SlideShare a Scribd company logo
1 of 14
Download to read offline
7
Introduzione
di Marina Caffiero, Maria Pia Donato, Giovanna Fiume
Colleghe e soprattutto amiche di Sara, abbiamo pensato all'unisono di
dedicarle un volume che nello stesso tempo attesti l'apprezzamento per la
studiosa e testimoni il nostro affetto. Ognuna di noi l'ha conosciuta in occa-
sioni, tempi e contesti diversi e ha intrattenuto con lei rapporti differenti.
Tuttavia ci è sembrato che il titolo Donne potere religione individui con
chiarezza gli ambiti di ricerca a cui Sara si è dedicata e si dedica e soprat-
tutto i collegamenti che connettono le tre tematiche. In questa ottica abbia-
mo distribuito i contributi di coloro che hanno collaborato al volume in tre
sezioni, relative alle questioni di genere, alla vita religiosa e alla santità.
Come si vedrà, gli interventi, pur se spaziano su un arco cronologico molto
vasto, rivelano un ineludibile intreccio, il cui perno è il protagonismo fem-
minile. Da parte nostra, delle autrici e degli autori, un sentito grazie a quan-
ti hanno aderito a questa iniziativa.
Potere femminile e politica
Marina Caffiero
Ho conosciuto Sara nel corso dei primi anni del decennio 1980 in occa-
sione delle diverse iniziative attivate da Sofia Boesch Gajano insieme con un
– allora – piccolo gruppo di ricerca che indagava i temi della santità, dei culti
dei santi e dell’agiografia. In quegli anni Sara risiedeva e insegnava ancora a
Catania, e dunque ci vedevamo solamente nel corso delle sue venute a Roma
per partecipare alle iniziative del gruppo. Ma quando nel 1993 si trasferì de-
finitivamente nella città il nostro rapporto si fece più intenso e si trasformò in
stretta amicizia. Ci legavano naturalmente gli studi sul tema della santità, af-
frontata soprattutto sul piano delle ricadute politiche, sociali e culturali e
dell’approccio antropologico, ma anche orientamenti esistenziali molto simili
seguendo i quali cercavamo entrambe, con non poche difficoltà, di non far
8
prevalere la vita accademica e la carriera universitaria sulla dimensione fa-
migliare e sul mondo degli affetti. Ci univa inoltre un interesse forte per la
storia delle donne e per la storia di genere che ci indusse a partecipare alla
fondazione della Società italiana delle storiche (Sis), nel 1989, a proporre al
suo interno iniziative in prima persona – come la nascita nel 2002 della rivi-
sta «Genesis», tuttora attiva – e infine a trovarci a collaborare nel Direttivo
della Società, lei come presidente, io come membro, negli anni 1995-1997. E
altro membro di quel direttivo era Giovanna Fiume. Proprio la prospettiva di
genere spinse Sara a creare un gruppo di ricerca internazionale su genere e
religione, attento anche all’analisi della situazione delle donne oggi, che ot-
tenne alcuni dei primi finanziamenti europei. Con essi poté dar vita a conve-
gni internazionali e a due pubblicazioni curate con la comune amica, scom-
parsa da poco, Kari Børresen (Cabibbo 2001 e 2006a).
Sul tema della santità Sara aveva pubblicato già, insieme a Marilena
Modica, il libro La Santa dei Tomasi (Cabibbo 1989a), uscito nella collana
einaudiana appena avviata e dal felice titolo di “Microstoria”. Nonostante i
suoi numerosi interessi – storia di genere, monachesimo femminile, storia
della Sicilia nei suoi diversi aspetti, redenzione degli schiavi, modelli di
agiografia – l’argomento della santità è restato sempre presente nelle sue
ricerche. Così, se risale alla metà degli anni novanta il volume su Agiografi,
santi e culti nella Sicilia spagnola (Cabibbo 1996), nel 2004 ha pubblicato
presso Sellerio Santa Rosalia fra terra e cielo (Cabibbo 2004a).
Colpisce nel suo lavoro complessivo, a prescindere dal tema affrontato,
l’uso raffinato e molto “pensato” della metodologia storica, che va ben oltre
l’acribia nell’esaminare una enorme quantità di fonti. Nei suoi testi dialo-
gano tutte le scienze storiche e sociali in maniera non sovrappositiva o ag-
giuntiva, ma con una fusione che non cede alle mode socio-antropologiche
e che utilizza in maniera non meccanica, bensì sempre storicamente, gli
strumenti offerti dall’antropologia, perfino nei suoi elementi più tradiziona-
li, e direi ovvii. Ad esempio, relativamente a temi come gli spazi naturali e
geografici – la montagna, le grotte, i boschi –, le reliquie, i miracoli, le vi-
sioni, le estasi, il travestitismo, la profezia, la bilocazione, i simboli di varia
natura, i cerimoniali sacri e così via. Sono tutti elementi che oramai la ric-
chissima storiografia sulla storia dell’agiografia e dei culti ha largamente
acquisito e anche trasmesso alla storia politica e culturale, ma che, non
adeguatamente contestualizzati o diversificati o superficialmente interpreta-
ti, possono costituire un limite di rassicurante e comoda semplificazione e
anche un rischio di ripetitività poco innovativa. La maturità della storica è
stata invece capace di far interagire le categorie più specifiche del sacro e
del simbolico con la storia ben più larga delle norme, delle istituzioni e de-
gli usi sociali di questi fenomeni, e soprattutto con la storia politica.
9
I nodi della santità e della religiosità nella ricerca di Sara sono declinati
quasi sempre al femminile. Se nella storia delle donne è stato individuato il
centro per eccellenza di una pratica interdisciplinare tra storia e scienze so-
ciali innovativa, la categoria socio-biologica del genere – oggi tanto presa
di mira dalle autorità cattoliche, con un evidente fraintendimento concettua-
le – si è imposta nella storia come valida in quanto capace di esprimere le
interazioni – e i conflitti – tra differenza sessuale e percezione socio-
culturale: ad esempio, sul piano delle rappresentazioni simboliche e sociali
che erano, e sono, diverse tra i sessi. In questa ottica si sono aperti nuovi
campi di ricerca, come quelli relativi al tema del potere, a lungo roccaforte
della storia politica declinata al maschile. La storia delle donne e di genere
ha mostrato come il problema del potere, che resta centrale nella riflessione
storiografica, non possa ridursi quanto alle donne al solo rapporto asimme-
trico fra i sessi fatto di dominio o oppressione, ignorando interdipendenze,
condizionamenti reciproci, complementarità tali da far emergere spazi e
dimensioni del potere femminile. In particolare, in questa direzione, impor-
tante è stato l’apporto della storia religiosa. Qui la relazione gene-
re/religione si interseca con il potere poiché concetti, simboli, rituali e isti-
tuzioni della religione vanno certamente inseriti in un sistema patriarcale,
ma costituiscono anche uno degli ambiti – forse il più importante – in cui le
donne hanno potuto collocarsi nel corso dei secoli utilizzandolo con auto-
nomia e protagonismo. Pochi terreni come la storia religiosa sono sensibili
all’approccio di genere, come oramai la quantità enorme di studi dimostra,
e pochi campi come il fenomeno della santità e dei culti hanno dimostrato
la possibilità di scrivere storia con protagonisti sia uomini che donne e con-
sentito l’emersione di soggetti femminili “potenti”. Un potere femminile
assai spesso individuato nella centralità del corpo e del suo valore simboli-
co e politico nelle esperienze femminili, non soltanto mistiche, dal medioe-
vo all’età moderna. Sono le manifestazioni del corpo, vivo o morto, che se-
gnalano la santità e la comunicano all’esterno. La santità femminile si ca-
ratterizza perciò attraverso il corpo come luogo di un potere che può diven-
tare potere politico.
Prendiamo il libro di Sara su Rosalia, ma anche gli studi su María de
Ágreda, che sarebbe utile vedere riuniti insieme (Cabibbo 2003a, 2003b,
2003c, 2006b e 2010b). Sono lavori di storia tout court, in cui molte,
complesse e diverse variabili si integrano a ricostruire a tutto tondo un pre-
ciso panorama di storia totale che va ben oltre la santità “ritrovata” e rico-
nosciuta di Rosalia o quella negata di María de Ágreda. Rosalia costituisce
per così dire solamente il punto di visuale scelto, una cartina di tornasole,
uno specchio efficace ma che proietta molto altro. Il vero oggetto è il pano-
rama storico, non adeguatamente indagato neppure dagli storici politici,
10
delle caratteristiche peculiari della cosiddetta monarchia sicula fra Sei e
Settecento e della costruzione del prestigio, del ruolo e della preminenza sia
di una chiesa primaziale, sia di una “capitale incerta” che cercava di impor-
si tramite la nuova santa (proprio come Madrid, che inventò a tal fine il cul-
to di s. Isidro), sia, infine, di un regno che si pretendeva relativamente au-
tonomo da Roma in materia ecclesiastica, con conseguenti tensioni fra la
Spagna, interessata a difendere il privilegio siciliano, e il papato ad esso
contrario.
La vicenda del culto di Rosalia è uno degli aspetti in gioco. Vi si ritrova,
infatti, una storia politica e di costruzione di una cultura politica,
nell’articolazione dei contrasti reali e simbolici che disegnano la triangola-
zione fra Francia, Spagna e papato nel corso del lungo Seicento. In questa
poderosa e vittoriosa costruzione culturale – che è anche politica – ripercor-
sa dall’autrice emerge con chiarezza come siano proprio gli eventi religiosi,
manipolati, narrati e gestiti, quelli che incidono sulla politica e la trasfor-
mano.
Ancora più evidente lo scenario politico-religioso che sta dietro alla auto
rappresentazione e alla rappresentazione della fama di María de Ágreda, la
concezionista francescana castigliana (1602-1665) studiata da Sara in molte
occasioni e da diversi punti di vista. Il fenomeno delle bilocazioni attribui-
tole dai biografi e da lei stessa confermato era finalizzato alla evangelizza-
zione degli Indios della Nuova Spagna, appoggiando le missioni francesca-
ne, ma dimostrava anche il suo desiderio di rivendicare e di impadronirsi di
una funzione apostolica e di predicazione riservata agli ordini religiosi ma-
schili. Tuttavia, il ruolo della mistica di Ágreda nella Spagna di Filippo IV
andava oltre alla legittimazione della colonizzazione e alla rivendicazione
delle capacità e responsabilità religiose femminili. Il rapporto diretto con
gli ambienti della corte e soprattutto con il re, di cui fu consigliera spiritua-
le e politica come testimonia la sua foltissima corrispondenza con il sovra-
no, si concentrava su una funzione magistrale e pedagogica: indicare a Fi-
lippo il modello di sovranità cui doveva ispirarsi nel suo progetto politico,
all’interno come all’esterno; un modello teso a concentrare il potere unica-
mente nelle mani del sovrano, senza mediazioni di ministri, a costruire una
monarchia universale cattolica e a combattere gli “eretici”. Un ritorno delle
“sante vive” che, come ci hanno mostrato i lavori di Gabriella Zarri, opera-
vano nel Rinascimento in qualità di consigliere dei principi? In parte sì, a
conferma che in realtà quel modello non era mai completamente scomparso
dopo la Riforma e la Controriforma; ma anche qualcosa di assolutamente
nuovo, da considerare nel contesto della introduzione della clausura per le
donne religiose e nell’ambito della politica europea e mondiale in cui la
monarchia spagnola perseguiva ancora obiettivi di supremazia e controllo.
11
D’altro canto, il problema del potere femminile si declina anche in cam-
pi diversi dalla politica, pur se ad essi strettamente collegati. L’opera prin-
cipale di María, la Mystica Ciudad de Dios, pubblicata postuma nel 1670 e
oggetto per più di un secolo di un dibattito accesissimo tra teologi e inquisi-
tori, oltre a incoraggiare il fenomeno della scrittura religiosa femminile,
tanto malvista dai confessori, introduceva e rafforzava altri elementi por-
tanti della religiosità barocca, quelli devozionali, destinati a restare saldi
anche successivamente: la centralità del culto della Vergine, attraverso il
sostegno alla discussa tesi dell’immacolatismo mariano, il profetismo
femminile come mediazione del messaggio divino, il ruolo delle visioni,
delle apparizioni e delle rivelazioni (le mariofanie ottocentesche). Tutti
elementi che, nonostante le polemiche e il mancato riconoscimento della
santità di María de Ágreda, rafforzeranno il modello mariano proposto alle
donne con sempre maggiore forza tra Settecento e Ottocento, con la sua
ineludibile ambiguità tra potere e subordinazione femminili.
Memoria ecclesiastica, identità cittadine, strategie politiche
Giovanna Fiume
Ho conosciuto Sara nel ’68, entrambe studentesse all’Università di Ca-
tania; vi insegnavano studiosi importanti che pure furono investiti dalla
contestazione studentesca. Mi sembra, dunque, di condividere con lei i fon-
