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DOSSIER
OVERTOURISM. OVVERO
QUANDO IL TURISMO
SUPERA I LIMITI
Eurac Research - Center for Advanced Studies
Ottobre 2018
Autori: Greta Erschbamer, Elisa Innerhofer, Harald Pechlaner
Le destinazioni turistiche più amate soffrono sempre più di sovraffollamento. In alcu-
ne città i residenti hanno persino organizzato dimostrazioni per esprimere il loro di-
sappunto per le masse di turisti in arrivo. Anche in Alto Adige, in alta stagione, certe
località sono molto affollate. Cosa si può fare perché il turismo non diventi un peso
per gli abitanti del luogo e allo stesso tempo le destinazioni rimangano attrattive?
Quali opportunità offrono le nuove tecnologie?
In questo dossier passiamo in rassegna i vari aspetti del fenomeno, proponiamo
approcci per affrontarlo e possibili soluzioni.
DOSSIER
OVERTOURISM
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Illustrazione: Oscar Diodoro
Grafica: Alessandra Stefanut
Traduzione: Flavia De Camillis,
Valentina Bergonzi
Overtourism: di cosa si tratta?
Le destinazioni più amate dai turisti sono sempre più affollate.
Spiagge gremite, file interminabili per accedere alle attrazioni
turistiche, traffico perennemente rallentato e centri storici
bloccati sono solo alcuni tra gli effetti che visitatori e residenti
di località turistiche subiscono in tutto il mondo.
Oggi più che mai l’evoluzione del turismo risente dell’influsso
degli avvenimenti e delle tendenze globali.
Tra questi rientrano l’evoluzione della mobilità, i cambiamenti
demografici e la digitalizzazione, così come la crescente urba-
nizzazione, che spinge sempre più persone a spostarsi dalle
campagne ai centri abitati. Ad esempio, grazie alle compa-
gnie aeree a basso costo, che consentono di coprire distanze
enormi in breve tempo a prezzi convenienti, oggi sempre più
persone possono raggiungere agevolmente ogni angolo del
pianeta. Chi gode di buona salute in età avanzata può sfruttare
la libertà personale ed economica per viaggiare. I viaggi sono
più frequenti anche se più brevi. In paesi densamente popolati
come India e Cina si sta formando una classe media incline a
viaggiare. Grazie alla digitalizzazione stanno emergendo so-
cietà che operano a livello internazionale e offrono prodotti di
viaggio sempre più innovativi. Tutto ciò comporta che i luoghi
più amati e visitati non siano gli unici a essere periodicamente
sovraffollati; anche nelle mete secondarie turisti e residenti si
pestano i piedi gli uni con gli altri.
L’overtourism è un fenomeno localizzato e non diffuso, che ri-
guarda sia le città e i loro centri, sia gli spazi extraurbani. Anche
le aree immerse nella natura, ad esempio alcuni comprensori
sciistici, rientrano tra le mete turistiche più visitate. In partico-
lare in alta stagione, la presenza massiccia di visitatori spesso
disturba sia i residenti sia i turisti stessi. In città come Amster-
dam, Venezia o Barcellona, ma anche in località extraurbane,
il fenomeno dell’overtourism ultimamente ha scatenato forti
tensioni. I residenti hanno persino manifestato contro la cre-
scita esponenziale del turismo, stanchi delle code e degli affitti
introvabili o gonfiati a causa della diffusione di piattaforme
come Airbnb e stanchi di trovarsi a fare i conti a fine stagione
con risorse, come l’acqua, sfruttate fino a scarseggiare. Simili
sviluppi si ripercuotono fortemente sulla percezione che la
popolazione locale ha del turismo. I turisti rappresentano un im-
portante fattore economico per molti paesi. Le città e le regioni
non vogliono rinunciare a questa fonte di guadagno. Per questo
cercano di fare appello al senso di responsabilità dei visitatori
o di influenzarne il comportamento – e di riflesso la percezione
dei residenti – attraverso l’introduzione di regolamenti e di mi-
sure per la gestione dei flussi turistici. Gli ultimi sviluppi dimo-
strano che devono essere le industrie turistiche internazionali
e gli operatori turistici nazionali, regionali e locali, a coordinare
la gestione dei flussi turistici. Le sfide infatti non sono destinate
a diminuire. Recenti analisi dimostrano che il turismo globale
non è nemmeno vicino al raggiungimento del suo apice: molte
destinazioni stanno ancora aspettando il boom di visite.
Fonte: UNWTO Tourism Highlights 2016 Edition, p. 15
2010
2020
2030
800
700
600
500
400
300
200
100
0
Europa
475
620
744
204
355
535
150
199
248
50
85
134
70
101
149
Asia-Pacifico
milioni
America Africa Medio
Oriente
PREVISIONE DEL NUMERO DI ARRIVI INTERNAZIONALI
A LIVELLO MONDIALE DAL 2010 AL 2030 DIVISI PER REGIONI
Overtourism:
un fenomeno nuovo?
