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INTELLIGENZA EMOTIVA


Capacità di riconoscere i pensieri e le emozioni degli altri e di
reagire con sentimenti consoni



Reazione affettiva alle emozioni dell’altro
INTELLIGENZA RAZIONALE COGNITIVA
CAPACITA’ DI SISTEMATIZZAZIONE


Tendenza ad analizzare, vagliare ed elaborare sistemi



Capire il Funzionamento delle cose, dedurre le regole di un
sistema, predire il comportamento di sistemi inanimati
TRIADE DEI DEFICIT DELL’AUTISMO
1 Compromissione qualitativa dell’interazione sociale:
a) Incapacità di utilizzare adeguatamente lo sguardo, la gestualità,
la mimica per regolare l’interazione sociale
b) Incapacità di sviluppare rapporti con coetanei
c) Mancanza di reciprocità socio-emozionale (assenza di
modulazione del comportamento in accordo al contesto sociale)
2 Compromissione qualitativa della comunicazione, evidente in
almeno uno dei seguenti aspetti:
aspetti
a) Ritardo o totale mancanza dello sviluppo del linguaggio verbale,
non accompagnato da tentativo di compenso gestuale
b) Relativa incapacità di iniziare o sostenere una conversazione
c) Uso ripetitivo e stereotipato del linguaggio
d) Assenza di gioco imitativo od inventivo
Lo Spettro Autistico:
due sottotipi
Autismo Classico
Quozienti intellettivo variabile
Ritardo nel linguaggio

Sindrome di Asperger
Individui con un QI normale o superiore
Normale sviluppo del linguaggio
Ulteriore confusione
A complicare il tentativo di
distinguere i profili cognitivi della
Sindrome di Asperger e
dell'Autismo vi è il fatto che molti
bambini autistici, da adulti
ricevono una diagnosi di
Sindrome di Asperger
Manjiviona, J., Prior, M., (1999). Neuropsychological Profile of Children
with Asperger syndrome and Autism. Autism 3 (4), 327-356.

15/12/13

Dr. Carlo Pascoletti

5
Disturbo autistico
Condizione cronica disabilitante ad esordio infantile precoce

Parte dello spettro dei disturbi pervasivi consiste in:
Linguaggio ritardato e disturbato
Restrizione degli interessi
Comportamenti ripetitivi
Alterata interazione sociale
Problemi comportamentali

15/12/13

Dr. Carlo Pascoletti

6
Diagnosi precoce- Indicatori
Indicatori riguardanti la comunicazione
Ritardo del linguaggio; perdita delle parole apprese
Mancata risposta al proprio nome; difficoltà nel dire ciò che si vuole
Difficoltà a seguire gli ordini; in alcuni casi apparente sordità
Assenza del gesto indicatore; assenza del saluto accompagnato al gesto
Indicatori riguardanti la socializzazione
Assenza del sorriso sociale; contatto oculare povero
Preferenza di giochi solitari; isolamento “in un mondo proprio”
Indifferenza verso i genitori; disinteresse per gli altri bambini
Preoccupazioni riguardanti il comportamento
Collera, opposizione, iperattività
Difficoltà nell’utilizzo adeguato dei giochi
Fissità ripetitiva per alcuni oggetti
Attaccamento inusuale per alcuni oggetti
Marcia sulla punta dei piedi, movimenti bizzarri

7
Caratteristiche
cliniche
Problematiche per area funzionale:
Funzioni esecutive (imitazione, pianificazione, sequenze)
Percezione
Attenzione
Comunicazione e linguaggio
Processi di interazione
Disturbi cognitivi
Meccanismi di regolazione dell’ansia e delle emozioni.
Problematiche comportamentali
Disprassia

