1. Lezione I
I DISTURBI D’ANSIA
Dr. Elvira De Leonibus
deleonibus@igb.cnr.it
elvira@deleonibus.it
Corso di Psicobiologia dei disturbi Mentali
Corso di Laurea Specialistica in Neurobiologia
Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Roma
2. L’ANSIA E LA PAURA
Kierkegaard S.
La paura è sempre paura di qualcosa di determinato.
L’angoscia (ansia) non si riferisce a nulla di preciso, ma designa
lo stato emotivo dell’esistenza umana che non è una realtà, ma
una possibilità. La possibilità è un concetto legato al futuro, il
passato può angosciare in quanto si ripresenta come futuro, cioè
come una possibilità di ripetizione.
Freud S.
La paura richiede un determinato oggetto di cui si ha timore.
L’angoscia (ansia) indica una certa situazione che può essere
definita di attesa del pericolo e di preparazione allo stesso, che
può anche essere sconosciuto.
3. L’ANSIA E LA PAURA
La paura e l’ansia sono sistemi di risposta protettivi/difensivi
normalmente attivati da stimoli avversivi
La paura si riferisce a risposte fasiche di fuga o evitamento in presenza di
specifici stimoli avversivi
L’ansia si riferisce ad una risposta tonica a situazioni avversive e implica
sensazioni di conflitto ed incertezza
Tobias Bast
4. IL RUOLO DELLA CONSAPEVOLEZZA
Sistema della paura : non coincide con l’esperienza soggettiva della paura,
ma percepisce il pericolo e produce le reazioni che hanno una maggiore
probabilità di permettere al soggetto di sopravvivere alla situazione, ovvero un
sistema di comportamento difensivo.
I sentimenti della paura : non necessariamente accompagnano l’attività dei
sistemi di protezione e sono un sottoprodotto dell’evoluzione di due sistemi
neurali, uno che media il comportamento difensivo e l’altro che crea la
coscienza.
Le Doux
La paura: un insieme di comportamenti osservabili ed esperibili quando un
soggetto si trova di fronte a situazioni che minacciano la sopravvivenza.
Include sia l’espressione sia l’esperienza di un evento emozionale
Anche negli animali è possibile identificare l’espressione della
paura (immobilizzazione, piloerezione, aumento del battito cardiaco). Tuttavia
non possiamo indagare sull’esperienza consapevole di questa. Possiamo
dunque solo inferire che l’animale sta provando paura dagli elementi presenti
nel contesto (es. stimoli pericolosi per l’animale) e dal set di comportamenti
messi in atto in risposta a tali stimoli.
5. NORMALITA’: SISTEMI DI PROTEZIONE
Risposte di paura-ansia automatiche
aumento del battito cardiaco, analgesia, immobilità, fuga, rilascio
di cortisolo, ipervigilanza, minzione e defecazione, immobilità,
vasocostrizione
Avere delle risposte automatiche di fronte ad un pericolo o
all’anticipazione di esso, permette una velocità di risposta in
condizioni in cui potremmo non avere il tempo di scegliere un
comportamento più adatto
Esperienza consapevole della paura-ansia
Tentativo di prevedere ciò che potrà accadere, sensazioni
negative per cui cercare una soluzione
Passare dalla reazione all’azione, integrando informazioni emotive
e cognitive ci permette di scegliere l’azione più adatta al contesto,
e prevedere-valutare le possibili conseguenze delle azioni
6. LA PAURA-ANSIA E PATOLOGIA
Se la paura:
• è troppo intensa rispetto alla pericolosità dello stimolo
• è innescata da stimoli innocui
• se controlla i comportamenti del soggetto, portando alla messa
in atto di comportamenti di evitamento che riducono la qualità
della vita del soggetto
PATOLOGIA: DISTURBI D’ANSIA
7. I DISTURBI D’ANSIA
• Attacchi di panico (DAP)
Sono episodi acuti di ansia forte, imprevedibili, non legati ad una
situazione o stimolo esterno, e spesso la persona si sente soffocare.