Sebbene negli ultimi mesi il fenomeno del sovraffollamento
turistico abbia occupato media, conferenze e dibattiti, la di-
scussione sulla percezione del “troppo” in relazione al turismo
non è nuova. Negli anni ottanta il ricercatore Jost Krippendorf
aveva già parlato del turismo come fenomeno di massa, pro-
ponendo 23 modi “per umanizzare il viaggio” che dovrebbero
essere di supporto agli attori coinvolti nella gestione del turi-
smo. Krippendorf denominò il turismo “divoratore di paesag-
gi” e richiamò l’attenzione su alcune sue evoluzioni errate,
dimostrando che l’industria turistica che distrugge il proprio
territorio si priva della sua risorsa principale. Nel 1980 la rivista
GEO si chiese in tono critico “quanti turisti ci stanno in un
ettaro di spiaggia?”, discutendo il concetto di carrying capacity,
cioè la “capacità portante dell’ambiente”. Questo concetto è
stato utilizzato negli anni novanta da diversi ricercatori del
settore turistico per analizzare la capacità portante di alcune
destinazioni.
Sembrerebbe dunque che il tema del sovraffollamento turistico
sia stato già sufficientemente affrontato da diverse prospettive
scientifiche, sebbene le conclusioni raggiunte siano state mes-
se in pratica solo in parte. Dai primi studi emerge anche come
i manager del turismo non apprezzino il concetto di over-
tourism, che mette in risalto un’avversione nei confronti del
turismo incontrollato. Del resto, chi vorrebbe vedere la propria
destinazione turistica etichettata come “troppo turistica”? Cio-
nonostante anche i responsabili delle destinazioni riconoscono
sempre di più la necessità di investire maggiormente affinché i
flussi dei visitatori si distribuiscano nello spazio e nel tempo.
Le conclusioni degli studi, delle conferenze e delle pubblica-
zioni dedicati al tema dell’overtourism dimostrano tuttavia che
non è possibile misurare in modo preciso la portata del proble-
ma. Questo significa che non lo si può risolvere semplicemente
imponendo delle soglie al numero dei visitatori ammessi.
Sarebbe opportuno invece creare degli strumenti ad hoc per
una gestione proattiva del turismo.
Quali sono le cause del
sovraffollamento turistico?
Le cause dell’overtourism possono essere molteplici e diverse
a seconda della località. Gli sviluppi globali svolgono senz’altro
un ruolo importante. Ad esempio determinati cambiamen-
ti della società, come la crescente mobilità, comportano la
nascita di “masse” che per molte persone rappresentano un
eccesso. Possono inoltre concorrere anche fattori specifici per
ogni località, da valutare di caso in caso se si vuole ottenere
un’analisi profonda del fenomeno. Per esempio, fattori come i
collegamenti efficienti e la facilità con la quale i turisti possono
raggiungere una località, il livello di professionalità dei servizi
turistici o eventuali vantaggi legati al cambio di valuta possono
rappresentare un’attrattiva per i turisti.
Anche l’evoluzione della percezione del turismo è un fattore
importante. In molte destinazioni in cui il turismo negli anni
ha portato benessere e un forte sviluppo economico, le nuove
generazioni vivono questa attività in modo diverso rispetto ai
propri nonni o genitori. Gli addetti più giovani notano anche
i lati negativi, come per esempio gli effetti dei flussi turistici
sull’ambiente: il traffico congestionato, le spiagge e i sentieri
sporchi e sovraffollati non vengono più accettati passivamente,
ma con una nuova consapevolezza e sensibilità ambientale.
Quando si può parlare di
troppo turismo?
Quando i residenti devono adeguare in modo eccessivo le
proprie attività quotidiane ai flussi di visitatori, il turismo può
diventare un problema. C’è il pericolo che la percezione del
“troppo” capovolga completamente l’attitudine dei residenti
nei confronti del turismo. Ciò implica una tendenza sempre
più critica verso il turismo e un conseguente disinteresse verso
i vantaggi che comporta. Il fenomeno dell’overtourism ha al
centro la percezione del turismo da parte dei residenti, ovvero
il livello di sopportazione della società. Questo include sia la
dimensione fisica - quanti visitatori ed escursionisti può reg-
gere un parco naturale? - ma soprattutto la soglia psicologica:
quanto turismo possono sopportare i residenti? Quando co-
minciano a percepire la presenza dei visitatori come eccessiva?
La risposta dipende dalla società di riferimento, non esistono
definizioni universalmente valide.
Non tutte le destinazioni amate e molto frequentate com-
battono il fenomeno del sovraffollamento. L’eccesso non
viene necessariamente percepito come tale dalla popolazione
residente. Si tratta quindi di un fenomeno strettamente legato
all’accettazione da parte dei residenti in situazioni specifiche.
È opportuno ricordare che oggi sia i residenti sia i turisti hanno
esperienza di viaggio. Chi viaggia lo fa sempre più alla ricerca
di una meta esclusiva e particolare. L’arrivo di troppe persone
rischia tuttavia di distruggere la fama di certe località cosiddet-
te esclusive.
Un ulteriore aspetto importante è dato dal fatto che una buona
parte dei turisti globali desidera visitare attrazioni riconosciute
a livello internazionale, contribuendo così a ridurne l’attrattiva
poiché vengono percepite come troppo turistiche.
