1. #13M: NO INVALSI! CORTEO E BOICOTAGGI.
Oggi 13 maggio noi, Studenti Autorganizzati Campani, siamo scesi in piazza contro le prove
invalsi.
Le prove invalsi sono l’esempio più chiaro del processo di smantellamento dell’ istruzione pubblica,
iniziato ormai da anni con Berlinguer e finalizzato alla completa aziendalizzazione della scuola sul
modello inglese e americano. Questi “quiz”, presentati come anonimi,mirano a fornire una
valutazione “oggettiva” a livello nazionale, tramite domande di italiano e matematica uguali per
tutte le scuole e tutti gli indirizzi. Le prove in realtà più che garantire una valutazione valida e
attendibile negano la possibilità di una valutazione che tenga conto delle diverse condizioni
economiche, sociali e psicologiche di ciascun alunno.
La lotta al nozionismo continuerà in quanto è assolutamente prioritario bloccare questo meccanismo
che mira alla creazione di scuole di serie A e di serie B, con conseguente inasprimento del divario
sociale tra le varie zone del paese o di una singola città.
NON CI FERMEREMO MAI, PER UNA SCUOLA PUBBLICA, GRATUITA E ACCESSIBILE A
TUTTI!
Le prove invalsi rappresentano un ulteriore passo verso la distruzione dell’istruzione pubblica
perché non educano al pensiero critico ma addestrano gli studenti all’obbedienza attraverso un
sapere standard e nozionistico.
L’invalsi, mero strumento per la selezione di classe,unita al progetto Aprea, introduce all’interno
della scuola la logica di mercato e di profitto che si adegua perfettamente al sistema capitalistico
vigente.
Questo attacco alla scuola pubblica, come quelli al mondo del lavoro, sono in piena continuità con
le politiche neoliberiste perseguite da governi di destra, di sinistra e tecnocrati. Oggi è emersa la
dimostrazione che la scuola appartiene a chi quotidianamente la vive e non a chi vuole dall’alto
gestirla per trarne profitto, per questo il corteo e il percorso che l’ha preceduto è stato condiviso da
studenti e docenti. Il risultato del lavoro e della giornato è che numerose scuole hanno boicottato le
prove invalsi respingendo per l’ennesima volta l’etichetta di fannulloni.
No all’abbassamento generalizzato dei saperi nella società.
No all’eliminazione del valore legale dei titoli di studio.
No alle prove invalsi agli esami di Stato dei prossimi anni.
La nostra scuola è e deve essere : PUBBLICA, LAICA E FUORI DALLE LOGICHE DI
MERCATO.
Studenti e lavoratori contro le invalsi.
Studenti Autorganizzati Campani
Coordinamento Studenti Flegrei
Unione degli Studenti
2. Il 13 maggio boicotta i test Invalsi!
Posted by comitatonogelmini su 12 maggio 2014
di Unione degli Studenti 12 maggio 2014
A meno di un mese di distanza dal test d’ingresso per le facoltà a numero chiuso, martedì 13 maggio 2014
verranno somministrati i test INVALSI alle studentesse e agli studenti frequentanti il secondo anno di
scuola superiore.
I test INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema d’Istruzione e formazione) sono
prodotti annualmente dall’omonimo ente di ricerca che, grazie al D.L. n.286 dipende economicamente e
politicamente dal MIUR, gestisce il Sistema Nazionale di Valutazione, prepara e somministra su base
censuaria i test INVALSI. A marzo 2013 il Consiglio dei Ministri di un governo dimissionario ha
approvato un Regolamento riguardante il Servizio Nazionale di Valutazione istituito nel 2004, attraverso
cui: l’INVALSI consoliderà il proprio ruolo centrale; i test INVALSI verranno introdotti nell’esame di
maturità (quest’anno somministrati come indagine campionaria, mentre, a partire dal prossimo anno,
faranno punteggio per l’esame di maturità e serviranno come test d’ammissione all’università); e
verranno individuati Ispettori Esterni che si occuperanno di visite sul campo nelle scuole.
