3. Titolo Vassilissa la bella
Provenienza Russia
Tempo C’era una volta
Luogo Una città imprecisata della Russia
Protagonista Vassilissa
Antagonisti Matrigna; due sorellastre
Aiutanti Baba-Jaga
Altri
personaggi
Mamma di Vassilissa; papà di Vassilissa (mercante);
vecchia signora; sarti dello Zar
Oggetto
magico
Bambolina
Note In questa fiaba c’è una bambolina che aiuta Vassilissa
a sopportare i maltrattamenti delle sorelle. Al posto
della fata c’è Baba-Jaga e al posto del Principe, lo
Zar
4. C'era una volta un mercante,
che aveva una bellissima
figlia di nome Vassilissa. Sua
moglie morì quando la
piccola aveva otto anni, ma
prima di morire la mamma
chiamò la bambina, tirò fuori
da sotto le coperte una
bambolina con stivaletti
rossi, grembiulino bianco e
gonna nera e disse a
Vassilissa: “Prendi questa
bambola, conservala con
cura, non mostrarla a
nessuno e nutrila quando ha
fame. Se ti troverai in
difficoltà, chiedile aiuto: ti
dirà che cosa fare.”
5. Dopo un po’ di tempo
il papà di Vassilissa si
risposò, con una
donna anch’essa
vedova e con due
figlie. La matrigna e le
sorellastre erano
invidiose della
bellezza di Vassilissa,
la tormentavano di
continuo e si facevano
servire da lei tutto il
tempo. Ma la piccola
sopportava tutto
senza mai lagnarsi.
La matrigna e le sue figlie non sapevano che Vassilissa aveva la bambolina che
l’aiutava.
La sera, quando tutti dormivano, la giovinetta si sedeva nel suo angolino a dar da
mangiare alla fedele bambola e si sfogava con lei delle sue disgrazie. La bambola
mangiava, poi consolava Vassilissa e faceva tutto il lavoro al suo posto.
6. Un giorno il
mercante partì per
un lungo viaggio e
la matrigna se andò
ad abitare in una
casa ai margini della
foresta in cui viveva
Baba-Yaga, la
vecchia strega. Le
ragazze passavano
le serate a cucire e
filare.
Una sera una delle figlie, come la madre le aveva ordinato, spense la candela
con una pinza e disse: “Che disgrazia! Non abbiamo ancora finito il lavoro e ora
siamo al buio. Vassilissa, devi andare a chiedere il fuoco a Baba-Yaga!”.
Vassilissa, cacciata fuori di casa, si mise in tasca la bambola e si addentrò nella
foresta.
7. Quando giunse alla capanna
di Baba-Yaga, la ragazza disse
timidamente: “Sono io,
signora nonna, le mie
sorellastre mi hanno
mandata a cercare legna per
riaccendere il fuoco”.
“Resterai qui per servirmi”,
rispose Baba-Yaga, “Se farai
un buon lavoro ti darò quel
che cerchi”. Con l’aiuto della
sua bambola, Vassilissa riuscì
a svolgere tutti i lavori che la
strega le aveva assegnato;
così Baba-Yaga le diede un
teschio con gli occhi ardenti:
“Ecco il fuoco per le figlie
della tua matrigna”. Vassilissa
se andò correndo.
8. Quando arrivò a
casa, la trovò al
buio. La matrigna
e le sorellastre la
accolsero a
braccia aperte: da
quando era
andata nella
foresta, infatti,
non avevano più
potuto accendere
il fuoco.
Quando arrivò a casa, la trovò al buio. La matrigna e le sorellastre
la accolsero a braccia aperte: da quando era andata nella foresta,
infatti, non avevano più potuto accendere il fuoco. Ma quando
Vassilissa portò dentro il teschio, gli occhi ardenti si fissarono sulla
matrigna e sulle sue figlie, riducendole in cenere.
