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VERONA: RAGAZZO UCCISO DALL’ODIO NAZIFASCISTA
4 MAGGIO 2008 Verona: ragazzo picchiato in fin di vita, confessa un  ultras  neofascista   ·  Da  Repubblica Un ventenne si è presentato questa mattina in questura con il suo avvocato Identificati altri due dei cinque aggressori: sono già fuggiti all’estero Ragazzo picchiato a Verona confessa un ultrà neofascista Ancora gravi le condizioni del 29enne vittima del pestaggio […] repubblica on line h.18.30  Verona, l’aggressore di Nicola Tommasoli membro di un gruppo neofascista In passato la banda, vicina alla tifoseria dell’Hellas Verona, già indagata per aggressioni Insospettabili, estremisti, violenti I colpevoli erano già noti alla polizia
Insospettabili, estremisti, violenti I colpevoli erano già noti alla polizia VERONA – Botte ai “diversi”, ai meridionali, ai giovani di sinistra e a tutti quelli che, secondo loro, rovinavano l’immagine di Verona. Ci sarebbero numerosi episodi violenti nel passato degli aggressori di Nicola Tommasoli, in fin di vita nel capoluogo veneto per aver rifiutato una sigaretta. Secondo la polizia, il ragazzo che ha confessato di aver preso parte al pestaggio è membro di un gruppo di estrema destra vicino al “Veneto Fronte Skinheads” e alla tifoseria dell’Hellas Verona e già noto da almeno un anno alle forze dell’ordine. Per l’ennesima volta la città scaligera torna alla ribalta per azioni di matrice neofascista.La gang si compone di circa 17 persone di età compresa tra i 17 e i 25 anni, insospettabili figli di professionisti e irreprensibili operai. Tra le loro “imprese” ci sono numerose aggressioni. Tra le vittime, ad esempio, c’è un giovane con la maglietta del Lecce era stato apostrofato come “terrone” e poi massacrato di botte. Un ragazzino che utilizzava lo skate-board, invece, era stato preso di mira in quanto incapace nell’utilizzare lo strumento. Problemi anche per alcuni venditori di kebab e per i loro clienti, aggrediti perché mangiavano un prodotto non gradito alla banda. Tra gli episodi piu cruenti, il 27 novembre del 2006 due giovani della “Chimica”, un centro sociale della zona, furono feriti a colpi di spranga a San Michele Extra. In quello stesso giorno, alcuni degli indagati avrebbero picchiato un giovane in piazza Erbe perché stando seduto su alcuni scalini danneggiava l’immagine di Verona “città di Classe”. Nelle perquisizioni domiciliari effettuate un anno fa, gli agenti della polizia scaligera avevano rinvenuto numerose cassette con filmati che documentavano le azioni violente. Alcuni degli indagati avevano in casa simboli nazisti, coltelli, armi, pugnali, simboli del “Veneto Fronte Skinheads”. Gli atti violenti servivano per mantenere una sorta di controllo del territorio. Il materiale video circolava e, secondo gli inquirenti, le cassette venivano persino vendute. Chi non riusciva a comprare il materiale originale si accontentava dei video scaricati dal web. L’estrema destra veronese è stata spesso al centro di episodi di cronaca. Tra gli episodi più eclatanti, l’aggressione in diretta televisiva al leader dell’Unione del musulmani italiani, Adel Smith. In quell’occasione, un gruppo di militanti veneti di Forza Nuova aveva fatto irruzione negli studi dell’emittente di Verona Telenuovo provocando un caso di rilevanza nazionale. Il “Veneto Fronte Skinheads”, associazione fondata nel 1986, ha rapporti con altri gruppi di destra europei. I suoi membri, come viene raccontato anche sul sito dell’associazione, sono stati in più occasione coinvolti in scontri con la polizia e con militanti di sinistra e hanno preso parte a manifestazioni neonaziste in giro per l’Europa. Secondo il Viminale, in Italia gli ultras violenti sarebbero circa 20mila. Di questi, tre quarti sarebbero vicini a posizioni di estrema destra, come i principali gruppi della curva dell’Hellas Verona.[…]