E’ di duplice natura il fine per il quale il MIUR si avvale dei test INVALSI: da una parte per costruire un
preciso modello di scuola antidemocratico, escludente e nozionistico, attraverso una valutazione che fissa
gli obiettivi minimi e massimi in termini di “qualità”, dall’altra parte per giustificare le politiche del
MIUR stesso, senza potervi incidere realmente. E’, infatti, interessante notare come al generale calo
della qualità dell’istruzione, registrato dai test, siano seguite politiche di tagli trasversali e di
smantellamento della scuola pubblica.
Secondo l’Ente di ricerca la finalità dei test sarebbe valutare il sistema scolastico. Eppure, l’INVALSI è
l’unico Istituto in Europa a svolgere i test su base censuaria e non campionaria, facendo oltretutto
ammontare i costi a 14 milioni di euro l’anno per la loro somministrazione. Una cifra inaccettabile se
solo si pensa al susseguirsi di tagli trasversali al diritto allo studio, alle condizioni disastrose in cui si
trovano l’edilizia scolastica e la scuola pubblica in generale.
I vari governi che si sono susseguiti in questi anni, sia di destra che di sinistra, hanno fatto sì che l’intero
sistema scolastico venisse sottoposto alle leggi aziendalistiche del mercato, pensando che in questo modo
la scuola potesse divenire più efficiente. La retorica esasperata della necessità di parametri scientifici che
vadano a verificare le nozioni di studenti di scuole in cui i programmi didattici sono differenti oltre che a
fallire nel proprio intento, soffoca la didattica, le attitudini e le capacità individuali degli studenti che nei
test INVALSI non trovano riscontro. Lo strapotere assunto dall’INVALSI e la preparazione ossessiva di
cui necessitano i test hanno svolto la funzione di promuovere sottobanco una vera e propria “riforma
3. della didattica”. Infatti, a causa del pericoloso meccanismo di premialità che il MIUR intende mettere in
campo a seguito dei risultati del test e alla conseguente allocazione di risorse che deriva da tale
classificazione delle scuole italiane, i docenti sono sempre più propensi a dedicare una consistente
percentuale di ore di didattica all’insegnamento di ciò che è necessario per superare i test. Coloro che ci
rimettono maggiormente sono gli studenti, che si vedono sottrarre i momenti più formativi del proprio
percorso scolastico, sostituiti da una forte competizione e da un’attenzione eccessiva al voto.
Spesso, di fronte al rifiuto di questo modello di valutazione ci siamo sentiti rispondere che la nostra è solo
paura di essere valutati. Al contrario, noi da anni ci facciamo promotori di un’idea alternativa di
valutazione, che non sia più utilizzata come mero strumento di controllo e di punizione, bensì come uno
strumento di crescita collettiva e individuale, svincolato dalle logiche di mercato e di competitività che ad
oggi la contraddistinguono. Pensiamo che si debba inserire nel processo di valutazione modalità quali
l’autovalutazione, la valutazione dello studente verso il docente e la valutazione narrativa, che vedano i
percorsi formativi come processi circolari in cui la valutazione metta in luce le lacune e i punti di forza
delle metodologie di insegnamento, dello studente o dell’istituto in generale.
I test INVALSI non sono obbligatori né per i docenti né per gli studenti. L’art. 51 comma 2 del D.L. del 9
febbraio 2012 n.5 annovera le prove INVALSI tra le “attività ordinarie”. Pertanto, anche la
somministrazione dei test INVALSI deve essere discussa democraticamente nei collegi docenti, nei
consigli di classe e nelle assemblee.
