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RISTRUTTURARE I COSTI IN UNA ASL
COMMISSARIATA
Col. CC. Maurizio Bortoletti
già Commissario Straordinario dell’ASL di Salerno
2011 - 2012
MASTER IN PROCUREMENT MANAGEMENT
Modulo di “Pianificazione, gestione e controllo
della spesa”
Il tema della spesa appare, con tutta evidenza strategico, in una Regione in Piano di rientro,
la Campania, e in una ASL, quella di Salerno, commissariata.
Spendere meglio e, quindi, spendere meno, a trasferimenti regionali invariati, non esaurisce,
però, la questione per una Azienda, restituita alla gestione ordinaria nell’estate del 2012, che
ogni anno “consumava” nell’acquisito di beni e servizi oltre 800 Meuro e che nei 27 mesi
precedenti l’intervento aveva perso, ogni giorno, oltre 700mila euro.
La scelta è stata quella di non togliere ancora ai cittadini salernitani, già penalizzati da una
simile situazione: l’azzeramento di questa perdita corrente, che era solo una minima parte
del problema, è il risultato di un diversificato pacchetto di interventi, che ha dovuto superare
le resistenze dei “beneficiari” di quella spesa evidentemente improduttiva e che ancora oggi,
con l’Azienda che continua ad operare in equilibrio, producono i propri effetti.
III MODULO
Pianificazione, gestione e controllo della spesa.
Indice degli argomenti trattati.
L’Azienda Sanitaria Locale di Salerno in cifre
• L’ASL di Salerno il 14 marzo 2011: i dati.
• L’ASL di Salerno il 14 marzo 2011: i fatti.
• L’ASL di Salerno il 31 luglio 2012.
Le azioni.
• In particolare, individuare e incidere sui MUDA.
• In particolare, innovazione e rialfabetizzazione gestionale.
• In particolare, la ristrutturazione dei costi e la programmazione.
Alcune domande.
L’ASL di Salerno in cifre.
Distretti SocioSanitari 13
Plessi Ospedalieri 11
Posti Letto Ospedalieri 1837
Dipartimento di Prevenzione 3
Dipartimento Salute Mentale 3
Medici di Medicina Generale 927
Pediatri di Libera Scelta 137
Medici Specialisti ambulatoriali (ex Sumai) 382
Farmacie 331
Dirigenti Medici 2033
Dirigenti Amministrativi,Tecnici,Professionali 269
Personale del comparto (non dirigente) 6062
Totale Personale 8.364
Popolazione 1.107.652
Famiglie 411.388
Superficie Kmq 4.917,15
Densità media (abitanti/Kmq) 225
Comuni 156
Case di Cura 9
Posti Letto 1102
Centri di Riabilitazione 36
Residenza Sanitarie Assistite 13
Strutture Termali 7
Comunità per Tossicodipendenti 2
Laboratori di Analisi 118
Centri di diagnostica 38
Centri di medicina nucleare 3
Centri di fisiokinesiterapia 50
Centri di dialisi 22
Centri di diabetologia 5
L’ASL di Salerno in cifre.
Conto Economico
ASL SALERNO
Previsionale
2009
Consuntivo
2009
Previsionale
2010
Consuntivo
2010
A) Valore della produzione
Totale valore della produzione (A) 1.537.863 1.568.923 1.567.167 1.615.188
B) Costi della produzione
Totale costi della produzione (B) 1.557.166 1.660.761 1.563.280 1.722.729
C) Proventi e oneri finanziari
Totale proventi e oneri finanziari (C) -8.046 -2.170 -3.026 -12.450
D) Rettifiche di valore di attività finanziarie
Totale rettifiche di valore di attività
finanziarie (D) 0 0 0 -189
E) Proventi e oneri straordinari
Totale proventi e oneri straordinari (E) -7.627 -113.762 -2.900 -81.095
Risultato prima delle imposte
(A – B +/- C +/- D +/- E) -34.976 -207.770 -2.039 -201.276
Imposte e tasse
Totale imposte e tasse 40.958 42.827 42.198 43.446
RISULTATO DI ESERCIZIO -75.934 -250.597 -44.237 -244.721
L’ASL di Salerno il 14 marzo 2011: i dati.
Conto Economico
ASL SALERNO
Consuntivo
2009
Consuntivo
2010
I TRIM. 2011
Totale valore della produzione (A) 1.568.923 1.615.188 389.930
B.1) Acquisti di beni 163.789 166.631 44.021
B.2) Acquisti di servizi 837.372 850.186 212.439
B.3) Manutenzione e riparazione (ordinaria esternalizzata) 12.182 12.356 2.972
B.4) Godimento di beni di terzi 14.207 14.033 3.493
B.5) Personale del ruolo sanitario 469.796 466.760 116.889
B.6) Personale del ruolo professionale 1.574 1.823 471
B.7) Personale del ruolo tecnico 59.783 58.654 14.497
B.8) Personale del ruolo amministrativo 40.035 39.463 9.983
B.9) Oneri diversi di gestione 4.932 4.111 922
B.10) Ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali 174 193 43
B.11) Ammortamento dei fabbricati 6.087 5.920 1.480
B.12) Ammortamenti delle altre immobilizzazioni materiali 7.504 6.956 1.778
B.13) Svalutazione dei crediti 0 0 9.550
B.14) Variazione delle rimanenze 789 -2.742 -1.578
B.15) Accantonamenti tipici dell’esercizio 42.537 98.385 24.280
Totale costi della produzione (B) 1.660.761 1.722.729 441.241
Totale proventi e oneri finanziari (C) -2.170 -12.450 -2.320
Totale rettifiche di valore di attività finanziarie (D) 0 -189 0
E) Proventi e oneri straordinari
E.1) Proventi straordinari 4.806 5.742 0
E.2) Oneri straordinari 118.568 86.838 0
Totale proventi e oneri straordinari (E) -113.762 -81.095 0
Risultato prima delle imposte -207.770 -201.276 -53.631
Totale imposte e tasse 42.827 43.446 10.680
RISULTATO DI ESERCIZIO -250.597 -244.721 -64.310
L’ASL di Salerno il 14 marzo 2011: i fatti.
1. disavanzo riportato in Stato Patrimoniale 2010 pari a oltre 1,7 miliardi di euro,
2. nel 2010, il Collegio Sindacale aveva mosso 625 rilievi o osservazioni, con 155
pareri negativi e decine di atti con l’invito, raramente ottemperato, di
trasmetterli alla Corte dei Conti, a decine dei quali non era mai stata data
risposta;
3. l’unica unificazione delle 3 ex Aziende Sanitarie accorpate alla data del 24 marzo
2009, aveva riguardato i vertici, cioè le nomine delle 7 Funzioni centrali, mentre
sopravvivevano nelle sedi centrali delle due preesistenti ASL oltre a quella di
Salerno (Nocera e Vallo della Lucania) nonostante l’evidente soppressione
giuridica delle entità prima là esistenti, strutture e coordinamenti che hanno
continuato ad operare come se fossero ancora in vita le 3 vecchie aziende;
4. assenza di un bilancio preventivo 2011 approvato;
5. una gestione liquidatoria delle ex USL che perdurava da oltre un decennio senza
vedere l’orizzonte, mentre “ballavano” cifre impressionanti;
L’ASL di Salerno il 14 marzo 2011: i fatti.
6. contro l’ASL – al 31 marzo 2011 - erano pendenti un numero di ricorsi ignoti al
dirigente della Funzione Centrale Affari Legali, che non aveva acquisito il dato
delle disciolte ex ASL SA1 e SA 3, mentre rimaneva ignota una corretta stima
degli accantonamenti, con sforamenti a bilancio pari al 6% delle risorse
trasferite. Nella sola ex ASL SA 2 si registravano:
• 518 ricorsi del personale contro l’Azienda (controvalore stimato in 9 Meuro);
• 802 ricorsi dai fornitori, 237 citazioni per danni, 327 altre cause a vario
titolo e 40 liti pendenti davanti al TAR (controvalore stimato di sola quota
capitaria di 207 Meuro).
7. assenza - con una funzione “controllo di gestione” soppressa a Febbraio 2011 - di
qualsivoglia strumento di programmazione e controllo sistematico (“Piano degli
interventi manutentivi”, “Piano della formazione”, “Regolamento economale”, “Piano
di programmazione dello straordinario e delle altre indennità accessorie”,
“Regolamento per l’utilizzo delle telefonia cellulare”, “Piano della Pronta
Disponibilità”, per dirne solo alcuni, sui quali si e’ lavorato con successo o sui quali
si sta lavorando), se non quello lasciato alla buona volontà dei dirigenti;
L’ASL di Salerno il 14 marzo 2011: i fatti.
8. prigioniera di una tragica situazione di carenze infrastrutturali (una prima
due diligence aveva individuato esigenze superiori ai 100 Meuro, solo per gli
interventi minimali e di messa in sicurezza) , anche per quel che riguarda i
servizi territoriali, con la convivenza di realtà:
• nuove inutilizzate, come era per il PO di Sarno;
• prossime ad essere consegnate che non si riuscivano a concludere e a
acquisire per contenziosi o investimenti esigui, come quella di Pagani;
• bloccate per irrisorie controversie (la rimozione di una struttura in
ferro) come il nuovo Pronto Soccorso dell’Ospedale di Nocera, un DEA di
III livello, che era in queste condizioni dal 2001, data di avvio dell’opera.
9. la mancata richiesta della certificazione relativamente alla inesistenza di
eventuali altri documenti di debito, ovvero obbligazioni assunte e non
riportate nel bilancio di esercizio ai Macrocentri di responsabilità, al fine di
redigere un conto economico il più possibile ispirato a corretti principi
contabili e che possa definire, nel miglior modo possibile, il quadro fedele
della situazione economico patrimoniale della azienda, nonostante venissero
registrate costantemente sopravvenienze incredibili non coperte da
accantonamenti di estremo rilievo.
L’ASL di Salerno il 14 marzo 2011: i fatti.
