1. Sindacato Lavoratori Comunicazione
COMUNICATO sulla riunione del 17 APRILE - “Interventi Servizi Postali -
Impatti previsti per il 2012”.
Martedì 17 u.s. si è tenuto presso l’Unione degli Industriali di Roma il secondo incontro con Poste
Italiane relativo al progetto “Interventi Servizi Postali - Impatti previsti per il 2012”.
La riunione ha di fatto confermato le nostre preoccupazioni e dato forza alle critiche fino ad oggi
mosse dalla nostra O.S. riguardo ad una gestione miope e approssimativa del recapito, che
continua a far cassa sulla pelle di lavoratori.
Dopo l’illustrazione di ieri è infatti evidente che l’azienda si prepara ad annunciare esuberi
esorbitanti su tutto il territorio nazionale, e tenta di farlo a piccole dosi, spacchettando nella
presentazione gli “interventi” che intende fare.
L’illustrazione riguardante le decisioni che investono le prime 5 regioni: Toscana, Piemonte,
Marche, Emilia Romagna e Basilicata parla nello specifico di provvedimenti che, intervenendo su
Operazioni e Recapito produrrebbero 1.763 esuberi. A conti fatti il totale delle azioni previste
genererebbe un taglio del 20% che, proiettato su scala nazionale, ci fornisce un dato aberrante:
circa 12.000 esuberi .
In particolare, nelle regioni sopra citate, l’intervento di razionalizzazione nell’ambito operazioni
prevedrebbe le seguenti azioni:
• Il superamento nel 2012 dei CMP di Pisa e Novara che rimarranno attivi come centri “P”.
• La trasformazione del centro P di Potenza che diventerebbe CDM.
• La concentrazione delle lavorazioni e dei volumi di corrispondenza Bussines con SLA >J+1
Sui CMP principali mentre i CMP secondari lavoreranno prevalentemente prodotto Retail
j+1.
Per quanto riguarda il Recapito, l’obiettivo che l’azienda si prefigge è quello di riorganizzare le ALT
introducendo nuove figure Commerciali, riorganizzando il servizio secondo una nuova
SLC-CGIL Piazza Sallustio 24 – 00187 Roma
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2. organizzazione del lavoro che prevedrebbe orari diversi (facendo un intervento sul sistema di
calcolo della prestazione del portalettere si producono esuberi in automatico).
Come SLC CGIL abbiamo respinto con forza la proposta aziendale che riteniamo assolutamente
insostenibile, anche perché viene fuori a distanza di 15 mesi dal già pesante e sofferto accordo di
riorganizzazione SP siglato il 27 luglio 2010 che, come è noto, ha già profondamente gravato sulla
condizione lavorativa delle lavoratrici e dei lavoratori e prodotto esuberi ben superiori a quanto
stabilito (8.300 FTE).
Lo stesso, oltre ad essere ancora in vigore, non è stato a nostro avviso sufficientemente
“verificato” nell’incontro tenutosi nei giorni scorsi, motivo per cui non riteniamo ipotizzabile alcun
ulteriore intervento che non preveda la soluzione dei problemi pregressi.
Noi abbiamo un’idea diversa di sviluppo, un’idea che parla di rilancio, non di riduzione del recapito
e che sicuramente non può prevedere percorsi a “tappe”, perché questi sono funzionali solo ed
esclusivamente a produrre risparmi.
Non è possibile parlare di “interventi” senza avere visibilità sull’intero progetto, considerato che,
ogni tanto forse è bene ricordarlo, stiamo parlando dell’attività su cui Poste Italiane fonda la sua
esistenza.
Così come è gravissimo il fatto che, mentre le grandi imprese italiane stanno ferme in attesa di
capire cosa accadrà sul piano legislativo, Poste ha deciso di muoversi controcorrente,
assumendosi la responsabilità di costruire un percorso che produrrà, nei fatti, 12.000 esuberi.
In questa difficile fase ci dispiace prendere atto che se altri sindacati facessero sindacato anziché
continuare a chiedere interventi esterni per le questioni più disparate (dal giudice per ottenere
tavoli separati al Ministro Vigilante per il blocco SDP), spiegandoci a giorni alterni come il recapito
sia ormai morto, potremmo muoverci insieme per capire come contrastare quanto sta
accanendo e tutelare al meglio i lavoratori.
Purtroppo non è così, motivo per cui la SLC CGIL è pronta a mobilitarsi in tutte le forme possibili e
immaginabili contro questo progetto che fa presagire un vero e proprio scenario di “macelleria
sociale”, peraltro in una condizione di assoluta assenza di ammortizzatori sociali, anche perché
non si può continuare a pensare che l’ennesimo preannunciato bilancio in attivo del Gruppo Poste
Italiane si consolidi sempre e soltanto sulle pelle delle lavoratrici e dei lavoratori .
La Segreteria Nazionale SLC CGIL
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