Immaginiamo che il futuro e la fantascienza si fondano o si confondano. Immaginiamo che sia possibile programmare un viaggio al di fuori del nostro Sistema Solare, su uno dei tanti pianeti extrasolari scoperti finora. Dove andare?
NASA-JPL ha immaginato delle mete ideali da poter visitare in un lontano futuro, quando la tecnologia permetterà di compiere viaggi fino a stelle relativamente vicine al nostro Sole. Qui trovate una breve descrizione di cinque sistemi planetari, selezionati sulla base dei poster-cartoline realizzati da NASA-JPL per questi mondi lontani: saluti dal tuo primo pianeta extrasolare, 51 Pegasi b; PSO J318.5-22 – dove la notte non finisce mai; sperimenta la gravità su una Super-Terra, HD 40307g; rilassati su Kepler-16b, dove la tua ombra ha sempre compagnia; Kepler-186f, dove l’erba è sempre più rossa.
2. NUOVE DESTINAZIONI
Immaginiamo che il futuro e la fantascienza si fondano o si confondano.
Immaginiamo che sia possibile programmare un viaggio al di fuori del nostro Sistema Solare, su uno dei tanti
pianeti extrasolari scoperti finora.
Dove andare?
NASA/JPL ha immaginato una lista di ipotetiche destinazioni, con i loro relativi poster-cartolina.
Questo è un viaggio verso questi nuovi mondi, alcuni caldi e inospitali, altri invece simili a Terre, forse con
acqua sulla loro superficie.
3. Rilassati su Kepler-16b, dove la tua
ombra ha sempre compagnia
Questo è un viaggio verso questi nuovi mondi,
alcuni caldi e inospitali,
altri invece simili a Terre,
forse con acqua sulla loro superficie.
Saluti dal tuo
primo pianeta
extrasolare, 51
Pegasi b
PSO J318.5-22,
dove la notte non
finisce mai
Sperimenta la
gravità su una
Super-Terra,
HD 40307g
Kepler-186f,
dove l’erba è
sempre più
rossa
NUOVE DESTINAZIONI
4. PRIMA DESTINAZIONE: 51 PEGASI B
A 50 anni luce di distanza dalla Terra nella
costellazione di Pegaso, 51 Pegasi b è stato il primo
pianeta extrasolare confermato in orbita attorno a
una stella simile al Sole al di fuori del nostro Sistema
Solare.
Era il 1995 e la sua scoperta fu incredibile perché,
oltre a cambiare la nostra visione dell’universo e del
posto che occupiamo in esso, veniva a sconvolgere il
concetto di sistema planetario che avevamo
costruito, sulla base dello studio e dell’osservazione
dell’unico finora noto, il nostro Sistema Solare.
La nostra idea di architettura di sistema planetario era basata sul nostro, che si pensava fosse tipico
nell’Universo, dove i pianeti rocciosi si trovano vicini al Sole, mentre i pianeti gassosi sono molto più lontani.
51 Pegasi b smentì le nostre idee.
5. 51 Pegasi b (abbreviato in 51 Peg b) divenne il primo esempio di gioviano caldo (o Hot Jupiter), ossia un
oggetto appartenente alla classe di pianeti giganti, simili a Giove in massa e dimensioni, estremamente
vicini alla propria stella.
Questa classe di pianeti extrasolari ora è ritenuta essere comune nella Galassia.
6. 51 Peg b ha una massa circa metà di quella di
Giove e impiega solo 4,2 giorni terrestri per
compiere una rivoluzione intorno alla sua stella.
Mercurio, per confronto, impiega 88 giorni terrestri.
7. 51 PEGASI B
Nell’aprile 2015 grazie allo
spettrografo HARPS montato al
Telescopio di 3,6 metri dell’ESO è
stato possibile osservare per la
prima volta in modo diretto,
attraverso lo spettro della stella
madre, la luce visibile riflessa da 51
Pegasi b.
In questo modo, senza sfruttare il
transito planetario, è stato possibile
dedurre le diverse caratteristiche
del pianeta: la reale massa del
pianeta e l’inclinazione della sua
orbita.
