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LA MEMORIALA MEMORIA
10 febbraio 2009
2
MEMORIA
Una funzione complessa : non esiste un unico
magazzino o sistema di memoria alla base
delle nostre esperienze mnestiche
Piuttosto esistono diversi e separati sistemi di
memoria che posso funzionare anche
indipendentemente l’uno dall’altro.
3
COSA SI INTENDE PER MEMORIAMEMORIA??
E’ il mezzo mediante il quale preleviamo informazioni dalla nostra
esperienza passata per utilizzarle nel presente.
E’ un mezzo che ci serve per svolgere attività della vita quotidiana
(calcoli mentali, tenere a mente un numero di telefono appena
udito, leggere, parlare, scrivere)
E’ quel mezzo che ci fornisce il nostro senso di identità
E’ LA CAPACITA’ DIE’ LA CAPACITA’ DI IMMAGAZZINAREIMMAGAZZINARE INFORMAZIONE E DIINFORMAZIONE E DI
AVEREAVERE ACCESSOACCESSO AD ESSAAD ESSA
4
COSA SI INTENDE PER MEMORIAMEMORIA??
E’ un SISTEMASISTEMA composto da varie COMPONENTICOMPONENTI
separateseparate per immagazzinare,recuperare l’
informazione acquisita attraverso i nostri sensi.
Si possono separare i processi che elaborano
l’informazione che proviene dai nostri sensi e gli
stadi della memoria all’interno dei quali viene
elaborata
5
COSA SI INTENDE PER MEMORIAMEMORIA??
Una distinzione fondamentale separa i processi
implicati nella ritenzione temporaneatemporanea
dell’informazione da quelli che ne consentono un
ricordo più stabile nel tempopiù stabile nel tempo
6
MODELLO “HUMAN INFORMATION PROCESSING”
DELLA MEMORIA:
Generatore di risposte
Registro
sensoriale
Processi di controllo
Risposta
Magazzino
a breve termine
Magazzino
a lungo termineInput
7
MODELLO TRADIZIONALE DELLA MEMORIA
(Atkinson e Shiffrin, 1971)
3 magazzini
MAGAZZINO SENSORIALESENSORIALE
MAGAZZINO A BREVE TERMINEBREVE TERMINE
MAGAZZINO A LUNGO TERMINELUNGO TERMINE
8
MODELLO TRADIZIONALE DELLA MEMORIA
(Atkinson e Shiffrin, 1968)
3 magazzini
MAGAZZINO SENSORIALESENSORIALE
9
MODELLO TRADIZIONALE DELLA MEMORIA
(Atkinson e Shiffrin, 1968)
3 magazzini
MAGAZZINO SENSORIALESENSORIALE Mantiene quantità LIMITATE di
informazione per pochissimo
tempo ( frazioni di secondo fino a
1-2 sec) e l’informazione è fedele
allo stimolo fisico
es. persistenza percezione visiva
es. persistenza uditiva
Non possiamo accedervi
10
MODELLO TRADIZIONALE DELLA MEMORIA
(Atkinson e Shiffrin, 1968)
3 magazzini
MAGAZZINO A BREVE TERMINEBREVE TERMINE
11
MODELLO TRADIZIONALE DELLA MEMORIA
(Atkinson e Shiffrin, 1968)
3 magazzini
MAGAZZINO A BREVE TERMINEBREVE TERMINE Magazzino temporaneo
Mantiene l’informazione per
qualche secondo o qualche
minuto
A capacità limitata, ma varia in
funzione di come l’informazione
viene codificata (per gruppi
‘chunks’)
es. memoria di serie di cifre (7
+/-2)
12
MEMORIA A BREVE TERMINE
Riguarda il ricordo di informazioni che, appena presentate, devono essere
rievocate immediatamente ed in modo corretto.
Durata limitata (30")
Capacità limitata (7 +/- 2)
Codifica legata alla modalità sensoriale (fonologica/visuo-spaziale)
organizzazione sequenziale
rapida perdita dell'informazione (oblio) per decadimento e interferenza
strategie di mantenimento (reiterazione)
effetto "recency"
Test di MBT
span di cifre, lettere o parole
span spaziale (cubi di Corsi, riproduzione di figure)
13
MODELLO TRADIZIONALE DELLA MEMORIA
(Atkinson e Shiffrin, 1968)
3 magazzini
SI RIFERISCE ALLA MEMORIA PER EVENTI ACCADUTI I UN
PASSATO MOLTO RECENTE QUANDO IL LASSO DI TEMPO
CHE PASSA TRA LA PRESENTAZIONE DELLO STIMOLO DA
RICORDARE E IL RICORDO DELLO STESSO E’
NELL’ORDINE DI SECONDI E POCCHISSIMI MINUTI
PIUTTOSTO CHE ORE O GIORNI
MAGAZZINO A BREVE TERMINEBREVE TERMINE
14
MODELLO TRADIZIONALE DELLA MEMORIA
(Atkinson e Shiffrin, 1968)
3 magazzini
MAGAZZINO A LUNGO TERMINELUNGO TERMINE
Magazzino dei ricordi che ci
accompagnano per lunghi
periodo di tempo, anche
indefinitivamente
La capacità può definirsi
illimitata
Qui conserviamo
l’informazione di cui abbiamo
bisogno nella vita quotidiana:
nomi, luoghi, programmi di
azioni
Consente di RICONOSCERE
moltissima informazione ( ma
non di recuperarla
puntualmente)
15
MEMORIA A LUNGO TERMINE
Riguarda il recupero di informazioni immagazzinate da molto tempo e che
non conservano i caratteri di precisione ed accuratezza del materiale
rievocato dalla MBT.
Durata illimitata (mesi, anni)
Capacità illimitata
Codifica semantica
non perdita delle informazioni ma difficoltà di recupero per interferenza
Organizzazione per aree concettuali e gerarchica
Effetto "primacy"
Test di MLT
rievocazione di una storia, di un avvenimento passato, di informazione
appresa in precedenza
16
MODELLO TRADIZIONALE DELLA MEMORIA
(Atkinson e Shiffrin, 1971)
3 magazzini
INPUT
AMBIENTALE
MEMORIA
SENSORIALE
VISIVA
UDITIVA
TATTILE…
.
MEMORIA A BREVE
TERMINE
PROCESSI DI
CONTROLLO
RIPETIZIONE
STRATEGIE DI
RECUPERO
MEMORIA A LUNGO
TERMINE
MAGAZZINO DI
MEMORIA
PERMAMENTE
E’ SERIALESERIALE: l’info passa attraverso la MBTper accedere alla MLT.
La MBT dispone di un processo di RIPASSO che ne consente il
mantenimento temporaneo in memoria e favorisce l’accesso alla
MLT
17
AMNESIA = disturbo di memoria acquisito in seguito a
danno del SNC (lesioni di specifiche strutture cerebrali
quali ippocampo, lobi temporali mesiali, corpi mammillari,
nuclei talamici dorso-mediali nel diencefalo, nuclei
settali).
(Vallar,1996).
Danno bilaterale = maggiore gravità del quadro clinico.
18
CAUSE DELL’AMNESIA:
-SINDROME DI KORSAKOFF (alcolismo)
- TRAUMA CRANICO
- DANNI CEREBRO-VASCOLARI
- INFEZIONI VIRALI (Encefalite erpetica)
- ANOSSIA
- TUMORE
19
Esempio Caso H.M. (Milner, 1966, 1972)
Lobectomia temporale
Normali capacità a breve termine
Dopo un’attività intercorsa o dopo poco tempo = incapacità a
ricordare non solo l’informazione specifica ma anche la prova
stessa
Incapacità ad acquisire nuove informazioni
20
L’IPPOCAMPO – STRUTTURA CEREBRAL IMPORTANTE
PER IL CONSOLIDAMENTO DELLA MEMORIA
IPPOCAMPO
21
I PROCESSI DI MEMORIA
È importante distinguere i processi che compongono la funzione di
memoria, perché questi possono essere selettivamente
compromessi:
CODIFICA: è l’elaborazione iniziale dell’informazione. Il modo in
cui codifichiamo l’informazione determina la dimensione del
ricordo.