aggiornamento art repubblica […] Ragazzo picchiato a Verona confessa un ultrà neofascista VERONA – Un giovane si è presentato questa mattina in questura e ha confessato di essere stato uno degli autori dell’aggressione di Nicola Tommasoli, 29 anni, picchiato e ridotto in fin di vita la notte del primo maggio nel centro di Verona solo perché si è rifiutato di offrire una sigaretta. Il ragazzo di 19 anni interrogato dal magistrato Francesco Rombaldoni, titolare dell’inchiesta, ha reso “piena confessione”. Si tratta di un ultrà neofascista già responsabile di aggressioni a sfondo razzista e violenze negli stadi. L’avvocato del diciannovenne parla di una lite degenerata e sostiene che il suo assistito, che frequenta regolarmente il liceo classico, non intendeva uccidere. Il legale aggiunge anche che il padre e la madre del giovane “sono distrutti da una situazione spaventosa”. Intanto sono ancora molto gravi le condizioni di Nicola Tommasoli, ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Borgo Trento. Momenti di angoscia per i genitori, chiusi assieme agli amici più cari in una stanza accanto al figlio. “Sono realista non voglio illudermi – dice il padre che, come rileva l’Arena si aggrappa a ogni flebile speranza. “I medici dicono che c’è stata una piccola ripresa poi rientrata. Non so che pensare”. Se non dovesse farcela, chi lo ha picchiato potrebbe essere accusato di omicidio volontario o preterintezionale. La caccia agli altri quattro aggressori continua. Due di loro sono stati individuati dalla polizia ma sono già fuggiti all’estero dove sono ricercati. Il fermato è stato invece condotto in carcere a Montorio. Il giovane, che appartiene a una famiglia benestante della città, si è costituito questa mattina presso la Digos di Verona dopo che i poliziotti avevano di fatto stretto il cerchio attorno a lui. Accompagnato da un avvocato di fiducia, il ragazzo ha così confessato davanti ai magistrati. E’ stato proprio indagando su “ambienti politicizzati” della città scaligera che la polizia è arrivata a identificare gli aggressori. Il ragazzo fermato era infatti già noto alle forze dell’ordine: come ultrà del Verona, per violenza negli stadi nello scorso febbraio era stato sottoposto a Daspo. In precedenza, nel 2007 era stato indagato dalla Digos insieme ad altre 16 persone per associazione a delinquere finalizzata a discriminazione razziale per alcune aggressioni avvenute a Verona analoghe a quella del primo maggio. Il giovane fermato si muove in ambienti vicini a Forza Nuova, ma l’associazione di estrema destra nega qualsiasi coinvolgimento nella vicenda e minaccia di querelare chiunque la associ all’episodio. “Nessuno si permetta di associare Forza Nuova a tale vicenda” ha detto il coordinatore nazionale Paolo Caratossidis. “I nostri militanti non compirebbero mai un atto di così grave stupidità e cattiveria; se poi il ragazzo frequenta ambienti ultras o piazze dove si ritrovano neofascisti, questo è un altro discorso, non collegabile a Forza Nuova”. Come movimento politico, aggiunge Caratossidis, “prendiamo completamente le distanze da tale indegno e vergognoso atto. Forza Nuova è contraria a ogni forza di violenza, tanto più se insensata, illogica e incivile come quella compiuta da quella banda di pazzi irresponsabili”. ESTRATTO DA http://isole.ecn.org/antifa/
6 MAGGIO 2008 Cinque ragazzi. Giovanissimi. Chi più, chi meno figli della Verona bene, legati agli ambiti della tifoseria neo fascista, militanti o anche semplicemente simpatizzanti alla lontana dei movimenti o dei partitucoli dell'estrema destra cittadina. Vestiti bene, all'ultimamoda. Alcuni con precedenti recenti, per atti di razzismo o per problemi allo stadio. L’ ossessione identitaria alla mia città, il mio territorio, la mia "forma di vita" si sostituisce all'appartenenza alla piccola compagnia, al bar, al quartiere, al giardino. Nicola è in fin di vita non perché avversario politico, non perché rappresentava il nemico, nemmeno perché diverso : migrante, comunista, gay, zingaro, barbone.. Solo e "semplicemente" l'estraneo. Parte di un gioco "perverso" , perché di questo si tratta, di un gioco contro la noia: "ripulire il centro" per ripulire la città, da chi non merita, non è all'altezza.  