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Domenica 5 settembre 2010II IBASILICATA PRIMO PIANO
LAMALADELVULTURE
ICLANSIRIORGANIZZANO
PROSELITI
Iduegruppicriminalichesicontendono
Melfistannofacendonuoviproseliti
anchetraipiùgiovani
Eccolanuovamappa
dellacriminalitàorganizzata
Ricostruiti tradimenti e riposizionamenti nei clan Cassotta e Delli Gatti
VITTORIA SMALDONE
l Una città assediata dai
clan Cassotta e da quello che
oggi, dopo la morte dei capi
storici, gli investigatori defi-
niscono «ex Delli Gatti». «Si
tratta di sodalizi mafiosi am-
piamente definiti nei loro
aspetti strutturali, organizza-
tivi ed operativi, fortemente
radicati sul territorio di Melfi
e dei comuni viciniori» scrive
la Polizia in un’informativa
che la Gazzetta ha potuto con-
sultare. Giancarlo Siani
l’avrebbe definita «Forte Apa-
che». Un fortino inespugna-
bile.
Gli inquirenti temono un
escalation criminale. A Melfi le
cosche, intanto, fanno nuovi
proseliti. Oltre, infatti, ai soliti
noti, i cui nomi ricorrono nelle
indagini condotte dalla Dda
potentina in questi anni, spun-
tano nuovi elementi. «Perlopiù
giovane età - scrivono gli agen-
ti - da ritenersi non estranei
alle attività delittuose». La ma-
fia del Vulture in questi anni è
cresciuta. Si è evoluta e questo
è avvenuto grazie ai contatti
con le mafie delle regioni li-
mitrofe. Il clan ex Delli Gatti si
è avvicinato alla criminalità
pugliese, mentre i Cassotta so-
no entrati in affari con i ca-
labresi di Rocella Ionica, af-
filiati alla famiglia Ma-
crì-Aquino, e con i foggiani di
San Severo.
Ed è stato il penitenziario di
Melfi, riservato ai condannati
per reati di mafia, a favorire gli
scambi. «Èproprio nel carcere
di Melfi che la criminalità lu-
cana viene in contatto con
esponenti di vertice ed affiliati
alle organizzazioni mafiose a
carattere nazionale dalle quali
mutua le proprie strategie cri-
minali ed i propri programmi
operativi», annota la Squadra
mobile di Potenza. Gli aspi-
ranti mafiosi di Forte Apache,
dunque, si sono laureati a pie-
ni voti in criminalità orga-
nizzata. E, nonostante la san-
guinosa faida tra i due clan
abbia mietuto molte vittime
eccellenti, si sono riorganiz-
zati in vista di nuovi scontri e
nuovi traffici. A capo del clan
Cassotta, secondo gli investi-
gatori, oggi c’è Massimo Aldo
Cassotta, detenuto, che «pia-
nifica, organizza ed esegue le
azioni delittuose rientranti nel
programma criminoso, com-
prese quelle riguardanti le at-
tività di assoggettamento in-
terno (rispetto agli associati)
ed esterno (rispetto alla col-
lettività)». Al suo fianco, come
autista del clan e armiere, c’è
Adriano Cacalano (detenuto a
regime di 41 bis e condannato
in primo grado, insieme con
Massimo Cassotta, a 30 di re-
clusione per l’omicidio di
Giancarlo Tetta). Il ministro
della guerra, esperto in «azioni
omicidiarie», del clan Cassot-
ta, è Saverio Loconsolo. Mi-
chele Gerardo Morelli, a giu-
dizio per l’omicidio di Dome-
nico Petrilli, braccio destro del
boss Rocco Delli Gatti, invece,
all’attività di sicario alterna
quella di estorsore. Claudio Ar-
gentino «partecipa al finanzia-
mento e all’organizzazione del-
le azioni delittuose» dicono gli
investigatori. Antonio Cacala-
no, più volte detenuto, invece,
si dedica alle pubbliche re-
lazioni in carcere. Infine Ge-
rardo Navazio, condannato in
primo grado all’ergastolo per
l’omicidio di Mauro David Tar-
taglia, svolgeva, come Giovan-
ni Ardoino, l’attività di autista,
inoltre, quando il capoclan era
Marco Ugo Cassotta, ha avuto
rapporti con le ’ndrine basi-
lische di Pignola e Potenza. Il
clan Delli Gatti è capeggiato da
Angelo Di Muro che gestisce
