1. 62
ANZIANI ALLA RISCOSSA
LA TERZA ETÀ
SI PREPARA ALLA QUARTALa popolazione europea, sempre più anziana e sempre più attiva.
L
a crescita esponenziale della
popolazione anziana in Euro-
pa si deve, come in altri paesi
occidentali anche non europei, alla
sovrapposizione della diminuzione
delle nascite e l’aumento costante
dell’aspettativa di vita. Un fenomeno
con infinite implicazioni sociologiche,
previdenziali, lavorative, sanitarie,
assicurative e patrimoniali.
All’1 di gennaio 2016, in Europa
contavamo 510.3 milioni di cittadi-
ni, dei quali circa 98 milioni oltre i
65 anni.
Una media quindi del 19%, con pic-
chi superiori in Italia, al 22%, cui se-
guono Grecia, Germania, Portogal-
lo, Finlandia e Bulgaria, poi tutti gli
altri sotto il 20%, fino all’Irlanda, il
paese più giovane d’Europa con solo
il 13.2% di anziani.
La crescita numerica riguarda
tutta la fascia di età dai 65 anni
in su ma, all’interno di questa,
l’incremento più straordinario è
quello degli over 85.
di Luisa Terenzio
TERzA ETÀ
2. 63
Fonte:Eurostat“PeopleintheEU.Whoareweandhowdowelive”
PERCENTUALE DELLA POPOLAZIONE OVER 65
1994 vs. 2014 (¹)
(¹) Al 1 di gennaio (²) Stima (³) Break in series (⁴) 2001 invece di 1994 (⁵) Provvisorio
EU-28
italia
Germania3
Portogallo2
Bulgaria
Svezia
Finlandia
Lettonia
Croazia4
Estonia
Lituania
Austria
Danimarca
Spagna
Francia3-5
Grecia
Malta3
Belgio
Regno Unito2
Ungheria3
Slovenia
Rep. Ceca
Olanda
Romania2
Polonia3
Lussemburgo3
Cipro
Slovacchia
Irlanda5
Svizzera3
Norvegia
Liechtenstein
Islanda
65-84 anni1994
2014 65-84 anni
≥ 85 anni
0 5 10 15 20
+
3. 64
TERzA ETÀ
Fonte:Eurostat2016
Uno dei focus dell’attività di ricerca
e analisi svolta della Comunità Euro-
pea sul tema riguarda la necessità,
nella prospettiva di un arco di vita più
lungo, di garantire una qualità di vita
contraddistinta da un buono stato di
salute e la possibilità di mantenersi at-
tivi e impegnati. In molti paesi del nord
Europa si sta già lavorando in questo
senso, attrezzando le città in modo
che la loro rete tecnologica sostenga
precipuamente le persone oltre i 65
anni, rendendogli la vita più semplice
e piacevole.
Secondo quanto riporta Eurostat,
l’Unione Europea avrebbe preso l’im-
pegno di innalzare di 2 anni entro il
2020 la durata della vita in buona
salute degli anziani del vecchio con-
tinente. Un dato interessante ci dice
che nel 2015 un cittadino europeo di
PERCENTUALE
DELLA POPOLAZIONE
IN EUROPA
0-14
anni
15-64
anni
65.2%
65-79
anni
oltre 80
anni
15.6% 13.8%
5.4%
65 anni poteva contare su una media
di altri 9,4 anni in buona salute, senza
disabilità. Un dato confortante visto
dall’alto, ma entrando nelle differen-
ze dell’Europa Unita, colpiscono i 16
anni della Svezia a fronte dei 4 della
Slovakia.
Resta comunque poco comprensibile,
almeno ai nostri occhi profani, per-
ché se nella media le donne europee
hanno una prospettiva di vita più alta
degli uomini, in ben 12 paesi (inclusi
Italia, Spagna, Cipro e Grecia) gli anni
in prospettiva “sani” per le donne ol-
tre i 65 anni sono meno che per gli
uomini nella stessa facia d’età.
