SlideShare a Scribd company logo
1 of 21
La trasmissione dei testi di Platone tra antichità e
medioevo
Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale
Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 1
Criteri di organizzazione del Corpus Platonicum
• La tradizione degli scritti platonici si è trasmessa integralmente nel
corso dell’era antica, di norma all’interno di un corpus composto
dall'Apologia, da 34 dialoghi e da 11 lettere, e con vari scritti spurii.
• Lo scrittore latino Varrone (I sec. a.C.) alludendo al Fedone (111 E6),
parla di Plato in quarto: ciò fa supporre che già all’epoca si operasse
una divisione tetralogica dei dialoghi, in gruppi di quattro, che sarà
poi definitivamente codificata da Trasillo
• Va comunque ricordato che, prima di Trasillo, altri filologi si dedicarono
allo studio e forse alla pubblicazione del corpus, ciascuno con propri
criteri
• L’opera di riorganizzazione del materiale platonico forse fu un lavoro
d’equipe, da parte di grammatici che operarono precise scelte
morfologiche e stilistiche
Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale
Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 2
Trasillo
• Trasillo fu un pinocografo – ossia colui che studia la struttura
compositiva degli autori antichi – del I secolo d.C., che organizzò e
raccolse l’opera di Democrito e che, probabilmente, curò la prima
edizione delle opere di Platone
• Fu celebre poiché suddivise queste ultime in nove tetralogie, ossia
nove gruppi da quattro dialoghi
• Tale suddivisione viene ancora seguita nelle edizioni critiche moderne di
Platone, a cominciare dall’editio princeps del Burnet
Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale
Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 3
La strutturazione tetralogica di Trasillo
• Le nove tetralogie strutturate da Trasillo sono così composte:
1. Eutifrone, Apologia, Critone, Fedone
2. Cratilo, Teeteto, Sofista, Politico
3. Parmenide, Filebo, Simposio, Fedro
4. Alcibiade I, Alcibiade II, Ipparco, Amanti
5. Teage, Carmide, Lachete, Liside
6. Eutidemo, Protagora, Gorgia, Menone
7. Ippia maggiore, Ippia minore, Ione, Menesseno
8. Clitofonte, Repubblica, Timeo, Crizia
9. Minosse, Leggi, Epinomide, Lettere
• Dalla raccolta trasilliana rimasero fuori alcuni documenti; inoltre
determinati dialoghi sono probabilmente spurii: Alcibiade II, Epinomide,
Amanti, Teage, Minosse, mentre altri vennero esclusi da Trasillo perché
considerati inautentici. Di alcuni infine si discute tuttora l’autenticità
Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale
Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 4
Opere platoniche di dubbia autenticità
• Dalla raccolta trasilliana rimasero fuori alcuni documenti platonici i cui titoli
risultano da alcune testimonianze indirette.
• Trasillo escluse, ritenendoli inautentici:
– Sul giusto
– Sulla virtù
– Demodoco
– Sisifo
– Erissia
– Assioco
• Dubbia – o tuttora variamente discussa – l'autenticità di dialoghi quali:
– Ipparco
– Alcibiade I
– Clitofonte
• Determinati dialoghi inclusi da Trasillo sono quasi sicuramente spurii:
– Alcibiade II
– Epinomide
– Amanti
– Minosse
– Teage
• Infine, nel corpus delle Lettere di Platone, molte di esse non sono considerate
autentiche, tranne la VII° e l’VIII°
Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale
Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 5
Diogene Laerzio
• È grazie alla testimonianza di Diogene Laerzio, filosofo e soprattutto
dossografo del tardo II sec. d.C. che è stato possibile la paternità
trasilliana dell’organizzazione tetralogica sulle opere di Platone
• Nel 3° libro delle Vite e dottrine dei più celebri filosofi – la più importante
raccolta biografica e dossografica sui filosofi greci – Diogene dedica
un’ampia sezione a Platone, offendo un’indicazione precisa delle
tetralogie
• Diogene si documenta sulle fonti: cita Trasillo, e riferisce del sistema di
segni critici impiegato sugli scritti di Platone (III 65-66): è una
metodologia filologico-filosofica mutuata dagli alessandrini che la
utilizzavano per il testo omerico, e che in molti casi poteva andar bene
anche per quello platonico.
Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale
Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 6
Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, III, 56-57 (trad. di I. Ramelli)
56 Trasillo [fr. 6; FHG III 505] sostiene che Platone pubblicò i dialoghi secondo
la tetralogia, come i poeti tragici che partecipavano ai concorsi con quattro
rappresentazioni teatrali - nelle Dionisie, nelle Lenee, nelle Panatenee, nei Chitri
-, di cui la quarta era un dramma satiresco. Le quattro rappresentazioni teatrali
erano chiamate «tetralogia».
57 Tutti i suoi dialoghi autentici - dicono - sono cinquantasei, suddividendo la
Repubblica in dieci libri (la quale si troverebbe quasi per intero presso
Protagora, nelle Antilogie, come sostiene Favorino [fr. 26] nel secondo libro
della Storia varia) e le Leggi in dodici libri. Le tetralogie sono invece nove, se si
considera la Repubblica come un solo libro, e le Leggi pure come uno solo. La
prima tetralogia sviluppa un argomento comune: intende, infatti, mostrare quale
dovrebbe essere il tipo di vita del filosofo. Trasillo usa due titoli per ciascuno dei
libri, l'uno a partire dal nome di un personaggio, l'altro dall'argomento. 58 Di
questa tetralogia, che è la prima, il primo dialogo è l’Eutifrone, o Sulla santità,
ed è un dialogo che mette alla prova; il secondo è l’Apologia di Socrate, etico; il
terzo è il Critone, o Sul dovere, etico; il quarto è il Fedone, o Sull'anima, etico.
Della seconda tetralogia, il primo dialogo è il Cratilo, o Sulla correttezza dei
nomi, logico; seguono il Teeteto o Sulla conoscenza, che sottopone a prova; il
Sofista o Sull'essere, logico; il Politico o Sull'arte del governare, logico. Della
terza tetralogia, il primo è il Parmenide o Sulle idee, logico; poi il Filebo o Sul
piacere, etico; il Simposio o Sul bene, etico; il Fedro o Sull'amore, etico.
Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale
Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 7
Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, III, 59-61 (trad. di I. Ramelli)
59 Della quarta tetralogia, il primo dialogo è l’Alcibiade o Sulla natura dell'uomo,
maieutico; seguono l’Alcibiade secondo, o Sulla preghiera, maieutico; l’Ipparco
o Amante del guadagno, etico; i Rivali in amore o Sulla filosofia, etico. Della
quinta, il primo è il Teagete o Sulla filosofia, maieutico; seguono il Carmide o
Sulla temperanza, dialogo che sottopone a prova; il Lachete, o Sul coraggio,
maieutico; il Liside o Sull'amicizia, maieutico. Della sesta, il primo è l’Eutidemo o
Eristico, confutativo; seguono il Protagora o i Sofisti, dimostrativo; il Gorgia o
Sulla retorica, confutativo; il Menone o Sulla virtù, dialogo che sottopone a
prova. 60 Della settima, i primi sono i due Ippia - il primo intitolato anche Sul
bello, il secondo anche Sul falso -, confutativi; seguono lo Ione o Sull'Iliade,
dialogo che sottopone a prova; il Menesseno o Epitafio, etico. Dell'ottava, il
primo dialogo è il Clitofonte o Protrettico, etico; seguono la Repubblica o Sulla
giustizia, politico; il Timeo o Sulla natura, fisico; il Crizia o Su Atlantide, etico.
Della nona, il primo è il Minosse o Sulla legge, politico; le Leggi o Sulla
legislazione, politico; l’Epinomide, o Il consiglio notturno, o Il filosofo, politico; 61
tredici Lettere, etiche. L'intestazione di queste lettere era: «Che tu possa stare
bene», Epicuro invece iniziava: «Che tu possa trascorrere bene il tempo»,
mentre Cleone iniziava con: «Salve». Le lettere sono indirizzate una ad
Aristodemo, due ad Archita, quattro a Dionigi, una a Ermia, Erasto e Corisco,
una a Leodamante, una a Dione, una a Perdicca, due agli intimi di Dione.
Trasillo, dunque, suddivide così gli scritti platonici; e anche altri.
Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale
Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 8
Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, III, 61-62 (trad. di I. Ramelli)
[Altre forme di suddivisione dei dialoghi]
Altri, invece, tra i quali c'è anche Aristofane il grammatico, raggruppano i
dialoghi in trilogie. Per prima pongono quella che si apre con la Repubblica, cui
seguono il Timeo e il Crizia; come seconda, il Sofista, il Politico, il Cratilo; 62
come terza, le Leggi, il Minosse, l’Epinomide; come quarta, il Teeteto,