10. una carenza di personale giunta a livelli insostenibili a causa del blocco del turn
over, con l’Azienda oramai sull’orlo del collasso nell’assicurare i livelli minimi di
assistenza in relazione ai Presidi esistenti, con un ricorso a voci accessorie e
uno sforamento dei fondi contrattuali per decine di milioni di euro;
11. risultava assente qualsivoglia normale valorizzazione degli strumenti resi
disponibili dal progresso tecnologico, con la carenza:
• di un’unica piattaforma per la gestione amministrativa – contabile,
• di una rilevazione elettronica delle presenze in tutta l’Azienda,
• di un’unica rete intranet aziendale, per cui appariva normale l’utilizzo di
provider privati,
• nell’uso della posta certificata,
mentre l’adesione nel 2010 - nonostante la mancata previsione del “piano di
fatturazione” nel capitolato - a un contratto SORESA Engineering per 9 Meuro
impediva di procedere a qualsiasi intervento che non si traducesse in una
gestione schizofrenica, tale da rendere ingiustificabili i costi sostenuti.
L’ASL di Salerno il 31 luglio 2012.
CONTO ECONOMICO
Consuntivo
2009
Consuntivo
2010
I TRIM. 2011
Consuntivo
2011
II TRIM.
2012
A) Valore della produzione
A.1) Contributi in c/esercizio 1.485.943 1.546.992 373.692 1.475.841 737.920
A.2) Proventi e ricavi diversi 47.124 39.884 9.882 41.132 20.507
A.3) Concorsi, recuperi e rimborsi per attività tipiche 17.618 9.736 3.082 7.596 3.582
A.4) Compartecipazione alla spesa per prestazioni sanitarie 8.534 10.130 2.405 12.829 5.927
A.5) Costi capitalizzati 9.704 8.446 869 3.501 1.665
Totale valore della produzione (A) 1.568.923 1.615.188 389.930 1.540.898 769.601
B.1) Acquisti di beni 163.789 166.631 44.021 161.251 86.889
B.2) Acquisti di servizi 837.372 850.186 212.439 814.357 401.751
B.3) Manutenzione e riparazione (ordinaria esternalizzata) 12.182 12.356 2.972 10.699 5.515
B.4) Godimento di beni di terzi 14.207 14.033 3.493 10.105 5.034
B.5) Personale del ruolo sanitario 469.796 466.760 116.889 409.152 203.390
B.6) Personale del ruolo professionale 1.574 1.823 471 1.474 737
B.7) Personale del ruolo tecnico 59.783 58.654 14.497 49.176 24.015
B.8) Personale del ruolo amministrativo 40.035 39.463 9.983 36.122 17.943
B.15) Accantonamenti tipici dell’esercizio 42.537 98.385 24.280 17.103 6.688
Totale costi della produzione (B) 1.660.761 1.722.729 441.241 1.537.647 758.812
Totale proventi e oneri finanziari (C) -2.170 -12.450 -2.320 -1.113 -521
Totale rettifiche di valore di attività finanziarie (D) 0 -189 0 -117 0
Totale proventi e oneri straordinari (E) -113.762 -81.095 0 -2.769 7.594
Risultato prima delle imposte (A – B +/- C +/- D +/- E) -207.770 -201.276 -53.631 -749 17.862
Totale imposte e tasse 42.827 43.446 10.680 38.260 18.963
RISULTATO DI ESERCIZIO -250.597 -244.721 -64.310 -39.009 -1.101
L’ASL di Salerno il 14 marzo 2011: i fatti.
“…. una gestione della cosa pubblica improvvisata che va oltre la malafede …”
Dott. Tommaso Cottone
Procuratore Regionale della Corte dei Conti
Udienza di inaugurazione dell’anno giudiziario
Napoli, 25 febbraio 2012
L’ASL di Salerno il 14 marzo 2011: i fatti.
“…. Nonostante il grande impegno della regione per uscire dalla crisi, ancora oggi il settore
presenta elementi di rigidità e sacche di privilegi che impediscono una vera riconversione dei
comportamenti produttivi di danno.
Tuttavia, in Campania vi sono segnali che risultati positivi sono possibili.
Tale è il caso della ASL di Salerno dove, in virtù di una attenta e rigorosa azione gestoria, lo
scostamento che correntemente veniva registrato dal 2009 rispetto alle rimesse trasferite dalla
Regione, si è ridotto dell’80%. L’azione del Commissario Straordinario, che pure è intervenuta in
una situazione di deficit di oltre 1,7 miliardi di euro registrata alla fine del 2010 e dove regnava
un regime di illegittimità che neppure di curava di dare seguito alle osservazioni e alle
denunce provenienti dal Collegio Sindacale, è riuscita in poco tempo e soprattutto senza
contrazione di servizi, a contenere le perdite dimostrando che con una oculata e trasparente
dirigenza sono possibili gestioni più virtuose. E ciò senza fare ricorso né a incarichi, né a
consulenze, né a professionalità esterne alla struttura sanitaria, ma semplicemente utilizzando a
pieno le risorse esistenti e valorizzando il personale in organico.
Ciò conforta la politica della Procura contabile…”
Dott. Tommaso Cottone
Procuratore Regionale della Corte dei Conti
Udienza di inaugurazione dell’anno giudiziario
Napoli, 25 febbraio 2012
L’ASL di Salerno il 14 marzo 2011: i fatti.
“… Numerose vertenze, le cui istruttorie sono tuttora in corso, sono state avviate a seguito di
documentate denunce del Commissario Straordinario della ASL Salerno che, tra l’altro, ha
trasmesso alla Procura i provvedimenti di rilievo del Collegio sindacale. In tale vicenda si noti la
peculiare interpretazione degli obblighi di denuncia da parte di detto collegio che invece di
denunciare i profili di danno direttamente alla Corte dei conti, ha invitato l’Azienda a trasmettere
l’esito dei rilievi ritenuti dannosi. La Procura contabile nel corso di questo ultimo anno, ha avuto modo,
più volte, di ribadire le disposizioni sull’obbligo di denuncia, sottolineando anche le responsabilità
che derivano dall’omissione delle denunce. Le delibere segnalate hanno i più svariati contenuti, quali
pagamento fatture, progressioni economiche dei dipendenti (conferimenti incarichi ex art. 15 septies
del 502/1992), liquidazioni competenze professionali ad avvocati del libero foro, liquidazioni indennità
ai componenti della commissione invalidità civile…”.
Dott. Tommaso Cottone
Procuratore Regionale della Corte dei Conti
Udienza di inaugurazione dell’anno giudiziario
Napoli, 2 marzo 2013
L’ASL di Salerno il 31 luglio 2012.
L’ASL di Salerno il 31 luglio 2012.
L’ASL di Salerno il 31 luglio 2012.
Dalla spending review
«parlata»
alla spending review
«praticata»
Le azioni.
Di fronte a questa situazione, con meno poteri, come noto, di quelli di un direttore
generale in gestione ordinaria che attraverso lo strumento programmatorio può avviare
le riforme necessarie, senza la possibilità di:
• innestare “nuova linfa” da fuori Azienda per il blocco del turn over,
• sostituire quelli che si dimostravano impermeabili a qualsivoglia cambiamento, alla
luce del tempo, delle energie e delle risorse che ciò avrebbe richiesto in relazione
alle scarse possibilità di riuscita, visto il reticolare intreccio di interessi e
convenienze pronto ad entrare in azione ogni qualvolta si ponevano le basi per
andare oltre lo “status quo ante” verso l’Azienda unica,
vi erano quattro soluzioni.
Le azioni.
LA PRIMA:
quella di “lasciare andare” l’Azienda com’era andata fin lì: se nessuno era fin lì
intervenuto, si poteva continuare tranquillamente a perdere 500 euro al minuto nel
disinteresse generale facendola sprofondare sempre più nel baratro, scegliendo di “non
fare”, non so, forse cercando di firmare il meno possibile, di non vedere, di non farsi
coinvolgere e di non farsi carico dei problemi;
Le azioni.
LA SECONDA:
quella di rinunciare, quella di dare ascolto alla ragione, quella di restituire il
mandato al Presidente Caldoro, evitando, così, di essere coinvolto dagli schizzi di fango
che vanno ovunque quando si mette mano a situazioni degradate e abbruttitesi nel
tempo, nonostante non se ne abbia alcuna responsabilità, essendo evidente fin dal
principio e a tutti coloro che vogliono vedere come i “beneficiari” degli oltre 700mila
euro al giorno di perdita non sarebbero stati a guardare;
Le azioni.
LA TERZA:
quella di applicare in modo draconiano le regole, fin lì, invero, alquanto disattese.
Poteva essere una soluzione facile, forse comoda, perché fare il censore sulla
“pagliuzza”, dopo che per anni non erano state viste le “travi”, è agevole, ma chi fin lì:
• non aveva fatto, difficilmente avrebbe iniziato a fare;
• non era stato in grado di fare, difficilmente avrebbe contribuito in qualche modo,
pur tra mille difficoltà ed errori, ad una idea di risanamento;
• aveva contribuito a ampliare il “buco” senza che nessuno intervenisse per fermarlo
difficilmente avrebbe collaborato, anzi avrebbe trovato alleati e sponde per
frenare qualsiasi tentativo di rivitalizzazione in attesa di un illusorio ritorno del
“ben tempo andato”,
con UN ESITO PREVEDIBILE, la paralisi dell’Azienda e l’ulteriore peggioramento della
quantità e della qualità dei servizi erogati ai cittadini, che già subivano da anni una
situazione drammatica,
con l’UNICO RISULTATO, forse, di denunciare qua e là qualche poveretto, senza
poter distinguere dove c’erano dolo e vantaggi personali da dove c’era solo, a questo
punto, molte volte, l’impossibilità di trovare una norma applicabile per la situazione che
precipitava dal passato.
LA QUARTA:
quella di rialfabetizzare la gestualità amministrativa e gestionale dell’Azienda,
nella convinzione che “… lo Stato non possa abdicare …”.