Anche il tasso di persone che resta-
no attive dopo i 65 anni è sempre
in aumento, sia per via del continuo
spostamento in là dell’età pensionabi-
le e dei disincentivi a ritirarsi prima
del dovuto, sia per la necessità degli
individui di continuare a guadagnare
anche oltre i 65 anni, per sé o per
la propria famiglia. Nel 2011 il tasso
di attività oltre i 65 era in media del
6.8%,conpicchial10%traipaesinor-
dici e occidentali d’Europa come Sve-
zia, Danimarca, UK ed Estonia, con il
massimo in Romania (20.8% di cui il
9% oltre gli 85 anni). Una spiegazione
di questa iperattività tra gli anziani ro-
meni sta di certo nella concentrazione
di piccole aziende agricole.
Richiama l’attenzione infine che tra i
paesi nordici ci sia un 20% circa di
persone che si sono preparate alla
pensione cominciando a ridurre l’ora-
rio di lavoro, mentre in Italia, Spagna,
Germania, Cipro e Ungheria la per-
centuale sia intorno al 3%.
Ai fini previdenziali, e come tali di ri-
lievo anche politico, è particolare inte-
ressante il rapporto anziani/persone
in età da lavoro che presenta l’anda-
mento dagli anni ’50 e la prospettiva
da qui al 2075.
Finlandia, Germania e Italia sono in
testa alla classifica con un 35% di an-
ziani per 100 adulti in età da lavoro
e, secondo l’OECD, il tasso potreb-
be raddoppiare entro il 2060. Ma è
importante anche il tasso di velocità
di crescita, altissimo per il Portogallo
dove si prevede il 75% di anziani en-
tro il 2075 o la Polonia, attualmente
relativamente giovane, in cui si preve-
de una crescita esponenziale della po-
polazione anziana nei prossimi anni.
Diversamente Scandinavia e Francia,
dove, pur non raggiungendo il punto
di equilibrio, la natalità è meno negati-
va che in altri paesi europei.
Se i paesi europei e quei tre quarti
del mondo dove la popolazione sta
progressivamente invecchiando vo-
gliono continuare le loro politiche di
innalzamento dell’età pensionabile,
devono pensare a rimodulare il lavo-
ro, almeno in parte, per le fasce più
anziane, con la tecnologia a ridurre
l’eventuale gap produttivo, contem-
plando part time e orari ridotti e un
passaggio di competenze ai più giova-
ni che integrino quelle digitali.
4. 65
Fonte:OECDSocialIndicators“Societyataglance2014”
Messico
Turchia
Cile
Corea
Slovacchia
Israele
Irlanda
Islanda
Polonia
Lussemburgo
Stati Uniti
Nuova Zelanda
Australia
Canada
oeCd
Rep. Ceca
Norvegia
Slovenia
Ungheria
Olanda
Spagna
Svizzera
Regno Unito
Estonia
Belgio
Austria
Danimarca
Francia
Portogallo
Finlandia
Grecia
Svezia
italia
Germania
Giappone
Arabia Saudita
Indonesia
India
Sud Africa
Brasile
Cina
Argentina
Russia
RAPPORTO TRA POPOLAZIONE 2064 E ANZIANI
PREVISIONI AL 2050
0 5 10 15 20
2.8
2.7
2.2
1.4
1.9
3.0
2.1
2.2
1.8
2.3
2.5
2.4
2.5
2.2
2.1
2.0
2.4
1.7
2.1
1.9
1.4
2.3
2.2
2.1
2.0
1.9
2.3
2.0
1.4
2.0
1.5
2.3
1.5
1.5
1.3
3.3
3.7
4.8
5.7
2.5
2.4
2.9
2.8
8.8
8.0
6.3
5.6
5.2
5.2
5.2
4.7
4.6
4.4
4.4
4.3
4.3
4.2
4.2
4.0
3.8
3.8
3.7
3.7
3.6
3.6
3.5
3.4
3.4
3.4
3.3
3.3
3.3
3.2
3.2
3.1
2.9
2.9
2.4
20.5
11.1
10.8
10.3
8.2
7.6
5.2
5.1
2050
2012
VS