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Giorgio Manenti 5^BL
Liceo Scientifico D.M.Turoldo
Zogno, BG
!La Materia Oscura e i
Limiti della Scienza
!Anno Scolastico
2013/2014
1
2
Indice
!
Mappa ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! 2!
Indice!! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! 3!
Introduzione! ! ! ! ! ! ! ! ! ! 5!
1. La Materia Oscura! 4!
1. Cosa e’ …………………………………….……………………………………………………5!
2. Moto delle stelle di una galassia a spirale …….……………………………………………6!
3. Lenti Gravitazionali ….……….………………………………………………………..…….8!
4. Il parametro ΩΩ e le teorie cosmologiche ….……………………………………………….11!
5. Materia oscura barionica: MACHOs ………………………………………………………13!
6. La materia oscura calda: veloce come la luce, I neutrini ……….……………………….14!
7. La materia oscura fredda: particelle esotiche ………….…………………………………15!
8. L’Energia Oscura ………..…………………………………………………………………..15!
9. Motore dell’Espansione dell’Universo ……………….…………….……………………..16!
!
2. I Limiti Della Scienza 18!
10. Schlick e il principio di verificazione…………………………………………………….18!
11. Fin dove si può spingere la scienza? …………………………………….………………19!
12. Popper ……………..……………………………………………………………………….21!
13. Conclusione ……..…………………………………………………………………………21!
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• Premessa:
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Il mio interesse per l’argomento e’ nato durante la trattazione della gravitazione in fisica
durante il IV anno di Liceo.
Eppure la vera scintilla che ha acceso il mio interesse verso questa affascinante tematica si
e’ accesa durante una “normale” spiegazione di fisica sulla Relatività Generale.
Spiegando il raggio di curvatura della luce, la Professoressa si soffermo’ una decina di
minuti a spiegare il fenomeno della materia oscura che fino ad allora non avevo mai
compreso pienamente.
Mi ricordo ancora la semplicità e al contempo la profondità del suo discorso, tanto che alla
fine della lezione quasi ero commosso data la felicita’ di aver compreso, anche solo
superficialmente, un fenomeno così affascinante.
!
Lo studio dell’astronomia in scienze e’ stata poi l’occasione per approfondire questa
tematica, che si e’ rivelata sempre più interessante.
!
!
La mia esposizione non si baserà pero’ solo sulla descrizione del fenomeno poiché durante
la fine di quest’anno in filosofia mi sono imbattuto negli epistemologi e sulla loro
riflessione sui limiti esatti della validità della scienza, argomento che ho particolarmente
apprezzato e che ho deciso di trattare.
!
Partendo quindi dalla materia oscura, ho voluto analizzare i limiti della scienza, la quale
sembra capace di indagare persino un qualcosa di invisibile, per cercare di capire davvero
fino a che punto la ragione umana possa spingersi.
!
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4
• Cosa e’:


Anche se il termine "materia oscura" può sembrare misterioso, è semplicemente il
termine che fisici, astrofisici e cosmologi danno alla materia che non emette luce
visibile, onde radio, raggi X, raggi gamma o altre
radiazioni elettromagnetiche . Materia oscura ed
energia oscura sono due componenti
fondamentali dell’universo.	

Per semplicità possiamo considerare la materia
oscura come materia che si trova nello spazio, la
quale non emette luce visibile, e che quindi non
puo’ venire percepita da lontano, ma a causa
della sua presenza produce effetti sullo spazio-
tempo circostante.	

La materia oscura è una entità invisibile, la cui presenza viene dedotta dagli effetti
gravitazionali che essa induce su oggetti che emettono luce e che pertanto possono
essere osservati con i telescopi.

Le prime evidenze della presenza nell'Universo di materia che non possiamo
osservare, risalgono a studi effettuati negli anni trenta, riguardanti ammassi di
galassie, cioè aggregati di molte galassie separati da grandi spazi vuoti. 	

Zwicky, nel 1933, e Smith, nel 1936, studiando grandi ammassi di galassie
(rispettivamente quello della Chioma di Berenice e quello della Vergine), osservarono
che le velocità di rotazione delle galassie erano molto superiori a quelle previste per
un sistema gravitazionalmente legato la cui massa fosse solamente quella delle
galassie visibili. 	

Essi conclusero che le galassie nell'ammasso dovevano essere tenute insieme da
effetti gravitazionali dovuti ad una gran quantità di materia invisibile, che essi
chiamarono "materia mancante". Oggi questo termine è in disuso e si preferisce
parlare di materia oscura, cioè non osservabile tramite la luce emessa.	



Fu solo negli anni '70, con la maggiore affidabilità dei dati sperimentali, il maggior
5
numero di galassie campionate e in particolare sulla base di studi dettagliati del moto
delle stelle nelle galassie, che la comunità scientifica fu costretta a prendere atto del
problema della materia oscura.	

• Moto delle stelle di una galassia a spirale:
!
L’analisi del moto delle stelle di una galassia è stata considerata, ed è considerata
tutt’ora, la prova cardine dell’esistenza della materia oscura.	

In seguito a queste osservazioni infatti gli
astronomi hanno dovuto ammetterne l’esistenza, o
quantomeno hanno dovuto cercare di giustificarne
l’inesistenza.	

La velocità di un corpo orbitante intorno ad un
altro è data dalla formula:	

!
!
!
Dove G è la costante di gravitazione universale, M è la massa del corpo attorno al
quale ruotano gli astri e r è la distanza tra i due corpi. 	

Applicando questa legge ai pianeti del sistema solare e confrontandola con i dati
sperimentali notiamo che i due risultati coincidono.	