Il FARE al posto del CONTEMPLARE I PROBLEMI ha:
• richiesto di fare frequentemente lo slalom tra le macerie del passato, che
continuavano a emergere qua e là ogniqualvolta si cercava di trovare la stessa regola
da applicare;
• reso necessario accompagnare chi non era in grado di fare e si trovava in posizioni
apicali nella più grande ASL d'Italia, con un’azione di tutoraggio continuo e, a volte,
di vera e propria sostituzione nell’esercizio di funzioni dirigenziali di competenza di
chi non le esercitava da anni;
• consentito di recuperare la parte sana dell’azienda, le tante “persone per bene “ che
vi operano e che erano le principali vittime della situazione, e che - a volte
assumendosi responsabilità incredibili, nell’assenza di norme applicabili - lavorando e
collaborando spesso fino alle ore più strane, senza riserve, hanno fornito, in quella
situazione di assoluta confusione gestionale e amministrativa, pur con i loro errori,
pur con le loro cattive abitudini, un contributo determinante all’equilibrio operativo
raggiunto verso la fine del 2011 e confermato nel i semestre del 2012.
Le azioni.
Muda è una parola giapponese che significa spreco, ma che ha, se possibile,
ancora un significato più ampio di quello italiano.
Muda, infatti, identifica ogni attività priva di valore aggiunto.
Rappresenta tutto quello che, a contorno di un prodotto o servizio, il cliente
non è disposto a pagare perché ritenuto superfluo: OVVIO, nel «pubblico» è un
problema che non esiste e che un dirigente può non porsi mai perché il
«cittadino-cliente» può avere la VOICE, ma, spesso, non ha la EXIT di
Hirshmann. Con due ulteriori notazioni:
 nel pubblico i DANNI fatti oggi si pagano – meglio, l’organizzazione e,
quindi, TUTTI NOI li paghiamo - a distanza di molti anni;
 nel pubblico, non si ragiona per «costo pieno» e, quindi, non si calcola
quanto costano quelle risorse umane impiegate a non produrre valore,
dando per scontato che sia una costo dato e scambiando, così, con estrema
leggiadria, la non comprimibilità del costo con la circostanza che quel costo
non comprimibile andrebbe comunque reso produttivo.
In particolare, individuare e ridurre i MUDA
In particolare, individuare e ridurre i MUDA
1. SCORTE/MAGAZZINI INUTILI: UN PEZZO FERMO NON CREA
VALORE, OCCUPA SPAZIO, RICHIEDE DI ESSERE SPESSO
MOVIMENTATO
2. ATTESE/CODE PER COMPLETARE UN CICLO, UNA FASE, UN
PRODOTTO, CON PERSONALE (OVVIO, SENZA PROPRIA COLPA)
PAGATO PER NON LAVORARE. Si riferisce sia al tempo impiegato
dai lavoratori nell'attesa che la risorsa sia disponibile, sia al
capitale immobilizzato in beni e servizi che non sono ancora stati
consegnati al cliente.
In particolare, individuare e ridurre i MUDA
3. SOVRAPRODUZIONE: ACQUISTARE/PRODURRE QUANDO NON
SERVE O IN ANTICIPO. Tende a nascondere problemi di
produzione: si dice che è la «mamma» di tutti gli sprechi. La
sovrapproduzione deve essere immagazzinata, gestita e protetta,
generando quindi altri sprechi.
In particolare, individuare e ridurre i MUDA
4. ERRORI/DIFETTI/SCARTI: NECESSITA’ DI INTERROMPERE LA
«CATENA DELL’ERRORE».
In particolare, individuare e ridurre i MUDA
5. MOVIMENTAZIONE/SPOSTAMENTI INUTILI DI MATERIALI,
SERVIZI, FUNZIONI, PRODOTTI E, INFINE, PERSONE
In particolare, individuare e ridurre i MUDA
6. TRASPORTI INUTILI, ERRATO LAYOUT DELLE UNITA’
PRODUTTIVE, MATERIALI IN DISORDINE, STOCCAGGIO IN
AREE SBAGLIATE. I trasporti non introducono alcuna
trasformazione al prodotto che il cliente sia disposto a pagare.
In particolare, individuare e ridurre i MUDA
7. PROCESSI INUTILI, FASI DELLA PRODUZIONE CHE NON
PRODUCONO VALORE MA SOLO SICUREZZA
FORMALE/BUROCRATICA, LAVORAZIONI RITARDANTI,
CONCREZIONI BUROCRATICHE E CREAZIONE DI PASSAGGI
AMMINISTRATIVI INUTILI
In particolare, individuare e ridurre i MUDA
In estrema sintesi
In particolare, individuare e ridurre i MUDA
Lo spreco, molto spesso dovuto ad una cattiva
organizzazione aziendale, si elimina intervenendo sulla
CATENA DELLE CAUSE DEL NON VALORE nei processi
aziendali.
Un’azione:
• a legislazione invariata;
• senza tagli lineari, che avrebbero penalizzato i più bravi e le strutture virtuose, ma
ristrutturando i costi, chiedendosi come e perché si produceva ciascun costo;
• senza togliere nulla ai cittadini, mentre si iniziava progressivamente a restituire
loro i soldi non più sprecati (ad es., i weekend operatori o i 38 Meuro di investimenti
– appostati nel preventivo 2012 chiuso con l’EBITDA a zero - in apparecchiature
elettromedicali e in infrastrutture);
• senza chiudere nulla, se non la riconversione di un presidio - prevista dal piano di
rientro - dopo il sequestro di sale operatorie e farmacia da parte del NAS;
• senza risorse aggiuntive;
• pagando regolarmente i fornitori e, nel caso di coloro che erano stati colpiti dal
sisma del 2012, riuscendo ad anticipare il pagamento delle fatture anche non
scadute a coloro che avevano sedi operative o stabilimenti distrutti;
• chiudendo importanti transazioni grazie alle risorse aggiuntive messe a disposizione
con farmacisti e sanità privata, con un notevole abbattimento dei costi per interessi
e spese legali e, conseguentemente, degli accantonamenti;
In particolare, innovazione e rialfabetizzazione gestionale.
Un’azione nella quale si è tentato di GOVERNARE LA REALTÀ, come è stato
necessario ricordare spesso a chi impartiva lezioni sulla legalità, iniziando a vedere le
pagliuzze dopo che per anni non aveva visto le TRAVI.
Una realtà dove era indispensabile richiamare Tutti ai contenuti irrinunciabili della
“responsabilità dirigenziale” che dovrebbe vedere un dirigente pubblico interessarsi
delle problematiche esistenti all’interno delle strutture poste sotto la propria
responsabilità – partendo dal censimento iniziale delle criticità, quando si assume un
incarico - per poi, solo in via residuale - e non principale con l’abituale scaricabarile -
proporle superiormente, magari con una soluzione, perché la soluzione esula dalle
proprie possibilità operative.
Una realtà nella quale tutto questo non era consueto e si abdicava al normale esercizio
della responsabilità dirigenziale – che avrebbe certamente limitato le perdite aziendali
e l’aggravarsi della situazione infrastrutturale e dello stato delle apparecchiature
elettromedicali – a favore di abitudini, quali quelle:
• di scrivere invece che di fare, sperando, così di andare esenti da responsabilità;
• di contemplare i problemi, nella convinzione che dopo aver scritto si fosse esaurita
la propria responsabilità' rispetto al problema.
In particolare, innovazione e rialfabetizzazione gestionale.
Un’azione, quella di GOVERNARE LA REALTA’, giusto per dare una minima idea, che è:
• partita un sabato mattina da una vera e propria “lezione” ai dirigenti apicali
dell’Azienda sui rilievi del Collegio Sindacale, finalmente censiti e informatizzati, che
nei due anni precedenti erano stati disattesi e ignorati;
• proseguita chiedendo a tutti i dirigenti apicali un piano dei controlli su quelle aree di
rispettiva competenza che per la loro “rischiosità” - in relazione alla funzionalità
aziendale e alle conseguenze che potevano derivare da un mancato presidio –
andavano tenute sotto adeguato controllo;
• passata attraverso l’organizzazione degli scadenzari e della gestione della posta in
arrivo, vistando con data e firma tutta la posta diretta alla Direzione e
manoscrivendo le disposizioni ai dirigenti interessati, con la visione di decine di
migliaia di pagine, se si considera che nel periodo sono:
 stati annotati nel registro di protocollo 16.071 atti, cui si somma tutta la
posta in uscita originata direttamente da Uffici e Funzioni centrali;
 state adottate 1996 delibere (solo negli ultimi 6 mesi: 68 stigmatizzando
errori del dirigente proponente, 105 con annotazioni e 58 a proroga e sanatoria
di situazioni che, a volte, rasentavano l’incredibile)
 state restituite 613 proposte deliberative ai dirigenti proponenti perché
incomplete, inutili o per esigenze altrimenti fronteggiabili.
In particolare, innovazione e rialfabetizzazione gestionale.
In particolare, la ristrutturazione dei costi e la programmazione.
1. La relazione con i fornitori: presidiarla nel presente per costruire il futuro.
Accordo con i fornitori della sanità privata:
• regolarità dei pagamenti correnti in cambio dello stop alle azioni
esecutive, esteso ai ritardi non imputabili all’ASL:
• tutte le risorse non più sprecate nel contenzioso per erodere il debito
pregresso, in modo UNIFORME;
• tutte le risorse recuperate, in quota proporzionale sulle rispettive
debitorie;
• per affrontare congiuntamente eventuali singole, transitorie situazioni di
difficoltà anticipando il pagamento di una parte del pregresso.
Risparmio stimabile in 75 Meuro nel 2010, di cui 38 nel “fondo rischi” e gli
altri a valere sul bilancio, perché con i pagamenti a certo tempo data si sono
bloccati anche quelli dei primi 75 gg del 2011.