tutte le attività del clan e «con-
trolla ed esegue appalti pub-
blici e privati nella zona del
Vulture-Melfese» in modo par-
ticolare nell’edilizia. Massimo
Pocchiari spaccia e custodisce
le armi del clan. Michele Delli
Gatti è un caporale esperto:
introduce clandestinamente in
Italia, per poi sfruttarli, cit-
tadini extracomunitari. A coa-
diuvarlo in questa attività ci
sarebbero: Lorenzo Delli Gatti,
Antonio Nicoletti, Donato
Montanarella, Mauro Savino e
Diego Nicoletti. Gli ultimi due,
secondo la Polizia, erano «fidi
scudieri» di Mauro Tartaglia:
gli facevano da spalla nello
spaccio di droga e nel traffico
di armi. Fra le fila dei Ma-
roscia vi sono poi i «traditori»,
come Alessandro D’Amato, ex
Cassotta passato al clan av-
versario. Alessandro è accu-
sato di aver traghettato Marco
Ugo Cassotta a contrada della
Leonessa, dove sarebbe stato
ucciso.
IL RETROSCENA ESTATE AD ALTA TENSIONE TRA SEQUESTRI DI ARMI E MUNIZIONI. NUMEROSI ARRESTI PER DETENZIONE DI PISTOLE
FarWestnellacittàfedericiana
In crescita anche lo spaccio di droga. Superlavoro di carabinieri e polizia
l La tensione a Melfi è alta. Anzi altissima.
Droga, armi e munizioni. Nella cittadina fede-
riciana i carabinieri quest’estate hanno trovano
ditutto.E’statal’estatedelleperquisizioniedegli
arresti. Un’estate faticosa per il commissario di
Melfi, Loreta Colasuonno. A casa di Antonio
Pantanella, 22 anni, di Melfi, già detenuto ai
domiciliari per spaccio, sono state trovati 13
cippolline di cocaina e una pistola calibro 7.35.
Ma questo è solo l’epilogo. In precedenza infatti
erano state rivenute altre armi e altra droga che
apparteneva allo stesso gruppo. Era una piccola
organizzazione attiva nello spaccio di sostanze
stupefacenti, composta perlopiù da familiari.
Spacciavano hashish e cocaina. Possedevano ar-
mi. Qualcuno di loro aveva dei precedenti. Ma
certo non si può dire che fossero dei nomi illustri
della criminalità del Vulture Melfese. Così come
un cinquantanovenne disoccupato di Bella che
custodiva illegalmente in casa due fucili. Ma
cosa sta succedendo all’ombra del castello di
Federico II? In poche settimane la città viene
messa a soqquadro dalle forze dell’ordine. Fiumi
di coca e mucchi di armi spuntano fuori come
antichi tesori occultati nelle abitazioni. Sette
persone vengono denunciate al termine di
un’operazione dei carabinieri di Melfi e altre
quattro vengono segnalate per spaccio di droga,
detenzione abusiva di armi e munizioni, mal-
trattamenti e uccisione di animali. I militari nel
corso delle perquisizioni hanno sequestrato col-
telli, sciabole, pugnali. Un corredo da guerriglia
urbana. Cosa sta accadendo? L’arresto di Giu-
seppeCacalano,ilfigliodidiciannovediAdriano
Cacalano, non ha destato particolare scalpore. Il
ragazzo non è nuovo ad episodi di violenza. Qual-
che anno fa aveva accoltellato un alunno di un
istitutoscolasticomelfitano.Mainquestastrana
estate melfitana Cacalano junior se ne andava in
giro con una pistola calibro 22 carica e con la
matricola abrasa. Gli agenti lo hanno scoperto
casualmente. Lui e i suoi amici discutevano per
strada e hanno richiamato l’attenzione dei ca-
rabinieri che hanno deciso di perquisirli. Ca-
calano è finito ai domiciliari. Ma gli animi a
Melfi non si sono placati. Altre armi, altri litigi,
altri arresti. Melfi somiglia sempre più allo stato
di natura di Hobbes. Homo homini lups. Lotta
armata. Un uomo di Melfi, nei pressi della sta-
zione ferroviaria ha attaccato brighe con un
uomo di Rapolla. Sembra una banalissima lite
tra conoscenti, dovuta a vecchi attriti, almeno
finché il melfitano non ha tirato fuori il coltello.