6
I problemi sorsero quando si cominciarono a considerare le galassie.	

La prima galassia studiata è stata la Via Lattea, della quale si è calcolata la massa
misurando la velocità del Sole nel suo moto di rivoluzione attorno al centro della
galassia e la si è poi utilizzata per calcolare un valore teorico delle velocità delle
stelle, secondo la formula citata in precedenza.	

I dati sperimentali delle velocità delle stelle però non corrispondevano assolutamente
alle previsioni teoriche: la velocità orbitale si manteneva più o meno costante anche a
distanze maggiori di dieci volte quella del Sole dal centro galattico.	

Gli astronomi studiarono la velocità
delle stelle anche nelle altre galassie e
ottennero risultati simili.	

L’andamento stimato delle velocità in
una galassia a spirale presupporrebbe
un rapido aumento della velocità finché
si trovano all’interno del disco galattico
e poi una diminuzione come nel caso dei
pianeti orbitanti intorno al Sole.	

Le velocità che si mantengono costanti anche a grandi distanze suggeriscono la
presenza di massa dove non ci sono stelle, dove i telescopi non vedono nulla.	

!
Si riconsiderano le osservazioni di Zwicky e nasce la materia oscura .	

Le analisi portano a quantificare l’entità della massa oscura 10 volte maggiore di
quella visibile.	

!
Gli scienziati che negli anni ’70 del secolo scorso si trovarono di fronte a questi
risultati rimasero allibiti : non solo esisteva una materia che non si riusciva a vedere ,
ma questa materia era addirittura molta di più di quella che si riusciva a vedere.	

7
• Lenti gravitazionali:
!
Per meglio interpretare le immagini provenienti dallo spazio, negli anni ’80 si è
deciso di studiare i dati sulla base della curvatura spazio-
tempo descritta da Albert Einstein nella ‘teoria della
relatività generale’.	

Infatti non tutti i fenomeni celesti risultavano comprensibili
sulla base della sola fisica Newtoniana.	

La ‘teoria della relatività generale’ afferma che lo spazio-
tempo viene curvato dalla presenza di una massa e che
un’altra massa più piccola si muove allora come effetto di
tale curvatura.	

In base alle loro velocità iniziali corpi attratti da una grande massa possono subire
solo una deviazione (a), entrare in orbita (c), oppure essere catturati dal corpo (e).	

!
Allo stesso modo i fotoni emessi da una sorgente luminosa, quando passano nelle
vicinanze di un corpo massivo subiscono una deviazione per effetto della curvatura
spazio-temporale.	

Questo comporta un cambiamento del percorso della luce rispetto alla traiettoria
originale e la formazione di immagini multiple della sorgente astronomica.	

8
Effetti di un corpo massivo che può sdoppiare la luce.	

!
I corpi massivi responsabili del cambiamento di traiettoria della luce sono chiamati
‘lenti gravitazionali’.	

Quando questa lente è costituita da galassie o ammassi, l’immagine è formata da due
o più oggetti puntiformi, oppure da archi luminosi.	

	

Esempio di lente gravitazionale	

9
!
Misurando l’angolo di curvatura della luce si è poi risaliti alla massa della lente che è
risultata essere dalle 10 alla 30 volte superiore alla massa visibile.	

Quando la lente è formata da corpi più piccoli del Sole si parla di microlente e questi
corpi sono detti MACHO (MAssive Compact Halo Object).	

Questo corpo comporta una variazione angolare troppo piccola e non si vede quindi
uno sdoppiamento dell’immagine.	

Se però la sorgente è fissa e la lente è in movimento si possono vedere apparenti
variazioni di luminosità della luce emessa
dalla stella sorgente.	

La massima luminosità si ha quando
sorgente, lente e osservatore sono sullo stesso
allineamento.	

Studiando la variazione di luminosità si
arriva a stimare la massa dell’oggetto non
visibile, perché troppo piccolo per emettere
luce propria, che genera la lente gravitazionale.	

Le lenti gravitazionali permettono di ottenere informazioni sulla presenza di materia
non visibile localizzata in posti specifici.	

In particolare sono state analizzate sistematicamente le variazioni luminose delle
stelle nella Grande Nube di Magellano, una piccola galassia satellite della nostra Via
Lattea. 	

In alcuni casi sono state osservate delle variazioni luminose delle stelle, interpretate
come dovute a lenti costituite da oggetti invisibili aventi masse come quelle di grandi
pianeti, che muovendosi al bordo della nostra galassia intercettano la luce di alcune
stelle.	

Questa materia oscura dovrebbe essere dello stesso tipo di quella visibile (materia
ordinaria, materia barionica).	

10
• Il parametro ΩΩ e le teorie cosmologiche:
!La massa del cosmo ci permette di dedurne il suo destino. Le equazioni della
relatività generale prevedono tre modelli sulla fine dell’Universo:	

	

 •	

 Universo chiuso; 	

	

 •	

 Universo piatto; 	

	

 •	

 Universo aperto. 	

!
Un parametro che permette di discriminare fra le possibili forme geometriche	

dell’Universo e di stabilire il destino ultimo dell'Universo, è la densità media di	

materia presente nell'Universo. 	

Si introduce il parametro Omega uguale al rapporto tra la densità dell'Universo e un	

valore specifico chiamato densità critica (La densità critica è la minima densità di	

massa attuale dell'Universo che lo renderebbe “chiuso). 	

Se la densità dell'Universo è inferiore alla densità critica l'Universo continuerà a	

espandersi per sempre; se è superiore, l'espansione cesserà nel futuro, e sarà seguita	

da una contrazione. 	

!
Se Omega  1, lo spazio ha una geometria sferica e l'Universo si espanderà per poi	

11
richiudersi su se stesso. Esso viene detto Universo chiuso. 	