damenti della nostra formazione, fatta di impegno e disciplina, sapere criti-
co e olio di gomito. Dopo la laurea ho lasciato Catania e il nostro rapporto
si è allentato, ma i nostri interessi ci hanno condotto infine verso studi con-
tigui che hanno riacceso sintonia e intelligenza reciproca. Le sue ricerche di
storia sociale e religiosa, con particolare riferimento alla santità e ai culti e
con una spiccata sensibilità verso il gender, hanno rappresentato un punto
di riferimento ineludibile per le mie ricerche.
Da studiosa laica Sara ha indagato con sensibilità e intelligenza i temi
della storia religiosa incrociando una pluralità di approcci: da quello pro-
priamente religioso a quello politico-sociale, a quello ecclesiastico, a quello
squisitamente culturale, riuscendo a proporre ricostruzioni complesse nelle
quali i santi di età moderna, come ad esempio nei casi siciliani lungamente
indagati, «rivelano il percorso di identità sacrale del Magnifico Regno [di
Sicilia], attraversato da conflitti municipalistici, dalle conflittualità fra gli
ordini religiosi, dalle dinamiche tra le varie componenti sociali» (Cabibbo
1996, p. 8). Sotto la sua lente i santi – e le loro agiografie – diventano occa-
sione per ridisegnare identità municipali e Sara ha ripetutamente attirato
l’attenzione sull’intensa attività di rinnovamento nella Sicilia spagnola del
12
panorama devozionale, fin qui dotato di una debole tradizione agiografica,
tra fine Cinquecento e primi del Seicento, e di ridefinizione del santorale
dell’isola attraverso una serie di nuove inventiones e di dispute agiografiche
(Placido, Rosalia, la Madonna della lettera, ecc.). I protagonisti di questo
rinnovamento furono gli archivi cittadini, le antiche iscrizioni, i dipinti, co-
sì come quanto andava emergendo dagli scavi prodotti dal rinnovamento
urbano: «Qui un’antica iscrizione erosa dal tempo, un dipinto sbiadito, re-
canti le tracce di un’antica devozione a questo o quel santo, potevano forni-
re agli studiosi e agli agiografi locali l’occasione per avanzare ipotesi, di-
scutere, avviare aspre polemiche, in una gara sulla interpretazione più pro-
babile del reperto trovato, il cui premio era l’ampliamento dei santorali del-
le diverse citta. Congettura è il termine che ricorre più spesso nei testi di
quegli anni» (Cabibbo 2000a, p. 201). Perciò la necessità del maggior rigo-
re documentario possibile.
Questo intenso lavorio attorno all’assetto dei santi patroni cittadini era
parte essenziale del processo di costruzione di Palermo come “capitale” del
vice-regno di cui occorreva risistemare una memoria ecclesiastica. Il conte-
sto di questi processi è, da un lato, il rapporto tra Palermo e Madrid,
dall’altro, quello contraddittorio e frequentemente conflittuale con Roma,
grazie alla giurisdizione esercitata dalla monarchia siciliana sulle istituzioni
ecclesiastiche dell’isola. I santi mantengono in queste condizioni una cara-
tura immediatamente politica.
Un caso esemplare sotto questo aspetto è rappresentato dal ricongiun-
gimento nel 1593 della testa di santa Ninfa, conservata nella chiesa romana
di Santa Maria in Monticelli, al resto del corpo, conservato invece a Paler-
mo. La traslatio della preziosa reliquia, patrocinata da Maria Pimentel y
Fonseca, moglie del viceré Olivares, riecheggia apertamente quella analoga
del corpo di san Gennaro, avvenuta alla fine del Quattrocento nella Napoli
aragonese, e apertamente allude all’alleanza monarchia-popolo, del corpo
mistico e del corpo sociale, come carattere costitutivo della pax hispanica.
Insomma, il processo politico, sociale, economico, urbanistico che faceva
di Palermo una capitale passava attraverso la costruzione di una memoria
ecclesiastica relativa al suo assetto patronale; la costruzione dell’identità
civile della città non si poteva disgiungere da quella della sua identità reli-
giosa, alla cui elaborazione partecipano allo stesso titolo scrittori di storie
municipali e agiografi. Non per caso, sono i viceré di Sicilia, Diego En-
ríquez de Guzmán, conte di Alba de Liste (1585-1592) e Enrico Guzmán,
conte di Olivares (1592-1596) a promuovere con il supporto dei gesuiti la
messa a punto di tabulari sacri.
Emerge qui l’importanza dei patronati femminili: Cristina, Ninfa, Agata,
Oliva, Rosalia. L’interesse per il gender – che ha portato Sara ad annoverarsi
13
tra le socie della Società italiana delle storiche, a esserne presidente dal
1995 al 1997 e tra i membri della Commissione Pari opportunità alla Presi-
denza del Consiglio, dal 1997 al 2000 – aveva dato frutti maturi già con il
libro scritto insieme a Marilena Modica, La santa dei Tomasi (Cabibbo
1989a). La ricerca metteva in luce non solo la centralità dei monasteri per
lo studio della religiosità femminile, ma, attraverso un consistente materiale
documentario – la corrispondenza familiare, i documenti patrimoniali, le
Costituzioni e le cronache del convento del Santissimo Rosario, costruito
dai duchi Tomasi a Palma Montechiaro, le scritture agiografiche sulla mo-
naca e i suoi stessi scritti – dipingeva e teneva insieme due diverse e con-
comitanti direttrici: un denso contesto familiare nel quale la santità di Maria
Crocifissa serviva l’ambizioso progetto religioso e sociale di nobilitazione
della famiglia dei fondatori e, soprattutto, la straordinaria “identità spiritua-
le” della giovane monaca, attraverso lo stretto rapporto con il direttore spi-
rituale che in qualche misura ne orientava il linguaggio e il mondo interio-
re. Irrompeva il tema della mistica, attraverso deliqui, ratti, svenimenti, ab-
bandoni, estasi, levitazioni, piaghe e ferite: il corpo, luogo dell’incontro con
il divino, acquistava una prepotente centralità, in sintonia con gli studi di
storia di genere. Qui le autrici prendevano le distanze/si congedavano dai
loro maestri, alla luce di una storiografia italiana e straniera che le legitti-
mava nel superamento dei paradigmi tradizionali di storia politica e intellet-
tuale, egemoni in Sicilia, che guardavano con sufficienza all’ibridazione
della storia con le altre scienze sociali (l’antropologia soprattutto) e a quella
che si definiva ancora riduttivamente “storia delle donne”. Una supponenza
con effetti negativi sul piano accademico, causa di precoci e circoscritte
“fughe di cervelli”.
La riflessione su donne e religione si inseriva in un contesto decisamen-
te internazionale (Cabibbo 2001) e portava Sara a concludere il percorso
intrapreso da tempo con Santa Rosalia tra terra e cielo (Cabibbo 2004a).
Ora l’interesse lungamente coltivato – prevalentemente sui santi siciliani,
ma anche su Caterina da Siena, Marcella romana, la santità martiriale, i
santi dinastici (Cabibbo 1991, 1994, 1995, 1997a, 1997b e 2015) ecc. – si
dirige verso la santità di María de Ágreda e l’evangelizzazione degli Indios
(Cabibbo 2003b e 2010) o verso le relazioni religiose del Mediterraneo
moderno (Cabibbo 2012a).
Rosalia rappresenta compiutamente il metodo e le conoscenze
dell’autrice, raffinati attraverso gli studi e gli scritti dei decenni precedenti.
La figura di Rosalia, sulla quale mancano le fonti scritte (non ci sono né Vi-
ta, né processo), viene ricostruita con pazienza certosina attraverso i primi
riferimenti secenteschi di Ottavio Gaetani che ne raccoglie tradizioni orali,
attestanti la sua antiquitas. Le particolari circostanze della peste palermitana
14
del 1624 e l’iniziativa dell’arcivescovo Giannettino Doria legano gli esordi
della santa alla politica del potente genovese, in linea con quella filofrance-
se del papa Urbano VIII. Dunque, la costruzione agiografica si orienta ver-
so i nobili natali dalla prosapia di Carlo Magno, verso la fuga da un matri-
monio in contrasto con la vocazione religiosa, infine verso l’eremitaggio
sul monte Pellegrino dove alcune reliquie, rintracciate nei giorni della pe-
ste, le vengono attribuite per dare speranza a una comunità ormai allo stre-
mo e al collasso di tutte le istituzioni cittadine a causa delle fughe e della
mortalità epidemica. Comincia con la devozione il processo di “costruzio-
ne” della santa come “barocca eroina della solitudine”. Il conflitto con i
francescani, fautori della santità di Benedetto il Moro, e con altri ordini re-
ligiosi che tendono ad attribuire la vergine romita alla loro famiglia (bene-
dettina, basiliana, agostiniana), il proliferare di falsi cartacei ed epigrafici,
trovano una guida decisa nell’arcivescovo Doria che nel 1630 fa iscrivere
Rosalia nel Martirologio romano. Ma non per questo cessano le ipotesi e le
varie ricostruzioni, finché l’arcivescovo spagnolo Ferdinando Bazan chiude
nel 1701 la stagione delle congetture; la fama della eremita si dilata grazie
ai gesuiti. Rosalia diventa un catalizzatore di interessi eruditi, di esigenze
politiche, di strategie devozionali, di motivazioni spirituali, di speranze di
rinascita e mobilita tutte le energie di una città e del suo popolo. Cosa chie-
dere di più ad un simbolo religioso? Il metodo prosopografico e la stretta
contestualizzazione consentono una ricostruzione densa del gioco degli in-
terventi e degli interessi che danno consistenza storica a un personaggio
evanescente e dei quali si compone “la fabbrica” (the making) della santa.
Sara ha scritto ben più di quanto qui non appaia e continua a studiare
con la stessa passione dei vent’anni. Quella generazione del ’68, nutrita dei
principi dello studio come diritto per tutti e particolarmente per le donne,
della necessità di collaborare al mutamento delle diseguaglianze sociali, del
sapere utile a questo mutamento, ha trovato nei movimenti delle donne e
per i diritti civili una fase ulteriore di maturazione delle proprie convinzioni
e aspirazioni politiche. Negli anni settanta e ottanta molte di queste militan-
ti femministe erano o sarebbero diventate storiche di professione e buona
parte di loro avrebbe trovato posto nell’insegnamento universitario. La ca-
ratteristica della passione di un sapere critico politicamente utile a com-
prendere la realtà e della trasmissione didattica della ricerca appaiono le ci-
fre del profilo intellettuale di Sara, costruito attraverso la capacità affinata
di tessere relazioni e un atteggiamento sempre accogliente. Un modello an-
tiaccademico del suo magistero per le migliaia di suoi studenti e studentes-
se incontrati nel corso del suo lungo lavoro nell’Università, dove ormai
quasi più nessuno sorride.
15
Genere, “militanza” culturale e altre questioni
Maria Pia Donato
La storia delle donne e di genere non sono state per Sara Cabibbo un
tema da esplorare esclusivamente nell’ambito della storia moderna.
L’attività di storica si è per lei sempre intrecciata con quella di studiosa
aperta alle scienze sociali, di osservatrice del presente, di universitaria sen-
sibile alle questioni dell’insegnamento scolastico – si sarebbe tentati di dire
con l’impegno di attivista, se ciò non rischiasse di suonare diminutivo.
Socia di antica data della Società italiana delle storiche, come si è già ri-
cordato, della quale è anche stata presidente nel triennio 1995-1997, in quel
periodo Sara ha diretto un progetto di ricerca transnazionale con la compianta
amica Kari Børresen e Edith Specht che aveva l’obiettivo di valutare il peso
della dimensione religiosa di genere in diversi contesti politici nel lunghissi-
mo periodo tra l’antichità e il presente, facendo appello a storici di varie epo-
che e a specialisti di altre scienze sociali. Ciò ha dato origine a due volumi
pubblicati all’inizio degli anni Duemila, Gender and religion (Cabibbo
2001), che metteva in luce i vari modi in cui la tradizione cristiana ha favori-
to le definizioni di identità femminili plurali attraverso un complesso sistema
di credenze, pratiche e rappresentazioni; e successivamente l’altro volume
Gender, Religion, Human Rights in Europe (Cabibbo 2006a): un lavoro mol-
to importante su un tema di rinnovata attualità nel contesto delle società mul-
ticulturali e multiconfessionali – che continua ad ispirare numerosi gruppi di
ricerca nella difficoltà ormai davvero macroscopica di far fronte alle tensioni
sociali dell’Europa della crisi e della minaccia integralista e jihadista senza la
prospettiva di genere. L’attualità mostra tristemente quanto il corpo delle
donne sia di nuovo al centro di confitti di classe, di religione, di cultura dai
quali solo una visione di genere dei diritti può indicare una via di uscita che
non si riduca all’alternativa tra una visione universalistica vecchio stampo
della laicità irrigidita dalla paura e una tolleranza lassista in nome della quiete