8
Da un punto di vista neuropsicologico:
1

“disprassia”

difficoltà nell’uso di sequenze motorie, nella pianificazione
2
delle sequenze e nella memoria di lavoro
3

confusione nella selezione dell’orientamento del gesto

4

incoerenza ideo-prassica

5

disturbi attentivi con dissociazione tra il movimento e lo
sguardo

6

conflitto tra più funzioni in contemporanea con competizione
tra gli schemi (scarsa integrazione uditiva-visiva, visuomotoria).
9
I disturbi comportamentali osservabili in ambito clinico,
corrispondono a:
 Stereotipie
 Condotte oppositorie
 Condotte auto-etero aggressive
 Passività / Iperattività
 Rituali, ossessioni, difficoltà al cambiamento
 Scarsa adattabilità al contesto con strutturazione di schemi
comportamentali rigidi
 Isolamento / evitamento
 Iperstimolazione sensoriale (auto-lesioni)
 Impulsività

15/12/13

10
mirror
Scoperti da Giacomo Rizzolatti e colleghi,

neurofisiologi dell’Università di Parma all’inizio
degli anni Novanta grazie a studi sperimentali
sul macaco mediante la registrazione dell’attività
neurale;

Sono dotati della capacità di attivarsi:
Quando un individuo compie un’azione in prima

persona;
Quando un individuo vede un altro compiere la stessa
azione.
I neuroni a specchio
Compiere l’azione
Compito: richiesta del
movimento volontario (aprire
e chiudere la mano)
Sia nei normali che negli
autistici l’EEG registra
l’ampiezza delle onde mu

Simulare l’azione
Compito: osservare un altro
che compie l’azione.
Nei normali l’EEG registra la
discesa brusca delle onde
mu (rosso); nei autistici le
onde mu non sono eliminate
(blu).

12
Consentono al cervello di correlare gli atti motori

osservati a quelli propri e riconoscerne in tal modo il
significato, basandosi unicamente su competenze
motorie.

Non si può osservare infatti qualcuno prendere in

mano un oggetto senza evocare nel cervello i piani
motori necessari per afferrare noi stessi quel oggetto.
Il sistema dei neuroni specchio
sembra smentire l’idea che
percezione ed azione siano
processi indipendenti, confinati
in aree separate del cervello
 “La percezione è immersa nella dinamica dell’azione”

(Rizzolatti, 2006).
È rilevante per la comprensione del significato delle

azioni ed intenzioni altrui;

È

coinvolto
nell’imitazione:
traduce
immediatamente l’azione osservata che viene poi
codificata in termini motori, rendendo possibile in
tal modo al soggetto una sua replica.
Favorisce

la comprensione immediata delle
emozioni altrui: attraverso l’imitazione e la mimica
siamo in grado di provare ciò che provano le altre
persone;
Meccanismo dell’empatia
L’ empatia è la capacità di percepire, immaginare e

avere una comprensione diretta degli stati mentali e dei
comportamenti altrui;

Dall’imitazione

interna dell’espressione facciale
osservata i neuroni specchio, attivandosi, attraverso
l’insula, inviano segnali ai centri del sistema limbico
che producono la sensazione dell’emozione, facendoci
così comprendere ciò che provano le altre persone.
Teoria della mente
Teoria della mente
(Frith, 1995; Happé, 1994: 38-39; Baron-Coen et al., 1993: 112-121).

Capacità cognitiva di inferire gli stati mentali altrui al
fine di spiegarne il comportamento, il pensiero e
l’atteggiamento per mediare le autoreferenzialità.
età di comparsa
3-4 a.

misura
dell’intelligenza
sociale

Pensieri,
desideri,
credenze,
sentimenti, ecc.