Risulta che 51 Pegasi b ha una massa che è circa metà di quella di Giove, un’orbita con un’inclinazione di
circa nove gradi rispetto alla direzione della Terra. Il pianeta sembra anche avere un diametro maggiore di
quello di Giove ed essere altamente riflettente, tutte proprietà tipiche di un Hot Jupiter.
8. UNA CARTOLINA DA 51 PEGASI B
Saluti dal tuo primo
pianeta extrasolare,
51 Pegasi b
Questa è la cartolina immaginata da NASA/JPL per
celebrare il primo sistema planetario scoperto al di
fuori del nostro a vent’anni dalla sua scoperta,
nell’ottobre 2015.
Per scaricare il poster in alta risoluzione:
http://planetquest.jpl.nasa.gov/exoplanettravelbureau
9. PSO 7318.5-22, un pianeta vagante nello spazio
Questi pianeti orfani hanno una
luminosità debole legata al calore della
loro formazione.
Una volta che si sono raffreddati, questi
oggetti non saranno più rilevabili e
vagheranno per sempre nella nostra
Galassia.
Pianeti vaganti nello spazio, detti anche pianeti orfani, privi della loro stella madre.
Forse stelle mancate oppure pianeti allontanati dai sistemi planetari nelle primissime fasi della loro
formazione, in conseguenza di un incontro con un altro pianeta.
PSO J318.5-22 ha un’età di 23 milioni di anni e si trova a 75 anni luce di distanza da noi.
10. PSO 7318.5-22
Nel corso degli ultimi due decenni, un gran numero di
pianeti extrasolari è stato scoperto e caratterizzato
con vari tipi di strumenti montati su grandi telescopi
terrestri.
I metodi più prolifici per questo tipo di ricerca
sfruttano la diminuzione della luce prodotta dal
passaggio del pianeta davanti alla stella madre, o la
misura della variazione della velocità della stella
osservata lungo la linea di vista dell’osservatore
dovuta alla presenza di un oggetto che le orbita
attorno.
Tali metodi sono detti indiretti, perché’ sfruttano
l’effetto della presenza di un eventuale pianeta sul
comportamento della stella per dedurne le
caratteristiche, senza perciò avere la possibilità di
studiarlo direttamente.
Ottenere immagini dirette di pianeti extrasolari è
estremamente difficile, per via dell’elevata differenza
di luminosità tra il pianeta e la sua stella madre.
11. PSO 7318.5-22
La situazione è più favorevole per pianeti
giovani, per via della loro temperatura
relativamente elevata che li rende più
brillanti nelle lunghezze d’onda infrarosse, e
proprio perché’ isolati, oggetti come PSO
J318.5-22 sono target preferenziali per la
rivelazione diretta.
La scoperta di PSO J318.5-22 è infatti
avvenuta nel contesto di una campagna per
la ricerca di nane brune, oggetti definiti
“stelle mancate”, a metà strada tra una
stella e un pianeta. A causa delle loro
relativa bassa temperatura, le nane brune
sono estremamente deboli e tendono ad
essere rosse.
12. PSO J318.5-22, il primo degli otto pianeti orfani finora scoperti, è particolarmente rosso, il che lo rende
probabilmente anche uno dei meno massicci.
Oggetti come PSO J318.5-22 sono particolarmente rari, e difficili da rivelare, e perciò estremamente interessanti.
Varie osservazioni hanno permesso di confermare che PSO J318.5-22 fosse un pianeta giovane di soli 12 milioni
di anni e di piccola massa.
L’osservazione continua di questo oggetto ha permesso di rivelare delle variazioni fino al 10 percento della sua
luminosità, su tempi scala di poche ore.
PSO 7318.5-22
Queste variazioni di luminosità possono essere spiegate dalla
presenza di strati di nubi di diverso spessore, che avvolgono PSO
J318.5-22, più simili alle bande che si osservano su Giove che alle
formazioni nuvolose che si manifestano nella nostra atmosfera.
13. PSO J318.5-22, DOVE LA NOTTE NON FINISCE MAI
PSO J318.5-22, dove la
notte non finisce mai
Per via della mancanza di una stella madre, su un
pianeta come PSO J318.5-22 non ci sarebbe
alternanza notte-giorno.