sociale. Occorre dunque ancora portare il genere al centro del dibattito sul
ruolo della religione nella vita pubblica.
Nello stesso lasso di tempo, inoltre, Sara interveniva nel dibattito
sull’insegnamento della storia e la necessità di ripensare criticamente la ma-
niera nella quale la storia è concepita, scritta e trasmessa (Cabibbo 2000b).
La prospettiva di genere dunque, lo si è detto più volte, innerva studi di
Sara di argomento molto diverso. Oltre ai molti saggi che abbiamo già evo-
cato in questa breve introduzione, vorrei ricordare alcuni articoli e scritti
risalenti a diversi momenti della sua carriera nei quali a mio avviso si co-
glie con particolare chiarezza il modo in cui la visuale di genere modifica e
arricchisce gli oggetti di ricerca e apre visuali interdisciplinari fertili che
16
permettono di dipanare altrimenti i fili del tema che è stato caro a Sara nel
corso degli anni, ossia la dialettica costante tra soggettività e controllo, tra
norma ed eterodossia: l’accesso alle fonti bibliche e patristiche e la scrittura
femminile (Cabibbo 1989b), la discrezione degli spiriti, già al centro de La
Santa dei Tomasi sopra evocato (Cabibbo 2010a) e infine la storia del cor-
po e dei segni corporei della santità. In un saggio del 2008 dedicato a Vero-
nica Giuliani, in particolare, Sara esplorava il processo di interiorizzazione
e dunque di corporeizzazione della santità attraverso il prisma delle stim-
mate, il crisma più cristico e mirabile ma anche particolarmente sospetto di
simulazione e di scrutinio ecclesiastico e medico (Cabibbo 2008).
È nel territorio di confine tra medicina e religione che il mio percorso
scientifico si è incrociato con quello di Sara. Tra il 2006 e il 2011, insieme
a Marilyn Nicoud e Luc Berlivet, ho diretto un programma di ricerca incar-
dinato presso l’École française de Rome su “professioni mediche e pratiche
della salute tra medioevo e contemporaneo”. Tra gli ambiti che ci sembra-
vano allora suscettibili di uno sguardo ampio e di lungo periodo come era
l’ottica del programma, avevamo subito individuato quello del rapporto tra
medicina e religione. È quindi nata una collaborazione tra noi e una specia-
lista di storia religiosa e di santità come Sara, insieme al collega Raimondo
Michetti, e con l’università di Roma Tre. La collaborazione è sfociata in un
convegno internazionale svoltosi a Roma nel 2010 che proponeva una ri-
flessione sui rapporti tra medicina e religione cattolica dal medioevo al con-
temporaneo sotto il segno di una dinamica tra collaborazione, competizione
e conflitto, e quindi in un volume eponimo. Il volume mette a confronto le
prospettive di ricerca non sempre concidenti degli storici dei fenomeni reli-
giosi e degli storici della medicina sui tre assi tematici della cura, delle in-
terpretazioni della malattia, e della vita e della morte (Cabibbo 2013). Il vo-
lume, tra l’altro, si chiude con un saggio di Isacco Turina sui “diritti ripro-
duttivi” nei dibattiti internazionali degli ultimi vent’anni che mostra come
alcuni “problemi di salute” contribuiscano oggi a riattivare la tensione tra
medicina e religione sulla questione dei diritti e del genere.
Il volume
La storia della medicina non è trattata nel volume che qui presentiamo,
con l’eccezione del contributo di Dinora Corsi, che esplora quel genere
all’intersezione fra la letteratura di segreti e la trattatistica sul tema della ge-
nerazione, i secreta mulieurum, con riferimento alla Toscana quattrocentesca.
Ma nel volume sono presenti molti altri temi e filoni di ricerca in assonanza
con le ricerche e gli interessi di Sara.
17
In primo luogo, le questioni di genere tra storia e storiografia. Così, Ro-
berto Rusconi ricostruisce le numerose e mutevoli rappresentazioni di Maria
e del suo potere e la sua evoluzione verso una funzione politica e identitaria
negli ultimi due secoli. Silvia Mostaccio interroga da una prospettiva di gene-
re la guerra e l’esercito durante le guerre di Fiandra per studiare l’impatto
della guerra sulla vita delle donne e osservare l’adeguamento dei modelli e
delle pratiche di mascolinità e femminilità al contesto guerriero. Di un con-
flitto politico rivelatore dei tanti modi dell’agency femminile tratta invece
Maria Rosaria Stabili ricostruendo la nascita dell’emancipazionismo femmi-
nile cattolico nel Cile di fine Ottocento.
Ida Fazio ripercorre l’incontro tra storia delle donne e microstoria che, a
partire dagli anni ottanta del Novecento, rinnovò profondamente la storio-
grafia, non solo italiana, prendendo le distanze dallo storicismo e dal fun-
zionalismo per rendere manifesto il posizionamento dello storico rispetto
agli oggetti della propria ricerca.
In apertura di questa sezione avrebbe dovuto trovare spazio anche il
saggio che Kari Elisabeth Børresen ci aveva annunciato, con il titolo di
Gender Hierarchy: The Basic Challenge is Theological!, prima che la mor-
te la cogliesse inaspettatamente.
Nella seconda parte relativa alla vita religiosa, Javier Burrieza Sánchez e
Ángela Atienza López indagano un tema particolarmente caro a Sara, alla
confluenza della storia religiosa e della santità, della storia delle donne e del
rapporto tra religione e potere, ossia le visioni e il loro uso politico, soffer-
mandosi su due figure di religiose nella Spagna del Seicento, rispettivamente
Marina de Escobar a Valladolid e Magdalena de la Trinidad a Toledo.
Scelgono invece come oggetto e come osservatorio due congregazioni
religiose Elisabetta Marchetti e Paolo Cozzo. La prima ricostruisce caratteri
e sviluppo del Carmelo teresiano in Italia, prestando particolare attenzione
allo sforzo di revisione e di superamento del modello agiografico barocco
in cui Teresa e le vicende del Carmelo riformato già sul finire del XVI se-
colo vennero intrappolati; il secondo, nel quadro del rinnovamento degli
studi sugli ordini religiosi negli Stati sabaudi di età moderna, studia la pre-
senza carmelitana in Piemonte, e il ruolo dei Savoia nel suo sviluppo, spe-
cialmente nel XVII secolo. Dal canto suo, Claudio Rolle segue gli itinerari
di alcuni gesuiti tra il Cile e l’Italia, in particolare la loro esperienza di Ro-
ma tra apprendistato spirituale ed esilio.
Infine Olaya Sanfuentes, in un contributo a metà strada tra storia e an-
tropologia, decifra le pratiche visuali delle religiose in Spagna e in America
latina attraverso le fotografie del giorno della consacrazione, celebrazione
dell’evento e insieme memoria della vita fuori del convento.
18
Il tema del rapporto tra monarchia e religione riemerge a più riprese an-
che nella terza parte del volume incentrata sulla santità. Bernard Dompnier
si sofferma sul culto dei santi in relazione alla costruzione dello stato mo-
derno attraverso lo studio dei breviari – vera stele della memoria, egli scri-
ve – delle sante regine di Francia nel Sei e nel Settecento.
Dalla Francia di nuovo nel mondo iberico, Cécile Vincent-Cassy esami-
na “l’esercizio della santità” delle donne di casa Asburgo come un elemen-
to fondamntale della divisione di compiti tra re e regine; in particolare
Margherita d’Asburgo, moglie di Filippo III, portò tale esercizio ad un pa-
rossismo tale che, dopo la morte di parto nel 1611, la sua vita fu riletta sot-
to il segno del martirio. Non fu una santa, anzi fu accusata di santità simu-
lata Luisa de Melgarejo, straordinaria figura femminile di cui René Millar
Carvacho ricostruisce la parabola nella Lima del Seicento all’ombra di uno
strettissimo quanto complesso rapporto spirituale e politico con i Gesuiti.
Quanto all’Italia, Anna Calissano fa affiorare la vita di Ludovica Alber-
toni come donna nella Roma del Rinascimento, mentre Bernadette Majora-
na si sofferma sulle feste per solennizzare, nel 1669, la canonizzazione del-
la carmelitana Maria Maddalena de’ Pazzi (Firenze 1566-1607), vera apo-
teosi della performatività e della spettacolarità barocche. A conclusione di
questo percorso tornando nella Roma moderna, chiude il volume Alessan-
dro Serra con uno studio sui culti della comunità dei siciliani, uniti intorno
a santa Rosalia ma dediti anche a vari culti minori a seconda della città di
provenienza.
Riferimenti bibliografici
Cabibbo 1989a: [con Marilena Modica], La Santa dei Tomasi. Storia di suor Maria
Crocifissa (1645-1699), Einaudi, Torino.
• 1989b: “Ignoratio Scripturarum, ignoratio Christi est”. Tradizione e pratica
delle scritture nei testi monastici femminili del XVII secolo, «Rivista storica ita-
liana», 1, pp. 85-124.
• 1991: (Introduzione e cura), Caterina da Siena, Io, serva e schiava, Sellerio,
Palermo.
• 1994: La santità femminile dinastica (1650-1850), in Gabriella Zarri e Lucetta
Scaraffia (a cura di), Donne e fede. Stantità e vita religiosa in Italia, Laterza,
Roma-Bari, pp. 399-418.
• 1995: Marcella romana, vedova, nell’età della Controriforma, in Giulia Barone,
Marina Caffiero e Francesci Scorza Barcellona (a cura di), Modelli di santità fra
medioevo ed età contemporanea, Rosenberg & Sellier, Torino, pp. 283-293.
• 1996: Il Paradiso del Magnifico Regno. Agiografi, santi e culti nella Sicilia
spagnola, Viella, Roma.
19
• 1997a: Beata stirps. Culti e santi sabaudi fra primo e secondo Ottocento,
«Cheiron», pp. 447-448.
• 1997b: Dal nido savoiardo al trono d'Italia. I santi di casa Savoia, in Emma
Fattorini (a cura di), Santi, culti, simboli nell'età della secolarizzazione, Rosen-
berg & Sellier, Torino, pp. 331-360.
• 2000a: Catene di inventioni. Cittadine sante a Palermo fra XVI e XVII seco-
lo, in Giovanna Fiume (a cura di), Il santo patrono e la città. San Benedetto
il Moro: culti, devozioni, strategie di età moderna, Marsilio, Venezia, pp.
199-216.
• 2000b: Questioni di metodo: per una storia a più colori. Donne e storia tra Me-
dioevo ed età moderna, in Ethel Porzio Serravalle (a cura di), Saperi e libertà.
Maschile e femminile nei libri, nella scuola e nella vita, Associazione Italiana
Editori, Milano, pp. 83-97.
• 2001: [con Kari Elisabeth Børresen e Edith Specht] (eds.), Gender and reli-
gion. European Studies, Carocci, Roma.
• 2003a: Il “libro serrado” di Maria de Agreda. Per un’analisi della cultura bi-
blica femminile nella Spagna del Seicento in Claudio Leonardi, Francesco Santi
e Adriana Valerio (a cura di), La Bibbia nell'interpretazione delle donne, Edi-
zioni del Galluzzo, Firenze, pp. 85-105.
• 2003b: Una “dama niña y hermosa” nella Nuova Spagna. Maria d’Agreda fra
gli Indios, in Gabriella Zarri (a cura di), Ordini religiosi, santità e culti: pro-
spettive di ricerca tra Europa e America Latina, Congedo, Lecce, pp. 111-127.
• 2003c: Una profetessa alla corte di Spagna. Il caso di Maria d’Agreda fra Sei e
Settecento, «Dimensioni e problemi della ricerca storica», 1, pp. 83-105.
• 2004a: Santa Rosalia fra terra e cielo. Storia, linguaggi, simboli di un culto ba-
rocco, Sellerio, Palermo.
• 2004b: Viver vita laica, devota e libera. La “terza via” di Clemenza Ercolani
Leoni, vedova bolognese, «Archivio per la storia delle donne», I/1, pp. 195-218.
• 2006a: [con Kari Elisabeth Børresen] (eds.), Gender, Religion, Human Rights in
Europe, Herder, Roma.
• 2006b: Vizi e virtù di una “societad ensimismada”. Maria d’Agreda e la Spa-
gna di Filippo IV, «Península. Revista de Estudios Ibéricos», 3, pp. 165-172.
• 2008: Il “meraviglioso fisiologico” di Veronica Giuliani fra modello fran-
cescano ed erudizione barocca, in Gabriele Ingegneri (a cura di), I cappuc-
cini nell’Umbria del Settecento, Istituto Storico dei Cappuccini, Roma, pp.
169-184.
• 2010a: Discretio spirituum, in Adriano Prosperi, Vincenzo Lavenia e John Te-
deschi (dir.), Dizionario storico dell’Inquisizione, Pisa, I, pp. 24-25.
• 2010b: Maria d’Agreda, in Adriano Prosperi, Vincenzo Lavenia e John Tede-
schi (dir.), Dizionario storico dell’Inquisizione, Pisa, I, pp. 495-496.
• 2012a: [con Maria Lupi] (a cura di), Relazioni religiose nel Mediterraneo.
Schiavi, redentori, mediatori (secc. XVI-XIX), Viella, Roma.
20
• 2012b: [con Carmela Compare], La santità martiriale femminile tra modello e
paradigma, in Giuseppe Antonio Guazzelli, Raimondo Michetti e Francesco
Scorza Barcellona (a cura di), Cesare Baronio tra santità e scrittura storica,
Viella, Roma, pp. 223-245.
• 2013: [con Maria Pia Donato, Luc Berlivet, Raimondo Michetti e Mariyn Ni-
coud] (éd.), Médecine et religion. Compétitions, collaborations, conflits (XIIe
-
XXe
siècles), École française de Rome, Roma.
• 2015: Sovrane sante, in Jean-François Chauvard, Andrea Merlotti e Maria An-
tonietta Visceglia (a cura di), Casa Savoia e curia romana dal Cinquecento al
Risorgimento, École française de Rome, Roma, pp. 37-53.

