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I MATERIALII MATERIALI
E LE LOROE LE LORO
PROPRIETÀ’:PROPRIETÀ’:
LE PLASTICHELE PLASTICHE
INQUADRAMENTO UNITA’ DIDATTICA
PREREQUISITI
CLASSIFICAZIONE DEI MATERIALI
CATEGORIE DI PROPRIETÀ’ DEI MATERIALI
CICLO DI VITA DI UN MATERIALE
IMPORTANZA DEL RICICLO - SIMBOLOGIA DEGLI IMBALLAGGI
CRACKING ART
COS’È?
CONOSCENZE SPECIFICHE
CLASSIFICAZIONE DELLE PLASTICHE: CHIMICHE E NATURALI
ORIGINE – MATERIE PRIME
DALLA LAVORAZIONE AL PRODOTTO FINITO
RISCHI AMBIENTALI (PRODUZIONE E SMALTIMENTO)
ARGOMENTI INTERDISCIPLINARI
SCIENZE: LE PROPRIETÀ’ CHIMICO-FISICHE DEI MATERIALI, IMPATTO
AMBIENTALE
EDUCAZIONE ARTISTICA: «CRACKING ART»
LINGUA INGLESE: TERMINOLOGIA SPECIFICA
OBIETTIVI DIDATTICI
SAPER ANALIZZARE UN OGGETTO:
RICONOSCERE I MATERIALI –PROPRIETÀ’ DEGLI OGGETTI DI USO COMUNE
INDIVIDUARE I PRINCIPALI PROCESSI DI LAVORAZIONE-PRODUZIONE DI UN
OGGETTO
INDIVIDUARE LA RELAZIONE FRA MATERIALI-FORMA-FUNZIONE DI UN
OGGETTO ED IL SUO UTILIZZO
ACQUISIRE SENSIBILITÀ’ VERSO IL RICICLO E RIUTILIZZO DEI MATERIALI
FARE PER IMPARARE
ABILITA’ TEORICHE: COMPILARE UNA SCHEDA TECNICA
ABILITA’ PRATICHE: TRASFORMARE UN OGGETTO PROGETTATO PER UN ALTRO
USO
COMPETENZE
ACQUISIRE UN ATTEGGIAMENTO CRITICO E RESPONSABILE NELLA SCELTA, USO
E RICICLO DEI MATERIALI
SAPER APPLICARE LE CONOSCENZE ACQUISITE PER MIGLIORARE LA
SOSTENIBILITÀ’ AMBIENTALE ED ESSERE PARTE ATTIVA ALL’INTERNO DEL CICLO
PRODUTTIVO
METODOLOGIE
LEZIONE FRONTALE
SUPPORTI MULTIMEDIALI: COM'È’ FATTO?
LAVORO DI GRUPPO: COMPILAZIONE SCHEDA TECNICA
ESPERIENZA MANUALE DI LABORATORIO: «CRACKING ART»
VALUTAZIONE
VERIFICA TEORICA IN ITINERE
PARTE STRUTTURATA: DOMANDE CHIUSE E SCELTA MULTIPLA
PARTE DISCORSIVA: DOMANDE APERTE
VALUTAZIONE DEL LAVORO DI GRUPPO
CAPACITA’ DI INTERAZIONE
CAPACITA’ DI OSSERVAZIONE
CONTENUTI-CREATIVITA’
CAPACITA’ DI ESPOSIZIONE
ALLESTIMENTO ESPOSITIVO
DIAP
DIAP
DIAP
DIAP
DIAP
DIAP
DIAP
DIAP
FONTI
DIAP
Rinfreschiamo la memoria!!!
Classificazione e proprietà dei……
Bronzo
Ottone
Acciaio
Ciclo di vita dei materiali
La lunga vita dei rifiuti...
I simboli degli imballaggi:
se li conosci....li ricicli!!!
Etimologia della parola.....brainstorming!
La storia della plastica!
Fin dai tempi più antichi gli uomini hanno modellato con le mani e con appositi
utensili l’argilla e la creta, materiali che hanno la proprietà di mantenere la forma
loro impressa. Tale proprietà si dice plasticità.
Anche la cera, la plastilina, il fil di ferro, il rame etc. sono materiali plastici, perché
mantengono la forma dopo essere stati “deformati”.
In natura, oltre alla creta e all’argilla, esistono altri materiali che hanno questa
proprietà:
LA PARKESINE - XYLONITE
Studiando il nitrato di cellulosa ottenuto nel 1845 a Basilea da C.F. Schoenbein,
Parkes ottenne un novo materiale che poteva essere "usato allo stato solido, plastico
o fluido, (che) si presentava di volta in volta rigido come l'avorio, opaco, flessibile,
resistente all'acqua, colorabile e si poteva lavorare all'utensile come i metalli,
stampare per compressione, laminare". Con queste parole l'inventore descriveva la
Parkesine, cioè un tipo di celluloide - brevettata nel 1861- in un foglietto pubblicitario
diffuso nel 1862, in occasione dell'Esposizione Internazionale di Londra dove furono
esposti i primi campioni di quella che possiamo considerare a buon diritto la materia
plastica primigenia, capostipite di una grande famiglia di polimeri che oggi conta
alcune centinaia di componenti.
La prima materia plastica artificiale
Intorno al 1860 la moda del biliardo si era diffusa in tutto il mondo, provocando
una vera e propria ecatombe di elefanti, perché le palle da biliardo erano fatte
di avorio. Per questo nel 1863 una fabbrica di New York offrì un premio di
10.000 $ a chi avesse trovato un materiale per sostituire l’avorio.
