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Lunedì, 25 marzo 2013, ore 17:00
Teatro Remigio Paone - Formia
con il Patrocinio:in collaborazione con:
organizza:
“Verso l’isola
che non c’è”
La «ginnastica» si chiamerà
«corpo in movimento».
E in cosa
consiste?
Nel fare
«ginnastica».
3
Ma mi
raccomando!
Fate silenzio
ed eseguite
gli «esercizi»!
Alunno Maestra
2
EVVIVA!
E ora…
TUTTI IN
PALESTRA!
?!?
1
Bla, bla,
bla, bla…
E il mio
anche
teatro!
Sa, non faccio
per dire, ma
mio figlio
dopo la scuola
fa piscina……
…..danza…..
…..pittura…..
…..inglese
e pianoforte!
Qualcuno era
presente quando un
allenatore si è rivolto
ai propri atleti in
questi termini?
“Dai ragazzi che
vinciamo!!!
….altrimenti domani,
per punizione,
ognuno di voi farà 100
piegamenti sulle
braccia”!
È mai capitato di
sentire un genitore
rivolgersi al proprio
figlio in questi
termini?
“Dai Mario che ce la fai,
ma se perdi, stasera
niente cena!”
È raro assistere ad un
pubblico che inneggia
taluni comportamenti?
“Picchialo, falcialo,
sgambettalo, massacralo,
fagli sputare sangue!”
“Papà, mi
piacerebbe andare a
scuola nuoto con
Piero, m’iscrivi?”
Esorta rassegnato il
bambino cosciente che,
in ogni modo, la sua
famiglia non potrà
permettersi di pagare la
quota d’adesione al
“Club”.
“Mamma, anziché al
parco giochi, possiamo
andare a trovare Pietro
in campagna dove posso
salire sugli alberi, saltare
le pozzanghere, guadare
il rivo e rincorrere le
galline?”
Esorta rassegnato il bambino
cosciente che, in ogni caso, vivendo in
città dovrà accontentarsi del “Bunker-
giochi” di fronte casa (ed anche in
questo caso sarà fortunato!).
“Ma l’isola…
...forse c’è?”
L’attività motoria e sportiva, come da più di un secolo psicologi e
pedagogisti di tutto il mondo raccomandano, sono “palestra” di vita,
socializzazione e convivenza, nonché requisito fondamentale per il
leggere, lo scrivere ed il far di conto.
Nell'articolo 31 della Convenzione Internazionale sui Diritti
dell'Infanzia, approvata dall'Assemblea delle Nazioni Unite il 20
novembre 1989, si riconosce ai bambini ed alle bambine "il diritto al
riposo e allo svago, a dedicarsi al gioco ed alle attività ricreative
proprie della loro età ed a partecipare liberamente alla vita culturale
ed artistica".
QUEL CHE UN BIMBO NON FA A QUESTA ETÀ….
….NON È PIÙ RIPETIBILE!
Sperimento…non riesco…sperimento
ancora… e ancora…finché riesco…quindi,
mi emoziono…e finalmente, apprendo!
È un attrezzo da dominare, difficile all’inizio perché
risponde in modo incontrollato, poi, una volta dominato,
rende il bambino sicuro e padrone del proprio «io».
"L'uomo gioca solo quando è uomo nel significato più
pieno del termine ed egli è interamente uomo solo
quando gioca". [Shiller, due secoli fa]
Un imperativo importante per Educatori, Docenti, Istruttori,
Allenatori:
"Ridate al gioco un posto centrale nella formazione
dei bambini, dei ragazzi, degli adolescenti!".
Se un bimbo vive un'infanzia fertile di sogni, progetti,
realizzazioni, con la ricchezza e la vitalità del gioco, allora
potrà vivere successivamente una fanciullezza ed una
adolescenza viva e vera!
Affinché ciò avvenga, hanno bisogno di avvicinarvisi con i
tempi ed i modi della loro età, prima giocando in allegria e
poi, gradualmente, avviandoli alle regole, all'impegno fisico
e psicologico, alla lealtà sportiva, alla competizione, al
confronto e mai allo scontro.
Questi obiettivi saranno meno faticosi da raggiungere se
hanno avuto origine dal gioco e non ne hanno perduto, con
il passare del tempo, le caratteristiche originarie.
Il gioco, il gioco-sport e lo sport, se insegnati correttamente,
hanno grandi potenzialità, anche, per aiutare quei
bambini/e, ragazzi/e che provengono da esperienze
familiari e sociali difficili.
Affinché tutto ciò avvenga, occorrono buoni Insegnanti-Istruttori-
Educatori, quindi, Allenatori competenti, che siano innanzitutto buoni
conoscitori del mondo infantile e dotati di grande umanità.