Come se ammettere ciò che non va all' interno e cercare nelle radici facesse traballare le fondamenta stesse di ciò che siamo. Così è sempre stato in questi anni, ogni volta che Verona è finita sotto i riflettore nazionali per fatti di cronaca nera, che si trattasse di razzismo o di inquietanti fatti di cronaca la città e le sue stesse istituzioni hanno fatto quadrato nella difesa di una presunta "forma di vita" che nulla avrebbe a che fare con i fatti in questione. Uno stillicidio di aggressioni motivate da "futili ragioni", spesso nel pieno del centro città. Come gli accoltellamenti dell' estate 2005, come le sistematiche azioni contro i diversi (capelloni, alternativi, mangiatori di kebab…) compiute da una ventina di ragazzi figli della Verona bene, emerse da un inchiesta della DIGOS nella primavera scorsa. O come l'ultimo fatto "marginale" in valpolicella (il paese di Nicola) la lettera di una madre sul settimanale locale, del mese scorso, in cui si cercano testimoni di un'aggressione avvenuta in un bar , dove un ragazzo di colore giovanissimo è stato massacrato e ridotto in stampelle (fortunatamente provvisorie) tra cori da stadio e inni del ventennio, nell'imbarazzante omertà dei clienti. www.magazzino47.org
7 MAGGIO 2008 E’ innegabile che a Verona i militanti di estrema destra responsabili di aggressioni e tentati omicidi negli ultimi anni sono vicini a strutture organizzate e non sia possibile parlare di “cani sciolti” o “pazzi dementi”. E’ innegabile che le forze dell’ordine siano sempre state a conoscenza dei fatti e perfettamente informate. L’episodio più grave è l’aggressione il 18 luglio del 2005 da parte di 30 naziskin a cinque esponenti del movimento antagonista: due vengono feriti con gravi ferite da armi da taglio. Il giorno dopo vengono arrestati 5 neofascisti militanti di Forza. Pochi mesi fa, il 17 dicembre 2007, 4 ultras vicini a Fiamma Tricolore vengono arrestati dopo avere malmenato tre militari che avevano la colpa di essere meridionali colpendone uno con una sprangata in testa. Il 15 novembre 2007 viene picchiato un compagno de La Chimica, figlio di un consigliere comunale del PdCI. Il 26 novembre 2006 10 neofascisti colpiscono in modo grave tre minorenni. Nel 2005 e nel 2006 gruppi di neofascisti attaccano il csa La Chimica lanciando bottiglie molotov. Il 26 settembre 2005 viene aggredito un consigliere comunale dei Verdi: “difendi gli zingari”. ESTRATTO DA http://isole.ecn.org/antifa /
7 MAGGIO 2008 Nicola non ce l’ha fatta, e il sindaco Tosi minimizza Arrestati altri due dei cinque assassini che hanno ucciso il ragazzo a calci. Per la destra veneta è stata solo «una bravata» […] L’altra notte si sono costituiti altri due giovani coinvolti nell’aggressione squadrista. Si tratta di Guglielmo Corsi, 19 anni, metalmeccanico, e Andrea Vesentini 20 anni, promoter finanziario. Anche loro sono legati agli ultrà del Verona e a ambienti di estrema destra, come Raffaele Dalle Donne, costituitosi l’altro giorno e già noto alle forze dell’ordine per precedenti aggressioni. Restano ancora latitanti due ragazzi, fuggiti all’estero con l’automobile della madre di uno dei due. Starebbero per consegnarsi alla polizia. Intanto, il consiglio comunale ha deciso di riunirsi per un’assemblea straordinaria giovedì pomeriggio. Al termine si terrà una manifestazione silenziosa davanti a palazzo Barberini, con in testa il sindaco sceriffo Flavio Tosi. Non è ancora chiaro il ruolo esatto dei cinque ragazzi nell’attacco a Nicola Tommasoli, ma la dinamica della serata è ormai delineata. I cinque assassini si sono