano
Egiziane e marocchine:famiglia completa,
quasi tutte casalinghe
Cinesi:ridotto numero di nuclei completi,spesso
coabitazioni con famigliari. Tutte lavorano
Sri LanKa: coppie giovani con bimbi piccoli.
Non tutte lavorano
5. La funzione genitoriale
•
•
•
•
•
•
•
Funzione protettiva
Funzione affettiva
Funzione normativa
Funzione predittiva
Funzione differenziale
Funzione transgenerazionale
Funzione proiettiva
6. La gravidanza
• Nel loro paese le donne incinte sono aiutate e
attorniate da altre DURANTE LA GRAVIDANZA
• Le donne anziane procedono a una vera e propria
iniziazione al ruolo di madre
• La solitudine diventa minaccia
• Se sparisce il gruppo come fonte di trasmissione, le
competenze della madre subiscono un fortissimo
trauma
Provasi
7. La gravidanza
●
In tutte le società la gravidanza è vissuta come un
momento di fragilità della madre
●
Per le donne migranti è un vero proprio trauma, stato di
crisi
●
Le madri, spesso si sentono inadeguate e non sono
disponibili nei confronti del bambino
8. La gravidanza
•
Gravidanza: deve essere tenuta nascosta. Protetta dalle invidie.
Paura dopo “dichiarazione di gravidanza”, minacciata in quanto
non protetta. Possibilità di aggressione con atti di magia, perdere
il bambino. Paura in gravidanza, nel parto e dopo perché
bambino non protetto
•
Ecografia= violenza. Mostra ciò che Dio tiene nascosto
•
Cesareo vissuto come fallimento. Ripercussioni sulle gravidanze
future quindi colpiscono la femminilità.
Idea ricorrente: Mancanza di protezione della madre e del
bambino, vulnerabilità a un’attacco di stregoneria.
•
Per altre donne ecografie = atti divinatori
Provasi
9. Quale è la natura del neonato?
Da dove viene?
• Maghreb: il bambino è un angelo fino ai suoi primi balbettii.
Se muore puro (prima di aprire bocca), andrà in paradiso.
• India: neonato=essere trasmigrante. Carico di esperienze
delle sue vite anteriori
• Niger: bambino bello =naso fine, la mamma tira e stringe il
naso, simbolo dell’ onore.
Provasi
10. Quale è la natura del neonato?
Da dove viene?
•
Africa nera: nuovo nato non è umano, è uno straniero in visita che
nera
può ripartire in ogni momento se il mondo degli umani non gli piace.
( si dà un senso accettabile all’elevata elevata mortalità infantile.
Diventa un essere umano dopo i due anni quando i rischi di
mortalità diminuiscono
•
Africa Occidentale: neonato provvisorio e vulnerabile. Il nome viene
assegnato più avanti quando il bambino avrà accettato di la sua
nuova vita
●
Africa Orientale:essere virtuale, molle, indefinito, dotato di un alter
ego invisibile non ancora fissato al corpo. Bisogna massaggiarlo per
renderlo un “composto umano stabile” (Jean Paul Eschliman)
Provasi
11. ●Elementi
che appartengono alla sfera privata, a
volte si contrappongono alle logiche esterne
mediche, psicologiche, sociali e culturali.
● Nel
nome di un’universalità vuota noi non
integriamo queste logiche complesse nei nostri
dispositivi di prevenzione e di cura
e’ necessario interrogarsi sulla dimensione
culturale della genitorialita’
●
● stabilire
un’alleanza per capire, prevenire,
curare
Provasi
12. Che fare?
● Aiutare la
madri in difficoltà a immaginarsi il figlio che
verrà, a investire su di lui, ad accoglierlo nonostante la
solitudine
● Imparare a riconoscere lo smarrimento e l’incertezza
delle madri migranti attraverso piccole cose (lagnanze
somatiche, preoccupazioni, richieste)
● Permettere loro di dirlo nella loro lingua quando è
necessario, con la mediazione di altre donne
● Prevenzioni e cure: modificare nostre tecniche e teorie,
modificare modi di fare e pensare
Provasi
13. La cura dei bambini
• La cura dei bambini e le tecniche di maternage
cambiano in maniera significativa nel tempo e nello
spazio.
• L'accudimento dei piccoli oggi è estremamente diverso
dai modi di cura di trenta o cinquant'anni fa, così come è
specifico di contesti e culture differenti.
