1. ANNO XVIII NUMERO 70 - PAG XII IL FOGLIO QUOTIDIANO SABATO 23 MARZO 2013
SE NON E’ FEDE QUESTA
La favola del San Lorenzo, la squadra amata da Papa Francesco, è cominciata
in un oratorio. Uno stadio e un tifo senza eguali l’hanno fatta diventare leggenda
non accetta quasi mai il futuro: voleva ca-
di Beppe Di Corrado sa sua, il San Lorenzo. Vuole il ricordo e
recita a memoria un reportage che Osval-
A vrà otto anni quel bambino: minuto
due e trentuno di un video che gira a
ripetizione su YouTube. Lui è sulla balau-
do Soriano scrisse entrando nel Carrefour
che prese il posto del vecchio Gasómetro.
Tra gli scaffali, ricordando i campioni del
stra, canta e si batte la mano destra sul passato della sua squadra; tra i banconi
cuore: “Vengo del barrio de Boedo / bar- immaginando i gol che avevano fatto la sto-
rio de murga y carnaval / te juro que en los ria della sua giovinezza malata di tifo ros-
malos momentos, siempre te voy a acom- soblu; in fila alla cassa immaginando la co-
pañar / dale dale matador / dale dale ma- da per entrare in curva a cantare. La ma-
tador / dale dale dale dale matador”. La linconia è la tenera malattia del Sudame-
curva del San Lorenzo de Almagro è un’al- rica. E’ il virus che prende leggendo la sua
tra cosa. Chiedilo in giro a Buenos Aires, letteratura sportiva e raccontando le sue
in Argentina o nel Sudamerica tutto. E’ co- storie di calcio. Il San Lorenzo è perfetto.
sì, punto. Succede, in qualche parte del Ora di più, per Papa Francesco, perché
mondo: Roma, Athletic Bilbao, Glasgow mescola fede religiosa e fede laica, perché
Rangers, Borussia Dortmund, Liverpool. ti fa chiedere quanto di spirituale ci sia
Non c’è una ragione sportiva e in troppi nel calcio argentino. La risposta è sempli-
cercano una spiegazione antropologica. ce: poco. Perché ha attecchito di più altro-
Lì, a Buenos Aires, a Boedo, la cosa più fa- ve la commistione tra sport e religione. Il
cile è dire: “Povertà”. Cioè: non hanno Brasile ha creato gli atleti di Cristo: ci so-
niente, se non il San Lorenzo. Sì, forse è no molti sudamericani, ma pochi argentini.
così. Anzi sarà pure così, ma c’è di più. C’è Hanno fede, tutti. Senti parlare Zanetti
che quei posti sprigionano pallone da qua- dell’Inter, Lamela della Roma e gli altri,
lunque parte, hanno una curva piena, una giovani e vecchi che siano: capisci che cre-
passione infinita, un calore diverso. Non dono, ma che non hanno mai mixato lo
è povertà a Boedo, o non solo. C’è un in- sport con Dio. Capisci che la chiesa c’en-
truglio di radici, sentimenti, tradizioni, no- tra, ma sta fuori dal campo. Il San Loren-
mi, cognomi, urbanistica, logistica. Il San zo è la squadra del Papa, non quella di Ge-
Lorenzo de Almagro è più della squadra sù, hanno detto qualche giorno fa i suoi
del Papa. Più di quella foto di Francesco tifosi parlando con il quotidiano Olé. E ri-
che hanno prima messo e poi tolto dalla cordano tutti quella volta che l’arcivesco-
maglietta rossoblu. Più del tifo dello scrit- vo Bergoglio celebrò la messa in onore di
tore pallonaro Osvaldo Soriano. E’ una fis- don Lorenzo Massa, nel 2008. Era in occa-
sazione particolare e universale. Perché sione del centenario del club: il futuro Pa-
sta chiuso nel suo quartiere, nei suoi co- pa parlò dentro lo stadio. Dentro, lascian-
lori e nella sua specificità, ma è una sto- do fuori la dottrina. Una commemorazio-
ria che si ripete altrove: c’è un San Loren- ne più che una funzione. E’ come se il me-
zo in altre parti del mondo che non sanno lodramma sudamericano che negli stadi
nulla di Boedo. Stessa dinamica, protago- tocca punte di delirio assoluto decidesse
nisti diversi. Canta quel bambino con la inconsciamente di tenere fuori la Fede.