More Related Content

Similar to Introduzione

La memoria e il lutto: la strage di Portella della Ginestra nel vissuto dei p...
La memoria e il lutto: la strage di Portella della Ginestra nel vissuto dei p...La memoria e il lutto: la strage di Portella della Ginestra nel vissuto dei p...
La memoria e il lutto: la strage di Portella della Ginestra nel vissuto dei p...INSMLI
 
Filosofie ellenistiche
Filosofie ellenisticheFilosofie ellenistiche
Filosofie ellenisticheElisa2088
 
Siviglia nella semana santa
Siviglia nella semana santaSiviglia nella semana santa
Siviglia nella semana santaGiovanni Senzi
 
Antropologia culturale da fare filosofia temi vol3
Antropologia culturale da fare filosofia temi vol3Antropologia culturale da fare filosofia temi vol3
Antropologia culturale da fare filosofia temi vol3Natascia Rimondi
 
Antropologia culturale da fare filosofia temi vol3-
Antropologia culturale da fare filosofia temi vol3-Antropologia culturale da fare filosofia temi vol3-
Antropologia culturale da fare filosofia temi vol3-materialiscuola
 
Passaggi di memoria. Le donne, la Resistenza, la storia
Passaggi di memoria. Le donne, la Resistenza, la storiaPassaggi di memoria. Le donne, la Resistenza, la storia
Passaggi di memoria. Le donne, la Resistenza, la storiaINSMLI
 
Diventare cittadine nel XX secolo
Diventare cittadine nel XX secoloDiventare cittadine nel XX secolo
Diventare cittadine nel XX secoloINSMLI
 
Il contadino polacco in Europa e in America
Il contadino polacco in Europa e in America  Il contadino polacco in Europa e in America
Il contadino polacco in Europa e in America Augusto Cocorullo
 
3. la scuola ionica di filosofia
3. la scuola ionica di filosofia3. la scuola ionica di filosofia
3. la scuola ionica di filosofiaStefano Ulliana
 
Sessa a. polt soc.
Sessa  a. polt soc.Sessa  a. polt soc.
Sessa a. polt soc.Alain Denis
 
Il Volto Interiore della Scrittura
Il Volto Interiore della ScritturaIl Volto Interiore della Scrittura
Il Volto Interiore della ScritturaSulMonte
 
2 giugno 1946: una giornata memorabile
2 giugno 1946: una giornata memorabile2 giugno 1946: una giornata memorabile
2 giugno 1946: una giornata memorabileINSMLI
 
1622.-Essere-universali-nel-mondo-cattolico.-ITA.pdf
1622.-Essere-universali-nel-mondo-cattolico.-ITA.pdf1622.-Essere-universali-nel-mondo-cattolico.-ITA.pdf
1622.-Essere-universali-nel-mondo-cattolico.-ITA.pdfMiguelNavarroGarca
 
La Storiografia
La StoriografiaLa Storiografia
La Storiografiaalex92
 
Mafia e storia. A proposito di legalità e cittadinanza
Mafia e storia. A proposito di legalità e cittadinanza Mafia e storia. A proposito di legalità e cittadinanza
Mafia e storia. A proposito di legalità e cittadinanza INSMLI
 
Said, Edward W. - Orientalismo. L'immagine europea dell'Oriente [2013].pdf
Said, Edward W. - Orientalismo. L'immagine europea dell'Oriente [2013].pdfSaid, Edward W. - Orientalismo. L'immagine europea dell'Oriente [2013].pdf
Said, Edward W. - Orientalismo. L'immagine europea dell'Oriente [2013].pdffrank0071
 
1.La filosofia
1.La filosofia1.La filosofia
1.La filosofiaElisa2088
 

Similar to Introduzione (20)

La memoria e il lutto: la strage di Portella della Ginestra nel vissuto dei p...
La memoria e il lutto: la strage di Portella della Ginestra nel vissuto dei p...La memoria e il lutto: la strage di Portella della Ginestra nel vissuto dei p...
La memoria e il lutto: la strage di Portella della Ginestra nel vissuto dei p...
 
Filosofie ellenistiche
Filosofie ellenisticheFilosofie ellenistiche
Filosofie ellenistiche
 
Siviglia nella semana santa
Siviglia nella semana santaSiviglia nella semana santa
Siviglia nella semana santa
 
Antropologia culturale da fare filosofia temi vol3
Antropologia culturale da fare filosofia temi vol3Antropologia culturale da fare filosofia temi vol3
Antropologia culturale da fare filosofia temi vol3
 
Antropologia culturale da fare filosofia temi vol3-
Antropologia culturale da fare filosofia temi vol3-Antropologia culturale da fare filosofia temi vol3-
Antropologia culturale da fare filosofia temi vol3-
 
Passaggi di memoria. Le donne, la Resistenza, la storia
Passaggi di memoria. Le donne, la Resistenza, la storiaPassaggi di memoria. Le donne, la Resistenza, la storia
Passaggi di memoria. Le donne, la Resistenza, la storia
 
Diventare cittadine nel XX secolo
Diventare cittadine nel XX secoloDiventare cittadine nel XX secolo
Diventare cittadine nel XX secolo
 
Il contadino polacco in Europa e in America
Il contadino polacco in Europa e in America  Il contadino polacco in Europa e in America
Il contadino polacco in Europa e in America
 
3. la scuola ionica di filosofia
3. la scuola ionica di filosofia3. la scuola ionica di filosofia
3. la scuola ionica di filosofia
 
Sessa a. polt soc.
Sessa  a. polt soc.Sessa  a. polt soc.
Sessa a. polt soc.
 
06.potere e genere
06.potere e genere06.potere e genere
06.potere e genere
 
Il Volto Interiore della Scrittura
Il Volto Interiore della ScritturaIl Volto Interiore della Scrittura
Il Volto Interiore della Scrittura
 
2 giugno 1946: una giornata memorabile
2 giugno 1946: una giornata memorabile2 giugno 1946: una giornata memorabile
2 giugno 1946: una giornata memorabile
 
1622.-Essere-universali-nel-mondo-cattolico.-ITA.pdf
1622.-Essere-universali-nel-mondo-cattolico.-ITA.pdf1622.-Essere-universali-nel-mondo-cattolico.-ITA.pdf
1622.-Essere-universali-nel-mondo-cattolico.-ITA.pdf
 
La Storiografia
La StoriografiaLa Storiografia
La Storiografia
 
Gtv Notizie 2013 Numero 3-4
Gtv Notizie 2013 Numero 3-4Gtv Notizie 2013 Numero 3-4
Gtv Notizie 2013 Numero 3-4
 
Mafia e storia. A proposito di legalità e cittadinanza
Mafia e storia. A proposito di legalità e cittadinanza Mafia e storia. A proposito di legalità e cittadinanza
Mafia e storia. A proposito di legalità e cittadinanza
 
Said, Edward W. - Orientalismo. L'immagine europea dell'Oriente [2013].pdf
Said, Edward W. - Orientalismo. L'immagine europea dell'Oriente [2013].pdfSaid, Edward W. - Orientalismo. L'immagine europea dell'Oriente [2013].pdf
Said, Edward W. - Orientalismo. L'immagine europea dell'Oriente [2013].pdf
 
P. Saverio Cannistrá, Prepósito General: "Nata per tutti"
P. Saverio Cannistrá, Prepósito General: "Nata per tutti"P. Saverio Cannistrá, Prepósito General: "Nata per tutti"
P. Saverio Cannistrá, Prepósito General: "Nata per tutti"
 