Se le forze dell’ordine non fossero intervenute
prontamente la situazione sarebbe degenerata.
Ma la guerra continua. E uno stato in guerra ha
bisogno di rifornimenti. Le armi e le munizioni
non bastano mai. Sulla strada di San Nicola di
Melfi viene intercettato un carico di armi. Un
autotrasportatore di 46 anni, originario della
provincia di Avellino e dipendente di una ditta di
San Giuseppe Vesuviano, ha tentato di sfuggire
aicontrollideicarabinieri.Infattiabordodelsuo
tirsonostatitrovati:unrevolver3,57con6proiet-
tili, una pistola 7,65 con caricatore, altre due
pistole a salve, un coltello e una ricetrasmittente
del tipo a scanner, in grado di intercettare le
conversazioni radio delle forze dell’ordine. A chi
serviva tutto ciò? Per ora non si sa. [vi. sma.]SEQUESTRI Le pistole sequestrate di recente
Minacciadimortelafamigliadellaex
StalkerarrestatodallapoliziadiStato
Mandavalettereedsmsminatoriancheallasorellinadellafidanzatadisolisetteanni
l L’aveva costretta a lasciare il pae-
se. Tanto erano insistenti le sue «at-
tenzioni»: minacce di morte.
Accusato del reato di stalking nei
confronti dell’ex fidanzata, a cui ha
inviato proiettili, lettere e sms con
minacce di morte indirizzate ai suoi
familiari (tra cui una sorellina di sette
anni), un giovane di 23 anni è stato
arrestato a Melfi dalla polizia di Sta-
to.
Secondo quanto riferito dagli inve-
stigatori del commissariato di Melfi,
dallo scorso mese di luglio, al termine
di una relazione durata circa tre anni,
il giovane ha cominciato a pedinare
l’ex fidanzata (che ha 20 anni e che è
stata costretta ad allontanarsi da Melfi)
e, in un’occasione, dopo aver divelto
una tapparella, è riuscito anche ad
entrare nella sua abitazione. In seguito,
il giovane ha scritto diversi biglietti
minatori, alcuni dei quali affissi sulla
porta di casa, lettere e sms con minacce
di morte anche per la famiglia della
ragazza, compresa la sorellina di sette
anni.
In un caso, insieme a una lettera,
nella cassetta della posta, la giovane ha
trovato anche alcuni proiettili. Inoltre,
in una lettera inviata il 31 agosto, il
giovane aveva scritto che il mese di
settembre sarebbe stato quello giusto
per uccidere l’ex fidanzata e tutta la sua
famiglia.