Per questo motivo PSO J318.5-22 è stato
soprannominato “Il pianeta dalla notte eterna” e la
NASA/JPL Caltech gli ha dedicato PSO J318.5-22
l’infografica dal titolo: “PSO J318.5-22, dove la notte
non finisce mai”
Per scaricare il poster in alta risoluzione:
http://planetquest.jpl.nasa.gov/exoplanettravelbureau
14. HD 40307g
Con un volume due volte maggiore di quello della Terra, HD 40307g definisce il confine tra le cosiddette
Super-Terre e i mini-Nettuno.
Non è noto se il pianeta possieda una superficie rocciosa oppure sia sepolta sotto spessi strati di gas e
ghiaccio.
Una cosa è certa, però: con una
massa otto volte più grande di
quella terrestre, la sua attrazione
gravitazionale sulla superficie è
decisamente molto forte!
15. HD 40307 è un sistema planetario a 44 anni luce dalla Terra formato da una stella e da sei pianeti. HD 40307
g è un pianeta che presenta un’altra caratteristica interessante: viene a trovarsi nella zona di abitabilità della
stella, la regione attorno alla stella entro la quale l’acqua può trovarsi in forma liquida sulla superficie
planetaria.
16. HD 40307g
Sesto pianeta dalla stella, HD 40307 g orbita a una distanza di 90 milioni di chilometri dalla sua stella: la Terra
si trova a quasi 150 milioni di chilometri dal Sole. Ad una tale distanza, un anno su un pianeta come HD
40307 g dura solo 198 giorni terrestri.
17. HD 40307g
Il pianeta è sufficientemente lontano dalla stella madre da non mostrarle sempre la stessa faccia: in questo
caso, si può fare l’ipotesi dell’esistenza di un ciclo giorno-notte come sulla Terra, che aumenta la probabilità
che la vita si possa formare ed evolvere su un tale pianeta.
18. HD 40307g, dove
sperimentare la gravità di
una Super-Terra
Una cosa è certa, però: con una massa otto volte più
grande di quella terrestre, la sua attrazione
gravitazionale sulla superficie è decisamente molto
forte!
Per questo motivo, su HD 40307g, è possibile
sperimentare una forza di gravità estremamente alta
la NASA/JPL Caltech gli ha dedicato questa
infografica.
Per scaricare il poster in alta risoluzione:
http://planetquest.jpl.nasa.gov/exoplanettravelbureau
HD 40307g, dove sperimentare la gravità di una Super-Terra
19. Che sia la fantascienza a superare la realtà o la realtà a
superare la fantascienza è ancora da capirlo.
Ma un dato è certo: l’esistenza di pianeti in orbita attorno a
due stelle non è più fantascienza.
La prima conferma osservativa l’abbiamo avuta il 15
settembre 2011 grazie al Telescopio Spaziale Kepler della
NASA quando venne individuato Kepler-16b, un pianeta in
orbita attorno ad un sistema binario.
KEPLER-16b
20. Tatooine di Star Wars non è un mondo
che esiste solo nella fantascienza.
Questo è il poster realizzato da
space.com in occasione della scoperta.
KEPLER-16b
21. Come Tatooine, pianeta natale di Luke
Skywalker di Guerre Stellari, Kepler-16 b
ruota attorno a un sistema binario di stelle.
Rappresentato come un pianeta terrestre,
Kepler-16b potrebbe essere invece un
gigante gassoso simile a Saturno, circa metà
formato di gas e metà di roccia e ghiaccio.
Orbita attorno alla sua stella in 229 giorni
terrestri.
KEPLER-16b
22. Kepler-16b ha un'altra
caratteristica oltre ad orbitare
attorno a due stelle: presenta
un'orbita il cui raggio è minore di
quanto ci si aspetterebbe dai
modelli di formazione planetaria.
I modelli di formazione planetaria
affermano infatti che, affinché un
pianeta si trovi in un'orbita stabile
intorno ad un sistema binario, il
pianeta debba essere almeno sette
volte più lontano della distanza tra
le due stelle, ma Kepler-16b ha
un'orbita che è circa metà di tale
distanza.
