2. Nel 1922 Stalin diventa segretario generale del Partito comunista dell’Urss. Alla
morte di Lenin (1924) si apre la lotta per la successione.
Primo problema che Stalin deve affrontare: questione della centralizzazione e
burocratizzazione del partito e conseguente concentrazione di poteri nelle sue mani.
Contro Stalin si schiera Trotzkij, il più autorevole e popolare tra i capi bolscevichi. Ma
si trovò isolato dagli altri leader che respinsero le sue critiche alla gestione del
partito, alleandosi con Stalin.
3. Trotzkj sostiene che l’involuzione dello stato è dovuta al suo isolamento internazionale.
La soluzione è quindi l’accelerazione dell’industrializzazione e l’estensione del processo
rivoluzionario nell’Occidente capitalistico. È la rivoluzione permanente.
Stalin sostiene invece che la vittoria del socialismo in un solo paese è possibile entro
breve tempo e che l’Unione Sovietica avrebbe potuto affrontare da sola l’ostilità del
mondo capitalista. È la teoria del socialismo in un solo paese.
Trotzkij viene così sconfitto ed ulteriormente emarginato. Esiliato nel ’29, sarà ucciso
nel 1940 in Messico da un sicario di Stalin.
La lotta contro Stalin risulta impossibile da sostenere. I leader dell’opposizione
vengono allontanati ed espulsi dal partito nel ’27 e i loro seguaci perseguitati e
spesso incarcerati.
4. L’obiettivo che Stalin vuole raggiungere è di rendere l’Urss una grande potenza
militare in grado di competere con le potenze capitalistiche.
Per raggiungere la meta è però necessario che lo Stato controlli completamente i
processi economici, a partire dalla collettivizzazione forzata nelle campagne.
È la grande svolta nella politica staliniana, accompagnata dalla negazione della Nep.
Il primo ostacolo da affrontare sono i kulaki, contadini benestanti accusati di
arricchirsi alle spalle del popolo.
Anche tutti gli altri individui che si oppongono alle requisizioni o resistono al
trasferimento nelle fattorie collettive vengono considerati nemici del popolo. Alcuni
saranno fucilati, altri solo arrestati e altri ancora deportati in Siberia o nella Russia
settentrionale, chiusi in campi di lavoro forzato .
5. Stalin riesce ad ottenere la guida dello Stato
Tentativo di portare l’Urss alla condizione di grande potenza industriale e militare
Deciso impulso all’industria pesante
piano quinquennale per
l’industria
Fine Nep
Isolamento rispetto agli altri paesi che sono coinvolti nella
grande depressione del ‘29
6. Problema: i kulaki si arricchiscono alle spalle della popolazione contadina non consegnando allo
Stato la quota obbligatoria
Obiettivo: favorire l’industrializzazione spostando risorse economiche ed energie umane dal
settore primario a quello secondario
- collettivizzazione forzata del settore agricolo
- eliminazione dei kulaki come classe sociale
Inizio delle requisizioni
Aumenta il numero di operai e
diminuiscono i contadini
incentivi materiali ai lavoratori più
produttivi, promozioni, onorificenze
7. Aspetti negativi del Piano quinquennale
è una “rivoluzione dall’alto”, i contadini accettano faticosamente il passaggio
dall’impiego agricolo a quello industriale, vedono la nuova politica economica come
un’imposizione
“nemici del popolo”: chi si oppone al nuovo piano economico è eliminato
1932-33: la carestia
Conseguenze del Piano
- la produzione cresce notevolmente
- gli addetti al settore secondario aumentano
8. terroreterrore epurazioniepurazioni
culto
della personalità
culto
della personalità
propagandapropaganda
industrializzazione
forzata
industrializzazione
forzata stakanovismostakanovismo
mobilitazione
totalitaria
dei lavoratori
mobilitazione
totalitaria
dei lavoratori
guerra ai kulakiguerra ai kulaki
GULAGGULAG
9. Dopo l’abbandono della NEP e la ripresa
della politica di requisizione dei
raccolti, Stalin decise di procedere
alla liquidazione dei kulaki come classe
sociale. Ciò significò una massiccia
offensiva contro tutti i contadini
agiati, accusati di essere degli
speculatori, degli sfruttatori del
popolo.
10. IL CULTO DELLA PERSONALITÀ
Immagine celebrativa di
Stalin, che abbraccia
paternamente una
bambina.
Il culto della personalità
di Stalin, ritratto in forma
idealizzata in questo
e in altri documenti
dell’epoca, era parte
integrante del disegno
staliniano di costruire
il consenso popolare
intorno alla sua dittatura,
alternando la propaganda
alla più spietata
repressione.