2. La valorizzazione di ogni utile strumento programmatorio (per quanto parziale,
relativamente al 2011, perché si è potuto pensare solo al II semestre, dopo l’insediamento il
14 marzo), concentrandosi, per il 2011, su ciò che effettivamente contava e dava valore:
• due diligence dei contratti e avvio delle conseguenti attività, con verifica dei fabbisogni
e analitica prospettazione nelle proposte deliberative dell’esame di ogni possibile
soluzione alternativa per soddisfare l’esigenza, unita alla attestazione della
indefettibilità – utilità e necessità – dell’acquisto in relazione alle giacenze nei
magazzini;
• ricognizione delle apparecchiature biomedicali, dei leasing e dei relativi contratti di
manutenzione, con le conseguenti decisioni per fuori uso, semplificazione, recupero
(scoprendo casi di apparecchiature consegnate e non collaudate/prese in carico/pagate
da anni, strumenti inutilizzati nei sottoscala o nei magazzini, contratti di manutenzione
prorogati da anni) e centralizzazione interventi manutentivi;
• verifica delle utenze (anche qui decine di contratti in essere per sedi dismesse o non
più utilizzate o in uffici non più esistenti) e dei beni strumentali (tessere carburante in
numero superiore ai mezzi, decine di mezzi fermi da anni per blocco amministrativo
senza l’attivazione dei conseguenti procedimenti disciplinari/contabili, contravvenzioni
e sanzioni varie pagate senza controllo e magari dopo aver fatte scadere così che
possono emergere solo dopo anni con pesanti cartelle esattoriali, beni aziendali in uso ad
altri enti pubblici pagando bolli e assicurazioni);
In particolare, la ristrutturazione dei costi e la programmazione.
3. L’azione di costante monitoraggio di tutte le voci più critiche, MAI effettuata, a
partire dai determinanti giuridici (decine di contratti di fornitura scaduti da anni in
proroga o sui quali non si era riusciti nemmeno a fare la proroga e si viveva di sanatoria
in sanatoria, con l’assenza di una visione complessiva della situazione) ed economici (i
mandati di pagamenti venivano portati alla firma senza alcuna possibilità di verifica del
sottostante).
4. Il progressivo avvio di gare uniche centralizzate, ove conveniente: portierato, rifiuti
speciali, pulizia, ausiliariato, vigilanza, mensa degenti, servizio emergenza 118,
tesoreria, assicurazioni, materiale sanitario (presidi chirurgici, suture e materiale per
laparoscopia, materiali per sterilizzazione, materiali monouso in tnt e plastica con
esclusione di guanti e pannoloni per uso ospedaliero, dispositivi per endoscopia
digestiva, pellicole e materiale radiografico, medicazione e cerottaggio, pace-makers
ed accessori, gas medicali, dispositivi per emodinamica, sets per pompe infusionali, sets
per miscelazione e somministrazione farmaci oncologici, lentine intraoculari, carte per
apparecchiature elettromedicali, ausili per antidecubito, allergeni e materiale
accessorio per determinazioni in vivo, preparazioni galeniche ed eccipienti vari,
dispositivi per diabetici, alimenti speciali e sets nutrizionali, poppatoi, prodotti
sostitutivi del latte materno – poppatoi, deflussori per soluzioni infusionali, aghi
monouso, protesi ortopediche);
In particolare, la ristrutturazione dei costi e la programmazione.
5. La regolarizzazione e la contrattualizzazione delle manutenzioni per
apparecchiature elettromedicali, quali: sistema per radiologia digitale,
apparecchiature di gastroscopia pediatrica, apparecchiatura di medicina nucleare,
apparecchiatura angiografica, tomografo a risonanza magnetica, risonanza
magnetica, apparecchiatura diagnostica telecomandata, apparecchiature di
endoscopia rigida, apparecchiatura mammografo digitale, apparecchiatura
ecotomografi, apparecchiature portatile radioscopia, sistema di gestione della
terapia infusionale;
In particolare, la ristrutturazione dei costi e la programmazione.
6. La valorizzazione dello strumento della distribuzione diretta dei farmaci
(semplificazione e riduzione dei costi, con miglior servizio) e le azioni di
razionalizzazione dei magazzini farmaceutici (analisi dei consumi medi mensili
per le tipologie dei beni a più alto costo, riferito alle prime 10 voci di costo per
classe merceologica; migliorare l'integrazione fra i magazzini, inizialmente almeno
in ciascun ambito territoriale; interventi per il miglioramento dell'appropriatezza
prescrittiva, soprattutto negli Ospedali per i farmaci biosimilari; raccolte
fabbisogni per adesione a gare regionali centralizzate), unite a misure di
contenimento dei costi aziendali dei beni sanitari - da attuarsi da parte delle
farmacie ospedaliere e distrettuali - e al miglioramento dei flussi informativi
relativi all’assistenza farmaceutica.
Per assologistica , ammonta a 300 milioni di euro il costo dei farmaci che si disperdono annualmente in Italia all’interno del ciclo
distributivo ospedaliero. Altri 240 milioni di euro sono il valore annuale dei farmaci e degli altri beni sanitari che, regolarmente
acquistati dalle aziende sanita- rie locali, non raggiungono la somministra- zione al paziente ma si disperdono durante le
numerose e spesso incontrollate tappe che percorrono all’interno delle realtà ospedaliere, dall’arrivo nei magazzini fino alle
corsie dei nosocomi.
La filiera dei prodotti farmaceutici è composta da 5 attori: 230 industrie farmaceutiche, 130 concessionari/depositari, circa
5.000 trasportatori e operatori logistici, 128 distributori intermedi (grossisti), 17.000 farmacie più 2.500 ospedali
(comprendendo le case di cura e le A.s.l.).
In particolare, la ristrutturazione dei costi e la programmazione.
7. Il censimento dei fitti attivi e passivi e, poi, l’avvio di un’azione credibile e,
soprattutto, sostenibile, di riduzione dei fitti passivi;
8. Oltre alle azioni di rialfabetizzazione amministrativa prima accennate, alcune
ulteriori misure, quali:
• la trasparenza totale dell ’ attività aziendale: delibere, lavori, liste di
attesa, investimenti, decisioni, atti programmatori, gare, lavori, movimenti
del personale … e non del solo frontespizio delle delibere;
• la razionalizzazione dei flussi finanziari, con la definizione degli iter
amministrativi condivisi per la corretta imputazione della spesa.
In particolare, la ristrutturazione dei costi e la programmazione.
Alcune domande.
Alcune domande sorgono spontanee.
Come è stato possibile?
Nessuno se ne è accorto?
Come mai nessuno è intervenuto?
Forse era una perdita, una operatività aziendale legata alla necessità di
assicurare servizi e strutture di qualità a fronte di un insufficiente
finanziamento regionale?
La risposta alle prime tre domande va lasciata a chi c’era prima del 14 marzo
2011, ma sembra utile riflettere su due aspetti.
 che cosa sarebbe disposto a fare, ognuno di Noi, per difendere una rendita
di oltre 700mila euro al giorno e che cosa avrebbero fatto i “beneficiari”
di questo incredibile flusso di denaro per difendere questa “rendita”,
perché nessuno, ovviamente, può mettersi direttamente e pubblicamente
contro la “medicina” che cura la “malattia di uno spreco dalle dimensioni
mirabolanti”;
 che cosa si sarebbe potuto fare con gli oltre 600 milioni di euro, 1.200
miliardi delle vecchie lire, che si sono persi in 27 mesi, dal 1 gennaio 2009
al 31 marzo 2011.
La risposta alla quarta e ultima domanda sta nel risultato che ha permesso il
ritorno alla gestione ordinaria, perché i soldi non solo bastavano, ma
avanzavano.
Alcune domande.
I “Beneficiari” di quella situazione hanno usato, con geometrica precisione, OGNI
MEZZO UTILE con l’unico OBIETTIVO CHE LA “CURA” VENISSE SCAMBIATA
CON LA “MALATTIA”, per far sì che nel polverone si potessero perdere o ritrovare
smarrite le “persone per bene”, per indurre chi stava salendo sul carro del
cambiamento a ricordare che prima o poi il commissariamento sarebbe terminato e
tutto sarebbe ritornato come prima.
hanno USATO OGNI MEZZO – al di là delle decine di denunce, esposti, anonimi,
accuse inoltrate a Ministri, Presidenti, Tribunali, Procure, …, puntualmente ripresi
con geometrica precisione dai media locali – per “sporcare” non tanto i risultati,
che sotto gli occhi di tutti stavano via via emergendo, quanto l’idea che:
• si potesse cambiare;
• esisteva un modo diverso di gestire la prima azienda pubblica della provincia;
• che per avere udienza non serviva la “presentazione”, ma bastava presentarsi;
• non si intermediava.
Alcune domande.
Alcune domande.
IN REALTA’,
l’unica Commissione Trasparenza in
Italia, viene nominata dopo il parere del
Parlamento dal Governo, così come
previsto dal dlgs 150/2009
IN REALTÀ,
il Piano Attuativo era stato approvato
dal Presidente, On. Caldoro, con
prescrizioni, ed era la prima volta dopo
vari tentativi negli anni precedenti.
IN REALTA’,
tutti i rappresentanti delle Associazioni
di volontariato interessate avevano
sottoscritto un atto nel quale venivano
validati i requisiti richiesti dal bando.
Alcune domande.
Falsificare i bilanci costituisce reato, almeno se chi lo
fa è un dipendente pubblico, ma c’è chi dopo anni di
disastri non sa più distinguere nemmeno il confine tra
lecito e illecito.
Il bilancio per le regioni con Piano di rientro viene
monitorato trimestre per trimestre dalla cabina di
regia regionale con l’assistenza tecnica di KPMG.
Per la prima volta è stata richiesta la certificazione ai
macrocentri di aver valorizzato nella competenza le
diverse partite.
Alcune domande.
Alcune domande.