maglia rossoblu. Canta e si batte il petto, Perché è seria. Un rispetto che appare pa-
perché c’è una mimica che diventa sostan- radossale guardando il fanatismo pallona-
za, che traduce la passione in qualcosa di ro, ma che l’Argentina e l’Uruguay hanno
Nacque nel 1908, fondata da Il San Lorenzo però non è il
un prete salesiano. Attraverso la bastione sportivo del cattolicesimo
sua storia anche il Sudamerica argentino. Il ritorno a casa
scopre molte cose di sé dell’Estadio Gasómetro
visibile. Non è vero che tutte le squadre tenuto e che invece non ha trovato argini
hanno lo stesso tifo. Cambia il calore, cam- altrove. In Brasile, ma non solo. Perché ac-
bia il colore, cambiano le parole. Queste cade anche in Colombia.
fanno così: “Vengo dal quartiere di Boedo, Il San Lorenzo de Almagro non è il Cel-
quartiere della murga e del carnevale, ti tic Glasgow. Nessuno lo prenda adesso per
giuro che nei momenti bui starò sempre al il bastione sportivo del cattolicesimo ar-
tuo fianco”. gentino. I Corvi sono rimasti Corvi, a Boe-
C’è un micromondo dietro un coro e c’è do. Le maglie rosse e blu non c’entrano più
un macromondo dietro quel bambino. Il con il nero dell’abito talare. Al sopranno-
Sudamerica strizza il San Lorenzo e sco- me s’è aggiunto quello di El Ciclón, perché
pre molte cose di sé: la passione per il cal- la squadra degli anni Sessanta abbatteva
cio estremizzata fino a farla diventare let- qualunque avversario gli capitasse a tiro.
teratura. C’è l’esaltazione, il dolore, l’asce- Poi ancora: Los Santos, oppure Gauchos,
sa, la caduta, la libertà, la democrazia, la oppure Boedo. Tanti nomi per la stessa co-
dittatura, la ricchezza, la povertà, il ritor- sa. Perché è come se il calcio argentino
no alla democrazia. C’è la vittoria, c’è la avesse un rispetto oltre misura per questa
sconfitta. Un melodramma che il mondo squadra. Rispetto, non amicizia. C’è una ri-
adesso racconterà solo attraverso la voce valità pazzesca con il Boca Junior, così co-
sottile di Papa Francesco, ma che lì a Bue- me con il River Plate, con l’Huracán. Dico-
nos Aires ha molti altri toni e molte altre no a Buenos Aires che il San Lorenzo sia
sfumature. Perché in Argentina il San Lo- diverso. Da che? Da tutto. Perché il pubbli-
renzo è una cosa diversa dalla squadra di co è diverso. Non trovi uno fuori da Boedo
Jorge Mario Bergoglio. E’ un’istituzione, che sia un Corvo, ma lì in quel barrio non
un tempio che mescola il laicismo del rito ci può essere nessuno che tifi altro. Il Bo-
pallonaro con la fede nel Signore e nei co- ca, il River, il Racing sono più globali, so-
lori del club. Nacque nel 1908, fondato dal no più internazionali. Il San Lorenzo è
prete salesiano Lorenzo Massa. Prima esi- profondamente autoctono: si stringe in
steva una squadretta, non riconosciuta, ma quelle strade, piene di bar un po’ sganghe-
riconoscibile: Los Forzosos de Almagro, rati, s’aggira attorno a quel supermercato
erano un gruppo di ragazzi del quartiere Carrefour che sta per essere abbattuto per
di Almagro che si ritrovavano tra calle lasciare spazio alla storia di uno stadio che
México e Treinta y Tres, giocavano per ritorna lì dov’era. Passa dallo studio di
strada, sfidavano le rappresentative degli Osvaldo Soriano che ha lasciato scritto su
altri rioni. La leggenda dice che un giorno un muro: “Non toccatemi solo due cose: i
don Lorenzo stesse camminando verso la gatti e il San Lorenzo”. E’ un’enclave, Boe-
sua parrocchia e vide un tram sfiorare la do. Il Carnevale, la Murga e la squadra di
gamba di uno dei ragazzi che giocavano calcio. Come padre, figlio e spirito santo.