!
Se Omega = 1, lo spazio è euclideo, la sua geometria è piatta e l'Universo si	

espanderà per sempre. 
!
Se Omega  1 l'Universo è detto aperto, si espanderà per sempre e la sua geometria è
iperbolica.	

Diventa quindi fondamentale valutare la massa totale dell'Universo e discriminare fra
le varie forme del cosmo e del suo possibile futuro.	

L’astrofisica moderna è portata a credere che l’Universo sia piatto.

Tutti gli esperimenti finora effettuati hanno evidenziato un Ω che discosta pochissimo
in positivo da 1.	



Le prove teoriche e sperimentali sulla nucleosintesi (Il processo della produzione
degli elementi durante le prime fasi dell'universo, subito dopo il Big Bang) e dei
primissimi istanti di vita del cosmo, dimostrano la necessità teorica di un Universo
piatto.	

Se l’Universo è effettivamente piatto come sembra, la materia presente deve essere
tale da giustificarlo. La massa luminosa, come l’abbiamo dedotta all’inizio di questa
discussione porterebbe al un valore di Ω pari a 0,01-0,02.	

La materia visibile fornisce solo l’1%-2% circa della massa necessaria per giungere
oggi alla densità critica. Perché l’ipotesi dell’Universo piatto possa reggere serve
sicuramente più materia.	

Le stime più abbondanti sulla presenza di materia oscura, dicono che la materia
oscura sia da 10 a 20 volte maggiore rispetto a quella visibile: arriviamo a un Ω pari a
0.2-0.3. Siamo ancora molto lontani dall’Universo piatto. La materia oscura sembra
fornire solo il 10-20% di Ω!	

!
L’ipotesi dell’universo piatto richiede molta più materia, oppure molta più energia.	

12
• Materia oscura barionica: MACHOs


Quella parte della materia oscura che sappiamo essere barionica (Si dice materia
barionica quella materia che conosciamo, costituita essenzialmente di protoni,
neutroni ed elettroni) si pensa sia costituita da MACHOs. 	

Il termine MACHO (plurale MACHOs) è un acronimo che sta per massive
Compact Halo Object, ossia oggetto massivo compatto di alone.	

L’acronimo viene utilizzato per indicare oggetti astronomici che potrebbero
rappresentare una parte della materia oscura presente nell'alone delle galassie.	

La categoria dei MACHOs comprende tutti gli oggetti cosmici ‘usuali’ che non
emettono luce: stelle di neutroni, buchi neri, nane brune, pianeti, polveri interstellari.
I MACHOs a livello di particelle elementari sono costituite da nuclei atomici
convenzionali.	

L’ipotesi dei MACHOs sopravvive tuttora, anche se solo limitatamente a quella
piccola parte di materia oscura barionica.	

Alcuni eventi che con tutta probabilità sono dovuti a lenti gravitazionali causato dal
transito di un MACHO.	

Tuttavia questi eventi sono in numero molto inferiore a quello che ci si aspetterebbe
nel caso che la materia oscura dell’alone galattico fosse composta solo da MACHOs.	

La conclusione generalmente accettata è che i MACHOs esistono, ma la loro massa
totale è molto inferiore a quella dell'alone di materia oscura, per cui essi non sono
importanti a livello cosmologico; inoltre essi sono quasi sicuramente trascurabili
anche al livello della dinamica interna delle galassie.	

La presenza dei MACHOs giustifica con termini usuali, la materia oscura barionica.	

!
!
!
13
• La materia oscura calda: veloce come la luce, I
neutrini
!
Si definisce materia non barionica calda quella composta da particelle che si
muovono a velocità relativistiche, ovvero prossime a quella della luce. Il candidato
principale per questo tipo di materia oscura è il neutrino.	

Poiché il neutrino interagisce debolmente quando si muove attraverso la materia la
possibilità di rilevazione sono molto piccole.	

Il Neutrino e' una particella neutra, cioè senza carica elettrica, ed è infinitamente
piccola, almeno cinquantamila volte più piccola dell'elettrone.	

Essa si presenta come un valido candidato per la costituzione della materia oscura,
perché l'Universo è pieno di neutrini: sono infatti particelle che vengono emesse in
occasione di ogni reazione nucleare e nel caso di decadimento radioattivo degli
elementi.	

Il Sole ad esempio, ne produce in grandissima quantità,	

possiamo ‘pesare’ tutti i neutrini contenuti nell'Universo, ottenendo un contributo alla
densità critica dell'ordine dell'1- 2%.	

Questo valore è ancora insufficiente, ma in ogni caso è importante sottolineare che è
di più di quello ottenuto dalla somma della massa di tutte le stelle messe insieme!	

I neutrini quindi “riempiono” il 2% di Ω, 	

Il 5% di Ω è materia (visibile e non)
barionica, e con l’apporto dei neutrini
arriviamo al 7%. 	

The Super-Kamiokande Neutrino
Detector, importante centro di ricerca di
neutrini in Giappone .	

!
14
• La materia oscura fredda: particelle esotiche
!
Con i neutrini arriviamo al 7% di Ω, ciò vuol dire che di materia da scoprire ne
manca ancora molta.	

Altri componenti della materia oscura sono particelle ‘esotiche’ che sono inusuali per
il modello standard il quale descrive la presenza delle particelle elementari. Esse
hanno una grande massa, e si muovono a bassa velocità e possono essere:	

Assioni, Wimp e Neutralini.	

Le ultime stime sulla materia oscura fredda attribuiscono a questa forma di materia il
18% della densità critica.	

Insieme al 7% precedente questo risultato ci spiega il 25% della materia
dell’universo.	

