2. La vocale E in certe occasioni doveva mettersi un
curioso cappellino con le alette all’insù
chiamato ACCENTO!
3. Le altre vocali A I O U diventarono
tristi perché a loro non era stato dato
nessun cappellino.
4. Allora il mago alfabeto preparò un
armadio pieno di colorati cappellini.
5. Un giorno A I O U decisero di prenderli,
li misero in testa ed uscirono
6. Le vocali crearono un gran pasticcio,
cambiando così il significato a tutte le
parole.
Così passero diventò passerò,
un papa diventò papà,
un faro diventò farò.
7. Le persone parlavano ma non si
comprendevano, così le vocali chiesero
scusa al mago.
8. Lui le perdonò e permise loro di usare i
cappellini solo quando era necessario,
facendo attenzione al significato delle parole.
10. COMO NEL COMÒ
UNA VOLTA UN ACCENTO
PER DISTRAZIONE CASCÒ
SULLA CITTÀ DI COMO
MUTANDOLA IN COMÒ.
FIGURATEVI I CITTADINI
COMASCHI, POVERETTI:
DETTO E FATTO SI
TROVARONO
RINCHIUSI NEI CASSETTI.
PER FORTUNA UNO SCOLARO
RILESSE IL COMPONIMENTO
E LIBERÒ I PRIGIONIERI
CANCELLANDO L’ACCENTO.
ORA AI GIARDINI PUBBLICI
HAN DEDICATO UN BUSTO
“A COLUI CHE SA METTERE
GLI ACCENTI AL POSTO GIUSTO”.
Gianni Rodari