IMMAGAZZINAMENTO: la rappresentazione della memoria si
consolida nel tempo, se reiterata, e viene registrata in modo
permanente come traccia mnestica.
RECUPERO: quando la traccia viene richiamata. Ciò può avvenire in
modo intenzionale o incidentale. Il recupero intenzionale necessita
solitamente un maggiore sforzo mentale.
22
MLT = “POSSEDERE” LE INFORMAZIONI = SPAZIO IN CUI
SONO CONTENUTE LE INFORMAZIONI
MBT = “USARE LE INFORMAZIONI” = SPAZIO DI LAVORO
DOVE LE CONOSCENZE ATTIVATE DALLA MLT SONO
SOTTOPOSTE AD ELABORAZIONE ED INTEGRAZIONE.
23
Loop
Fonologico
Taccuino
Visuo-Spaziale
Sistema
Esecutivo Centrale
Componente di
mantenimento passivo
(magazzino fonologico) e
componente di
processamento attivo
(ripasso articolatorio)
Indipendente da modalità
MEMORIA DI LAVORO
(BADDELEY)
Componente
visiva e
componente
spaziale
24
Il modelli dei 3 magazzini è stato sostituito da modelli
MULTI-COMPONENZIALIMULTI-COMPONENZIALI ancora più complessi.
All’interno della Memoria a Breve termineMemoria a Breve termine,, sono state evidenziate
FONOLOGICA,FONOLOGICA, che consente la ritenzione temporanea di informazione
presentata uditivamente
VISUO-SPAZIALE,VISUO-SPAZIALE, che consente la ritenzione temporanea di
configurazioni visuo-spaziali
25
Il modello dei 3 magazzini è stato sostituito da
modelli MULTI-COMPONENZIALIMULTI-COMPONENZIALI ancora più
complessi.
All’interno della Memoria a Lungo termineMemoria a Lungo termine,, sono stati evidenziati:
 un sistema relativo ad eventi con precisa collocazione nel tempo (
cosa avete mangiato a pranzo ieri?, chi è la prima persona che
avete visto questa mattina?)
 un sistema che memorizza l’informazione senza un riferimento
temporale specifico ( chi erano i due psicologi che proposero il
modello dei 3 magazzini?)
MEMORIA EPISODICAMEMORIA EPISODICA
MEMORIA SEMANTICAMEMORIA SEMANTICA
26
Il modello dei 3 magazzini è stato sostituito da
modelli MULTI-COMPONENZIALIMULTI-COMPONENZIALI ancora più
complessi.
All’interno della Memoria a Lungo termineMemoria a Lungo termine,, sono stati evidenziati:
 sistemi di memoria relativi all’apprendimento di abilità motorie,
percettive e cognitive ( imparare a suonare uno strumento, usare un
attrezzo….preparare il caffé) IL SAPERE COME) IL SAPERE COME
MEMORIA PROCEDURALEMEMORIA PROCEDURALE
27
EPISODICA=
avvenimenti esperiti dal sogg.,
contestualizzati nello
spazio e nel tempo
SEMANTICA =
conoscenze sul mondo,
decontestualizzate.
MEMORIA A LUNGO TERMINE
DICHIARATIVA =
(ESPLICITA)
conoscenze codificate testabili verbalmente
PROCEDURALE = (IMPLICITA)
informazioni su procedure,
programmi per l’esecuzione di azioni
AUTOBIOGRAFICA =
fatti personali
PROSPETTICA=
Relativa a ciò che
ci siamo proposti di fare
Apprendimento
di procedure
Condizionamento
operante
Priming
28
*Priming = al soggetto non sono richieste risposte sullo stimolo
"prime" (anzi spesso è inconsapevole della sua presenza) ma la
traccia mnestica lasciata dal "prime" è dedotta dalla facilitazione
della risposta esplicitamente richiesta al soggetto sullo stimolo
bersaglio (e che non si verifica in assenza di "prime").
Ci sono 2 tipi di priming:
Priming di ripetizione = la presentazione di un elemento all'interno di una
lista ne facilita il successivo riconoscimento.
Priming semantico o associativo = la presentazione di un elemento
facilita le risposte ad uno stimolo bersaglio se entrambi appartengono alla
stessa categoria di oggetti o situazioni.
29
COME SI POSSONO MISURARE LE DIVERSE
COMPONENTI E SISTEMI DI MEMORIA ?
A BREVE TERMINE- (nelle sue componenti fonologica e
visuo-spaziale)
richiamo di sequenza di cifre, parole, frasi
riproduzione di disegni appena visti, di sequenze
spaziali
A LUNGO TERMINE-
apprendere una lunga lista di parole, rievocare un
racconto anche dopo intervallo di tempo, rievocare
fatti
30
Figura di Rey (copia)
31
LO SVILUPPO DELLA MEMORIALO SVILUPPO DELLA MEMORIA
Memoria a breve termineMemoria a breve termine: aumenta con l’età a partire dai
4 ai 12 anni ( 2 item a 4 anni fino a 6 a 12 anni).
Aumenta la capacità del bambino di usare strategie di
ripasso e di velocizzare il recupero dell’informazione
dalla memoria
Memoria a lungo termineMemoria a lungo termine: non abbiamo ricordo di fatti ed
eventi accaduti prima dei 2 anni di vita e comunque la
memoria per eventi tra 2-5 anni è molto ridotta
(amnesia infantile)
32
LO SVILUPPO DELLA MEMORIALO SVILUPPO DELLA MEMORIA
Perché non siamo in grado di ricordare gli eventi che
precedono il secondo anno di vita?
- mancanza di un sé cognitivo prima di quest’età. Solo
intorno ai due anni emerge la vera memoria autobiografica
(abilità di mettersi al centro delle proprie memorie)
- immaturità di strutture cerebrali preposte al recupero
cosciente di memorie a lungo termine
33
ACQUISIZIONE DELLE CONOSCENZE SULLA
MEMORIA:
- STUDI DI PSICOLOGIA GENERALE / SPERIMENTALE =
manipolazione del materiale da memorizzare e del tipo di
compito (materiale con o senza senso, verbale o figurato,
diversa modalità di recupero, diverso intervallo di ritenzione).
- STUDI DI NEUROPSICOLOGIA CLINICA = doppia
dissociazione in pazienti con lesione cerebrale
(rapporto sede della lesione / tipo di deficit mnestico)
- STUDI DI NEUROPSICOLOGIA SPERIMENTALE =
differenze nelle prestazioni dei soggetti normali in funzione
del tipo di compito (ad esempio curva di posizione seriale,
effetto di lunghezza della parola o di somiglianza fonologica in
prove di richiamo verbale) e relativa formulazione di modelli.
- STUDI DI NEUROFARMACOLOGIA = differente effetto della
somministrazione di un farmaco (scopolamina) che blocca la
produzione del neurotrasmettitore acetilcolina su diversi
tipi di compiti di memoria.
34
COME SI MISURA LA MEMORIA NEL NEONATO E LATTANTE ?
PREFERENZA VISIVA: tecnica che è in grado di individuare se ilPREFERENZA VISIVA: tecnica che è in grado di individuare se il
bambino è in grado di discriminare due stimoli che differisconobambino è in grado di discriminare due stimoli che differiscono
fra loro per qualche caratteristica percettiva (forma, colore..)fra loro per qualche caratteristica percettiva (forma, colore..)
Si presentano simultaneamente 2 stimoli diversi tra loro.Si presentano simultaneamente 2 stimoli diversi tra loro.