Dove si applicano le
misure per contrastare il
sovraffollamento turistico?
Come illustrato in precedenza, il fattore determinante nel
dibattito sull’overtourism è la percezione dei residenti. Se ci
si interroga su quale tipo di turismo sia opportuno perseguire
in futuro in una località turistica e quali siano le strategie per
attuarlo, è necessario tenere conto delle idee e delle aspet-
tative della popolazione residente. Oggi chi si occupa del
management delle destinazioni deve occuparsi, molto più che
in passato, delle esigenze dei residenti, dialogare con loro e
organizzare gli spazi senza incidere sulla qualità di vita e sulla
competività.
Controllare i flussi di visitatori senza limitarne la crescita, in
particolare la crescita qualitativa: questa è la sfida più impor-
tante. In questo senso gli sviluppi tecnologici attuali e futuri
possono essere considerati una notevole opportunità. Per
esempio, l’impiego di app per la gestione dei flussi turistici può
servire a distribuire le presenze in modo più uniforme.
Cosa si può fare?
La ridistribuzione spazio-temporale dei flussi turistici è un’op-
zione. I sistemi di gestione dei flussi turistici rappresentano
una buona misura per correggere i flussi di visitatori ed evitare
resse e lunghe code, dando allo stesso tempo al turista la sen-
sazione di essere in buone mani. Con gestione dei flussi turisti-
ci si intendono quelle misure che indirizzano la distribuzione
spaziale, temporale e quantitativa dei turisti. Offerte allettanti
nei periodi di bassa stazione, per esempio, possono contribuire
ad alleggerire le presenze in alta stagione.
Un’ulteriore possibilità di gestione delle località prese d’assalto
dai turisti può essere l’introduzione di quote massime o di una
limitazione degli ingressi. Queste limitazioni devono essere
individuate tenendo conto della capacità portante della de-
stinazione o dell’attrazione considerata, sia dal punto di vista
sociale sia dal punto di vista ambientale. Il turismo sostenibile
ha successo solo se sviluppato in accordo con l’ambiente e con
la cultura del posto. Per esempio, si possono aprire le strade al
trasporto individuale solo in determinati orari, oppure limitare
il traffico attraverso ingressi controllati. Il progetto pilota #Do-
lomitesvives, svolto nell’estate del 2017 sul passo Sella, ne è un
esempio (vedi box).
DUBROVNIK
Le località storiche attraggono i turisti
come un magnete, specialmente dopo
essere state insignite del titolo di patri-
monio dell’umanità dell’UNESCO. Il porto
croato di Dubrovnik non fa eccezione.
Abitata da sole 40.000 persone, la città
viene visitata ogni anno da 1,5 milioni di turisti.
Con l’aiuto di operatori turistici internazionali oggi la
città cerca di controllare le masse di visitatori limitando
il numero e gli orari di accesso. Nel 2018 per esempio è
stato ridotto il numero di navi da crociera che possono
attraccare al porto. Allo stesso tempo alcune spiagge
e città nei dintorni vengono spinte come destinazioni
turistiche altrettanto interessanti, al fine di ridistribuire
i flussi di turisti.
Fonte: Turismo Dubrovnik
#DOLOMITESVIVES
Un aspetto estremamente negativo del
turismo di massa è il traffico eccessivo,
con il conseguente inquinamento acusti-
co e ambientale. La mobilità sostenibile
in questo senso può fare la differenza.
Nei mesi di luglio e agosto 2017 sul passo
Sella ha avuto luogo l’iniziativa di mobilità
sostenibile #Dolomitesvives, sostenuta dalle province
autonome di Trento e Bolzano. L’obiettivo era quello di
migliorare la qualità delle esperienze vissute al passo
riducendo il traffico, il rumore e l’inquinamento. In
questa occasione è stata applicata una policy combi-
nata: nei nove mercoledì di luglio e agosto il passo è
stato chiuso al traffico privato dalle 9 alle 16 ed è stato
offerto un intrattenimento culturale e gastronomico
speciale. L’accesso era consentito solo a mezzi pubblici,
veicoli elettrici, ciclisti e pedoni. Il team di ricerca di
Eurac Research ha monitorato l’iniziativa per scoprire in
che modo i residenti, i turisti e gli esercenti vivessero la
limitazione di traffico.
Per applicare in modo produttivo queste iniziative è necessario
raccogliere dati e informazioni sui flussi di turisti. A tal fine può
rivelarsi utile il monitoraggio degli spostamenti dei turisti in
una regione.
Si potrebbero controllare servizi come Airbnb con opportune
normative; strumenti legislativi che contribuiscono a gestire la
capacità ricettiva di una località potrebbero per esempio evi-
tare che la domanda turistica riduca eccessivamente lo spazio
abitativo dei residenti. Anche una politica dei prezzi mirata può
essere utile per gestire il turismo in senso qualitativo e quan-
titativo. Una diversificazione dei prezzi nell’arco della stagione
consente al turista di decidere autonomamente quando visitare
la località o l’attrazione turistica in base a quanto è disposto a
spendere.