Ma il punto è se impegnare tutte le risorse per selezionare e
"allevare" potenziali campioni, piuttosto che allargare base di
praticanti innamorati del gioco, del gioco-sport e dello sport.
La nostra scelta opta la seconda soluzione che, oltre a non impedire
l'emergere di individualità particolarmente dotate, ha il pregio di non
diffondere frustrazione e di creare una base di praticanti entusiasti,
ancora capaci, come facevano da bambini, di giocare.
Possono rappresentare un fattore di inserimento, di condivisione alla
vita sociale, di disponibilità, di accoglienza delle differenze e di
rispetto delle regole.
Chi ha stabilito che il bambino non può “digerire”
una sconfitta?
Il bambino gioca per misurarsi e la sconfitta non è
tale se diventa pungolo per migliorarsi, anzi renderà
più importante la successiva vittoria.
Ovvio che questo passaggio necessita di un
“humus” e di una “guida sapiente”, magari
supportati da un mezzo che soddisfi i bisogni
primari del bambino.
Chi ha stabilito che il normodotato sia una
risorsa per il diversamente abile?
Perché non provare, almeno per una volta, a
ribaltare il concetto e considerare il
diversamente abile come una risorsa per il
normodotato?
Lo sport va riconosciuto come diritto di
cittadinanza, oltre che come risorsa per
l’integrazione.
SecondoEkman
Ottenimento risultato
Gratificazione
Autostima
«Sicurizzazione»
Stimolo ad upgrade
Rispetto, per se stessi e per gli altri
=
NASCE,
INNANZITUTTO, DAL
GIOCO!
=
Il gioco ha un grande "ruolo" nella vita e nel campo delle
esperienze del bambino e vive in modo determinante
sugli schemi motori acquisiti (abilità motorie semplici e
complesse).
Attraverso il vissuto corporeo «afferra il mondo»..…
toccando, muovendo, prendendo, manipolando.
Il gioco determina l’acquisizione di esperienze sociali ed
enormi progressi nello sviluppo, consente l’adattamento
del bambino all'ambiente e dell'ambiente al bambino
(accomodazione ed assimilazione), ed una percezione del
proprio corpo in movimento nello spazio e nel tempo, con
o senza attrezzi od oggetti (vissuto corporeo).
Le caratteristiche del gioco sono:
• la gratuità;
• la delimitazione nello spazio e nel tempo;
• il piacere della tensione;
• Il piacere della competizione.
Il gioco è importante per:
• la stabilizzazione dei movimenti e dei gesti;
• la variazione dei movimenti (adattati allo
spazio, al tempo, al ritmo ed alle differenti
situazioni).
La creatività è la qualità di inventiva (capacità di risolvere
le situazioni-problema che vengono di volta in volta
presentate) che permette di riorganizzare le abilità apprese
e di arrivare a forme nuove di comportamento o di
movimento.
Il bambino giocando da solo, con gli altri, con oggetti o con
attrezzi, si "munisce" di un bagaglio cognitivo, intellettivo,
mentale, motorio, emotivo, che sarà la base su cui
costruire successivamente abilità motorie complesse.
Nel gioco deve essere permesso a tutti i bambini di avere
delle idee, di provare, di capire e di commettere degli
errori.
Il gioco per il bambino è un’attività seria, di cui non può
fare a meno per vivere bene e crescere meglio; togliergli il
gioco significa ferirlo in profondità e privarlo
dell’esperienza necessaria alla crescita.
I bambini possiedono una grande qualità: riescono a
trasformare in gioco tutto ciò con cui entrano in contatto.
I bambini vanno incontro al mondo giocando,
corteggiandolo, cercando di ricondurre alla loro portata e
alla loro dimensione tutto ciò che appare loro poco
comprensibile o tollerabile.
Senza il gioco la realtà avrebbe un impatto durissimo. E
non mediato.
EDUCAZIONE
MOTORIA
Storia
Geografia
Matematica Scienze
Lingue
Disegno
Musica
Educazione
Civica
Scrittura e lettura: coordinazione oculo-manuale,
comprensione delle linee rette, curve e miste; percezione
dello spazio e del tempo; strutturazione spazio-tempo;
creatività, anticipazione motoria, capacità di scelta; fantasia
motoria, interpretando e giocando con le favole.
Disciplina e metodo: acquisizione (rispetto) delle regole con
autoaccusa del fallo (riconoscimento dei propri errori!).