per strada tra le rotaie. Il prete si fermò e La trinità laica di un posto che per molti
disse ai giovani che avrebbe dato loro la ha avuto il pallone come unico sbocco ver-
possibilità di usare il cortile della sua Il corvo del San Lorenzo su un gigantesco striscione allo stadio. I giocatori erano “los Cuervos” già dall’inizio, corvi per effetto del nero dell’abito del prete che aveva concesso loro l’oratorio so la vita. Sarà. Forse. L’antropologia calci-
chiesa di Sant’Antonio. In cambio i ragaz- stica è una scienza inesatta: ognuno fa e di-
zi dovevano garantire la loro presenza a struire una leggenda più grande. E qui, principale. E’ quella del Gasómetro, l’im- legge per restituire ai legittimi proprieta- avesse più soldi. E senza soldi niente gio- ce quello che vuole. Oppure quello che sa.
messa la domenica. E’ una delle favole del per questa squadra, la leggenda è quella pianto dove è nata la mitologia di questa ri le terre espropriate durante la dittatura, catori e senza giocatori le sconfitte, e con E qui una cosa la sai per certo: c’erano 30
pallone di Buenos Aires, dove a ogni ango- del suo tifo. Perché non c’è confronto con squadra. L’ha scritto Vincenzo Paliotto, au- come quelle dove sorgeva l’Estadio Gasó- le sconfitte la retrocessione. mila persone nel 1995, a Rosario, nell’anno
lo trovi un Pedro qualunque pronto a rac- i successi del Boca Junior e del River Pla- tore di diversi libri tra pallone e tifo: “La metro. Ops. Come ha ricordato Luca Pisa- Il nuovo stadio, il Nuevo Gasómetro, è in cui il San Lorenzo vinse il suo primo
contarti una bella storia. Vera o non vera te, cioè le due storiche rivali dei Corvi. Ma costruzione del Gasómetro cominciò nel pia qualche mese fa, il 15 novembre scor- stato inaugurato nel 1993: è nella zona del scudetto dell’èra contemporanea. Trenta-
che sia nei dettagli, certa è la sostanza. E sul tifo, sulla gente, sul calore, sulla forza 1916 e fu ultimata nel 1930 e rappresenta- so la giunta della capitale argentina ha Bajo Flores, adiacente praticamente a una mila persone in trasferta. Poveri o non po-
cioè che Los Cuervos cominciarono così e del suo pubblico, il confronto c’è. Scavalca va una vera e propria istituzione per i tifo- detto sì, e ha approvato la Ley de Restitu- delle zone più malfamate della città. Pri- veri c’erano. E c’erano anche nel 2006,
cominciarono lì, in quell’oratorio. Corvi la ricchezza dei club, le loro possibilità di si del San Lorenzo. Sorgeva in avenida La ción Histórica. Con questo provvedimento ma, per molto tempo, la squadra cambia- quando riuscirono a non far giocare una
per effetto del nero dell’abito del prete. Il fare mercato, di cercare giocatori buoni e Plata e la sua capienza raggiungeva addi- obbliga la catena francese di supermerca- va stadio ogni anno, cercando un posto ne- partita a porte chiuse. Cioè: lo stadio do-
nome San Lorenzo fu stabilito nel 1908 e ben pagati. Sta dentro uno stadio che è rittura i 75 mila spettatori. Nel 1979, però, ti Carrefour a rivendere in sei mesi e a un gli altri impianti della città. Il pubblico? veva essere deserto per decisione dell’au-
la stessa favola dice che don Lorenzo aves- sempre pieno: un’altra leggenda che arric- lo stadio fu chiuso, in quanto il sindaco prezzo equo al San Lorenzo quei terreni, Quello si spostava, tranquillo e in massa. torità, loro si presentarono fuori dallo sta-
se accettato l’omonimia con sé solo perché della dittatura Osvaldo Cacciatore pro- altrimenti saranno espropriati e restituiti dio, lo occuparono e raccontarono la loro
ufficialmente il nome era legato alla batta- gettò un piano urbanistico che prevedeva ai legittimi proprietari. Nella mitologia su- verità: “Non esiste calcio senza pubblico”.
