Teniamo la rotta! Tutela dell’ambiente marino e navigazione marittima” nuovo dossier: 1/9/2012 - Il Decreto "Anti-Inchini" sia solo il "giro di boa" per l’azione del Governo a tutela del mare. Tra le proposte WWF: zone off-limits e regole più severe per la navigazione nelle aree sensibili, garantire dal 2013 i fondi per la ‘flotta antinquinamento’
http://bit.ly/Q0tgjw
2. INDICE
INTRODUZIONE
Mar Mediterraneo: ambiente e traffici marittimi_____________________________________ pag. 3
PARTE 1
La tutela del mare nella normativa internazionale, comunitaria e nazionale_______________ pag. 6
1.1 L’evoluzione del diritto internazionale e le principali convenzioni per la tutela
del mare. La Convenzione di Montego Bay e la Convenzione di Barcellona
1.2 Gli accordi internazionali: ACCOBAMS ‐ Accordo per la conservazione dei cetacei nel
Mediterraneo, nel Mar Nero e nelle contigue aree atlantiche
1.3 La tutela del mare nel diritto comunitario. Il sesto Programma d’azione e la
Direttiva 2008/56/CE.
1.4 La difesa dell’ambiente marino nella Legge 979/82.
PARTE 2
Impatti della navigazione sull’ambiente marino: le norme di riferimento_________________ pag. 22
2.1 Il diritto internazionale: la Convenzione Marpol e la London Convention
2.2 Il diritto comunitario: la Direttiva Comunitaria 2005/35/CE e il pacchetto Erika III
2.3 La normativa nazionale e il recente Decreto rotte
PARTE 3
La tutela riservata alle aree più sensibili____________________________________________ pag. 34
3.1 Le Aree marine protette
3.2 Le Aree marine particolarmente sensibili(PSSA) e le Bocche di Bonifacio
3.3 Le Zone di Protezione Ecologica
3.4 Il Santuario dei cetacei
3.5 La laguna di Venezia
PARTE 4
La politica marittima dell’Unione Europea ___________________________________________ pag. 46
PARTE 5
Le proposte del WWF: teniamo la rotta, salviamo il Mediterraneo________________________ pag. 50
2
3. Introduzione
Mar Mediterraneo: ambiente e traffici marittimi
Il Mar Mediterraneo è stato la culla delle più qualità. Il Mediterraneo prossimo venturo
antiche civiltà e culture, punto d’incrocio di prefigura il peggioramento di ogni
tre continenti: europeo, africano ed asiatico.
Coprendo una superficie di circa due milioni indicatore, non solo ambientale e di
e mezzo di chilometri quadrati, un volume di divaricazione crescente tra i Paesi del nord
3.7 milioni di chilometri cubi e circa 46.270 aderenti all’Unione Europea e quelli del sud,
chilometri di costa, le sue acque sud‐est.
rappresentano una parte importante del
patrimonio naturale della regione e Oggi lungo le coste del “mare al centro della
rivestono ovviamente un’enorme rilevanza terra” convivono 150 milioni di abitanti e
sia economica che politica. circa 200 milioni di turisti e si stima che nel
2025 gli abitanti saranno 220 milioni ed i
La sua produttività è relativamente bassa, turisti 350 milioni.
paragonato ai diversi mari del nostro
pianeta, e ciò si deve soprattutto al fatto La pressione antropica lungo le coste è
che il ricambio delle acque è veramente dunque destinata a crescere, così come la
lento, quelle che entrano nel Mediterraneo movimentazione di merci e passeggeri nelle
infatti possono rimanervi anche per cento acque del Mediterraneo, con i conseguenti
anni, se non più, prima di essere espulse rischi legati all’inquinamento marino,
verso l’oceano. Questo provoca che non ci costiero, alla perdita di biodiversità e
sia marea né piattaforma continentale, naturalmente alla sicurezza delle popolazioni
rendendo ancora più difficile controllare e costiere.
mantenere il livello di conservazione
dell’ambiente marino entro limiti accettabili. Secondo quanto riportato dai Dati Eurostat
Riguardo alla diversità delle specie, questo (l’istituto di statistica ufficiale europeo) il peso
mare è famoso per la sua considerevole totale dei beni movimentati nei porti della Ue,
diversità della fauna e flora. Con il 20% di è stimato in 3,6 miliardi di tonnellate, nel 2010,
specie endemiche, ovvero animali e piante (dati statistici più recenti disponibili), in crescita
che vivono esclusivamente in quest’area, il del 5,6% rispetto all’anno precedente. Con le
Mediterraneo è secondo solo ai Tropici per sue 539 milioni di tonnellate, l’Olanda è
importanza delle sue risorse naturali. nettamente in testa, sorpassando anche il
Regno Unito, che ha la più grande flotta
Il bacino marino che oggi conosciamo vede marittima per merci della Ue. Passa nei porti
però il degrado di molti degli indicatori di olandesi circa il 15% del totale dei beni europei
trasportati via mare, mentre in quelli britannici
3
4. passa il 14,1%. L’Italia è terza con il 13,6%. sversamento in mare di circa 140.000
Seguono Spagna e Francia. tonnellate di petrolio), seguite dalle quasi
50.000 della Turchia e dalle 29.000 del Libano .
Ogni giorno arrivano nel Mediterraneo 9 milioni
di barili di greggio, (pari al 20% del greggio Nel Mediterraneo in media si contano circa 60
trasportato in tutto il mondo), la cui metà incidenti marittimi all’anno, in circa 15 dei quali
viene scaricata nei soli porti petroli italiani le navi coinvolte riversano in mare petrolio e
(quattordici gli scali petroliferi, tre dei quali sostanze chimiche.
sono quelli principali: Genova, Trieste, Sono negli occhi di tutti gli incidenti capitati
Venezia). Sono nove le raffinerie situate sulla negli ultimi mesi ad unità commerciali e
costa (Marghera, Falconara, Taranto, Livorno, passeggeri; il 17 dicembre 2011 ad una nave
Augusta, Priolo, Milazzo, Sarroch e Gela), delle commerciale della compagnia Grimaldi che ha
quattordici attive sul territorio italiano, che nel perso in mare 198 bidoni contenenti sostanze
2010 hanno lavorato più di 90 milioni di pericolose che si sono depositati su un fondale
tonnellate di greggio e semilavorati. tra i 120 e i 600 metri di profondità. L’incidente
alla nave da crociera Costa Concordia,
Il ciclo del petrolio e dei prodotti petrolchimici è incagliatasi sui bassi fondali rocciosi dell’isola
quello che presenta più fattori di rischio per del Giglio il 13 gennaio 2012. Ma anche
l’ambiente, ma anche per la sicurezza delle l’incagliamento della nave cisterna il 10 marzo
popolazioni costiere. 2012 sugli scogli del siracusano e della nave
portacontainer il 17 marzo 2012 davanti a
Come ricorda il Rempec (Regional Marine Ganzirri – Messina.