I test sono strumenti di valutazione esterna e in alcun caso possono essere ritenuti utili all’attribuzione di
voti ordinari agli studenti. La loro valutazione nei registri di classe contraddice la normativa sulla
privacy in merito allo svolgimento delle prove (D.L. n.147/2007 convertito con modificazioni dalla legge
n.176/2007).
Nel caso in cui un professore valuti la tua prova INVALSI o minacci di farlo, in allegato puoi scaricare il
modulo della vertenza per impedirglielo.
Il 13 maggio boicotteremo i test INVALSI perché:
! Costosi: ogni anno vengono spesi 14 milioni di euro per la somministrazione dei test, mentre ci
viene detto che “non ci sono soldi” per finanziare l’edilizia scolastica o il diritto allo studio;
! Dannosi: producono una didattica nozionistica che considera gli studenti numeri e non persone. I
test sono incapaci di valorizzare le intelligenze di tutte e tutti;
! Escludenti: sono basati su un concetto di merito sbagliato che ignora le disuguaglianze socio-economiche
profonde che ci sono tra gli studenti;
! Antidemocratici: sono costruiti dal MIUR e dall’INVALSI mentre la valutazione dovrebbe essere
un tema costantemente discusso e deciso nelle scuole dal basso.
Il 13 maggio non compileremo a testa bassa dei test di cui non condividiamo né la natura né lo scopo ma
con scioperi bianchi, blocchi delle lezioni, flash mob e assemblee fuori e dentro le scuole faremo sentire le
nostre ragioni! Facciamo appello alle realtà del mondo scuola, agli studenti e ai docenti tutti : fermiamo
la standardizzazione dei saperi, rivendichiamo e pratichiamo modelli di altra-valutazione!
4. Noi studenti e studentesse crediamo che sia inaccettabile la somministrazione dei test Invalsi in
quanto questi quiz, distribuiti nelle classi seconde il prossimo 13 maggio in tutte le scuole
superiori, esprimono ancora una volta la volontà del Ministero dell'Istruzione di plasmare e
omologare la scuola pubblica italiana al modello aziendalistico statunitense e inglese.
Con l'inserimento degli invalsi gli insegnati sono, di fatto, obbligati ad adottare un metodo di
insegnamento nozionistico e settario, che non permette lo sviluppo del pensiero critico e
autonomo di noi studenti; infatti crediamo che la valutazione degli Invalsi non possa tenere conto
delle diverse soggettività che attraversano la scuola, del diverso contesto sociale nel quale noi
studenti viviamo e studiamo e della diversità dei modelli di insegnamento esistenti.
Temiamo inoltre, e anche per questo ci opponiamo, che la valutazione delle scuole attraverso
l'utilizzo degli Invalsi possa condurre alla pericolosissima classificazione di scuole di serie A e
scuole di serie B e al conseguente rischio di discriminazione e marginalizzazione di alcune scuole,
oltre che al compimento del progetto Invalsi iniziale che prevedeva, paradossalmente, aiuti
economici alle scuole più “meritevoli” lasciando nel baratro della crisi e dei tagli indiscriminati tutte
le scuole con punteggi bassi.
Inoltre, come se questo non bastasse, gli invalsi costano alla scuola pubblica ben 14 milioni di
euro e in un momento in cui i tagli impediscono le normali attività scolastiche (corsi di recupero,
pagamento dei supplenti, corsi extra-scolastici culturali e formativi etc.) essi dimostrano la più
totale indifferenza, da parte del ministero, verso i reali problemi della scuola.
1) Siamo contro le prove Invalsi perché costituiscono un ricattante strumento per schedare e
classificare gli studenti e gli istituti.
2) Siamo contro le prove Invalsi perché, schedati, è definito “meritevole” chi più obbedisce e si
standardizza a dispetto dell’autonomia e della criticità dello studente.
3) Siamo contro le prove Invalsi perché sminuiscono la valutazione con test a risposta multipla
anti-ragionamento e condizionano la didattica verso un più scarno nozionismo… ecco la
“meritocrazia”!