1.La filosofia
1.La filosofia1.La filosofia
1.La filosofia
 

More from Iván Jurado Revaliente

Familias en el viejo y el nuevo mundo portadas e índice
Familias en el viejo y el nuevo mundo portadas e índiceFamilias en el viejo y el nuevo mundo portadas e índice
Familias en el viejo y el nuevo mundo portadas e índiceIván Jurado Revaliente
 
Programa IV Encuentro Jóvenes Investigadores en Historia Moderna
Programa IV Encuentro Jóvenes Investigadores en Historia ModernaPrograma IV Encuentro Jóvenes Investigadores en Historia Moderna
Programa IV Encuentro Jóvenes Investigadores en Historia ModernaIván Jurado Revaliente
 
Como llegar a la Universidad de Barcelona
Como llegar a la Universidad de BarcelonaComo llegar a la Universidad de Barcelona
Como llegar a la Universidad de BarcelonaIván Jurado Revaliente
 
Como llegar a la facultad de filosofía y letras de la universidad autonóma de...
Como llegar a la facultad de filosofía y letras de la universidad autonóma de...Como llegar a la facultad de filosofía y letras de la universidad autonóma de...
Como llegar a la facultad de filosofía y letras de la universidad autonóma de...Iván Jurado Revaliente
 
Como llegar a la universidad de barcelona
Como llegar a la universidad de barcelonaComo llegar a la universidad de barcelona
Como llegar a la universidad de barcelonaIván Jurado Revaliente
 
Como llegar a la universidad autónoma de barcelona
Como llegar a la universidad autónoma de barcelonaComo llegar a la universidad autónoma de barcelona
Como llegar a la universidad autónoma de barcelonaIván Jurado Revaliente
 

More from Iván Jurado Revaliente (20)

Historia de la tolerancia
Historia de la toleranciaHistoria de la tolerancia
Historia de la tolerancia
 
01 lopezribaoavns008
01 lopezribaoavns00801 lopezribaoavns008
01 lopezribaoavns008
 
Familias en el viejo y el nuevo mundo portadas e índice
Familias en el viejo y el nuevo mundo portadas e índiceFamilias en el viejo y el nuevo mundo portadas e índice
Familias en el viejo y el nuevo mundo portadas e índice
 
Enzinas scan
Enzinas scanEnzinas scan
Enzinas scan
 
Tríptico mujeres entre el claustro...
Tríptico mujeres entre el claustro...Tríptico mujeres entre el claustro...
Tríptico mujeres entre el claustro...
 
R g-c indice
R g-c indiceR g-c indice
R g-c indice
 
R g c_prologo_introducción
R g c_prologo_introducciónR g c_prologo_introducción
R g c_prologo_introducción
 
Vivir y creer en la época moderna
Vivir y creer en la época modernaVivir y creer en la época moderna
Vivir y creer en la época moderna
 
Díptico definitivo
Díptico definitivoDíptico definitivo
Díptico definitivo
 
Introducción casiodoro
Introducción casiodoroIntroducción casiodoro
Introducción casiodoro
 
Indice attraverso il tempo
Indice attraverso il tempoIndice attraverso il tempo
Indice attraverso il tempo
 
Indice
IndiceIndice
Indice
 
Sharp%40uab.cat 20170704 165152
Sharp%40uab.cat 20170704 165152Sharp%40uab.cat 20170704 165152
Sharp%40uab.cat 20170704 165152
 
Programa iv encuentro_def_versionweb
Programa iv encuentro_def_versionwebPrograma iv encuentro_def_versionweb
Programa iv encuentro_def_versionweb
 
Programa IV Encuentro Jóvenes Investigadores en Historia Moderna
Programa IV Encuentro Jóvenes Investigadores en Historia ModernaPrograma IV Encuentro Jóvenes Investigadores en Historia Moderna
Programa IV Encuentro Jóvenes Investigadores en Historia Moderna
 
Como llegar a la Universidad de Barcelona
Como llegar a la Universidad de BarcelonaComo llegar a la Universidad de Barcelona
Como llegar a la Universidad de Barcelona
 
Programa congreso08 06_17
Programa congreso08 06_17Programa congreso08 06_17
Programa congreso08 06_17
 
Como llegar a la facultad de filosofía y letras de la universidad autonóma de...
Como llegar a la facultad de filosofía y letras de la universidad autonóma de...Como llegar a la facultad de filosofía y letras de la universidad autonóma de...
Como llegar a la facultad de filosofía y letras de la universidad autonóma de...
 
Como llegar a la universidad de barcelona
Como llegar a la universidad de barcelonaComo llegar a la universidad de barcelona
Como llegar a la universidad de barcelona
 
Como llegar a la universidad autónoma de barcelona
Como llegar a la universidad autónoma de barcelonaComo llegar a la universidad autónoma de barcelona
Como llegar a la universidad autónoma de barcelona
 

Recently uploaded

XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia RomanaXIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia RomanaStefano Lariccia
 
San Giorgio e la leggenda del drago.pptx
San Giorgio e la leggenda del drago.pptxSan Giorgio e la leggenda del drago.pptx
San Giorgio e la leggenda del drago.pptxMartin M Flynn
 
CON OCCHI DIVERSI - catechesi per candidati alla Cresima
CON OCCHI DIVERSI - catechesi per candidati alla CresimaCON OCCHI DIVERSI - catechesi per candidati alla Cresima
CON OCCHI DIVERSI - catechesi per candidati alla CresimaRafael Figueredo
 
RICERCA_SUGLI ANFIBI PER LA PRIMA MEDIA.
RICERCA_SUGLI ANFIBI PER LA PRIMA MEDIA.RICERCA_SUGLI ANFIBI PER LA PRIMA MEDIA.
RICERCA_SUGLI ANFIBI PER LA PRIMA MEDIA.giuliofiorerm
 
lezione di fisica_I moti nel piano_Amaldi
lezione di fisica_I moti nel piano_Amaldilezione di fisica_I moti nel piano_Amaldi
lezione di fisica_I moti nel piano_Amaldivaleriodinoia35
 
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia RomanaXI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia RomanaStefano Lariccia
 
Corso di digitalizzazione e reti per segretario amministrativo
Corso di digitalizzazione e reti per segretario amministrativoCorso di digitalizzazione e reti per segretario amministrativo
Corso di digitalizzazione e reti per segretario amministrativovaleriodinoia35
 
IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla Cresima
IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla CresimaIL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla Cresima
IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla CresimaRafael Figueredo
 
Esperimenti_laboratorio di fisica per la scuola superiore
Esperimenti_laboratorio di fisica per la scuola superioreEsperimenti_laboratorio di fisica per la scuola superiore
Esperimenti_laboratorio di fisica per la scuola superiorevaleriodinoia35
 

Recently uploaded (9)

XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia RomanaXIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
 
San Giorgio e la leggenda del drago.pptx
San Giorgio e la leggenda del drago.pptxSan Giorgio e la leggenda del drago.pptx
San Giorgio e la leggenda del drago.pptx
 
CON OCCHI DIVERSI - catechesi per candidati alla Cresima
CON OCCHI DIVERSI - catechesi per candidati alla CresimaCON OCCHI DIVERSI - catechesi per candidati alla Cresima
CON OCCHI DIVERSI - catechesi per candidati alla Cresima
 
RICERCA_SUGLI ANFIBI PER LA PRIMA MEDIA.
RICERCA_SUGLI ANFIBI PER LA PRIMA MEDIA.RICERCA_SUGLI ANFIBI PER LA PRIMA MEDIA.
RICERCA_SUGLI ANFIBI PER LA PRIMA MEDIA.
 
lezione di fisica_I moti nel piano_Amaldi
lezione di fisica_I moti nel piano_Amaldilezione di fisica_I moti nel piano_Amaldi
lezione di fisica_I moti nel piano_Amaldi
 
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia RomanaXI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
 
Corso di digitalizzazione e reti per segretario amministrativo
Corso di digitalizzazione e reti per segretario amministrativoCorso di digitalizzazione e reti per segretario amministrativo
Corso di digitalizzazione e reti per segretario amministrativo
 
IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla Cresima
IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla CresimaIL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla Cresima
IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla Cresima
 
Esperimenti_laboratorio di fisica per la scuola superiore
Esperimenti_laboratorio di fisica per la scuola superioreEsperimenti_laboratorio di fisica per la scuola superiore
Esperimenti_laboratorio di fisica per la scuola superiore
 