l’Eutifrone, l’Apologia, come quinta, il Critone, il Fedone, le Lettere. Le altre
opere, invece, singolarmente e senz'ordine. Alcuni, come si è detto prima,
incominciano dalla Repubblica, altri, invece, dall’Alcibiade Maggiore, altri ancora
dal Teagete; alcuni dall’Eutifrone, altri dal Clitofonte; certuni dal Timeo, altri
invece dal Fedro, altri ancora dal Teeteto; molti, poi, incominciano dall’Apologia.
[Dialoghi inautentici]
Tra i dialoghi, poi, sono considerati unanimemente spuri il Midone o L’allevatore
di cavalli, l’Erissia o Erasistrato, l’Alcione, i Senza capo, il Sisifo, l’Assioco, i
Feaci, il Demodoco, la Rondine, il Settimo giorno e l’Epimenide. Tra questi,
l’Alcione sembra essere di un certo Leone, secondo quanto afferma Favorino
nel quinto libro dei Memorabili.
Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale
Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 9
Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, III, 63-64 (trad. di I. Ramelli)
[Terminologia platonica]
63 Platone si è poi servito di vari termini, perché la sua trattazione risultasse
non facilmente comprensibile ai non esperti. Nel senso più specifico, ritiene che
la «sapienza» sia la scienza degli intelligibili, degli esseri che veramente sono e
dice che essa verte su Dio e sull'anima separata dal corpo. In senso particolare,
chiama «sapienza» anche la «filosofia», in quanto è aspirazione alla sapienza
divina. In senso comune, poi, «sapienza» è detta da lui ogni forma di
esperienza, come per esempio quando si dice sapiente l'artigiano. Si serve,
inoltre, degli stessi termini anche per esprimere significati differenti. Per
esempio, il termine phaulos («persona da poco») è usato da lui anche per
designare la persona «semplice», così come anche presso Euripide nel Licinnio
è applicato a Eracle, in questo modo:
Semplice, senza orpelli, buono in grado estremo, che nell’agire elimina ogni
sottigliezza, e che alle chiacchiere non è abituato.
64 Platone talvolta usa questo stesso termine anche per designare il cattivo e,
a volte, anche per designare ciò che è piccolo. Spesso, del resto, usa anche
differenti termini per il medesimo significato. Per esempio, chiama l'Idea anche
«forma» e «genere», «modello», «principio» e «causa». Impiega anche termini
di significato opposto per indicare la stessa cosa. In particolare, chiama il
sensibile sia «ciò che è» sia «ciò che non è»: «ciò che è» in ragione del fatto
che si dà un suo venire all'essere; «ciò che non è» in ragione del suo continuo
mutamento. E dice che l'Idea è ciò che non è né in movimento né in quiete, e
che è sia uno sia molteplice. Ed è solito fare la stessa cosa anche in molti altri
casi.
Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale
Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 10
Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, III, 64-66 (trad. di I. Ramelli)
[Regole interpretative e segni diacritici ai margini degli scritti platonici]
L'interpretazione, poi, dei suoi discorsi è triplice. 65 Innanzitutto, occorre
spiegare che cosa significhi ciascuna delle cose da lui dette; in secondo luogo,
a quale fine l'abbia detta, se per esprimere un punto-chiave oppure sotto forma
di immagini, e se allo scopo di presentazione di dottrine oppure di confutazione
dell'interlocutore; in terzo luogo, se abbia detto giusto.
Poiché vengono apposti anche alcuni segni ai margini dei suoi libri, conviene
dire qualcosa anche riguardo a questi. Una khi si presenta accanto alle
espressioni e alle figure e, in genere, a quanto costituisce lo stile abituale
platonico; 66 una doppietta per le dottrine e le opinioni di Platone; un khi
puntato attorno, per le sentenze scelte e gli esempi di bello stile; la doppietta
puntata attorno, per le correzioni apportate da certuni; l'obelo puntato per le
espunzioni immotivate; l'antisigma puntato per indicare gli usi doppi e le
trasposizioni di termini; il ceraunio per la trattazione della filosofia; l'asterisco per
la consonanza delle dottrine; l'obelo per l'espunzione. Questi sono i segni, e
tanti i libri: Antigono di Caristo nel suo libro Su Zenone, dice che quando i libri di
Platone con questi segni erano pubblicati da poco, se qualcuno voleva leggerli,
doveva pagare un compenso a quanti li possedevano.
Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale
Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 11
Verso la formazione di un corpus univoco
• Nel complesso comunque si può affermare che fu trasmesso “un solo
Platone”, malgrado l’esistenza di esemplari non traditi secondo la linea
ufficiale di trasmissione.
• In età alessandrina c’è stata un’edizione dei testi di Platone basata sui
criteri dei grammatici del tempo: essa - come accadde per Omero ed
Euripide - fu la prima “strettoia” della tradizione platonica.
• I papiri di età romana presentano una forma, una struttura e un
contenuto del testo che passerà poi all’epoca medievale: i grammatici
alessandrini elimineranno la varietà del testo tipica dell’epoca tolemaica
(cf. Omero e i Tragici).
Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale
Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 12
Il problema didattico
• Nel II sec. d.C., contemporaneamente alla massiccia diffusione dell’alfabetismo,
avvengono consistenti recuperi testuali delle opere platoniche: ciò comportò una
riconversione dei testi con ampia produzione di manuali, epiteti, florilegi: una
lettura trivializzata (banalizzata) che tendeva a sostituire gli originali, tendenza
mantenutasi per tutta l’epoca tardoantica.
• Una volta organizzate in unità le opere dei maestri, importante divenne per la
scuola platonica il problema di come rispettare tale unità sistematica nella prassi
scolastica dell'insegnamento, che richiedeva ovviamente una gradualità e una
successione di temi, discipline e problemi.
• Si trattava dunque, concretamente, di decidere con quale disciplina o persino
con quale scritto fosse opportuno incominciare lo studio delle filosofie di
Platone, e secondo quale criterio si dovessero ordinare i momenti successivi.
– Tali problemi erano stati largamente discussi nel quadro sistematico della filosofia
propria dell'età ellenistica e in particolare nella scuola stoica
• Sia Diogene Laerzio (III 62) che il Prologo del medioplatonico Albino riferiscono
come regnasse un'estrema disparità di vedute a proposito del dialogo da
assumere come introduzione all'insieme della dottrina:
– chi cominciava con la Repubblica
– chi con l'Alcibiade
– chi con l'Apologia
– chi con l'Eutifrone
– anche il Timeo, il Fedro, e il Teeteto ebbero i loro partigiani
Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale
Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 13
Il Prologo di Albino
• Il Prologo di Albino (prima metà del II sec. d.C.), che si presenta come
un'introduzione alla lettura dei Dialoghi, discute infatti questi tre
problemi:
1. che cosa è un dialogo?
2. come si dividono i Dialoghi di Platone?
3. con quali dialoghi è opportuno incominciare la lettura di Platone?
• Almeno queste parti dello schema esistevano dunque probabilmente
ben prima dei commentatori neoplatonici, nel secondo secolo se non
già prima.
• La classificazione degli scritti di Platone tratta direttamente dal Prologo
di Albino presenta una classificazione stesa sicuramente in età
medioplatonica: Albino riconosceva due caratteri generalissimi ai
Dialoghi di Platone:
1. hyphegetikon (esplicativo: «atto all'insegnamento e alla pratica»,
«concerne le cose»)
2. zetetikon (di ricerca: «atto all'esercizio e alla discussione, alla
confutazione del falso e alla dimostrazione del vero», «concerne le
persone»)
Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale
Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 14
La strutturazione di Albino
• Di qui otto settori:
1. fisico: Timeo
2. etico: Apologia, Critone, Fedone, Fedro, Convito, Lettere, Menesseno, Clitofonte,
Filebo, Ipparco, Amanti
3. politico: Repubblica, Minosse, Leggi, Epinomide, Critia
4. peirastico (che mette alla prova): Eutifrone, Menone, Ione, Carmide, Teeteto
5. maieutico: Alcibiade, Teage, Liside, Lochete
6. logico: Cratilo, Sofista, Politico, Parmenide
7. epidittico (dimostrativo): Protagora
8. anatreptico (confutazione tesi avverse): Ippia, Eutidemo, Gorgia
• Albino traccia dapprima un breve programma di letture dai Dialoghi che
compendia ed esprime in sé tutto il senso del lavoro della scuola intorno
all'opera di Platone. Il dialogo da cui converrà iniziare le letture è l'Alcibiade,