Infine, nel concludere …
Vi dico grazie per l’invito e per avermi ascoltato,
ma il mio grazie, di cuore va, anticipatamente, a chi tra Voi tornando a casa e al proprio
lavoro non vorrà rimanere in silenzio e vorrà parlarne a amici, colleghi, associazioni,
persone “per bene”,
PERCHE’ ciò dimostra che non servono grosse cose e non servono roboanti annunci,
ma la semplice gestione della “cosa pubblica” con il criterio del buon padre di famiglia,
PERCHE’, così, forse, tante più persone parleranno della possibilità di farcela,
PERCHE’, così ,tante più persone “per bene” sentiranno che ce la si può fare
e ciò aiuterà il cambiamento,
PERCHE’, così, i tanti dipendenti pubblici “per bene”, che sono la stragrande
maggioranza, crederanno che è possibile farcela e rafforzeranno l’onda del
cambiamento,
e, così, probabilmente, a forza di parlarne,
la meritocrazia, la responsabilità, l’impegno, la trasparenza, l’integrità, il servizio al
cittadino al posto del proprio tornaconto personale, riusciranno a travolgere le
“camarille”, la logica delle “appartenenze” e le rendite di posizione,
cioè i vantaggi di pochi a danno dei molti

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  • 1. RISTRUTTURARE I COSTI IN UNA ASL COMMISSARIATA Col. CC. Maurizio Bortoletti già Commissario Straordinario dell’ASL di Salerno 2011 - 2012 MASTER IN PROCUREMENT MANAGEMENT Modulo di “Pianificazione, gestione e controllo della spesa”
  • 2. Il tema della spesa appare, con tutta evidenza strategico, in una Regione in Piano di rientro, la Campania, e in una ASL, quella di Salerno, commissariata. Spendere meglio e, quindi, spendere meno, a trasferimenti regionali invariati, non esaurisce, però, la questione per una Azienda, restituita alla gestione ordinaria nell’estate del 2012, che ogni anno “consumava” nell’acquisito di beni e servizi oltre 800 Meuro e che nei 27 mesi precedenti l’intervento aveva perso, ogni giorno, oltre 700mila euro. La scelta è stata quella di non togliere ancora ai cittadini salernitani, già penalizzati da una simile situazione: l’azzeramento di questa perdita corrente, che era solo una minima parte del problema, è il risultato di un diversificato pacchetto di interventi, che ha dovuto superare le resistenze dei “beneficiari” di quella spesa evidentemente improduttiva e che ancora oggi, con l’Azienda che continua ad operare in equilibrio, producono i propri effetti. III MODULO Pianificazione, gestione e controllo della spesa.
  • 3. Indice degli argomenti trattati. L’Azienda Sanitaria Locale di Salerno in cifre • L’ASL di Salerno il 14 marzo 2011: i dati. • L’ASL di Salerno il 14 marzo 2011: i fatti. • L’ASL di Salerno il 31 luglio 2012. Le azioni. • In particolare, individuare e incidere sui MUDA. • In particolare, innovazione e rialfabetizzazione gestionale. • In particolare, la ristrutturazione dei costi e la programmazione. Alcune domande.
  • 4. L’ASL di Salerno in cifre. Distretti SocioSanitari 13 Plessi Ospedalieri 11 Posti Letto Ospedalieri 1837 Dipartimento di Prevenzione 3 Dipartimento Salute Mentale 3 Medici di Medicina Generale 927 Pediatri di Libera Scelta 137 Medici Specialisti ambulatoriali (ex Sumai) 382 Farmacie 331 Dirigenti Medici 2033 Dirigenti Amministrativi,Tecnici,Professionali 269 Personale del comparto (non dirigente) 6062 Totale Personale 8.364 Popolazione 1.107.652 Famiglie 411.388 Superficie Kmq 4.917,15 Densità media (abitanti/Kmq) 225 Comuni 156 Case di Cura 9 Posti Letto 1102 Centri di Riabilitazione 36 Residenza Sanitarie Assistite 13 Strutture Termali 7 Comunità per Tossicodipendenti 2 Laboratori di Analisi 118 Centri di diagnostica 38 Centri di medicina nucleare 3 Centri di fisiokinesiterapia 50 Centri di dialisi 22 Centri di diabetologia 5
  • 5. L’ASL di Salerno in cifre. Conto Economico ASL SALERNO Previsionale 2009 Consuntivo 2009 Previsionale 2010 Consuntivo 2010 A) Valore della produzione Totale valore della produzione (A) 1.537.863 1.568.923 1.567.167 1.615.188 B) Costi della produzione Totale costi della produzione (B) 1.557.166 1.660.761 1.563.280 1.722.729 C) Proventi e oneri finanziari Totale proventi e oneri finanziari (C) -8.046 -2.170 -3.026 -12.450 D) Rettifiche di valore di attività finanziarie Totale rettifiche di valore di attività finanziarie (D) 0 0 0 -189 E) Proventi e oneri straordinari Totale proventi e oneri straordinari (E) -7.627 -113.762 -2.900 -81.095 Risultato prima delle imposte (A – B +/- C +/- D +/- E) -34.976 -207.770 -2.039 -201.276 Imposte e tasse Totale imposte e tasse 40.958 42.827 42.198 43.446 RISULTATO DI ESERCIZIO -75.934 -250.597 -44.237 -244.721
  • 6. L’ASL di Salerno il 14 marzo 2011: i dati. Conto Economico ASL SALERNO Consuntivo 2009 Consuntivo 2010 I TRIM. 2011 Totale valore della produzione (A) 1.568.923 1.615.188 389.930 B.1) Acquisti di beni 163.789 166.631 44.021 B.2) Acquisti di servizi 837.372 850.186 212.439 B.3) Manutenzione e riparazione (ordinaria esternalizzata) 12.182 12.356 2.972 B.4) Godimento di beni di terzi 14.207 14.033 3.493 B.5) Personale del ruolo sanitario 469.796 466.760 116.889 B.6) Personale del ruolo professionale 1.574 1.823 471 B.7) Personale del ruolo tecnico 59.783 58.654 14.497 B.8) Personale del ruolo amministrativo 40.035 39.463 9.983 B.9) Oneri diversi di gestione 4.932 4.111 922 B.10) Ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali 174 193 43 B.11) Ammortamento dei fabbricati 6.087 5.920 1.480 B.12) Ammortamenti delle altre immobilizzazioni materiali 7.504 6.956 1.778 B.13) Svalutazione dei crediti 0 0 9.550 B.14) Variazione delle rimanenze 789 -2.742 -1.578 B.15) Accantonamenti tipici dell’esercizio 42.537 98.385 24.280 Totale costi della produzione (B) 1.660.761 1.722.729 441.241 Totale proventi e oneri finanziari (C) -2.170 -12.450 -2.320 Totale rettifiche di valore di attività finanziarie (D) 0 -189 0 E) Proventi e oneri straordinari E.1) Proventi straordinari 4.806 5.742 0 E.2) Oneri straordinari 118.568 86.838 0 Totale proventi e oneri straordinari (E) -113.762 -81.095 0 Risultato prima delle imposte -207.770 -201.276 -53.631 Totale imposte e tasse 42.827 43.446 10.680 RISULTATO DI ESERCIZIO -250.597 -244.721 -64.310
  • 7. L’ASL di Salerno il 14 marzo 2011: i fatti. 1. disavanzo riportato in Stato Patrimoniale 2010 pari a oltre 1,7 miliardi di euro, 2. nel 2010, il Collegio Sindacale aveva mosso 625 rilievi o osservazioni, con 155 pareri negativi e decine di atti con l’invito, raramente ottemperato, di trasmetterli alla Corte dei Conti, a decine dei quali non era mai stata data risposta; 3. l’unica unificazione delle 3 ex Aziende Sanitarie accorpate alla data del 24 marzo 2009, aveva riguardato i vertici, cioè le nomine delle 7 Funzioni centrali, mentre sopravvivevano nelle sedi centrali delle due preesistenti ASL oltre a quella di Salerno (Nocera e Vallo della Lucania) nonostante l’evidente soppressione giuridica delle entità prima là esistenti, strutture e coordinamenti che hanno continuato ad operare come se fossero ancora in vita le 3 vecchie aziende; 4. assenza di un bilancio preventivo 2011 approvato; 5. una gestione liquidatoria delle ex USL che perdurava da oltre un decennio senza vedere l’orizzonte, mentre “ballavano” cifre impressionanti;
  • 8. L’ASL di Salerno il 14 marzo 2011: i fatti. 6. contro l’ASL – al 31 marzo 2011 - erano pendenti un numero di ricorsi ignoti al dirigente della Funzione Centrale Affari Legali, che non aveva acquisito il dato delle disciolte ex ASL SA1 e SA 3, mentre rimaneva ignota una corretta stima degli accantonamenti, con sforamenti a bilancio pari al 6% delle risorse trasferite. Nella sola ex ASL SA 2 si registravano: • 518 ricorsi del personale contro l’Azienda (controvalore stimato in 9 Meuro); • 802 ricorsi dai fornitori, 237 citazioni per danni, 327 altre cause a vario titolo e 40 liti pendenti davanti al TAR (controvalore stimato di sola quota capitaria di 207 Meuro). 7. assenza - con una funzione “controllo di gestione” soppressa a Febbraio 2011 - di qualsivoglia strumento di programmazione e controllo sistematico (“Piano degli interventi manutentivi”, “Piano della formazione”, “Regolamento economale”, “Piano di programmazione dello straordinario e delle altre indennità accessorie”, “Regolamento per l’utilizzo delle telefonia cellulare”, “Piano della Pronta Disponibilità”, per dirne solo alcuni, sui quali si e’ lavorato con successo o sui quali si sta lavorando), se non quello lasciato alla buona volontà dei dirigenti;
  • 9. L’ASL di Salerno il 14 marzo 2011: i fatti. 8. prigioniera di una tragica situazione di carenze infrastrutturali (una prima due diligence aveva individuato esigenze superiori ai 100 Meuro, solo per gli interventi minimali e di messa in sicurezza) , anche per quel che riguarda i servizi territoriali, con la convivenza di realtà: • nuove inutilizzate, come era per il PO di Sarno; • prossime ad essere consegnate che non si riuscivano a concludere e a acquisire per contenziosi o investimenti esigui, come quella di Pagani; • bloccate per irrisorie controversie (la rimozione di una struttura in ferro) come il nuovo Pronto Soccorso dell’Ospedale di Nocera, un DEA di III livello, che era in queste condizioni dal 2001, data di avvio dell’opera. 9. la mancata richiesta della certificazione relativamente alla inesistenza di eventuali altri documenti di debito, ovvero obbligazioni assunte e non riportate nel bilancio di esercizio ai Macrocentri di responsabilità, al fine di redigere un conto economico il più possibile ispirato a corretti principi contabili e che possa definire, nel miglior modo possibile, il quadro fedele della situazione economico patrimoniale della azienda, nonostante venissero registrate costantemente sopravvenienze incredibili non coperte da accantonamenti di estremo rilievo.