Nel 1869, dopo 6 anni, un tipografo, John Hyat, trattando prodotti naturali
(nitrato di cellulosa con canfora) inventò la celluloide. Essa fu usata per
costruire anche pettini, dentiere, manici di spazzole e tante altre cose, ma
diventò importantissima quando nel 1889 la Kodak adottò la celluloide per le
sue pellicole cinematografiche. La celluloide aveva un difetto, era altamente
infiammabile e nel 1924 fu sostituita da materiali simili ma meno pericolosi
(acetato di cellulosa).
LA CELLULOIDE
LA BACHELITE
La prima materia plastica sintetica
Nel 1909 il chimico belga – americano Leo Baekeland, facendo esperimenti con
due sostanze chiamate fenolo e formaldeide, riuscì ad inventare un materiale
straordinario che riscaldato e sottoposto a pressione assumeva una forma stabile,
non più modificabile dal calore: era nata la prima materia plastica termoindurente,
la bachelite, che era anche sintetica, cioè fatta senza composti chimici naturali.
Dura, resistente ai solventi, facilmente lavorabile, è usata anche oggi in svariati
campi (interruttori, prese di corrente, manici di pentole, parti di automobili etc.).
IL CELLOPHANE
Il CellophaneTM fu inventato nel 1908 da Jacques E. Brandenberger, un ingeniere
tessile svizzero, che per primo ebbe l'idea di un imballaggio trasparente e
protettivo. Brandenberger era seduto al ristorante quando un avventore rovesciò il
vino sulla tovaglia. Quando il cameriere cambiò la tovaglia, Brandenberger decise
che avrebbe inventato un materiale trasparente e flessibile che, sovrapposto al
tessuto, lo avrebbe reso impermeabile. Sperimentò diversi materiali e provò ad
applicare la viscosa liquida (un prodotto della cellulosa conosciuto come rayon) al
tessuto, ma la viscosa lo rese troppo rigido. La sua idea fallì, ma egli notò che il
rivestimento si era trasformato in una pellicola trasparente. Come in molte
invenzioni, l'uso originario venne abbandonato e fu trovato un uso nuovo e migliore.
Dal 1908 egli sviluppò la prima macchina per la manifattura di fogli trasparenti di
cellulosa rigenerata. Nel 1912 Brandenberger stava progettando un film sottile
,flessibile e saldabile da usare per le maschere antigas. Egli ottenne quindi il
brevetto per il macchinario ed il processo produttivo. Nel 1917 Brandenberger
assegnò il brevetto alla società "La Cellophane" e ne divenne socio.
Uno sviluppo inarrestabile
Negli anni venti cominciarono i primi esperimenti sui derivati del petrolio per la
produzione di materie plastiche, e negli anni trenta e quaranta, soprattutto nei
laboratori tedeschi, nascono il plexiglas, il PVC (cloruro di polivinile), i poliuretani
etc. Nel 1933 si inventa il polietilene, in Inghilterra. Nel 1938 l’americano Fallace
Carothers inventa il nylon, la prima fibra tessile del tutto sintetica.Il primo vero successo
del nylon è legato al suo impiego per farne calze da donna, nel 1940. Furono un grande successo
commerciale, ma furono subito difficili da trovare, in quanto l'anno dopo gli USA entrarono in guerra (la
Seconda Guerra Mondiale) ed il nylon veniva impiegato per realizzare i paracadute e le funi.
Nel 1954 Giulio Natta inventa il polipropilene isotattico (moplen) e riceve il Nobel
nel 1963. Lo sviluppo delle materie plastiche sintetiche, comunemente dette
PLASTICA, non si è più arrestato, continua anche ai nostri giorni e continuamente
si inventano materiali nuovi.
LA PLASTICA MODERNA
I TECNOPOLIMERI
I tecnopolimeri, polimeri per ingegneria o engineering plastics[1], sono polimeri
dotati di elevate caratteristiche fisico-meccaniche (rigidità, tenacità, duttilità,
lavorabilità, resistenza a temperature elevate, a carichi statici e dinamici e
all’invecchiamento) tali da consentirne l’utilizzo in sostituzione dei tradizionali metalli.
I tecnopolimeri, principalmente termoplastici, presentano struttura cristallina o
amorfa e possono diventare trasparenti se sottoposti a stiramento.
I tecnopolimeri più conosciuti ed utilizzati sono :
● le poliammidi (PA)
● il policarbonato (PC)
● il Polietilene tereftalato (PET)
La derivazione del termineLa derivazione del termine "Cracking Art""Cracking Art" deriva dal verboderiva dal verbo
inglese to crack = schioccare, scricchiolare, spaccarsi,inglese to crack = schioccare, scricchiolare, spaccarsi,
spezzarsi, incrinarsi, cedere, crollare...spezzarsi, incrinarsi, cedere, crollare... «Cracking è il«Cracking è il
divario dell'uomo contemporaneo, dibattuto tradivario dell'uomo contemporaneo, dibattuto tra
naturalità originaria e un futuro sempre più artificiale."naturalità originaria e un futuro sempre più artificiale."
"Cracking è il processo che serve a trasformare il petrolio in"Cracking è il processo che serve a trasformare il petrolio in
virgin nafta, base per migliaia di prodotti di sintesi, quali lavirgin nafta, base per migliaia di prodotti di sintesi, quali la
plastica." Per gli artisti appartenenti a questa corrente,plastica." Per gli artisti appartenenti a questa corrente,
"Cracking è quel processo che trasforma il naturale in"Cracking è quel processo che trasforma il naturale in
artificiale, l'organico in sintentico. Un procedimentoartificiale, l'organico in sintentico. Un procedimento
drammatico, se non è controllato, una scissione che ci mettedrammatico, se non è controllato, una scissione che ci mette
tutti di fronte a realtà nuove. "Quest'ultima contrapposizionetutti di fronte a realtà nuove. "Quest'ultima contrapposizione
in particolare si riflette nella scelta dei materiali (plasticain particolare si riflette nella scelta dei materiali (plastica
riciclata) e quindi nell'impegno sociale e ambientale delriciclata) e quindi nell'impegno sociale e ambientale del
movimento.movimento.