Pollution Emergency Response Centre for the
Mediterranean Sea), centro sulla prevenzione e Da sottolineare poi che sulle coste del
la gestione dell’emergenza in caso di Mediterraneo, non solo insistono 750 porti
inquinamento marino, che opera nell’ambito turistici e 286 porti commerciali, ma anche 13
della Convenzione di Barcellona, dal 1985 al impianti di produzione di gas e 180 centrali
2010 si sono verificati nel Mediterraneo ben 27 termoelettriche.
incidenti, per uno sversamento complessivo di Questo sistema interessa la movimentazione di
270 mila tonnellate di idrocarburi. oltre 2000 traghetti,1500 cargo, 300 navi
cisterna, centinaia di imbarcazioni commerciali;
Ed è l’Italia ad avere il primato del greggio stime delle Nazioni Unite attestano che il
versato nei principali incidenti che si sono Mediterraneo ogni anno è attraversato da oltre
succeduti in 25 anni1.Sono 162.200 le 200.000 transiti.
tonnellate che sono state sversate nelle acque
territoriali italiane (si ricordi che nel 1991 nel Secondo il rapporto “L’incidentalità nella
Mar Ligure affondò la petroliera Haven, che navigazione marittima negli anni 2001‐2010”
costituisce il più grave indicente mai avvenuto del Dipartimento per i Trasporti e la
nel Mediterraneo, che ha causato uno navigazione ed i Sistemi informativi e Statistici
del Ministero delle Infrastrutture e dei
1
Dati REMPEC
4
6. Queste le aree a più alto valore naturalistico individuate dal WWF2, particolarmente a rischio
per la loro vicinanza alle principali rotte di trasporto petrolifero:
Aree a rischio petroli
- Mare di Alboran, (tra Spagna, Marocco e Algeria); attraverso queste acque migrano nel Mediterraneo balene,
delfini, tartarughe marine, pesce spada e tonno e l’area mantiene ancora una percentuale del tratto di costa con
fondali importanti per la loro biodiversità del 70%;
- Isole Baleari, caratterizzate dalla presenza di praterie a posidonia, numerose specie di cetacei, fra cui il
raro capodoglio, tonni e pescispada (sono già presenti 4 aree marine protette);
- Bacino sardo‐corso‐liguro‐provenzale, compreso nell’area del Santuario dei Cetacei che, soprattutto in
estate, per una combinazione di correnti favorevoli, di nutrimento abbondante e di favorevoli
temperature si popola di balene e diverse specie di delfini e dove sono presenti tartarughe marine, nonché
rare specie di uccelli marini come il gabbiano corso;
- Bocche di Bonifacio (oggetto di una grande campagna del WWF per evitare il loro passaggio da parte di
petroliere, gasiere e chimichiere);
- Mar Egeo, Bosforo e Dardanelli; ospita la più consistente popolazione di foca monaca del Mediterraneo,
stimabile tra i 120 ed i 250 esemplari;
- Coste della Dalmazia: presentano un paesaggio marino molto vario e ricco ed ospitano una grande varietà di
specie di pesci ed invertebrati (tra cui i minacciati datteri di mare);
- Coste dell’Algeria e Tunisia:costituite soprattutto da zone rocciose tra la parte nord orientale dell’Algeria e
quella nord occidentale della Tunisia, ricche di fondali a posidonia ed area molto importante per le
migrazioni di tartarughe marine;
- Tirreno meridionale e Stretto di Messina, con presenza di diverse specie di cetacei, praterie di posidonia e
numerose specie ittiche come i tonni ed i pescispada;
- Golfo di Gabes, in Tunisia, caratterizzato da fondali poco profondi molto importanti per i cicli vitali di tutte le
specie commerciali di pesce, e per la tartaruga caretta e diversi cetacei
- Golfo della Sirte, sempre in Tunisia, caratterizzato da estese praterie di posidonia, popolato da
tartarughe, tursiopi, fenicotteri, sterne e, dove sono presenti, importanti zone di pesca;
- Mediterraneo orientale e Iskenderun Bay (Turchia), l’unico posto del Mediterraneo dove nidifica, si nutre e
sverna la rara tartaruga verde. E’ presente anche una popolazione di 20‐30 esemplari di foca monaca.
‐ Lagune costiere adriatiche (Albania, Venete, Friuli) x avifauna e presenza porti / poli industriali
2
Dati tratti dal dossier “Lo sviluppo e la protezione sostenibile dell’Ecosistema Mediterraneo-Mar Nero” del maggio
2007
6
7. Parte 1
La tutela del mare nella
normativa internazionale,
comunitaria e nazionale
Prendendo in considerazione solo gli aspetti vigore, per attuare una corretta politica di
più generali della materia, in questa prima difesa delle acque marine.
parte del dossier, si indicheranno alcune tra
le principali normative che sono alla base 1.1 L’evoluzione del diritto
della tutela del mare. internazionale e le principali
Gli atti internazionali e le leggi nazionali e
convenzioni per la tutela del mare. La
comunitarie che saranno citate
rappresentano, dunque, il diritto di base su
Convenzione di Montego Bay e la
cui si fonda la materia e il riferimento per la Convenzione di Barcellona.
maggior parte delle altre norme più
specifiche e più mirate che si sono Sebbene la maggior parte degli Stati abbiano
susseguite nel corso degli anni. ormai dettato norme interne a protezione
Separare nettamente la materia della tutela del mare per prevenire gli inquinamenti, la
del mare, nella sua accezione più generale, questione ambientale ha cominciato ad
dagli aspetti più specifici che riguardano assumere un rilievo internazionale solo in
invece gli impatti sul mare derivanti dai epoca recente.
traffici marittimi, non è spesso immediato, Fino alla prima metà del secolo scorso,
poiché quando si parla di difesa e tutela infatti, il diritto internazionale del mare era
dell’ambiente marino, la maggior parte delle regolato soltanto dalle norme
norme si riferisce agli impatti derivanti dalle consuetudinarie. Solamente nelle ultime
diverse forme di inquinamento e dunque decadi del secolo scorso la Comunità
anche alle conseguenze legate alla internazionale ha iniziato a preoccuparsi in
navigazione. un modo più evidente della protezione
Tuttavia, in questa prima parte, si cercherà dell’ambiente marino a livello
di dare maggiore risalto alle indicazioni più internazionale, mediante l’elaborazione di
generali fornite dai vari strumenti normativi, strumenti normativi specifici.
per dare poi maggiore rilievo, nella parte Sono stati soprattutto i catastrofici incidenti
successiva, alle indicazioni che in modo marittimi verificatisi nel corso degli anni che
specifico si rivolgono agli impatti derivanti hanno determinato un interesse superiore
dai traffici marittimi. della Comunità internazionale alla
L’obiettivo è quello di fornire i riferimenti preservazione dell’ambiente marino, con
degli strumenti normativi, attualmente in specifico riferimento alla responsabilità per
inquinamento.
