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febbraio 2018 5,00 euro
Anno VIII | Numero 2
Mensile - Prima immissione 01/02/2018
Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale
D.L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n. 46)
Art. 1 comma 1, LO/MI
La grande
opportunità
Fineco è pronta per Mifid 2
Foti: il nostro business model
diversificato e sostenibile
vincerà in un mercato
più trasparente per il cliente
CONSULENTIA 2018: TUTTI I NOMI DELL’ADVISORY IN MOSTRA AL GRANDE EVENTO ANASF
12 | coverstory febbraio 2018 n bluerating coverstory | 13febbraio 2018 n bluerating
di Andrea Giacobino
Alessandro Foti (nella foto),
amministratore delegato e direttore
generale di FinecoBank, sceglie
tramite BLUERATING la platea
di ConsulenTia 2018 per lanciare
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della consulenza finanziaria
italiana: la nuova direttiva Mifid
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Finora in diverse occasioni non è
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Parto con una premessa. A mio
avviso Mifid 2 rappresenta una
grande opportunità per il settore
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perché la nuova normativa
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Foti: Mifid 2, grande opportunità di sviluppo dell’industria della consulenza
“La sfida che attende tutti gli operatori è quella di più tutela e più garanzie per il cliente”
Un motore per la crescita
Cogliamo l’opportunità di costruire
un rapporto di fiducia più solido
proprio perché basato sulla trasparenza
cliente. Quindi la parola d’ordine
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particolare per quanto riguarda
i costi dei prodotti e dei servizi
di consulenza. E in più porterà
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Mifid 2 rappresenta quindi un
banco di prova importante per
la professione del consulente
finanziario perché ne esalta il
ruolo, permettendogli di costruire
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e di costruire una pianificazione
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nella stessa percezione della
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Richiesta di più trasparenza
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comporta inevitabilmente una
pressione sui margini. Come
pensa che reagirà il mercato?
È vero che il risparmio gestito sta
attraversando una fase di pressione
sui propri margini, ma non si tratta
certo di un elemento peculiare
della nostra sola industria, visto
che tanti altri settori stanno
fronteggiando una sfida simile - o
saranno chiamati a farlo. La nostra
industria vive questa compressione
a prescindere da Mifid 2, essendo
legata anche all’andamento dei
mercati, con tassi a zero - se non
addirittura negativi - e rendimenti
attesi compressi. Di fronte a questa
situazione, comunque, l’industria
potrà reagire con maggiore
efficienza, con una semplificazione
dei processi e con un aumento
della produttività della propria
rete di consulenza. Anche con
l’ausilio della tecnologia, ormai
imprescindibile. L’altro elemento
fondamentale per avere successo
in questo scenario sarà un forte
investimento sulla qualità dei
servizi per i cliente. Fineco ha
intrapreso da tempo questa strada,
motivo per cui guardiamo con
ottimismo a questa evoluzione di
mercato.
Mifid 2 comporta la cosiddetta
“product governance”. Quali
cambiamenti?
Gli intermediari, a fronte dei
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saranno chiamati a effettuare
un’analisi molto accurata per
certificarne l’idoneità rispetto alle
necessità del cliente e per certificare
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L’implicazione immediata sta nella
necessità di mettere a disposizione
del consulente finanziario un
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avere una conoscenza molto più
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sua propensione al rischio. Ed è
proprio in questo aspetto che il
ruolo del consulente finanziario
diventa centrale nel rapporto con
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messo in condizione di costruire
una relazione di fiducia con
quest’ultimo.
Product governance significa
quindi una profilatura più
adeguata del cliente?
Se con le precedenti normative
le banche erano tenute ad
acquisire informazioni in merito
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cliente, con Mifid 2 dovranno
definire quali strumenti finanziari
saranno adeguati al cliente,
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cliente stesso di poter far fronte a
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predisposizione al rischio.
Vista la mole di informazioni
necessarie, la sostenibilità dei
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aperta verrà meno?