LA CRACKING – ART
CRACKING-ART
MATERIALIOGGETTI OBIETTIVI
NATURALI
O
ARTIFICIALI
DIMENSIONI
E PROPORZIONI
RIUSO
E
RICICLO
COSAFA
COS'È’
ORIGINI DELLAPLASTICA
PETROLIO
STEAM
CRACKING
MONOMERI
DISTILLAZIONE
FRAZIONATA
POLIMERI
MATERIEPLASTICHE
ARTIFICIALI
DI DERIVAZIONE
NATURALE
NATURALI SINTETICHE
ELASTOMERI
POLIAMMIDE
(NYLON)
PET – PP– PVC PS
– PE
ACETATI
RESINEACRILICHE
TERMOPLASTICHE TERMOINDURENTI
RAYON
VISCOSA
BIOPLASTICHE
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(BACHELITE)
RESINE MELAMINICHE
(FORMICA)
RESINE UREICHE
RESINE POLIESTERI
MATER-BI
E.C.M.
BIOPLAST
SOLANYL
CAUCCIU’
LATTICE
FILATI
SINTETICI
GOMME
SILICONICHE
SBR – NBR – IR -
EPR
PROCESSI DI LAVORAZIONE
INIEZIONE ESTRUSIONE
STAMPAGGIO
TERMO
FORMATURA
SOFFIAGGIO CALANDRATURA
PROPRIETÀ DELLE MATERIE PLASTICHE
PROPRIETÀ
FISICO/CHIMICHE
solide a temperaturasolide a temperatura
ambienteambiente
ottimi isolanti elettrici,ottimi isolanti elettrici,
termici ed acusticitermici ed acustici
basso peso specificobasso peso specifico
(sono più leggere dei(sono più leggere dei
metalli)metalli)
grande durata nelgrande durata nel
tempo e resistenza aglitempo e resistenza agli
agenti atmosfericiagenti atmosferici
impermeabili a liquidi eimpermeabili a liquidi e
gasgas
accumulano facilmenteaccumulano facilmente
cariche elettrostatichecariche elettrostatiche
non sono biodegradabilinon sono biodegradabili
PROPRIETÀ
MECCANICHE
buona resistenza aglibuona resistenza agli
sforzi (hanno sostituito isforzi (hanno sostituito i
metalli in tantemetalli in tante
applicazioni)applicazioni)
elevata tenacità nelleelevata tenacità nelle
termoplastiche, pertermoplastiche, per
questo spessoquesto spesso
sostituiscono vetro esostituiscono vetro e
ceramicaceramica
discreta durezza (nellediscreta durezza (nelle
termoindurenti)termoindurenti)
PROPRIETÀ
TECNOLOGICHE
duttili e malleabiliduttili e malleabili
facile lavorabilità:facile lavorabilità:
possono esserepossono essere
plasmate nelle piùplasmate nelle più
svariate forme, a bassasvariate forme, a bassa
temperatura (massimotemperatura (massimo
150 – 200 °C ) con150 – 200 °C ) con
conseguente minoreconseguente minore
impiego di energiaimpiego di energia
rispetto ai metalli, conrispetto ai metalli, con
un costo di produzioneun costo di produzione
molto basso e minoremolto basso e minore
inquinamento dainquinamento da
combustione dicombustione di
petrolio.petrolio.
elevata fusibilità per leelevata fusibilità per le
termoplastiche, bassatermoplastiche, bassa
fusibilità per lefusibilità per le
termoindurentitermoindurenti
Quanta plastica da un barile di petrolio!!!!!
Quanta plastica c'è in un automobile???!!!
L'inquinamento della plastica
Il Pacific Trash Vortex È un enorme accumulo
di spazzatura
galleggiante (composto
soprattutto da plastica)
situato nell'Oceano
Pacifico
I danni della plastica nell'ambiente
La plastica dispersa nell’ambiente origina un elevato danno paesaggistico e un inquinamento
dell’ecosistema, soprattutto a causa della natura "indistruttibile" di questi materiali. Il metodo tradizionale di
smaltimento dei rifiuti (interramento in discariche ed incenerimento) non può essere applicato alla plastica
perché:
•
alcune materie plastiche quando bruciano producono gas tossici;
•
quasi tutte le plastiche bruciando producono una notevole quantità di calore che, se non viene
utilizzato per produrre energia, si disperde nell’ambiente circostante causando un indesiderato
aumento della temperatura (inquinamento termico);
•
la plastica non è degradabile, se non in tempi lunghissimi (centinaia di anni), quindi una volta
abbandonata permane nell’ambiente.
Il riciclo della plastica e le plastiche bio
LE PLASTICHE BIO:
IL CONSORZIO DELLA PLASTICA:
www.corepla.itwww.corepla.it
Il problema dell’impatto ambientale della plastica può essere risolto, o almeno ridotto, con
metodi di recupero tramite raccolta differenziata e di riutilizzo degli stessi materiali a fine
vita, riciclo. Per soluzioni più definitive, si punta oggi a sostituire le plastiche tradizionali con
PLASTICHE DEGRADABILI.
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Lo sapevi che i batteri
dello yogurt sono
utilizzati per produrre
plastica
biodegradabile…..!!!!
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è un innovativo impianto
di stoccaggio e selezione
meccanica dei rifiuti
operante in provincia di
Treviso.
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Attenti agli shopper falsamente biodegradabili!!!