!
• L’Energia Oscura:
!
Tutte le stime fatte comprendendo la materia oscura fredda ci permettono di arrivare
al 25% di Ω.	

più di metà dell’Universo ci rimane sconosciuto.	

La conclusione è semplice quanto drastica:
l’Universo non è dominato dalla materia.	

L’ipotesi principale è quella di un Universo
dominato dall’energia, detta energia oscura, che
corrisponderebbe al 75% della materia
dell’Universo.	

!
(Nebulosa NGC602, in rosso è evidenziata l’ipotetica energia oscura. )	

15
!
Secondo le predizioni teoriche l’energia oscura avrebbe una densità di circa 10−29
grammi per chilometro cubo, quindi è davvero impossibile pensare di rilevarla con gli
strumenti tecnici in nostro possesso.	

Vero è che, dopo Einstein, massa ed energia si equivalgono, ma questa è un energia
diversa apparentemente non dominata nemmeno dalla relatività. Una spiegazione può
essere trovata nelle particelle virtuali.	

Il vuoto è solo apparentemente vuoto, in quanto è pieno di particelle virtuali.	

!
• Motore dell’espansione dell’universo:
!!
Secondo le attuali teorie cosmologiche
l’energia oscura è la componente più
abbondante nell’universo.	



L’ipotesi dell’energia oscura è la più
accettata dalla comunità scientifica
perché riesce a spiegare l’espansione
dell’universo prevista dal modello
standard della cosmologia. 	

Il termine “energia oscura” è stato
coniato nel 1998 dal cosmologo Michael Turner, ma il primo a prevedere questo
fenomeno era stato Albert Einstein nel 1916. 	

!
Come tutti i suoi contemporanei, Einstein era inizialmente convinto che l'universo
fosse statico e quando la sua stessa teoria della relatività generale gli indico' che
l'universo si espande, si vide costretto a introdurre una variabile, che chiamò
“costante cosmologica”. Grazie ad essa era possibile riportare l'universo ad una calma
immutabile. 



16
Tuttavia nel 1929 Edwin Hubble dimostrò che le galassie si allontanano
progressivamente e che l’universo non è statico, ma si espande costantemente. A quel
punto Einstein non poté che definire la costante cosmologica come ''il più grande
errore'' della sua vita. 	

!
A dimostrare che non avevano torto né Einstein né Hubble ci ha pensato il fisico
Richard Feynman secondo il quale nel vuoto è presente una forma di energia che
esercita un’azione antigravitazionale e che fa accelerare l’espansione dell’universo.



Le prime conferme sono arrivate a partire dagli anni ’90 in seguito all’osservazione
delle supernove del tipo IA, vere e proprie “pietre miliari” del cosmo: sono i punti di
riferimento utilizzati per calcolare le distanze nell’universo ed hanno permesso di
dimostrare la validità della teoria dell’espansione dell’universo formulata da Hubble.	



Recentemente alcune misure geometriche condotte su oggetti molto lontani, come
galassie e ammassi di galassie, hanno fornito ulteriori conferme che l'universo e'
piatto e che l’energia oscura sarebbe effettivamente il motore che lo fa espandere. Tra
queste, quelle condotte nel 2010 sulla base dei dati forniti dal telescopio spaziale
Hubble.	

!
Sempre nel 1998 si osservo’ che la velocità di espansione dell’universo aumentava
invece che diminuire, fino ad allora si era pensato che l’universo, a causa della forza
gravitazionale, stesse gradualmente rallentando dopo il Big Bang, per poi
eventualmente fermarsi e regredire verso un big crunch. Al contrario studiando la
luce di alcune supernove e l’effetto del redshift gravitazionale, si scopri’ che
l’universo e’ attualmente in accelerazione.	

17
• I Limiti della Scienza:
!!
Dopo tutta questa discussione su materia ed energia oscura, le quali sono si’ le
componenti fondamentali del nostro universo, ma sono a noi invisibili, voglio trattare
quale sia il vero limite della scienza fin dove essa si possa spingere e se sia lecito e
sensato il dibattito su un qualcosa di invisibile come la materia oscura.	

!
Come emerso precedentemente l’esistenza della materia e dell’energia oscura e’ stata
teorizzata per la giustificazione e la corroborazione del modello di pensiero corrente.	

Coerentemente al pensiero dell’epistemologo Kuhn, la scoperta della materia oscura
e’ una scoperta lecita e necessaria per mantenere coerente il sistema di pensiero
vigente, il quale senza di essa crollerebbe su se stesso a causa delle anomalie
accumulate giungendo ad un ricapovolgimento di ogni certezza scientifica.	

!
!
• Schlick e il principio di verificazione:
!
Con l’avvento della fisica Moderna la scienza ha evoluto
il proprio metodo di indagine,	

!
Il primo esempio di questo nuovo modo di fare scienza e’
rappresentato dallo stesso A.Einstein, si pensi alla
formulazione dell’equivalenza massa/energia,	

Einstein giunse a questo risultato per via prettamente
teorica, e forse senza nemmeno comprendere davvero la
portata innovativa di quella sua equazione	

!
Tanto e’ vero, che pochi anni dopo venne realizzata la prima bomba atomica, la quale
sfruttava il principio teorizzato da Einstein, trasformando parte della massa di atomi
radioattivi in energia,	

!
!
18
Questa scissione tra mondo teorico e mondo sperimentale la troviamo anche nello
studio della materia oscura.	

!
!
Schlick fu il primo a cogliere questo aspetto della scienza, egli affermava infatti che
“una questione e’ di principio risolvibile se possiamo immaginare le esperienze che
dovremmo avere per darle una risposta”.	