Assolutamente no, questo
approccio resta valido soprattutto
perché è nell’interesse del cliente.
Chiaro che potrà essere mantenuto
solo a condizione di avere una forte
efficienza operativa, soprattutto sul
fronte IT.
E sul fronte costi come evolverà
la relazione tra cliente,
consulente e intermediario?
L’evoluzione sarà tutta all’insegna
della trasparenza, e come tale - se
correttamente interpretata - non
potrà che essere positiva per il
settore in generale. Con Mifid
2 l’intermediario avrà l’obbligo
di fornire al cliente una stima
preventiva dei costi che dovrà
sostenere prima di effettuare un
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puntuale del totale dei costi
sostenuti. Il cliente avrà quindi
piena consapevolezza di quanto
avrà pagato per il servizio di
consulenza, sia in termini
percentuali sia in valore assoluto.
Da questo punto di vista, diventa
quindi estremamente importante
non solo avere una politica di
pricing corretta, ma soprattutto
erogare un servizio che punti sulla
qualità. Per questo Mifid 2 fornisce
una grande opportunità al mondo
delle reti, perché gli intermediari si
concentreranno ancora di più sul
ruolo centrale del professionista,
sviluppando servizi per metterlo in
condizione di fornire un servizio di
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fonte di maggiori ricavi?
È difficile prevederlo, ma è chiaro
che, come ho già anticipato, Mifid
2 porta con sé non solo - e non
tanto - un aumento dei costi,
ma soprattutto l’opportunità
di un maggiore accreditamento
del mondo della consulenza
finanziaria. Penso infatti all’ampia
quota dello stock di ricchezza
privata delle famiglie italiane che
non è ancora servito in modo
professionale nella pianificazione
finanziaria del proprio patrimonio.
Mifid 2 potrebbe quindi accelerare
ulteriormente il trend di crescita
del nostro settore, dando il via
a un circolo virtuoso del quale
Nel 2018
la nostra novità
principale
sarà l’avvio
di una società
di asset
management
specializzata
nella selezione
dei migliori
gestori
internazionali
continua a pag. 14 >
14 | coverstory febbraio 2018 n bluerating
potrebbero beneficiare tutti: i
clienti in primis, grazie a una
gestione più professionale del
proprio risparmio, ma anche i
consulenti e gli intermediari.
Educazione finanziaria della
clientela, a suo avviso così
importante per un cambio di
passo?
Sembra che la profonda crisi
finanziaria, i tassi a zero e la
fine del rendimento privo di
rischio abbiano determinato un
grande cambiamento culturale
nei risparmiatori, che sono più
consapevoli, più attenti ai costi e
hanno compreso l’importanza di
essere guidati da un professionista,
da un interlocutore di fiducia.
Per questo Mifid 2 dovrebbe
aumentare ancor di più questa
consapevolezza.
Il binomio Mifid 2 e crescita
dell’educazione finanziaria
sarà sufficiente per vedere, nei
prossimi anni, una migliore asset
allocation tra le famiglie italiane?
Dai dati di Banca d’Italia emerge
ad esempio che oltre 1.300
miliardi di euro giacciono sui
conti correnti. Come si può far
fronte a tutto questo?
Come anticipavo la cultura
finanziaria sta migliorando, ma il
livello di partenza era purtroppo
basso, e inoltre troppo legato
a soluzioni di investimento
tradizionali come titoli di Stato
o conti deposito, con una scarsa
fiducia verso soluzioni diverse, più
strutturate. Proprio per affrontare
questa situazione, è fondamentale
che i risparmiatori diventino
consapevoli sulle modalità con
cui il loro patrimonio può essere
gestito in modo più efficiente.
Ed è per questo che Fineco si sta
impegnando anche attraverso la
propria rete di consulenza in una
forte campagna di educazione
finanziaria della clientela,
trasferendo le tre regole per una
corretta pianificazione: avere ben
chiari i propri obiettivi di vita,
diversificare il portafogli, e non
cedere all’emotività di fronte a
mercati troppo volatili.