  • 10. L’ASL di Salerno il 14 marzo 2011: i fatti. 10. una carenza di personale giunta a livelli insostenibili a causa del blocco del turn over, con l’Azienda oramai sull’orlo del collasso nell’assicurare i livelli minimi di assistenza in relazione ai Presidi esistenti, con un ricorso a voci accessorie e uno sforamento dei fondi contrattuali per decine di milioni di euro; 11. risultava assente qualsivoglia normale valorizzazione degli strumenti resi disponibili dal progresso tecnologico, con la carenza: • di un’unica piattaforma per la gestione amministrativa – contabile, • di una rilevazione elettronica delle presenze in tutta l’Azienda, • di un’unica rete intranet aziendale, per cui appariva normale l’utilizzo di provider privati, • nell’uso della posta certificata, mentre l’adesione nel 2010 - nonostante la mancata previsione del “piano di fatturazione” nel capitolato - a un contratto SORESA Engineering per 9 Meuro impediva di procedere a qualsiasi intervento che non si traducesse in una gestione schizofrenica, tale da rendere ingiustificabili i costi sostenuti.
  • 11. L’ASL di Salerno il 31 luglio 2012. CONTO ECONOMICO Consuntivo 2009 Consuntivo 2010 I TRIM. 2011 Consuntivo 2011 II TRIM. 2012 A) Valore della produzione A.1) Contributi in c/esercizio 1.485.943 1.546.992 373.692 1.475.841 737.920 A.2) Proventi e ricavi diversi 47.124 39.884 9.882 41.132 20.507 A.3) Concorsi, recuperi e rimborsi per attività tipiche 17.618 9.736 3.082 7.596 3.582 A.4) Compartecipazione alla spesa per prestazioni sanitarie 8.534 10.130 2.405 12.829 5.927 A.5) Costi capitalizzati 9.704 8.446 869 3.501 1.665 Totale valore della produzione (A) 1.568.923 1.615.188 389.930 1.540.898 769.601 B.1) Acquisti di beni 163.789 166.631 44.021 161.251 86.889 B.2) Acquisti di servizi 837.372 850.186 212.439 814.357 401.751 B.3) Manutenzione e riparazione (ordinaria esternalizzata) 12.182 12.356 2.972 10.699 5.515 B.4) Godimento di beni di terzi 14.207 14.033 3.493 10.105 5.034 B.5) Personale del ruolo sanitario 469.796 466.760 116.889 409.152 203.390 B.6) Personale del ruolo professionale 1.574 1.823 471 1.474 737 B.7) Personale del ruolo tecnico 59.783 58.654 14.497 49.176 24.015 B.8) Personale del ruolo amministrativo 40.035 39.463 9.983 36.122 17.943 B.15) Accantonamenti tipici dell’esercizio 42.537 98.385 24.280 17.103 6.688 Totale costi della produzione (B) 1.660.761 1.722.729 441.241 1.537.647 758.812 Totale proventi e oneri finanziari (C) -2.170 -12.450 -2.320 -1.113 -521 Totale rettifiche di valore di attività finanziarie (D) 0 -189 0 -117 0 Totale proventi e oneri straordinari (E) -113.762 -81.095 0 -2.769 7.594 Risultato prima delle imposte (A – B +/- C +/- D +/- E) -207.770 -201.276 -53.631 -749 17.862 Totale imposte e tasse 42.827 43.446 10.680 38.260 18.963 RISULTATO DI ESERCIZIO -250.597 -244.721 -64.310 -39.009 -1.101
  • 12. L’ASL di Salerno il 14 marzo 2011: i fatti. “…. una gestione della cosa pubblica improvvisata che va oltre la malafede …” Dott. Tommaso Cottone Procuratore Regionale della Corte dei Conti Udienza di inaugurazione dell’anno giudiziario Napoli, 25 febbraio 2012
  • 13. L’ASL di Salerno il 14 marzo 2011: i fatti. “…. Nonostante il grande impegno della regione per uscire dalla crisi, ancora oggi il settore presenta elementi di rigidità e sacche di privilegi che impediscono una vera riconversione dei comportamenti produttivi di danno. Tuttavia, in Campania vi sono segnali che risultati positivi sono possibili. Tale è il caso della ASL di Salerno dove, in virtù di una attenta e rigorosa azione gestoria, lo scostamento che correntemente veniva registrato dal 2009 rispetto alle rimesse trasferite dalla Regione, si è ridotto dell’80%. L’azione del Commissario Straordinario, che pure è intervenuta in una situazione di deficit di oltre 1,7 miliardi di euro registrata alla fine del 2010 e dove regnava un regime di illegittimità che neppure di curava di dare seguito alle osservazioni e alle denunce provenienti dal Collegio Sindacale, è riuscita in poco tempo e soprattutto senza contrazione di servizi, a contenere le perdite dimostrando che con una oculata e trasparente dirigenza sono possibili gestioni più virtuose. E ciò senza fare ricorso né a incarichi, né a consulenze, né a professionalità esterne alla struttura sanitaria, ma semplicemente utilizzando a pieno le risorse esistenti e valorizzando il personale in organico. Ciò conforta la politica della Procura contabile…” Dott. Tommaso Cottone Procuratore Regionale della Corte dei Conti Udienza di inaugurazione dell’anno giudiziario Napoli, 25 febbraio 2012
  • 14. L’ASL di Salerno il 14 marzo 2011: i fatti. “… Numerose vertenze, le cui istruttorie sono tuttora in corso, sono state avviate a seguito di documentate denunce del Commissario Straordinario della ASL Salerno che, tra l’altro, ha trasmesso alla Procura i provvedimenti di rilievo del Collegio sindacale. In tale vicenda si noti la peculiare interpretazione degli obblighi di denuncia da parte di detto collegio che invece di denunciare i profili di danno direttamente alla Corte dei conti, ha invitato l’Azienda a trasmettere l’esito dei rilievi ritenuti dannosi. La Procura contabile nel corso di questo ultimo anno, ha avuto modo, più volte, di ribadire le disposizioni sull’obbligo di denuncia, sottolineando anche le responsabilità che derivano dall’omissione delle denunce. Le delibere segnalate hanno i più svariati contenuti, quali pagamento fatture, progressioni economiche dei dipendenti (conferimenti incarichi ex art. 15 septies del 502/1992), liquidazioni competenze professionali ad avvocati del libero foro, liquidazioni indennità ai componenti della commissione invalidità civile…”. Dott. Tommaso Cottone Procuratore Regionale della Corte dei Conti Udienza di inaugurazione dell’anno giudiziario Napoli, 2 marzo 2013
  • 15. L’ASL di Salerno il 31 luglio 2012.
  • 16. L’ASL di Salerno il 31 luglio 2012.
  • 17. L’ASL di Salerno il 31 luglio 2012. Dalla spending review «parlata» alla spending review «praticata»
  • 18. Le azioni. Di fronte a questa situazione, con meno poteri, come noto, di quelli di un direttore generale in gestione ordinaria che attraverso lo strumento programmatorio può avviare le riforme necessarie, senza la possibilità di: • innestare “nuova linfa” da fuori Azienda per il blocco del turn over, • sostituire quelli che si dimostravano impermeabili a qualsivoglia cambiamento, alla luce del tempo, delle energie e delle risorse che ciò avrebbe richiesto in relazione alle scarse possibilità di riuscita, visto il reticolare intreccio di interessi e convenienze pronto ad entrare in azione ogni qualvolta si ponevano le basi per andare oltre lo “status quo ante” verso l’Azienda unica, vi erano quattro soluzioni.
  • 19. Le azioni. LA PRIMA: quella di “lasciare andare” l’Azienda com’era andata fin lì: se nessuno era fin lì intervenuto, si poteva continuare tranquillamente a perdere 500 euro al minuto nel disinteresse generale facendola sprofondare sempre più nel baratro, scegliendo di “non fare”, non so, forse cercando di firmare il meno possibile, di non vedere, di non farsi coinvolgere e di non farsi carico dei problemi;
  • 20. Le azioni. LA SECONDA: quella di rinunciare, quella di dare ascolto alla ragione, quella di restituire il mandato al Presidente Caldoro, evitando, così, di essere coinvolto dagli schizzi di fango che vanno ovunque quando si mette mano a situazioni degradate e abbruttitesi nel tempo, nonostante non se ne abbia alcuna responsabilità, essendo evidente fin dal principio e a tutti coloro che vogliono vedere come i “beneficiari” degli oltre 700mila euro al giorno di perdita non sarebbero stati a guardare;
  • 21. Le azioni. LA TERZA: quella di applicare in modo draconiano le regole, fin lì, invero, alquanto disattese. Poteva essere una soluzione facile, forse comoda, perché fare il censore sulla “pagliuzza”, dopo che per anni non erano state viste le “travi”, è agevole, ma chi fin lì: • non aveva fatto, difficilmente avrebbe iniziato a fare; • non era stato in grado di fare, difficilmente avrebbe contribuito in qualche modo, pur tra mille difficoltà ed errori, ad una idea di risanamento; • aveva contribuito a ampliare il “buco” senza che nessuno intervenisse per fermarlo difficilmente avrebbe collaborato, anzi avrebbe trovato alleati e sponde per frenare qualsiasi tentativo di rivitalizzazione in attesa di un illusorio ritorno del “ben tempo andato”, con UN ESITO PREVEDIBILE, la paralisi dell’Azienda e l’ulteriore peggioramento della quantità e della qualità dei servizi erogati ai cittadini, che già subivano da anni una situazione drammatica, con l’UNICO RISULTATO, forse, di denunciare qua e là qualche poveretto, senza poter distinguere dove c’erano dolo e vantaggi personali da dove c’era solo, a questo punto, molte volte, l’impossibilità di trovare una norma applicabile per la situazione che precipitava dal passato.