che insegna all'uomo a conoscere se medesimo. Seguirà quindi il Fedone, in
cui Platone mostra chi è il filosofo, come egli vive, e tutto questo in relazione
all'immortalità dell'anima. Poi la Repubblica, in cui, cominciando dalla
generazione, Platone illustra tutta l'educazione che condurrà all'acquisizione
della virtù.
Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale
Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 15
Il “sistema” medioplatonico per la lettura di Platone
• Albino conclude:
dato che bisogna anche accedere alla conoscenza degli esseri divini, sì da
potersi fare simili a essi una volta che si sia acquisita la virtù, ci accosteremo al
Timeo: accedendo, infatti, proprio alla conoscenza della natura e a quella che si
chiama teologia e all'ordinamento dell'universo vedremo chiaramente il divino
stesso
• Questa proposizione, con il rilievo concesso al Timeo come culmine delle
dottrine platoniche, contiene l'idea che la conoscenza della natura
introduca a quella del divino, con l'allusione alla formula della o(moi/wsij
qew=?, il «farsi simili a dio».
• Tale norma, culmine dell'etica medioplatonica è una sorta di manifesto
programmatico del platonismo medio. Lo schema di letture che essa
contiene rimarrà sostanzialmente normativo anche per la più tarda età
neoplatonica. È qui infatti espresso chiaramente il criterio che guida
l'organizzazione del sistema fra i medioplatonici, un criterio che i neoplatonici
continueranno a condividere pienamente: la filosofia di Platone gravita verso
la conoscenza del divino e culmina in essa.
• Il primato della teologia e la convergenza di ogni discorso filosofico nella
conoscenza del divino è dunque il criterio che guida i medioplatonici nella
costruzione del loro sistema; precisamente come una filosofia orientata verso
la conoscenza del divino e la teologia il platonismo appariva anche agli
osservatori esterni nel secondo secolo.
Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale
Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 16
I testi di Platone nella Tarda Antichità
• Tra III e IV sec. d.C. si afferma la vulgata platonica che continuerà nella
sua forma fino alla fine della tarda antichità (VII sec.): essa sarà
caratterizzata da due grossi tomi, il primo costituito dalle tetralogie I-VII,
il secondo dalle ultime due (VIII-IX).
• Nel IV secolo la tendenza classicista porta al recupero di testi antichi o
alla produzione di letteratura ad essi collegata: si fondano anche
biblioteche, come quella di Costantinopoli nel 357 per volontà di
Costanzo II.
– Costantinopoli ebbe importanza per la costituzione dei “paleotipi”, forme
testuali accomunate ad una ascendenza unitaria, e quindi continuamente
confrontate con altri esemplari.
• È del tutto evidente che il successo arriso all’edizione curata da Trasillo
determinò in maniera pressoché esclusiva la base testuale su cui tutte
le copie tardoantiche, medievali ed umanistiche tramandarono i testi
platonici, fino alle edizioni moderne, che dei manoscritti antichi sono
eredi ed a loro volta testimoni.
Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale
Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 17
La funzione delle scuole neoplatoniche nella trasmissione del corpus
• Nella tarda antichità due scuole neoplatoniche assumono un rilievo
fondamentale: Atene ad Alessandria, nelle quali l’attività esegetica nei
confronti di Platone si concentra su dialoghi come il Fedone, l’Alcibiade,
il Gorgia, la Repubblica e il Timeo.
– Gli scolii filosofici dei codici del IX-X sec spesso dipendono da questi
commentarii tardo-antichi.
• Al momento della chiusura dell’ultima scuola filosofica pagana, quella di
Atene, operata per volontà di Giustiniano nel 529 d.C., traduzioni,
commenti e glosse a Platone saranno effettuate perlopiù dalle scuole
mediorientali, soprattutto quella siriana di Gaza, ove le due letterature,
pagana e cristiana, venivano studiate assieme.
– Tale metodologia, una volta che il territorio sarà conquistato dagli Arabi,
passerà per buona parte nelle scuole islamiche.
Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale
Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 18
La lettura di Platone nell’impero bizantino
• Nel IX secolo vi è ormai stabilita una grande collezione filosofica
composta da una serie di testimoni con caratteristiche bibliografiche
comuni. Si delineano le personalità degli studiosi:
– Areta e la sua ricca biblioteca;
– Leone il Filosofo, a capo della Scuola di Filosofia di Costantinopoli, che
eseguì una parziale recensione delle Leggi;
– Fozio, il cui Lessico contiene molte affermazioni di Platone.
• Durante la cosiddetta “Rinascenza dei Paleologi” vi è una
valorizzazione con trascrizione di testi: si distinguono a tal proposito:
– Giorgio Pachimere, che recupera molte opere di Platone ed annessi
commentari, spec. di Proclo;
– Massimo Planude, curatore dell’Antologia Palatina e di opere di Plutarco,
ma soprattutto di una edizione di testi platonici eseguita con rigorosità e
perizia filologica, con una oculata scelta di fonti, malgrado non citate, e
recupero di lezioni antiche.
Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale
Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 19
La riscoperta “filologica” di Platone nell’Umanesimo
• Nel XIV secolo si progettano ben due edizioni dell’opera omnia di Platone, con
apparati introduttivi tratti dalla propedeutica letteraria di medioplatonici quali
Alcinoo, Plutarco, Albino e Teone di Smirne, e presenza di scritti spurii:
– due codici lo testimoniano, arrivati a Firenze in occasione del concilio ecumenico del
1438, portati dall’entourage dell'Imperatore Giovanni VIII Paleologo e del patriarca
Giuseppe, i quali messi insieme costituirono per la prima volta una edizione completa
degli scritti di Platone.
• Marsilio Ficino, sulla base di questi codici, offrirà nel 1484 la traduzione latina di
Platone, data subito alla stampa e modificata più volte: essa resterà comunque
l’editio latina princeps.
• Con il Poliziano nascerà la consapevolezza – con sottoscrizioni nelle collazioni
– di dover indicare le fonti della propria edizione: è l’età dell’esplorazione dei
fondi bibliotecari, della recensione accurata dei patrimoni librari, del recupero e
della valorizzazione “modernamente” filologica dei testi antichi.
• L’editio graeca princeps è postuma, seppur di poco, a quella latina di Ficino,
ed avvenne per opera di un cretese – Marco Musuro – che nel 1513 attinse dal
fondo Bessarione e la diede alle stampe per i torchi di Aldo Manuzio di Venezia.
Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale
Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 20
Le edizioni moderne dei testi di Platone: Stephanus e Burnet
• La trasmissione moderna del Corpus Platonicum può essere fatta iniziare a
partire dal 1578 quando, a Parigi, per la casa editrice di Henri Estienne
(Henricus Stephanus) si dà alle stampe una edizione di tutte le opere di
Platone, la quale d’ora innanzi farà testo:
– la caratteristica paginatura Stephanus è infatti diventata uno standard per tutte le
edizioni e traduzioni successive.
• Tuttora, nel citare un passo di Platone, si indica la pagina di tale edizione
avendo cura di indicare anche la lettera con cui lo Stephanus suddivide ogni
pagina.
– Questi aveva infatti collocato a margine anche delle lettere – da a ad e –
normalmente ogni nove righe, per meglio identificare delle specifiche porzioni di testo
(la sezione a, per es., indica la parte iniziale della pagina; la sezione c quella centrale;
la sezione e, infine, la parte bassa della pagina).
– Un rimando Stephanus (ad es. ‘Euphr. 5B6’) indica la sesta riga della parte B della
pagina 5 del volume che contiene il dialogo Eutifrone. Se si vuol essere più precisi, lo
si fa aggiungendo l'indicazione del numero della riga all'interno di ogni sezione, ad es.
«438b6», oppure «438b6-8»
• Edizione critica oggi ritenuta standard è quella - in cinque volumi – ad opera
di John Burnet, uscita a Oxford tra il 1900 e il 1905 e successivamente
ristampata con frequenza.
– Burnet segue l’ordine di Trasillo, e dà le pagine di Stephanus ma, a differenza di
quest’ultimo, suole andare a capo ogniqualvolta la parola passa a un altro
personaggio - quindi molto più spesso - la numerazione delle righe ne risulta
modificata: le nove righe dello Stephanus diventano facilmente dieci-dodici, e se il
testo presenta scambi di battute molto brevi si arriva facilmente fin oltre le quindici.