L’attacco di panico è caratterizzato da iperventilazione e può accadere
che il soggetto arrivi a perdere i sensi. Oggi si distingue il disturbo di
attacco-panico con o senza agorafobia. L’agorafobia che letteralmente
vuol dire paura di spazi aperti in realtà indica una condizione di
esitamento di tutte quelle condizioni in cui il soggetto si sente
potenzialmente vulnerabile (spazi aperti, situazioni sociali, o spazi
chiusi). L’agorafobia spinge ad attuare tutta una serie di condotte di
evitamento che portano alcuni soggetti a vivere reclusi.
•Fobia: Paura di uno stimolo o di una situazione specifica, eccessiva
rispetto alla minaccia che reale. L’esposizione allo stimolo temuto
genera un’ansia profonda ed attiva comportamenti di evitamento
8. I DISTURBI D’ANSIA
•Disturbo d’ansia generalizzato (DAG) :Consiste in lunghi periodi di
preoccupazione immotivata
•Disturbo da stress post-traumatico (DSPT): E’ un disturbo che si
manifesta in alcuni soggetti che hanno vissuto traumi molto gravi, e si
presenta come una forma grave di ansia, attivata dai ricordi
dell’esperienza traumatica o da tutti quegli stimoli in qualche modo ad
essa collegati, ed evitamento degli stessi
•Disturbo Ossessivo-compulsivo (DOC): E’ caratterizzato dalla
presenza di pensieri intrusivi che prefigurano minacce potenziali. Al
fine di ridurre l’ansia questi soggetti mettono in atto tutta una serie di
comportamenti ripetitivi (compulsioni) miranti a neutralizzare la
minaccia prefigurata.
9. LA PAURA: RUOLO DELL’APPRENDIMENTO
Si ritiene che la maggior parte delle paure non siano innate ma
acquisite. Ad esempio la paura che le scimmie hanno dei serpenti
non si sviluppa se queste crescono in cattività. Tuttavia, se queste
scimmie cresciute in cattività osservano la reazione di paura di
altre scimmie di fronte al serpente, esse apprenderanno
rapidamente la stessa reazione e a manifestarla in presenza del
serpente (Mineka et al 1984).
La maggior parte delle paure si apprendono attraverso
processi di condizionamento.
10. IL CONDIZIONAMENTO CLASSICO O PAVLOVIANO
Il condizionamento è un processo di apprendimento attraverso cui
uno stimolo in precedenza neutro (rispetto alla risposta
analizzata), dopo ripetuti appaiamenti con uno stimolo
incondizionato (in grado di elicitare una risposta) diventa
condizionato e quindi in grado di produrre le stesse risposte
(risposte condizionate) in precedenza prodotte dallo stimolo
incondizionato.
12. IL CONDIZIONAMENTO ALLA PAURA
Tono = stimolo condizionato (SC)
Shock = stimolo incondizionato (SI)
Freezing (immobilizzazione) =
Risposta incondizionata –
condizionata (RI-RC)
Risposte
-aumento del battito cardiaco
condizionabili
-ridotta salivazione
-cambiamenti nella respirazione
-ipervigilanza
-minzione e defecazione
-immobilizzazione
-aumento di cortisolo
-attacco difensivo
-fuga
-sottomissione
13. IL CONDIZIONAMENTO CLASSICO
Lo stimolo naturale avversivo (es. la scossa elettrica) viene definito
come stimolo incondizionato, in quanto suscita la risposta
spontaneamente
Lo stimolo neutro in seguito appaiato allo stimolo incondizionato (es.
una luce o un suono) viene definito stimolo condizionato in quanto la sua
capacità di suscitare la risposta è condizionata al suo appaiamento al SI.
La risposta allo SI viene definita incondizionata, in quanto non appresa e
quella allo SC viene definita condizionata in quanto si presenta in
risposta allo SC.
Tuttavia il condizionamento classico non implica l’apprendimento di una
risposta, il condizionamento non insegna all’animale come
immobilizzarsi.
14. LEGGI DEL CONDIZIONAMENTO CLASSICO
•lo stimolo condizionato deve precedere di pochi
millisecondi (massimo 500) il presentarsi dello stimolo
incondizionato (questo non è vero solo per il
condizionamento avversivo al cibo)
Nel gruppo Paired durante l’apprendimento il tono, della durata di 20 sec, cotermina con la presentazione dello shock. Nel gruppo Unpaired la
presentazione dello tono e dello shock era distanziata da almeno 60 sec.