Le differenze in termini di tempo di fissazione sui due stimoliLe differenze in termini di tempo di fissazione sui due stimoli
suggerisce una preferenza per l’uno rispetto all’altro.suggerisce una preferenza per l’uno rispetto all’altro.
35
COME SI MISURA LA MEMORIA NEL NEONATO E LATTANTE ?
ABITUAZIONE:ABITUAZIONE: tecnica che si basa sulla misurazione del decremento
di risposte (es il tempo di fissazione dello stimolo) .
La ripetuta presentazione di uno stimolo (visivo, sonoro, tattile,
olfattivo) provoca il decremento della risposta.
La tecnica dell’abituazione implica una fase di familiarizzazione in cui si
misura il tempo di fissazione dello stimolo. L’abituazione avviene
quando il bambino fissa lo stesso stimolo per il 50% del tempo in
meno rispetto al tempo iniziale di fissazione.
A questo punto si presenta la stimolo NUOVO. Improvvisamente
aumentano i tempi di fissazione allo stimolo nuovo rispetto alla fase
di familiarizzazione
36
COME SI MISURA LA MEMORIA NEL NEONATO E LATTANTE ?
TEST DI ABITUAZIONE MODIFICATO (dai 6-12 mesi)TEST DI ABITUAZIONE MODIFICATO (dai 6-12 mesi)
Il Test di Fagan è un compito di confronto di coppie di stimoli, che
consiste nel mostrare prima uno stimolo e poi simultaneamente una
coppia di stimoli composta dallo stimolo già visto e dallo stimolo
NUOVO.
Un maggiore tempo di fissazione per lo stimolo NUOVO indica che lo
stimolo già visto è stato memorizzato.
Ciò che distingue i due stimoli della coppia è che uno stimolo è già
stato visto e si presume memorizzato e l’altro non è mai stato visto.
Tanto più lo stimolo nuovo viene fissato rispetto allo stimolo familiare,
tanto più sicuramente è stato memorizzato.
37
FTII- Fagan Test of Infant Intelligence
familiarizzazione con due stimoli identici o uno singolo
costituito da 10 prove
trial, con stimolo nuovo vs. familiarizzato
Età somministrazione
67,69,79,92 settimane
postconcezionali,
cioè 6½ - 7 - 9 - 12
mesi per nati a termine
Risultati:
% per stimolo nuovo:
>54.5 low risk
>53.1<54.5 suspect
<53.1 risk
38
39
LO SVILUPPO DELLA MEMORIALO SVILUPPO DELLA MEMORIA
Pochi dati in letteratura sullo sviluppo dei sistemi di memoria esplicita
ed implicita dimostrati nell’adulto.
Verso l’anno di vita, emergono forme più sofisticate di memoria
esplicita, che consentono al bambino di riconoscere lo stimolo
NUOVO anche dopo intervallo di tempo.
40
LO SVILUPPO DELLA MEMORIALO SVILUPPO DELLA MEMORIA
Verso l’anno di vita, emergono forme più sofisticate di memoria
esplicita, che consentono al bambino di riconoscere lo stimolo
NUOVO anche dopo intervallo di tempo.
Per es. tra il primo e secondo anno di vita il bambino tollera sempre più
lunghi intervalli tra esposizione iniziale allo stimolo e successivo
riconoscimento.
41
LO SVILUPPO DELLA MEMORIALO SVILUPPO DELLA MEMORIA
Nella transizione tra epoca pre-scolare a quella scolare, il bambino
sviluppa strategie di memoria (es ripetizione, ricordare meglio stimoli
che si assomigliano)
con l’ingresso alla scuola migliorano abilità di meta-memoria (il
bambino ha consapevolezza che ci si può dimenticare, e che
imparare materiale complesso sono necessarie strategie
mnemoniche
42
Sviluppo della memoria dall’età pre-
scolare
Fenomeno dell’amnesia infantile- per l’adulto reperire i
ricordi personali relativi al periodo 2-5 anni è infrequente
I sistemi neurobiologici che sottendono tali ricordi non sono
maturi;
Il modo in cui viene codificata l’informazione dal bambino
piccolo è diversa da quella dell’adulto
Verso i 4 anni, grazie alle maggiori competenze linguistico-
narrative, il bambino codifica e ricorda maggiormente gli
eventi personali, costruendosi una memoria autobiografica.
43
Sviluppo della memoria dall’età pre-
scolare
Secondo altri autori la memoria autobiografica
emergerebbe prima dei 4 anni verso i 2 allorché emerge il
senso del sé
Il contorno emotivo dell’evento personale è un fattore che
determina la qualità del ricordo.
44
Sviluppo della memoria dall’età pre-
scolare
All’età scolare, le memorie che si formano, non solo
vengono ricordate meglio (es. più dettagli, vengono
rievocate con una maggiore coerenza narrativa) ma sono
anche quelle che verranno ricordate nel tempo anche in
età adulta.
45
DISTURBI DELLA MEMORIA
Trauma cranico ( se grave)- disturbi generali della memoria
persistenti nel tempo;
Lesioni cerebrali ( anossia alla nascita che coinvolge aree
vulnerabili come gli ippocampi)
Epilessia quando l’area epilettogena coinvolge aree
corticali deputate alle diverse funzioni mnestiche ( lobi
temporali, lobi frontali, strutture interne quali gli ippocampi)
Ritardo mentale
Disturbi evolutivi del linguaggio
46
DISTURBI DELLA MEMORIA
RITARDO MENTALE: sindrome di Down ( trisomia 21) dimostra memoria
verbale a breve termine peggiore rispetto alla sindrome di Williams
(microdelezione sul cromosoma 7q11.23). Bambini con sindrome di Down
migliore capacità di memoria spaziale a breve termine rispetto a bambini
con sindrome di Williams
Ritardo mentale non significa deficit globale della memoria.
Nel RM peggiore è la memoria esplicita ed in generale il funzionamento
della meta-memoria ma maggiormente preservata la memoria implicita.
RM si associa ad un deficitario utilizzo delle strategie di memoria in fase di
studio del materiale da ricordare ( non reiterano , non formano
raggruppamenti per ricordare materiale simile)
47
• Le immagini cerebrali mostrano attivazioni
dell’ippocampo di destra in compiti che
richiedono navigazione spaziale in ambienti
complessi
48
Deficit di metamemoria
Il DEFICIT DI METAMEMORIA:
(Cornoldi e Caponi, 1991; De Beni, 1994)
Non è un problema strutturale ma funzionale-qualitativo:
l’individuo non mostra limitazioni nella capacità o nelle
operazioni dei vari sistemi di memoria, ma non è in grado di far
funzionare al meglio la sua memoria.
49
Non è presente un difetto “costituzionale” a carico dei magazzini
di memoria (es. ridotta capacità dei magazzini e eccessiva
velocità di decadimento delle tracce mnestiche come
conseguenza di un difettoso funzionamento dei meccanismi di
consolidamento) ma un carente sviluppo delle conoscenze e dei
processi che servono per far funzionare al meglio la memoria.
C’è un deficit di processamento delle informazioni = incapacità
ad usare spontaneamente quelle strategie che permettono una
migliore codifica del materiale ed un più efficace recupero delle
informazioni immagazzinate
50
METAMEMORIA = comprende tutte quelle conoscenze e abilità che
riguardano ciò che il soggetto sa e crede, le strategie che usa, le
motivazioni che lo spingono riguardo la memoria, cioè quanto potrebbe
influenzare il controllo sul complesso dei processi mnestici.
conoscenza e comprensione intuitiva della memoria (Kail, '79).
Flavell (1971) aveva individuato 2 categorie distinte della metamemoria:
la sensibilità (= riconoscere le situazioni in cui è necessaria un'attività di
memorizzazione),
e le variabili (= caratteristiche personali rilevanti in compiti di memoria, caratteristiche del
compito e potenziale applicabilità delle strategie di memoria).