incontrati a Illasi, vicino Verona, intorno alle due sono andati verso lo stesso pub trovato chiuso da Tommasoli, che si era fermato sulla strada a fumare. A questo punto, con la scusa di chiedere una sigaretta, è scattato il pestaggio. Ora che Nicola è morto i cinque sono accusati di omicidio volontario o preterintenzionale. Gli altri due ragazzi aggrediti hanno descritto il gruppetto come delle «bestie che hanno agito senza motivo, stavamo passeggiando, ci hanno chiesto una sigaretta con un tono un po’ strano, noi abbiamo risposto di no. Poi un pugno, ci hanno preso alle spalle. Non ci insultavano, ci picchiavano e basta». Il questore di Verona, Vincenzo Stingone, minimizza: «Le vere ragioni di questo gesto sono quelle della stupidità e della prepotenza». Il sindaco leghista ieri si è recato in ospedale a trovare Nicola Tommasoli. «Verona non è una città neofascista – ha detto – e non merita questa etichetta per colpa di pochi teppisti». E ancora, «rivolgo un sentito appello alle forze della sinistra radicale affinché la smettano di strumentalizzare quanto accaduto e smetterla di criminalizzare la nostra città, se non altro in considerazione del fatto che quattro dei cinque assassini non sono nemmeno cittadini veronesi». Poi l’ha messa sulla linea dura: «Questi ragazzi non rappresentano né Verona, né la borghesia, né i ragazzi bene, questi sono dei disgraziati, adesso dovranno pagare, e spero che la condanna sia la più dura possibile affinché resti ad esempio». La destra è sempre destra. Sulla stessa linea forcaiola e «negazionista» il presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan: «C’è chi si esercita meschinamente nello sbandierare il pericolo di vessilli inesistenti come il neofascismo, c’è chi cerca di far passare la tolleranza zero verso ogni forma di illegalità per incitamento ad ogni genere di criminalità e violenza e chi lo fa è stato da poco punito dai risultati elettorali». Insomma, sarebbe stata solo una bravata avulsa dal contesto di una delle città più di destra d’Italia, nonostante legami evidenti con la mentalità fascistoide ultrà o con i gruppi naziskin veneti. Non è così per i ragazzi e le ragazze che ieri hanno manifestato a Verona raccontando una lunga serie di aggressioni fasciste.  http://isole.ecn.org/antifa/

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  • 3. Insospettabili, estremisti, violenti I colpevoli erano già noti alla polizia VERONA – Botte ai “diversi”, ai meridionali, ai giovani di sinistra e a tutti quelli che, secondo loro, rovinavano l’immagine di Verona. Ci sarebbero numerosi episodi violenti nel passato degli aggressori di Nicola Tommasoli, in fin di vita nel capoluogo veneto per aver rifiutato una sigaretta. Secondo la polizia, il ragazzo che ha confessato di aver preso parte al pestaggio è membro di un gruppo di estrema destra vicino al “Veneto Fronte Skinheads” e alla tifoseria dell’Hellas Verona e già noto da almeno un anno alle forze dell’ordine. Per l’ennesima volta la città scaligera torna alla ribalta per azioni di matrice neofascista.La gang si compone di circa 17 persone di età compresa tra i 17 e i 25 anni, insospettabili figli di professionisti e irreprensibili operai. Tra le loro “imprese” ci sono numerose aggressioni. Tra le vittime, ad esempio, c’è un giovane con la maglietta del Lecce era stato apostrofato come “terrone” e poi massacrato di botte. Un ragazzino che utilizzava lo skate-board, invece, era stato preso di mira in quanto incapace nell’utilizzare lo strumento. Problemi anche per alcuni venditori di kebab e per i loro clienti, aggrediti perché mangiavano un prodotto non gradito alla banda. Tra gli episodi piu cruenti, il 27 novembre del 2006 due giovani della “Chimica”, un centro sociale della zona, furono feriti a colpi di spranga a San Michele Extra. In quello stesso giorno, alcuni degli indagati avrebbero picchiato un giovane in piazza Erbe perché