7
8. Parimenti si è evoluto il “diritto del mare”: congiuntamente secondo i casi, per prevenire,
grazie al lavoro di grandi giuristi ridurre e tenere sotto controllo l’inquinamento
internazionali, ecologisti, biologi, si sono dell’ambiente marino (artt. 192‐201), come ad
raggiunti grandi progressi, però ancora esempio il monitoraggio e gli accertamenti
molto resta da fare. ambientali (artt. 204‐206), le norme
internazionali e la legislazione nazionale per la
La Convenzione di Montego Bay prevenzione, la riduzione ed il controllo
Il primo passo importante nella dell’inquinamento dell’ambiente marino da
codificazione delle norme sul diritto del fonti terrestri (art. 207), da attività relative al
mare fu fatto con la Conferenza di Ginevra fondo marino (art. 208), da attività condotte
del 1958, dalla quale nacquero 4 nell’Area (art. 209), da immissione (art. 210),
Convenzioni sul diritto del mare, entrate in da navi (art. 211), di origine atmosferica o
vigore tra il 1962 e il 1966. Queste transatmosferica (art. 212).
convenzioni sono poi state superate con L’inquinamento marino, in particolare, viene
l’entrata in vigore della Convenzione sul espressamente definito quale immissione
Diritto del Mare 3 del 1982, firmata a diretta od indiretta ad opera dell’uomo di
Montego Bay, Giamaica. sostanze o di energia nell’ambiente marino,
Quest’ultima, risultato della terza quando ciò comporti effetti nocivi sulle
Conferenza delle Nazione Unite sul diritto del risorse biologiche, rischi per la salute
mare, convocata nel 1973, è entrata in dell’uomo, intralci allo svolgimento delle
vigore il 16 novembre 1994, un anno dopo il attività marittime, ivi compresa la pesca,
deposito della 60ª ratifica. l’alterazione della qualità del mare dal punto
Oggi sono 143 gli Stati contraenti, più di vista delle sue utilizzazioni e la
l’Unione Europea, e 157 gli Stati firmatari.4 degradazione delle sue attrattive.
La Convenzione di Montego Bay è Dopo lunghi negoziati, furono individuate e
considerata uno degli strumenti giuridici piú definite le seguenti cause di inquinamento
importanti, per il “diritto del mare” del mare:
nell’ambito del diritto internazionale, in
quanto stabilisce l’obbligo e la responsabilità a) Inquinamento di origine terrestre, dovuto
degli Stati firmatari di proteggere e – in particolare ‐allo scarico dei fiumi, degli
preservare l’ambiente marino ed esige che impianti industriali costieri od emissari, e di
questi prendano tutte le misure necessarie altre fonti situate sul territorio degli Stati,
per prevenire, ridurre e controllare gli che ingenera aspetti e problematiche
inquinamenti marini. tecnico – giuridiche estremamente
In particolare la Parte XII concerne i complesse, soprattutto in riferimento alla
provvedimenti e le misure che gli Stati regolamentazione delle fonti di scarico ed in
s’impegnano ad adottare, singolarmente o considerazione delle diverse condizioni di
sviluppo economico dei singoli Stati.
3
UNCLOS: United Nations Convention of Law Of the L’articolo 207 della Convenzione pone a
Sea.
4
L'Italia ha ratificato la Convenzione con la Legge del 2 carico di ciascun Stato l’obbligo di emanare
dicembre 1994, n. 689.
8
9. normative idonee a prevenire, ridurre e proclamata dall’O.N.U. patrimonio comune
controllare tale forma di inquinamento, dell’umanità.
anche in considerazione delle specificità In particolare, tali attività riguardano
regionali, delle potenzialità economiche l’esplorazione e lo sfruttamento dei fondali
degli Stati in via di sviluppo e delle esigenze marini internazionali, che pongono
di sviluppo economico di questi ultimi. particolari problematiche poiché le risorse
minerarie ivi rinvenibili sono costituite
b) Inquinamento provocato da attività soprattutto dai noduli polimetallici
relative al fondo marino soggetto alla localizzabili sulle piane abissali a profondità
giurisdizione nazionale, ovvero derivante ricomprese tra i 4.000 ed i 6.000 metri.
dalle attività di ricerca e di sfruttamento A tale proposito, la Convenzione ha previsto
delle risorse minerarie marine svolte sul l’istituzione di una apposita organizzazione
fondo del mare territoriale e sulla internazionale ‐ l’Autorità internazionale dei
piattaforma continentale. fondi marini ‐ la quale è chiamata a gestire
In particolare, dette attività possono le risorse dell’Area medesima con l’ausilio di
ingenerare sia un inquinamento volontario e un apposito organo e adottare misure
“fisiologico”, connesso al normale regolamentari idonee ad evitare che le
funzionamento degli impianti – come ad predette attività possano cagionare effetti
esempio lo scarico in mare dei detriti e dei nocivi sull’ambiente marino. Peraltro, anche
fanghi oleosi prodotti dalla perforazione del sui singoli Stati incombe, in virtù dell’articolo
fondo ‐ sia un inquinamento accidentale e 209, l’obbligo di prevedere norme aventi lo
“patologico”, derivante da eventi scopo di prevenire, ridurre e controllare
straordinari e non prevedibili, quale l’inquinamento che possa risultare dalle
un’esplosione a bordo di una piattaforma attività di sfruttamento dei fondi marini
petrolifera internazionali condotte da proprie navi o
Al riguardo, l’articolo 208 della Convenzione installazioni.
di Montego Bay prevede che gli Stati
rivieraschi adottino atti e disposizioni d) Inquinamento da immissione (c. d.
normative ed amministrative finalizzate a dumping), dovuto alle operazioni di scarico
prevenire, ridurre e monitorare volontario effettuato dalle navi o dagli
l’inquinamento delle aree del fondo marino aeromobili di rifiuti prodotti a terra e non
soggette alla loro giurisdizione esclusiva; connessi alle attività di navigazione, come
disposizioni che non devono avere una nel caso della nave (o dell’aeromobile) che
efficacia minore rispetto a quelle stabilite a smaltisca in mare i rifiuti tossici prodotti da
livello internazionale. industrie localizzate a terra.
Tale forma di inquinamento è disciplinata –
c) Inquinamento derivante da attività a livello universale – dalla Convenzione di
condotte nell’Area marina, istituita Londra del 1972 sulla prevenzione
dall’articolo 136 della Convenzione al di là dell’inquinamento da scarico di rifiuti e di
del limite della giurisdizione nazionale e
9
10. altre sostanze5, e – sul piano regionale – dal Tale forma di inquinamento trova la propria
Protocollo per la prevenzione disciplina di carattere generale nella
dell’inquinamento del Mare Mediterraneo Convenzione di Londra del 1954 per la
da operazioni di immersione effettuate da prevenzione dell’inquinamento del mare da
navi ed aeromobili sottoscritto a Barcellona idrocarburi, così come modificata dalle
il 16 febbraio 19766; entrambi distinguono le Convenzioni di Londra sulla prevenzione
sostanze nocive in tre categorie, per la dell’inquinamento da Navi (MARPOL 1973 –
prima delle quali vige un divieto assoluto di 1978)7.
scarico, mentre per la seconda occorre In considerazione della dettagliata
un’autorizzazione speciale (c.d. lista grigia) e regolamentazione degli standards di
per la terza è sufficiente un’autorizzazione di carattere tecnico volti alla prevenzione, alla
carattere generale. riduzione ed al controllo dell’inquinamento
Ad integrazione di tale normativa l’articolo da navi operata dalla MARPOL, l’articolo 211
210 della Convenzione di Montego Bay della Convenzione di Montego Bay si è
espressamente dispone che ogni Stato limitata a prevedere l’obbligo per ogni Stato
firmatario debba adottare atti normativi per di adottare leggi e regolamenti per
la prevenzione dell’inquinamento da prevenire l’inquinamento da parte delle navi
dumping, diretti, in particolare, a garantire battenti la propria bandiera, o da essi
che nessuna immissione di rifiuti possa immatricolate, la cui efficacia non sia
essere effettuata in mare senza (ancora una volta) inferiore rispetto alle
l’autorizzazione preventiva delle competenti norme accettate a livello internazionale. In
autorità nazionali; disposizioni – legislative aggiunta a tale obbligo, la Convenzione
ed amministrative – che non devono avere prevede, poi, il potere per lo Stato costiero
efficacia inferiore rispetto alla normativa di di emanare norme antinquinamento quali
carattere mondiale. E’, infine, previsto che condizioni di accesso ai propri porti ed
l’immissione di sostanze nocive nella fascia acque interne ed – ancora – disposizioni per
di mare attribuito alla giurisdizione esclusiva la prevenzione dell’inquinamento da navi
nazionale sia subordinata al consenso applicabili entro il limite del mare
preventivo ed esplicito dello Stato costiero. territoriale, le quali non devono, però,
pregiudicare il diritto di passaggio
e) Inquinamento provocato da navi, inoffensivo delle navi straniere.
