Slides di Maurizio Maleci per il corso "La notizia vale l'incolumità dei media?" organizzato l'11 gennaio 2019 a Grosseto, per Ordine dei Giornalisti della Toscana

1. La notizia
vale
l’incolumità dei
media?
@MaurizioMaleci2018

2. Permettetemi di partire
un pò da lontano

3. L’uomo fin dalle sue origini ha
sempre sentito e avuto la necessità
di comunicare

4. Inizialmente era una
comunicazione fatta con semplici
disegni

5. Pittura rupestre mani Pittura rupestre mani
e animale
Pittura rupestre
animale singolo
Pittura rupestre scene
di pesca

6. Pittura rupestre
scena di caccia
Pittura rupestre
scena di caccia
Pittura rupestre
recinto animali
Pittura rupestre ritratto

7. Che poi si è evoluta
con la scrittura

8. Alcuni tipi di scrittura sono più
simili a disegni

9. Cuneiforme Geroglifici
Araba Ebraica

10. Sanscrito Cinese
Thailandese Giapponese

11. Mentre altri utilizzano simboli
(lettere e numeri)

12. Cirillico Greco
Latino Contemporanea

13. Però la comunicazione attraverso le
immagini è sempre stata una fedele alleata
dell’uomo

14. Con il disegno l’uomo ha rappresentato
tutte le varie fasi delle propria vita

15. Ha raccontato il bello

16. Botticelli - La primavera

17. Leonardo - La gioconda

18. Ha raccontato le guerre

20. Ha raccontato le scoperte e le
invenzioni

22. Con le carte geografiche ha
rappresentato il mondo

24. Con i ritratti ci ha permesso di
fissare le facce dei vari personaggi

26. Ha trasmesso gli insegnamenti
delle religioni

28. La comunicazione con le immagini non
ha mai abbandonato la vita dell’uomo

29. Si è evoluta con lui, ha seguito gli
eventi, gli avvenimenti e le scoperte

30. Ed anche oggi è presente nella
quotidianità

31. E dopo il solo dipinto sono
arrivate le immagini reali

32. La fotografia

34. Poi sequenze di fotografie
e quindi le
immagini in movimento

36. Mentre le immagini fotografiche
furono da subito utilizzate per la
comunicazione, quelle in movimento
hanno impiegato più tempo

37. Nel primo periodo le immagini in
movimento sono state utilizzate
per una comunicazione “artistica”

39. Con il passare degli anni e l’affinarsi
della tecnologia anche le immagini in
movimento sono state utilizzate per la
comunicazione della vita quotidiana

42. Nessuno è mai riuscito
a sottrarsi dal comunicare

43. Prendiamo l’esempio dei
pompieri

44. Già al tempo dei romani troviamo
iscrizioni che riguardano i
pompieri

45. Comunicazioni statiche

46. Per il medioevo le notizie sono
abbastanza scarse

47. Passano i secoli, mutano gli stili di
vita e le culture ed ecco che nel 1300
ritroviamo rappresentati i pompieri

48. Li troviamo disegnati, quindi una
comunicazione visiva, ma i pompieri
comunicavano anche loro con i
potenti e i cittadini

49. Con le “grida” davano disposizioni
per la costruzione degli edifici e per i
comportamenti da tenere per evitare
gli incendi

54. Con il passare degli anni i pompieri
hanno comunicato, prima con i
dipinti e poi, tramite le foto, la loro
presenza

55. E’ una comunicazione che vuole
passare tranquillità e concretezza

56. Durante l’era fascista viene posta
molta attenzione nella
comunicazione propagandistica e i
pompieri ne fanno parte

58. Nel neonato Corpo Nazionale
viene creato uno specifico reparto
per le riprese cinematografiche

60. I vigili del fuoco, sono protagonisti negli eventi
bellici e costituiscono spesso l’unica
speranza di salvezza e la loro
documentazione comunicazione non è da
meno

62. Dal periodo fascista, proseguendo
nel periodo bellico, i vigili del fuoco
iniziano ad essere fornitori di
immagini per la comunicazione

63. Si inizia a capire l’importanza della
comunicazione e al tempo stesso
un’attenzione al lavoro dei “media”

64. Nel pieno della ricostruzione i vigili
del fuoco sono soggetto ed attore
della comunicazione per le calamità
naturali che affliggono il paese

65. Oltre alle attività di soccorso, contribuiscono
loro stessi alla comunicazione con immagini
fotografiche e filmate direttamente dagli
scenari degli eventi

66. Continua questa azione, per adesso
fatta in modo inconscio, di indiretta
attenzione all’incolumità dei “media”

71. In questi periodi la velocità di
comunicazione dei vigili del fuoco è
ancora paragonabile a quella del
mondo esterno

72. E rimane al passo fino al boom
della televisione

73. La comunicazione a questo punto
accelera, crescono i canali televisivi,
si fa molto più uso delle immagini
video

74. I vigili del fuoco non possono, non
riescono, forse non vogliono o non
ritengono utile seguire questa
velocizzazione

75. Dopo una importante presenza in televisione,
con la diretta delle operazioni di soccorso a
Vermicino, forse anche a causa dell’esito che
ben conosciamo, il Corpo si chiude a riccio

76. Una circolare del Direttore Generale
della Protezione Civile e dei Servizi
Antincendio proibisce qualsiasi
contatto con l’esterno

77. Di conseguenza la comunicazione verso
l’esterno è rara, scarna, ma principalmente
solo a richiesta e talvolta tardiva anche
perché necessita di una serie di autorizzazioni
dal ministero