9. Al mattino Vassilissa se ne andò
in città, dove una vecchia signora
l’ospitò nell’attesa che ritornasse
il padre. Un giorno la vecchia
portò del lino a Vassilissa, che lo
filò e poi, sempre con l’aiuto della
bambola, si mise a tesserlo. Alla
fine ne ricavò un così bel tessuto
che la vecchia pensò di donarlo
allo Zar. Lo Zar diede la stoffa ai
suoi sarti, affinché ne facessero
delle camicie, ma nessun sarto
osò toccare una tela così bella,
per paura di rovinarla. Lo Zar
allora tornò dalla vecchia e le
disse: “Chi ha tessuto la tela,
deve anche cucirmi le camicie!”.
10. Vassilissa si mise a
cucire e le camicie
furono pronte in un
battibaleno. Mentre
la vecchia le portava
allo Zar, la ragazza si
lavò, si pettinò e si
vestì elegantemente.
Poco dopo arrivò un
messo dello Zar che
disse: “Dov’è
quest’abile tessitrice?
Sua Maestà lo Zar
vuole ricompensarla
di persona!”.
Vassilissa si recò al palazzo e quando entrò lo Zar, vedendola, se ne innamorò a
prima vista. Prese per mano Vassilissa la bella, la fece sedere al suo fianco e si
celebrarono subito le nozze. Ben presto il padre di Vassilissa tornò dal suo viaggio:
fu molto felice della fortuna capitata alla figlia ed andò a vivere con lei assieme
alla vecchia signora. E per tutta la vita Vassilissa portò con sé, nella sua tasca, la
sua fedele bambola.
14. Titolo
Ye Xian
Provenienza Cina
Tempo Imprecisato
Luogo Casa di Ye Xian; paese
Protagonisti Ye Xian; re Tuo Han
Antagonisti Matrigna; sorellastra
Aiutanti Pesce dalle pinne rosse e dagli occhi d’oro; spirito
della madre
Altri personaggi Padre di Ye Xian (sapiente) e madre di Ye Xian
(prima moglie); commercianti
Oggetto magico Nessuno
Note La mamma di Ye Xian dopo la morte diventa un
pesce.
Per andare alla festa Ye Xian indossa un mantello di
piume dell’uccello Martin Pescatore.
15. Ye Xian era la figlia di
un sapiente che aveva
due mogli. Quando la
madre ed il padre
morirono, Ye Xian fu
costretta a diventare
serva dell'altra moglie
del padre e della figlia
di lei.
La vita di Ye Xian era molto faticosa, ma un giorno la ragazza fece
amicizia con un bellissimo pesce dalle pinne rosse e gli occhi d’oro
che viveva nello stagno, e divenne più felice: il pesce era la
reincarnazione della madre, che da allora si prese cura di lei.
16. Arrabbiata per il fatto che Ye Xian avesse trovato la felicità, la
matrigna uccise il pesce e lo servì per pranzo a sé e alla figlia.
17. Ye Xian era disperata, ma lo spirito della madre ritornò e le
disse di seppellire le lische del pesce dentro vasi di
ceramica posti ad ogni angolo del suo letto.
18. Nei giorni successivi ebbe luogo la
festa locale di primavera. La
matrigna di Ye Xian obbligò la
figliastra a restare a casa. Dopo che
la matrigna e la sorellastra partirono
per la festa, Ye Xian fu visitata
ancora dallo spirito di sua madre,
che le disse di disseppellire i vasi che
contenevano le ossa del pesce. Fatto
questo Ye Xian trovò vestiti
bellissimi, un mantello di piume di
Martin Pescatore, dei gioielli e un
paio di sandali dorati per andare alla
festa. Ye Xian indossò i vestiti e si
recò a piedi alla festa. Si divertì
molto, ma a un certo punto, per non
essere riconosciuta dalla matrigna,
fuggì via, dimenticando un sandalo
dorato. Quando arrivò a casa,
nascose di nuovo i vestiti nel vasi
vicino al letto.
