Ettore Sansavini, Presidente del GVM Care&Research: “Gli ospedali privati accreditati sono l’unica voce certa nelle spese della sanità pubblica, i quali tagli , privatizzerebbero i cittadini del loro fondamentale diritto alla tutela della salute”
Intervento di Ettore Sansavini membro Comitato Esecutivo AIOP Nazionale e Presidente di GVM Care & Research
1. Intervento di Ettore Sansavini membro Comitato Esecutivo AIOP
Nazionale e Presidente di GVM Care & Research
L’esigenza di provvedere con urgenza ad una revisione della spesa pubblica ha
portato il Governo ad anticipare alcuni provvedimenti che, mentre da un lato
andranno ad incidere sui costi delle Istituzioni, dall’altro mireranno alla riduzione
della spesa per i servizi pubblici.
Consapevoli della necessità di mettere mano ai costi sostenuti dall’intero apparato,
quello che stona nei cosiddetti “tagli” alla spesa sanitaria è la paventata riduzione
del 2% del fondo sanitario destinato agli erogatori privati accreditati, i quali
rappresentano gli unici costi certi, misurabili e verificabili da parte di chiunque.
E’ bene chiarire all’opinione pubblica che le strutture ospedaliere private accreditate
vengono remunerate dalle Asl sulla base di tariffe stabilite dalla stessa P.A., il più
delle volte a valori ulteriormente scontati e solo per le prestazioni effettivamente
erogate.
Basti considerare che, sul totale delle prestazioni erogate dal servizio sanitario, il
25% è stato fornito da ospedali privati accreditati e che il costo sostenuto dallo stato
per tali prestazioni è pari solo al 15% della spesa sanitaria complessiva (dati 2010). In
altre parole spendendo il 15% si sono curati il 25% di tutti i malati.
Inoltre, le stesse aziende ospedaliere private hanno i loro bilanci pubblicati (cosa che
non vale per l’ospedalità pubblica) e sono chiamate sia a soddisfare i requisiti tipici
2. del concessionario di pubblico servizio sia ad operare secondo le logiche del
mercato, ossia salvaguardando la redditività e riducendo le inefficienze.
Per questa ragione, una indiscriminata riduzione del fondo sanitario già
contrattualizzato con gli erogatori privati accreditati, non farà altro che ridurre la
loro capacità di fornire prestazioni sanitarie a favore di tutti i cittadini, quantificabili
in 56.000 ricoveri ospedalieri annui in meno per patologie oncologiche,
neurochirurgiche, cardiologiche, ortopediche, per la dialisi, ecc., difficilmente
assorbibili dalla capacità del sistema pubblico.
Inoltre la spesa ospedaliera pubblica aumenterebbe immediatamente dello 0,6% di
ciò che oggi spende lo Stato.
Una manovra è giusta ed equa se mostra di incidere sulle inefficienze e sui costi
ingiustificabili e fuori controllo.
Spesso si crede erroneamente che gli ospedali privati “sottraggano” pazienti al
sistema pubblico. Al contrario, gli ospedali privati accreditati rappresentano un
elemento di complementarietà rispetto al Sistema Sanitario Nazionale, rispondendo
in modo efficace ed efficiente a specifiche esigenze dell’utenza e di fatto
permettendo uno snellimento del flusso dei pazienti che accedono ai servizi sanitari.
Gli ospedali privati accreditati sono l’unica voce certa nelle spese della sanità
pubblica. Questa riduzione decisa dal Governo produrrebbe l’unico effetto di privare
significativamente i cittadini del loro fondamentale diritto alla tutela della salute.