KEPLER-16b
23. Quattro anni dopo la scoperta di questo primo pianeta circumbinario con il Telescopio Spaziale Kepler della
NASA, a metà del 2015 arriva la notizia che pianeti di questo tipo, formati da pianeti che orbitano attorno a
due stelle, sono piuttosto comuni nella nostra Galassia.
Le prospettive per forme di vita su questo mondo insolito non sono buone, ma la scoperta dimostra che il
famoso tramonto su Tatooine con due soli all’orizzonte è tutt’altro che fantascienza.
24. Rilassati su Kepler-16b,
dove la tua ombra è
sempre in compagnia
Nel momento in cui venne scoperto, Kepler-16 b fu
subito confrontato con il pianeta Tatooine di Guerre
Stellari, il luogo natale di Luke Skywalker. Infatti,
Tatooine, Kepler-16 b ruota attorno a un sistema
binario di stelle.
Per questo motivo, la NASA/JPL Caltech gli ha
dedicato questa infografica.
Per scaricare il poster in alta risoluzione:
http://planetquest.jpl.nasa.gov/exoplanettravelbureau
Rilassati su KEPLER-16b, dove la tua ombra è sempre in compagnia
25. Kepler-186f fu il primo pianeta ad essere scoperto nell’aprile 2014 con dimensioni simili alla Terra nella zona
di abitabilità della stella madre, ossia nella regione in cui l’acqua si può trovare in forma liquida sulla
superficie planetaria.
Anche se le dimensioni di Kepler-186f sono ben note, la sua massa e composizione non lo sono. Ricerche
compiute in passato, comunque, mostrano che un pianeta delle dimensioni di Keper-186f deve
probabilmente essere roccioso.
KEPLER-186f
26. Kepler-186f ha un periodo di 130 giorni e riceve dalla sua stella circa un terzo dell’energia che il nostro
pianeta riceve dal Sole. Inoltre, si trova vicino al bordo esterno della zona di abitabilità.
Tuttavia, anche se si viene a trovare nella zona di abitabilità questo non significa che il pianeta sia abitabile. La
temperatura sulla superficie del pianeta dipende fortemente dal tipo di atmosfera che il pianeta ha. Kepler-
186f può essere pensato come un cugino della nostra Terra piuttosto che un gemello. Possiede infatti molto
proprietà caratteristiche della nostra Terra.
KEPLER-186f
27. Se ci trovassimo sulla superficie di Kepler -186f e guardassimo il cielo, la stella ci apparirebbe un 30 percento
più grande di quanto appare in cielo il Sole, a causa della maggiore vicinanza del pianeta alla sua stella. E la
stella, essendo più fredda del Sole, in cielo apparirebbe più rossa e il cielo stesso più arrossato.
KEPLER-186f
28. Stelle come Kepler-186 sono nane di tipo spettrale M che emettono meno luce visibile del nostro Sole e, di
conseguenza, anche il pianeta ne riceve meno.
Se delle piante dovessero esistere su un pianeta come Kepler-186f, cercherebbero di assorbirne più
radiazione possibile, il che le farebbe apparire di un colore rosso o giallo scuro, o perfino nero.
KEPLER-186f
29. Kepler-186f, dove l’erba è
sempre più rossa
Piante dalle foglie rosse, o giallo scuro, o perfino nero
per poter assorbire tutta la radiazione possibile dalla
loro stella che emette una debole radiazione, essendo
di tipo spettrale M, più fredda del Sole.
Per questo motivo, la NASA/JPL Caltech gli ha
dedicato questa infografica.
Per scaricare il poster in alta risoluzione:
http://planetquest.jpl.nasa.gov/exoplanettravelbureau
KEPLER-186f
30. DESTINAZIONE ALTRI MONDI
IL TEAM:
WOW – A WAY TO OTHER WORLDS
A CURA DI:
SABRINA MASIERO, INAF - OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI PADOVA
COL CONTRIBUTO DI:
MARIANGELA BONAVITA, ISTITUTO DI ASTRONOMIA, UNIIVERSITA’ DI EDIMBURGO (SISTEMA PSO J318.5-
22)