Ma veniamo a Fineco. Siete
pronti per gestire la nuova
regolamentazione?
Partiamo dal fatto che il settore
della consulenza finanziaria
ha visto negli ultimi anni un
incremento consistente della
propria clientela, grazie proprio
al cambio radicale di mentalità
da parte dei risparmiatori. Fineco
offre da sempre un modello di
consulenza basato su tre pilastri
fondamentali: trasparenza dei
costi, necessaria per costruire
una relazione di fiducia e di
lungo periodo con la clientela;
efficienza operativa, fondamentale
per permettere al consulente
di concentrarsi nel coltivare
la relazione con il cliente e
innovazione, volta sempre ad
anticipare le necessità della
clientela e migliorarne la customer
experience. In questo contesto,
non possiamo non essere preparati
ai nuovi cambiamenti dettati dalla
nuova normativa.
Quale sarà la novità più rilevante
del 2018?
All’interno della nostra strategia,
la novità principale sarà
sicuramente l’avvio di Fineco
Asset Management, una società
che avrà sede a Dublino e che sarà
specializzata nella selezione dei
migliori gestori internazionali, la
cui partenza è prevista tra il primo
e il secondo trimestre dell’anno.
Tengo però a chiarire che la nostra
rimarrà sempre un’architettura
aperta. FAM darà in delega ai
migliori asset manager la gestione
di alcuni fondi di investimento e
gestirà soluzioni di investimento,
per esempio i fondi di fondi per la
composizione dell’asset allocation
dei portafogli dei nostri clienti.
In conclusione, quali sono le
vostre priorità strategiche?
Cogliere le opportunità di
uno scenario particolarmente
favorevole, dove il settore della
consulenza è ormai consolidato,
ma ha di fronte a sé ampi margini
di crescita. Uno scenario dove
il nostro modello di business
diversificato e sostenibile risulta
favorito e grazie al quale saremo in
grado di rispondere alle esigenze
più sofisticate della clientela.
@andreagiacobin1
Nello scenario
dell’advisory
il nostro
modello
di business
diversificato
e sostenibile
risulta favorito

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Aggiungo che non dobbiamo considerare la nuova normativa un evento binario, è un percorso lungo e ragionato che porterà sicuramente dei cambiamenti, i cui effetti si vedranno nel lungo periodo. Il 2017 è stato un anno eccezionale per le reti di consulenza. Ma col nuovo anno l’industria dovrà confrontarsi con grandi cambiamenti in termini di regolamentazione, a partire proprio da Mifid 2. Che cosa dobbiamo aspettarci? Parto con una premessa. A mio avviso Mifid 2 rappresenta una grande opportunità per il settore della consulenza. Innanzitutto perché la nuova normativa imporrà maggior trasparenza, più efficienza e andrà nella direzione di una sempre maggior tutela del Foti: Mifid 2, grande opportunità di sviluppo dell’industria della consulenza “La sfida che attende tutti gli operatori è quella di più tutela e più garanzie per il cliente” Un motore per la crescita Cogliamo l’opportunità di costruire un rapporto di fiducia più solido proprio perché basato sulla trasparenza cliente. Quindi la parola d’ordine è trasparenza verso la clientela, in particolare per quanto riguarda i costi dei prodotti e dei servizi di consulenza. E in più porterà una spinta all’efficienza per tutti i player dell’industria finanziaria. Mifid 2 rappresenta quindi un banco di prova importante per la professione del consulente finanziario perché ne esalta il ruolo, permettendogli di costruire un rapporto solido con il cliente e di costruire una pianificazione finanziaria sulla base dei singoli obiettivi di vita. Quindi assisteremo a un deciso salto culturale anche nella stessa percezione della professione. Richiesta di più trasparenza sui costi dei servizi finanziari comporta inevitabilmente una pressione sui margini. Come pensa che reagirà il mercato? È vero che il risparmio gestito sta attraversando una fase di pressione sui propri margini, ma non si tratta certo di un elemento peculiare della nostra sola industria, visto che tanti altri settori stanno fronteggiando