Infine, una tassazione variabile può garantire incassi aggiuntivi
con cui compensare le conseguenze negative del turismo di
massa. Si pensi per esempio alla tassa di soggiorno introdotta
nelle isole Baleari (ecotassa).
MISURE E APPROCCI DI INTERVENTO
Gestione dei flussi turistici, per esempio ridistribuzione
spazio-temporale
Contromisure concrete come l’imposizione di quote mas-
sime
Riduzioni degli accessi, per esempio con limitazioni del
traffico
Sviluppo di offerte e prodotti alternativi
Monitoraggio, per intervenire sulla base di dati concreti
Regolamentazione, per gestire fenomeni come Airbnb
Sostegno del turismo di qualità per esempio tramite le
politiche dei prezzi
Introduzione di una ecotassa (per la cura del paesaggio) in
aggiunta alla tassa di soggiorno
MONITORAGGIO DEL TURISMO: INTER-
NATIONAL NETWORK OF SUSTAINABLE
TOURISM OBSERVATORIES (RETE
INTERNAZIONALE DEGLI OSSERVA-
TORI PER IL TURISMO SOSTENIBILE)
DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE
DEL TURISMO E OSSERVATORIO PER IL
TURISMO SOSTENIBILE IN ALTO ADIGE
La rete “International Network of Sustainable Tourism
Observatories” (INSTO) è stata istituita nel 2004 dall’Or-
ganizzazione mondiale del turismo con l’obiettivo di mo-
nitorare il turismo nelle destinazioni turistiche attraverso
un’osservazione a lungo termine delle performance turi-
stiche e degli effetti sulla società, sull’ambiente e sull’e-
conomia. La rete mondiale consente alle destinazioni di
apprendere l’una dall’altra e serve a porre le basi per la
creazione di futuri standard per il turismo sostenibile.
Con l’istituzione di un osservatorio in Alto Adige e la sua
inclusione nella rete internazionale sono state create le
condizioni per monitorare in modo sistematico gli svi-
luppi del turismo a livello locale, nonché per migliorare
la sostenibilità facendo tesoro dalle esperienze di altre
località turistiche.
Quali attori dovrebbero
intervenire ai primi segnali
di overtourism?
Questo aspetto è strettamente correlato alle misure di interven-
to. In primo luogo è necessario cogliere e interpretare corret-
tamente i primi segnali di insofferenza dei residenti. Sebbene
il concetto di sovraffollamento turistico non sia tematizzato
volentieri dagli esercenti turistici, può essere utile discuterne
apertamente quando si manifestano i primi deboli segnali di
cambiamento nella società.
I primi soggetti a intervenire possono essere gli amministratori
locali, per esempio promulgando nuovi regolamenti, come nel
caso della gestione degli spazi. Anche le associazioni turistiche
sono chiamate ad agire. La collaborazione diventa partico-
larmente importante quando si cerca di riequilibrare i flussi
turistici distribuendoli tra località molto frequentate e centri
meno conosciuti. Per rapportarsi all’overtourism è utile ragio-
nare in termini di grandi aree: più località di una zona o comuni
confinanti possono unire le forze nel tentativo di ridistribuire i
flussi di visitatori. Oltre agli esponenti politici e alle associazioni
turistiche, anche gli albergatori possono esercitare un certo
effetto sul flusso di turisti mediante un’organizzazione mirata
delle offerte e dei prodotti.
Attualmente si può parlare di
overtourism in Alto Adige?
In alta stagione alcune località sono senz’altro sovraffollate,
in particolare nei luoghi dove si concentrano traffico e visita-
tori, per esempio su strade principali, passi alpini e nelle valli
dolomitiche, patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. In molte
destinazioni tuttavia non si è ancora verificato un aumento di
turisti asiatici e d’oltreoceano. Poiché questi turisti si orientano
anzitutto verso le attrazioni turistiche più note (i cosiddetti
“hotspot”), in questi casi la sfida consiste nel pubblicizzare
anche altre località, in modo da accorciare i tempi di per-
manenza negli “hotspot”. Il turismo è un’importante risorsa
nell’economia locale e come tale viene anche percepito. Grazie
alla sua trasversalità si ripercuote positivamente anche su altri
settori, riuscendo a creare tra le altre cose un aumento diretto
e indiretto dei posti di lavoro. In Alto Adige la gestione delle
destinazioni è organizzata in particolare da IDM (Innovation
Development Marketing). Le tre unità di gestione della destina-
zione (DME Est, Centro e Ovest) istituite nel 2017 consentono
di controllare il turismo suddividendolo in grandi aree. IDM
si dedica al tema della gestione dei flussi turistici e lavora in
stretta collaborazione con diversi attori regionali e locali alla ri-
cerca di soluzioni per le località particolarmente frequentate. In
particolare, è stato istituto un gruppo di lavoro per la gestione
dei flussi turistici in Alto Adige.