Interpretazione e comunicazione: comprensione di un
argomento e fantasia interpretativa; sviluppo delle qualità
deduttive ed espressive; acquisizione di un proprio
linguaggio META.
di Forte Donatella (11 anni) - testo originale, senza adattamenti né correzioni
C'era una volta nel villaggio dei palloni, una palla, ruvida, buchettata e arancione come una
buccia d'arancia. Essa si distingueva dalle altre palle perché criticava tutto.
Non invidiava la pallina da tennis perché prendeva sempre le racchettate in faccia;
sparlottava del pallone di cuoio, perché veniva preso a calci nei campi spesso infangati;
rideva del pallone di pallavolo perché prendeva delle manate per essere schiacciata; e
quando, poi, aveva da dire del pallone di rugby che non era nemmeno rotondo ed era
trattato peggio di tutti!
Un certo giorno fu notata da un gruppo di bambini annoiati dai soliti giochi. Uno di questi
attaccò ad un palo un secchio bucato dicendo ai compagni che sarebbe stato bravo chi
avrebbe fatto finire la palla nel cesto. Questa pensò che ormai era giunta la sua ultima ora, e
sarebbe finita, come tutti i rifiuti. Si sentì sollevare e provò l'emozione del volo e, quando si
aspettava il tonfo nel secchio, si ritrovò tra le mani di altri ragazzi. Rimbalzò sul pavimento
liscio, passo tra varie mani, e ancora, oplà! un volo con ritorno. Era fantastico! In un
momento, nella gioia dei ragazzi si sentì contenta.
Apprezzò così tutte le sue compagne che forse erano più maltrattate, ma che erano utili alla
crescita sana dei ragazzi, come adesso era lei e riconobbe che era stata proprio fortunata.
Percezione dello spazio, percezione del tempo,
strutturazione spazio-tempo.
Anticipazione motoria, capacità di scelta.
Sviluppo delle qualità deduttive ed espressive.
Fantasia motoria. Vissuto corporeo.
Percezione del proprio corpo
Anatomia del corpo umano
Fisiologia del corpo umano
Coscienza dei propri limiti (+ e -)
Espressione e terminologie corrette
Deduzione, problem solving, fantasia motoria,
organizzazione in gruppi e sottogruppi (insiemistica).
Linee rette, curve, spezzate e miste.
Percezione dello spazio ed interpretazione ed
orientamento nello stesso.
Punteggi progressivi e a ritroso, per 1, 2, 3 ….
(addizioni, sottrazioni, divisioni, moltiplicazioni, tabelline).
Parabole, angoli, sponde, capacità di scelta.
Lezione in lingua, acquisizione
di un linguaggio base, anche tra
singoli alunni.
Linguaggio tecnico specifico.
Creatività e vissuto corporeo.
Fantasia ed interpretazione.
C'era una volta nel villaggio dei palloni, una palla, ruvida,
buchettata e arancione come una buccia d'arancia. Essa si
distingueva dalle altre palle perché criticava tutto.
Non invidiava
la pallina da
tennis perché
prendeva
sempre le
racchettate in
faccia.
Sparlottava del pallone
di cuoio, perché veniva
preso a calci nei campi
spesso infangati.
Rideva del pallone di
pallavolo perché
prendeva delle manate
per essere schiacciata.
Aveva da dire del pallone
di rugby che non era
nemmeno rotondo ed era
trattato peggio di tutti!
Un certo giorno fu notata da un gruppo di bambini annoiati dai soliti giochi.
Uno di questi
attaccò ad un palo
un secchio bucato
dicendo ai
compagni che
sarebbe stato
bravo chi avrebbe
fatto finire la palla
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Rimbalzò sul pavimento liscio, passo tra varie
mani, e ancora, oplà! un volo con ritorno.
Si sentì sollevare
e provò
l'emozione del
volo e, quando si
aspettava il tonfo
nel secchio, si
ritrovò
tra le mani
di altri
ragazzi.
In un
momento,
nella gioia
dei ragazzi
si sentì
contenta.
Apprezzò così tutte le sue compagne che forse
erano più maltrattate, ma che erano utili alla
crescita sana dei ragazzi, come adesso era lei e
riconobbe che era stata proprio fortunata.
E la famiglia?
Cari papà, care mamme, cari
nonni, recuperate i “giochi
tradizionali” (campana,
rubabandiera, mosca cieca,
nascondino, salto della
corda, etc.), utilizzate le
piste ciclabili, organizzate
escursioni in montagna o
nei parchi e nelle aree
protette per apprezzare e
conoscere la natura, amare
la vita all’aria aperta ed
acquisire uno stile di vita
salutare.
 Usare le scale, invece , che l’ascensore.
 Lavare l’auto con i bambini.
 Posteggiare almeno a 500 mt dalla meta.
 Lunghe passeggiate domenicali.