Nei giorni scorsi, la giovane ha de-
nunciato gli atti di stalking alla polizia,
che ieri ha arrestato l’ex fidanzato in
esecuzione di un ordine di custodia
cautelare in carcere emesso dal giudice
per le indagini preliminari del Tri-
bunale di Melfi. POLIZIA Il commissariato di Melfi

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  • 1. Domenica 5 settembre 2010II IBASILICATA PRIMO PIANO LAMALADELVULTURE ICLANSIRIORGANIZZANO PROSELITI Iduegruppicriminalichesicontendono Melfistannofacendonuoviproseliti anchetraipiùgiovani Eccolanuovamappa dellacriminalitàorganizzata Ricostruiti tradimenti e riposizionamenti nei clan Cassotta e Delli Gatti VITTORIA SMALDONE l Una città assediata dai clan Cassotta e da quello che oggi, dopo la morte dei capi storici, gli investigatori defi- niscono «ex Delli Gatti». «Si tratta di sodalizi mafiosi am- piamente definiti nei loro aspetti strutturali, organizza- tivi ed operativi, fortemente radicati sul territorio di Melfi e dei comuni viciniori» scrive la Polizia in un’informativa che la Gazzetta ha potuto con- sultare. Giancarlo Siani l’avrebbe definita «Forte Apa- che». Un fortino inespugna- bile. Gli inquirenti temono un escalation criminale. A Melfi le cosche, intanto, fanno nuovi proseliti. Oltre, infatti, ai soliti noti, i cui nomi ricorrono nelle indagini condotte dalla Dda potentina in questi anni, spun- tano nuovi elementi. «Perlopiù giovane età - scrivono gli agen- ti - da ritenersi non estranei alle attività delittuose». La ma- fia del Vulture in questi anni è cresciuta. Si è evoluta e questo è avvenuto grazie ai contatti con le mafie delle regioni li- mitrofe. Il clan ex Delli Gatti si è avvicinato alla criminalità pugliese, mentre i Cassotta so- no entrati in affari con i ca- labresi di Rocella Ionica, af- filiati alla famiglia Ma- crì-Aquino, e con i foggiani di San Severo. Ed è stato il penitenziario di Melfi, riservato ai condannati per reati di mafia, a favorire gli scambi. «Èproprio nel carcere di Melfi che la criminalità lu- cana viene in contatto con esponenti di vertice ed affiliati alle organizzazioni mafiose a carattere nazionale dalle quali mutua le proprie strategie cri- minali ed i propri programmi operativi», annota la Squadra mobile di Potenza. Gli aspi- ranti mafiosi di Forte Apache, dunque, si sono laureati a pie- ni voti in criminalità orga- nizzata. E, nonostante la san- guinosa faida tra i due clan abbia mietuto molte vittime eccellenti, si sono riorganiz- zati in vista di nuovi scontri e nuovi traffici. A capo del clan Cassotta, secondo gli investi- gatori, oggi c’è Massimo Aldo Cassotta, detenuto, che «pia- nifica, organizza ed esegue le azioni delittuose rientranti nel programma criminoso, com- prese quelle riguardanti le at- tività di assoggettamento in- terno (rispetto agli associati) ed esterno (rispetto alla col- lettività)». Al suo fianco, come autista del clan e armiere, c’è Adriano Cacalano (detenuto a regime di 41 bis e condannato in primo grado, insieme con Massimo Cassotta, a 30 di re- clusione per l’omicidio di Giancarlo Tetta). Il ministro della guerra, esperto in «azioni omicidiarie», del clan Cassot- ta, è Saverio Loconsolo. Mi- chele Gerardo Morelli, a giu- dizio per l’omicidio di Dome- nico Petrilli, braccio destro del boss Rocco Delli Gatti, invece, all’attività di sicario alterna quella di estorsore. Claudio Ar- gentino «partecipa al finanzia- mento e all’organizzazione del- le azioni delittuose» dicono gli investigatori. Antonio Cacala- no, più volte detenuto, invece, si dedica alle pubbliche re- lazioni in carcere. Infine Ge- rardo Navazio, condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Mauro David Tar- taglia, svolgeva, come Giovan- ni Ardoino, l’attività di autista, inoltre, quando il capoclan era Marco Ugo Cassotta, ha avuto rapporti con le ’ndrine basi- lische di Pignola e Potenza. Il clan Delli Gatti è capeggiato da Angelo Di Muro che gestisce tutte le attività del clan e «con- trolla ed esegue appalti pub- blici e privati nella zona del Vulture-Melfese» in modo par- ticolare nell’edilizia. Massimo Pocchiari spaccia e custodisce le armi del clan. Michele Delli Gatti è un caporale