!
Secondo l’epistemologo una teoria per essere valida in se’, non deve necessariamente
essere dimostrata sperimentalmente, ma e’ sufficiente che si posseggano gli strumenti
metodologici per farlo in futuro e che la teoria sia di per se stessa coerente.	

!
Ha quindi senso parlare di materia oscura, ed e’ altrettanto sensata la discussione
circa l’energia oscura e l’energia del vuoto.

Queste teorie sono fondamentali per la spiegazione del funzionamento dell’universo e
sebbene si parli di concetti invisibili essi sono “teoricamente” reali e in futuro
sperimentalmente verificabili.	

!
!
• Fin dove si può spingere la scienza?
!
Per rispondere a quest’ultima domanda dobbiamo ricollegarci ad Immanuel Kant, egli
affermava che noi pensiamo attraverso determinate
categorie, e la realtà passa sempre attraverso il filtro di
questi schemi mentali.	

Qualunque dimostrazione e teoria prodotta dalla nostra
mente e’ sensata e possiede una realtà ontologica.	

Kant vede nella geometria e nell’aritmetica delle
scienze sintetiche a priori per eccellenza. 	

Sintetiche in quanto ampliano le nostre conoscenze
mediante costruzioni mentali che vanno oltre il già’
19
noto. A priori in quanto i teoremi geometrici e aritmetici valgono indipendentemente
dall’esperienza.	

Il punto di appoggio delle costruzioni sintetiche a priori della matematica risiede
nelle intuizioni di spazio e di tempo. 	

La geometria e’ la scienza che dimostra sinteticamente a priori le proprietà delle
figure mediante l’intuizione pura di spazio, ad esempio stabilendo, senza ricorrere
all’esperienza, che fra le infinite rette che uniscono due punti la più breve e’ la retta.	

L’aritmetica e’ la scienza che determina sinteticamente a priori le proprietà delle serie
numeriche, basandosi sull’intuizione pura di tempo e di successione, senza la quale lo
stesso concetto di numero non sarebbe mai sorto. 	

La matematica, in quanto a priori e basata sui concetti primitivi di spazio e di tempo
e’ anche universale e valida per tutte le menti pensanti.	

Ma allora perché la matematica, che e’ una costruzione della nostra mente, vale anche
per la natura? Che cosa garantisce questa coincidenza sulla quale fa leva la fisica? 	

Kant afferma che la matematica può esser proficuamente applicata agli oggetti
dell’esperienza fenomenica poiché la realtà come noi la percepiamo, essendo intuita
nello spazio e nel tempo, possiede gia’ di per se una configurazione geometrica ed
aritmetica, poiché siamo appunto noi a percepirla.	

Se la forma a priori di spazio con cui ordiniamo la realtà e’ di tipo euclideo, risulta
evidente che i teoremi della geometria di Euclide varranno anche per l’intero mondo
fenomenico.	

La nostra mente sarà quindi sempre soggetta al filtro delle categorie di spazio e
tempo, e saranno proprio queste categorie a fornire il vero limite della scienza.	

!
Poniamo di sapere di portare sempre delle lenti azzurre, possiamo dire, con certezza,
che il mondo anche in futuro per noi continuerà ad essere azzurro.	

20
Per questo motivo noi possiamo asserire con certezza che ogni evento, sarà nello
spazio e nel tempo, poiché non possiamo percepire le cose se non attraverso i concetti
di spazio e di tempo.	

!
Ogni teoria scientifica che poggi su una base matematica, come l’esistenza della
materia e dell’energia oscura, sarà sempre valida poiché prodotta dalla nostra mente,
che lavora sempre rigorosamente sotto il filtro delle categorie di spazio e di tempo.	

Essendo noi sottoposti incondizionatamente a queste categorie: La conoscenza della
ragione arriverà solo fino ai fenomeni lasciando che la cosa in se’ sia per se stessa
reale, ma sconosciuta”	

!
• Popper:
!
Secondo Popper la scienza non e’ Episteme, ovvero un
sapere definitivo e assolutamente certo in quanto le sue
dichiarazioni sono e restano Doxa, cioè pure ipotesi. 	

La scienza non ha a che fare con la verità ma con
semplici congetture.	

Secondo Popper all’uomo non compete il possesso della
verità ma solo la ricerca mai conclusa di essa, lo scopo
della scienza non e’ la Verità, ma il solo raggiungimento
di teorie sempre più verosimili.	

!
Conclusione:
!
In questo percorso abbiamo visto che il limite vero della scienza e’ quindi quello di
essere un prodotto della ragione umana che, in quanto tale, pensa sempre attraverso il
21
“filtro” delle sue strutture di pensiero e non potrà mai cogliere la vera essenza della
realtà, ma potrà solo avvicinarvisi sempre più, 	

Ogni teoria prodotta dalla mente umana sarà quindi valida e ci avvicinerà sempre più
alla verità, grazie allo studio della materia oscura e dell’energia oscura, giungeremo
quindi sempre più vicini alla conoscenza del nostro universo, ma non potremo mai
cogliere il vero senso della realtà, potremo solo tendere sempre più ad esso.	

Gia’ questo concetto fu colto dal celebre Galileo Galilei, il quale affermo’ la volontà
di voler “rinunciare a tentar l’essenza”.	

!
Come afferma Kuhn: “Nella storia c’e’ progresso non perché ci si approssima sempre
più a qualche meta assoluta, (la verità) ma perché ci si allontana sempre di più da
stadi primitivi di ricerca. Nella scienza non c’e’ progresso verso qualcosa, ma a
partire da qualcosa”	

!
La verità e’ paragonabile ad un asintoto a cui la mente umana tende ma che non potrà
mai essere raggiunto con l’utilizzo della sola scienza.	