Come si vede nella figura la risposta di immobilità (freezing) in seguito a
presentazione del solo tono si verifica solo nel gruppo Paired
Amorapanth et al 2000
15. LEGGI DEL CONDIZIONAMENTO CLASSICO
• lo SC deve essere abbastanza forte (intensità) da essere
percepibile
• lo SC non deve essere troppo noto (inibizione latente)
• la durata e la forza del condizionamento dipende dall’intensità
dello SI
• per il formarsi della associazione può essere sufficiente anche
una singola esposizione, dipende dall’intensità dello stimolo,
questo è particolarmente vero nel caso del condizionamento
avversivo. Al contrario nel caso del condizionamento appetitivo la
curva di apprendimento è generalmente incrementale
• l’associazione una volta formatasi è duratura
Funzione del Condizionamento Classico:
Previsione di eventi emotivamente rilevanti
16. GENERALIZZAZIONE E DISCRIMINAZIONE
Generalizzazione: Quando ad un particolare SC è stata associata una risposta
condizionata, gli stimoli simili allo SC tenderanno anch’essi a suscitare la
risposta
Lo stimolo usato durante il
condizionamento come SC è una
luce della lunghezza d’onda di 580
nm (training value). Tutti gli
stimoli che hanno lunghezza
d’onda intorno a quel valore
possono produrre la stessa risposta
Dopo il condizionamento
Addestramento discriminativo: consiste nel presentare lo SC appaiato allo SI
intervallando questi appaiamenti con presentazioni degli altri stimoli (simili a quello
condizionato) in assenza dello SI.
17. IL CONDIZIONAMENTO DI ORDINE SUPERIORE
Lo SC (Tono) ha
anche acquisito
le proprietà di
rinforzo dello
SI?
Senza essere mai
stata appaiata alla
scossa, la luce
grazie al suo
appaiamento con il
tono diventa un SC
Tono = RINFORZO SECONDARIO
18. IL CONDIZIONAMENTO CLASSICO NELLE DIVERSE
SPECIE
Il condizionamento avversivo è stato ampiamente riprodotto negli umani,
condizionando ad esempio le reazioni del sistema nervoso autonomo come la
variazione della frequenza cardiaca o dell’attività delle ghiandole sudoripare (la
reazione galvanica cutanea).
condizionamento alla paura può essere indotto nei:
vermi,
lumache
pesci
rane
lucertole
piccioni
ratti
gatti
cani
scimmie
umani
Conferma che esso è BASATO SU FORME DI
APPRENDIMENTO IMPLICITO
20. SUDDIVISIONE QUALITATIVA DELLA MEMORIA
TEORIA DEI SISTEMI MULTIPLI DI MEMORIA
•Esistono diverse forme di memoria
•Le diverse forme di memoria sono basate su circuiti neurali diversi
21. IL CONDIZIONAMENTO CONTESTUALE
Il cervello non codifica solo stimoli isolati, ma anche relazioni tra stimoli che
assieme formano i contesti o gli eventi. Nel caso in cui una pistola ci venga
puntata contro da un uomo incappucciato all’interno di una banca, non
apprenderemo solo l’associazione uomo con cappuccio-paura, ma anche
banca-paura. Ovvero il contesto diventa uno stimolo condizionato.
SC = CONTESTO
Dunque l’associazione con il contesto è un’informazione in aggiunta che il
soggetto acquisisce insieme all’informazione relativa al singolo stimolo. Tale
informazione potrebbe essere necessaria se ad esempio il suono (nonostante
preceda la scossa) in realtà non sia in relazione causale con essa (un errore di
attribuzione).
22. EFFETTO LAMPADINA
Ai soggetti vengono presentati 2 tipi di stimoli: parole e figure
Che possono essere a contenuto neutro, positivo o negativo
½ degli stimoli venivano preceduti dalla domanda:
Si tratta di un soggetto: animato (es. serpente) o comune (tazza); il
soggetto doveva rispondere si o no.
Test di riconoscimento a sorpresa 30 min dopo:
Il contenuto
emotivo dello
stimolo potenzia
la memoria;
Tuttavia il
potenziamento si
osserva solo nel
caso in cui il
soggetto non deve
Item-not-source: hai mai visto questa figura (parola) ricordare il tipo di
task in cui l’ha
Item-and-source: ti è stato chiesto di giudicare se era
23. IL CONDIZIONAMENTO OPERANTE
Quando una risposta è seguita
da un certo esito è più probabile
che si ripeta di nuovo.