una sfida simile - o saranno chiamati a farlo. La nostra industria vive questa compressione a prescindere da Mifid 2, essendo legata anche all’andamento dei mercati, con tassi a zero - se non addirittura negativi - e rendimenti attesi compressi. Di fronte a questa situazione, comunque, l’industria potrà reagire con maggiore efficienza, con una semplificazione dei processi e con un aumento della produttività della propria rete di consulenza. Anche con l’ausilio della tecnologia, ormai imprescindibile. L’altro elemento fondamentale per avere successo in questo scenario sarà un forte investimento sulla qualità dei servizi per i cliente. Fineco ha intrapreso da tempo questa strada, motivo per cui guardiamo con ottimismo a questa evoluzione di mercato. Mifid 2 comporta la cosiddetta “product governance”. Quali cambiamenti? Gli intermediari, a fronte dei singoli prodotti e servizi offerti, saranno chiamati a effettuare un’analisi molto accurata per certificarne l’idoneità rispetto alle necessità del cliente e per certificare che il rapporto costo/beneficio sia ottimale per quest’ultimo. L’implicazione immediata sta nella necessità di mettere a disposizione del consulente finanziario un ampio ventaglio di informazioni sui prodotti e servizi offerti. Allo stesso tempo, sarà necessario avere una conoscenza molto più approfondita del cliente, delle sue esigenze e obiettivi di vita e della sua propensione al rischio. Ed è proprio in questo aspetto che il ruolo del consulente finanziario diventa centrale nel rapporto con il cliente, perché dovrà essere messo in condizione di costruire una relazione di fiducia con quest’ultimo. Product governance significa quindi una profilatura più adeguata del cliente? Se con le precedenti normative le banche erano tenute ad acquisire informazioni in merito a conoscenze ed esperienze del cliente, con Mifid 2 dovranno definire quali strumenti finanziari saranno adeguati al cliente, individuando la capacità del cliente stesso di poter far fronte a eventuali perdite valutando la sua predisposizione al rischio. Vista la mole di informazioni necessarie, la sostenibilità dei modelli basati sull’architettura aperta verrà meno? Assolutamente no, questo approccio resta valido soprattutto perché è nell’interesse del cliente. Chiaro che potrà essere mantenuto solo a condizione di avere una forte efficienza operativa, soprattutto sul fronte IT. E sul fronte costi come evolverà la relazione tra cliente, consulente e intermediario? L’evoluzione sarà tutta all’insegna della trasparenza, e come tale - se correttamente interpretata - non potrà che essere positiva per il settore in generale. Con Mifid 2 l’intermediario avrà l’obbligo di fornire al cliente una stima preventiva dei costi che dovrà sostenere prima di effettuare un investimento, poi un rendiconto puntuale del totale dei costi sostenuti. Il cliente avrà quindi piena consapevolezza di quanto avrà pagato per il servizio di consulenza, sia in termini percentuali sia in valore assoluto. Da questo punto di vista, diventa quindi estremamente importante non solo avere una politica di pricing corretta, ma soprattutto erogare un servizio che punti sulla qualità. Per questo Mifid 2 fornisce una grande opportunità al mondo delle reti, perché gli intermediari si concentreranno ancora di più sul ruolo centrale del professionista, sviluppando servizi per metterlo in condizione di fornire un servizio di qualità al cliente finale. Più costi sicuramente, ma anche fonte di maggiori ricavi? È difficile prevederlo, ma è chiaro che, come ho già anticipato, Mifid 2 porta con sé non solo - e non tanto - un aumento dei costi, ma soprattutto l’opportunità di un maggiore accreditamento del mondo della consulenza finanziaria. Penso infatti all’ampia quota dello stock di ricchezza privata delle famiglie italiane che non è ancora servito in modo professionale nella pianificazione finanziaria del proprio patrimonio. Mifid 2 potrebbe quindi accelerare ulteriormente il trend di crescita del nostro settore, dando il via a un circolo virtuoso del quale Nel 2018 la nostra novità principale sarà l’avvio di una società di asset management specializzata nella selezione dei migliori gestori internazionali continua a pag. 14 >