4) Siamo contro le prove Invalsi perché gli istituti “meritevoli” verranno segnalati per ulteriori
investimenti: una specie di Robin Hood al contrario!
5) Siamo contro le prove Invalsi perché costituiscono attualmente la proposta più pericolosa in
direzione dell’aziendalizzazione dellla scuola: no alla scuola del profitto, per la scuola degli
studenti!
6) Siamo contro le prove Invalsi perché stanno per essere inserite al posto della 3a prova
all’esame di maturità: i quiz, con il condizionamento della didattica e della nostra criticità,
diverranno vincolanti, ad esempio, per l’ammissione alle facoltà a numero chiuso. No all’Invalsi
come 3a prova o ad ogni loro estensione!
7) Siamo contro le prove Invalsi perché costituiscono, come i testi di ammissione alle facoltà a
numero chiuso, un pericoloso strumento di selezione di classe, in cui chi è già avvantaggiato è
ulteriormente favorito: no alla competizione fra scuole, no al classismo!.. ecco le pari opportunità!
8) Siamo contro le prove Invalsi perché inseriscono in contesto scolastico lo stesso restringimento
di autonomia e spazi democratici che governi d’ogni colore ci stanno già imponendo in città di
tutt’Italia.
Ci opponiamo perciò alla somministrazione degli Invalsi e invitiamo tutti gli
studenti e studentesse a boicottarli non recandosi a scuola o invalidando le
domande da compilare !
5. COBAS - Comitati di Base della Scuola
Viale Manzoni, 55 ROMA Tel. 06-70452452 Fax 06-77206060
e-mail : mail@cobas-scuola.org htp//www..cobas-scuola.org
Sede Provinciale : Via L. Giorgi, 43 54033 Carrara
Tel/segr.tel : 0585 70536 fax 178 2704098
e-mail : cristinaronch@interfree.it
LE PROVE INVALSI NON SONO OBBLIGATORIE!
Alcuni Dirigenti delle scuole elementari di Massa Carrara hanno iscritto illegittimamente le II e V alla
rilevazione INVALSI per l’anno scolastico 2009-2009.
Ecco l’elenco delle scuole che “volontariamente” risultano iscritte:
AVENZA – FOSSOLA – I.C. D. ALIGHIERI – VILLAFRANCA
LUNIGIANA – I.C. M. BUONARROTI – FOSSONE – LICCIANA
CAPOLUOGO – PIETRO FERRARI – I.C. MONTIGNOSO – GIULIO
TIFONI – MASSA 2 - CARRARA 5 – FIVIZZANO CAPOLUOGO
Ma i Presidi nella maggioranza dei casi non hanno consultato il Collegio Docenti o, al massimo, ne hanno
dato comunicazione in sede di Collegio senza chiedere esplicitamente il voto.
Nessun Dirigente può arrogarsi il diritto di iscrivere la propria scuola alle prove; è il Collegio
Docenti, unico organo competente in materia didattica, che può eventualmente deliberare
l’adesione della scuola.
Le prove, che riguardano gli ambiti di matematica e di italiano, dovrebbero svolgersi il 25 e
29 maggio 2009.
Saranno interessate tutte le II e le V elementari; in ogni classe verrà estratto casualmente
un numero imprecisato di alunni.
Nelle scuola di Montignoso e Carrara 3 i Cobas hanno contribuito a far fare marcia indietro
alla Dirigente che ha dovuto convocare il Collegio il quale si espresso per il NO alle prove.
Respingiamo la didattica dei quiz! Le prove invalsi rappresentano un pericolo per la libertà di
insegnamento e OGGI RISCHIANO DI ESSERE ANCORA PIÙ PERICOLOSE: il disegno di legge
Aprea, che a breve sarà portato in discussione in parlamento, prevede infatti la differenziazione
di carriera per gli insegnati: 4 livelli stipendiali, un portfolio del docente in cui siano registrati
“l’efficacia dell’azione didattica e formativa”. Insomma, il passaggio da un livello stipendiale
all’altro sarà determinato dai risultati didattici, calcolati da prove “oggettive” quali quelle proposte
dall’INVALSI.