Per maggiori informazioni:
advanced.studies@eurac.edu
Arrivi
Pernottamenti
ARRIVI E PERNOTTAMENTI IN ALTO ADIGE
2007 - 2017
Fonte: ASTAT, 2018
35
30
25
20
15
10
5
0
2007
2008
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2017
milioni

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Bes2018 cap-9
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09 25-overtourism-it

  • 1. DOSSIER OVERTOURISM. OVVERO QUANDO IL TURISMO SUPERA I LIMITI Eurac Research - Center for Advanced Studies Ottobre 2018 Autori: Greta Erschbamer, Elisa Innerhofer, Harald Pechlaner Le destinazioni turistiche più amate soffrono sempre più di sovraffollamento. In alcu- ne città i residenti hanno persino organizzato dimostrazioni per esprimere il loro di- sappunto per le masse di turisti in arrivo. Anche in Alto Adige, in alta stagione, certe località sono molto affollate. Cosa si può fare perché il turismo non diventi un peso per gli abitanti del luogo e allo stesso tempo le destinazioni rimangano attrattive? Quali opportunità offrono le nuove tecnologie? In questo dossier passiamo in rassegna i vari aspetti del fenomeno, proponiamo approcci per affrontarlo e possibili soluzioni. DOSSIER OVERTOURISM Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit, sed diam nonummy nibh euismod tincidunt ut laoreet dolore magna aliquam erat volutpat. Ut wisi enim ad minim veniam, quis nostrud exerci tation ullamcorper suscipit lobortis nisl ut aliquip ex ea commodo consequat. Duis autem vel eum iriure dolor in hendrerit in vulputate velit esse molestie consequat, vel illum dolore eu feugiat nulla facilisis at vero eros et accumsan et iusto odio dignissim qui blandit praesent luptatum zzril delenit augue duis dolore te feugait nulla facilisi. Illustrazione: Oscar Diodoro Grafica: Alessandra Stefanut Traduzione: Flavia De Camillis, Valentina Bergonzi
  • 2. Overtourism: di cosa si tratta? Le destinazioni più amate dai turisti sono sempre più affollate. Spiagge gremite, file interminabili per accedere alle attrazioni turistiche, traffico perennemente rallentato e centri storici bloccati sono solo alcuni tra gli effetti che visitatori e residenti di località turistiche subiscono in tutto il mondo. Oggi più che mai l’evoluzione del turismo risente dell’influsso degli avvenimenti e delle tendenze globali. Tra questi rientrano l’evoluzione della mobilità, i cambiamenti demografici e la digitalizzazione, così come la crescente urba- nizzazione, che spinge sempre più persone a spostarsi dalle campagne ai centri abitati. Ad esempio, grazie alle compa- gnie aeree a basso costo, che consentono di coprire distanze enormi in breve tempo a prezzi convenienti, oggi sempre più persone possono raggiungere agevolmente ogni angolo del pianeta. Chi gode di buona salute in età avanzata può sfruttare la libertà personale ed economica per viaggiare. I viaggi sono più frequenti anche se più brevi. In paesi densamente popolati come India e Cina si sta formando una classe media incline a viaggiare. Grazie alla digitalizzazione stanno emergendo so- cietà che operano a livello internazionale e offrono prodotti di viaggio sempre più innovativi. Tutto ciò comporta che i luoghi più amati e visitati non siano gli unici a essere periodicamente sovraffollati; anche nelle mete secondarie turisti e residenti si pestano i piedi gli uni con gli altri. L’overtourism è un fenomeno localizzato e non diffuso, che ri- guarda sia le città e i loro centri, sia gli spazi extraurbani. Anche le aree immerse nella natura, ad esempio alcuni comprensori sciistici, rientrano tra le mete turistiche più visitate. In partico- lare in alta stagione, la presenza massiccia di visitatori spesso disturba sia i residenti sia i turisti stessi. In città come Amster- dam, Venezia o Barcellona, ma anche in località extraurbane, il fenomeno dell’overtourism ultimamente ha scatenato forti tensioni. I residenti hanno persino manifestato contro la cre- scita esponenziale del turismo, stanchi delle code e degli affitti introvabili o gonfiati a causa della diffusione di piattaforme come Airbnb e stanchi di trovarsi a fare i conti a fine stagione con risorse, come l’acqua, sfruttate fino a scarseggiare. Simili sviluppi si ripercuotono fortemente sulla percezione che la popolazione locale ha del turismo. I turisti rappresentano un im- portante fattore economico per molti paesi. Le città e le regioni non vogliono rinunciare a questa fonte di guadagno. Per questo cercano di fare appello al senso di responsabilità dei visitatori o di influenzarne il comportamento – e di riflesso la percezione dei residenti – attraverso l’introduzione di regolamenti e di mi- sure per la gestione dei flussi turistici. Gli ultimi sviluppi dimo- strano che devono essere le industrie turistiche internazionali e gli operatori turistici nazionali, regionali e locali, a coordinare la gestione dei flussi turistici. Le sfide infatti non sono destinate a diminuire. Recenti analisi dimostrano che il turismo globale non è nemmeno vicino al raggiungimento del suo apice: molte destinazioni stanno ancora aspettando il boom di visite. Fonte: UNWTO Tourism Highlights 2016 Edition, p. 15 2010 2020 2030 800 700 600 500 400 300 200 100 0 Europa 475 620 744 204 355 535 150 199 248 50 85 134 70 101 149 Asia-Pacifico milioni America Africa Medio Oriente PREVISIONE DEL NUMERO DI ARRIVI INTERNAZIONALI A LIVELLO MONDIALE DAL 2010 AL 2030 DIVISI PER REGIONI