19. Il sandalo dorato fu trovato e
scambiato da vari commercianti,
fino a che non giunse nelle mani
del re Tuo Han. Affascinato da un
sandalo così piccolo, il re disse che
colei che fosse riuscita a calzare il
sandalo sarebbe diventata sua
sposa.
Il sandalo fu portato infine alla casa
di Ye Xian, e solo la ragazza riuscì a
calzarlo. Ye Xian dimostrò allora la
verità, indossando i vestiti che
aveva alla festa insieme all’altro
sandalo dorato e il re, affascinato
dalla sua bellezza, la sposò.
24. Titolo Gli zoccoli d’oro
Provenienza Iraq
Tempo Imprecisato
Luogo Un villaggio lungo il fiume
Protagonisti Salima; principe
Antagonisti Amira (sorellastra) e matrigna
Aiutanti Pesciolino rosso; pappagallo
Altri personaggi Papà di Salima (pescatore); regina
Oggetto magico Nessuno
Note Per andare alla festa le ragazze si truccano con
l’henné.
25. In un villaggio lungo il
fiume viveva un
pescatore, vedovo, con
la sua figlioletta di
nome Salima. Un giorno
il pescatore si risposò
con la sua vicina di casa,
anch'essa vedova e con
una figlia, di nome
Amira; ma le cose
andarono subito male
per Salima.
La matrigna le faceva fare i lavori più pesanti e più umili, le faceva mangiare gli
avanzi della tavola e indossare i vestiti lisi e vecchi che la sorellastra non voleva
più. Nonostante ciò, Salima era bellissima e aggraziata, mentre Amira era
magra, sgraziata e impacciata nei movimenti.
26. Tra i compiti di Salima vi era anche quello di andare al fiume a prendere ogni sera i
pesci che il padre aveva pescato. Una sera stava portando a casa il cesto con i
pesci, quando si sentì implorare da un pesciolino rosso: "Lasciami andare, liberami
e ti sarò amico per sempre".
Salima lo riportò al
fiume e il
pesciolino, prima di
sparire nell'acqua,
le disse: "Quando
avrai bisogno di
protezione,
chiamami e io ti
aiuterò".
27. Un giorno la regina di quel
paese diede una grande
festa sperando che il
giovane principe trovasse
una bella ragazza da
sposare. Tutte le ragazze
del paese e le loro madri
furono indaffarate per
molti giorni per prepararsi
al meglio: molto henné fu
consumato in quei giorni
per farsi più belli i capelli e
per decorarsi le mani, le
braccia e i piedi.
Naturalmente il giorno della festa Salima fu lasciata a casa, mentre Amira con la
madre salì alla reggia.Tutte le ragazze del paese e le loro madri furono indaffarate
per molti giorni per prepararsi al meglio: molto henné fu consumato in quei
giorni per farsi più belli i capelli e per decorarsi le mani, le braccia e i piedi.
Naturalmente il giorno della festa Salima fu lasciata a casa, mentre Amira con la
madre salì alla reggia.
28. La ragazza andò a
sedersi lungo il
fiume e cominciò a
piangere. I suoi
singhiozzi furono
uditi dal pesciolino
che porgendole un
fagotto la consolò:
"Vai anche tu alla
festa, ma ricordati
di tornare a casa
prima della tua
matrigna".
Salima dentro il fagotto trovò un vestito di seta bellissimo, molti
veli, un diadema da mettere nei capelli e un paio di zoccoletti
dorati. Indossò tutto in fretta e corse al palazzo reale. Quando entrò
tutti la guardarono e il principe passò la serata solo con lei.
29. Ad un certo punto
Salima vide la sua
matrigna dirigersi
verso l'uscita e
allora scappò via,
ma attraversando
un ponte uno
zoccoletto andò a
finire in acqua.