I soggetti autistici hanno carenze nel pensare agli
altri in termini di stati mentali

18
Richiamiamo i compiti
delle Funzioni Esecutive
ideazione
programmazione
esecuzione
verifica
modulazione di correttivi

19
Quindi le FE quali
capacità
neuropsicologiche
superiori permettono
il mantenimento di
un assetto mentale
appropriato per
risolvere problemi
complessi

I deficits nel soggetto
autistico determinano
carenza di flessibilità e
difficoltà ad adattarsi
alle situazioni nuove

Tipi di problemi
 Pianificare il comportamento
 Inibire una risposta (azioni automatiche)
Trattenere informazioni di lavoro (working
memory)

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Autismo 0

  • 1. INTELLIGENZA EMOTIVA  Capacità di riconoscere i pensieri e le emozioni degli altri e di reagire con sentimenti consoni  Reazione affettiva alle emozioni dell’altro
  • 2. INTELLIGENZA RAZIONALE COGNITIVA CAPACITA’ DI SISTEMATIZZAZIONE  Tendenza ad analizzare, vagliare ed elaborare sistemi  Capire il Funzionamento delle cose, dedurre le regole di un sistema, predire il comportamento di sistemi inanimati
  • 3. TRIADE DEI DEFICIT DELL’AUTISMO 1 Compromissione qualitativa dell’interazione sociale: a) Incapacità di utilizzare adeguatamente lo sguardo, la gestualità, la mimica per regolare l’interazione sociale b) Incapacità di sviluppare rapporti con coetanei c) Mancanza di reciprocità socio-emozionale (assenza di modulazione del comportamento in accordo al contesto sociale) 2 Compromissione qualitativa della comunicazione, evidente in almeno uno dei seguenti aspetti: aspetti a) Ritardo o totale mancanza dello sviluppo del linguaggio verbale, non accompagnato da tentativo di compenso gestuale b) Relativa incapacità di iniziare o sostenere una conversazione c) Uso ripetitivo e stereotipato del linguaggio d) Assenza di gioco imitativo od inventivo
  • 4. Lo Spettro Autistico: due sottotipi Autismo Classico Quozienti intellettivo variabile Ritardo nel linguaggio Sindrome di Asperger Individui con un QI normale o superiore Normale sviluppo del linguaggio
  • 5. Ulteriore confusione A complicare il tentativo di distinguere i profili cognitivi della Sindrome di Asperger e dell'Autismo vi è il fatto che molti bambini autistici, da adulti ricevono una diagnosi di Sindrome di Asperger Manjiviona, J., Prior, M., (1999). Neuropsychological Profile of Children with Asperger syndrome and Autism. Autism 3 (4), 327-356. 15/12/13 Dr. Carlo Pascoletti 5
  • 6. Disturbo autistico Condizione cronica disabilitante ad esordio infantile precoce Parte dello spettro dei disturbi pervasivi consiste in: Linguaggio ritardato e disturbato Restrizione degli interessi Comportamenti ripetitivi Alterata interazione sociale Problemi comportamentali 15/12/13 Dr. Carlo Pascoletti 6
  • 7. Diagnosi precoce- Indicatori Indicatori riguardanti la comunicazione Ritardo del linguaggio; perdita delle parole apprese Mancata risposta al proprio nome; difficoltà nel dire ciò che si vuole Difficoltà a seguire gli ordini; in alcuni casi apparente sordità Assenza del gesto indicatore; assenza del saluto accompagnato al gesto Indicatori riguardanti la socializzazione Assenza del sorriso sociale; contatto oculare povero Preferenza di giochi solitari; isolamento “in un mondo proprio” Indifferenza verso i genitori; disinteresse per gli altri bambini Preoccupazioni riguardanti il comportamento Collera, opposizione, iperattività Difficoltà nell’utilizzo adeguato dei giochi Fissità ripetitiva per alcuni oggetti Attaccamento inusuale per alcuni oggetti Marcia sulla punta dei piedi, movimenti bizzarri 7
  • 8. Caratteristiche cliniche Problematiche per area funzionale: Funzioni esecutive (imitazione, pianificazione, sequenze) Percezione Attenzione Comunicazione e linguaggio Processi di interazione Disturbi cognitivi Meccanismi di regolazione dell’ansia e delle emozioni. Problematiche comportamentali Disprassia 8