 30 minuti di attività fisica moderata, come ad
esempio camminare a passo veloce, è sufficiente
per ottenere molti benefici ed aiuta a prevenire
o controllare comportamenti a rischio (OMS
2005).
Il movimento “sufficiente”
Ma i bimbi sono motivati a farlo?
Due o tre ore settimanali di giocosport organizzato,
specie nell’infanzia, rappresentano una parentesi di
«movimento-motivante» in un contesto di stili di vita
del tutto sedentari (lezioni scolastiche, televisione,
videogame, computer, ascolto musica, letture, ecc.),
quindi,
bisognerà ridurre al minimo, non più di due ore al
giorno, il tempo libero extrascolastico trascorso in
attività sedentarie.
 Migliora l’attività cardiaca e previene il rischio di ipertensione arteriosa
 Favorisce la tonicità delle masse muscolari e la mobilità articolare
 Migliora la postura
 Favorisce la crescita in modo armonico
 Migliora la funzione respiratoria
 Contribuisce al controllo del peso corporeo
 Migliora il controllo nervoso dell’appetito
 Previene la precoce formazione dei depositi di grasso (GR)
 Favorisce l’apprendimento del leggere, dello scrivere, del far di conto
 Migliora l’autostima e le qualità relazionali
10 buoni motivi per fare
attività motoria sin da piccoli
Ma mi
raccomando!
Fate silenzio
ed eseguite
gli «esercizi»!
È lampante la metafora nel celeberrimo film di
Disney «Mary Poppins»!
In una lettera rivolta al papà, Jane e
Michael Banks, i mini protagonisti del film,
esprimono la loro desiderata per una Tata
ideale tracciando un preciso profilo sulle
caratteristiche che vorrebbero esprimesse il
loro interlocutore adulto (genitore, piuttosto
che educatore, insegnante e/o istruttore).
Che sia buona, sia paziente, sempre allegra e
divertente.
Non dovrà gridare, ma solo giocare,
dovrà badare a noi bambini, sapendo che sono vivaci ma
carini.
Molti regali dovrà fare e poi, dovrà cantar con loro.
Le poesie non ci farà studiar,
solo compiti leggeri, niente purghe né clisteri.
Se te la senti di obbedire a queste nostre richieste,
noi bimbi non te ne faremo mai pentire.
Ti promettiamo che nel letto ranocchie mai Ti metteremo,
né sale nel The, né pepe nel caffè.
Se l’offerta Ti va: bene! Vieni! Ma fa in fretta!
Lungi dal pensare di voler dare indicazioni in merito alla
“bravura” di un istruttore sotto l’aspetto della competenza
tecnica e metodologica, non è questo il luogo.
Questo non mi assolve dal compito di indicare, secondo un
personale punto di vista, quali debbano essere le
caratteristiche comportamentali e comunicative che dove
possedere l’istruttore ideale che affronta un gruppo di
Attività Motoria, oltre che il possesso delle competenze
tecniche e metodologiche: sarebbe auspicabile che gli
istruttori fossero tutti Diplomati ISEF o Laureati in Scienze
Motorie.
L'Istruttore dovrà
impersonare un
pò «Peter Pan»
ma, soprattutto,
«Mary Poppins».
Difficile immaginare un buon
istruttore od un educatore, che
non sia affetto perlomeno da un
pizzico di “sindrome di Peter
Pan”, se non altro, per meglio
immedesimarsi nella “mentalità”
dei bambini.
La differenza qualitativa, però, la genera il saper essere quanto più
simile a “Mary Poppins” (che, secondo il suo speciale centimetro,
è “praticamente perfetta”).
• Assistere ad una manifestazione sportiva giovanile dove
tutti i genitori presenti siano attenti a sostenere i propri
figli ed anche i loro avversari di gioco, e che lo facciano
con competenza, specie nei momenti di difficoltà,
rendendo volatili gli effetti di un errore (in ogni modo
non voluto) o di una sconfitta (assolutamente non
desiderata), sottolineando tutte le positività che si
svelano durante l’evento, di qualunque tra le parti sia il
bambino partecipante.
• Auspico che la scuola dedichi il giusto spazio
all’educazione motoria, riconoscendole il diritto di
protagonista nella trasversalità di insegnamento.
• Che ogni bimbo abbia un “istruttore preparato”,
magari Laureato in Scienze Motorie, in grado di
proporre LEZIONI, dove l’obiettivo è il CARICO
MOTORIO e, quindi, lo sviluppo delle qualità
coordinative, piuttosto che ALLENAMENTI, e
CARICO FISICO.