risultante dal versamento in mare – Lo Stato rivierasco ha, infine, il potere di
involontariamente o all’esito di incidenti ‐ di adottare norme per la prevenzione
sostanze nocive in connessione con l’attività dell’inquinamento valevoli per la propria
di navigazione, il quale può assumere aspetti zona economica esclusiva , purché conformi
di particolare gravità nell’ipotesi di navi ed applicative dei principi e delle
esercenti il trasporto di materiale nocivo, disposizioni internazionali generalmente
quali idrocarburi o prodotti chimici. accettate.
5
Vedi Parte 2
6 7
Vedi di seguito “La Convenzione di Barcellona”. Vedi Parte 2
10
11. f) Inquinamento di origine atmosferica e costiero non deve in nessun modo ostacolarli
trans atmosferica. durante il passaggio in transito (art.44).
Con riferimento a questa specifica e
peculiare tipologia di inquinamento, la La Convenzione di Barcellona
normativa – sia consuetudinaria che pattizia La Convenzione per la protezione del Mare
– trae origine dalla nota sentenza arbitrale Mediterraneo contro l’inquinamento,
concernente il caso della Fonderia Trail . adottata il 16 febbraio 1976 sotto l'egida del
A livello universale, la disciplina Consiglio Intergovernativo del Programma
dell’inquinamento atmosferico si ricava, Ambientale delle N.U. (UNEP), fornisce uno
seppur indirettamente, dagli accordi strumento giuridico per l'attuazione del
internazionali sul regime dello spazio extra “Piano di azione per il Mediterraneo” (PAM
atmosferico, nonché dalle convenzioni o MAP), adottato a Barcellona nel 1975 ed
sull’inquinamento da radioattività. entrato in vigore il 12 febbraio 1978.
L’articolo 212 della Convenzione di Montego In seguito all'emendamento sostanziale
Bay pone a carico degli Stati l’obbligo di della Conferenza dei Plenipotenziari delle
adottare misure normative (e Parti Contraenti, tenutasi a Barcellona il 9 e
amministrative) aventi lo scopo di ridurre e 10 giugno 1995, la Convenzione ha cambiato
tenere sotto controllo l’inquinamento titolo diventando Convenzione di Barcellona
marino di origine atmosferica o per la protezione dell'ambiente marino e
transatmosferica. delle regioni costiere del Mediterraneo 9,
Da segnalare anche la disciplina in materia di ampliando così il suo ambito di applicazione
stretti usati per la navigazione dettata dalla geografica e comprendendo le acque marine
Convenzione8. interne del Mediterraneo e le aree
Per l’attraversamento degli stretti che costiere10.
collegano una parte di alto mare o di zona Essa è stata emendata in relazione
economica esclusiva con un’altra parte di alto all'evoluzione della disciplina internazionale
mare o di zona economica esclusiva viene della protezione dell’ambiente, con la
applicato il regime di passaggio in transito definizione di un maggiore impegno delle
(art.37). Quest’ultimo (art.38) consente a tutti i Parti contraenti a promuovere programmi di
mezzi, siano essi civili o militari, la libera sviluppo sostenibile, che applichino il
navigazione ed il sorvolo degli stretti al solo principio precauzionale secondo cui "quando
fine di traversarli, equilibrando esistano minacce di danni gravi o
sostanzialmente la piena libertà di navigazione irreversibili, la mancanza di certezza
e di manovra con l’esigenza di un rapido e scientifica assoluta non dovrebbe essere
continuo passaggio. In sostanza, i mezzi in
transito non possono effettuare tutte quelle 9
Ad oggi i Paesi che hanno ratificato la Convenzione
manovre tipicamente consentite in alto mare o sono 23, ossia Albania Algeria, Bosnia ed Erzegovina,
Croazia, Cipro, Commissione Europea, Egitto, Francia,
che non siano inerenti alle loro normali Grecia, Israele, Italia, Libano, Libia, Malta, Monaco,
modalità di navigazione), mentre lo Stato Marocco, Serbia & Montenegro, Slovenia, Spagna, Siria,
Tunisia e Turchia.
10
L’Italia ha ratificato la nuova versione della
8
Vedi artt. 34 e 35 Convenzione con Legge 27 maggio 1999 n. 175
11
13. I protocolli allegati alla Convenzione: pericolose, dovuto sia a cause accidentali sia
1) Protocollo sulla prevenzione ad una accumulazione di depositi di
dell'inquinamento del mar Mediterraneo sostanze nocive.
derivante da scarichi di imbarcazioni ed
aerei, firmato a Barcellona il 16 febbraio 3) Protocollo sulla protezione del Mare
1976, entrato in vigore il 12 febbraio 1978, Mediterraneo contro l’inquinamento da
successivamente emendato sotto il nome di fonti originate sulla terraferma, firmato ad
“Protocollo per la prevenzione e Atene, il 17 maggio 1980 ed entrato in
l’eliminazione dell’inquinamento nel Mare vigore il 17 giugno 1983. Successivamente è
Mediterraneo prodotto da scarichi stato emendato come “Protocollo per la
effettuati da navi e aerei o prodotto da protezione del Mare Mediterraneo
incenerimento a mare”, il 9 e 10 giugno dall’inquinamento proveniente da fonti ed
199511 . attività situate sulla terraferma” a Siracusa,
Il Protocollo, conosciuto anche come il 6 e 7 marzo 199614. Questo protocollo ha
Dumping Protocol fu modificato per favorire lo scopo di eliminare l'inquinamento
il passaggio da un sistema che consentiva lo derivante da fonti ed attività terrestri, ed in
scarico in mare con alcune eccezioni ad uno particolare mira ad eliminare le sostanze
che lo proibiva, salvo alcune eccezioni. Tale tossiche, persistenti e bioaccumulabili nella
Protocollo si fonda sugli stessi principi della catena alimentare, non solo nel mar
Convenzione di Londra12, uno strumento Mediterraneo ma anche nei bacini interni e
giuridico di livello globale che proibisce lo nell'atmosfera della regione.
scarico di rifiuti pericolosi da navi ed aerei, Nel 2001 è stato adottato un Piano d'Azione
così come l'incenerimento di rifiuti Strategico (PAS) che fissa scadenze per
pericolosi in mare. eliminare le emissioni nell'ambiente di
sostanze tossiche e pericolose. Il Piano
2) Protocollo sulla cooperazione nella lotta stabilisce misure concrete e tempi per la
all’inquinamento del Mare Mediterraneo progressiva riduzione delle sostanze
da petrolio e da altre sostanze pericolose in considerate di prioritaria importanza e per
casi d’emergenza, firmato a Barcellona il 16 eliminare il rilascio in mare di tutte le
febbraio 1976, ed entrato in vigore il 12 emissioni pericolose entro il 2025.