Introduzione

  • 1. 7 Introduzione di Marina Caffiero, Maria Pia Donato, Giovanna Fiume Colleghe e soprattutto amiche di Sara, abbiamo pensato all'unisono di dedicarle un volume che nello stesso tempo attesti l'apprezzamento per la studiosa e testimoni il nostro affetto. Ognuna di noi l'ha conosciuta in occa- sioni, tempi e contesti diversi e ha intrattenuto con lei rapporti differenti. Tuttavia ci è sembrato che il titolo Donne potere religione individui con chiarezza gli ambiti di ricerca a cui Sara si è dedicata e si dedica e soprat- tutto i collegamenti che connettono le tre tematiche. In questa ottica abbia- mo distribuito i contributi di coloro che hanno collaborato al volume in tre sezioni, relative alle questioni di genere, alla vita religiosa e alla santità. Come si vedrà, gli interventi, pur se spaziano su un arco cronologico molto vasto, rivelano un ineludibile intreccio, il cui perno è il protagonismo fem- minile. Da parte nostra, delle autrici e degli autori, un sentito grazie a quan- ti hanno aderito a questa iniziativa. Potere femminile e politica Marina Caffiero Ho conosciuto Sara nel corso dei primi anni del decennio 1980 in occa- sione delle diverse iniziative attivate da Sofia Boesch Gajano insieme con un – allora – piccolo gruppo di ricerca che indagava i temi della santità, dei culti dei santi e dell’agiografia. In quegli anni Sara risiedeva e insegnava ancora a Catania, e dunque ci vedevamo solamente nel corso delle sue venute a Roma per partecipare alle iniziative del gruppo. Ma quando nel 1993 si trasferì de- finitivamente nella città il nostro rapporto si fece più intenso e si trasformò in stretta amicizia. Ci legavano naturalmente gli studi sul tema della santità, af- frontata soprattutto sul piano delle ricadute politiche, sociali e culturali e dell’approccio antropologico, ma anche orientamenti esistenziali molto simili seguendo i quali cercavamo entrambe, con non poche difficoltà, di non far
  • 2. 8 prevalere la vita accademica e la carriera universitaria sulla dimensione fa- migliare e sul mondo degli affetti. Ci univa inoltre un interesse forte per la storia delle donne e per la storia di genere che ci indusse a partecipare alla fondazione della Società italiana delle storiche (Sis), nel 1989, a proporre al suo interno iniziative in prima persona – come la nascita nel 2002 della rivi- sta «Genesis», tuttora attiva – e infine a trovarci a collaborare nel Direttivo della Società, lei come presidente, io come membro, negli anni 1995-1997. E altro membro di quel direttivo era Giovanna Fiume. Proprio la prospettiva di genere spinse Sara a creare un gruppo di ricerca internazionale su genere e religione, attento anche all’analisi della situazione delle donne oggi, che ot- tenne alcuni dei primi finanziamenti europei. Con essi poté dar vita a conve- gni internazionali e a due pubblicazioni curate con la comune amica, scom- parsa da poco, Kari Børresen (Cabibbo 2001 e 2006a). Sul tema della santità Sara aveva pubblicato già, insieme a Marilena Modica, il libro La Santa dei Tomasi (Cabibbo 1989a), uscito nella collana einaudiana appena avviata e dal felice titolo di “Microstoria”. Nonostante i suoi numerosi interessi – storia di genere, monachesimo femminile, storia della Sicilia nei suoi diversi aspetti, redenzione degli schiavi, modelli di agiografia – l’argomento della santità è restato sempre presente nelle sue ricerche. Così, se risale alla metà degli anni novanta il volume su Agiografi, santi e culti nella Sicilia spagnola (Cabibbo 1996), nel 2004 ha pubblicato presso Sellerio Santa Rosalia fra terra e cielo (Cabibbo 2004a). Colpisce nel suo lavoro complessivo, a prescindere dal tema affrontato, l’uso raffinato e molto “pensato” della metodologia storica, che va ben oltre l’acribia nell’esaminare una enorme quantità di fonti. Nei suoi testi dialo- gano tutte le scienze storiche e sociali in maniera non sovrappositiva o ag- giuntiva, ma con una fusione che non cede alle mode socio-antropologiche e che utilizza in maniera non meccanica, bensì sempre storicamente, gli strumenti offerti dall’antropologia, perfino nei suoi elementi più tradiziona- li, e direi ovvii. Ad esempio, relativamente a temi come gli spazi naturali e geografici – la montagna, le grotte, i boschi –, le reliquie, i miracoli, le vi- sioni, le estasi, il travestitismo, la profezia, la bilocazione, i simboli di varia natura, i cerimoniali sacri e così via. Sono tutti elementi che oramai la ric- chissima storiografia sulla storia dell’agiografia e dei culti ha largamente acquisito e anche trasmesso alla storia politica e culturale, ma che, non adeguatamente contestualizzati o diversificati o superficialmente interpreta- ti, possono costituire un limite di rassicurante e comoda semplificazione e anche un rischio di ripetitività poco innovativa. La maturità della storica è stata invece capace di far interagire le categorie più specifiche del sacro e del simbolico con la storia ben più larga delle norme, delle istituzioni e de- gli usi sociali di questi fenomeni, e soprattutto con la storia politica.
  • 3. 9 I nodi della santità e della religiosità nella ricerca di Sara sono declinati quasi sempre al femminile. Se nella storia delle donne è stato individuato il centro per eccellenza di una pratica interdisciplinare tra storia e scienze so- ciali innovativa, la categoria socio-biologica del genere – oggi tanto presa di mira dalle autorità cattoliche, con un evidente fraintendimento concettua- le – si è imposta nella storia come valida in quanto capace di esprimere le interazioni – e i conflitti – tra differenza sessuale e percezione socio- culturale: ad esempio, sul piano delle rappresentazioni simboliche e sociali che erano, e sono, diverse tra i sessi. In questa ottica si sono aperti nuovi campi di ricerca, come quelli relativi al tema del potere, a lungo roccaforte della storia politica declinata al maschile. La storia delle donne e di genere ha mostrato come il problema del potere, che resta centrale nella riflessione storiografica, non possa ridursi quanto alle donne al solo rapporto asimme- trico fra i sessi fatto di dominio o oppressione, ignorando interdipendenze, condizionamenti reciproci, complementarità tali da far emergere spazi e dimensioni del potere femminile. In particolare, in questa direzione, impor- tante è stato l’apporto della storia religiosa. Qui la relazione gene- re/religione si interseca con il potere poiché concetti, simboli, rituali e isti- tuzioni della religione vanno certamente inseriti in un sistema patriarcale, ma costituiscono anche uno degli ambiti – forse il più importante – in cui le donne hanno potuto collocarsi nel corso dei secoli utilizzandolo con auto- nomia e protagonismo. Pochi terreni come la storia religiosa sono sensibili all’approccio di genere, come oramai la quantità enorme di studi dimostra, e pochi campi come il fenomeno della santità e dei culti hanno dimostrato la possibilità di scrivere storia con protagonisti sia uomini che donne e con- sentito l’emersione di soggetti femminili “potenti”. Un potere femminile assai spesso individuato nella centralità del corpo e del suo valore simboli- co e politico nelle esperienze femminili, non soltanto mistiche, dal medioe- vo all’età moderna. Sono le manifestazioni del corpo, vivo o morto, che se- gnalano la santità e la comunicano all’esterno. La santità femminile si ca- ratterizza perciò attraverso il corpo come luogo di un potere che può diven- tare potere politico. Prendiamo il libro di Sara su Rosalia, ma anche gli studi su María de Ágreda, che sarebbe utile vedere riuniti insieme (Cabibbo 2003a, 2003b, 2003c, 2006b e 2010b). Sono lavori di storia tout court, in cui molte, complesse e diverse variabili si integrano a ricostruire a tutto tondo un pre- ciso panorama di storia totale che va ben oltre la santità “ritrovata” e rico- nosciuta di Rosalia o quella negata di María de Ágreda. Rosalia costituisce per così dire solamente il punto di visuale scelto, una cartina di tornasole, uno specchio efficace ma che proietta molto altro. Il vero oggetto è il pano- rama storico, non adeguatamente indagato neppure dagli storici politici,
  • 4. 10 delle caratteristiche peculiari della cosiddetta monarchia sicula fra Sei e Settecento e della costruzione del prestigio, del ruolo e della preminenza sia di una chiesa primaziale, sia di una “capitale incerta” che cercava di impor- si tramite la nuova santa (proprio come Madrid, che inventò a tal fine il cul- to di s. Isidro), sia, infine, di un regno che si pretendeva relativamente au- tonomo da Roma in materia ecclesiastica, con conseguenti tensioni fra la Spagna, interessata a difendere il privilegio siciliano, e il papato ad esso contrario. La vicenda del culto di Rosalia è uno degli aspetti in gioco. Vi si ritrova, infatti, una storia politica e di costruzione di una cultura politica, nell’articolazione dei contrasti reali e simbolici che disegnano la triangola- zione fra Francia, Spagna e papato nel corso del lungo Seicento. In questa poderosa e vittoriosa costruzione culturale – che è anche politica – ripercor- sa dall’autrice emerge con chiarezza come siano proprio gli eventi religiosi, manipolati, narrati e gestiti, quelli che incidono sulla politica e la trasfor- mano. Ancora più evidente lo scenario politico-religioso che sta dietro alla auto rappresentazione e alla rappresentazione della fama di María de Ágreda, la concezionista francescana castigliana (1602-1665) studiata da Sara in molte occasioni e da diversi punti di vista. Il fenomeno delle bilocazioni attribui- tole dai biografi e da lei stessa confermato era finalizzato alla evangelizza- zione degli Indios della Nuova Spagna, appoggiando le missioni francesca- ne, ma dimostrava anche il suo desiderio di rivendicare e di impadronirsi di una funzione apostolica e di predicazione riservata agli ordini religiosi ma- schili. Tuttavia, il ruolo della mistica di Ágreda nella Spagna di Filippo IV andava oltre alla legittimazione della colonizzazione e alla rivendicazione delle capacità e responsabilità religiose femminili. Il rapporto diretto con gli ambienti della corte e soprattutto con il re, di cui fu consigliera spiritua- le e politica come testimonia la sua foltissima corrispondenza con il sovra- no, si concentrava su una funzione magistrale e pedagogica: indicare a Fi- lippo il modello di sovranità cui doveva ispirarsi nel suo progetto politico, all’interno come all’esterno; un modello teso a concentrare il potere unica- mente nelle mani del sovrano, senza mediazioni di ministri, a costruire una monarchia universale cattolica e a combattere gli “eretici”. Un ritorno delle “sante vive” che, come ci hanno mostrato i lavori di Gabriella Zarri, opera- vano nel Rinascimento in qualità di consigliere dei principi? In parte sì, a conferma che in realtà quel modello non era mai completamente scomparso dopo la Riforma e la Controriforma; ma anche qualcosa di assolutamente nuovo, da considerare nel contesto della introduzione della clausura per le donne religiose e nell’ambito della politica europea e mondiale in cui la monarchia spagnola perseguiva ancora obiettivi di supremazia e controllo.
  • 5. 11 D’altro canto, il problema del potere femminile si declina anche in cam- pi diversi dalla politica, pur se ad essi strettamente collegati. L’opera prin- cipale di María, la Mystica Ciudad de Dios, pubblicata postuma nel 1670 e oggetto per più di un secolo di un dibattito accesissimo tra teologi e inquisi- tori, oltre a incoraggiare il fenomeno della scrittura religiosa femminile, tanto malvista dai confessori, introduceva e rafforzava altri elementi por- tanti della religiosità barocca, quelli devozionali, destinati a restare saldi anche successivamente: la centralità del culto della Vergine, attraverso il sostegno alla discussa tesi dell’immacolatismo mariano, il profetismo femminile come mediazione del messaggio divino, il ruolo delle visioni, delle apparizioni e delle rivelazioni (le mariofanie ottocentesche). Tutti elementi che, nonostante le polemiche e il mancato riconoscimento della santità di María de Ágreda, rafforzeranno il modello mariano proposto alle donne con sempre maggiore forza tra Settecento e Ottocento, con la sua ineludibile ambiguità tra potere e subordinazione femminili. Memoria ecclesiastica, identità cittadine, strategie politiche Giovanna Fiume Ho conosciuto Sara nel ’68, entrambe studentesse all’Università di Ca- tania; vi insegnavano studiosi importanti che pure furono investiti dalla contestazione studentesca. Mi sembra, dunque, di condividere con lei i fon- damenti della nostra formazione, fatta di impegno e disciplina, sapere criti- co e olio di gomito. Dopo la laurea ho lasciato Catania e il nostro rapporto si è allentato, ma i nostri interessi ci hanno condotto infine verso studi con- tigui che hanno riacceso sintonia e intelligenza reciproca. Le sue ricerche di storia sociale e religiosa, con particolare riferimento alla santità e ai culti e con una spiccata sensibilità verso il gender, hanno rappresentato un punto di riferimento ineludibile per le mie ricerche. Da studiosa laica Sara ha indagato con sensibilità e intelligenza i temi della storia religiosa incrociando una pluralità di approcci: da quello pro- priamente religioso a quello politico-sociale, a quello ecclesiastico, a quello squisitamente culturale, riuscendo a proporre ricostruzioni complesse nelle quali i santi di età moderna, come ad esempio nei casi siciliani lungamente indagati, «rivelano il percorso di identità sacrale del Magnifico Regno [di Sicilia], attraversato da conflitti municipalistici, dalle conflittualità fra gli ordini religiosi, dalle dinamiche tra le varie componenti sociali» (Cabibbo 1996, p. 8). Sotto la sua lente i santi – e le loro agiografie – diventano occa- sione per ridisegnare identità municipali e Sara ha ripetutamente attirato l’attenzione sull’intensa attività di rinnovamento nella Sicilia spagnola del