Skinner
Rinforzo = stimolo che rende più probabile l’evenienza
della risposta
Rinforzo positivo = consiste nella presentazione di uno
stimolo
Rinforzo negativo = consiste nella cessazione di uno
stimolo
Il rinforzo positivo non è un evento necessariamente piacevole,
così come un rinforzo negativo non è un evento necessariamente
spiacevole. Es. se facendo una carezza (evento piacevole) ad un
24. IL CONDIZIONAMENTO OPERANTE
Gabbia di Skinner, in cui
un ratto apprende a premere
una leva al fine di ottenere
un rinforzo (il cibo)
Preme la leva (comportamento emesso per caso) –
cibo
Apprende un relazione tra un comportamento e le sue
conseguenze: contingenza strumentale
Apprende a premere la leva: apprendimento di una
nuova risposta
25. LEGGI DEL CONDIZIONAMENTO OPERANTE
• per apprendere che un comportamento ha delle
conseguenze, c’e’ bisogno che esso si verifichi? Es.
pressione della leva. Come fare? Modellaggio: all’inizio
vengono rinforzati tutti quei comportamenti emessi
spontaneamente (es. avvicinarsi alla leva) che si
approssimano al comportamento finale
• l’apprendimento strumentale si verifica più
rapidamente per rinforzi più intensi (dipendenza
dall’intensità dello SI)
• il rinforzo deve aver luogo subito dopo che la risposta
è stata emessa
26. LEGGI DEL CONDIZIONAMENTO OPERANTE
•le modalità di rinforzo possono essere continue o a
intermittenza. Il rinforzo ad intermittenza è la modalità
che meglio funziona per il mantenimento della risposta
strumentale. I programmi di rinforzo intermittenti
possono essere ad intervallo temporale fisso (es. cibo
somministrato ogni 10 sec) o variabile (cibo
somministrato una volta dopo 8 sec e una volta dopo 12
sec), oppure a ragione fissa (cibo somministrato dopo
10 volte che l’animale preme la leva) o variabile (cibo
somministrato una volta dopo 8 volte in cui l’animale
preme la leva, un’altra volta dopo 12 volte
27. GENERALIZZAZIONE, DISCRIMINAZIONE E RINFORZI
CONDIZIONATI
Anche nel condizionamento operante avviene il
processo di generalizzazione, per cui un ratto
addestrato a premere una leva che si trova a destra
della gabbia di Skinner premerà la leva anche se essa
si presenta a sinistra di questa
E’ possibile addestrare l’animale a discriminare la
presenza-assenza di un certo stimolo rinforzando una
risposta solo quando lo stimolo si presenta. Ad esempio
il ratto può essere rinforzato solo in presenza di un
tono (condizionamento classico + condizionamento
strumentale), oppure solo quando preme la leva di
destra.
Anche in questo caso il comportamento strumentale
può essere guidato da un rinforzo secondario (es. la
luce) se è stato in precedenza appaiato con un rinforzo
28. L’APPRENDIMENTO STRUMENTALE E LA PAURA E
L’ANSIA
Risposta
innata:
Immobilità
Risposta
appresa:
Evitamento
Rinforzo negativo
= sospensione
dell’esperienza
30. QUANDO E’ POSSIBILE EVITARE ATTIVAMENTE: LE
CONSEGUENZE
16
Trial block (2-min)
14
IC
12
C
10
8
6
4
2
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Freezing
IMPOTENZA APPRESA
Latenza di evitamente (s)
30
25
20
IC
15
C
10
5
0
1
2
3
Trial blocks
4
5
Gli animali che hanno
ricevuto un’esperienza di
shock incontrollabile,
mostrano una risposta
potenziata di freezing
quando esposti a 2
footshock 24 ore dopo
l’esperienza precedente
Gli animali che hanno
ricevuto un’esperienza di
shock incontrollabile, non
sono in grado di
apprendere ad evitare
uno shock, anche quando
è possibile, 24 ore dopo
31. L’EVITAMENTO DELLA PAURA APPRESA
Tono
Un ratto viene addestrato a saltare la barriera ogni volta
che sente un tono, al fine di evitare la scossa
Il ratto che in precedenza saltava per evitare la scossa, ora
salta al semplice presentarsi del suono. Dato che saltare
interrompeva il suono, la domanda è se l’animale saltava per
allontanarsi dallo SC che di per se non era dannoso in quanto
non più seguito da una scossa
Tono
leva
Tono
In questa fase il semplice saltare non era più sufficiente per
interrompere il tono, ma occorreva che l’animale dopo aver
saltato premesse la leva.