  • 9. Da un punto di vista neuropsicologico: 1 “disprassia” difficoltà nell’uso di sequenze motorie, nella pianificazione 2 delle sequenze e nella memoria di lavoro 3 confusione nella selezione dell’orientamento del gesto 4 incoerenza ideo-prassica 5 disturbi attentivi con dissociazione tra il movimento e lo sguardo 6 conflitto tra più funzioni in contemporanea con competizione tra gli schemi (scarsa integrazione uditiva-visiva, visuomotoria). 9
  • 10. I disturbi comportamentali osservabili in ambito clinico, corrispondono a:  Stereotipie  Condotte oppositorie  Condotte auto-etero aggressive  Passività / Iperattività  Rituali, ossessioni, difficoltà al cambiamento  Scarsa adattabilità al contesto con strutturazione di schemi comportamentali rigidi  Isolamento / evitamento  Iperstimolazione sensoriale (auto-lesioni)  Impulsività 15/12/13 10
  • 11. mirror Scoperti da Giacomo Rizzolatti e colleghi, neurofisiologi dell’Università di Parma all’inizio degli anni Novanta grazie a studi sperimentali sul macaco mediante la registrazione dell’attività neurale; Sono dotati della capacità di attivarsi: Quando un individuo compie un’azione in prima persona; Quando un individuo vede un altro compiere la stessa azione.
  • 12. I neuroni a specchio Compiere l’azione Compito: richiesta del movimento volontario (aprire e chiudere la mano) Sia nei normali che negli autistici l’EEG registra l’ampiezza delle onde mu Simulare l’azione Compito: osservare un altro che compie l’azione. Nei normali l’EEG registra la discesa brusca delle onde mu (rosso); nei autistici le onde mu non sono eliminate (blu). 12
  • 13. Consentono al cervello di correlare gli atti motori osservati a quelli propri e riconoscerne in tal modo il significato, basandosi unicamente su competenze motorie. Non si può osservare infatti qualcuno prendere in mano un oggetto senza evocare nel cervello i piani motori necessari per afferrare noi stessi quel oggetto.
  • 14. Il sistema dei neuroni specchio sembra smentire l’idea che percezione ed azione siano processi indipendenti, confinati in aree separate del cervello  “La percezione è immersa nella dinamica dell’azione” (Rizzolatti, 2006).
  • 15. È rilevante per la comprensione del significato delle azioni ed intenzioni altrui; È coinvolto nell’imitazione: traduce immediatamente l’azione osservata che viene poi codificata in termini motori, rendendo possibile in tal modo al soggetto una sua replica.
  • 16. Favorisce la comprensione immediata delle emozioni altrui: attraverso l’imitazione e la mimica siamo in grado di provare ciò che provano le altre persone;
  • 17. Meccanismo dell’empatia L’ empatia è la capacità di percepire, immaginare e avere una comprensione diretta degli stati mentali e dei comportamenti altrui; Dall’imitazione interna dell’espressione facciale osservata i neuroni specchio, attivandosi, attraverso l’insula, inviano segnali ai centri del sistema limbico che producono la sensazione dell’emozione, facendoci così comprendere ciò che provano le altre persone.
  • 18. Teoria della mente Teoria della mente (Frith, 1995; Happé, 1994: 38-39; Baron-Coen et al., 1993: 112-121). Capacità cognitiva di inferire gli stati mentali altrui al fine di spiegarne il comportamento, il pensiero e l’atteggiamento per mediare le autoreferenzialità. età di comparsa 3-4 a. misura dell’intelligenza sociale Pensieri, desideri, credenze, sentimenti, ecc. I soggetti autistici hanno carenze nel pensare agli altri in termini di stati mentali 18
  • 19. Richiamiamo i compiti delle Funzioni Esecutive ideazione programmazione esecuzione verifica modulazione di correttivi 19
  • 20. Quindi le FE quali capacità neuropsicologiche superiori permettono il mantenimento di un assetto mentale appropriato per risolvere problemi complessi I deficits nel soggetto autistico determinano carenza di flessibilità e difficoltà ad adattarsi alle situazioni nuove Tipi di problemi  Pianificare il comportamento  Inibire una risposta (azioni automatiche) Trattenere informazioni di lavoro (working memory) 20