More Related Content

Similar to 1LATRA~1.PPT

Scritti Aristotele
Scritti AristoteleScritti Aristotele
Scritti Aristotelecastellana
 
03. Storia della Filosofia. La Sofistica
03. Storia della Filosofia. La Sofistica03. Storia della Filosofia. La Sofistica
03. Storia della Filosofia. La SofisticaMario Cinà
 
3 Storia della Filosofia
3 Storia della Filosofia3 Storia della Filosofia
3 Storia della Filosofiamariocina
 
Elementi Di Retorica Aristotelica
Elementi Di Retorica AristotelicaElementi Di Retorica Aristotelica
Elementi Di Retorica AristotelicaGiancarlo Polenghi
 
Euclide
EuclideEuclide
EuclideOLGA62
 
Filosofia antica e medioevale, presentazione programma
Filosofia antica e medioevale, presentazione programmaFilosofia antica e medioevale, presentazione programma
Filosofia antica e medioevale, presentazione programmaMarco Ballardin
 
Filosofia antica e medioevale, presentazione programma
Filosofia antica e medioevale, presentazione programmaFilosofia antica e medioevale, presentazione programma
Filosofia antica e medioevale, presentazione programmaMarco Ballardin
 
filosofia_vol_1_uni_3_cap1.pptx
filosofia_vol_1_uni_3_cap1.pptxfilosofia_vol_1_uni_3_cap1.pptx
filosofia_vol_1_uni_3_cap1.pptxGiansalvoCantore
 
Presentazione aristotele
Presentazione aristotelePresentazione aristotele
Presentazione aristoteleAmedeo Stima
 
Storia della filosofia
Storia della filosofiaStoria della filosofia
Storia della filosofiamariocina
 

Similar to 1LATRA~1.PPT (20)