78. In realtà i vigili del fuoco, quasi in
maniera carbonara, continuano a
dare mano ai “media”

79. La protezione verso il lavoro dei
media viene fatta scortandoli,
facendogli da angeli custodi, ma non
possono impedirgli di esporsi ai rischi

80. I vigili del fuoco rimangono in
stallo, praticamente, fino al
terremoto dell’Abruzzo

81. Qui avviene un grosso cambiamento
di passo, il Corpo comincia a essere
pronto a rispondere alle richieste dei
media

82. La comunicazione rinasce,
diventa attiva

83. In questa nuova gestione vengono
compiuti degli errori, ma i vigili del
fuoco ricominciano a parlare e a
fornire immagini

84. Si ricrea un gruppo che entra
all’interno delle calamità e
fornisce le immagini

85. Evento dopo evento, riconquista
certezza, diventa credibile e
affidabile

86. La strada è in salita, ma la
macchina è partita

87. Questa rinascita ha preso talmente il
via che a un certo punto si è costretti
a fermarsi, guardarsi attorno

88. Con l’evento del naufragio della Costa
Concordia viene toccato un punto
talmente avanzato che è necessario
fermarsi e fare un passo indietro

89. I vigili del fuoco devono contribuire
alla comunicazione, ma non
sostituirsi a chi fa comunicazione

90. Con l’esperienza acquisita, e con
l’analisi degli errori fatti, viene iniziato
un nuovo percorso, un consolidamento
del sistema, una professionalizzazione

91. Il personale che cura la
comunicazione all’interno del
Corpo viene sempre più preparato

92. Vengono impiegate nuove
tecnologie che sono utilizzate a
supporto del soccorso

93. Ovviamente la comunicazione si
muove su due direttrici: verso i
media e verso l’interno

94. Gli ultimi eventi, a partire dal terremoto
del centro Italia del 2016, hanno
confermato l’importanza di questo
nuovo sistema di comunicazione

95. Un utilizzo quotidiano all’interno
del corpo a supporto
dell’operatività di soccorso

96. Un punto di riferimento serio,
credibile ed affidabile per i media

100. Un dato:
la diretta dei funerali del collega deceduto a
Rieti ha ottenuto 4450 visualizzazioni e molte
tv hanno utilizzato le immagini VF per la loro
comunicazione

101. In questi ultimi anni i vigili del
fuoco si sono molto impegnati
nella sicurezza

102. Tra i tanti aspetti è stato curato
anche quello della sicurezza dei
media

103. Partendo dal principio che la
cittadinanza deve essere
informata

104. E’ stato verificato se era meglio
accompagnare i media all’interno
delle aree pericolose fornendogli un
valido sistema di protezione

105. Oppure formare personale dei
vigili del fuoco in grado di fornire
le immagini

106. Per motivi pratici e per carenza di
organici è stato prescelto di creare un
gruppo che si occupasse di realizzare
immagini, verificarle e diffonderle

107. In alcune situazioni era addirittura
impossibile, accompagnando i
media, garantire la loro sicurezza

108. In altri casi era addirittura
impossibile farli accedere

109. Sfruttando la tecnologia i vigili del
fuoco sono arrivati a centrare
l’obiettivo di poter rendere disponibili
le immagini per tutti allo stesso tempo

110. A questo punto è però necessario
porsi la domanda che è il tema di
oggi

111. La notizia
vale
l’incolumità dei
media?

112. Forse però la domanda va fatta in
maniera ancora più ampia e forse
provocatoria

113. C’è sempre bisogno di avere così
fretta per dare le notizie?

114. E vorrei precisare che ho detto
dare e non ricevere le notizie

115. Non essendo titolati a dare una
risposta, i vigili del fuoco hanno
inventato il sistema delle chat

116. Cercano di fornire informazioni base
sugli interventi più rilevanti e/o
particolari che permettano ai media
di fare il proprio lavoro

117. Da come sono andate le cose
sembra che sia stata una buona
invenzione, visto che il sistema è
stato copiato da molti altri Enti

118. Le notizie sole però, forse perché
viviamo in una società di
immagini, spesso non bastano

119. Ci vogliono sempre le immagini a
corredo, quasi non fossimo più in
grado di descrivere o capire con le
sole parole.

120. Questa spasmodica necessità di
avere le immagini è giustificata?

121. E quando i vigili del fuoco non sono in grado
di mandare le immagini oppure informano che
non è possibile realizzarle al momento, è
giustificato far intervenire un operatore?

122. Spesso, queste persone, pur di
portare a casa il lavoro, si espongono
a grossi rischi per la propria incolumità

123. Cercano di aggirare i blocchi,
messi non con spirito censorio,
ma con finalità di sicurezza

124. E per cosa? Per alcuni scatti
fotografici o per pochi minuti di
immagini video

125. Credo che dovremmo essere noi a
gestire la comunicazione e non
esserne vittime

126. Spesso attendere un pò di minuti
ci permette di riflettere

127. Di vedere quello che accade da più
lati, misurare tutte le sfaccettature

128. Forse ci permette alla fine di dare una
notizia in maniera migliore, più esaustiva
e magari senza creare allarmismo

129. E tutelando l’incolumità dei
media

130. I giornalisti e gli
operatori foto-video
sono un bene prezioso:
PRESERVIAMOLI

131. Grazie per l’attenzione
e
iniziamo la discussione
@MaurizioMaleci2018