  • 22. LA QUARTA: quella di rialfabetizzare la gestualità amministrativa e gestionale dell’Azienda, nella convinzione che “… lo Stato non possa abdicare …”. Il FARE al posto del CONTEMPLARE I PROBLEMI ha: • richiesto di fare frequentemente lo slalom tra le macerie del passato, che continuavano a emergere qua e là ogniqualvolta si cercava di trovare la stessa regola da applicare; • reso necessario accompagnare chi non era in grado di fare e si trovava in posizioni apicali nella più grande ASL d'Italia, con un’azione di tutoraggio continuo e, a volte, di vera e propria sostituzione nell’esercizio di funzioni dirigenziali di competenza di chi non le esercitava da anni; • consentito di recuperare la parte sana dell’azienda, le tante “persone per bene “ che vi operano e che erano le principali vittime della situazione, e che - a volte assumendosi responsabilità incredibili, nell’assenza di norme applicabili - lavorando e collaborando spesso fino alle ore più strane, senza riserve, hanno fornito, in quella situazione di assoluta confusione gestionale e amministrativa, pur con i loro errori, pur con le loro cattive abitudini, un contributo determinante all’equilibrio operativo raggiunto verso la fine del 2011 e confermato nel i semestre del 2012. Le azioni.
  • 23. Muda è una parola giapponese che significa spreco, ma che ha, se possibile, ancora un significato più ampio di quello italiano. Muda, infatti, identifica ogni attività priva di valore aggiunto. Rappresenta tutto quello che, a contorno di un prodotto o servizio, il cliente non è disposto a pagare perché ritenuto superfluo: OVVIO, nel «pubblico» è un problema che non esiste e che un dirigente può non porsi mai perché il «cittadino-cliente» può avere la VOICE, ma, spesso, non ha la EXIT di Hirshmann. Con due ulteriori notazioni:  nel pubblico i DANNI fatti oggi si pagano – meglio, l’organizzazione e, quindi, TUTTI NOI li paghiamo - a distanza di molti anni;  nel pubblico, non si ragiona per «costo pieno» e, quindi, non si calcola quanto costano quelle risorse umane impiegate a non produrre valore, dando per scontato che sia una costo dato e scambiando, così, con estrema leggiadria, la non comprimibilità del costo con la circostanza che quel costo non comprimibile andrebbe comunque reso produttivo. In particolare, individuare e ridurre i MUDA
  • 24. In particolare, individuare e ridurre i MUDA 1. SCORTE/MAGAZZINI INUTILI: UN PEZZO FERMO NON CREA VALORE, OCCUPA SPAZIO, RICHIEDE DI ESSERE SPESSO MOVIMENTATO
  • 25. 2. ATTESE/CODE PER COMPLETARE UN CICLO, UNA FASE, UN PRODOTTO, CON PERSONALE (OVVIO, SENZA PROPRIA COLPA) PAGATO PER NON LAVORARE. Si riferisce sia al tempo impiegato dai lavoratori nell'attesa che la risorsa sia disponibile, sia al capitale immobilizzato in beni e servizi che non sono ancora stati consegnati al cliente. In particolare, individuare e ridurre i MUDA
  • 26. 3. SOVRAPRODUZIONE: ACQUISTARE/PRODURRE QUANDO NON SERVE O IN ANTICIPO. Tende a nascondere problemi di produzione: si dice che è la «mamma» di tutti gli sprechi. La sovrapproduzione deve essere immagazzinata, gestita e protetta, generando quindi altri sprechi. In particolare, individuare e ridurre i MUDA
  • 27. 4. ERRORI/DIFETTI/SCARTI: NECESSITA’ DI INTERROMPERE LA «CATENA DELL’ERRORE». In particolare, individuare e ridurre i MUDA
  • 28. 5. MOVIMENTAZIONE/SPOSTAMENTI INUTILI DI MATERIALI, SERVIZI, FUNZIONI, PRODOTTI E, INFINE, PERSONE In particolare, individuare e ridurre i MUDA
  • 29. 6. TRASPORTI INUTILI, ERRATO LAYOUT DELLE UNITA’ PRODUTTIVE, MATERIALI IN DISORDINE, STOCCAGGIO IN AREE SBAGLIATE. I trasporti non introducono alcuna trasformazione al prodotto che il cliente sia disposto a pagare. In particolare, individuare e ridurre i MUDA
  • 30. 7. PROCESSI INUTILI, FASI DELLA PRODUZIONE CHE NON PRODUCONO VALORE MA SOLO SICUREZZA FORMALE/BUROCRATICA, LAVORAZIONI RITARDANTI, CONCREZIONI BUROCRATICHE E CREAZIONE DI PASSAGGI AMMINISTRATIVI INUTILI In particolare, individuare e ridurre i MUDA
  • 31. In estrema sintesi In particolare, individuare e ridurre i MUDA Lo spreco, molto spesso dovuto ad una cattiva organizzazione aziendale, si elimina intervenendo sulla CATENA DELLE CAUSE DEL NON VALORE nei processi aziendali.
  • 32. Un’azione: • a legislazione invariata; • senza tagli lineari, che avrebbero penalizzato i più bravi e le strutture virtuose, ma ristrutturando i costi, chiedendosi come e perché si produceva ciascun costo; • senza togliere nulla ai cittadini, mentre si iniziava progressivamente a restituire loro i soldi non più sprecati (ad es., i weekend operatori o i 38 Meuro di investimenti – appostati nel preventivo 2012 chiuso con l’EBITDA a zero - in apparecchiature elettromedicali e in infrastrutture); • senza chiudere nulla, se non la riconversione di un presidio - prevista dal piano di rientro - dopo il sequestro di sale operatorie e farmacia da parte del NAS; • senza risorse aggiuntive; • pagando regolarmente i fornitori e, nel caso di coloro che erano stati colpiti dal sisma del 2012, riuscendo ad anticipare il pagamento delle fatture anche non scadute a coloro che avevano sedi operative o stabilimenti distrutti; • chiudendo importanti transazioni grazie alle risorse aggiuntive messe a disposizione con farmacisti e sanità privata, con un notevole abbattimento dei costi per interessi e spese legali e, conseguentemente, degli accantonamenti; In particolare, innovazione e rialfabetizzazione gestionale.
  • 33. Un’azione nella quale si è tentato di GOVERNARE LA REALTÀ, come è stato necessario ricordare spesso a chi impartiva lezioni sulla legalità, iniziando a vedere le pagliuzze dopo che per anni non aveva visto le TRAVI. Una realtà dove era indispensabile richiamare Tutti ai contenuti irrinunciabili della “responsabilità dirigenziale” che dovrebbe vedere un dirigente pubblico interessarsi delle problematiche esistenti all’interno delle strutture poste sotto la propria responsabilità – partendo dal censimento iniziale delle criticità, quando si assume un incarico - per poi, solo in via residuale - e non principale con l’abituale scaricabarile - proporle superiormente, magari con una soluzione, perché la soluzione esula dalle proprie possibilità operative. Una realtà nella quale tutto questo non era consueto e si abdicava al normale esercizio della responsabilità dirigenziale – che avrebbe certamente limitato le perdite aziendali e l’aggravarsi della situazione infrastrutturale e dello stato delle apparecchiature elettromedicali – a favore di abitudini, quali quelle: • di scrivere invece che di fare, sperando, così di andare esenti da responsabilità; • di contemplare i problemi, nella convinzione che dopo aver scritto si fosse esaurita la propria responsabilità' rispetto al problema. In particolare, innovazione e rialfabetizzazione gestionale.
  • 34. Un’azione, quella di GOVERNARE LA REALTA’, giusto per dare una minima idea, che è: • partita un sabato mattina da una vera e propria “lezione” ai dirigenti apicali dell’Azienda sui rilievi del Collegio Sindacale, finalmente censiti e informatizzati, che nei due anni precedenti erano stati disattesi e ignorati; • proseguita chiedendo a tutti i dirigenti apicali un piano dei controlli su quelle aree di rispettiva competenza che per la loro “rischiosità” - in relazione alla funzionalità aziendale e alle conseguenze che potevano derivare da un mancato presidio – andavano tenute sotto adeguato controllo; • passata attraverso l’organizzazione degli scadenzari e della gestione della posta in arrivo, vistando con data e firma tutta la posta diretta alla Direzione e manoscrivendo le disposizioni ai dirigenti interessati, con la visione di decine di migliaia di pagine, se si considera che nel periodo sono:  stati annotati nel registro di protocollo 16.071 atti, cui si somma tutta la posta in uscita originata direttamente da Uffici e Funzioni centrali;  state adottate 1996 delibere (solo negli ultimi 6 mesi: 68 stigmatizzando errori del dirigente proponente, 105 con annotazioni e 58 a proroga e sanatoria di situazioni che, a volte, rasentavano l’incredibile)  state restituite 613 proposte deliberative ai dirigenti proponenti perché incomplete, inutili o per esigenze altrimenti fronteggiabili. In particolare, innovazione e rialfabetizzazione gestionale.
  • 35. In particolare, la ristrutturazione dei costi e la programmazione. 1. La relazione con i fornitori: presidiarla nel presente per costruire il futuro. Accordo con i fornitori della sanità privata: • regolarità dei pagamenti correnti in cambio dello stop alle azioni esecutive, esteso ai ritardi non imputabili all’ASL: • tutte le risorse non più sprecate nel contenzioso per erodere il debito pregresso, in modo UNIFORME; • tutte le risorse recuperate, in quota proporzionale sulle rispettive debitorie; • per affrontare congiuntamente eventuali singole, transitorie situazioni di difficoltà anticipando il pagamento di una parte del pregresso. Risparmio stimabile in 75 Meuro nel 2010, di cui 38 nel “fondo rischi” e gli altri a valere sul bilancio, perché con i pagamenti a certo tempo data si sono bloccati anche quelli dei primi 75 gg del 2011.