!
!
!
“Chi non ammette l'insondabile mistero non può essere neanche uno scienziato.” 
(A. Einstein)
!
!
!
!
22
Sitografia:
!
	

 •	

 www.nasa.gov Ente Spaziale Americano: 	

	

 •	

 www.esa.int Ente Spaziale Europeo 	

	

 • http://www.ansa.it/scienza/notizie/approfondimenti/spazioastro/	

•	

 http://www.bnsc.gov.uk Ente Spaziale Britannico 	

	

 •	

 http://www.holoscience.com/ Sito di divulgazione scientifica: 	

	

 •	

 http://astrolink.mclink.it/ Sito di divulgazione scientifica: 	

	

 •	

 http://www.cosediscienza.it/ Sito di divulgazione scientifica: 	

	

 •	

 http://www.wikisky.org Sito di divulgazione scientifica: 	

	

 •	

 http://www.solstation.com/ Sito di divulgazione scientifica: 	

	

 •	

 http://hubblesite.org Hubble Space Telescope: 	

• http://www.asi.it/ Ente Spaziale Italiano:	

23

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Tesina Maturita' 2014: La Materia Oscura e i limiti della Scienza

  • 1. Giorgio Manenti 5^BL Liceo Scientifico D.M.Turoldo Zogno, BG !La Materia Oscura e i Limiti della Scienza !Anno Scolastico 2013/2014 1
  • 2. 2
  • 3. Indice ! Mappa ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! 2! Indice!! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! 3! Introduzione! ! ! ! ! ! ! ! ! ! 5! 1. La Materia Oscura! 4! 1. Cosa e’ …………………………………….……………………………………………………5! 2. Moto delle stelle di una galassia a spirale …….……………………………………………6! 3. Lenti Gravitazionali ….……….………………………………………………………..…….8! 4. Il parametro ΩΩ e le teorie cosmologiche ….……………………………………………….11! 5. Materia oscura barionica: MACHOs ………………………………………………………13! 6. La materia oscura calda: veloce come la luce, I neutrini ……….……………………….14! 7. La materia oscura fredda: particelle esotiche ………….…………………………………15! 8. L’Energia Oscura ………..…………………………………………………………………..15! 9. Motore dell’Espansione dell’Universo ……………….…………….……………………..16! ! 2. I Limiti Della Scienza 18! 10. Schlick e il principio di verificazione…………………………………………………….18! 11. Fin dove si può spingere la scienza? …………………………………….………………19! 12. Popper ……………..……………………………………………………………………….21! 13. Conclusione ……..…………………………………………………………………………21! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! 3
  • 4. • Premessa: ! Il mio interesse per l’argomento e’ nato durante la trattazione della gravitazione in fisica durante il IV anno di Liceo. Eppure la vera scintilla che ha acceso il mio interesse verso questa affascinante tematica si e’ accesa durante una “normale” spiegazione di fisica sulla Relatività Generale. Spiegando il raggio di curvatura della luce, la Professoressa si soffermo’ una decina di minuti a spiegare il fenomeno della materia oscura che fino ad allora non avevo mai compreso pienamente. Mi ricordo ancora la semplicità e al contempo la profondità del suo discorso, tanto che alla fine della lezione quasi ero commosso data la felicita’ di aver compreso, anche solo superficialmente, un fenomeno così affascinante. ! Lo studio dell’astronomia in scienze e’ stata poi l’occasione per approfondire questa tematica, che si e’ rivelata sempre più interessante. ! ! La mia esposizione non si baserà pero’ solo sulla descrizione del fenomeno poiché durante la fine di quest’anno in filosofia mi sono imbattuto negli epistemologi e sulla loro riflessione sui limiti esatti della validità della scienza, argomento che ho particolarmente apprezzato e che ho deciso di trattare. ! Partendo quindi dalla materia oscura, ho voluto analizzare i limiti della scienza, la quale sembra capace di indagare persino un qualcosa di invisibile, per cercare di capire davvero fino a che punto la ragione umana possa spingersi. ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! 4
  • 5. • Cosa e’: 
 Anche se il termine "materia oscura" può sembrare misterioso, è semplicemente il termine che fisici, astrofisici e cosmologi danno alla materia che non emette luce visibile, onde radio, raggi X, raggi gamma o altre radiazioni elettromagnetiche . Materia oscura ed energia oscura sono due componenti fondamentali dell’universo. Per semplicità possiamo considerare la materia oscura come materia che si trova nello spazio, la quale non emette luce visibile, e che quindi non puo’ venire percepita da lontano, ma a causa della sua presenza produce effetti sullo spazio- tempo circostante. La materia oscura è una entità invisibile, la cui presenza viene dedotta dagli effetti gravitazionali che essa induce su oggetti che emettono luce e che pertanto possono essere osservati con i telescopi.
 Le prime evidenze della presenza nell'Universo di materia che non possiamo osservare, risalgono a studi effettuati negli anni trenta, riguardanti ammassi di galassie, cioè aggregati di molte galassie separati da grandi spazi vuoti. Zwicky, nel 1933, e Smith, nel 1936, studiando grandi ammassi di galassie (rispettivamente quello della Chioma di Berenice e quello della Vergine), osservarono che le velocità di rotazione delle galassie erano molto superiori a quelle previste per un sistema gravitazionalmente legato la cui massa fosse solamente quella delle galassie visibili. Essi conclusero che le galassie nell'ammasso dovevano essere tenute insieme da effetti gravitazionali dovuti ad una gran quantità di materia invisibile, che essi chiamarono "materia mancante". Oggi questo termine è in disuso e si preferisce parlare di materia oscura, cioè non osservabile tramite la luce emessa. 
 Fu solo negli anni '70, con la maggiore affidabilità dei dati sperimentali, il maggior 5