Non aveva tempo per cercarlo, così corse a casa e si rivestì dei
suoi soliti panni, nascondendo le ricche vesti.
30. Il giorno dopo il
principe, portando il
suo cavallo a bere al
ruscello, trovò lo
zoccoletto d'oro. La
regina si fece dare lo
zoccolo e passò di
casa in casa per far
provare lo zoccoletto
a tutte le ragazze del
paese. Anche la
matrigna preparò la
figlia e nascose Salima
nella dispensa.
La regina passò e, dopo aver provato inutilmente lo zoccolo ad Amira, stava
andando via quando un pappagallo le volò sulle spalle dicendole: "Guarda in
dispensa, guarda in dispensa". Così fece e trovò la bella Salima, a cui subito calzò
perfettamente lo zoccolo dorato. Il giorno dopo Salima e il principe si sposarono:
Salima era più bella che mai e lo sposalizio fu così incantevole che tutti lo
ricordano ancora.
33. Titolo NATIKI
Provenienza Sudafrica
Tempo Imprecisato, ma è una notte di luna piena
Luogo Deserto del Kalahari
Protagonisti Natiki
Antagonisti La madre di Natiki e le due sorelle
Aiutanti Nessuno
Altri personaggi Giovane cacciatore
Oggetto magico Nessuno
Note In Sudafrica per andare ad una festa le donne si spalmano
il grasso sul corpo, si mettono attorno al collo delle perline
di guscio di uovo di struzzo, si intercciano fili di perline tra i
capelli e si legano attorno alle gambe delle orecchie di
antilope essicate, piene di semi. Cenerentola non perde la
scarpette.
34. Kalahary
Deriva dalla parola Kgalagadi della lingua Tswana e vuol dire
"la grande sete". E’ un vasto deserto di sabbia rossa, in parte arido e in
parte semiarido, che si trova nell’Africa Meridionale.
35. Kraal
E’ una parola in lingua afrikaans e olandese che indica un recinto per il bestiame
che si trova all'interno di un villaggio africano, circondato da una palizzata, muro
di fango, o di recinzioni di altro tipo, approssimativamente di forma circolare. Con
lo stesso termine si indica anche un tipo di villaggio di alcune popolazioni del
Sudafrica, formato da capanne disposte attorno allo stesso recinto per il
bestiame, in maniera circolare.
36. Veld – prato
il termine in lingua afrikaans e olandese si riferisce alle
grandi pianure aperte del Sudafrica, principalmente
costituite da praterie erbose.
37. Il tardo sole del Kalahari precipita dietro gli alberi spinosi. I cacciatori
ritornano dal veld. Al kraal la gente chiacchiera e ride.
Le due sorelle e la madre di Natiki si spalmano il corpo di grasso. Si
fanno belle perché quella è la sera del ballo della luna piena.
38. Il cuore di Natiki
arde dal desiderio
di recarsi con loro
alla grande danza,
ma quando chiede
alla madre se può
andare con lei, la
madre dice
soltanto: “Va a
prendere le capre,
e fa in modo di
riportarle qui prima
che faccia buio.
Porta anche della
legna e fai un bel
fuoco così che le
bestie selvatiche
stiano lontane.”
La madre e le due sorelle trattano Natiki tanto, tanto male. Sono invidiose perché lei è
molto più bella delle due sorelle maggiori. E temono che un giovane cacciatore possa
invaghirsi di lei al ballo. E così Natiki sia avvia nel veld.
39. Quando ritorna al
kraal con le capre, la
madre e le sorelle
sono già andate al
ballo. Dispone gli aghi
di porcospino che ha
appena raccolto sul
muretto che racchiude
lo spazio della
capanna in cui
preparano da
mangiare.
Spezza la legna, la sistema e accende il fuoco. Poi si spalma il grasso sul
corpo, tanto che la sua pelle sembra rame lucidato. Si spazzola i capelli con
un ramoscello spinoso e si spalma su viso una mistura gialla di grasso e
pezzetti di corteccia. Intorno al collo ha delle perline fatte di guscio d’uovo di
struzzo.