Retorica antica
Retorica anticaRetorica antica
Retorica antica
 
3u
3u3u
3u
 
Scritti Aristotele
Scritti AristoteleScritti Aristotele
Scritti Aristotele
 
La sofistica
La sofisticaLa sofistica
La sofistica
 
Platone
PlatonePlatone
Platone
 
Italiano.pdf
Italiano.pdfItaliano.pdf
Italiano.pdf
 
03. Storia della Filosofia. La Sofistica
03. Storia della Filosofia. La Sofistica03. Storia della Filosofia. La Sofistica
03. Storia della Filosofia. La Sofistica
 
3 Storia della Filosofia
3 Storia della Filosofia3 Storia della Filosofia
3 Storia della Filosofia
 
Aristotele
AristoteleAristotele
Aristotele
 
La scuola stoica
La scuola stoicaLa scuola stoica
La scuola stoica
 
Cicerone
CiceroneCicerone
Cicerone
 
Cicerone
CiceroneCicerone
Cicerone
 
Elementi Di Retorica Aristotelica
Elementi Di Retorica AristotelicaElementi Di Retorica Aristotelica
Elementi Di Retorica Aristotelica
 
Euclide
EuclideEuclide
Euclide
 
Filosofia antica e medioevale, presentazione programma
Filosofia antica e medioevale, presentazione programmaFilosofia antica e medioevale, presentazione programma
Filosofia antica e medioevale, presentazione programma
 
Filosofia antica e medioevale, presentazione programma
Filosofia antica e medioevale, presentazione programmaFilosofia antica e medioevale, presentazione programma
Filosofia antica e medioevale, presentazione programma
 
filosofia_vol_1_uni_3_cap1.pptx
filosofia_vol_1_uni_3_cap1.pptxfilosofia_vol_1_uni_3_cap1.pptx
filosofia_vol_1_uni_3_cap1.pptx
 
1. kant 1
1. kant 11. kant 1
1. kant 1
 
Presentazione aristotele
Presentazione aristotelePresentazione aristotele
Presentazione aristotele
 
Storia della filosofia
Storia della filosofiaStoria della filosofia
Storia della filosofia
 

Recently uploaded

XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia RomanaXIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia RomanaStefano Lariccia
 
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptxLorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptxlorenzodemidio01
 
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptxLorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptxlorenzodemidio01
 
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia RomanaXI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia RomanaStefano Lariccia
 
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptxLorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptxlorenzodemidio01
 
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptxLorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptxlorenzodemidio01
 

Recently uploaded (6)

XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia RomanaXIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
 
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptxLorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
 
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptxLorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
 
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia RomanaXI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
 
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptxLorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
 
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptxLorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
 