• Che ogni bimbo abbia l’opportunità di “agitare la
propria immaginazione”, sperimentare la propria
“fantasia motoria”, esternare le proprie abilità e
tutto il possibile entusiasmo.
• Vorrei che questo sogno diventi uno slogan ed è
il mio augurio, oltre che di FORMIA
BASKETBALL, a tutti i bambini verso i quali
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Basketball in vita em otricità pdf

  • 1. Lunedì, 25 marzo 2013, ore 17:00 Teatro Remigio Paone - Formia con il Patrocinio:in collaborazione con: organizza:
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  • 4. La «ginnastica» si chiamerà «corpo in movimento». E in cosa consiste? Nel fare «ginnastica».
  • 5. 3 Ma mi raccomando! Fate silenzio ed eseguite gli «esercizi»! Alunno Maestra 2 EVVIVA! E ora… TUTTI IN PALESTRA! ?!? 1 Bla, bla, bla, bla…
  • 6. E il mio anche teatro! Sa, non faccio per dire, ma mio figlio dopo la scuola fa piscina…… …..danza….. …..pittura….. …..inglese e pianoforte!
  • 7. Qualcuno era presente quando un allenatore si è rivolto ai propri atleti in questi termini? “Dai ragazzi che vinciamo!!! ….altrimenti domani, per punizione, ognuno di voi farà 100 piegamenti sulle braccia”!
  • 8. È mai capitato di sentire un genitore rivolgersi al proprio figlio in questi termini? “Dai Mario che ce la fai, ma se perdi, stasera niente cena!”
  • 9. È raro assistere ad un pubblico che inneggia taluni comportamenti? “Picchialo, falcialo, sgambettalo, massacralo, fagli sputare sangue!”
  • 10. “Papà, mi piacerebbe andare a scuola nuoto con Piero, m’iscrivi?” Esorta rassegnato il bambino cosciente che, in ogni modo, la sua famiglia non potrà permettersi di pagare la quota d’adesione al “Club”.
  • 11. “Mamma, anziché al parco giochi, possiamo andare a trovare Pietro in campagna dove posso salire sugli alberi, saltare le pozzanghere, guadare il rivo e rincorrere le galline?” Esorta rassegnato il bambino cosciente che, in ogni caso, vivendo in città dovrà accontentarsi del “Bunker- giochi” di fronte casa (ed anche in questo caso sarà fortunato!).
  • 13.
  • 14. L’attività motoria e sportiva, come da più di un secolo psicologi e pedagogisti di tutto il mondo raccomandano, sono “palestra” di vita, socializzazione e convivenza, nonché requisito fondamentale per il leggere, lo scrivere ed il far di conto.
  • 15. Nell'articolo 31 della Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia, approvata dall'Assemblea delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, si riconosce ai bambini ed alle bambine "il diritto al riposo e allo svago, a dedicarsi al gioco ed alle attività ricreative proprie della loro età ed a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica".
  • 16. QUEL CHE UN BIMBO NON FA A QUESTA ETÀ…. ….NON È PIÙ RIPETIBILE!
  • 17. Sperimento…non riesco…sperimento ancora… e ancora…finché riesco…quindi, mi emoziono…e finalmente, apprendo!
  • 18. È un attrezzo da dominare, difficile all’inizio perché risponde in modo incontrollato, poi, una volta dominato, rende il bambino sicuro e padrone del proprio «io».
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  • 30. "L'uomo gioca solo quando è uomo nel significato più pieno del termine ed egli è interamente uomo solo quando gioca". [Shiller, due secoli fa] Un imperativo importante per Educatori, Docenti, Istruttori, Allenatori: "Ridate al gioco un posto centrale nella formazione dei bambini, dei ragazzi, degli adolescenti!". Se un bimbo vive un'infanzia fertile di sogni, progetti, realizzazioni, con la ricchezza e la vitalità del gioco, allora potrà vivere successivamente una fanciullezza ed una adolescenza viva e vera!
  • 31. Affinché ciò avvenga, hanno bisogno di avvicinarvisi con i tempi ed i modi della loro età, prima giocando in allegria e poi, gradualmente, avviandoli alle regole, all'impegno fisico e psicologico, alla lealtà sportiva, alla competizione, al confronto e mai allo scontro. Questi obiettivi saranno meno faticosi da raggiungere se hanno avuto origine dal gioco e non ne hanno perduto, con il passare del tempo, le caratteristiche originarie. Il gioco, il gioco-sport e lo sport, se insegnati correttamente, hanno grandi potenzialità, anche, per aiutare quei bambini/e, ragazzi/e che provengono da esperienze familiari e sociali difficili.