stando seduto su alcuni scalini danneggiava l’immagine di Verona “città di Classe”. Nelle perquisizioni domiciliari effettuate un anno fa, gli agenti della polizia scaligera avevano rinvenuto numerose cassette con filmati che documentavano le azioni violente. Alcuni degli indagati avevano in casa simboli nazisti, coltelli, armi, pugnali, simboli del “Veneto Fronte Skinheads”. Gli atti violenti servivano per mantenere una sorta di controllo del territorio. Il materiale video circolava e, secondo gli inquirenti, le cassette venivano persino vendute. Chi non riusciva a comprare il materiale originale si accontentava dei video scaricati dal web. L’estrema destra veronese è stata spesso al centro di episodi di cronaca. Tra gli episodi più eclatanti, l’aggressione in diretta televisiva al leader dell’Unione del musulmani italiani, Adel Smith. In quell’occasione, un gruppo di militanti veneti di Forza Nuova aveva fatto irruzione negli studi dell’emittente di Verona Telenuovo provocando un caso di rilevanza nazionale. Il “Veneto Fronte Skinheads”, associazione fondata nel 1986, ha rapporti con altri gruppi di destra europei. I suoi membri, come viene raccontato anche sul sito dell’associazione, sono stati in più occasione coinvolti in scontri con la polizia e con militanti di sinistra e hanno preso parte a manifestazioni neonaziste in giro per l’Europa. Secondo il Viminale, in Italia gli ultras violenti sarebbero circa 20mila. Di questi, tre quarti sarebbero vicini a posizioni di estrema destra, come i principali gruppi della curva dell’Hellas Verona.[…]
  • 4. aggiornamento art repubblica […] Ragazzo picchiato a Verona confessa un ultrà neofascista VERONA – Un giovane si è presentato questa mattina in questura e ha confessato di essere stato uno degli autori dell’aggressione di Nicola Tommasoli, 29 anni, picchiato e ridotto in fin di vita la notte del primo maggio nel centro di Verona solo perché si è rifiutato di offrire una sigaretta. Il ragazzo di 19 anni interrogato dal magistrato Francesco Rombaldoni, titolare dell’inchiesta, ha reso “piena confessione”. Si tratta di un ultrà neofascista già responsabile di aggressioni a sfondo razzista e violenze negli stadi. L’avvocato del diciannovenne parla di una lite degenerata e sostiene che il suo assistito, che frequenta regolarmente il liceo classico, non intendeva uccidere. Il legale aggiunge anche che il padre e la madre del giovane “sono distrutti da una situazione spaventosa”. Intanto sono ancora molto gravi le condizioni di Nicola Tommasoli, ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Borgo Trento. Momenti di angoscia per i genitori, chiusi assieme agli amici più cari in una stanza accanto al figlio. “Sono realista non voglio illudermi – dice il padre che, come rileva l’Arena si aggrappa a ogni flebile speranza. “I medici dicono che c’è stata una piccola ripresa poi rientrata. Non so che pensare”. Se non dovesse farcela, chi lo ha picchiato potrebbe essere accusato di omicidio volontario o preterintezionale. La caccia agli altri quattro aggressori continua. Due di loro sono stati individuati dalla polizia ma sono già fuggiti all’estero dove sono ricercati. Il fermato è stato invece condotto in carcere a Montorio. Il giovane, che appartiene a una famiglia benestante della città, si è costituito questa mattina presso la Digos di Verona dopo che i poliziotti avevano di fatto stretto il cerchio attorno a lui. Accompagnato da un avvocato di fiducia, il ragazzo ha così confessato davanti ai magistrati. E’ stato proprio indagando su “ambienti politicizzati” della città scaligera che la polizia è arrivata a identificare gli aggressori. Il ragazzo fermato era infatti già noto alle forze dell’ordine: come ultrà del Verona, per violenza negli stadi nello scorso febbraio era stato sottoposto a Daspo. In precedenza, nel 2007 era stato indagato dalla Digos insieme ad altre 16 persone