  • 3. Overtourism: un fenomeno nuovo? Sebbene negli ultimi mesi il fenomeno del sovraffollamento turistico abbia occupato media, conferenze e dibattiti, la di- scussione sulla percezione del “troppo” in relazione al turismo non è nuova. Negli anni ottanta il ricercatore Jost Krippendorf aveva già parlato del turismo come fenomeno di massa, pro- ponendo 23 modi “per umanizzare il viaggio” che dovrebbero essere di supporto agli attori coinvolti nella gestione del turi- smo. Krippendorf denominò il turismo “divoratore di paesag- gi” e richiamò l’attenzione su alcune sue evoluzioni errate, dimostrando che l’industria turistica che distrugge il proprio territorio si priva della sua risorsa principale. Nel 1980 la rivista GEO si chiese in tono critico “quanti turisti ci stanno in un ettaro di spiaggia?”, discutendo il concetto di carrying capacity, cioè la “capacità portante dell’ambiente”. Questo concetto è stato utilizzato negli anni novanta da diversi ricercatori del settore turistico per analizzare la capacità portante di alcune destinazioni. Sembrerebbe dunque che il tema del sovraffollamento turistico sia stato già sufficientemente affrontato da diverse prospettive scientifiche, sebbene le conclusioni raggiunte siano state mes- se in pratica solo in parte. Dai primi studi emerge anche come i manager del turismo non apprezzino il concetto di over- tourism, che mette in risalto un’avversione nei confronti del turismo incontrollato. Del resto, chi vorrebbe vedere la propria destinazione turistica etichettata come “troppo turistica”? Cio- nonostante anche i responsabili delle destinazioni riconoscono sempre di più la necessità di investire maggiormente affinché i flussi dei visitatori si distribuiscano nello spazio e nel tempo. Le conclusioni degli studi, delle conferenze e delle pubblica- zioni dedicati al tema dell’overtourism dimostrano tuttavia che non è possibile misurare in modo preciso la portata del proble- ma. Questo significa che non lo si può risolvere semplicemente imponendo delle soglie al numero dei visitatori ammessi. Sarebbe opportuno invece creare degli strumenti ad hoc per una gestione proattiva del turismo. Quali sono le cause del sovraffollamento turistico? Le cause dell’overtourism possono essere molteplici e diverse a seconda della località. Gli sviluppi globali svolgono senz’altro un ruolo importante. Ad esempio determinati cambiamen- ti della società, come la crescente mobilità, comportano la nascita di “masse” che per molte persone rappresentano un eccesso. Possono inoltre concorrere anche fattori specifici per ogni località, da valutare di caso in caso se si vuole ottenere un’analisi profonda del fenomeno. Per esempio, fattori come i collegamenti efficienti e la facilità con la quale i turisti possono raggiungere una località, il livello di professionalità dei servizi turistici o eventuali vantaggi legati al cambio di valuta possono rappresentare un’attrattiva per i turisti. Anche l’evoluzione della percezione del turismo è un fattore importante. In molte destinazioni in cui il turismo negli anni ha portato benessere e un forte sviluppo economico, le nuove generazioni vivono questa attività in modo diverso rispetto ai propri nonni o genitori. Gli addetti più giovani notano anche i lati negativi, come per esempio gli effetti dei flussi turistici sull’ambiente: il traffico congestionato, le spiagge e i sentieri sporchi e sovraffollati non vengono più accettati passivamente, ma con una nuova consapevolezza e sensibilità ambientale. Quando si può parlare di troppo turismo? Quando i residenti devono adeguare in modo eccessivo le proprie attività quotidiane ai flussi di visitatori, il turismo può diventare un problema. C’è il pericolo che la percezione del “troppo” capovolga completamente l’attitudine dei residenti nei confronti del turismo. Ciò implica una tendenza sempre più critica verso il turismo e un conseguente disinteresse verso i vantaggi che comporta. Il fenomeno dell’overtourism ha al centro la percezione del turismo da parte dei residenti, ovvero il livello di sopportazione della società. Questo include sia la dimensione fisica - quanti visitatori ed escursionisti può reg- gere un parco naturale? - ma soprattutto la soglia psicologica: quanto turismo possono sopportare i residenti? Quando co- minciano a percepire la presenza dei visitatori come eccessiva? La risposta dipende dalla società di riferimento, non esistono definizioni universalmente valide. Non tutte le destinazioni amate e molto frequentate com- battono il fenomeno del sovraffollamento. L’eccesso non viene necessariamente percepito come tale dalla popolazione residente. Si tratta quindi di un fenomeno strettamente legato all’accettazione da parte dei residenti in situazioni specifiche. È opportuno ricordare che oggi sia i residenti sia i turisti hanno esperienza di viaggio. Chi viaggia lo fa sempre più alla ricerca di una meta esclusiva e particolare. L’arrivo di troppe persone rischia tuttavia di distruggere la fama di certe località cosiddet- te esclusive. Un ulteriore aspetto importante è dato dal fatto che una buona parte dei turisti globali desidera visitare attrazioni riconosciute a livello internazionale, contribuendo così a ridurne l’attrattiva poiché vengono percepite come troppo turistiche.