  • 32. Affinché tutto ciò avvenga, occorrono buoni Insegnanti-Istruttori- Educatori, quindi, Allenatori competenti, che siano innanzitutto buoni conoscitori del mondo infantile e dotati di grande umanità. Ma il punto è se impegnare tutte le risorse per selezionare e "allevare" potenziali campioni, piuttosto che allargare base di praticanti innamorati del gioco, del gioco-sport e dello sport. La nostra scelta opta la seconda soluzione che, oltre a non impedire l'emergere di individualità particolarmente dotate, ha il pregio di non diffondere frustrazione e di creare una base di praticanti entusiasti, ancora capaci, come facevano da bambini, di giocare. Possono rappresentare un fattore di inserimento, di condivisione alla vita sociale, di disponibilità, di accoglienza delle differenze e di rispetto delle regole.
  • 33. Chi ha stabilito che il bambino non può “digerire” una sconfitta? Il bambino gioca per misurarsi e la sconfitta non è tale se diventa pungolo per migliorarsi, anzi renderà più importante la successiva vittoria. Ovvio che questo passaggio necessita di un “humus” e di una “guida sapiente”, magari supportati da un mezzo che soddisfi i bisogni primari del bambino.
  • 34. Chi ha stabilito che il normodotato sia una risorsa per il diversamente abile? Perché non provare, almeno per una volta, a ribaltare il concetto e considerare il diversamente abile come una risorsa per il normodotato? Lo sport va riconosciuto come diritto di cittadinanza, oltre che come risorsa per l’integrazione.
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  • 38. Ottenimento risultato Gratificazione Autostima «Sicurizzazione» Stimolo ad upgrade Rispetto, per se stessi e per gli altri =
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  • 41. Il gioco ha un grande "ruolo" nella vita e nel campo delle esperienze del bambino e vive in modo determinante sugli schemi motori acquisiti (abilità motorie semplici e complesse). Attraverso il vissuto corporeo «afferra il mondo»..… toccando, muovendo, prendendo, manipolando. Il gioco determina l’acquisizione di esperienze sociali ed enormi progressi nello sviluppo, consente l’adattamento del bambino all'ambiente e dell'ambiente al bambino (accomodazione ed assimilazione), ed una percezione del proprio corpo in movimento nello spazio e nel tempo, con o senza attrezzi od oggetti (vissuto corporeo).
  • 42. Le caratteristiche del gioco sono: • la gratuità; • la delimitazione nello spazio e nel tempo; • il piacere della tensione; • Il piacere della competizione. Il gioco è importante per: • la stabilizzazione dei movimenti e dei gesti; • la variazione dei movimenti (adattati allo spazio, al tempo, al ritmo ed alle differenti situazioni).
  • 43. La creatività è la qualità di inventiva (capacità di risolvere le situazioni-problema che vengono di volta in volta presentate) che permette di riorganizzare le abilità apprese e di arrivare a forme nuove di comportamento o di movimento. Il bambino giocando da solo, con gli altri, con oggetti o con attrezzi, si "munisce" di un bagaglio cognitivo, intellettivo, mentale, motorio, emotivo, che sarà la base su cui costruire successivamente abilità motorie complesse. Nel gioco deve essere permesso a tutti i bambini di avere delle idee, di provare, di capire e di commettere degli errori.
  • 44. Il gioco per il bambino è un’attività seria, di cui non può fare a meno per vivere bene e crescere meglio; togliergli il gioco significa ferirlo in profondità e privarlo dell’esperienza necessaria alla crescita. I bambini possiedono una grande qualità: riescono a trasformare in gioco tutto ciò con cui entrano in contatto. I bambini vanno incontro al mondo giocando, corteggiandolo, cercando di ricondurre alla loro portata e alla loro dimensione tutto ciò che appare loro poco comprensibile o tollerabile. Senza il gioco la realtà avrebbe un impatto durissimo. E non mediato.
  • 46. Scrittura e lettura: coordinazione oculo-manuale, comprensione delle linee rette, curve e miste; percezione dello spazio e del tempo; strutturazione spazio-tempo; creatività, anticipazione motoria, capacità di scelta; fantasia motoria, interpretando e giocando con le favole. Disciplina e metodo: acquisizione (rispetto) delle regole con autoaccusa del fallo (riconoscimento dei propri errori!). Interpretazione e comunicazione: comprensione di un argomento e fantasia interpretativa; sviluppo delle qualità deduttive ed espressive; acquisizione di un proprio linguaggio META.