per associazione a delinquere finalizzata a discriminazione razziale per alcune aggressioni avvenute a Verona analoghe a quella del primo maggio. Il giovane fermato si muove in ambienti vicini a Forza Nuova, ma l’associazione di estrema destra nega qualsiasi coinvolgimento nella vicenda e minaccia di querelare chiunque la associ all’episodio. “Nessuno si permetta di associare Forza Nuova a tale vicenda” ha detto il coordinatore nazionale Paolo Caratossidis. “I nostri militanti non compirebbero mai un atto di così grave stupidità e cattiveria; se poi il ragazzo frequenta ambienti ultras o piazze dove si ritrovano neofascisti, questo è un altro discorso, non collegabile a Forza Nuova”. Come movimento politico, aggiunge Caratossidis, “prendiamo completamente le distanze da tale indegno e vergognoso atto. Forza Nuova è contraria a ogni forza di violenza, tanto più se insensata, illogica e incivile come quella compiuta da quella banda di pazzi irresponsabili”. ESTRATTO DA http://isole.ecn.org/antifa/
  • 5. 6 MAGGIO 2008 Cinque ragazzi. Giovanissimi. Chi più, chi meno figli della Verona bene, legati agli ambiti della tifoseria neo fascista, militanti o anche semplicemente simpatizzanti alla lontana dei movimenti o dei partitucoli dell'estrema destra cittadina. Vestiti bene, all'ultimamoda. Alcuni con precedenti recenti, per atti di razzismo o per problemi allo stadio. L’ ossessione identitaria alla mia città, il mio territorio, la mia "forma di vita" si sostituisce all'appartenenza alla piccola compagnia, al bar, al quartiere, al giardino. Nicola è in fin di vita non perché avversario politico, non perché rappresentava il nemico, nemmeno perché diverso : migrante, comunista, gay, zingaro, barbone.. Solo e "semplicemente" l'estraneo. Parte di un gioco "perverso" , perché di questo si tratta, di un gioco contro la noia: "ripulire il centro" per ripulire la città, da chi non merita, non è all'altezza. Come se ammettere ciò che non va all' interno e cercare nelle radici facesse traballare le fondamenta stesse di ciò che siamo. Così è sempre stato in questi anni, ogni volta che Verona è finita sotto i riflettore nazionali per fatti di cronaca nera, che si trattasse di razzismo o di inquietanti fatti di cronaca la città e le sue stesse istituzioni hanno fatto quadrato nella difesa di una presunta "forma di vita" che nulla avrebbe a che fare con i fatti in questione. Uno stillicidio di aggressioni motivate da "futili ragioni", spesso nel pieno del centro città. Come gli accoltellamenti dell' estate 2005, come le sistematiche azioni contro i diversi (capelloni, alternativi, mangiatori di kebab…) compiute da una ventina di ragazzi figli della Verona bene, emerse da un inchiesta della DIGOS nella primavera scorsa. O come l'ultimo fatto "marginale" in valpolicella (il paese di Nicola) la lettera di una madre sul settimanale locale, del mese scorso, in cui si cercano testimoni di un'aggressione avvenuta in un bar , dove un ragazzo di colore giovanissimo è stato massacrato e ridotto in stampelle (fortunatamente provvisorie) tra cori da stadio e inni del ventennio, nell'imbarazzante omertà dei clienti. www.magazzino47.org
  • 6. 7 MAGGIO 2008 E’ innegabile che a Verona i militanti di estrema destra responsabili di aggressioni e tentati omicidi negli ultimi anni sono vicini a strutture organizzate e non sia possibile parlare di “cani sciolti” o “pazzi dementi”. E’ innegabile che le forze dell’ordine siano sempre state a conoscenza dei fatti e perfettamente informate. L’episodio più grave è l’aggressione il 18 luglio del 2005 da parte di 30 naziskin a cinque esponenti del movimento antagonista: due vengono feriti con gravi ferite da armi da taglio. Il giorno dopo vengono arrestati 5 neofascisti militanti di Forza. Pochi mesi fa, il 17 dicembre 2007, 4 ultras vicini a Fiamma Tricolore vengono arrestati dopo avere malmenato tre militari che avevano la colpa di essere meridionali colpendone uno con una sprangata in testa. Il 15 novembre 2007 viene picchiato un compagno de La Chimica, figlio di un consigliere comunale del PdCI. Il 26 novembre 2006 10 neofascisti colpiscono in modo grave tre minorenni. Nel 2005 e nel 2006 gruppi di neofascisti attaccano il csa La Chimica lanciando bottiglie molotov. Il 26 settembre 2005 viene aggredito un consigliere comunale dei Verdi: “difendi gli zingari”. ESTRATTO DA http://isole.ecn.org/antifa /
