1. RIFLESSIONE SUL VANGELO DI OGGI
MERCOLEDI’ 2 MAGGIO
Dal Vangelo secondo
Giovanni
In quel tempo, Gesù
esclamò:
«Chi crede in me, non
crede in me ma in
colui che mi ha mandato; chi vede
me, vede colui che mi ha mandato. Io
sono venuto nel mondo come luce,
perché chiunque crede in me non
rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e
non le osserva, io non lo condanno;
perché non sono venuto per
condannare il mondo,
ma per salvare il mondo.
2. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie
parole, ha chi lo condanna: la parola
che ho detto lo condannerà
nell’ultimo giorno. Perché io non ho
parlato da me stesso, ma il Padre,
che mi ha mandato, mi ha ordinato
lui di che cosa parlare e che cosa
devo dire. E io so che il suo
comandamento è vita eterna. Le cose
dunque che io dico, le dico così come
il Padre le ha dette a me».
Giovanni così conclude la prima
parte del suo vangelo, il Libro dei
segni, così detto perché imperniato
sull’autorivelazione di Gesù
attraverso sette segni: le nozze di
Cana, le guarigioni del figlio del
funzionario e del paralitico, la
moltiplicazione dei pani, il cammino
sul mare, la guarigione del cieco
nato, la risurrezione di Lazzaro. Gesù
3. si manifesta così come sposo, pane
celeste, luce del mondo, risurrezione,
via, verità e vita, Figlio divino del
Padre. Chi non lo accoglierà non sarà
condannato da lui, ma dalla sua
stessa coscienza, se avrà voluto
negare ciò che l’evidenza gli imponeva
di credere. La stessa Parola interpella
e giudica: è la parola della sapienza
che è il Cristo, che infatti grida a
gran voce (Gv 12,44), con lo stesso
atteggiamento della sapienza del libro
dei Proverbi (Pr 8,3 s.: Essa grida:
“A voi, uomini, io mi rivolgo”).Se
colpevolmente non ci lasciamo
raggiungere da questa parola, oppure
se, pur avendola accolta, la lasciamo
cadere o non la mettiamo in pratica,
da soli ci allontaniamo dalla luce.
Non permettere, Signore, che
l’oscurità ci afferri: noi guardiamo a
te come luce del mondo, come parola
di vita eterna.