SCIOPERO GENERALE
DELLA SCUOLA
15 MAGGIO 2009
CON MANIFESTAZIONE
A ROMA
SE SEI UN DOCENTE DI UNA DI
QUESTE SCUOLE CHIAMA LA SEDE
DEI COBAS SCUOLA DI MASSA
CARRARA
0585 70536 - 335 5987599
6.
7.
8. ALUNNI DISABILI E DOCENTI DI SOSTEGNO:
INVISIBILI ALL'INVALSI
Siamo docenti specializzati di sostegno che da anni lavoriamo nella scuola pubblica italiana.
Abbiamo letto la “Nota sullo svolgimento delle prove Invalsi per gli alunni con bisogni educativi
speciali” e non abbiamo intenzione di rimanere in silenzio di fronte alla sospensione dei diritti
di integrazione scolastica riconosciuti dalla legge 104/92 ai nostri alunni.
Dal 1971 la scuola e la società italiana hanno intrapreso un lungo percorso di trasformazione
che ha portato alla chiusura delle scuole speciali e all'abolizione delle classi differenziate
rendendo effettivo il principio costituzionale che “la scuola è aperta a tutti”. E se la scuola di
una volta non riusciva a prendersi cura di ogni bambino, abbiamo cambiato la scuola, perché
avere un compagno di classe disabile è importante per tutti: per lui, per i suoi amici e per la
nostra società che impara dai loro figli che ognuno di noi ha esigenze e capacità speciali che
non possono essere standardizzate.
Noi docenti di sostegno siamo consapevoli di essere un'anomalia nel panorama educativo
europeo, un'anomalia incomprensibile all'Invalsi, perché siamo il segno tangibile di un
modello di scuola e di società che ha scelto la strada dell'integrazione. Per la scuola
italiana, infatti, “gli insegnanti di sostegno assumono la contitolarità delle sezioni e delle classi
in cui operano, partecipano alla programmazione educativa e didattica e alla elaborazione e
verifica delle attività di competenza dei consigli di interclasse, dei consigli di classe e dei
collegi dei docenti (L 104/92)”. Insomma siamo in tutto e per tutto insegnanti della classe.
Cosa pretende invece l'INVALSI?
• Solo il Dirigente Scolastico potrà decidere se tenere in classe o meno l'alunno con
“bisogni educativi speciali”
• I compiti dei nostri studenti (compresi gli alunni con Disturbi Specifici
dell'Apprendimento) verranno segnalati e non rientreranno nelle valutazioni dell'Istituto
perché “non standardizzabili”
• In ogni caso il docente di sostegno dovrà uscire dalla classe.
L'INVALSI, con la somministrazione dei propri test a crocette, pretende di fotografare la scuola
italiana in modo oggettivo. Peccato che la foto che ci restituisce ha tanti buchi.
Si, perché cancella i circa 200.000 alunni disabili che frequentano la scuola pubblica statale
e con loro i docenti di sostegno specializzati che li accompagnano nel percorso educativo di
ogni giorno, riportando l'immagine della scuola italiana indietro di almeno 40 anni!
Per questo, noi docenti di sostegno qualora venissero somministrate le prove:
• non usciremo dalle classi di cui siamo contitolari
• non allontaneremo l'alunno/a disabile dai suoi compagni di classe
• non somministreremo al nostro alunno/a il Questionario dello studente e
inviteremo i nostri colleghi della disciplina a fare lo stesso con l'intera classe.
Invitiamo tutte/i a stampare e diffondere questo appello!
No alla scuola standardizzata!
No alla scuola che divide!
No all'Invalsi!
Coordinamento Precari Scuola Bologna