febbraio 197813 (non è stato emendato
posteriormente al 1995). Questo Protocollo 4) Protocollo sulle aree particolarmente
vincola le parti a cooperare per adottare le protette nel Mediterraneo, firmato a
misure necessarie in caso di pericolo di Ginevra, Svizzera, il 3 aprile 1982, entrato in
danno per l’ambiente marino causato da vigore il 23 marzo 1986. E’ stato poi
ingenti quantità di petrolio ed altre sostanze modificato sotto il nome di “Protocollo
riguardante le zone particolarmente
11
L’Italia ha ratificato questo Protocollo con Legge 27 protette e la diversità biologica nel
maggio 1999, n. 175
12
Vedi Parte 2.1
13 14
L’Italia ha ratificato tale Protocollo con Legge 25 L’Italia ha ratificato gli emendamenti a tale Protocollo
gennaio 1979, n. 30. con Legge 27 maggio 1999 n. 193
13
14. Mediterraneo”15, il 9 e 10 giugno 1995 a interesse scientifico, estetico, culturale o
Barcellona. Il nuovo Protocollo, che educativo16.
comprende anche degli allegati che sono In sostanza, questo Protocollo è un appello
stati adottati a Monaco il 24 Novembre perché venga stabilita una lista di Aree
1996, ha sostituito quello del 3 aprile 1982 Particolarmente Protette Importanti per il
sulle aree particolarmente protette del Mediterraneo (List of Specially Protected
Mediterraneo, la cui applicabilità era Areas of Mediterranean Importance o
limitata alle acque territoriali. Scopo del SPAMIs) al fine di conservare la biodiversità
Protocollo è preservare la biodiversità e mantenere gli ecosistemi specifici del
marina e le specie di flora e fauna Mediterraneo. Le relative misure
minacciate o in via d'estinzione nella regione comprendono la protezione e la
del Mediterraneo tramite la creazione di conservazione delle specie, la
zone particolarmente protette e sancisce il regolamentazione dell'introduzione di
dovere degli Stati di protezione, specie non‐indigene o geneticamente
conservazione e gestione sostenibile del modificate ed il rafforzamento della ricerca
Mediterraneo di aree di particolare valore. scientifica, tecnica e gestionale rilevanti per
Questo protocollo prevede, tra l'altro, le Aree Particolarmente Protette.
l'istituzione di “zone particolarmente Il nuovo protocollo ha poi posto rimedio ad
protette” nelle aree marine e costiere un inconveniente del precedente strumento,
sottoposte alla sovranità o giurisdizione di la cui applicazione era limitata al mare
uno Stato contraente, per salvaguardare territoriale delle Parti contraenti (e cioè,
ecosistemi marini, habitat in pericolo di nella maggior parte dei casi, alle acque
estinzione o necessari per la sopravvivenza comprese entro 12 miglia dalla costa) e non
delle specie animali e vegetali minacciate, si estendeva all'alto mare. Un ampliamento
siti di interesse scientifico, estetico, della sfera di applicazione geografica era
culturale o educativo; la compilazione di una opportuno, al fine di assicurare una
“lista di zone particolarmente protette di protezione anche alle specie marine
rilevanza mediterranea” (Lista delle ASPIM o migratrici che non tengono certo conto dei
Specialy Protected Areas of Mediterranean confini artificiali tracciati dall'uomo.
Importance ‐ SPAMIs) comprendente i siti, in
alto mare o in zone marine sottoposte alla 5) Protocollo sulla protezione del mar
sovranità o alla giurisdizione delle Parti, che Mediterraneo contro l'inquinamento
hanno rilevanza per la conservazione della
16
diversità biologica del Mar Mediterraneo e Sono 10 le aree marine protette italiane inserite nella
lista delle Aree Specialmente Protette di Importanza
che contengono ecosistemi specifici della Mediterranea (ASPIM). Il riconoscimento delle ultime 3,
regione mediterranea o presentano un Capo Carbonara, Penisola del Sinis - Isola Mal di Ventre
e Porto Cesareo, risale allo scorso febbraio con decisone
IG20/7nell’ambito della riunione delle Parti contraenti
della Convenzione di Barcellona tenutasi a Parigi.
15
Ratificato con legge 27 maggio 1999 n. 175
14
15. causato dallo sfruttamento della 8) Protocollo per la gestione integrata delle
piattaforma continentale, del fondo marino zone costiere del Mediterraneo, firmato a
e del suo sottosuolo, firmato a Madrid, il 14 Madrid il 21 gennaio 2008 ed entrato in vigore
ottobre 1994. Questo Protocollo regola le il 24 marzo 2011. Esso costituisce il primo
attività di esplorazione e sfruttamento della strumento di diritto internazionale dedicato
piattaforma continentale, dei fondali marini interamente ed esclusivamente alla GIZC.
e del suo sottosuolo. Stabilisce inoltre le Questo protocollo è stato elaborato allo scopo
norme a cui è necessario attenersi per il di creare un quadro comune per favorire ed
rilascio di permessi per questo genere di implementare la gestione integrata delle coste,
attività. tenendo in considerazione la salvaguardia delle
aree di interesse ecologico e paesaggistico e
6)Protocollo sulla prevenzione l'uso razionale delle risorse naturali, in
dell'inquinamento del mar Mediterraneo ottemperanza all'Art.4.3(e) della Convenzione
derivante da movimenti transfrontalieri di stessa.
rifiuti pericolosi e dal loro smaltimento,
firmato a Izmir (Smirne), Turchia il 1 ottobre La nuova versione della Convenzione,
1996. Questo protocollo bandisce approvata nel 1995, prevede obiettivi non
l'importazione, l'esportazione e/o il transito limitati alla sola lotta all’inquinamento, ma
di rifiuti pericolosi e radioattivi così come di anche a :
prodotti come pesticidi da paesi dell'Unione raggiungere gli obiettivi dello sviluppo
Europea a paesi non‐UE. sostenibile;
promuovere la gestione integrata delle
7) Protocollo relativo alla cooperazione in zone costiere, tenendo in conto la
materia di prevenzione dell'inquinamento protezione delle zone di interesse
provocato dalle navi e, in caso di situazione ecologico e paesaggistico e l’utilizzo
critica, di lotta contro l'inquinamento del ragionevole delle risorse naturali;
Mare Mediterraneo, firmato a La Valletta il 25 garantire una gestione sostenibile delle
gennaio 2002, entrato in vigore il 17 marzo risorse naturali, marine e terrestri;
200417. proteggere l'ambiente marino e le zone
Tale Protocollo prevede che le parti cooperino costiere prevenendo l'inquinamento,
per : nonché riducendo e, dove possibile,
a) attuare la regolamentazione internazionale eliminando, gli apporti di inquinanti di
volta a prevenire, ridurre e controllare qualsiasi natura;
l'inquinamento dell'ambiente marino tutelare la natura e salvaguardare e
provocato dalle navi; valorizzare i siti ed i paesaggi d'interesse
b) adottare qualsiasi disposizione necessaria in ecologico o culturale;
caso di episodi di inquinamento. rafforzare la solidarietà tra gli Stati
rivieraschi del Mediterraneo gestendo il
loro patrimonio comune e le loro risorse
17
L’Italia non ha ancora ratificato tale Protocollo.
15
17. 1.3 La tutela del mare nel diritto essere sufficientemente realizzati dagli Stati
comunitario. Il Sesto Programma membri.
d’azione e la Direttiva 2008/56/CE.