• L'alimentazione, il sonno, il modo di tenere il figlio, lo
svezzamento, il contatto fisico, visivo o verbale, i sistemi
di protezione dei piccoli sono tutti componenti del
maternage che risentono della struttura familiare,
dell'ambiente fisico e sociale, della concezione
dell'infanzia e delle sue tappe di sviluppo.
14. Le donne immigrate con figli
• Si trovano spesso a dover conciliare riferimenti, modelli
e pratiche di cura diversi.
• I messaggi che provengono dal paese di origine, dalla
storia personale e famigliare, dalle esperienze condotte
altrove talvolta si conciliano male con quelli dei servizi, il
cui significato profondo non sempre è condiviso e
compreso.
• Il vissuto di dissonanza cognitiva fra ciò che si sa, si
pensa e si è vissuto e ciò che viene proposto nei paesi
d'accoglienza può bloccare le scelte di cura, impoverire
la relazione madre/bambino, suscitare timori e paure che
si trasmettono al figlio
15. La nicchia di sviluppo
1. l’ambiente fisico e sociale (clima,
spazio,struttura famigliare,organizzazione
sociale)
2. le rappresentazioni dell’infanzia e dello
sviluppo infantile (che possiedono gli
adulti che si occupano del bambino)
3. I metodi di puericultura (adattati al
contesto, ai valori e al sistema economico)
16. La rappresentazione delle tappe di
sviluppo del bambino (1)
• La rappresentazione che gli adulti hanno
dello sviluppo del bambino, dei suoi
bisogni, delle sue capacità, condiziona,
orienta le esperienze infantili, struttura
l’ambiente e le pratiche di puericultura
17. Lo spazio e gli oggetti
Conteso urbano
●luoghi
e oggetti specifici
per il bambino:
(lettino, fasciatoio, giochi,
seggiolino, passeggino,
biberon..)
Conteso d’origine
bambino inserito nel
mondo degli adulti
● non ci sono oggetti
specifici ( di cura e
educativi)
●
18. La famiglia
Conteso urbano
•
Famiglia mononucleare
(padre, madre, fratelli)
•
Cura dei piccoli affidata ai
servizi o ai nonni
•
Conteso d’origine
•
Famiglia estesa( 30/ 40
persone appartenenti a
generazioni diverse)
•
Cura dei piccoli affidata alla
famiglia allargata (donne)
•
Ruolo paterno assente nei
primi anni
Ruolo paterno presenta
19. La rappresentazione delle tappe di
sviluppo del bambino
•
•
•
•
Postura
Contatto fisico madre/bambino
Competenze cognitive, sociali, motorie
L’identità e l’appartenenza sociale
20. Postura, contatto fisico,
sonno, massaggio
Conteso urbano
(bambini francesi)
Contesto d’origine
(bambini africani)
Solo il 10% del tempo in posizione
sdraiata, il resto del tempo in
posizione eretta
Contatto fisico costante con le
“madri plurali”
•
•
I primi 6,7mesi i bambini passano
più della metà della giornata in
posizione supina o sdraiati sulla
pancia
•
•
•
Condizioni in cui avviene il sonno:
attaccato al corpo della madre, nel
rumore quotidiano, sdraiato nel
letto della madre
•
Massaggio per costruire identità e
interazione con la madre e gli altri
Tenuti in braccio solo il 30% del
tempo
•
Condizioni in cui avviene il sonno:
nel lettino, nel silenzio
•
I primi messaggi di socializzazione
passano attraverso la parola e
l’interiorizzazione di regole e
divieti, meno attraverso il contatto
e la vicinanza
21. Competenze cognitive e motorie
Conteso urbano
● stare seduto: 6/7mesi
● sentire i suoni e le voci:fin dalla
nascita
● raccontare piccole storie,
filastrocche: dopo i 2 anni
● controllo fisiologico: 17/18 mesi
Contesto d’origine
● stare seduto: 3/4 mesi
● sentire i suoni e le voci:dai 6
mesi
● raccontare piccole storie,
filastrocche: a partire dal primo
anno
● competenza motoria e controllo
sfinterico sono collegati:
quando comincia a camminare
( a 1 anno)
23. La cura e i riti
•
•
•
•
Cura e prevenzione
Riti di separazione
Riti di protezione
Riti di socializzazione
24. I cambiamenti culturali e i riflessi
sull”ambiente-bambino”
• Le pratiche di puericultura in immigrazione
subiscono un processo di modificazione e
riadattamento
• I luoghi dell’infanzia possono offrire
occasioni per stabilire il dialogo attraverso
l’osservazione reciproca, lo scambio dei
saperi, per costruire un progetto educativo
comune
25. Gli incidenti interculturali
●E’
necessario costruire la relazione che può
comportare momenti e situazioni di conflitto,
malintesi comunicativi, aspettative differenti e
contrapposizioni di modelli di riferimento
●
Gli incidenti interculturali sono dovuti a
diversi riferimenti culturali (3 grandi aree)
1. il piano ontologico
2. il piano delle rappresentazioni
3. le pratiche culturali
26.