  • 6. 12 panorama devozionale, fin qui dotato di una debole tradizione agiografica, tra fine Cinquecento e primi del Seicento, e di ridefinizione del santorale dell’isola attraverso una serie di nuove inventiones e di dispute agiografiche (Placido, Rosalia, la Madonna della lettera, ecc.). I protagonisti di questo rinnovamento furono gli archivi cittadini, le antiche iscrizioni, i dipinti, co- sì come quanto andava emergendo dagli scavi prodotti dal rinnovamento urbano: «Qui un’antica iscrizione erosa dal tempo, un dipinto sbiadito, re- canti le tracce di un’antica devozione a questo o quel santo, potevano forni- re agli studiosi e agli agiografi locali l’occasione per avanzare ipotesi, di- scutere, avviare aspre polemiche, in una gara sulla interpretazione più pro- babile del reperto trovato, il cui premio era l’ampliamento dei santorali del- le diverse citta. Congettura è il termine che ricorre più spesso nei testi di quegli anni» (Cabibbo 2000a, p. 201). Perciò la necessità del maggior rigo- re documentario possibile. Questo intenso lavorio attorno all’assetto dei santi patroni cittadini era parte essenziale del processo di costruzione di Palermo come “capitale” del vice-regno di cui occorreva risistemare una memoria ecclesiastica. Il conte- sto di questi processi è, da un lato, il rapporto tra Palermo e Madrid, dall’altro, quello contraddittorio e frequentemente conflittuale con Roma, grazie alla giurisdizione esercitata dalla monarchia siciliana sulle istituzioni ecclesiastiche dell’isola. I santi mantengono in queste condizioni una cara- tura immediatamente politica. Un caso esemplare sotto questo aspetto è rappresentato dal ricongiun- gimento nel 1593 della testa di santa Ninfa, conservata nella chiesa romana di Santa Maria in Monticelli, al resto del corpo, conservato invece a Paler- mo. La traslatio della preziosa reliquia, patrocinata da Maria Pimentel y Fonseca, moglie del viceré Olivares, riecheggia apertamente quella analoga del corpo di san Gennaro, avvenuta alla fine del Quattrocento nella Napoli aragonese, e apertamente allude all’alleanza monarchia-popolo, del corpo mistico e del corpo sociale, come carattere costitutivo della pax hispanica. Insomma, il processo politico, sociale, economico, urbanistico che faceva di Palermo una capitale passava attraverso la costruzione di una memoria ecclesiastica relativa al suo assetto patronale; la costruzione dell’identità civile della città non si poteva disgiungere da quella della sua identità reli- giosa, alla cui elaborazione partecipano allo stesso titolo scrittori di storie municipali e agiografi. Non per caso, sono i viceré di Sicilia, Diego En- ríquez de Guzmán, conte di Alba de Liste (1585-1592) e Enrico Guzmán, conte di Olivares (1592-1596) a promuovere con il supporto dei gesuiti la messa a punto di tabulari sacri. Emerge qui l’importanza dei patronati femminili: Cristina, Ninfa, Agata, Oliva, Rosalia. L’interesse per il gender – che ha portato Sara ad annoverarsi
  • 7. 13 tra le socie della Società italiana delle storiche, a esserne presidente dal 1995 al 1997 e tra i membri della Commissione Pari opportunità alla Presi- denza del Consiglio, dal 1997 al 2000 – aveva dato frutti maturi già con il libro scritto insieme a Marilena Modica, La santa dei Tomasi (Cabibbo 1989a). La ricerca metteva in luce non solo la centralità dei monasteri per lo studio della religiosità femminile, ma, attraverso un consistente materiale documentario – la corrispondenza familiare, i documenti patrimoniali, le Costituzioni e le cronache del convento del Santissimo Rosario, costruito dai duchi Tomasi a Palma Montechiaro, le scritture agiografiche sulla mo- naca e i suoi stessi scritti – dipingeva e teneva insieme due diverse e con- comitanti direttrici: un denso contesto familiare nel quale la santità di Maria Crocifissa serviva l’ambizioso progetto religioso e sociale di nobilitazione della famiglia dei fondatori e, soprattutto, la straordinaria “identità spiritua- le” della giovane monaca, attraverso lo stretto rapporto con il direttore spi- rituale che in qualche misura ne orientava il linguaggio e il mondo interio- re. Irrompeva il tema della mistica, attraverso deliqui, ratti, svenimenti, ab- bandoni, estasi, levitazioni, piaghe e ferite: il corpo, luogo dell’incontro con il divino, acquistava una prepotente centralità, in sintonia con gli studi di storia di genere. Qui le autrici prendevano le distanze/si congedavano dai loro maestri, alla luce di una storiografia italiana e straniera che le legitti- mava nel superamento dei paradigmi tradizionali di storia politica e intellet- tuale, egemoni in Sicilia, che guardavano con sufficienza all’ibridazione della storia con le altre scienze sociali (l’antropologia soprattutto) e a quella che si definiva ancora riduttivamente “storia delle donne”. Una supponenza con effetti negativi sul piano accademico, causa di precoci e circoscritte “fughe di cervelli”. La riflessione su donne e religione si inseriva in un contesto decisamen- te internazionale (Cabibbo 2001) e portava Sara a concludere il percorso intrapreso da tempo con Santa Rosalia tra terra e cielo (Cabibbo 2004a). Ora l’interesse lungamente coltivato – prevalentemente sui santi siciliani, ma anche su Caterina da Siena, Marcella romana, la santità martiriale, i santi dinastici (Cabibbo 1991, 1994, 1995, 1997a, 1997b e 2015) ecc. – si dirige verso la santità di María de Ágreda e l’evangelizzazione degli Indios (Cabibbo 2003b e 2010) o verso le relazioni religiose del Mediterraneo moderno (Cabibbo 2012a). Rosalia rappresenta compiutamente il metodo e le conoscenze dell’autrice, raffinati attraverso gli studi e gli scritti dei decenni precedenti. La figura di Rosalia, sulla quale mancano le fonti scritte (non ci sono né Vi- ta, né processo), viene ricostruita con pazienza certosina attraverso i primi riferimenti secenteschi di Ottavio Gaetani che ne raccoglie tradizioni orali, attestanti la sua antiquitas. Le particolari circostanze della peste palermitana
  • 8. 14 del 1624 e l’iniziativa dell’arcivescovo Giannettino Doria legano gli esordi della santa alla politica del potente genovese, in linea con quella filofrance- se del papa Urbano VIII. Dunque, la costruzione agiografica si orienta ver- so i nobili natali dalla prosapia di Carlo Magno, verso la fuga da un matri- monio in contrasto con la vocazione religiosa, infine verso l’eremitaggio sul monte Pellegrino dove alcune reliquie, rintracciate nei giorni della pe- ste, le vengono attribuite per dare speranza a una comunità ormai allo stre- mo e al collasso di tutte le istituzioni cittadine a causa delle fughe e della mortalità epidemica. Comincia con la devozione il processo di “costruzio- ne” della santa come “barocca eroina della solitudine”. Il conflitto con i francescani, fautori della santità di Benedetto il Moro, e con altri ordini re- ligiosi che tendono ad attribuire la vergine romita alla loro famiglia (bene- dettina, basiliana, agostiniana), il proliferare di falsi cartacei ed epigrafici, trovano una guida decisa nell’arcivescovo Doria che nel 1630 fa iscrivere Rosalia nel Martirologio romano. Ma non per questo cessano le ipotesi e le varie ricostruzioni, finché l’arcivescovo spagnolo Ferdinando Bazan chiude nel 1701 la stagione delle congetture; la fama della eremita si dilata grazie ai gesuiti. Rosalia diventa un catalizzatore di interessi eruditi, di esigenze politiche, di strategie devozionali, di motivazioni spirituali, di speranze di rinascita e mobilita tutte le energie di una città e del suo popolo. Cosa chie- dere di più ad un simbolo religioso? Il metodo prosopografico e la stretta contestualizzazione consentono una ricostruzione densa del gioco degli in- terventi e degli interessi che danno consistenza storica a un personaggio evanescente e dei quali si compone “la fabbrica” (the making) della santa. Sara ha scritto ben più di quanto qui non appaia e continua a studiare con la stessa passione dei vent’anni. Quella generazione del ’68, nutrita dei principi dello studio come diritto per tutti e particolarmente per le donne, della necessità di collaborare al mutamento delle diseguaglianze sociali, del sapere utile a questo mutamento, ha trovato nei movimenti delle donne e per i diritti civili una fase ulteriore di maturazione delle proprie convinzioni e aspirazioni politiche. Negli anni settanta e ottanta molte di queste militan- ti femministe erano o sarebbero diventate storiche di professione e buona parte di loro avrebbe trovato posto nell’insegnamento universitario. La ca- ratteristica della passione di un sapere critico politicamente utile a com- prendere la realtà e della trasmissione didattica della ricerca appaiono le ci- fre del profilo intellettuale di Sara, costruito attraverso la capacità affinata di tessere relazioni e un atteggiamento sempre accogliente. Un modello an- tiaccademico del suo magistero per le migliaia di suoi studenti e studentes- se incontrati nel corso del suo lungo lavoro nell’Università, dove ormai quasi più nessuno sorride.
  • 9. 15 Genere, “militanza” culturale e altre questioni Maria Pia Donato La storia delle donne e di genere non sono state per Sara Cabibbo un tema da esplorare esclusivamente nell’ambito della storia moderna. L’attività di storica si è per lei sempre intrecciata con quella di studiosa aperta alle scienze sociali, di osservatrice del presente, di universitaria sen- sibile alle questioni dell’insegnamento scolastico – si sarebbe tentati di dire con l’impegno di attivista, se ciò non rischiasse di suonare diminutivo. Socia di antica data della Società italiana delle storiche, come si è già ri- cordato, della quale è anche stata presidente nel triennio 1995-1997, in quel periodo Sara ha diretto un progetto di ricerca transnazionale con la compianta amica Kari Børresen e Edith Specht che aveva l’obiettivo di valutare il peso della dimensione religiosa di genere in diversi contesti politici nel lunghissi- mo periodo tra l’antichità e il presente, facendo appello a storici di varie epo- che e a specialisti di altre scienze sociali. Ciò ha dato origine a due volumi pubblicati all’inizio degli anni Duemila, Gender and religion (Cabibbo 2001), che metteva in luce i vari modi in cui la tradizione cristiana ha favori- to le definizioni di identità femminili plurali attraverso un complesso sistema di credenze, pratiche e rappresentazioni; e successivamente l’altro volume Gender, Religion, Human Rights in Europe (Cabibbo 2006a): un lavoro mol- to importante su un tema di rinnovata attualità nel contesto delle società mul- ticulturali e multiconfessionali – che continua ad ispirare numerosi gruppi di ricerca nella difficoltà ormai davvero macroscopica di far fronte alle tensioni sociali dell’Europa della crisi e della minaccia integralista e jihadista senza la prospettiva di genere. L’attualità mostra tristemente quanto il corpo delle donne sia di nuovo al centro di confitti di classe, di religione, di cultura dai quali solo una visione di genere dei diritti può indicare una via di uscita che non si riduca all’alternativa tra una visione universalistica vecchio stampo della laicità irrigidita dalla paura e una tolleranza lassista in nome della quiete sociale. Occorre dunque ancora portare il genere al centro del dibattito sul ruolo della religione nella vita pubblica. Nello stesso lasso di tempo, inoltre, Sara interveniva nel dibattito sull’insegnamento della storia e la necessità di ripensare criticamente la ma- niera nella quale la storia è concepita, scritta e trasmessa (Cabibbo 2000b). La prospettiva di genere dunque, lo si è detto più volte, innerva studi di Sara di argomento molto diverso. Oltre ai molti saggi che abbiamo già evo- cato in questa breve introduzione, vorrei ricordare alcuni articoli e scritti risalenti a diversi momenti della sua carriera nei quali a mio avviso si co- glie con particolare chiarezza il modo in cui la visuale di genere modifica e arricchisce gli oggetti di ricerca e apre visuali interdisciplinari fertili che