Il Sesto Programma d’azione
L’intervento della Comunità Europea a
Originariamente i Trattati istitutivi delle
salvaguardia del mare e a garanzia del
Comunità europee (i cosiddetti Trattati di
miglioramento della qualità dell’ambiente
Roma del ‘57) non prevedevano alcuna forma
marino nell’area mediterranea, trova una prima
normativa per la tutela ambientale.
applicazione concreta nella definizione dei
Di fronte alle diverse emergenze ambientali, a
“Programmi di azione per lo protezione
partire dal 1972 la Comunità europea cominciò
dell’ambiente”.
ad adottare le prime misure.
Già nell’ambito del “Primo programma”,
Con l’Atto Unico Europeo, del 1987, venne
adottato dal Consiglio delle Comunità europee
inserito nel Trattato Comunitario un titolo
nel 1973, si denunciano le conseguenze
dedicato all’ambiente, conferendo così alle
provocate dall’inquinamento marino sugli
politiche di tutela ambientale una base
equilibri biologici ed ecologici fondamentali per
giuridica formale e fissando allo stesso tempo
la vita del pianeta, la gravità del
tre obiettivi principali in materia: tutela
deterioramento raggiunto, la diversità delle
dell’ambiente, protezione della salute umana e
origini e la difficoltà di controllare il rispetto dei
utilizzazione accorta e razionale delle risorse
provvedimenti adottati.
naturali.
Più recentemente, il “Sesto programma
In seguito con il Trattato sull’Unione Europea
d'azione in materia ambientale”22, definisce
del ’92 21, è stato inserito il concetto di
"Le priorità ambientali che richiedono una
“sviluppo sostenibile” nella legislazione
risposta comunitaria", riservando particolare
dell’Unione Europea, fino a diventare, con il
attenzione ai settori inerenti: "cambiamenti
Trattato di Amsterdam del ’97, uno degli
climatici, natura e biodiversità, ambiente e
obiettivi prioritari delle politiche dell’Unione
salute e qualità della vita, risorse naturali e
Europea.
rifiuti" (punto 9 dei "considerata"). Per i singoli
temi prioritari individuati, vengono indicati gli
Ad oggi, quindi, la protezione ambientale gode
"obiettivi e aree di azione prioritarie", tra i
di una posizione particolare all’interno del
quali; (art. 6) gli "obiettivi e aree di azione
trattato CE: essa deve essere presente in tutte
prioritarie per l'ambiente naturale e diversità
le azioni comunitarie.
biologica", che comprende obiettivi ed azioni
Non bisogna dimenticare però che nel settore
di conservazione per ambiente marino, coste,
ambientale l’attività normativa della Comunità
zone umide, paesaggio, specie ed habitat.
è limitata dal principio di sussidiarietà, secondo
Il Sesto programma d'azione in materia
il quale la Comunità interviene solo se gli
ambientale prevede quindi l'elaborazione da
obiettivi dell’azione prevista non possono
parte della Commissione di sette strategie
22
Approvato con decisione del Parlamento europeo e del
21
Noto anche come Trattato di Maastricht. Consiglio n. 1600/2002 del 22.7.2002.
17
18. tematiche ‐ tra cui quella sulla "protezione e la Il suo ambito di applicazione si estende alle
conservazione dell'ambiente marino"29 ‐ le acque marine situate aldilà della linea di
quali costituiscono il futuro della politica base che misura l’estensione delle acque
ambientale europea e sono basate su un ampio territoriali, fino ai confini della zona su cui
lavoro di ricerca e di consultazione delle parti ogni Stato esercita diritti giurisdizionali e alle
interessate. acque costiere, così come definite nella
Nella messa a punto di ciascuna di essa, le Direttiva 2000/60/CE25
singole problematiche sono affrontate in La Direttiva stabilisce poi la suddivisione
maniera globale, in modo da tenere nella debita delle acque europee in quattro regioni
considerazione i collegamenti con gli altri marine (Mar Baltico, Nord‐Est Atlantico,
settori di intervento e promuovere il Mediterraneo e Mar Nero) che dovranno
miglioramento della qualità della legislazione. raggiungere un “buono stato ecologico”
entro il 2020.
Ogni strategia è, in particolare, finalizzata al In base a tale provvedimento, i Paesi
raggiungimento ‐ entro un determinato arco membri dovranno definire entro cinque anni
temporale ‐ di obiettivi prefissati di qualità gli obiettivi della propria strategia, entro sei
ambientale attraverso la predisposizione di un programma di controllo dell'attività
idonei ed adeguati strumenti normativi, svolta ed il livello di attività umana
strettamente legati all'attività di ricerca e di sostenibile localmente; tutto dovrà essere
analisi tecnico ‐ scientifica. operativo ed approvato dalla Commissione
Europea entro il 2018. Rispetto a tali
In particolare l’elaborazione della strategia scadenze, quella più imminente è il 15 luglio
tematica per la protezione e la conservazione 2012, data entro la quale ciascuno Stato
dell’ambiente marino europeo ha l’obiettivo membro dovrà aver effettuato:
generale di “promuovere l’uso sostenibile dei
mari e la conservazione degli ecosistemi - una valutazione iniziale dello stato
marini”. ecologico delle acque e dell’impatto
ambientale esercitato dalle attività
La Direttiva 2008/56/CE23 umane
Seguendo le indicazioni dettate nel Sesto - la definizione del buono stato ecologico
programma d’azione, nel 2008 è stata delle acque , in conformità con i criteri
approvata in via definitiva la Direttiva e i requisiti dettati dalla Direttiva
Quadro per la strategia sull’ambiente stessa.
marino,24 che istituisce un quadro per - la definizione di una serie di traguardi
l'azione comunitaria nel campo della politica ambientali e di indicatori
per l'ambiente marino.
La Direttiva richiede, inoltre: un approccio
23
D.lgs 13 ottobre 2010, n. 190 Attuazione della direttiva ecosistemico (art. 1), una gestione divisa per
2008/56/CE che istituisce un quadro per l'azione
comunitaria nel campo della politica per l'ambiente 25
Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del
marino Consiglio del 23 ottobre 2000 che istituisce un quadro per
24
Direttiva 2008/56/CE del 17 giugno 2008 l'azione comunitaria in materia di acque
18
20. 1.4 La difesa dell’ambiente marino dicembre1991 “Legge quadro sulle aree
nella Legge 979/82 protette”.
Ad esse fanno da corollario una serie di leggi
L’evoluzione più recente del diritto settoriali per la tutela delle acque
internazionale ha sicuramente stimolato dall’inquinamento, la gestione dei traffici, dei
l’attenzione dei Paesi alle esigenze di rifiuti.
protezione dell’ambiente in generale e
La Legge 31 dicembre 1982, n. 979
dell’ambiente marino in particolare.
"Disposizioni per la difesa del mare"
L’Italia, per la sua posizione centrale nel
La norma fondamentale di riferimento per la
Mediterraneo, gioca un ruolo importante nella
tutela del mare è ancora la Legge 31 dicembre
protezione degli ecosistemi in questo bacino.