1LATRA~1.PPT

  • 1. La trasmissione dei testi di Platone tra antichità e medioevo
  • 2. Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 1 Criteri di organizzazione del Corpus Platonicum • La tradizione degli scritti platonici si è trasmessa integralmente nel corso dell’era antica, di norma all’interno di un corpus composto dall'Apologia, da 34 dialoghi e da 11 lettere, e con vari scritti spurii. • Lo scrittore latino Varrone (I sec. a.C.) alludendo al Fedone (111 E6), parla di Plato in quarto: ciò fa supporre che già all’epoca si operasse una divisione tetralogica dei dialoghi, in gruppi di quattro, che sarà poi definitivamente codificata da Trasillo • Va comunque ricordato che, prima di Trasillo, altri filologi si dedicarono allo studio e forse alla pubblicazione del corpus, ciascuno con propri criteri • L’opera di riorganizzazione del materiale platonico forse fu un lavoro d’equipe, da parte di grammatici che operarono precise scelte morfologiche e stilistiche
  • 3. Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 2 Trasillo • Trasillo fu un pinocografo – ossia colui che studia la struttura compositiva degli autori antichi – del I secolo d.C., che organizzò e raccolse l’opera di Democrito e che, probabilmente, curò la prima edizione delle opere di Platone • Fu celebre poiché suddivise queste ultime in nove tetralogie, ossia nove gruppi da quattro dialoghi • Tale suddivisione viene ancora seguita nelle edizioni critiche moderne di Platone, a cominciare dall’editio princeps del Burnet
  • 4. Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 3 La strutturazione tetralogica di Trasillo • Le nove tetralogie strutturate da Trasillo sono così composte: 1. Eutifrone, Apologia, Critone, Fedone 2. Cratilo, Teeteto, Sofista, Politico 3. Parmenide, Filebo, Simposio, Fedro 4. Alcibiade I, Alcibiade II, Ipparco, Amanti 5. Teage, Carmide, Lachete, Liside 6. Eutidemo, Protagora, Gorgia, Menone 7. Ippia maggiore, Ippia minore, Ione, Menesseno 8. Clitofonte, Repubblica, Timeo, Crizia 9. Minosse, Leggi, Epinomide, Lettere • Dalla raccolta trasilliana rimasero fuori alcuni documenti; inoltre determinati dialoghi sono probabilmente spurii: Alcibiade II, Epinomide, Amanti, Teage, Minosse, mentre altri vennero esclusi da Trasillo perché considerati inautentici. Di alcuni infine si discute tuttora l’autenticità
  • 5. Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 4 Opere platoniche di dubbia autenticità • Dalla raccolta trasilliana rimasero fuori alcuni documenti platonici i cui titoli risultano da alcune testimonianze indirette. • Trasillo escluse, ritenendoli inautentici: – Sul giusto – Sulla virtù – Demodoco – Sisifo – Erissia – Assioco • Dubbia – o tuttora variamente discussa – l'autenticità di dialoghi quali: – Ipparco – Alcibiade I – Clitofonte • Determinati dialoghi inclusi da Trasillo sono quasi sicuramente spurii: – Alcibiade II – Epinomide – Amanti – Minosse – Teage • Infine, nel corpus delle Lettere di Platone, molte di esse non sono considerate autentiche, tranne la VII° e l’VIII°
  • 6. Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 5 Diogene Laerzio • È grazie alla testimonianza di Diogene Laerzio, filosofo e soprattutto dossografo del tardo II sec. d.C. che è stato possibile la paternità trasilliana dell’organizzazione tetralogica sulle opere di Platone • Nel 3° libro delle Vite e dottrine dei più celebri filosofi – la più importante raccolta biografica e dossografica sui filosofi greci – Diogene dedica un’ampia sezione a Platone, offendo un’indicazione precisa delle tetralogie • Diogene si documenta sulle fonti: cita Trasillo, e riferisce del sistema di segni critici impiegato sugli scritti di Platone (III 65-66): è una metodologia filologico-filosofica mutuata dagli alessandrini che la utilizzavano per il testo omerico, e che in molti casi poteva andar bene anche per quello platonico.
  • 7. Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 6 Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, III, 56-57 (trad. di I. Ramelli) 56 Trasillo [fr. 6; FHG III 505] sostiene che Platone pubblicò i dialoghi secondo la tetralogia, come i poeti tragici che partecipavano ai concorsi con quattro rappresentazioni teatrali - nelle Dionisie, nelle Lenee, nelle Panatenee, nei Chitri -, di cui la quarta era un dramma satiresco. Le quattro rappresentazioni teatrali erano chiamate «tetralogia». 57 Tutti i suoi dialoghi autentici - dicono - sono cinquantasei, suddividendo la Repubblica in dieci libri (la quale si troverebbe quasi per intero presso Protagora, nelle Antilogie, come sostiene Favorino [fr. 26] nel secondo libro della Storia varia) e le Leggi in dodici libri. Le tetralogie sono invece nove, se si considera la Repubblica come un solo libro, e le Leggi pure come uno solo. La prima tetralogia sviluppa un argomento comune: intende, infatti, mostrare quale dovrebbe essere il tipo di vita del filosofo. Trasillo usa due titoli per ciascuno dei libri, l'uno a partire dal nome di un personaggio, l'altro dall'argomento. 58 Di questa tetralogia, che è la prima, il primo dialogo è l’Eutifrone, o Sulla santità, ed è un dialogo che mette alla prova; il secondo è l’Apologia di Socrate, etico; il terzo è il Critone, o Sul dovere, etico; il quarto è il Fedone, o Sull'anima, etico. Della seconda tetralogia, il primo dialogo è il Cratilo, o Sulla correttezza dei nomi, logico; seguono il Teeteto o Sulla conoscenza, che sottopone a prova; il Sofista o Sull'essere, logico; il Politico o Sull'arte del governare, logico. Della terza tetralogia, il primo è il Parmenide o Sulle idee, logico; poi il Filebo o Sul piacere, etico; il Simposio o Sul bene, etico; il Fedro o Sull'amore, etico.
  • 8. Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 7 Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, III, 59-61 (trad. di I. Ramelli) 59 Della quarta tetralogia, il primo dialogo è l’Alcibiade o Sulla natura dell'uomo, maieutico; seguono l’Alcibiade secondo, o Sulla preghiera, maieutico; l’Ipparco o Amante del guadagno, etico; i Rivali in amore o Sulla filosofia, etico. Della quinta, il primo è il Teagete o Sulla filosofia, maieutico; seguono il Carmide o Sulla temperanza, dialogo che sottopone a prova; il Lachete, o Sul coraggio, maieutico; il Liside o Sull'amicizia, maieutico. Della sesta, il primo è l’Eutidemo o Eristico, confutativo; seguono il Protagora o i Sofisti, dimostrativo; il Gorgia o Sulla retorica, confutativo; il Menone o Sulla virtù, dialogo che sottopone a prova. 60 Della settima, i primi sono i due Ippia - il primo intitolato anche Sul bello, il secondo anche Sul falso -, confutativi; seguono lo Ione o Sull'Iliade, dialogo che sottopone a prova; il Menesseno o Epitafio, etico. Dell'ottava, il primo dialogo è il Clitofonte o Protrettico, etico; seguono la Repubblica o Sulla giustizia, politico; il Timeo o Sulla natura, fisico; il Crizia o Su Atlantide, etico. Della nona, il primo è il Minosse o Sulla legge, politico; le Leggi o Sulla legislazione, politico; l’Epinomide, o Il consiglio notturno, o Il filosofo, politico; 61 tredici Lettere, etiche. L'intestazione di queste lettere era: «Che tu possa stare bene», Epicuro invece iniziava: «Che tu possa trascorrere bene il tempo», mentre Cleone iniziava con: «Salve». Le lettere sono indirizzate una ad Aristodemo, due ad Archita, quattro a Dionigi, una a Ermia, Erasto e Corisco, una a Leodamante, una a Dione, una a Perdicca, due agli intimi di Dione. Trasillo, dunque, suddivide così gli scritti platonici; e anche altri.
  • 9. Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 8 Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, III, 61-62 (trad. di I. Ramelli) [Altre forme di suddivisione dei dialoghi] Altri, invece, tra i quali c'è anche Aristofane il grammatico, raggruppano i dialoghi in trilogie. Per prima pongono quella che si apre con la Repubblica, cui seguono il Timeo e il Crizia; come seconda, il Sofista, il Politico, il Cratilo; 62 come terza, le Leggi, il Minosse, l’Epinomide; come quarta, il Teeteto, l’Eutifrone, l’Apologia, come quinta, il Critone, il Fedone, le Lettere. Le altre opere, invece, singolarmente e senz'ordine. Alcuni, come si è detto prima, incominciano dalla Repubblica, altri, invece, dall’Alcibiade Maggiore, altri ancora dal Teagete; alcuni dall’Eutifrone, altri dal Clitofonte; certuni dal Timeo, altri invece dal Fedro, altri ancora dal Teeteto; molti, poi, incominciano dall’Apologia. [Dialoghi inautentici] Tra i dialoghi, poi, sono considerati unanimemente spuri il Midone o L’allevatore di cavalli, l’Erissia o Erasistrato, l’Alcione, i Senza capo, il Sisifo, l’Assioco, i Feaci, il Demodoco, la Rondine, il Settimo giorno e l’Epimenide. Tra questi, l’Alcione sembra essere di un certo Leone, secondo quanto afferma Favorino nel quinto libro dei Memorabili.
