1. RIFLESSIONE SUL VANGELO DI OGGI
VENERDI’
27 APRILE
Dal
Vangelo
secondo
Giovanni
In quel
tempo, i
Giudei si
misero a
discutere
aspramente fra loro: «Come può costui
darci la sua carne
da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io
vi dico: se non mangiate la carne del
Figlio dell’uomo e non bevete il suo
sangue, non avete in voi la vita. Chi
2. mangia la mia carne e beve il mio
sangue ha la vita eterna e io lo
risusciterò nell’ultimo giorno. Perché
la mia carne è vero cibo e
il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio
sangue rimane in me e io in lui. Come
il Padre, che ha la vita, ha mandato
me e io vivo per il Padre, così anche
colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non
è come quello che mangiarono i padri
e morirono. Chi mangia questo pane
vivrà in eterno».
Gesù disse queste cose, insegnando
nella sinagoga a Cafàrnao.
L’ultima parte del discorso di Gesù sul
«pane di vita» ne costituisce anche il
momento più intenso, di carattere
marcatamente eucaristico, con parole
sempre più nette e sconcertanti:
mangiare il pane che è Gesù,
mangiare la carne del Figlio dell’uomo
3. e bere il suo sangue, è unire la nostra
vita alla sua vita, che è la vita eterna.
L’invito ad assumere il sangue come
bevanda, del tutto ripugnante agli
interlocutori in quanto violazione di
uno dei precetti più sacri della Legge,
li pone di fronte alla realtà di una
morte salvifica che va al di là delle
prescrizioni rituali. Per la prima volta,
attraverso il linguaggio eucaristico,
viene espressa la presenza di Gesù nel
credente, il quale è così introdotto
nella dimensione trinitaria (Gv 6,56-
58). La vita stessa del Figlio di Dio, il
suo sangue, la sua carne da
«masticare» (il verbo trogo indica
realisticamente un’azione molto
cruda) sono messi nelle mani degli
uomini. Possiamo dimenticarcene,
possiamo far solo finta di
ricordarcene, oppure possiamo farne il
cardine della nostra vita: anche la
nostra vita è da donare o rifiutare agli
uomini, anche noi possiamo essere
fermento di un’esistenza nuova o