  • 36. 2. La valorizzazione di ogni utile strumento programmatorio (per quanto parziale, relativamente al 2011, perché si è potuto pensare solo al II semestre, dopo l’insediamento il 14 marzo), concentrandosi, per il 2011, su ciò che effettivamente contava e dava valore: • due diligence dei contratti e avvio delle conseguenti attività, con verifica dei fabbisogni e analitica prospettazione nelle proposte deliberative dell’esame di ogni possibile soluzione alternativa per soddisfare l’esigenza, unita alla attestazione della indefettibilità – utilità e necessità – dell’acquisto in relazione alle giacenze nei magazzini; • ricognizione delle apparecchiature biomedicali, dei leasing e dei relativi contratti di manutenzione, con le conseguenti decisioni per fuori uso, semplificazione, recupero (scoprendo casi di apparecchiature consegnate e non collaudate/prese in carico/pagate da anni, strumenti inutilizzati nei sottoscala o nei magazzini, contratti di manutenzione prorogati da anni) e centralizzazione interventi manutentivi; • verifica delle utenze (anche qui decine di contratti in essere per sedi dismesse o non più utilizzate o in uffici non più esistenti) e dei beni strumentali (tessere carburante in numero superiore ai mezzi, decine di mezzi fermi da anni per blocco amministrativo senza l’attivazione dei conseguenti procedimenti disciplinari/contabili, contravvenzioni e sanzioni varie pagate senza controllo e magari dopo aver fatte scadere così che possono emergere solo dopo anni con pesanti cartelle esattoriali, beni aziendali in uso ad altri enti pubblici pagando bolli e assicurazioni); In particolare, la ristrutturazione dei costi e la programmazione.
  • 37. 3. L’azione di costante monitoraggio di tutte le voci più critiche, MAI effettuata, a partire dai determinanti giuridici (decine di contratti di fornitura scaduti da anni in proroga o sui quali non si era riusciti nemmeno a fare la proroga e si viveva di sanatoria in sanatoria, con l’assenza di una visione complessiva della situazione) ed economici (i mandati di pagamenti venivano portati alla firma senza alcuna possibilità di verifica del sottostante). 4. Il progressivo avvio di gare uniche centralizzate, ove conveniente: portierato, rifiuti speciali, pulizia, ausiliariato, vigilanza, mensa degenti, servizio emergenza 118, tesoreria, assicurazioni, materiale sanitario (presidi chirurgici, suture e materiale per laparoscopia, materiali per sterilizzazione, materiali monouso in tnt e plastica con esclusione di guanti e pannoloni per uso ospedaliero, dispositivi per endoscopia digestiva, pellicole e materiale radiografico, medicazione e cerottaggio, pace-makers ed accessori, gas medicali, dispositivi per emodinamica, sets per pompe infusionali, sets per miscelazione e somministrazione farmaci oncologici, lentine intraoculari, carte per apparecchiature elettromedicali, ausili per antidecubito, allergeni e materiale accessorio per determinazioni in vivo, preparazioni galeniche ed eccipienti vari, dispositivi per diabetici, alimenti speciali e sets nutrizionali, poppatoi, prodotti sostitutivi del latte materno – poppatoi, deflussori per soluzioni infusionali, aghi monouso, protesi ortopediche); In particolare, la ristrutturazione dei costi e la programmazione.
  • 38. 5. La regolarizzazione e la contrattualizzazione delle manutenzioni per apparecchiature elettromedicali, quali: sistema per radiologia digitale, apparecchiature di gastroscopia pediatrica, apparecchiatura di medicina nucleare, apparecchiatura angiografica, tomografo a risonanza magnetica, risonanza magnetica, apparecchiatura diagnostica telecomandata, apparecchiature di endoscopia rigida, apparecchiatura mammografo digitale, apparecchiatura ecotomografi, apparecchiature portatile radioscopia, sistema di gestione della terapia infusionale; In particolare, la ristrutturazione dei costi e la programmazione.
  • 39. 6. La valorizzazione dello strumento della distribuzione diretta dei farmaci (semplificazione e riduzione dei costi, con miglior servizio) e le azioni di razionalizzazione dei magazzini farmaceutici (analisi dei consumi medi mensili per le tipologie dei beni a più alto costo, riferito alle prime 10 voci di costo per classe merceologica; migliorare l'integrazione fra i magazzini, inizialmente almeno in ciascun ambito territoriale; interventi per il miglioramento dell'appropriatezza prescrittiva, soprattutto negli Ospedali per i farmaci biosimilari; raccolte fabbisogni per adesione a gare regionali centralizzate), unite a misure di contenimento dei costi aziendali dei beni sanitari - da attuarsi da parte delle farmacie ospedaliere e distrettuali - e al miglioramento dei flussi informativi relativi all’assistenza farmaceutica. Per assologistica , ammonta a 300 milioni di euro il costo dei farmaci che si disperdono annualmente in Italia all’interno del ciclo distributivo ospedaliero. Altri 240 milioni di euro sono il valore annuale dei farmaci e degli altri beni sanitari che, regolarmente acquistati dalle aziende sanita- rie locali, non raggiungono la somministra- zione al paziente ma si disperdono durante le numerose e spesso incontrollate tappe che percorrono all’interno delle realtà ospedaliere, dall’arrivo nei magazzini fino alle corsie dei nosocomi. La filiera dei prodotti farmaceutici è composta da 5 attori: 230 industrie farmaceutiche, 130 concessionari/depositari, circa 5.000 trasportatori e operatori logistici, 128 distributori intermedi (grossisti), 17.000 farmacie più 2.500 ospedali (comprendendo le case di cura e le A.s.l.). In particolare, la ristrutturazione dei costi e la programmazione.
  • 40. 7. Il censimento dei fitti attivi e passivi e, poi, l’avvio di un’azione credibile e, soprattutto, sostenibile, di riduzione dei fitti passivi; 8. Oltre alle azioni di rialfabetizzazione amministrativa prima accennate, alcune ulteriori misure, quali: • la trasparenza totale dell ’ attività aziendale: delibere, lavori, liste di attesa, investimenti, decisioni, atti programmatori, gare, lavori, movimenti del personale … e non del solo frontespizio delle delibere; • la razionalizzazione dei flussi finanziari, con la definizione degli iter amministrativi condivisi per la corretta imputazione della spesa. In particolare, la ristrutturazione dei costi e la programmazione.
  • 41. Alcune domande. Alcune domande sorgono spontanee. Come è stato possibile? Nessuno se ne è accorto? Come mai nessuno è intervenuto? Forse era una perdita, una operatività aziendale legata alla necessità di assicurare servizi e strutture di qualità a fronte di un insufficiente finanziamento regionale?
  • 42. La risposta alle prime tre domande va lasciata a chi c’era prima del 14 marzo 2011, ma sembra utile riflettere su due aspetti.  che cosa sarebbe disposto a fare, ognuno di Noi, per difendere una rendita di oltre 700mila euro al giorno e che cosa avrebbero fatto i “beneficiari” di questo incredibile flusso di denaro per difendere questa “rendita”, perché nessuno, ovviamente, può mettersi direttamente e pubblicamente contro la “medicina” che cura la “malattia di uno spreco dalle dimensioni mirabolanti”;  che cosa si sarebbe potuto fare con gli oltre 600 milioni di euro, 1.200 miliardi delle vecchie lire, che si sono persi in 27 mesi, dal 1 gennaio 2009 al 31 marzo 2011. La risposta alla quarta e ultima domanda sta nel risultato che ha permesso il ritorno alla gestione ordinaria, perché i soldi non solo bastavano, ma avanzavano. Alcune domande.
  • 43. I “Beneficiari” di quella situazione hanno usato, con geometrica precisione, OGNI MEZZO UTILE con l’unico OBIETTIVO CHE LA “CURA” VENISSE SCAMBIATA CON LA “MALATTIA”, per far sì che nel polverone si potessero perdere o ritrovare smarrite le “persone per bene”, per indurre chi stava salendo sul carro del cambiamento a ricordare che prima o poi il commissariamento sarebbe terminato e tutto sarebbe ritornato come prima. hanno USATO OGNI MEZZO – al di là delle decine di denunce, esposti, anonimi, accuse inoltrate a Ministri, Presidenti, Tribunali, Procure, …, puntualmente ripresi con geometrica precisione dai media locali – per “sporcare” non tanto i risultati, che sotto gli occhi di tutti stavano via via emergendo, quanto l’idea che: • si potesse cambiare; • esisteva un modo diverso di gestire la prima azienda pubblica della provincia; • che per avere udienza non serviva la “presentazione”, ma bastava presentarsi; • non si intermediava. Alcune domande.
  • 44. Alcune domande. IN REALTA’, l’unica Commissione Trasparenza in Italia, viene nominata dopo il parere del Parlamento dal Governo, così come previsto dal dlgs 150/2009 IN REALTÀ, il Piano Attuativo era stato approvato dal Presidente, On. Caldoro, con prescrizioni, ed era la prima volta dopo vari tentativi negli anni precedenti. IN REALTA’, tutti i rappresentanti delle Associazioni di volontariato interessate avevano sottoscritto un atto nel quale venivano validati i requisiti richiesti dal bando.
  • 45. Alcune domande. Falsificare i bilanci costituisce reato, almeno se chi lo fa è un dipendente pubblico, ma c’è chi dopo anni di disastri non sa più distinguere nemmeno il confine tra lecito e illecito. Il bilancio per le regioni con Piano di rientro viene monitorato trimestre per trimestre dalla cabina di regia regionale con l’assistenza tecnica di KPMG. Per la prima volta è stata richiesta la certificazione ai macrocentri di aver valorizzato nella competenza le diverse partite.
  • 48. Infine, nel concludere … Vi dico grazie per l’invito e per avermi ascoltato, ma il mio grazie, di cuore va, anticipatamente, a chi tra Voi tornando a casa e al proprio lavoro non vorrà rimanere in silenzio e vorrà parlarne a amici, colleghi, associazioni, persone “per bene”, PERCHE’ ciò dimostra che non servono grosse cose e non servono roboanti annunci, ma la semplice gestione della “cosa pubblica” con il criterio del buon padre di famiglia, PERCHE’, così, forse, tante più persone parleranno della possibilità di farcela, PERCHE’, così ,tante più persone “per bene” sentiranno che ce la si può fare e ciò aiuterà il cambiamento, PERCHE’, così, i tanti dipendenti pubblici “per bene”, che sono la stragrande maggioranza, crederanno che è possibile farcela e rafforzeranno l’onda del cambiamento, e, così, probabilmente, a forza di parlarne, la meritocrazia, la responsabilità, l’impegno, la trasparenza, l’integrità, il servizio al cittadino al posto del proprio tornaconto personale, riusciranno a travolgere le “camarille”, la logica delle “appartenenze” e le rendite di posizione, cioè i vantaggi di pochi a danno dei molti