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Il consulente certificato di direzione e organizzazione aziendale (CMC)

Identikit e istruzioni per l’uso
a cura di APCO Lazio
Abbiamo provveduto recentemente, nell’ambito della Delegazione territoriale dell’APCO
Lazio, ad identificare le principali caratteristiche e qualita’ che un consulente di direzione e
organizzazione, associato APCO, dovrebbe possedere ed esprimere sul mercato.
Il consulente di direzione e organizzazione aziendale ha prevalentemente compiti di
affiancamento alla direzione aziendale e al top management, sia di aziende pubbliche
che private, piccole, medie e grandi, considerando questo soggetto come l’organo
esecutivo che identifica e trasmette la visione dell’azienda e il suo indirizzo strategico,
preoccupandosi anche di delinearne la mission e la pianificazione strategica fino alla
definizione degli obiettivi di breve, medio e lungo periodo, in una logica top-down.
In questo senso il consulente di direzione e organizzazione si offre al top management
come alter ego tattico-strategico, svolgendo attività di supporto e consiglio, con una
visione personale esterna che altrimenti non sarebbe visibile da dentro l’azienda.
La sua principale funzionalità è quella di sviluppare gli elementi mancanti al top
management, all’imprenditore, all’amministratore pubblico o anche ad una specifica
funzione aziendale, mettendo in campo: creatività, impostazione concettuale e
d’assieme dei problemi, realizzazione concreta delle soluzioni pratiche con
metodologie operative valide, prevalentemente di tipo innovativo, se possibile
scientifiche o pseudo-scientifiche e allo stato dell’arte, nelle tematiche di diretta
competenza.
I suoi valori professionali fondamentali, oltre alle capacità di iniziativa e
l’orientamento all’apprendimento, sono riconducibili a: rispetto del codice di etica
professionale, deontologia professionale, rispetto delle esigenze del cliente, rispetto dei
punti di vista personali, onestà, correttezza, trasparenza, approccio positivo, sincerità
rispetto alle proprie possibilita’ di intervento (sia in caso positivo che negativo).
Le sue caratteristiche comportamentali personali prevalenti, oltre alle spiccate
capacità di visione dell’organizzazione e l’orientamento al problem discovery, sono:
capacità di sacrificio, capacità di allineamento alla situazione di contesto del cliente,
elasticità mentale, flessibilità concettuale ed operativa, stile manageriale autorevole
(credibilità) e direttivo/autoritario (in caso di necessità), propensione all’astensione da
giudizi e/o pregiudizi, forte rispetto delle relazioni umane e interpersonali.
Le sue competenze-conoscenze specifiche-specialistiche devono necessariamente
includere, in una visione più orizzontale che verticale dell’azienda o del problema:
conoscenza generale delle problematiche delle varie aree e funzioni aziendali,
conoscenza specialistica-verticale di una o più aree funzionali (es. marketing, sistemi
informativi, risorse umane, strategia, amministrazione, finanza, ecc.), possibilità di
effettuare e gestire un networking tecnico-specialistico di/con altri consulenti, laddove
necessario, perché non si è in grado di arrivare con la propria specializzazione ed
esperienza. L’esperienza minima suggerita è di 7-10 anni nel settore, con specializzazione
“per industry” in vari comparti produttivi e/o di servizio (manifatturiero, chimico, informatico,
pubblica amministrazione, aziende di servizi, ecc.).
Complessivamente il consulente di direzione e organizzazione tende di più di altri
consulenti ad un approccio di tipo olistico (wholistic), in contrapposizione ad un approccio
serialista (serialistic), dedicando le proprie prestazioni a problematiche di “maggiore
respiro”, tendendo prima ad identificare e “mettere insieme i vari pezzi del problema”, per
poi analizzarli uno ad uno separatamente, analizzandone le cause (visione per processi),
verificandone le eventuali connessioni a 360° e ricomponendoli, infine, nella impostazione
finale della soluzione pre-realizzativa.
Il fattore distintivo del consulente di direzione e organizzazione aziendale è e rimane
comunque quello della sua capacità di integrazione di problemi e soluzioni diverse tra
loro, a beneficio di varie funzioni e protagonisti del cliente, offendo nel contempo una
competenza di gestione nelle fasi di: a) impostazione, b) realizzazione della progettazione
tecnica e c) realizzazione della progettazione esecutiva (spesso con una visione
“helicopter view” o visione d’assieme integrata e/o specializzata), e seguendo anche le
attuali norme UNI in merito (definizione dell’offerta, realizzazione progettuale, possesso
delle competenze di consulente).
Il risultato di questo identikit fornisce un professionista che ha un proprio stile, ha già
maturato una serie di esperienze e competenze specialistiche legate ad un mestiere
professionale originario (es. avvocato, ingegnere, architetto, commercialista, informatico,
ecc.), che tende a focalizzarsi su problematiche ampie e interventi innovativi, anche
in segmenti/settori diversi tra loro (ma accomunati dalla loro valenza economica e
qualitativa all’interno della realtà del cliente), interessato ad un ulteriore allargamento
del proprio bagaglio di esperienze e conoscenze, pronto costantemente ad
approfondire e ad acquisire nuove metodologie e tecniche, nel propria area di
competenza, a vantaggio della propria crescita personale e di quella della sua
clientela.