  • 10. Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 9 Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, III, 63-64 (trad. di I. Ramelli) [Terminologia platonica] 63 Platone si è poi servito di vari termini, perché la sua trattazione risultasse non facilmente comprensibile ai non esperti. Nel senso più specifico, ritiene che la «sapienza» sia la scienza degli intelligibili, degli esseri che veramente sono e dice che essa verte su Dio e sull'anima separata dal corpo. In senso particolare, chiama «sapienza» anche la «filosofia», in quanto è aspirazione alla sapienza divina. In senso comune, poi, «sapienza» è detta da lui ogni forma di esperienza, come per esempio quando si dice sapiente l'artigiano. Si serve, inoltre, degli stessi termini anche per esprimere significati differenti. Per esempio, il termine phaulos («persona da poco») è usato da lui anche per designare la persona «semplice», così come anche presso Euripide nel Licinnio è applicato a Eracle, in questo modo: Semplice, senza orpelli, buono in grado estremo, che nell’agire elimina ogni sottigliezza, e che alle chiacchiere non è abituato. 64 Platone talvolta usa questo stesso termine anche per designare il cattivo e, a volte, anche per designare ciò che è piccolo. Spesso, del resto, usa anche differenti termini per il medesimo significato. Per esempio, chiama l'Idea anche «forma» e «genere», «modello», «principio» e «causa». Impiega anche termini di significato opposto per indicare la stessa cosa. In particolare, chiama il sensibile sia «ciò che è» sia «ciò che non è»: «ciò che è» in ragione del fatto che si dà un suo venire all'essere; «ciò che non è» in ragione del suo continuo mutamento. E dice che l'Idea è ciò che non è né in movimento né in quiete, e che è sia uno sia molteplice. Ed è solito fare la stessa cosa anche in molti altri casi.
  • 11. Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 10 Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, III, 64-66 (trad. di I. Ramelli) [Regole interpretative e segni diacritici ai margini degli scritti platonici] L'interpretazione, poi, dei suoi discorsi è triplice. 65 Innanzitutto, occorre spiegare che cosa significhi ciascuna delle cose da lui dette; in secondo luogo, a quale fine l'abbia detta, se per esprimere un punto-chiave oppure sotto forma di immagini, e se allo scopo di presentazione di dottrine oppure di confutazione dell'interlocutore; in terzo luogo, se abbia detto giusto. Poiché vengono apposti anche alcuni segni ai margini dei suoi libri, conviene dire qualcosa anche riguardo a questi. Una khi si presenta accanto alle espressioni e alle figure e, in genere, a quanto costituisce lo stile abituale platonico; 66 una doppietta per le dottrine e le opinioni di Platone; un khi puntato attorno, per le sentenze scelte e gli esempi di bello stile; la doppietta puntata attorno, per le correzioni apportate da certuni; l'obelo puntato per le espunzioni immotivate; l'antisigma puntato per indicare gli usi doppi e le trasposizioni di termini; il ceraunio per la trattazione della filosofia; l'asterisco per la consonanza delle dottrine; l'obelo per l'espunzione. Questi sono i segni, e tanti i libri: Antigono di Caristo nel suo libro Su Zenone, dice che quando i libri di Platone con questi segni erano pubblicati da poco, se qualcuno voleva leggerli, doveva pagare un compenso a quanti li possedevano.
  • 12. Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 11 Verso la formazione di un corpus univoco • Nel complesso comunque si può affermare che fu trasmesso “un solo Platone”, malgrado l’esistenza di esemplari non traditi secondo la linea ufficiale di trasmissione. • In età alessandrina c’è stata un’edizione dei testi di Platone basata sui criteri dei grammatici del tempo: essa - come accadde per Omero ed Euripide - fu la prima “strettoia” della tradizione platonica. • I papiri di età romana presentano una forma, una struttura e un contenuto del testo che passerà poi all’epoca medievale: i grammatici alessandrini elimineranno la varietà del testo tipica dell’epoca tolemaica (cf. Omero e i Tragici).
  • 13. Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 12 Il problema didattico • Nel II sec. d.C., contemporaneamente alla massiccia diffusione dell’alfabetismo, avvengono consistenti recuperi testuali delle opere platoniche: ciò comportò una riconversione dei testi con ampia produzione di manuali, epiteti, florilegi: una lettura trivializzata (banalizzata) che tendeva a sostituire gli originali, tendenza mantenutasi per tutta l’epoca tardoantica. • Una volta organizzate in unità le opere dei maestri, importante divenne per la scuola platonica il problema di come rispettare tale unità sistematica nella prassi scolastica dell'insegnamento, che richiedeva ovviamente una gradualità e una successione di temi, discipline e problemi. • Si trattava dunque, concretamente, di decidere con quale disciplina o persino con quale scritto fosse opportuno incominciare lo studio delle filosofie di Platone, e secondo quale criterio si dovessero ordinare i momenti successivi. – Tali problemi erano stati largamente discussi nel quadro sistematico della filosofia propria dell'età ellenistica e in particolare nella scuola stoica • Sia Diogene Laerzio (III 62) che il Prologo del medioplatonico Albino riferiscono come regnasse un'estrema disparità di vedute a proposito del dialogo da assumere come introduzione all'insieme della dottrina: – chi cominciava con la Repubblica – chi con l'Alcibiade – chi con l'Apologia – chi con l'Eutifrone – anche il Timeo, il Fedro, e il Teeteto ebbero i loro partigiani
  • 14. Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 13 Il Prologo di Albino • Il Prologo di Albino (prima metà del II sec. d.C.), che si presenta come un'introduzione alla lettura dei Dialoghi, discute infatti questi tre problemi: 1. che cosa è un dialogo? 2. come si dividono i Dialoghi di Platone? 3. con quali dialoghi è opportuno incominciare la lettura di Platone? • Almeno queste parti dello schema esistevano dunque probabilmente ben prima dei commentatori neoplatonici, nel secondo secolo se non già prima. • La classificazione degli scritti di Platone tratta direttamente dal Prologo di Albino presenta una classificazione stesa sicuramente in età medioplatonica: Albino riconosceva due caratteri generalissimi ai Dialoghi di Platone: 1. hyphegetikon (esplicativo: «atto all'insegnamento e alla pratica», «concerne le cose») 2. zetetikon (di ricerca: «atto all'esercizio e alla discussione, alla confutazione del falso e alla dimostrazione del vero», «concerne le persone»)
  • 15. Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 14 La strutturazione di Albino • Di qui otto settori: 1. fisico: Timeo 2. etico: Apologia, Critone, Fedone, Fedro, Convito, Lettere, Menesseno, Clitofonte, Filebo, Ipparco, Amanti 3. politico: Repubblica, Minosse, Leggi, Epinomide, Critia 4. peirastico (che mette alla prova): Eutifrone, Menone, Ione, Carmide, Teeteto 5. maieutico: Alcibiade, Teage, Liside, Lochete 6. logico: Cratilo, Sofista, Politico, Parmenide 7. epidittico (dimostrativo): Protagora 8. anatreptico (confutazione tesi avverse): Ippia, Eutidemo, Gorgia • Albino traccia dapprima un breve programma di letture dai Dialoghi che compendia ed esprime in sé tutto il senso del lavoro della scuola intorno all'opera di Platone. Il dialogo da cui converrà iniziare le letture è l'Alcibiade, che insegna all'uomo a conoscere se medesimo. Seguirà quindi il Fedone, in cui Platone mostra chi è il filosofo, come egli vive, e tutto questo in relazione all'immortalità dell'anima. Poi la Repubblica, in cui, cominciando dalla generazione, Platone illustra tutta l'educazione che condurrà all'acquisizione della virtù.