  • 3. 14 | coverstory febbraio 2018 n bluerating potrebbero beneficiare tutti: i clienti in primis, grazie a una gestione più professionale del proprio risparmio, ma anche i consulenti e gli intermediari. Educazione finanziaria della clientela, a suo avviso così importante per un cambio di passo? Sembra che la profonda crisi finanziaria, i tassi a zero e la fine del rendimento privo di rischio abbiano determinato un grande cambiamento culturale nei risparmiatori, che sono più consapevoli, più attenti ai costi e hanno compreso l’importanza di essere guidati da un professionista, da un interlocutore di fiducia. Per questo Mifid 2 dovrebbe aumentare ancor di più questa consapevolezza. Il binomio Mifid 2 e crescita dell’educazione finanziaria sarà sufficiente per vedere, nei prossimi anni, una migliore asset allocation tra le famiglie italiane? Dai dati di Banca d’Italia emerge ad esempio che oltre 1.300 miliardi di euro giacciono sui conti correnti. Come si può far fronte a tutto questo? Come anticipavo la cultura finanziaria sta migliorando, ma il livello di partenza era purtroppo basso, e inoltre troppo legato a soluzioni di investimento tradizionali come titoli di Stato o conti deposito, con una scarsa fiducia verso soluzioni diverse, più strutturate. Proprio per affrontare questa situazione, è fondamentale che i risparmiatori diventino consapevoli sulle modalità con cui il loro patrimonio può essere gestito in modo più efficiente. Ed è per questo che Fineco si sta impegnando anche attraverso la propria rete di consulenza in una forte campagna di educazione finanziaria della clientela, trasferendo le tre regole per una corretta pianificazione: avere ben chiari i propri obiettivi di vita, diversificare il portafogli, e non cedere all’emotività di fronte a mercati troppo volatili. Ma veniamo a Fineco. Siete pronti per gestire la nuova regolamentazione? Partiamo dal fatto che il settore della consulenza finanziaria ha visto negli ultimi anni un incremento consistente della propria clientela, grazie proprio al cambio radicale di mentalità da parte dei risparmiatori. Fineco offre da sempre un modello di consulenza basato su tre pilastri fondamentali: trasparenza dei costi, necessaria per costruire una relazione di fiducia e di lungo periodo con la clientela; efficienza operativa, fondamentale per permettere al consulente di concentrarsi nel coltivare la relazione con il cliente e innovazione, volta sempre ad anticipare le necessità della clientela e migliorarne la customer experience. In questo contesto, non possiamo non essere preparati ai nuovi cambiamenti dettati dalla nuova normativa. Quale sarà la novità più rilevante del 2018? All’interno della nostra strategia, la novità principale sarà sicuramente l’avvio di Fineco Asset Management, una società che avrà sede a Dublino e che sarà specializzata nella selezione dei migliori gestori internazionali, la cui partenza è prevista tra il primo e il secondo trimestre dell’anno. Tengo però a chiarire che la nostra rimarrà sempre un’architettura aperta. FAM darà in delega ai migliori asset manager la gestione di alcuni fondi di investimento e gestirà soluzioni di investimento, per esempio i fondi di fondi per la composizione dell’asset allocation dei portafogli dei nostri clienti. In conclusione, quali sono le vostre priorità strategiche? Cogliere le opportunità di uno scenario particolarmente favorevole, dove il settore della consulenza è ormai consolidato, ma ha di fronte a sé ampi margini di crescita. Uno scenario dove il nostro modello di business diversificato e sostenibile risulta favorito e grazie al quale saremo in grado di rispondere alle esigenze più sofisticate della clientela. @andreagiacobin1 Nello scenario dell’advisory il nostro modello di business diversificato e sostenibile risulta favorito