1982, n. 979 "Disposizioni per la difesa del
Soprattutto dagli anni ’70 in poi, si è creata una
mare", che detta i principi tramite i quali Stato
tendenza legislativa volta alla tutela ambientale
e regioni devono attuare la politica di
del mare, e non solo alla gestione economico‐
protezione dell'ambiente marino e della
politica delle sue risorse. Il processo si è poi
prevenzione degli effetti dannosi alle risorse del
accelerato, a seguito dell’elaborazione dei
mare. La L. 979/1982 è stata emanata in
principi stabiliti in sede ONU durante la
attuazione delle Convenzioni di Barcellona del
Conferenza su Ambiente e Sviluppo del 1992 a
1976 sulla salvaguardia del Mar Mediterraneo
Rio de Janeiro.
dall'inquinamento e di Bruxelles del 1969, in
L’Italia è parte di quasi tutti i trattati in materia materia di pronto intervento per la difesa del
di protezione dell’ambiente marino aventi mare.
un’applicazione generale, ma anche di
numerosi trattati a livello locale per la Con questa legge l'ambiente marino non viene
protezione del Mar Mediterraneo più considerato "res communes omnium"
dall’inquinamento. (ovvero bene della collettività, ma privo di tutela
giuridica), ma assume la qualità di "bene
La difesa dell’ambiente marino in Italia, in giuridico" tutelato dall'ordinamento giuridico. A
aggiunta alle regole introdotte tramite il conferma di ciò, la legge attribuisce allo Stato,
recepimento delle convenzioni internazionali e nella persona del Ministro della Marina
dei regolamenti comunitari, è Mercantile (poi sostituito dal Ministro dei
fondamentalmente basata: sulla legge n. 979 trasporti e navigazione, con la L.537/1993 ed
del 31 dicembre 1982 (Disposizioni sulla difesa ora dal Ministro delle infrastrutture e dei
del Mare), sulla Legge n. 349, del 8 luglio 1986, trasporti, con la L. 300/1999) la titolarità della
istitutiva del Ministero dell’Ambiente e pretesa risarcitoria per i danni provocati dalle
indicante alcune regole in materia di danno navi con lo sversamento di idrocarburi ed altre
ambientale (ora riformata dal Decreto sostanze nocive (artt. 21 e 22).
legislativo 152/2006 e smi), sulla legge n. 220
del 28 febbraio 1992 “Interventi per la difesa La legge 979/82, che in definitiva è l'attuazione
del mare” e sulla Legge n. 394 del 6 nell'ordinamento italiano del regime di
20
22. Parte 2
Impatti della navigazione
sull’ambiente marino:
le norme di riferimento
Nella prima parte del dossier sono stati citati idrocarburi, suscettibili di determinare, in caso
alcuni tra gli strumenti normativi di di sversamento, rilevanti alterazioni
riferimento in materia di tutela dell'ecosistema.
dell’ambiente marino che disciplinano in
Un'altra forma di disturbo, le emissioni acustiche
modo generale la materia con specifici
in acqua associate al traffico marittimo, sono
riferimenti ai diversi impatti possibili.
ancora lungi dall'essere normate o comunque
In questa seconda parte verranno invece dall’essere considerate potenzialmente
considerati in modo più specifico gli atti impattanti tanto da decretare l'istituzione di
normativi, o alcune delle disposizioni in essi zone di tutela.
contenute, che si rivolgono in modo particolare
Saranno infine citati alcuni tra i diversi
agli impatti della navigazione sull’ambiente
provvedimenti emanati a seguito di noti
marino.
incidenti marittimi che hanno obbligato i
In particolare si prenderà in considerazione legislatori, nel corso dei diversi anni, ad
l’inquinamento marino provocato da integrare le normative esistenti per creare una
idrocarburi e l’inquinamento derivante da serie di regole di prevenzione e tutela .
scarico di rifiuti in mare, considerati come tra le
In supporto alla normativa di legge, vanno poi
principali conseguenze derivanti dalla
considerate le linee‐guida emesse dalle
navigazione marittima.28
segreterie delle convenzioni o degli accordi
L’intensificarsi del traffico marittimo, costituisce, internazionali per la regolamentazione di
infatti, una fonte di inquinamento derivante elementi di disturbo per la fauna marina. Un
dall'impiego di motori diesel o a benzina, dal esempio sono i documenti emessi
rilascio delle acque di zavorra e di sentina, dallo dall'ACCOBAMS (Accordo per la conservazione
smaltimento dei rifiuti di bordo e dai composti dei cetacei nel Mediterraneo, nel Mar Nero e
chimici contenuti nelle vernici antivegetative nelle contigue aree atlantiche) per la
impiegate per il trattamento degli scafi. Non va mitigazione degli effetti negativi associati ad
trascurata poi la circostanza che via mare attività che prevedono l’utilizzo di sorgenti
vengono trasportate sostanze pericolose ed acustiche attive (airguns, sonar, pingers,
ecoscandagli) in particolare nei confronti dei
cetacei.
28
Per un approfondimento della materia si veda Lo sfruttamento delle risorse di pesca condivise
“Navigazione internazionale e protezione dell’ambiente
marino nel Mediterraneo. Guida agli accordi – che può richiedere forma di tutela per specie
internazionali” di Giulietta Rak. Pubblicazione ISPRA.
22
23. particolari ‐ è anch'esso oggetto di accordi idrocarburi, con la Convenzione per la
internazionali estesi a livello di bacino protezione delle acque del mare
Mediterraneo quali il GFCM (General Fisheries dall’inquinamento da idrocarburi, adottata a
Commission for the Mediterranean) e l'ICATT Londra il 12 maggio1954, Convenzione “Oilpol
(International Commission for the Conservation 1954”, emendata nel 1962.
of Atlantic Tunas). Attualmente però la principale fonte pattizia in
materia di inquinamento marino provocato da
2.1 Il diritto internazionale navi, resta la Convenzione Marpol del 1973
In generale, per quanto riguarda gli impatti aggiornata da un Protocollo del 1978.
derivanti dalle varie forme di inquinamento, In materia invece di inquinamento causato dallo
il diritto internazionale in un primo periodo scarico di rifiuti, oltre ai Protocolli specifici della
se ne è occupato nei limiti ristretti dei Convenzione di Barcellona (Dumping Protocol),
rapporti di vicinato tra Stati limitrofi, citiamo la “London Convention” del 1972 e il
stabilendo norme e principi per far fronte ai suo Protocollo del 1996.
danni causati agli Stati vicini. Con il processo
di industrializzazione, che ha provocato La Convenzione Marpol
l’inquinamento di mari, fiumi, laghi e lagune, La MARitime POLlution (MARPOL 73/78)29,
la Comunità internazionale ha iniziato ad Convenzione Internazionale per la Prevenzione
elaborare norme finalizzate anche alla dell'Inquinamento causato da navi, costituisce
protezione del mare ed alla conservazione una delle più importanti convenzioni per la
degli ecosistemi marini. E’ per tale ragione tutela dell’ambiente marino. Si pone come
che gli Stati hanno adottato una serie di obiettivo quello di minimizzare l’inquinamento
convenzioni internazionali, stipulate dei mari prodotto dalle navi sia in operazioni di
soprattutto a partire dagli anni cinquanta e routine che accidentalmente, da qualsiasi
sessanta, a carattere settoriale o regionale. sostanza ritenuta inquinante.
E’ infatti in questi anni che sorge la
La MARPOL è la combinazione di due trattati
controversia della Foundation Trail Smelter
internazionali:
tra gli Stati Uniti ed il Canada, considerata il
primo punto di riferimento
• La convenzione del 1973, che ha
sull’inquinamento ambientale che ha avuto
modificato la precedente Convenzione
ripercussione internazionale.