  • 4. Dove si applicano le misure per contrastare il sovraffollamento turistico? Come illustrato in precedenza, il fattore determinante nel dibattito sull’overtourism è la percezione dei residenti. Se ci si interroga su quale tipo di turismo sia opportuno perseguire in futuro in una località turistica e quali siano le strategie per attuarlo, è necessario tenere conto delle idee e delle aspet- tative della popolazione residente. Oggi chi si occupa del management delle destinazioni deve occuparsi, molto più che in passato, delle esigenze dei residenti, dialogare con loro e organizzare gli spazi senza incidere sulla qualità di vita e sulla competività. Controllare i flussi di visitatori senza limitarne la crescita, in particolare la crescita qualitativa: questa è la sfida più impor- tante. In questo senso gli sviluppi tecnologici attuali e futuri possono essere considerati una notevole opportunità. Per esempio, l’impiego di app per la gestione dei flussi turistici può servire a distribuire le presenze in modo più uniforme. Cosa si può fare? La ridistribuzione spazio-temporale dei flussi turistici è un’op- zione. I sistemi di gestione dei flussi turistici rappresentano una buona misura per correggere i flussi di visitatori ed evitare resse e lunghe code, dando allo stesso tempo al turista la sen- sazione di essere in buone mani. Con gestione dei flussi turisti- ci si intendono quelle misure che indirizzano la distribuzione spaziale, temporale e quantitativa dei turisti. Offerte allettanti nei periodi di bassa stazione, per esempio, possono contribuire ad alleggerire le presenze in alta stagione. Un’ulteriore possibilità di gestione delle località prese d’assalto dai turisti può essere l’introduzione di quote massime o di una limitazione degli ingressi. Queste limitazioni devono essere individuate tenendo conto della capacità portante della de- stinazione o dell’attrazione considerata, sia dal punto di vista sociale sia dal punto di vista ambientale. Il turismo sostenibile ha successo solo se sviluppato in accordo con l’ambiente e con la cultura del posto. Per esempio, si possono aprire le strade al trasporto individuale solo in determinati orari, oppure limitare il traffico attraverso ingressi controllati. Il progetto pilota #Do- lomitesvives, svolto nell’estate del 2017 sul passo Sella, ne è un esempio (vedi box). DUBROVNIK Le località storiche attraggono i turisti come un magnete, specialmente dopo essere state insignite del titolo di patri- monio dell’umanità dell’UNESCO. Il porto croato di Dubrovnik non fa eccezione. Abitata da sole 40.000 persone, la città viene visitata ogni anno da 1,5 milioni di turisti. Con l’aiuto di operatori turistici internazionali oggi la città cerca di controllare le masse di visitatori limitando il numero e gli orari di accesso. Nel 2018 per esempio è stato ridotto il numero di navi da crociera che possono attraccare al porto. Allo stesso tempo alcune spiagge e città nei dintorni vengono spinte come destinazioni turistiche altrettanto interessanti, al fine di ridistribuire i flussi di turisti. Fonte: Turismo Dubrovnik #DOLOMITESVIVES Un aspetto estremamente negativo del turismo di massa è il traffico eccessivo, con il conseguente inquinamento acusti- co e ambientale. La mobilità sostenibile in questo senso può fare la differenza. Nei mesi di luglio e agosto 2017 sul passo Sella ha avuto luogo l’iniziativa di mobilità sostenibile #Dolomitesvives, sostenuta dalle province autonome di Trento e Bolzano. L’obiettivo era quello di migliorare la qualità delle esperienze vissute al passo riducendo il traffico, il rumore e l’inquinamento. In questa occasione è stata applicata una policy combi- nata: nei nove mercoledì di luglio e agosto il passo è stato chiuso al traffico privato dalle 9 alle 16 ed è stato offerto un intrattenimento culturale e gastronomico speciale. L’accesso era consentito solo a mezzi pubblici, veicoli elettrici, ciclisti e pedoni. Il team di ricerca di Eurac Research ha monitorato l’iniziativa per scoprire in che modo i residenti, i turisti e gli esercenti vivessero la limitazione di traffico.