Kail ('79) ne illustra 3 aspetti cruciali:
1) il riconoscimento del fatto che in talune situazioni è richiesto uno sforzo di
memorizzazione e in altre no;
2) la conoscenza dei fattori che possono modificare la facilità di memorizzazione;
3) la capacità di individuare i propri progressi nell'apprendimento.
51
MNEMOTECNICA = piano prefissato scelto una volta per tutte e poi
seguito in modo sistematico; è una procedura artificiale la cui grande utilità
consiste nel fornire uno schema per organizzare informazioni che abbiano
una struttura propria, mettendo così in rapporto rapidamente ed
efficacemente le nuove informazioni con quanto già immagazzinato in
modo da ridurre il carico di quanto deve essere ricordato.
52
- Metodo dei loci = individuazione di un numero di luoghi in un percorso abituale da usare come
schedario in cui riporre tramite un'immagine interattiva il materiale da ricordare.
- Metodo delle rime = imporre agli items verbali da ricordare una struttura artificiale dotata di
maggiore significatività attraverso l'utilizzo di rime. Le parole che rimano fra loro, infatti,
rappresentano dei reciproci suggerimenti che facilitano il recupero dalla memoria (un esempio è la
filastrocca per imparare il numero dei giorni dei vari mesi: 30 dì ha novembre...).
- Acronimi e acrostici = l'acronimo è una parola dotata di significato le cui lettere costituiscono un
suggerimento utile per recuperare le informazioni che si vogliono memorizzare (pensiamo alle sigle
di enti e società); l'acrostico invece richiede che venga costruita una piccola storia o una frase in cui
le lettere iniziali di ciascuna parola forniscono il suggerimento per il recupero di ciò che si vuole
ricordare (ad esempio "Come Quando Fuori Piove", per ricordare la successione dei semi delle carte
nel poker, o "Ma con gran pena le reca giù", per ricordare i nomi delle Alpi).
- Metodo fonetico = metodo sofisticato e complesso: occorre associare uno o più fonemi
consonantici alle cifre da 0 a 9; dopo avere appreso le associazioni si crea un personalissimo
casellario (da 0 a 30, o a 50, o a 80, o oltre, secondo le necessità) costituito da parole le cui
consonanti corrispondano a quelle previste per ciascun numero da 0 a 9. Per ricordare degli items
basta costruirsi un'immagine vivida che comprenda gli items da ricordare e le parole base. Tale
metodo permette anche di memorizzare lunghe serie di numeri: basta trasformare la serie numerica
in una parola o frase di senso compiuto richiamandosi ovviamente al nostro casellario.
53
- Associazione visiva = memorizzazione di un'informazione insieme ad un'immagine significativa (ad
esempio per ricordarsi la diversa funzione delle cellule retiniche, i coni e i bastoncelli, basta
codificare il termine cono con l'immagine di un gelato alla frutta, tutto colorato). Può essere utilizzato
anche un concatenamento di immagini per ricordare una lista di elementi.
- Storia = creare una storia dotata di significato che permetta di legare uno all'altro una serie di item
da ricordare.
- Peg system (sistema dell'aggancio, dell'uncino, della parola di riferimento o casellario a rima) =
permette il recupero rapido degli items appresi, ma è applicabile solo a 10 elementi. Occorre
memorizzare 10 parole di riferimento ciascuna delle quali rima con un numero da 1 a 10.
Successivamente occorre associare, per mezzo di un'immagine interattiva, 10 items da apprendere
alle 10 parole di riferimento. Queste ultime sono parole concrete a medio o alto valore di immagine;
di solito sono le seguenti: uno-pruno, due-bue, tre-re, quattro-gatto, cinque-pingue, sei-nei, sette-
veste, otto-dotto, nove-piove, dieci-ceci.
- Ausili concreti o esterni = diari, calendari, sveglia, nodo al fazzoletto.
54
I programmi per insegnare a migliorare le capacità di apprendere a
ricordare seguono 3 filoni: Mnemonico, Strategico, Metacognitivo.
Nei programmi di tipo mnemonico vengono insegnate non solo le tecniche
di memoria ma vengono forniti anche i singoli mediatori specifici per evitare
la fatica e la demotivazione conseguente alla ricerca del mediatore. Sono
metodi artificiosi ma efficaci soprattutto quando c'è da apprendere una
nuova informazione importante su cui si basano in seguito tutta una serie
di conoscenze.
I programmi di tipo strategico hanno lo scopo di insegnare in modo
appropriato e flessibile una grande quantità di strategie adatte ai più
differenti tipi di apprendimento.
55
Schneider ha proposto un vero e proprio decalogo per l'insegnamento delle strategie:
1) fornire una spiegazione dettagliata;
2) insegnarla fornendo un esempio concreto, ovvero offrendosi come un modello da
imitare di individuo che usa la strategia (modeling);
3) ripetere bene le prime 2 fasi;
4) ottenere dagli alunni osservazioni e commenti;
5) porre l'accento sul controllo che la strategia permette di operare sul processo di
apprendimento;
6) rinforzare il soggetto dopo che ha mostrato di usarla appropriatamente;
7) invitare il soggetto ad automonitorarsi cioè a osservarsi e tenersi sotto controllo mentre
impara a usare la strategia e quando si trova nei contesti in cui sarebbe opportuno
applicarla;
8) operare un confronto tra i risultati ottenuti usando la strategia e quelli conseguiti col
sistema tradizionale precedentemente usato;
9) incoraggiare il ragazzo a generalizzare la strategia ad altri contesti;
10) insegnarne l'uso in materie e con materiali diversi e in contesti differenti. Un
programma di insegnamento delle strategie si propone quindi di dare al ragazzo un
repertorio di strategie, ma anche di metterlo nelle condizioni di usarle efficacemente.
56
I programmi di tipo metacognitivo si propongono di promuovere da un lato un
atteggiamento metacognitivo caratterizzato da obiettivi come "riconoscere e differenziare i
casi in cui è presente una specifica esigenza di ricordare" e "essere consapevoli del fatto
che si può dimenticare e che si può fare qualcosa di utile per ricordare" e dall'altro
conoscenze specifiche di metamemoria come "comprendere la modalità di organizzazione
semantica" e "comprendere le implicazioni dei diversi compiti di memoria". Questi
programmi hanno la finalità di fornire a monte quelle conoscenze, quel controllo e
quell'atteggiamento strategico che permettano un uso flessibile continuo e maturo delle
strategie. Ovviamente, rispetto ai 2 precedentemente descritti, questi ultimi sono i più utili
in quanto favoriscono un miglioramento cognitivo generale ed una migliore
generalizzazione delle strategie apprese, adattandosi dunque meglio alle reali finalità del
processo scolastico-educativo che non deve incidere soltanto sulle abilità di base o già
acquisite oppure sui prodotti di apprendimento, ma anche sulle modalità di comprensione
ed utilizzazione delle abilità stesse. Diventare esperto infatti vuol dire acquisire
conoscenze relativamente ad obiettivi, strategie e regole necessarie per una prestazione
efficiente; acquisire queste conoscenze ed imparare ad usarle in contesti diversi significa
"imparare ad imparare", cioè realizzare quel transfer dell'apprendimento che rimane
sempre un nodo cruciale della psicologia dell'istruzione
57
La prospettiva metacognitiva offre delle lenti particolari che possono essere
adottate per considerare qualsiasi attività psicologica.
La ricerca si è focalizzata su taluni aspetti (es memoria, lettura,
matematica, attenzione) ma ha offerto, implicitamente ed esplicitamente,
suggerimenti validi per molti altri ambiti.
Per qualsiasi attività psicologica possiamo chiederci:
1)Quali sono le idee relative all’attività che nell’individuo accompagnano la
sua esecuzione?
2)Come l’individuo cerca di operare un controllo sull’attività?
3)Che influenza hanno le sue idee su tale controllo?
E possiamo intervenire per modificare tali idee o attività di controllo.