Attenti alle buste di plastica! L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha bocciato
come pubblicità ingannevole quella con la quale le buste di plastica tradizionale, con
l’aggiunta di additivi (ECM) per facilitarne la disgregazione, vengono definite biodegradabili e
compostabili.
L’ECM è un additivo chimico che aggiunto alle normali plastiche (in proporzione almeno di
circa 1%), secondo i produttori, le rende attaccabili da batteri e quindi biodegradabili.
Detto questo si potrebbe pensare di trovarsi di fronte ad un prodotto biocompatibile,
“ecologico”, che risolve per sempre il problema della plastica.
In realtà non è così. L’uso della plastica incentiva la filiera petrolifera e contribuisce
all’inquinamento dei mari, del suolo e dell’aria.
L’unica cosa che cambia con queste “plastiche biodegradabili” è che invece di rimanere
nell’ambiente per centinaia di anni, solo se a contatto con materia organica in
fermentazione, vengono degradate in tempi tra i 2 e i 5 anni. Ovviamente dalla loro
degradazione si produce una forte emissione di CO2 che contribuisce all’effetto serra.
Non si può in nessun modo equiparare il mater-Bi e le plastiche prodotte da materiali
vegetali con le plastiche chimiche addizionate in quanto il mater-Bi richiede sicuramente
molta meno energia per essere prodotto e non ha influenza sull’effetto serra perché la CO2
emessa durante la sua decomposizione viene riassorbita dalla coltivazione del successivo
raccolto, mente la CO2 emessa dai combustibili fossili e i loro derivati (plastiche comprese)
non può essere riassorbita.
Inoltre, visti i tempi lunghi di biodegradazione, i sacchetti ECM non sono adatti per inserirvi
i rifiuti organici per il compostaggio: le “compostiere” che riciclano i rifiuti urbani hanno un
ciclo di compostaggio al massimo di 6 mesi ( solitamente 3) e quindi si rischia di avere
compost con evidenti tracce di plastica, quindi inutilizzabile.
L’ECM può essere una soluzione transitoria per quei prodotti che non possono essere fatti se
non di plastica, almeno finché non viene trovata una valida alternativa, che almeno possono
così essere decomposti. Ma bisognerebbe trovare un altro sistema per la sua
biodegradazione: lasciata in giro la busta di plastica ECM, se non è a contatto diretto con
sostanza organica in fermentazione non si decompone e attualmente non è sensato
pensare di farla degradare nelle compostiere pubbliche.
Un’economia sostenibile deve necessariamente eliminare progressivamente la plastica e tutti gli altri prodotti
petroliferi altrimenti non sarà possibile arrestare l’effetto serra e l’inquinamento da petrolio che lentamente sta
avvelenando i nostri oceani.
Pubblicità progresso.....!!!! Fermiamoci a riflettere!
LABORATORIO PlasticArte: la plastica a nuova vita!!
Materiali in plastica: bottiglie, contenitori vari, shopper, flaconi, giochi, cannucce, palline, …..
Attrezzi: forbici, colla, scotch….
Procedimento: tagliare, incollare, assemblare … con un po’ di fantasia e tocco artistico!!
DIAP
Uscite didattiche: proposte
ISOLA ECOLOGICA e DISCARICA
•
Visita guidata dell'isola ecologica o della discarica della propria città.
MUSEO DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA “Leonardo da Vinci” di MILANO
•
Il Museo dispone di un dipartimento dedicato ai materiali polimerici diviso in tre sezioni:
GOMMA, PLASTICHE e SOSTANZE ADESIVE.
•
Attività di laboratorio.
MUSEO DELLA PLASTICA “Cannon-Sandretto”di Pont Canavese (TO)
•
Il primo museo italiano delle materie plastiche. Ospita una collezione di oggetti (oltre 2500
pezzi): vecchi manufatti di materia plastica, dall'ebanite alla celluloide alla caseina alla bakelite,
fino ai materiali dei giorni nostri.
MUSEO PLART “Plastica+Arte+Ricerca e Tecnologia” NAPOLI
•
Il Museo Plart propone un percorso formativo che riguarda la storia della plastica e del suo
utilizzo come materiale per l’arte e il design. Spazio museale dedicato all’esposizione
permanente di oggetti ed opere d’arte realizzate in materiale plastico. Le proposte per le scuole
sono differenziate per fasce d'età e comprendono sia attività che forniscono un quadro generale
della collezione con visita Interattiva, il percorso multimediale “Plastiche Alchemiche”, il
laboratorio “Officine dell’arte” sui temi del riciclo, della creatività, della eco sostenibilità e della
fisica sia uno spettacolo teatrale interattivo.
•
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MUSEO “A COME AMBIENTE” TORINO
•
A come Ambiente è un “ponte” tra noi e l’ambiente che abbiamo “sotto il naso”, protagonista
della vita quotidiana, un suggeritore di buone pratiche ambientali per essere più leggeri con
l’ambiente: che cosa posso fare io, in concreto.
•
Attività di laboratorio sui rifiuti.