  • 47. di Forte Donatella (11 anni) - testo originale, senza adattamenti né correzioni C'era una volta nel villaggio dei palloni, una palla, ruvida, buchettata e arancione come una buccia d'arancia. Essa si distingueva dalle altre palle perché criticava tutto. Non invidiava la pallina da tennis perché prendeva sempre le racchettate in faccia; sparlottava del pallone di cuoio, perché veniva preso a calci nei campi spesso infangati; rideva del pallone di pallavolo perché prendeva delle manate per essere schiacciata; e quando, poi, aveva da dire del pallone di rugby che non era nemmeno rotondo ed era trattato peggio di tutti! Un certo giorno fu notata da un gruppo di bambini annoiati dai soliti giochi. Uno di questi attaccò ad un palo un secchio bucato dicendo ai compagni che sarebbe stato bravo chi avrebbe fatto finire la palla nel cesto. Questa pensò che ormai era giunta la sua ultima ora, e sarebbe finita, come tutti i rifiuti. Si sentì sollevare e provò l'emozione del volo e, quando si aspettava il tonfo nel secchio, si ritrovò tra le mani di altri ragazzi. Rimbalzò sul pavimento liscio, passo tra varie mani, e ancora, oplà! un volo con ritorno. Era fantastico! In un momento, nella gioia dei ragazzi si sentì contenta. Apprezzò così tutte le sue compagne che forse erano più maltrattate, ma che erano utili alla crescita sana dei ragazzi, come adesso era lei e riconobbe che era stata proprio fortunata.
  • 48. Percezione dello spazio, percezione del tempo, strutturazione spazio-tempo. Anticipazione motoria, capacità di scelta. Sviluppo delle qualità deduttive ed espressive. Fantasia motoria. Vissuto corporeo.
  • 49. Percezione del proprio corpo Anatomia del corpo umano Fisiologia del corpo umano Coscienza dei propri limiti (+ e -) Espressione e terminologie corrette
  • 50. Deduzione, problem solving, fantasia motoria, organizzazione in gruppi e sottogruppi (insiemistica). Linee rette, curve, spezzate e miste. Percezione dello spazio ed interpretazione ed orientamento nello stesso. Punteggi progressivi e a ritroso, per 1, 2, 3 …. (addizioni, sottrazioni, divisioni, moltiplicazioni, tabelline). Parabole, angoli, sponde, capacità di scelta.
  • 51. Lezione in lingua, acquisizione di un linguaggio base, anche tra singoli alunni. Linguaggio tecnico specifico.
  • 52. Creatività e vissuto corporeo. Fantasia ed interpretazione.
  • 53.
  • 54. C'era una volta nel villaggio dei palloni, una palla, ruvida, buchettata e arancione come una buccia d'arancia. Essa si distingueva dalle altre palle perché criticava tutto.
  • 55. Non invidiava la pallina da tennis perché prendeva sempre le racchettate in faccia.
  • 56. Sparlottava del pallone di cuoio, perché veniva preso a calci nei campi spesso infangati.
  • 57. Rideva del pallone di pallavolo perché prendeva delle manate per essere schiacciata.
  • 58. Aveva da dire del pallone di rugby che non era nemmeno rotondo ed era trattato peggio di tutti!
  • 59. Un certo giorno fu notata da un gruppo di bambini annoiati dai soliti giochi.
  • 60. Uno di questi attaccò ad un palo un secchio bucato dicendo ai compagni che sarebbe stato bravo chi avrebbe fatto finire la palla nel cesto.
  • 61. Rimbalzò sul pavimento liscio, passo tra varie mani, e ancora, oplà! un volo con ritorno. Si sentì sollevare e provò l'emozione del volo e, quando si aspettava il tonfo nel secchio, si ritrovò tra le mani di altri ragazzi.
  • 62. In un momento, nella gioia dei ragazzi si sentì contenta.
  • 63. Apprezzò così tutte le sue compagne che forse erano più maltrattate, ma che erano utili alla crescita sana dei ragazzi, come adesso era lei e riconobbe che era stata proprio fortunata.
  • 65. Cari papà, care mamme, cari nonni, recuperate i “giochi tradizionali” (campana, rubabandiera, mosca cieca, nascondino, salto della corda, etc.), utilizzate le piste ciclabili, organizzate escursioni in montagna o nei parchi e nelle aree protette per apprezzare e conoscere la natura, amare la vita all’aria aperta ed acquisire uno stile di vita salutare.
  • 66.  Usare le scale, invece , che l’ascensore.  Lavare l’auto con i bambini.  Posteggiare almeno a 500 mt dalla meta.  Lunghe passeggiate domenicali.  30 minuti di attività fisica moderata, come ad esempio camminare a passo veloce, è sufficiente per ottenere molti benefici ed aiuta a prevenire o controllare comportamenti a rischio (OMS 2005). Il movimento “sufficiente” Ma i bimbi sono motivati a farlo?