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.memoria2009[1]

  • 1. 1 ALESSANDRO COMPARINI - PAOLA BROVEDANI Laboratorio di Neuropsicologia IRCCS Stella Maris CORSO DI SPECIALIZZAZIONE PER IL SOSTEGNO NELL’INSEGNAMENTO SECONDARIO PSICOLOGIA DELL’HANDICAP A A 2008-2009 LA MEMORIALA MEMORIA 10 febbraio 2009
  • 2. 2 MEMORIA Una funzione complessa : non esiste un unico magazzino o sistema di memoria alla base delle nostre esperienze mnestiche Piuttosto esistono diversi e separati sistemi di memoria che posso funzionare anche indipendentemente l’uno dall’altro.
  • 3. 3 COSA SI INTENDE PER MEMORIAMEMORIA?? E’ il mezzo mediante il quale preleviamo informazioni dalla nostra esperienza passata per utilizzarle nel presente. E’ un mezzo che ci serve per svolgere attività della vita quotidiana (calcoli mentali, tenere a mente un numero di telefono appena udito, leggere, parlare, scrivere) E’ quel mezzo che ci fornisce il nostro senso di identità E’ LA CAPACITA’ DIE’ LA CAPACITA’ DI IMMAGAZZINAREIMMAGAZZINARE INFORMAZIONE E DIINFORMAZIONE E DI AVEREAVERE ACCESSOACCESSO AD ESSAAD ESSA
  • 4. 4 COSA SI INTENDE PER MEMORIAMEMORIA?? E’ un SISTEMASISTEMA composto da varie COMPONENTICOMPONENTI separateseparate per immagazzinare,recuperare l’ informazione acquisita attraverso i nostri sensi. Si possono separare i processi che elaborano l’informazione che proviene dai nostri sensi e gli stadi della memoria all’interno dei quali viene elaborata
  • 5. 5 COSA SI INTENDE PER MEMORIAMEMORIA?? Una distinzione fondamentale separa i processi implicati nella ritenzione temporaneatemporanea dell’informazione da quelli che ne consentono un ricordo più stabile nel tempopiù stabile nel tempo
  • 6. 6 MODELLO “HUMAN INFORMATION PROCESSING” DELLA MEMORIA: Generatore di risposte Registro sensoriale Processi di controllo Risposta Magazzino a breve termine Magazzino a lungo termineInput
  • 7. 7 MODELLO TRADIZIONALE DELLA MEMORIA (Atkinson e Shiffrin, 1971) 3 magazzini MAGAZZINO SENSORIALESENSORIALE MAGAZZINO A BREVE TERMINEBREVE TERMINE MAGAZZINO A LUNGO TERMINELUNGO TERMINE
  • 8. 8 MODELLO TRADIZIONALE DELLA MEMORIA (Atkinson e Shiffrin, 1968) 3 magazzini MAGAZZINO SENSORIALESENSORIALE
  • 9. 9 MODELLO TRADIZIONALE DELLA MEMORIA (Atkinson e Shiffrin, 1968) 3 magazzini MAGAZZINO SENSORIALESENSORIALE Mantiene quantità LIMITATE di informazione per pochissimo tempo ( frazioni di secondo fino a 1-2 sec) e l’informazione è fedele allo stimolo fisico es. persistenza percezione visiva es. persistenza uditiva Non possiamo accedervi
  • 10. 10 MODELLO TRADIZIONALE DELLA MEMORIA (Atkinson e Shiffrin, 1968) 3 magazzini MAGAZZINO A BREVE TERMINEBREVE TERMINE
  • 11. 11 MODELLO TRADIZIONALE DELLA MEMORIA (Atkinson e Shiffrin, 1968) 3 magazzini MAGAZZINO A BREVE TERMINEBREVE TERMINE Magazzino temporaneo Mantiene l’informazione per qualche secondo o qualche minuto A capacità limitata, ma varia in funzione di come l’informazione viene codificata (per gruppi ‘chunks’) es. memoria di serie di cifre (7 +/-2)
  • 12. 12 MEMORIA A BREVE TERMINE Riguarda il ricordo di informazioni che, appena presentate, devono essere rievocate immediatamente ed in modo corretto. Durata limitata (30") Capacità limitata (7 +/- 2) Codifica legata alla modalità sensoriale (fonologica/visuo-spaziale) organizzazione sequenziale rapida perdita dell'informazione (oblio) per decadimento e interferenza strategie di mantenimento (reiterazione) effetto "recency" Test di MBT span di cifre, lettere o parole span spaziale (cubi di Corsi, riproduzione di figure)
  • 13. 13 MODELLO TRADIZIONALE DELLA MEMORIA (Atkinson e Shiffrin, 1968) 3 magazzini SI RIFERISCE ALLA MEMORIA PER EVENTI ACCADUTI I UN PASSATO MOLTO RECENTE QUANDO IL LASSO DI TEMPO CHE PASSA TRA LA PRESENTAZIONE DELLO STIMOLO DA RICORDARE E IL RICORDO DELLO STESSO E’ NELL’ORDINE DI SECONDI E POCCHISSIMI MINUTI PIUTTOSTO CHE ORE O GIORNI MAGAZZINO A BREVE TERMINEBREVE TERMINE
  • 14. 14 MODELLO TRADIZIONALE DELLA MEMORIA (Atkinson e Shiffrin, 1968) 3 magazzini MAGAZZINO A LUNGO TERMINELUNGO TERMINE Magazzino dei ricordi che ci accompagnano per lunghi periodo di tempo, anche indefinitivamente La capacità può definirsi illimitata Qui conserviamo l’informazione di cui abbiamo bisogno nella vita quotidiana: nomi, luoghi, programmi di azioni Consente di RICONOSCERE moltissima informazione ( ma non di recuperarla puntualmente)
  • 15. 15 MEMORIA A LUNGO TERMINE Riguarda il recupero di informazioni immagazzinate da molto tempo e che non conservano i caratteri di precisione ed accuratezza del materiale rievocato dalla MBT. Durata illimitata (mesi, anni) Capacità illimitata Codifica semantica non perdita delle informazioni ma difficoltà di recupero per interferenza Organizzazione per aree concettuali e gerarchica Effetto "primacy" Test di MLT rievocazione di una storia, di un avvenimento passato, di informazione appresa in precedenza
  • 16. 16 MODELLO TRADIZIONALE DELLA MEMORIA (Atkinson e Shiffrin, 1971) 3 magazzini INPUT AMBIENTALE MEMORIA SENSORIALE VISIVA UDITIVA TATTILE… . MEMORIA A BREVE TERMINE PROCESSI DI CONTROLLO RIPETIZIONE STRATEGIE DI RECUPERO MEMORIA A LUNGO TERMINE MAGAZZINO DI MEMORIA PERMAMENTE E’ SERIALESERIALE: l’info passa attraverso la MBTper accedere alla MLT. La MBT dispone di un processo di RIPASSO che ne consente il mantenimento temporaneo in memoria e favorisce l’accesso alla MLT
  • 17. 17 AMNESIA = disturbo di memoria acquisito in seguito a danno del SNC (lesioni di specifiche strutture cerebrali quali ippocampo, lobi temporali mesiali, corpi mammillari, nuclei talamici dorso-mediali nel diencefalo, nuclei settali). (Vallar,1996). Danno bilaterale = maggiore gravità del quadro clinico.