Internazionale per la Prevenzione
Il “tribunale arbitrale inter alia”, nell’ambito
dell'Inquinamento delle Acque Marine
di questa controversia, affermò che “nessun
da idrocarburi (OILPOL 54);
Stato ha il diritto di usare o permettere che
• Il protocollo del 1978, firmato durante
si usi il suo territorio in modo da provocare
la Conferenza TSPP (Tanker Safety
danni (…) nel territorio di un altro Stato o
Pollution Prevention) organizzata in
alla proprietà delle persone che lì vivono
(…)”.
Un primo tentativo organico di lotta 29 L’Italia ha ratificato la Convenzione del 1973 con
all’inquinamento ha riguardato proprio gli Legge 29 settembre 1980 n. 662 e il Protocollo del 78 con
Legge 4 giugno 1982 n.438.
23
24. seguito ai disastri ambientali causati da “Dopo la data anniversario del giorno di
petroliere alla fine degli anni ‘70. consegna nel 2015 non è più consentito:
a) continuare a navigare alle petroliere di
In materia di caratteristiche costruttive delle categoria 2 e di categoria 3 battenti la bandiera
petroliere e delle navi superiori ad un certo di uno Stato membro a norma della regola 20.5
tonnellaggio, la Convenzione prevedeva che dell'allegato I della convenzione Marpol 73/78;
le medesime debbano dotarsi di apposite b) accedere ai porti o ai terminali in mare
strutture atte alla conservazione a bordo dei aperto sotto la giurisdizione di uno Stato
residui di idrocarburi. In particolare, per le membro alle altre petroliere di categoria 2 e di
petroliere di nuova costruzione prevedeva la categoria 3, indipendentemente dal fatto che
realizzazione di cisterne per zavorra continuino a operare battendo bandiera di un
segregata, che consentivano un ridotto paese terzo a norma della regola 20.5
impatto ambientale per le operazioni dell'allegato I della convenzione Marpol
connesse al carico, allo scarico, al lavaggio e 73/78.”
allo zavorramento . In sostanza il nuovo testo ribadisce il divieto di
Successivamente all’esito della decisione circolazione delle petroliere monoscafo allo
IMO del 6 marzo 1992, alle MARPOL sono scopo di prevenire l’inquinamento causato da
state apportate modifiche – con decorrenza petrolio. Unica novità è il potere attribuito alla
6 luglio 1993 – che prevedono per le nuove Commissione di adottare atti delegati (ex
petroliere l’obbligo del doppio scafo o di articolo 290 del Trattato di Lisbona) per
tecnologia equivalente; per le navi adattarlo alle modifiche della Convenzione e
monoscafo consegnate antecedentemente purché non amplino l'ambito di applicazione
al 6 luglio 1993 un programma di del regolamento.
progressiva eliminazione, secondo un Ai sensi del regolamento (articolo 7) il termine
preciso calendario. ultimo per la circolazione delle petroliere con
solo doppio fondo scatterà dunque nel 2015, il
Ulteriori e più rigide misure sono state, giorno dell'anniversario della data di consegna
infine, introdotte, con modifiche alla della nave.
MARPOL 1973/1978 a partire dal 1°
settembre 2002, per effetto del La Convenzione, a febbraio 2012, è stata
Regolamento CE n. 417/2002 del 18 ratificata da 151 stati ed include al suo interno
febbraio 2002; si è stabilito un nuovo sei allegati tecnici, di cui i solamente i primi due
calendario di conformità delle petroliere obbligatori:
monoscafo che, indipendentemente dalla
bandiera, accedono ad un porto o ad un • Annesso 1 – Norme per l’inquinamento
terminale offshore sotto la giurisdizione di da oli minerali (in vigore dal 1983)
uno Stato membro. • Annesso 2 – Norme per la prevenzione
Tale Regolamento è stato recentemente dell’inquinamento da sostanze liquide
modificato ad opera del Regolamento 13 pericolose (entrato in vigore nel 1987)
giugno 2012, n. 530/2012/Ue che ribadisce i • Annesso 3 – Norme per la prevenzione
termini già previsti: dell’inquinamento da sostanze
24
25. inquinanti trasportate per mare in preventiva generale per un ulteriore gruppo di
imballaggi (entrato in vigore nel 1992) rifiuti e sostanze.
• Annesso 4 – Norme per la prevenzione Lo scarico, o immersione, viene definito nella
dell’inquinamento da liquami scaricati Convenzione quale collocazione intenzionale in
dalle navi (entrato in vigore nel 2003) mare di rifiuti o altre sostanze da parte di
• Annesso 5 – Norme per la prevenzione imbarcazioni, aerei, piattaforme e altre
dell’inquinamento da rifiuti solidi strutture artificiali; anche la collocazione
(entrato in vigore nel 1998) deliberata di imbarcazioni o piattaforme è
• Annesso 6 – Norme per la prevenzione ricompressa nella definizione in questione.
dell’inquinamento atmosferico da
scarichi dei motori marini (entrato in Vengono esclusi dai divieti, tuttavia, i rifiuti
vigore nel 2005) derivanti dallo sfruttamento di risorse
minerarie nel fondo marino; inoltre si fa
Per ciascuno degli allegati della MARPOL sono eccezione anche nei casi in cui l’immersione di
state istituite delle aree speciali30, tra cui imbarcazioni si renda necessaria per la salvezza
rientra il Mar Mediterraneo per l’Annesso 1 e di vite umane.
5. Le Parti contraenti concordano nel designare
un’Autorità che si occupi dei permessi, tenga
“Convenzione sulla prevenzione
registri e operi il monitoraggio delle condizioni
dell’inquinamento marino da immersione
ambientali del mare. Il monitoraggio e la
(scarico) di rifiuti e altre sostanze” (London
ricerca scientifica sono altresì incoraggiati
Convention)
mediante forme di cooperazione a livello
Uno tra i primi atti, in ordine di tempo, diretto regionale.
alla tutela del mare connessa agli inquinamenti
Appositi Allegati alla Convenzione elencano i
derivanti dalla navigazione è la “Convenzione
rifiuti che non possono essere oggetto di
sulla prevenzione dell’inquinamento marino da
scarico e altri per i quali si richiede
immersione (scarico) di rifiuti e altre sostanze”,
un’autorizzazione speciale.
adottata a Londra il 13 novembre 197231.
Nel corso degli anni la Convenzione del 1972 è
La Convenzione ha un carattere globale e
stata più volte emendata: le procedure di
contribuisce al controllo internazionale e alla
emendamento dettate dalla Convenzione
prevenzione dell’inquinamento marino.
stessa prevedono (art. XV) che le modifiche agli
Proibisce lo scarico di alcuni materiali Allegati entrano in vigore per consenso tacito,
pericolosi, richiedendo un’autorizzazione salvo la possibilità di notifica della non
speciale preventiva per l’immersione di altri accettazione, mentre gli emendamenti
materiali identificati, nonché un’autorizzazione all’articolato vincolano solo gli Stati che
esplicitamente li accettano.
30
Vedi parte 3.2
31
L’Italia ha ratificato la Convenzione con legge 2 Il Protocollo del 1996 alla Convenzione di
maggio 1983, n. 305 e la Convenzione è entrata in vigore Londra.
nel nostro Paese il 30 maggio 1984.
25