FONTI
Libri di testo:
•
A. CHINI, A. CONTI, 10 in Tecnologia, Ed. DIGIT, 2012
•
G. ARDUINO, Il manuale di Tecnologia, Ed. LATTES, 2010
Siti web:
•
www.corepla.it
•
www.legambiente.it
•
http://www.plasticabiodegradabile.blogspot.it/
Supporti multimediali:
http://www.youtube.com/watch?v=9oAkg-cLrzM (storia della plastica
http://www.youtube.com/watch?v=z_Z8h162Q5Y (bicchieri)
http://www.youtube.com/watch?v=Jc_GfqQrSTU (sacchetti plastica)
http://www.youtube.com/watch?v=NZmKB7-djtg (bottiglie plastica)
http://www.youtube.com/watch?v=z-oQVmGqcDY gomma cancellare
http://www.youtube.com/watch?v=FocX6Fews6k gomma staedtler
http://www.youtube.com/watch?v=JsnrOizAQdU pallina golf
(Ecm additivo per plastiche che le rende biodegradabile)
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Uda tecnologia materie plastiche

  • 1. I MATERIALII MATERIALI E LE LOROE LE LORO PROPRIETÀ’:PROPRIETÀ’: LE PLASTICHELE PLASTICHE
  • 2. INQUADRAMENTO UNITA’ DIDATTICA PREREQUISITI CLASSIFICAZIONE DEI MATERIALI CATEGORIE DI PROPRIETÀ’ DEI MATERIALI CICLO DI VITA DI UN MATERIALE IMPORTANZA DEL RICICLO - SIMBOLOGIA DEGLI IMBALLAGGI CRACKING ART COS’È? CONOSCENZE SPECIFICHE CLASSIFICAZIONE DELLE PLASTICHE: CHIMICHE E NATURALI ORIGINE – MATERIE PRIME DALLA LAVORAZIONE AL PRODOTTO FINITO RISCHI AMBIENTALI (PRODUZIONE E SMALTIMENTO) ARGOMENTI INTERDISCIPLINARI SCIENZE: LE PROPRIETÀ’ CHIMICO-FISICHE DEI MATERIALI, IMPATTO AMBIENTALE EDUCAZIONE ARTISTICA: «CRACKING ART» LINGUA INGLESE: TERMINOLOGIA SPECIFICA
  • 3. OBIETTIVI DIDATTICI SAPER ANALIZZARE UN OGGETTO: RICONOSCERE I MATERIALI –PROPRIETÀ’ DEGLI OGGETTI DI USO COMUNE INDIVIDUARE I PRINCIPALI PROCESSI DI LAVORAZIONE-PRODUZIONE DI UN OGGETTO INDIVIDUARE LA RELAZIONE FRA MATERIALI-FORMA-FUNZIONE DI UN OGGETTO ED IL SUO UTILIZZO ACQUISIRE SENSIBILITÀ’ VERSO IL RICICLO E RIUTILIZZO DEI MATERIALI FARE PER IMPARARE ABILITA’ TEORICHE: COMPILARE UNA SCHEDA TECNICA ABILITA’ PRATICHE: TRASFORMARE UN OGGETTO PROGETTATO PER UN ALTRO USO COMPETENZE ACQUISIRE UN ATTEGGIAMENTO CRITICO E RESPONSABILE NELLA SCELTA, USO E RICICLO DEI MATERIALI SAPER APPLICARE LE CONOSCENZE ACQUISITE PER MIGLIORARE LA SOSTENIBILITÀ’ AMBIENTALE ED ESSERE PARTE ATTIVA ALL’INTERNO DEL CICLO PRODUTTIVO
  • 4. METODOLOGIE LEZIONE FRONTALE SUPPORTI MULTIMEDIALI: COM'È’ FATTO? LAVORO DI GRUPPO: COMPILAZIONE SCHEDA TECNICA ESPERIENZA MANUALE DI LABORATORIO: «CRACKING ART» VALUTAZIONE VERIFICA TEORICA IN ITINERE PARTE STRUTTURATA: DOMANDE CHIUSE E SCELTA MULTIPLA PARTE DISCORSIVA: DOMANDE APERTE VALUTAZIONE DEL LAVORO DI GRUPPO CAPACITA’ DI INTERAZIONE CAPACITA’ DI OSSERVAZIONE CONTENUTI-CREATIVITA’ CAPACITA’ DI ESPOSIZIONE ALLESTIMENTO ESPOSITIVO
  • 9. Ciclo di vita dei materiali
  • 10. La lunga vita dei rifiuti...
  • 11. I simboli degli imballaggi: se li conosci....li ricicli!!!
  • 13. La storia della plastica! Fin dai tempi più antichi gli uomini hanno modellato con le mani e con appositi utensili l’argilla e la creta, materiali che hanno la proprietà di mantenere la forma loro impressa. Tale proprietà si dice plasticità. Anche la cera, la plastilina, il fil di ferro, il rame etc. sono materiali plastici, perché mantengono la forma dopo essere stati “deformati”. In natura, oltre alla creta e all’argilla, esistono altri materiali che hanno questa proprietà:
  • 14. LA PARKESINE - XYLONITE Studiando il nitrato di cellulosa ottenuto nel 1845 a Basilea da C.F. Schoenbein, Parkes ottenne un novo materiale che poteva essere "usato allo stato solido, plastico o fluido, (che) si presentava di volta in volta rigido come l'avorio, opaco, flessibile, resistente all'acqua, colorabile e si poteva lavorare all'utensile come i metalli, stampare per compressione, laminare". Con queste parole l'inventore descriveva la Parkesine, cioè un tipo di celluloide - brevettata nel 1861- in un foglietto pubblicitario diffuso nel 1862, in occasione dell'Esposizione Internazionale di Londra dove furono esposti i primi campioni di quella che possiamo considerare a buon diritto la materia plastica primigenia, capostipite di una grande famiglia di polimeri che oggi conta alcune centinaia di componenti.