  • 5. Per applicare in modo produttivo queste iniziative è necessario raccogliere dati e informazioni sui flussi di turisti. A tal fine può rivelarsi utile il monitoraggio degli spostamenti dei turisti in una regione. Si potrebbero controllare servizi come Airbnb con opportune normative; strumenti legislativi che contribuiscono a gestire la capacità ricettiva di una località potrebbero per esempio evi- tare che la domanda turistica riduca eccessivamente lo spazio abitativo dei residenti. Anche una politica dei prezzi mirata può essere utile per gestire il turismo in senso qualitativo e quan- titativo. Una diversificazione dei prezzi nell’arco della stagione consente al turista di decidere autonomamente quando visitare la località o l’attrazione turistica in base a quanto è disposto a spendere. Infine, una tassazione variabile può garantire incassi aggiuntivi con cui compensare le conseguenze negative del turismo di massa. Si pensi per esempio alla tassa di soggiorno introdotta nelle isole Baleari (ecotassa). MISURE E APPROCCI DI INTERVENTO Gestione dei flussi turistici, per esempio ridistribuzione spazio-temporale Contromisure concrete come l’imposizione di quote mas- sime Riduzioni degli accessi, per esempio con limitazioni del traffico Sviluppo di offerte e prodotti alternativi Monitoraggio, per intervenire sulla base di dati concreti Regolamentazione, per gestire fenomeni come Airbnb Sostegno del turismo di qualità per esempio tramite le politiche dei prezzi Introduzione di una ecotassa (per la cura del paesaggio) in aggiunta alla tassa di soggiorno MONITORAGGIO DEL TURISMO: INTER- NATIONAL NETWORK OF SUSTAINABLE TOURISM OBSERVATORIES (RETE INTERNAZIONALE DEGLI OSSERVA- TORI PER IL TURISMO SOSTENIBILE) DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL TURISMO E OSSERVATORIO PER IL TURISMO SOSTENIBILE IN ALTO ADIGE La rete “International Network of Sustainable Tourism Observatories” (INSTO) è stata istituita nel 2004 dall’Or- ganizzazione mondiale del turismo con l’obiettivo di mo- nitorare il turismo nelle destinazioni turistiche attraverso un’osservazione a lungo termine delle performance turi- stiche e degli effetti sulla società, sull’ambiente e sull’e- conomia. La rete mondiale consente alle destinazioni di apprendere l’una dall’altra e serve a porre le basi per la creazione di futuri standard per il turismo sostenibile. Con l’istituzione di un osservatorio in Alto Adige e la sua inclusione nella rete internazionale sono state create le condizioni per monitorare in modo sistematico gli svi- luppi del turismo a livello locale, nonché per migliorare la sostenibilità facendo tesoro dalle esperienze di altre località turistiche. Quali attori dovrebbero intervenire ai primi segnali di overtourism? Questo aspetto è strettamente correlato alle misure di interven- to. In primo luogo è necessario cogliere e interpretare corret- tamente i primi segnali di insofferenza dei residenti. Sebbene il concetto di sovraffollamento turistico non sia tematizzato volentieri dagli esercenti turistici, può essere utile discuterne apertamente quando si manifestano i primi deboli segnali di cambiamento nella società. I primi soggetti a intervenire possono essere gli amministratori locali, per esempio promulgando nuovi regolamenti, come nel caso della gestione degli spazi. Anche le associazioni turistiche sono chiamate ad agire. La collaborazione diventa partico- larmente importante quando si cerca di riequilibrare i flussi turistici distribuendoli tra località molto frequentate e centri meno conosciuti. Per rapportarsi all’overtourism è utile ragio- nare in termini di grandi aree: più località di una zona o comuni confinanti possono unire le forze nel tentativo di ridistribuire i flussi di visitatori. Oltre agli esponenti politici e alle associazioni turistiche, anche gli albergatori possono esercitare un certo effetto sul flusso di turisti mediante un’organizzazione mirata delle offerte e dei prodotti.
  • 6. Attualmente si può parlare di overtourism in Alto Adige? In alta stagione alcune località sono senz’altro sovraffollate, in particolare nei luoghi dove si concentrano traffico e visita- tori, per esempio su strade principali, passi alpini e nelle valli dolomitiche, patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. In molte destinazioni tuttavia non si è ancora verificato un aumento di turisti asiatici e d’oltreoceano. Poiché questi turisti si orientano anzitutto verso le attrazioni turistiche più note (i cosiddetti “hotspot”), in questi casi la sfida consiste nel pubblicizzare anche altre località, in modo da accorciare i tempi di per- manenza negli “hotspot”. Il turismo è un’importante risorsa nell’economia locale e come tale viene anche percepito. Grazie alla sua trasversalità si ripercuote positivamente anche su altri settori, riuscendo a creare tra le altre cose un aumento diretto e indiretto dei posti di lavoro. In Alto Adige la gestione delle destinazioni è organizzata in particolare da IDM (Innovation Development Marketing). Le tre unità di gestione della destina- zione (DME Est, Centro e Ovest) istituite nel 2017 consentono di controllare il turismo suddividendolo in grandi aree. IDM si dedica al tema della gestione dei flussi turistici e lavora in stretta collaborazione con diversi attori regionali e locali alla ri- cerca di soluzioni per le località particolarmente frequentate. In particolare, è stato istituto un gruppo di lavoro per la gestione dei flussi turistici in Alto Adige. Per maggiori informazioni: advanced.studies@eurac.edu Arrivi Pernottamenti ARRIVI E PERNOTTAMENTI IN ALTO ADIGE 2007 - 2017 Fonte: ASTAT, 2018 35 30 25 20 15 10 5 0 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 milioni