  • 18. 18 CAUSE DELL’AMNESIA: -SINDROME DI KORSAKOFF (alcolismo) - TRAUMA CRANICO - DANNI CEREBRO-VASCOLARI - INFEZIONI VIRALI (Encefalite erpetica) - ANOSSIA - TUMORE
  • 19. 19 Esempio Caso H.M. (Milner, 1966, 1972) Lobectomia temporale Normali capacità a breve termine Dopo un’attività intercorsa o dopo poco tempo = incapacità a ricordare non solo l’informazione specifica ma anche la prova stessa Incapacità ad acquisire nuove informazioni
  • 20. 20 L’IPPOCAMPO – STRUTTURA CEREBRAL IMPORTANTE PER IL CONSOLIDAMENTO DELLA MEMORIA IPPOCAMPO
  • 21. 21 I PROCESSI DI MEMORIA È importante distinguere i processi che compongono la funzione di memoria, perché questi possono essere selettivamente compromessi: CODIFICA: è l’elaborazione iniziale dell’informazione. Il modo in cui codifichiamo l’informazione determina la dimensione del ricordo. IMMAGAZZINAMENTO: la rappresentazione della memoria si consolida nel tempo, se reiterata, e viene registrata in modo permanente come traccia mnestica. RECUPERO: quando la traccia viene richiamata. Ciò può avvenire in modo intenzionale o incidentale. Il recupero intenzionale necessita solitamente un maggiore sforzo mentale.
  • 22. 22 MLT = “POSSEDERE” LE INFORMAZIONI = SPAZIO IN CUI SONO CONTENUTE LE INFORMAZIONI MBT = “USARE LE INFORMAZIONI” = SPAZIO DI LAVORO DOVE LE CONOSCENZE ATTIVATE DALLA MLT SONO SOTTOPOSTE AD ELABORAZIONE ED INTEGRAZIONE.
  • 23. 23 Loop Fonologico Taccuino Visuo-Spaziale Sistema Esecutivo Centrale Componente di mantenimento passivo (magazzino fonologico) e componente di processamento attivo (ripasso articolatorio) Indipendente da modalità MEMORIA DI LAVORO (BADDELEY) Componente visiva e componente spaziale
  • 24. 24 Il modelli dei 3 magazzini è stato sostituito da modelli MULTI-COMPONENZIALIMULTI-COMPONENZIALI ancora più complessi. All’interno della Memoria a Breve termineMemoria a Breve termine,, sono state evidenziate FONOLOGICA,FONOLOGICA, che consente la ritenzione temporanea di informazione presentata uditivamente VISUO-SPAZIALE,VISUO-SPAZIALE, che consente la ritenzione temporanea di configurazioni visuo-spaziali
  • 25. 25 Il modello dei 3 magazzini è stato sostituito da modelli MULTI-COMPONENZIALIMULTI-COMPONENZIALI ancora più complessi. All’interno della Memoria a Lungo termineMemoria a Lungo termine,, sono stati evidenziati:  un sistema relativo ad eventi con precisa collocazione nel tempo ( cosa avete mangiato a pranzo ieri?, chi è la prima persona che avete visto questa mattina?)  un sistema che memorizza l’informazione senza un riferimento temporale specifico ( chi erano i due psicologi che proposero il modello dei 3 magazzini?) MEMORIA EPISODICAMEMORIA EPISODICA MEMORIA SEMANTICAMEMORIA SEMANTICA
  • 26. 26 Il modello dei 3 magazzini è stato sostituito da modelli MULTI-COMPONENZIALIMULTI-COMPONENZIALI ancora più complessi. All’interno della Memoria a Lungo termineMemoria a Lungo termine,, sono stati evidenziati:  sistemi di memoria relativi all’apprendimento di abilità motorie, percettive e cognitive ( imparare a suonare uno strumento, usare un attrezzo….preparare il caffé) IL SAPERE COME) IL SAPERE COME MEMORIA PROCEDURALEMEMORIA PROCEDURALE
  • 27. 27 EPISODICA= avvenimenti esperiti dal sogg., contestualizzati nello spazio e nel tempo SEMANTICA = conoscenze sul mondo, decontestualizzate. MEMORIA A LUNGO TERMINE DICHIARATIVA = (ESPLICITA) conoscenze codificate testabili verbalmente PROCEDURALE = (IMPLICITA) informazioni su procedure, programmi per l’esecuzione di azioni AUTOBIOGRAFICA = fatti personali PROSPETTICA= Relativa a ciò che ci siamo proposti di fare Apprendimento di procedure Condizionamento operante Priming
  • 28. 28 *Priming = al soggetto non sono richieste risposte sullo stimolo "prime" (anzi spesso è inconsapevole della sua presenza) ma la traccia mnestica lasciata dal "prime" è dedotta dalla facilitazione della risposta esplicitamente richiesta al soggetto sullo stimolo bersaglio (e che non si verifica in assenza di "prime"). Ci sono 2 tipi di priming: Priming di ripetizione = la presentazione di un elemento all'interno di una lista ne facilita il successivo riconoscimento. Priming semantico o associativo = la presentazione di un elemento facilita le risposte ad uno stimolo bersaglio se entrambi appartengono alla stessa categoria di oggetti o situazioni.
  • 29. 29 COME SI POSSONO MISURARE LE DIVERSE COMPONENTI E SISTEMI DI MEMORIA ? A BREVE TERMINE- (nelle sue componenti fonologica e visuo-spaziale) richiamo di sequenza di cifre, parole, frasi riproduzione di disegni appena visti, di sequenze spaziali A LUNGO TERMINE- apprendere una lunga lista di parole, rievocare un racconto anche dopo intervallo di tempo, rievocare fatti
  • 30. 30 Figura di Rey (copia)
  • 31. 31 LO SVILUPPO DELLA MEMORIALO SVILUPPO DELLA MEMORIA Memoria a breve termineMemoria a breve termine: aumenta con l’età a partire dai 4 ai 12 anni ( 2 item a 4 anni fino a 6 a 12 anni). Aumenta la capacità del bambino di usare strategie di ripasso e di velocizzare il recupero dell’informazione dalla memoria Memoria a lungo termineMemoria a lungo termine: non abbiamo ricordo di fatti ed eventi accaduti prima dei 2 anni di vita e comunque la memoria per eventi tra 2-5 anni è molto ridotta (amnesia infantile)
  • 32. 32 LO SVILUPPO DELLA MEMORIALO SVILUPPO DELLA MEMORIA Perché non siamo in grado di ricordare gli eventi che precedono il secondo anno di vita? - mancanza di un sé cognitivo prima di quest’età. Solo intorno ai due anni emerge la vera memoria autobiografica (abilità di mettersi al centro delle proprie memorie) - immaturità di strutture cerebrali preposte al recupero cosciente di memorie a lungo termine
  • 33. 33 ACQUISIZIONE DELLE CONOSCENZE SULLA MEMORIA: - STUDI DI PSICOLOGIA GENERALE / SPERIMENTALE = manipolazione del materiale da memorizzare e del tipo di compito (materiale con o senza senso, verbale o figurato, diversa modalità di recupero, diverso intervallo di ritenzione). - STUDI DI NEUROPSICOLOGIA CLINICA = doppia dissociazione in pazienti con lesione cerebrale (rapporto sede della lesione / tipo di deficit mnestico) - STUDI DI NEUROPSICOLOGIA SPERIMENTALE = differenze nelle prestazioni dei soggetti normali in funzione del tipo di compito (ad esempio curva di posizione seriale, effetto di lunghezza della parola o di somiglianza fonologica in prove di richiamo verbale) e relativa formulazione di modelli. - STUDI DI NEUROFARMACOLOGIA = differente effetto della somministrazione di un farmaco (scopolamina) che blocca la produzione del neurotrasmettitore acetilcolina su diversi tipi di compiti di memoria.
  • 34. 34 COME SI MISURA LA MEMORIA NEL NEONATO E LATTANTE ? PREFERENZA VISIVA: tecnica che è in grado di individuare se ilPREFERENZA VISIVA: tecnica che è in grado di individuare se il bambino è in grado di discriminare due stimoli che differisconobambino è in grado di discriminare due stimoli che differiscono fra loro per qualche caratteristica percettiva (forma, colore..)fra loro per qualche caratteristica percettiva (forma, colore..) Si presentano simultaneamente 2 stimoli diversi tra loro.Si presentano simultaneamente 2 stimoli diversi tra loro. Le differenze in termini di tempo di fissazione sui due stimoliLe differenze in termini di tempo di fissazione sui due stimoli suggerisce una preferenza per l’uno rispetto all’altro.suggerisce una preferenza per l’uno rispetto all’altro.