  • 67. Due o tre ore settimanali di giocosport organizzato, specie nell’infanzia, rappresentano una parentesi di «movimento-motivante» in un contesto di stili di vita del tutto sedentari (lezioni scolastiche, televisione, videogame, computer, ascolto musica, letture, ecc.), quindi, bisognerà ridurre al minimo, non più di due ore al giorno, il tempo libero extrascolastico trascorso in attività sedentarie.
  • 68.  Migliora l’attività cardiaca e previene il rischio di ipertensione arteriosa  Favorisce la tonicità delle masse muscolari e la mobilità articolare  Migliora la postura  Favorisce la crescita in modo armonico  Migliora la funzione respiratoria  Contribuisce al controllo del peso corporeo  Migliora il controllo nervoso dell’appetito  Previene la precoce formazione dei depositi di grasso (GR)  Favorisce l’apprendimento del leggere, dello scrivere, del far di conto  Migliora l’autostima e le qualità relazionali 10 buoni motivi per fare attività motoria sin da piccoli
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  • 70. Ma mi raccomando! Fate silenzio ed eseguite gli «esercizi»!
  • 71. È lampante la metafora nel celeberrimo film di Disney «Mary Poppins»! In una lettera rivolta al papà, Jane e Michael Banks, i mini protagonisti del film, esprimono la loro desiderata per una Tata ideale tracciando un preciso profilo sulle caratteristiche che vorrebbero esprimesse il loro interlocutore adulto (genitore, piuttosto che educatore, insegnante e/o istruttore).
  • 72. Che sia buona, sia paziente, sempre allegra e divertente. Non dovrà gridare, ma solo giocare, dovrà badare a noi bambini, sapendo che sono vivaci ma carini. Molti regali dovrà fare e poi, dovrà cantar con loro. Le poesie non ci farà studiar, solo compiti leggeri, niente purghe né clisteri. Se te la senti di obbedire a queste nostre richieste, noi bimbi non te ne faremo mai pentire. Ti promettiamo che nel letto ranocchie mai Ti metteremo, né sale nel The, né pepe nel caffè. Se l’offerta Ti va: bene! Vieni! Ma fa in fretta!
  • 73. Lungi dal pensare di voler dare indicazioni in merito alla “bravura” di un istruttore sotto l’aspetto della competenza tecnica e metodologica, non è questo il luogo. Questo non mi assolve dal compito di indicare, secondo un personale punto di vista, quali debbano essere le caratteristiche comportamentali e comunicative che dove possedere l’istruttore ideale che affronta un gruppo di Attività Motoria, oltre che il possesso delle competenze tecniche e metodologiche: sarebbe auspicabile che gli istruttori fossero tutti Diplomati ISEF o Laureati in Scienze Motorie. L'Istruttore dovrà impersonare un pò «Peter Pan» ma, soprattutto, «Mary Poppins».
  • 74. Difficile immaginare un buon istruttore od un educatore, che non sia affetto perlomeno da un pizzico di “sindrome di Peter Pan”, se non altro, per meglio immedesimarsi nella “mentalità” dei bambini. La differenza qualitativa, però, la genera il saper essere quanto più simile a “Mary Poppins” (che, secondo il suo speciale centimetro, è “praticamente perfetta”).
  • 75. • Assistere ad una manifestazione sportiva giovanile dove tutti i genitori presenti siano attenti a sostenere i propri figli ed anche i loro avversari di gioco, e che lo facciano con competenza, specie nei momenti di difficoltà, rendendo volatili gli effetti di un errore (in ogni modo non voluto) o di una sconfitta (assolutamente non desiderata), sottolineando tutte le positività che si svelano durante l’evento, di qualunque tra le parti sia il bambino partecipante. • Auspico che la scuola dedichi il giusto spazio all’educazione motoria, riconoscendole il diritto di protagonista nella trasversalità di insegnamento.
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  • 79. • Che ogni bimbo abbia un “istruttore preparato”, magari Laureato in Scienze Motorie, in grado di proporre LEZIONI, dove l’obiettivo è il CARICO MOTORIO e, quindi, lo sviluppo delle qualità coordinative, piuttosto che ALLENAMENTI, e CARICO FISICO. • Che ogni bimbo abbia l’opportunità di “agitare la propria immaginazione”, sperimentare la propria “fantasia motoria”, esternare le proprie abilità e tutto il possibile entusiasmo.
  • 80. • Vorrei che questo sogno diventi uno slogan ed è il mio augurio, oltre che di FORMIA BASKETBALL, a tutti i bambini verso i quali voglio confermare, anche tutto l’impegno nella la convinzione che….. …un bonsai resta tale…finché non lo pianti in una foresta.