Gli animali apprendevano a premere la leva e così via ogni
volta che un ulteriore compito veniva aggiunto
La paura (o segnale di pericolo) è un impulso e i comportamenti che la riducono
vengono rafforzati, quindi sono difficili da estinguere (Neal Miller)
32. RAPPORTO TRA APPRENDIMENTO CONDIZIONATO E
ANSIA
L’ansia all’inizio è appresa a seguito di un’esperienza traumatica (condizionamento
classico) (ES. esame andato male: esame = ansia)
La presentazione di uno SC ci spinge ad anticipare eventi traumatici, dunque lo SC di
per se diventa causa di ansia (es. iscriversi all’esame da rifare o altro esame = ansia)
Impedisce la verifica del
valore di segnale dello SC
Al fine di rimuovere il disagio prodotto dallo SC il soggetto agisce
per cambiare le circostanze, quindi mette in atto comportamenti di
evitamento attivo delle situazioni che generano (o si ritiene che
generino) l’ansia (es. rimando il giorno in cui vado a iscrivermi)
Riduzione dell’ansia
ANSIA
Rafforza la ripetizione dei
comportamenti
33. COME FARE PER DIMENTICARE?
1. RIMOZIONE (S. Freud): il processo attraverso il quale i
contenuti non desiderati vengono attivamente allontanati dalla
coscienza.
1. ESTINZIONE (PAVLOV): se lo SC viene ripetutamente
presentato (dopo il condizionamento) in assenza dello SI il
condizionamento va soggetto ad estinzione. Ovvero la
capacità dello SC di suscitare la RC diminuisce. Tuttavia, il
condizionamento avversivo è particolarmente resistente
all’estinzione
34. LA RIMOZIONE O INIBIZIONE ATTIVA DI UN
RICORDO
Fase di esposizione
Cane-sedia
Matita-macchina
Roccia-fisarmonica
Fase test 1: Cane
Inibire
Ricordare
------
Sedia
Test: i soggetti vengono ri-esposti a
tutte le parole di ogni singola
coppia, ma questa volta con
l’istruzione di ricordare
Inibire attivamente il ricordo di una parola
induce un deficit nel ricordo della parola
stessa, e questo deficit è tanto maggiore
quanto maggiore è il numero di volte in cui
essi sono stati inibiti
35. RICORDARE PER DIMENTICARE: L’ESTINZIONE
Giorno 1
Giorno 2
Acquisizione
Estinzione
CS+ appaiato con una scossa elettrica
sul polso (15 trials non rinforzati + 8
rinforzati)
15 trials non rinforzati
17 trials non
rinforzati
CS- non appaiato (15 trials non
rinforzati)
15 trials non rinforzati
17 trials non
rinforzati
Misura del condizionamento: SCR (skin conductance response)
Recupero
spontaneo
SCR durante le diverse fasi
(esclusi i trials in cui veniva
somministrato lo shock) in
risposta ad SC+ ed SCPhelps et al 2004
36. COME FARE PER DIMENTICARE?
E’ possibile inibire attivamente il ricordo, e questo processo si traduce in
una ridotta capacità di ricordare anche quando l’intenzione di inibire è
stata disattivata.
L’estinzione non implica l’eliminazione dell’associazione tra SI e SC in
quanto anche dopo estinzione una reazione condizionata può
ripresentarsi in modo spontaneo (recupero spontaneo). Questo suggerisce
che l’estinzione riduce la probabilità che lo SC susciti la reazione di
paura.
PATOLOGIA:
• Ridotta capacità ad inibire attivamente un ricordo
• Ridotta capacità ad estinguere un ricordo spiacevole o
un comportamento di evitamento di uno stimolo