  • 35. 35 COME SI MISURA LA MEMORIA NEL NEONATO E LATTANTE ? ABITUAZIONE:ABITUAZIONE: tecnica che si basa sulla misurazione del decremento di risposte (es il tempo di fissazione dello stimolo) . La ripetuta presentazione di uno stimolo (visivo, sonoro, tattile, olfattivo) provoca il decremento della risposta. La tecnica dell’abituazione implica una fase di familiarizzazione in cui si misura il tempo di fissazione dello stimolo. L’abituazione avviene quando il bambino fissa lo stesso stimolo per il 50% del tempo in meno rispetto al tempo iniziale di fissazione. A questo punto si presenta la stimolo NUOVO. Improvvisamente aumentano i tempi di fissazione allo stimolo nuovo rispetto alla fase di familiarizzazione
  • 36. 36 COME SI MISURA LA MEMORIA NEL NEONATO E LATTANTE ? TEST DI ABITUAZIONE MODIFICATO (dai 6-12 mesi)TEST DI ABITUAZIONE MODIFICATO (dai 6-12 mesi) Il Test di Fagan è un compito di confronto di coppie di stimoli, che consiste nel mostrare prima uno stimolo e poi simultaneamente una coppia di stimoli composta dallo stimolo già visto e dallo stimolo NUOVO. Un maggiore tempo di fissazione per lo stimolo NUOVO indica che lo stimolo già visto è stato memorizzato. Ciò che distingue i due stimoli della coppia è che uno stimolo è già stato visto e si presume memorizzato e l’altro non è mai stato visto. Tanto più lo stimolo nuovo viene fissato rispetto allo stimolo familiare, tanto più sicuramente è stato memorizzato.
  • 37. 37 FTII- Fagan Test of Infant Intelligence familiarizzazione con due stimoli identici o uno singolo costituito da 10 prove trial, con stimolo nuovo vs. familiarizzato Età somministrazione 67,69,79,92 settimane postconcezionali, cioè 6½ - 7 - 9 - 12 mesi per nati a termine Risultati: % per stimolo nuovo: >54.5 low risk >53.1<54.5 suspect <53.1 risk
  • 38. 38
  • 39. 39 LO SVILUPPO DELLA MEMORIALO SVILUPPO DELLA MEMORIA Pochi dati in letteratura sullo sviluppo dei sistemi di memoria esplicita ed implicita dimostrati nell’adulto. Verso l’anno di vita, emergono forme più sofisticate di memoria esplicita, che consentono al bambino di riconoscere lo stimolo NUOVO anche dopo intervallo di tempo.
  • 40. 40 LO SVILUPPO DELLA MEMORIALO SVILUPPO DELLA MEMORIA Verso l’anno di vita, emergono forme più sofisticate di memoria esplicita, che consentono al bambino di riconoscere lo stimolo NUOVO anche dopo intervallo di tempo. Per es. tra il primo e secondo anno di vita il bambino tollera sempre più lunghi intervalli tra esposizione iniziale allo stimolo e successivo riconoscimento.
  • 41. 41 LO SVILUPPO DELLA MEMORIALO SVILUPPO DELLA MEMORIA Nella transizione tra epoca pre-scolare a quella scolare, il bambino sviluppa strategie di memoria (es ripetizione, ricordare meglio stimoli che si assomigliano) con l’ingresso alla scuola migliorano abilità di meta-memoria (il bambino ha consapevolezza che ci si può dimenticare, e che imparare materiale complesso sono necessarie strategie mnemoniche
  • 42. 42 Sviluppo della memoria dall’età pre- scolare Fenomeno dell’amnesia infantile- per l’adulto reperire i ricordi personali relativi al periodo 2-5 anni è infrequente I sistemi neurobiologici che sottendono tali ricordi non sono maturi; Il modo in cui viene codificata l’informazione dal bambino piccolo è diversa da quella dell’adulto Verso i 4 anni, grazie alle maggiori competenze linguistico- narrative, il bambino codifica e ricorda maggiormente gli eventi personali, costruendosi una memoria autobiografica.
  • 43. 43 Sviluppo della memoria dall’età pre- scolare Secondo altri autori la memoria autobiografica emergerebbe prima dei 4 anni verso i 2 allorché emerge il senso del sé Il contorno emotivo dell’evento personale è un fattore che determina la qualità del ricordo.
  • 44. 44 Sviluppo della memoria dall’età pre- scolare All’età scolare, le memorie che si formano, non solo vengono ricordate meglio (es. più dettagli, vengono rievocate con una maggiore coerenza narrativa) ma sono anche quelle che verranno ricordate nel tempo anche in età adulta.
  • 45. 45 DISTURBI DELLA MEMORIA Trauma cranico ( se grave)- disturbi generali della memoria persistenti nel tempo; Lesioni cerebrali ( anossia alla nascita che coinvolge aree vulnerabili come gli ippocampi) Epilessia quando l’area epilettogena coinvolge aree corticali deputate alle diverse funzioni mnestiche ( lobi temporali, lobi frontali, strutture interne quali gli ippocampi) Ritardo mentale Disturbi evolutivi del linguaggio
  • 46. 46 DISTURBI DELLA MEMORIA RITARDO MENTALE: sindrome di Down ( trisomia 21) dimostra memoria verbale a breve termine peggiore rispetto alla sindrome di Williams (microdelezione sul cromosoma 7q11.23). Bambini con sindrome di Down migliore capacità di memoria spaziale a breve termine rispetto a bambini con sindrome di Williams Ritardo mentale non significa deficit globale della memoria. Nel RM peggiore è la memoria esplicita ed in generale il funzionamento della meta-memoria ma maggiormente preservata la memoria implicita. RM si associa ad un deficitario utilizzo delle strategie di memoria in fase di studio del materiale da ricordare ( non reiterano , non formano raggruppamenti per ricordare materiale simile)
  • 47. 47 • Le immagini cerebrali mostrano attivazioni dell’ippocampo di destra in compiti che richiedono navigazione spaziale in ambienti complessi
  • 48. 48 Deficit di metamemoria Il DEFICIT DI METAMEMORIA: (Cornoldi e Caponi, 1991; De Beni, 1994) Non è un problema strutturale ma funzionale-qualitativo: l’individuo non mostra limitazioni nella capacità o nelle operazioni dei vari sistemi di memoria, ma non è in grado di far funzionare al meglio la sua memoria.
  • 49. 49 Non è presente un difetto “costituzionale” a carico dei magazzini di memoria (es. ridotta capacità dei magazzini e eccessiva velocità di decadimento delle tracce mnestiche come conseguenza di un difettoso funzionamento dei meccanismi di consolidamento) ma un carente sviluppo delle conoscenze e dei processi che servono per far funzionare al meglio la memoria. C’è un deficit di processamento delle informazioni = incapacità ad usare spontaneamente quelle strategie che permettono una migliore codifica del materiale ed un più efficace recupero delle informazioni immagazzinate
  • 50. 50 METAMEMORIA = comprende tutte quelle conoscenze e abilità che riguardano ciò che il soggetto sa e crede, le strategie che usa, le motivazioni che lo spingono riguardo la memoria, cioè quanto potrebbe influenzare il controllo sul complesso dei processi mnestici. conoscenza e comprensione intuitiva della memoria (Kail, '79). Flavell (1971) aveva individuato 2 categorie distinte della metamemoria: la sensibilità (= riconoscere le situazioni in cui è necessaria un'attività di memorizzazione), e le variabili (= caratteristiche personali rilevanti in compiti di memoria, caratteristiche del compito e potenziale applicabilità delle strategie di memoria). Kail ('79) ne illustra 3 aspetti cruciali: 1) il riconoscimento del fatto che in talune situazioni è richiesto uno sforzo di memorizzazione e in altre no; 2) la conoscenza dei fattori che possono modificare la facilità di memorizzazione; 3) la capacità di individuare i propri progressi nell'apprendimento.