  • 16. Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 15 Il “sistema” medioplatonico per la lettura di Platone • Albino conclude: dato che bisogna anche accedere alla conoscenza degli esseri divini, sì da potersi fare simili a essi una volta che si sia acquisita la virtù, ci accosteremo al Timeo: accedendo, infatti, proprio alla conoscenza della natura e a quella che si chiama teologia e all'ordinamento dell'universo vedremo chiaramente il divino stesso • Questa proposizione, con il rilievo concesso al Timeo come culmine delle dottrine platoniche, contiene l'idea che la conoscenza della natura introduca a quella del divino, con l'allusione alla formula della o(moi/wsij qew=?, il «farsi simili a dio». • Tale norma, culmine dell'etica medioplatonica è una sorta di manifesto programmatico del platonismo medio. Lo schema di letture che essa contiene rimarrà sostanzialmente normativo anche per la più tarda età neoplatonica. È qui infatti espresso chiaramente il criterio che guida l'organizzazione del sistema fra i medioplatonici, un criterio che i neoplatonici continueranno a condividere pienamente: la filosofia di Platone gravita verso la conoscenza del divino e culmina in essa. • Il primato della teologia e la convergenza di ogni discorso filosofico nella conoscenza del divino è dunque il criterio che guida i medioplatonici nella costruzione del loro sistema; precisamente come una filosofia orientata verso la conoscenza del divino e la teologia il platonismo appariva anche agli osservatori esterni nel secondo secolo.
  • 17. Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 16 I testi di Platone nella Tarda Antichità • Tra III e IV sec. d.C. si afferma la vulgata platonica che continuerà nella sua forma fino alla fine della tarda antichità (VII sec.): essa sarà caratterizzata da due grossi tomi, il primo costituito dalle tetralogie I-VII, il secondo dalle ultime due (VIII-IX). • Nel IV secolo la tendenza classicista porta al recupero di testi antichi o alla produzione di letteratura ad essi collegata: si fondano anche biblioteche, come quella di Costantinopoli nel 357 per volontà di Costanzo II. – Costantinopoli ebbe importanza per la costituzione dei “paleotipi”, forme testuali accomunate ad una ascendenza unitaria, e quindi continuamente confrontate con altri esemplari. • È del tutto evidente che il successo arriso all’edizione curata da Trasillo determinò in maniera pressoché esclusiva la base testuale su cui tutte le copie tardoantiche, medievali ed umanistiche tramandarono i testi platonici, fino alle edizioni moderne, che dei manoscritti antichi sono eredi ed a loro volta testimoni.
  • 18. Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 17 La funzione delle scuole neoplatoniche nella trasmissione del corpus • Nella tarda antichità due scuole neoplatoniche assumono un rilievo fondamentale: Atene ad Alessandria, nelle quali l’attività esegetica nei confronti di Platone si concentra su dialoghi come il Fedone, l’Alcibiade, il Gorgia, la Repubblica e il Timeo. – Gli scolii filosofici dei codici del IX-X sec spesso dipendono da questi commentarii tardo-antichi. • Al momento della chiusura dell’ultima scuola filosofica pagana, quella di Atene, operata per volontà di Giustiniano nel 529 d.C., traduzioni, commenti e glosse a Platone saranno effettuate perlopiù dalle scuole mediorientali, soprattutto quella siriana di Gaza, ove le due letterature, pagana e cristiana, venivano studiate assieme. – Tale metodologia, una volta che il territorio sarà conquistato dagli Arabi, passerà per buona parte nelle scuole islamiche.
  • 19. Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 18 La lettura di Platone nell’impero bizantino • Nel IX secolo vi è ormai stabilita una grande collezione filosofica composta da una serie di testimoni con caratteristiche bibliografiche comuni. Si delineano le personalità degli studiosi: – Areta e la sua ricca biblioteca; – Leone il Filosofo, a capo della Scuola di Filosofia di Costantinopoli, che eseguì una parziale recensione delle Leggi; – Fozio, il cui Lessico contiene molte affermazioni di Platone. • Durante la cosiddetta “Rinascenza dei Paleologi” vi è una valorizzazione con trascrizione di testi: si distinguono a tal proposito: – Giorgio Pachimere, che recupera molte opere di Platone ed annessi commentari, spec. di Proclo; – Massimo Planude, curatore dell’Antologia Palatina e di opere di Plutarco, ma soprattutto di una edizione di testi platonici eseguita con rigorosità e perizia filologica, con una oculata scelta di fonti, malgrado non citate, e recupero di lezioni antiche.
  • 20. Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 19 La riscoperta “filologica” di Platone nell’Umanesimo • Nel XIV secolo si progettano ben due edizioni dell’opera omnia di Platone, con apparati introduttivi tratti dalla propedeutica letteraria di medioplatonici quali Alcinoo, Plutarco, Albino e Teone di Smirne, e presenza di scritti spurii: – due codici lo testimoniano, arrivati a Firenze in occasione del concilio ecumenico del 1438, portati dall’entourage dell'Imperatore Giovanni VIII Paleologo e del patriarca Giuseppe, i quali messi insieme costituirono per la prima volta una edizione completa degli scritti di Platone. • Marsilio Ficino, sulla base di questi codici, offrirà nel 1484 la traduzione latina di Platone, data subito alla stampa e modificata più volte: essa resterà comunque l’editio latina princeps. • Con il Poliziano nascerà la consapevolezza – con sottoscrizioni nelle collazioni – di dover indicare le fonti della propria edizione: è l’età dell’esplorazione dei fondi bibliotecari, della recensione accurata dei patrimoni librari, del recupero e della valorizzazione “modernamente” filologica dei testi antichi. • L’editio graeca princeps è postuma, seppur di poco, a quella latina di Ficino, ed avvenne per opera di un cretese – Marco Musuro – che nel 1513 attinse dal fondo Bessarione e la diede alle stampe per i torchi di Aldo Manuzio di Venezia.
  • 21. Storia della Filosofia Medievale - A.A. 2009-2010 - Corso di Laurea Triennale Lezione 1: La trasmissione e l’interpretazione dei testi di Platone - Scheda 20 Le edizioni moderne dei testi di Platone: Stephanus e Burnet • La trasmissione moderna del Corpus Platonicum può essere fatta iniziare a partire dal 1578 quando, a Parigi, per la casa editrice di Henri Estienne (Henricus Stephanus) si dà alle stampe una edizione di tutte le opere di Platone, la quale d’ora innanzi farà testo: – la caratteristica paginatura Stephanus è infatti diventata uno standard per tutte le edizioni e traduzioni successive. • Tuttora, nel citare un passo di Platone, si indica la pagina di tale edizione avendo cura di indicare anche la lettera con cui lo Stephanus suddivide ogni pagina. – Questi aveva infatti collocato a margine anche delle lettere – da a ad e – normalmente ogni nove righe, per meglio identificare delle specifiche porzioni di testo (la sezione a, per es., indica la parte iniziale della pagina; la sezione c quella centrale; la sezione e, infine, la parte bassa della pagina). – Un rimando Stephanus (ad es. ‘Euphr. 5B6’) indica la sesta riga della parte B della pagina 5 del volume che contiene il dialogo Eutifrone. Se si vuol essere più precisi, lo si fa aggiungendo l'indicazione del numero della riga all'interno di ogni sezione, ad es. «438b6», oppure «438b6-8» • Edizione critica oggi ritenuta standard è quella - in cinque volumi – ad opera di John Burnet, uscita a Oxford tra il 1900 e il 1905 e successivamente ristampata con frequenza. – Burnet segue l’ordine di Trasillo, e dà le pagine di Stephanus ma, a differenza di quest’ultimo, suole andare a capo ogniqualvolta la parola passa a un altro personaggio - quindi molto più spesso - la numerazione delle righe ne risulta modificata: le nove righe dello Stephanus diventano facilmente dieci-dodici, e se il testo presenta scambi di battute molto brevi si arriva facilmente fin oltre le quindici.