  • 10. 16 permettono di dipanare altrimenti i fili del tema che è stato caro a Sara nel corso degli anni, ossia la dialettica costante tra soggettività e controllo, tra norma ed eterodossia: l’accesso alle fonti bibliche e patristiche e la scrittura femminile (Cabibbo 1989b), la discrezione degli spiriti, già al centro de La Santa dei Tomasi sopra evocato (Cabibbo 2010a) e infine la storia del cor- po e dei segni corporei della santità. In un saggio del 2008 dedicato a Vero- nica Giuliani, in particolare, Sara esplorava il processo di interiorizzazione e dunque di corporeizzazione della santità attraverso il prisma delle stim- mate, il crisma più cristico e mirabile ma anche particolarmente sospetto di simulazione e di scrutinio ecclesiastico e medico (Cabibbo 2008). È nel territorio di confine tra medicina e religione che il mio percorso scientifico si è incrociato con quello di Sara. Tra il 2006 e il 2011, insieme a Marilyn Nicoud e Luc Berlivet, ho diretto un programma di ricerca incar- dinato presso l’École française de Rome su “professioni mediche e pratiche della salute tra medioevo e contemporaneo”. Tra gli ambiti che ci sembra- vano allora suscettibili di uno sguardo ampio e di lungo periodo come era l’ottica del programma, avevamo subito individuato quello del rapporto tra medicina e religione. È quindi nata una collaborazione tra noi e una specia- lista di storia religiosa e di santità come Sara, insieme al collega Raimondo Michetti, e con l’università di Roma Tre. La collaborazione è sfociata in un convegno internazionale svoltosi a Roma nel 2010 che proponeva una ri- flessione sui rapporti tra medicina e religione cattolica dal medioevo al con- temporaneo sotto il segno di una dinamica tra collaborazione, competizione e conflitto, e quindi in un volume eponimo. Il volume mette a confronto le prospettive di ricerca non sempre concidenti degli storici dei fenomeni reli- giosi e degli storici della medicina sui tre assi tematici della cura, delle in- terpretazioni della malattia, e della vita e della morte (Cabibbo 2013). Il vo- lume, tra l’altro, si chiude con un saggio di Isacco Turina sui “diritti ripro- duttivi” nei dibattiti internazionali degli ultimi vent’anni che mostra come alcuni “problemi di salute” contribuiscano oggi a riattivare la tensione tra medicina e religione sulla questione dei diritti e del genere. Il volume La storia della medicina non è trattata nel volume che qui presentiamo, con l’eccezione del contributo di Dinora Corsi, che esplora quel genere all’intersezione fra la letteratura di segreti e la trattatistica sul tema della ge- nerazione, i secreta mulieurum, con riferimento alla Toscana quattrocentesca. Ma nel volume sono presenti molti altri temi e filoni di ricerca in assonanza con le ricerche e gli interessi di Sara.
  • 11. 17 In primo luogo, le questioni di genere tra storia e storiografia. Così, Ro- berto Rusconi ricostruisce le numerose e mutevoli rappresentazioni di Maria e del suo potere e la sua evoluzione verso una funzione politica e identitaria negli ultimi due secoli. Silvia Mostaccio interroga da una prospettiva di gene- re la guerra e l’esercito durante le guerre di Fiandra per studiare l’impatto della guerra sulla vita delle donne e osservare l’adeguamento dei modelli e delle pratiche di mascolinità e femminilità al contesto guerriero. Di un con- flitto politico rivelatore dei tanti modi dell’agency femminile tratta invece Maria Rosaria Stabili ricostruendo la nascita dell’emancipazionismo femmi- nile cattolico nel Cile di fine Ottocento. Ida Fazio ripercorre l’incontro tra storia delle donne e microstoria che, a partire dagli anni ottanta del Novecento, rinnovò profondamente la storio- grafia, non solo italiana, prendendo le distanze dallo storicismo e dal fun- zionalismo per rendere manifesto il posizionamento dello storico rispetto agli oggetti della propria ricerca. In apertura di questa sezione avrebbe dovuto trovare spazio anche il saggio che Kari Elisabeth Børresen ci aveva annunciato, con il titolo di Gender Hierarchy: The Basic Challenge is Theological!, prima che la mor- te la cogliesse inaspettatamente. Nella seconda parte relativa alla vita religiosa, Javier Burrieza Sánchez e Ángela Atienza López indagano un tema particolarmente caro a Sara, alla confluenza della storia religiosa e della santità, della storia delle donne e del rapporto tra religione e potere, ossia le visioni e il loro uso politico, soffer- mandosi su due figure di religiose nella Spagna del Seicento, rispettivamente Marina de Escobar a Valladolid e Magdalena de la Trinidad a Toledo. Scelgono invece come oggetto e come osservatorio due congregazioni religiose Elisabetta Marchetti e Paolo Cozzo. La prima ricostruisce caratteri e sviluppo del Carmelo teresiano in Italia, prestando particolare attenzione allo sforzo di revisione e di superamento del modello agiografico barocco in cui Teresa e le vicende del Carmelo riformato già sul finire del XVI se- colo vennero intrappolati; il secondo, nel quadro del rinnovamento degli studi sugli ordini religiosi negli Stati sabaudi di età moderna, studia la pre- senza carmelitana in Piemonte, e il ruolo dei Savoia nel suo sviluppo, spe- cialmente nel XVII secolo. Dal canto suo, Claudio Rolle segue gli itinerari di alcuni gesuiti tra il Cile e l’Italia, in particolare la loro esperienza di Ro- ma tra apprendistato spirituale ed esilio. Infine Olaya Sanfuentes, in un contributo a metà strada tra storia e an- tropologia, decifra le pratiche visuali delle religiose in Spagna e in America latina attraverso le fotografie del giorno della consacrazione, celebrazione dell’evento e insieme memoria della vita fuori del convento.
  • 12. 18 Il tema del rapporto tra monarchia e religione riemerge a più riprese an- che nella terza parte del volume incentrata sulla santità. Bernard Dompnier si sofferma sul culto dei santi in relazione alla costruzione dello stato mo- derno attraverso lo studio dei breviari – vera stele della memoria, egli scri- ve – delle sante regine di Francia nel Sei e nel Settecento. Dalla Francia di nuovo nel mondo iberico, Cécile Vincent-Cassy esami- na “l’esercizio della santità” delle donne di casa Asburgo come un elemen- to fondamntale della divisione di compiti tra re e regine; in particolare Margherita d’Asburgo, moglie di Filippo III, portò tale esercizio ad un pa- rossismo tale che, dopo la morte di parto nel 1611, la sua vita fu riletta sot- to il segno del martirio. Non fu una santa, anzi fu accusata di santità simu- lata Luisa de Melgarejo, straordinaria figura femminile di cui René Millar Carvacho ricostruisce la parabola nella Lima del Seicento all’ombra di uno strettissimo quanto complesso rapporto spirituale e politico con i Gesuiti. Quanto all’Italia, Anna Calissano fa affiorare la vita di Ludovica Alber- toni come donna nella Roma del Rinascimento, mentre Bernadette Majora- na si sofferma sulle feste per solennizzare, nel 1669, la canonizzazione del- la carmelitana Maria Maddalena de’ Pazzi (Firenze 1566-1607), vera apo- teosi della performatività e della spettacolarità barocche. A conclusione di questo percorso tornando nella Roma moderna, chiude il volume Alessan- dro Serra con uno studio sui culti della comunità dei siciliani, uniti intorno a santa Rosalia ma dediti anche a vari culti minori a seconda della città di provenienza. Riferimenti bibliografici Cabibbo 1989a: [con Marilena Modica], La Santa dei Tomasi. Storia di suor Maria Crocifissa (1645-1699), Einaudi, Torino. • 1989b: “Ignoratio Scripturarum, ignoratio Christi est”. Tradizione e pratica delle scritture nei testi monastici femminili del XVII secolo, «Rivista storica ita- liana», 1, pp. 85-124. • 1991: (Introduzione e cura), Caterina da Siena, Io, serva e schiava, Sellerio, Palermo. • 1994: La santità femminile dinastica (1650-1850), in Gabriella Zarri e Lucetta Scaraffia (a cura di), Donne e fede. Stantità e vita religiosa in Italia, Laterza, Roma-Bari, pp. 399-418. • 1995: Marcella romana, vedova, nell’età della Controriforma, in Giulia Barone, Marina Caffiero e Francesci Scorza Barcellona (a cura di), Modelli di santità fra medioevo ed età contemporanea, Rosenberg & Sellier, Torino, pp. 283-293. • 1996: Il Paradiso del Magnifico Regno. Agiografi, santi e culti nella Sicilia spagnola, Viella, Roma.
  • 13. 19 • 1997a: Beata stirps. Culti e santi sabaudi fra primo e secondo Ottocento, «Cheiron», pp. 447-448. • 1997b: Dal nido savoiardo al trono d'Italia. I santi di casa Savoia, in Emma Fattorini (a cura di), Santi, culti, simboli nell'età della secolarizzazione, Rosen- berg & Sellier, Torino, pp. 331-360. • 2000a: Catene di inventioni. Cittadine sante a Palermo fra XVI e XVII seco- lo, in Giovanna Fiume (a cura di), Il santo patrono e la città. San Benedetto il Moro: culti, devozioni, strategie di età moderna, Marsilio, Venezia, pp. 199-216. • 2000b: Questioni di metodo: per una storia a più colori. Donne e storia tra Me- dioevo ed età moderna, in Ethel Porzio Serravalle (a cura di), Saperi e libertà. Maschile e femminile nei libri, nella scuola e nella vita, Associazione Italiana Editori, Milano, pp. 83-97. • 2001: [con Kari Elisabeth Børresen e Edith Specht] (eds.), Gender and reli- gion. European Studies, Carocci, Roma. • 2003a: Il “libro serrado” di Maria de Agreda. Per un’analisi della cultura bi- blica femminile nella Spagna del Seicento in Claudio Leonardi, Francesco Santi e Adriana Valerio (a cura di), La Bibbia nell'interpretazione delle donne, Edi- zioni del Galluzzo, Firenze, pp. 85-105. • 2003b: Una “dama niña y hermosa” nella Nuova Spagna. Maria d’Agreda fra gli Indios, in Gabriella Zarri (a cura di), Ordini religiosi, santità e culti: pro- spettive di ricerca tra Europa e America Latina, Congedo, Lecce, pp. 111-127. • 2003c: Una profetessa alla corte di Spagna. Il caso di Maria d’Agreda fra Sei e Settecento, «Dimensioni e problemi della ricerca storica», 1, pp. 83-105. • 2004a: Santa Rosalia fra terra e cielo. Storia, linguaggi, simboli di un culto ba- rocco, Sellerio, Palermo. • 2004b: Viver vita laica, devota e libera. La “terza via” di Clemenza Ercolani Leoni, vedova bolognese, «Archivio per la storia delle donne», I/1, pp. 195-218. • 2006a: [con Kari Elisabeth Børresen] (eds.), Gender, Religion, Human Rights in Europe, Herder, Roma. • 2006b: Vizi e virtù di una “societad ensimismada”. Maria d’Agreda e la Spa- gna di Filippo IV, «Península. Revista de Estudios Ibéricos», 3, pp. 165-172. • 2008: Il “meraviglioso fisiologico” di Veronica Giuliani fra modello fran- cescano ed erudizione barocca, in Gabriele Ingegneri (a cura di), I cappuc- cini nell’Umbria del Settecento, Istituto Storico dei Cappuccini, Roma, pp. 169-184. • 2010a: Discretio spirituum, in Adriano Prosperi, Vincenzo Lavenia e John Te- deschi (dir.), Dizionario storico dell’Inquisizione, Pisa, I, pp. 24-25. • 2010b: Maria d’Agreda, in Adriano Prosperi, Vincenzo Lavenia e John Tede- schi (dir.), Dizionario storico dell’Inquisizione, Pisa, I, pp. 495-496. • 2012a: [con Maria Lupi] (a cura di), Relazioni religiose nel Mediterraneo. Schiavi, redentori, mediatori (secc. XVI-XIX), Viella, Roma.
  • 14. 20 • 2012b: [con Carmela Compare], La santità martiriale femminile tra modello e paradigma, in Giuseppe Antonio Guazzelli, Raimondo Michetti e Francesco Scorza Barcellona (a cura di), Cesare Baronio tra santità e scrittura storica, Viella, Roma, pp. 223-245. • 2013: [con Maria Pia Donato, Luc Berlivet, Raimondo Michetti e Mariyn Ni- coud] (éd.), Médecine et religion. Compétitions, collaborations, conflits (XIIe - XXe siècles), École française de Rome, Roma. • 2015: Sovrane sante, in Jean-François Chauvard, Andrea Merlotti e Maria An- tonietta Visceglia (a cura di), Casa Savoia e curia romana dal Cinquecento al Risorgimento, École française de Rome, Roma, pp. 37-53.