esperto: introduce clandestinamente in Italia, per poi sfruttarli, cit- tadini extracomunitari. A coa- diuvarlo in questa attività ci sarebbero: Lorenzo Delli Gatti, Antonio Nicoletti, Donato Montanarella, Mauro Savino e Diego Nicoletti. Gli ultimi due, secondo la Polizia, erano «fidi scudieri» di Mauro Tartaglia: gli facevano da spalla nello spaccio di droga e nel traffico di armi. Fra le fila dei Ma- roscia vi sono poi i «traditori», come Alessandro D’Amato, ex Cassotta passato al clan av- versario. Alessandro è accu- sato di aver traghettato Marco Ugo Cassotta a contrada della Leonessa, dove sarebbe stato ucciso. IL RETROSCENA ESTATE AD ALTA TENSIONE TRA SEQUESTRI DI ARMI E MUNIZIONI. NUMEROSI ARRESTI PER DETENZIONE DI PISTOLE FarWestnellacittàfedericiana In crescita anche lo spaccio di droga. Superlavoro di carabinieri e polizia l La tensione a Melfi è alta. Anzi altissima. Droga, armi e munizioni. Nella cittadina fede- riciana i carabinieri quest’estate hanno trovano ditutto.E’statal’estatedelleperquisizioniedegli arresti. Un’estate faticosa per il commissario di Melfi, Loreta Colasuonno. A casa di Antonio Pantanella, 22 anni, di Melfi, già detenuto ai domiciliari per spaccio, sono state trovati 13 cippolline di cocaina e una pistola calibro 7.35. Ma questo è solo l’epilogo. In precedenza infatti erano state rivenute altre armi e altra droga che apparteneva allo stesso gruppo. Era una piccola organizzazione attiva nello spaccio di sostanze stupefacenti, composta perlopiù da familiari. Spacciavano hashish e cocaina. Possedevano ar- mi. Qualcuno di loro aveva dei precedenti. Ma certo non si può dire che fossero dei nomi illustri della criminalità del Vulture Melfese. Così come un cinquantanovenne disoccupato di Bella che custodiva illegalmente in casa due fucili. Ma cosa sta succedendo all’ombra del castello di Federico II? In poche settimane la città viene messa a soqquadro dalle forze dell’ordine. Fiumi di coca e mucchi di armi spuntano fuori come antichi tesori occultati nelle abitazioni. Sette persone vengono denunciate al termine di un’operazione dei carabinieri di Melfi e altre quattro vengono segnalate per spaccio di droga, detenzione abusiva di armi e munizioni, mal- trattamenti e uccisione di animali. I militari nel corso delle perquisizioni hanno sequestrato col- telli, sciabole, pugnali. Un corredo da guerriglia urbana. Cosa sta accadendo? L’arresto di Giu- seppeCacalano,ilfigliodidiciannovediAdriano Cacalano, non ha destato particolare scalpore. Il ragazzo non è nuovo ad episodi di violenza. Qual- che anno fa aveva accoltellato un alunno di un istitutoscolasticomelfitano.Mainquestastrana estate melfitana Cacalano junior se ne andava in giro con una pistola calibro 22 carica e con la matricola abrasa. Gli agenti lo hanno scoperto casualmente. Lui e i suoi amici discutevano per strada e hanno richiamato l’attenzione dei ca- rabinieri che hanno deciso di perquisirli. Ca- calano è finito ai domiciliari. Ma gli animi a Melfi non si sono placati. Altre armi, altri litigi, altri arresti. Melfi somiglia sempre più allo stato di natura di Hobbes. Homo homini lups. Lotta armata. Un uomo di Melfi, nei pressi della sta- zione ferroviaria ha attaccato brighe con un uomo di Rapolla. Sembra una banalissima lite tra conoscenti, dovuta a vecchi attriti, almeno finché il melfitano non ha tirato fuori il coltello. Se le forze dell’ordine non fossero intervenute prontamente la situazione sarebbe degenerata. Ma la guerra continua. E uno stato in guerra ha bisogno di rifornimenti. Le armi e le munizioni non bastano mai. Sulla strada di San Nicola di Melfi viene intercettato un carico di armi. 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Inoltre, in una lettera inviata il 31 agosto, il giovane aveva scritto che il mese di settembre sarebbe stato quello giusto per uccidere l’ex fidanzata e tutta la sua famiglia. Nei giorni scorsi, la giovane ha de- nunciato gli atti di stalking alla polizia, che ieri ha arrestato l’ex fidanzato in esecuzione di un ordine di custodia cautelare in carcere emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tri- bunale di Melfi. POLIZIA Il commissariato di Melfi