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Identikit del ruolo di CMC - Apco Lazio - settembre 2005

  • 1. Il consulente certificato di direzione e organizzazione aziendale (CMC) Identikit e istruzioni per l’uso a cura di APCO Lazio Abbiamo provveduto recentemente, nell’ambito della Delegazione territoriale dell’APCO Lazio, ad identificare le principali caratteristiche e qualita’ che un consulente di direzione e organizzazione, associato APCO, dovrebbe possedere ed esprimere sul mercato. Il consulente di direzione e organizzazione aziendale ha prevalentemente compiti di affiancamento alla direzione aziendale e al top management, sia di aziende pubbliche che private, piccole, medie e grandi, considerando questo soggetto come l’organo esecutivo che identifica e trasmette la visione dell’azienda e il suo indirizzo strategico, preoccupandosi anche di delinearne la mission e la pianificazione strategica fino alla definizione degli obiettivi di breve, medio e lungo periodo, in una logica top-down. In questo senso il consulente di direzione e organizzazione si offre al top management come alter ego tattico-strategico, svolgendo attività di supporto e consiglio, con una visione personale esterna che altrimenti non sarebbe visibile da dentro l’azienda. La sua principale funzionalità è quella di sviluppare gli elementi mancanti al top management, all’imprenditore, all’amministratore pubblico o anche ad una specifica funzione aziendale, mettendo in campo: creatività, impostazione concettuale e d’assieme dei problemi, realizzazione concreta delle soluzioni pratiche con metodologie operative valide, prevalentemente di tipo innovativo, se possibile scientifiche o pseudo-scientifiche e allo stato dell’arte, nelle tematiche di diretta competenza. I suoi valori professionali fondamentali, oltre alle capacità di iniziativa e l’orientamento all’apprendimento, sono riconducibili a: rispetto del codice di etica professionale, deontologia professionale, rispetto delle esigenze del cliente, rispetto dei punti di vista personali, onestà, correttezza, trasparenza, approccio positivo, sincerità rispetto alle proprie possibilita’ di intervento (sia in caso positivo che negativo). Le sue caratteristiche comportamentali personali prevalenti, oltre alle spiccate capacità di visione dell’organizzazione e l’orientamento al problem discovery, sono: capacità di sacrificio, capacità di allineamento alla situazione di contesto del cliente, elasticità mentale, flessibilità concettuale ed operativa, stile manageriale autorevole (credibilità) e direttivo/autoritario (in caso di necessità), propensione all’astensione da giudizi e/o pregiudizi, forte rispetto delle relazioni umane e interpersonali. Le sue competenze-conoscenze specifiche-specialistiche devono necessariamente includere, in una visione più orizzontale che verticale dell’azienda o del problema: conoscenza generale delle problematiche delle varie aree e funzioni aziendali, conoscenza specialistica-verticale di una o più aree funzionali (es. marketing, sistemi informativi, risorse umane, strategia, amministrazione, finanza, ecc.), possibilità di effettuare e gestire un networking tecnico-specialistico di/con altri consulenti, laddove necessario, perché non si è in grado di arrivare con la propria specializzazione ed esperienza. L’esperienza minima suggerita è di 7-10 anni nel settore, con specializzazione “per industry” in vari comparti produttivi e/o di servizio (manifatturiero, chimico, informatico, pubblica amministrazione, aziende di servizi, ecc.).
  • 2. Complessivamente il consulente di direzione e organizzazione tende di più di altri consulenti ad un approccio di tipo olistico (wholistic), in contrapposizione ad un approccio serialista (serialistic), dedicando le proprie prestazioni a problematiche di “maggiore respiro”, tendendo prima ad identificare e “mettere insieme i vari pezzi del problema”, per poi analizzarli uno ad uno separatamente, analizzandone le cause (visione per processi), verificandone le eventuali connessioni a 360° e ricomponendoli, infine, nella impostazione finale della soluzione pre-realizzativa. Il fattore distintivo del consulente di direzione e organizzazione aziendale è e rimane comunque quello della sua capacità di integrazione di problemi e soluzioni diverse tra loro, a beneficio di varie funzioni e protagonisti del cliente, offendo nel contempo una competenza di gestione nelle fasi di: a) impostazione, b) realizzazione della progettazione tecnica e c) realizzazione della progettazione esecutiva (spesso con una visione “helicopter view” o visione d’assieme integrata e/o specializzata), e seguendo anche le attuali norme UNI in merito (definizione dell’offerta, realizzazione progettuale, possesso delle competenze di consulente). Il risultato di questo identikit fornisce un professionista che ha un proprio stile, ha già maturato una serie di esperienze e competenze specialistiche legate ad un mestiere professionale originario (es. avvocato, ingegnere, architetto, commercialista, informatico, ecc.), che tende a focalizzarsi su problematiche ampie e interventi innovativi, anche in segmenti/settori diversi tra loro (ma accomunati dalla loro valenza economica e qualitativa all’interno della realtà del cliente), interessato ad un ulteriore allargamento del proprio bagaglio di esperienze e conoscenze, pronto costantemente ad approfondire e ad acquisire nuove metodologie e tecniche, nel propria area di competenza, a vantaggio della propria crescita personale e di quella della sua clientela.