  • 6. numero di galassie campionate e in particolare sulla base di studi dettagliati del moto delle stelle nelle galassie, che la comunità scientifica fu costretta a prendere atto del problema della materia oscura. • Moto delle stelle di una galassia a spirale: ! L’analisi del moto delle stelle di una galassia è stata considerata, ed è considerata tutt’ora, la prova cardine dell’esistenza della materia oscura. In seguito a queste osservazioni infatti gli astronomi hanno dovuto ammetterne l’esistenza, o quantomeno hanno dovuto cercare di giustificarne l’inesistenza. La velocità di un corpo orbitante intorno ad un altro è data dalla formula: ! ! ! Dove G è la costante di gravitazione universale, M è la massa del corpo attorno al quale ruotano gli astri e r è la distanza tra i due corpi. Applicando questa legge ai pianeti del sistema solare e confrontandola con i dati sperimentali notiamo che i due risultati coincidono. 6
  • 7. I problemi sorsero quando si cominciarono a considerare le galassie. La prima galassia studiata è stata la Via Lattea, della quale si è calcolata la massa misurando la velocità del Sole nel suo moto di rivoluzione attorno al centro della galassia e la si è poi utilizzata per calcolare un valore teorico delle velocità delle stelle, secondo la formula citata in precedenza. I dati sperimentali delle velocità delle stelle però non corrispondevano assolutamente alle previsioni teoriche: la velocità orbitale si manteneva più o meno costante anche a distanze maggiori di dieci volte quella del Sole dal centro galattico. Gli astronomi studiarono la velocità delle stelle anche nelle altre galassie e ottennero risultati simili. L’andamento stimato delle velocità in una galassia a spirale presupporrebbe un rapido aumento della velocità finché si trovano all’interno del disco galattico e poi una diminuzione come nel caso dei pianeti orbitanti intorno al Sole. Le velocità che si mantengono costanti anche a grandi distanze suggeriscono la presenza di massa dove non ci sono stelle, dove i telescopi non vedono nulla. ! Si riconsiderano le osservazioni di Zwicky e nasce la materia oscura . Le analisi portano a quantificare l’entità della massa oscura 10 volte maggiore di quella visibile. ! Gli scienziati che negli anni ’70 del secolo scorso si trovarono di fronte a questi risultati rimasero allibiti : non solo esisteva una materia che non si riusciva a vedere , ma questa materia era addirittura molta di più di quella che si riusciva a vedere. 7
  • 8. • Lenti gravitazionali: ! Per meglio interpretare le immagini provenienti dallo spazio, negli anni ’80 si è deciso di studiare i dati sulla base della curvatura spazio- tempo descritta da Albert Einstein nella ‘teoria della relatività generale’. Infatti non tutti i fenomeni celesti risultavano comprensibili sulla base della sola fisica Newtoniana. La ‘teoria della relatività generale’ afferma che lo spazio- tempo viene curvato dalla presenza di una massa e che un’altra massa più piccola si muove allora come effetto di tale curvatura. In base alle loro velocità iniziali corpi attratti da una grande massa possono subire solo una deviazione (a), entrare in orbita (c), oppure essere catturati dal corpo (e). ! Allo stesso modo i fotoni emessi da una sorgente luminosa, quando passano nelle vicinanze di un corpo massivo subiscono una deviazione per effetto della curvatura spazio-temporale. Questo comporta un cambiamento del percorso della luce rispetto alla traiettoria originale e la formazione di immagini multiple della sorgente astronomica. 8
  • 9. Effetti di un corpo massivo che può sdoppiare la luce. ! I corpi massivi responsabili del cambiamento di traiettoria della luce sono chiamati ‘lenti gravitazionali’. Quando questa lente è costituita da galassie o ammassi, l’immagine è formata da due o più oggetti puntiformi, oppure da archi luminosi. Esempio di lente gravitazionale 9
  • 10. ! Misurando l’angolo di curvatura della luce si è poi risaliti alla massa della lente che è risultata essere dalle 10 alla 30 volte superiore alla massa visibile. Quando la lente è formata da corpi più piccoli del Sole si parla di microlente e questi corpi sono detti MACHO (MAssive Compact Halo Object). Questo corpo comporta una variazione angolare troppo piccola e non si vede quindi uno sdoppiamento dell’immagine. Se però la sorgente è fissa e la lente è in movimento si possono vedere apparenti variazioni di luminosità della luce emessa dalla stella sorgente. La massima luminosità si ha quando sorgente, lente e osservatore sono sullo stesso allineamento. Studiando la variazione di luminosità si arriva a stimare la massa dell’oggetto non visibile, perché troppo piccolo per emettere luce propria, che genera la lente gravitazionale. Le lenti gravitazionali permettono di ottenere informazioni sulla presenza di materia non visibile localizzata in posti specifici. In particolare sono state analizzate sistematicamente le variazioni luminose delle stelle nella Grande Nube di Magellano, una piccola galassia satellite della nostra Via Lattea. In alcuni casi sono state osservate delle variazioni luminose delle stelle, interpretate come dovute a lenti costituite da oggetti invisibili aventi masse come quelle di grandi pianeti, che muovendosi al bordo della nostra galassia intercettano la luce di alcune stelle. Questa materia oscura dovrebbe essere dello stesso tipo di quella visibile (materia ordinaria, materia barionica). 10