  • 15. La prima materia plastica artificiale Intorno al 1860 la moda del biliardo si era diffusa in tutto il mondo, provocando una vera e propria ecatombe di elefanti, perché le palle da biliardo erano fatte di avorio. Per questo nel 1863 una fabbrica di New York offrì un premio di 10.000 $ a chi avesse trovato un materiale per sostituire l’avorio. Nel 1869, dopo 6 anni, un tipografo, John Hyat, trattando prodotti naturali (nitrato di cellulosa con canfora) inventò la celluloide. Essa fu usata per costruire anche pettini, dentiere, manici di spazzole e tante altre cose, ma diventò importantissima quando nel 1889 la Kodak adottò la celluloide per le sue pellicole cinematografiche. La celluloide aveva un difetto, era altamente infiammabile e nel 1924 fu sostituita da materiali simili ma meno pericolosi (acetato di cellulosa). LA CELLULOIDE
  • 16. LA BACHELITE La prima materia plastica sintetica Nel 1909 il chimico belga – americano Leo Baekeland, facendo esperimenti con due sostanze chiamate fenolo e formaldeide, riuscì ad inventare un materiale straordinario che riscaldato e sottoposto a pressione assumeva una forma stabile, non più modificabile dal calore: era nata la prima materia plastica termoindurente, la bachelite, che era anche sintetica, cioè fatta senza composti chimici naturali. Dura, resistente ai solventi, facilmente lavorabile, è usata anche oggi in svariati campi (interruttori, prese di corrente, manici di pentole, parti di automobili etc.).
  • 17. IL CELLOPHANE Il CellophaneTM fu inventato nel 1908 da Jacques E. Brandenberger, un ingeniere tessile svizzero, che per primo ebbe l'idea di un imballaggio trasparente e protettivo. Brandenberger era seduto al ristorante quando un avventore rovesciò il vino sulla tovaglia. Quando il cameriere cambiò la tovaglia, Brandenberger decise che avrebbe inventato un materiale trasparente e flessibile che, sovrapposto al tessuto, lo avrebbe reso impermeabile. Sperimentò diversi materiali e provò ad applicare la viscosa liquida (un prodotto della cellulosa conosciuto come rayon) al tessuto, ma la viscosa lo rese troppo rigido. La sua idea fallì, ma egli notò che il rivestimento si era trasformato in una pellicola trasparente. Come in molte invenzioni, l'uso originario venne abbandonato e fu trovato un uso nuovo e migliore. Dal 1908 egli sviluppò la prima macchina per la manifattura di fogli trasparenti di cellulosa rigenerata. Nel 1912 Brandenberger stava progettando un film sottile ,flessibile e saldabile da usare per le maschere antigas. Egli ottenne quindi il brevetto per il macchinario ed il processo produttivo. Nel 1917 Brandenberger assegnò il brevetto alla società "La Cellophane" e ne divenne socio.
  • 18. Uno sviluppo inarrestabile Negli anni venti cominciarono i primi esperimenti sui derivati del petrolio per la produzione di materie plastiche, e negli anni trenta e quaranta, soprattutto nei laboratori tedeschi, nascono il plexiglas, il PVC (cloruro di polivinile), i poliuretani etc. Nel 1933 si inventa il polietilene, in Inghilterra. Nel 1938 l’americano Fallace Carothers inventa il nylon, la prima fibra tessile del tutto sintetica.Il primo vero successo del nylon è legato al suo impiego per farne calze da donna, nel 1940. Furono un grande successo commerciale, ma furono subito difficili da trovare, in quanto l'anno dopo gli USA entrarono in guerra (la Seconda Guerra Mondiale) ed il nylon veniva impiegato per realizzare i paracadute e le funi. Nel 1954 Giulio Natta inventa il polipropilene isotattico (moplen) e riceve il Nobel nel 1963. Lo sviluppo delle materie plastiche sintetiche, comunemente dette PLASTICA, non si è più arrestato, continua anche ai nostri giorni e continuamente si inventano materiali nuovi. LA PLASTICA MODERNA
  • 19. I TECNOPOLIMERI I tecnopolimeri, polimeri per ingegneria o engineering plastics[1], sono polimeri dotati di elevate caratteristiche fisico-meccaniche (rigidità, tenacità, duttilità, lavorabilità, resistenza a temperature elevate, a carichi statici e dinamici e all’invecchiamento) tali da consentirne l’utilizzo in sostituzione dei tradizionali metalli. I tecnopolimeri, principalmente termoplastici, presentano struttura cristallina o amorfa e possono diventare trasparenti se sottoposti a stiramento. I tecnopolimeri più conosciuti ed utilizzati sono : ● le poliammidi (PA) ● il policarbonato (PC) ● il Polietilene tereftalato (PET)
  • 20. La derivazione del termineLa derivazione del termine "Cracking Art""Cracking Art" deriva dal verboderiva dal verbo inglese to crack = schioccare, scricchiolare, spaccarsi,inglese to crack = schioccare, scricchiolare, spaccarsi, spezzarsi, incrinarsi, cedere, crollare...spezzarsi, incrinarsi, cedere, crollare... «Cracking è il«Cracking è il divario dell'uomo contemporaneo, dibattuto tradivario dell'uomo contemporaneo, dibattuto tra naturalità originaria e un futuro sempre più artificiale."naturalità originaria e un futuro sempre più artificiale." "Cracking è il processo che serve a trasformare il petrolio in"Cracking è il processo che serve a trasformare il petrolio in virgin nafta, base per migliaia di prodotti di sintesi, quali lavirgin nafta, base per migliaia di prodotti di sintesi, quali la plastica." Per gli artisti appartenenti a questa corrente,plastica." Per gli artisti appartenenti a questa corrente, "Cracking è quel processo che trasforma il naturale in"Cracking è quel processo che trasforma il naturale in artificiale, l'organico in sintentico. Un procedimentoartificiale, l'organico in sintentico. Un procedimento drammatico, se non è controllato, una scissione che ci mettedrammatico, se non è controllato, una scissione che ci mette tutti di fronte a realtà nuove. "Quest'ultima contrapposizionetutti di fronte a realtà nuove. "Quest'ultima contrapposizione in particolare si riflette nella scelta dei materiali (plasticain particolare si riflette nella scelta dei materiali (plastica riciclata) e quindi nell'impegno sociale e ambientale delriciclata) e quindi nell'impegno sociale e ambientale del movimento.movimento. LA CRACKING – ART
  • 21.