27.
28.
29.
30.
31.
32. L’educazione musulmana
tradizionale
• La donna assicura il legame biologico con
il bambino, l’ereditarietà
• Il padre assume l’adozione culturale.
• Dà il suo nome, assicura l’iniziazione,
rappresenta la legge, la società
34. La nascita (società tradizionali)
• Riti durano 3 giorni
• Professione di fede all’orecchio del
bambino
• Nome al settimo giorno
• Per 7 giorni niente visite
• Talismani, frasi del corano per proteggerlo
35. L’educazione materna
● Fino
ai 7 anni il bambino resta nella sfera
materna
La madre presiede l’implicito culturale:
- gesti, abitudini, riflessi, divieti, tabù,credenze,
leggende, storie, mondo dell’immaginario
simbolico
● Periodo fusionale con il corpo della madre, senza
frustrazioni né responsabilità
36. L’educazione paterna
• Dai 7 anni entra nella sfera paterna
- Senso dell’onore, sentimento della vergogna
(hisma)
- Esplicito orale (cosa si può /deve fare, cosa non
si può /non si deve fare)
- Esplicito scritto (Il Corano)
- Assimilazione del codice
- La circoncisione
- Il maschio non ha più diritto di frequentare i
luoghi femminili
37. L’educazione delle bambine
• Non escono dalla sfera materna
• La bambina riceve molto presto la formazione al
suo futuro ruolo di sposa
• Apprendono la nozione di vergogna (molto
prima del maschio)
• Il matrimonio è la tappa finale dell’educazione
38. Nelle società occidentali
Importanza accordata all’esplicito
● limite all’allattamrnto
● disciplina orari, pasti
● sonno ad ore fisse
● spazi della casa proibiti o limitati (box)
● mondo adulto lontano (ha la sua camera, i suoi giochi, il suo “universo)
● la madre non ha un vero patrimonio orale da trasmettere (società basata sulla scrittura)
● si spiegano le ragioni del proibire e dell’agire, si risponde ai loro “perché”
● crescere vuol dire diventare più liberi non con più obblighi (società tradizionale)
● elasticità nell’attribuzione dei ruoli maschili e femminili
● identità sessuale è secondaria, più importanza la condizione di cittadino
● ambienti misti
● non esistono riti di iniziazione
● non c’è limite all’età del matrimonio e non è più la tappa finale
● adolescenza interminabile
● poca importanza attribuita alla memoria (potere e stima degli anziani)
●
39. Confronto con l’educazione
nella società moderna
•
•
•
•
•
Autorità
Memoria
Vecchiaia
Solidarietà famigliare
Continuità delle
generazioni
• Culto della libertà,
della giovinezza
• Rifiuto del passato
• Autonomia degli
individui
• Importanza del
presente, sguardo al
futuro
40. Il tessitore….
“…Il tessitore che lavora a ricucire
localmente
due mondi separati da un arresto
improvviso, da cambiamenti e rotture.
Così questo tessitore districa i nodi,
intreccia, torce, collega, passa sopra e
sotto
e riannoda il razionale e l’irrazionale,il
dicibile e l’indicibile, il comunicabile e
l’incomunicabile”
MICHEL SERRES
41. Bibliografia
•
BALSAMO E., FAVARO, G., GIACALONE, F. et al.: "Mille modi di crescere. Bambini immigrati e
modi di cura"; Milano, Franco Angeli; 2002
•
CHINOSI L., "Sguardi di mamme. Modalità di crescita dell'infanzia straniera" ; Milano, Franco
Angeli, 2002
•
COLOMBO T., FAVARO, G., Milano, I bambini della nostalgia, Mondadori, 1999
•
FAVARO, G., "Bambine e bambini di qui e d'altrove. Le migrazioni dei minori e delle famiglie" ;
Milano; Guerini e associati; 1998
•
FAVARO, G., "I bambini migranti. Guida pratica per l'accoglienza dei bambini stranieri nelle
scuole e nei servizi educativi per l'infanzia" ; Firenze; Giunti/Progetti Educativi; 2001
•
FONTANELl B.,D’Hrcourt C.,, Bebè del mondo, Ippocampo, Milano 2007