glia di San Lorenzo che all’inizio del 1800 Non c’è confronto con i che in quel punto dovesse sorgere una re- damericana questo ritorno a casa vale mol- Nel 1959 i tifosi decisero che Da allora e sempre, al Gasómetro, vecchio
fu fondamentale per l’indipendenza del-
l’Argentina dalla Spagna.
successi del Boca Junior e del te autostradale, poi mai realizzata. Il terre-
no fu confiscato per 900 mila dollari, gra-
tissimo. Vale un campionato. Vale una cop-
pa. Vale. Perché a Boedo legano il destino
il loro posto era alle spalle di una o nuovo, c’è una massa che si muove insie-
me, urla la canzone che su YouTube canta
Si entra e si esce dalla storia. Il San Lo- River Plate, storici rivali, ma è il zie alla complicità del sindaco e di un co- della squadra ai luoghi. Dicono che no, porta: avevano inventato la curva. quel bimbo di otto anni. E’ un’onda. Rosso
renzo è un’allegoria dello sport sudameri- lonnello dirigente del club, e fu rivenduto non può essere un caso se fino a quando il e blu, blu e rosso. E’ la messa più affolla-
cano: accorpa leggende che servono a co- pubblico che fa la differenza per 8 milioni di dollari. Fu una delle de- San Lorenzo giocava lì era forte, competi- E prima l’invasione di campo ta della domenica.
cisioni (tra le tante) tristi e strazianti pre- tivo, vincente: si ricordano tutti di quelle
chisce quella principale. Quel ragazzino di se dal generale Videla, a capo della san- stagioni pazzesche, quelle del 1968 e del Poveri e non poveri. Come Roma, come Li-
8 anni che canta e si batte il petto spiega guinosa dittatura. Lo stesso Osvaldo Soria- 1972, quando i Corvi vinsero lo scudetto verpool, come Glasgow, come Bilbao: un at-
molto. San Lorenzo è una curva. San Lo- no, immenso scrittore argentino non a ca- senza perdere una sola partita. Nei bar di taccamento che supera il confine della
renzo ha inventato la curva: era il 1959 e i so inviso alla dittatura di Videla e grandis- Boedo raccontano tutti che il Gasómetro normalità, un affetto che scavalca la balau-
tifosi decisero che il loro posto era alle simo tifoso del San Lorenzo, descrisse il era speciale. E’ la nostalgia di quello che stra della semplice passione. Quell’oltre
spalle di una porta. Sempre quello. L’idea suo vecchio Gasómetro e le sue enormi non abbiamo più: sappiamo benissimo che che non si capisce mai da dove viene. Quel-
di una porzione di stadio per quelli che emozioni in un racconto di grandissimo non c’entra col destino, né col successo, ma la miscela tra cultura e subcultura che
poi sarebbero diventati gli ultrà. Avevano contenuto letterario. Attualmente dove è una giustificazione meravigliosa al decli- sfonda il fanatismo sano, quello che inve-
già inventato un’altra cosa, qualche anno c’era lo stadio del San Lorenzo c’è un su- no. Così è stato lì, perché la coincidenza ha ce di non avere logica ne ha una. Solo che
prima: l’invasione di campo, fatta alla fine permercato del Carrefour, odiato da tutti voluto che l’esproprio di quello stadio l’assenza del proprio stadio era una scusa:
dell’ultima giornata del campionato del gli abitanti di Boedo”. coincidesse con un periodo di guai finan- il primo campionato vinto dopo gli anni
1946 quando il San Lorenzo vinse il suo se- Qui la storia ha un aggiornamento. Per- ziari e sportivi del San Lorenzo. Colpa di Settanta arrivò nel 1995, nel nuovo stadio.
condo scudetto. Conviene stare qui, ades- ché pochi mesi fa è cambiato qualcosa. Un Videla, sì. Colpa sua e della vita che pri- Poi ne è arrivato un altro nel 2001 e un al-
so. Dentro lo stadio, anzi dentro uno sta- anno fa, centomila tifosi del San Lorenzo ma o poi ti presenta il conto. Il San Loren- tro ancora nel 2007. Non sono bastati a
dio. Perché questo è il momento di quel- occuparono Plaza de Mayo per chiedere al zo non aveva più una casa, ok, ma non c’en- chiudere la porta della memoria, perché
l’altra leggenda che corrobora la leggenda comune di Buenos Aires di approvare una trava nulla con questo il fatto che non l’Argentina, e in particolare il suo calcio,