  • 24. MATERIEPLASTICHE ARTIFICIALI DI DERIVAZIONE NATURALE NATURALI SINTETICHE ELASTOMERI POLIAMMIDE (NYLON) PET – PP– PVC PS – PE ACETATI RESINEACRILICHE TERMOPLASTICHE TERMOINDURENTI RAYON VISCOSA BIOPLASTICHE RESINE FENOLICHE (BACHELITE) RESINE MELAMINICHE (FORMICA) RESINE UREICHE RESINE POLIESTERI MATER-BI E.C.M. BIOPLAST SOLANYL CAUCCIU’ LATTICE FILATI SINTETICI GOMME SILICONICHE SBR – NBR – IR - EPR
  • 25.
  • 26.
  • 27.
  • 28. PROCESSI DI LAVORAZIONE INIEZIONE ESTRUSIONE STAMPAGGIO TERMO FORMATURA SOFFIAGGIO CALANDRATURA
  • 29.
  • 30. PROPRIETÀ DELLE MATERIE PLASTICHE PROPRIETÀ FISICO/CHIMICHE solide a temperaturasolide a temperatura ambienteambiente ottimi isolanti elettrici,ottimi isolanti elettrici, termici ed acusticitermici ed acustici basso peso specificobasso peso specifico (sono più leggere dei(sono più leggere dei metalli)metalli) grande durata nelgrande durata nel tempo e resistenza aglitempo e resistenza agli agenti atmosfericiagenti atmosferici impermeabili a liquidi eimpermeabili a liquidi e gasgas accumulano facilmenteaccumulano facilmente cariche elettrostatichecariche elettrostatiche non sono biodegradabilinon sono biodegradabili PROPRIETÀ MECCANICHE buona resistenza aglibuona resistenza agli sforzi (hanno sostituito isforzi (hanno sostituito i metalli in tantemetalli in tante applicazioni)applicazioni) elevata tenacità nelleelevata tenacità nelle termoplastiche, pertermoplastiche, per questo spessoquesto spesso sostituiscono vetro esostituiscono vetro e ceramicaceramica discreta durezza (nellediscreta durezza (nelle termoindurenti)termoindurenti) PROPRIETÀ TECNOLOGICHE duttili e malleabiliduttili e malleabili facile lavorabilità:facile lavorabilità: possono esserepossono essere plasmate nelle piùplasmate nelle più svariate forme, a bassasvariate forme, a bassa temperatura (massimotemperatura (massimo 150 – 200 °C ) con150 – 200 °C ) con conseguente minoreconseguente minore impiego di energiaimpiego di energia rispetto ai metalli, conrispetto ai metalli, con un costo di produzioneun costo di produzione molto basso e minoremolto basso e minore inquinamento dainquinamento da combustione dicombustione di petrolio.petrolio. elevata fusibilità per leelevata fusibilità per le termoplastiche, bassatermoplastiche, bassa fusibilità per lefusibilità per le termoindurentitermoindurenti
  • 31. Quanta plastica da un barile di petrolio!!!!!
  • 32. Quanta plastica c'è in un automobile???!!!
  • 33. L'inquinamento della plastica Il Pacific Trash Vortex È un enorme accumulo di spazzatura galleggiante (composto soprattutto da plastica) situato nell'Oceano Pacifico
  • 34. I danni della plastica nell'ambiente La plastica dispersa nell’ambiente origina un elevato danno paesaggistico e un inquinamento dell’ecosistema, soprattutto a causa della natura "indistruttibile" di questi materiali. Il metodo tradizionale di smaltimento dei rifiuti (interramento in discariche ed incenerimento) non può essere applicato alla plastica perché: • alcune materie plastiche quando bruciano producono gas tossici; • quasi tutte le plastiche bruciando producono una notevole quantità di calore che, se non viene utilizzato per produrre energia, si disperde nell’ambiente circostante causando un indesiderato aumento della temperatura (inquinamento termico); • la plastica non è degradabile, se non in tempi lunghissimi (centinaia di anni), quindi una volta abbandonata permane nell’ambiente.
