Gruppo CLAS elabora per Il Sole 24ORE un nuovo indicatore fisico che, a partire dalla quantità di veicoli km rilevata dall’AISCAT misura l’intensità del traffico dei veicoli sulla rete autostradale italiana e mostra come l’andamento dell’intensità del traffico pesante sia correlato con il PIL, del quale amplifica le variazioni.
A margine della crisi generale l’indicatore di intensità del traffico evidenza il forte calo di introiti che anche il settore autostradale ha avuto - più del 20% sul traffico pesante, più del 10% su quello leggero – e pone un problema di sostenibilità degli investimenti, già fatti o da fare.
Sotto questo punto di vista, l’art. 5 del decreto legge “Sblocca Italia”, se ben applicato, può essere uno strumento molto utile per evitare gli aumenti dei pedaggi, per finanziare una ripresa degli investimenti e consentire, come avviene in Francia, di riportare a livelli adeguati di sicurezza molte strade statali oggi in condizioni molto precarie di manutenzione e quindi di sicurezza.
Gruppo CLAS ha elaborato questa metodologia, che con la collaborazione di AISCAT e delle concessionarie potrebbe essere spinta a livelli territoriali più dettagliati, offrendo un preziosissimo strumento di analisi congiunturale rapida, a tutti gli operatori economici.
L’ambizioso obiettivo è quello di rendere sistematica questa osservazione, che va nella tradizione di Gruppo CLAS di dare un solido fondamento scientifico ai propri studi.
1. LA CRISI
MISURATA DAL TRAFFICO AUTOSTRADALE
a cura di Lanfranco Senn e Roberto Zucchetti
8 novembre 2014
2. UN INDICATORE FISICO
Quanto è pesante la crisi che stiamo attraversando? Dove colpisce di più? Ci sono segnali di uscita?
Abbiamo provato a dare alcune risposte partendo da una fonte molto attendibile e concreta: il traffico autostradale. Sappiamo che circa l’85% delle merci in Italia viaggia su gomma e la rete autostradale, che si estende per oltre 5.500 Km, è senza dubbio l’infrastruttura che porta la maggior parte di questo traffico.
Meno camion sulle autostrade vogliono dire meno produzione e meno consumi. Anche il traffico leggero è connesso alla crisi: meno si può spendere e meno si viaggia; ma, anche, meno si lavora e meno si viaggia.
La misurazione dell’intensità del traffico sulla rete autostradale è quindi un indicatore «fisico» della crisi: ha il vantaggio di essere oggettivo, misurato per altre finalità e, anche, di esprimere l’andamento che la crisi ha nelle diverse aree del Paese.
Gruppo CLAS ringrazia l’AISCAT per aver messo a disposizione i dati.
4. Fonte: Elaborazioni Gruppo CLAS su dati AISCAT
L’INTENSITÀ DEL TRAFFICO LEGGERO
33.377 Nord- Ovest
32.535 Nord-Est
21.805 Sud
30.489 Centro
Su ogni chilometro della rete autostradale italiana, sono transitati in media ogni giorno del 2° semestre 2014 29.811 veicoli leggeri.
L’intensità del traffico leggero è abbastanza omogenea al Nord e al Centro, minore al Sud di circa il 30%.
5. L’INTENSITÀ DEL TRAFFICO PESANTE
10.956Nord-Est
9.427 Nord- Ovest
4.563 Sud
9.207 Centro
L’intensità del traffico pesante è più alta nel Nord-Est. Fatto 100 l’intensità del Nord- Est, il Nord-Ovest e Centro hanno intensità 80 e il Sud 40.
Fonte: Elaborazioni Gruppo CLAS su dati AISCAT
6. LA RELAZIONE CON IL PIL
80
85
90
95
100
105
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
Andamento del traffico pesante e del PIL
PIL
TP
Traffico pesante e PIL sono evidentemente correlati.
L’andamento dell’intensità del traffico pesante amplifica le variazioni del PIL.
7. IL TRAFFICO PESANTE (FATTO 100 L’INTENSITÀ DEL TRAFFICO NEL 1° TRIMESTRE DEL 2007)
75
80
85
90
95
100
105
I°
07
II°
07
III°
07
IV°
07
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08
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08
I°
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II°
09
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09
IV°
09
I°
10
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10
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10
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10
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III°
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11
I°
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III°
12
IV°
12
I°
13
II°
13
III°
13
IV°
13
I°
14
II°
14
Nord - Ovest
Nord - Est
Centro
Sud
Già nel 2007 si osservano i primi segnali di crisi e la caduta del traffico pesante prosegue per tutto il 2008.
Altro importante crollo nel 2011, aggravato nel 2012.
Incerti segnali di ripresa nel 2013.
8. IL TRAFFICO PESANTE: A CHE PUNTO SIAMO
In Italia l’85% delle merci si sposta su strada: per questo il traffico pesante, e quello autostradale in particolare, è legato all’andamento generale dell’economia, al PIL.
Il 1°trimestre 2014 ha fatto registrare valori ancora molto vicini al minimo, con una frenata del Nord-Ovest che sembrava in ripresa.
Il 2° trimestre del 2014 manda un piccolo segnale di ottimismo per le regioni del Nord, mentre continua la discesa del Sud, che raggiunge il suo valore minimo: -24% rispetto all’inizio 2007. Aspettiamo per vedere se i prossimi dati sapranno segnalare anche per il Sud l’attesa inversione di tendenza.
9. IL TRAFFICO LEGGERO (FATTO 100 L’INTENSITÀ DEL TRAFFICO NEL 1° TRIMESTRE DEL 2007)
Il traffico leggero, più legato ai consumi ha sentito poco la prima crisi (2008) e nel 2009 il traffico recupera i livelli precedenti.
Fortissima la crisi tra il 4°/2011 e il 1°/2012, cui seguono vari tentativi di ripartenza “a canguro”.
85
90
95
100
105
I°
07
II°
07
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IV°
07
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09
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II°
14
Nord - Ovest
Nord - Est
Centro
Sud
10. IL TRAFFICO LEGGERO: A CHE PUNTO SIAMO
Il traffico leggero è legato all’andamento generale dell’economia e, in particolare, ai consumi.
Il 1° trimestre 2014 ha fatto registrare valori ancora molto vicini al minimo, segno che la crisi sta mordendo ancora molto forte.
Il 2° trimestre del 2014 manda un piccolo segnale di ottimismo, con tutte le aree del Paese in crescita: vedremo se i prossimi dati sapranno confermare questa inversione di tendenza.
11. 3 CONSIDERAZIONI FINALI
I dati mettono in evidenza il forte calo di introiti che anche il settore autostradale ha avuto: più del 20% sul traffico pesante, più del 10% su quello leggero.
1
2
3
Esiste un problema di sostenibilità degli investimenti, già fatti o da fare. L’art. 5 del DL "Sblocca Italia” può essere uno strumento molto utile per evitare gli aumenti dei pedaggi e per finanziare una ripresa degli investimenti.
La metodologia elaborata da Gruppo CLAS, con la collaborazione di AISCAT e delle concessionarie, potrebbe essere spinta a livelli territoriali più dettagliati, offrendo un preziosissimo strumento di analisi congiunturale rapida, a tutti gli operatori economici.
12. Per ricevere la versione integrale
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