40. Si intreccia tra i capelli dei fili di
perline e intorno alle gambe
lega delle orecchie essiccate di
antilope piene di semi. In ultimo
ripone gli aghi di porcospino nel
suo piccolo marsupio di pelle. La
luna è già alta quando Natiki si
avvia lungo il sentiero. Qua e là,
camminando, infila per terra un
ago di porcospino. Quando
giunge in cima alla salita e vede
il grande falò della danza,
comincia a sentirsi un po’
ansiosa. Cosa diranno la madre
e le sorelle? Ma poi sente
l’odore della carne sulla brace e
i suoi piedi si mettono a saltare,
mentre le orecchie di antilope le
accarezzano – shirr shirr – le
caviglie.
41. Quando raggiunge il falò,
dapprincipio se ne sta in
disparte. Poi scorge la
madre e le sorelle. Ma loro
sono impegnate a chiedersi,
insieme alle altre donne, chi
sia mai quella ragazza
giunta alla festa da sola, e
del tutto sconosciuta. Natiki
si insinua tra le donne che
cantano e battono le mani.
Si unisce al canto. Batte le
mani e sente i piedi leggeri.
Un giovane cacciatore le sorride mentre le passa accanto danzando. I suoi occhi si posano
su di lei. Quando comincia a farsi tardi, le sorelle di Natiki iniziano a sbadigliare,
spalancando la bocca in un modo che le fa sembrare ancora più orribili. La madre di Natiki
raccoglie le loro cose e dice alle due figlie maggiori: “Prendetevi ancora un po’ di carne e
andiamo a casa”. E subito se ne vanno.
42. Natiki canta e batte le mani
insieme alle altre donne per
tanto, tanto tempo ancora.
Quando sono tutti stanchi, il
giovane cacciatore le si
avvicina. “Torno con te” le
dice.
Mentre seguono la via segnata
dagli aghi di porcospino verso
la capanna, Natiki gli racconta
tutto delle sorelle e della
madre che la trattano male. E
di come si infurierebbe la
madre se sapesse che Natiki è
andata al ballo da sola. Allora il
cacciatore dice: “Ti porterò
lontano da loro. Discuterò io
stesso la faccenda con tua
madre”
43. La madre e le sorelle sentono le
voci in lontananza.
“Deve essere lei che ritorna con
uno di quei cacciatori”, dice la
sorella più piccola.
“No, chi può aver voglia di
passeggiare con lei?” chiede la
più grande che è invidiosissima
di Natiki. Natiki e il giovane
cacciatore compaiono nel rosso
bagliore del fuoco. Lei ha un
aspetto davvero incantevole.
“Brutta ragazzina, cosa credi di
fare?”, la sgrida la madre.
“Quando il giovane cacciatore vede che Natiki comincia a tremare, si volta per affrontare la
madre. “Stanotte porto via Natiki per sempre – dice – E farò in modo che le sue ciotole
non siano mai vuote.”
Così vedrai che è una buona a nulla!”, urla la madre e scatta in piedi per separare Natiki e il
cacciatore. Ma Natiki è troppo svelta per lei. Con un salto si scansa e si sposta dietro al
cacciatore. Ora la madre non può fare più niente. E così Natiki parte con il cacciatore verso
il luogo in cui vive la sua gente, tanto, tanto lontano.
Tutti i pomeriggi, quando la madre e le sorelle arrancano verso casa con grossi ceppi di
legna alle spalle, le due ragazze brontolano: “Natiki, Natiki, un giorno ti riporteremo a
casa”.
44. Ma Natiki è felice e contenta. Bada al marito e ai figli. Ed è proprio come il
cacciatore le ha promesso: le sue ciotole sono sempre piene di cibo.