  • 35. Il riciclo della plastica e le plastiche bio LE PLASTICHE BIO: IL CONSORZIO DELLA PLASTICA: www.corepla.itwww.corepla.it Il problema dell’impatto ambientale della plastica può essere risolto, o almeno ridotto, con metodi di recupero tramite raccolta differenziata e di riutilizzo degli stessi materiali a fine vita, riciclo. Per soluzioni più definitive, si punta oggi a sostituire le plastiche tradizionali con PLASTICHE DEGRADABILI. www.materbi.comwww.materbi.com www.natureworksllc.comwww.natureworksllc.com www.cereplastitalia.comwww.cereplastitalia.com Lo sapevi che i batteri dello yogurt sono utilizzati per produrre plastica biodegradabile…..!!!! GUARDA IL VIDEO www.bio-on.itwww.bio-on.it www.scuola.corepla.itwww.scuola.corepla.it Centro Riciclo Vedelago: è un innovativo impianto di stoccaggio e selezione meccanica dei rifiuti operante in provincia di Treviso. GUARDA IL VIDEO
  • 36. Attenti agli shopper falsamente biodegradabili!!! Attenti alle buste di plastica! L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha bocciato come pubblicità ingannevole quella con la quale le buste di plastica tradizionale, con l’aggiunta di additivi (ECM) per facilitarne la disgregazione, vengono definite biodegradabili e compostabili. L’ECM è un additivo chimico che aggiunto alle normali plastiche (in proporzione almeno di circa 1%), secondo i produttori, le rende attaccabili da batteri e quindi biodegradabili. Detto questo si potrebbe pensare di trovarsi di fronte ad un prodotto biocompatibile, “ecologico”, che risolve per sempre il problema della plastica. In realtà non è così. L’uso della plastica incentiva la filiera petrolifera e contribuisce all’inquinamento dei mari, del suolo e dell’aria. L’unica cosa che cambia con queste “plastiche biodegradabili” è che invece di rimanere nell’ambiente per centinaia di anni, solo se a contatto con materia organica in fermentazione, vengono degradate in tempi tra i 2 e i 5 anni. Ovviamente dalla loro degradazione si produce una forte emissione di CO2 che contribuisce all’effetto serra. Non si può in nessun modo equiparare il mater-Bi e le plastiche prodotte da materiali vegetali con le plastiche chimiche addizionate in quanto il mater-Bi richiede sicuramente molta meno energia per essere prodotto e non ha influenza sull’effetto serra perché la CO2 emessa durante la sua decomposizione viene riassorbita dalla coltivazione del successivo raccolto, mente la CO2 emessa dai combustibili fossili e i loro derivati (plastiche comprese) non può essere riassorbita. Inoltre, visti i tempi lunghi di biodegradazione, i sacchetti ECM non sono adatti per inserirvi i rifiuti organici per il compostaggio: le “compostiere” che riciclano i rifiuti urbani hanno un ciclo di compostaggio al massimo di 6 mesi ( solitamente 3) e quindi si rischia di avere compost con evidenti tracce di plastica, quindi inutilizzabile. L’ECM può essere una soluzione transitoria per quei prodotti che non possono essere fatti se non di plastica, almeno finché non viene trovata una valida alternativa, che almeno possono così essere decomposti. Ma bisognerebbe trovare un altro sistema per la sua biodegradazione: lasciata in giro la busta di plastica ECM, se non è a contatto diretto con sostanza organica in fermentazione non si decompone e attualmente non è sensato pensare di farla degradare nelle compostiere pubbliche. Un’economia sostenibile deve necessariamente eliminare progressivamente la plastica e tutti gli altri prodotti petroliferi altrimenti non sarà possibile arrestare l’effetto serra e l’inquinamento da petrolio che lentamente sta avvelenando i nostri oceani.
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  • 49. LABORATORIO PlasticArte: la plastica a nuova vita!! Materiali in plastica: bottiglie, contenitori vari, shopper, flaconi, giochi, cannucce, palline, ….. Attrezzi: forbici, colla, scotch…. Procedimento: tagliare, incollare, assemblare … con un po’ di fantasia e tocco artistico!! DIAP
  • 50. Uscite didattiche: proposte ISOLA ECOLOGICA e DISCARICA • Visita guidata dell'isola ecologica o della discarica della propria città. MUSEO DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA “Leonardo da Vinci” di MILANO • Il Museo dispone di un dipartimento dedicato ai materiali polimerici diviso in tre sezioni: GOMMA, PLASTICHE e SOSTANZE ADESIVE. • Attività di laboratorio. MUSEO DELLA PLASTICA “Cannon-Sandretto”di Pont Canavese (TO) • Il primo museo italiano delle materie plastiche. Ospita una collezione di oggetti (oltre 2500 pezzi): vecchi manufatti di materia plastica, dall'ebanite alla celluloide alla caseina alla bakelite, fino ai materiali dei giorni nostri. MUSEO PLART “Plastica+Arte+Ricerca e Tecnologia” NAPOLI • Il Museo Plart propone un percorso formativo che riguarda la storia della plastica e del suo utilizzo come materiale per l’arte e il design. Spazio museale dedicato all’esposizione permanente di oggetti ed opere d’arte realizzate in materiale plastico. Le proposte per le scuole sono differenziate per fasce d'età e comprendono sia attività che forniscono un quadro generale della collezione con visita Interattiva, il percorso multimediale “Plastiche Alchemiche”, il laboratorio “Officine dell’arte” sui temi del riciclo, della creatività, della eco sostenibilità e della fisica sia uno spettacolo teatrale interattivo. • Attività di laboratorio. MUSEO “A COME AMBIENTE” TORINO • A come Ambiente è un “ponte” tra noi e l’ambiente che abbiamo “sotto il naso”, protagonista della vita quotidiana, un suggeritore di buone pratiche ambientali per essere più leggeri con l’ambiente: che cosa posso fare io, in concreto. • Attività di laboratorio sui rifiuti.
  • 51. FONTI Libri di testo: • A. CHINI, A. CONTI, 10 in Tecnologia, Ed. DIGIT, 2012 • G. ARDUINO, Il manuale di Tecnologia, Ed. LATTES, 2010 Siti web: • www.corepla.it • www.legambiente.it • http://www.plasticabiodegradabile.blogspot.it/ Supporti multimediali: http://www.youtube.com/watch?v=9oAkg-cLrzM (storia della plastica http://www.youtube.com/watch?v=z_Z8h162Q5Y (bicchieri) http://www.youtube.com/watch?v=Jc_GfqQrSTU (sacchetti plastica) http://www.youtube.com/watch?v=NZmKB7-djtg (bottiglie plastica) http://www.youtube.com/watch?v=z-oQVmGqcDY gomma cancellare http://www.youtube.com/watch?v=FocX6Fews6k gomma staedtler http://www.youtube.com/watch?v=JsnrOizAQdU pallina golf (Ecm additivo per plastiche che le rende biodegradabile) www.italcombiodegradabile.com/index.html