  • 51. 51 MNEMOTECNICA = piano prefissato scelto una volta per tutte e poi seguito in modo sistematico; è una procedura artificiale la cui grande utilità consiste nel fornire uno schema per organizzare informazioni che abbiano una struttura propria, mettendo così in rapporto rapidamente ed efficacemente le nuove informazioni con quanto già immagazzinato in modo da ridurre il carico di quanto deve essere ricordato.
  • 52. 52 - Metodo dei loci = individuazione di un numero di luoghi in un percorso abituale da usare come schedario in cui riporre tramite un'immagine interattiva il materiale da ricordare. - Metodo delle rime = imporre agli items verbali da ricordare una struttura artificiale dotata di maggiore significatività attraverso l'utilizzo di rime. Le parole che rimano fra loro, infatti, rappresentano dei reciproci suggerimenti che facilitano il recupero dalla memoria (un esempio è la filastrocca per imparare il numero dei giorni dei vari mesi: 30 dì ha novembre...). - Acronimi e acrostici = l'acronimo è una parola dotata di significato le cui lettere costituiscono un suggerimento utile per recuperare le informazioni che si vogliono memorizzare (pensiamo alle sigle di enti e società); l'acrostico invece richiede che venga costruita una piccola storia o una frase in cui le lettere iniziali di ciascuna parola forniscono il suggerimento per il recupero di ciò che si vuole ricordare (ad esempio "Come Quando Fuori Piove", per ricordare la successione dei semi delle carte nel poker, o "Ma con gran pena le reca giù", per ricordare i nomi delle Alpi). - Metodo fonetico = metodo sofisticato e complesso: occorre associare uno o più fonemi consonantici alle cifre da 0 a 9; dopo avere appreso le associazioni si crea un personalissimo casellario (da 0 a 30, o a 50, o a 80, o oltre, secondo le necessità) costituito da parole le cui consonanti corrispondano a quelle previste per ciascun numero da 0 a 9. Per ricordare degli items basta costruirsi un'immagine vivida che comprenda gli items da ricordare e le parole base. Tale metodo permette anche di memorizzare lunghe serie di numeri: basta trasformare la serie numerica in una parola o frase di senso compiuto richiamandosi ovviamente al nostro casellario.
  • 53. 53 - Associazione visiva = memorizzazione di un'informazione insieme ad un'immagine significativa (ad esempio per ricordarsi la diversa funzione delle cellule retiniche, i coni e i bastoncelli, basta codificare il termine cono con l'immagine di un gelato alla frutta, tutto colorato). Può essere utilizzato anche un concatenamento di immagini per ricordare una lista di elementi. - Storia = creare una storia dotata di significato che permetta di legare uno all'altro una serie di item da ricordare. - Peg system (sistema dell'aggancio, dell'uncino, della parola di riferimento o casellario a rima) = permette il recupero rapido degli items appresi, ma è applicabile solo a 10 elementi. Occorre memorizzare 10 parole di riferimento ciascuna delle quali rima con un numero da 1 a 10. Successivamente occorre associare, per mezzo di un'immagine interattiva, 10 items da apprendere alle 10 parole di riferimento. Queste ultime sono parole concrete a medio o alto valore di immagine; di solito sono le seguenti: uno-pruno, due-bue, tre-re, quattro-gatto, cinque-pingue, sei-nei, sette- veste, otto-dotto, nove-piove, dieci-ceci. - Ausili concreti o esterni = diari, calendari, sveglia, nodo al fazzoletto.
  • 54. 54 I programmi per insegnare a migliorare le capacità di apprendere a ricordare seguono 3 filoni: Mnemonico, Strategico, Metacognitivo. Nei programmi di tipo mnemonico vengono insegnate non solo le tecniche di memoria ma vengono forniti anche i singoli mediatori specifici per evitare la fatica e la demotivazione conseguente alla ricerca del mediatore. Sono metodi artificiosi ma efficaci soprattutto quando c'è da apprendere una nuova informazione importante su cui si basano in seguito tutta una serie di conoscenze. I programmi di tipo strategico hanno lo scopo di insegnare in modo appropriato e flessibile una grande quantità di strategie adatte ai più differenti tipi di apprendimento.
  • 55. 55 Schneider ha proposto un vero e proprio decalogo per l'insegnamento delle strategie: 1) fornire una spiegazione dettagliata; 2) insegnarla fornendo un esempio concreto, ovvero offrendosi come un modello da imitare di individuo che usa la strategia (modeling); 3) ripetere bene le prime 2 fasi; 4) ottenere dagli alunni osservazioni e commenti; 5) porre l'accento sul controllo che la strategia permette di operare sul processo di apprendimento; 6) rinforzare il soggetto dopo che ha mostrato di usarla appropriatamente; 7) invitare il soggetto ad automonitorarsi cioè a osservarsi e tenersi sotto controllo mentre impara a usare la strategia e quando si trova nei contesti in cui sarebbe opportuno applicarla; 8) operare un confronto tra i risultati ottenuti usando la strategia e quelli conseguiti col sistema tradizionale precedentemente usato; 9) incoraggiare il ragazzo a generalizzare la strategia ad altri contesti; 10) insegnarne l'uso in materie e con materiali diversi e in contesti differenti. Un programma di insegnamento delle strategie si propone quindi di dare al ragazzo un repertorio di strategie, ma anche di metterlo nelle condizioni di usarle efficacemente.
  • 56. 56 I programmi di tipo metacognitivo si propongono di promuovere da un lato un atteggiamento metacognitivo caratterizzato da obiettivi come "riconoscere e differenziare i casi in cui è presente una specifica esigenza di ricordare" e "essere consapevoli del fatto che si può dimenticare e che si può fare qualcosa di utile per ricordare" e dall'altro conoscenze specifiche di metamemoria come "comprendere la modalità di organizzazione semantica" e "comprendere le implicazioni dei diversi compiti di memoria". Questi programmi hanno la finalità di fornire a monte quelle conoscenze, quel controllo e quell'atteggiamento strategico che permettano un uso flessibile continuo e maturo delle strategie. Ovviamente, rispetto ai 2 precedentemente descritti, questi ultimi sono i più utili in quanto favoriscono un miglioramento cognitivo generale ed una migliore generalizzazione delle strategie apprese, adattandosi dunque meglio alle reali finalità del processo scolastico-educativo che non deve incidere soltanto sulle abilità di base o già acquisite oppure sui prodotti di apprendimento, ma anche sulle modalità di comprensione ed utilizzazione delle abilità stesse. Diventare esperto infatti vuol dire acquisire conoscenze relativamente ad obiettivi, strategie e regole necessarie per una prestazione efficiente; acquisire queste conoscenze ed imparare ad usarle in contesti diversi significa "imparare ad imparare", cioè realizzare quel transfer dell'apprendimento che rimane sempre un nodo cruciale della psicologia dell'istruzione
  • 57. 57 La prospettiva metacognitiva offre delle lenti particolari che possono essere adottate per considerare qualsiasi attività psicologica. La ricerca si è focalizzata su taluni aspetti (es memoria, lettura, matematica, attenzione) ma ha offerto, implicitamente ed esplicitamente, suggerimenti validi per molti altri ambiti. Per qualsiasi attività psicologica possiamo chiederci: 1)Quali sono le idee relative all’attività che nell’individuo accompagnano la sua esecuzione? 2)Come l’individuo cerca di operare un controllo sull’attività? 3)Che influenza hanno le sue idee su tale controllo? E possiamo intervenire per modificare tali idee o attività di controllo.