  • 7. 7 MAGGIO 2008 Nicola non ce l’ha fatta, e il sindaco Tosi minimizza Arrestati altri due dei cinque assassini che hanno ucciso il ragazzo a calci. Per la destra veneta è stata solo «una bravata» […] L’altra notte si sono costituiti altri due giovani coinvolti nell’aggressione squadrista. Si tratta di Guglielmo Corsi, 19 anni, metalmeccanico, e Andrea Vesentini 20 anni, promoter finanziario. Anche loro sono legati agli ultrà del Verona e a ambienti di estrema destra, come Raffaele Dalle Donne, costituitosi l’altro giorno e già noto alle forze dell’ordine per precedenti aggressioni. Restano ancora latitanti due ragazzi, fuggiti all’estero con l’automobile della madre di uno dei due. Starebbero per consegnarsi alla polizia. Intanto, il consiglio comunale ha deciso di riunirsi per un’assemblea straordinaria giovedì pomeriggio. Al termine si terrà una manifestazione silenziosa davanti a palazzo Barberini, con in testa il sindaco sceriffo Flavio Tosi. Non è ancora chiaro il ruolo esatto dei cinque ragazzi nell’attacco a Nicola Tommasoli, ma la dinamica della serata è ormai delineata. I cinque assassini si sono incontrati a Illasi, vicino Verona, intorno alle due sono andati verso lo stesso pub trovato chiuso da Tommasoli, che si era fermato sulla strada a fumare. A questo punto, con la scusa di chiedere una sigaretta, è scattato il pestaggio. Ora che Nicola è morto i cinque sono accusati di omicidio volontario o preterintenzionale. Gli altri due ragazzi aggrediti hanno descritto il gruppetto come delle «bestie che hanno agito senza motivo, stavamo passeggiando, ci hanno chiesto una sigaretta con un tono un po’ strano, noi abbiamo risposto di no. Poi un pugno, ci hanno preso alle spalle. Non ci insultavano, ci picchiavano e basta». Il questore di Verona, Vincenzo Stingone, minimizza: «Le vere ragioni di questo gesto sono quelle della stupidità e della prepotenza». Il sindaco leghista ieri si è recato in ospedale a trovare Nicola Tommasoli. «Verona non è una città neofascista – ha detto – e non merita questa etichetta per colpa di pochi teppisti». E ancora, «rivolgo un sentito appello alle forze della sinistra radicale affinché la smettano di strumentalizzare quanto accaduto e smetterla di criminalizzare la nostra città, se non altro in considerazione del fatto che quattro dei cinque assassini non sono nemmeno cittadini veronesi». Poi l’ha messa sulla linea dura: «Questi ragazzi non rappresentano né Verona, né la borghesia, né i ragazzi bene, questi sono dei disgraziati, adesso dovranno pagare, e spero che la condanna sia la più dura possibile affinché resti ad esempio». La destra è sempre destra. Sulla stessa linea forcaiola e «negazionista» il presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan: «C’è chi si esercita meschinamente nello sbandierare il pericolo di vessilli inesistenti come il neofascismo, c’è chi cerca di far passare la tolleranza zero verso ogni forma di illegalità per incitamento ad ogni genere di criminalità e violenza e chi lo fa è stato da poco punito dai risultati elettorali». Insomma, sarebbe stata solo una bravata avulsa dal contesto di una delle città più di destra d’Italia, nonostante legami evidenti con la mentalità fascistoide ultrà o con i gruppi naziskin veneti. Non è così per i ragazzi e le ragazze che ieri hanno manifestato a Verona raccontando una lunga serie di aggressioni fasciste. http://isole.ecn.org/antifa/