  • 11. • Il parametro ΩΩ e le teorie cosmologiche: !La massa del cosmo ci permette di dedurne il suo destino. Le equazioni della relatività generale prevedono tre modelli sulla fine dell’Universo: • Universo chiuso; • Universo piatto; • Universo aperto. ! Un parametro che permette di discriminare fra le possibili forme geometriche dell’Universo e di stabilire il destino ultimo dell'Universo, è la densità media di materia presente nell'Universo. Si introduce il parametro Omega uguale al rapporto tra la densità dell'Universo e un valore specifico chiamato densità critica (La densità critica è la minima densità di massa attuale dell'Universo che lo renderebbe “chiuso). Se la densità dell'Universo è inferiore alla densità critica l'Universo continuerà a espandersi per sempre; se è superiore, l'espansione cesserà nel futuro, e sarà seguita da una contrazione. ! Se Omega 1, lo spazio ha una geometria sferica e l'Universo si espanderà per poi 11
  • 12. richiudersi su se stesso. Esso viene detto Universo chiuso. ! Se Omega = 1, lo spazio è euclideo, la sua geometria è piatta e l'Universo si espanderà per sempre. 
! Se Omega 1 l'Universo è detto aperto, si espanderà per sempre e la sua geometria è iperbolica. Diventa quindi fondamentale valutare la massa totale dell'Universo e discriminare fra le varie forme del cosmo e del suo possibile futuro. L’astrofisica moderna è portata a credere che l’Universo sia piatto.
 Tutti gli esperimenti finora effettuati hanno evidenziato un Ω che discosta pochissimo in positivo da 1. 
 Le prove teoriche e sperimentali sulla nucleosintesi (Il processo della produzione degli elementi durante le prime fasi dell'universo, subito dopo il Big Bang) e dei primissimi istanti di vita del cosmo, dimostrano la necessità teorica di un Universo piatto. Se l’Universo è effettivamente piatto come sembra, la materia presente deve essere tale da giustificarlo. La massa luminosa, come l’abbiamo dedotta all’inizio di questa discussione porterebbe al un valore di Ω pari a 0,01-0,02. La materia visibile fornisce solo l’1%-2% circa della massa necessaria per giungere oggi alla densità critica. Perché l’ipotesi dell’Universo piatto possa reggere serve sicuramente più materia. Le stime più abbondanti sulla presenza di materia oscura, dicono che la materia oscura sia da 10 a 20 volte maggiore rispetto a quella visibile: arriviamo a un Ω pari a 0.2-0.3. Siamo ancora molto lontani dall’Universo piatto. La materia oscura sembra fornire solo il 10-20% di Ω! ! L’ipotesi dell’universo piatto richiede molta più materia, oppure molta più energia. 12
  • 13. • Materia oscura barionica: MACHOs 
 Quella parte della materia oscura che sappiamo essere barionica (Si dice materia barionica quella materia che conosciamo, costituita essenzialmente di protoni, neutroni ed elettroni) si pensa sia costituita da MACHOs. Il termine MACHO (plurale MACHOs) è un acronimo che sta per massive Compact Halo Object, ossia oggetto massivo compatto di alone. L’acronimo viene utilizzato per indicare oggetti astronomici che potrebbero rappresentare una parte della materia oscura presente nell'alone delle galassie. La categoria dei MACHOs comprende tutti gli oggetti cosmici ‘usuali’ che non emettono luce: stelle di neutroni, buchi neri, nane brune, pianeti, polveri interstellari. I MACHOs a livello di particelle elementari sono costituite da nuclei atomici convenzionali. L’ipotesi dei MACHOs sopravvive tuttora, anche se solo limitatamente a quella piccola parte di materia oscura barionica. Alcuni eventi che con tutta probabilità sono dovuti a lenti gravitazionali causato dal transito di un MACHO. Tuttavia questi eventi sono in numero molto inferiore a quello che ci si aspetterebbe nel caso che la materia oscura dell’alone galattico fosse composta solo da MACHOs. La conclusione generalmente accettata è che i MACHOs esistono, ma la loro massa totale è molto inferiore a quella dell'alone di materia oscura, per cui essi non sono importanti a livello cosmologico; inoltre essi sono quasi sicuramente trascurabili anche al livello della dinamica interna delle galassie. La presenza dei MACHOs giustifica con termini usuali, la materia oscura barionica. ! ! ! 13
  • 14. • La materia oscura calda: veloce come la luce, I neutrini ! Si definisce materia non barionica calda quella composta da particelle che si muovono a velocità relativistiche, ovvero prossime a quella della luce. Il candidato principale per questo tipo di materia oscura è il neutrino. Poiché il neutrino interagisce debolmente quando si muove attraverso la materia la possibilità di rilevazione sono molto piccole. Il Neutrino e' una particella neutra, cioè senza carica elettrica, ed è infinitamente piccola, almeno cinquantamila volte più piccola dell'elettrone. Essa si presenta come un valido candidato per la costituzione della materia oscura, perché l'Universo è pieno di neutrini: sono infatti particelle che vengono emesse in occasione di ogni reazione nucleare e nel caso di decadimento radioattivo degli elementi. Il Sole ad esempio, ne produce in grandissima quantità, possiamo ‘pesare’ tutti i neutrini contenuti nell'Universo, ottenendo un contributo alla densità critica dell'ordine dell'1- 2%. Questo valore è ancora insufficiente, ma in ogni caso è importante sottolineare che è di più di quello ottenuto dalla somma della massa di tutte le stelle messe insieme! I neutrini quindi “riempiono” il 2% di Ω, Il 5% di Ω è materia (visibile e non) barionica, e con l’apporto dei neutrini arriviamo al 7%. The Super-Kamiokande Neutrino Detector, importante centro di ricerca di neutrini in Giappone . ! 14
  • 15. • La materia oscura fredda: particelle esotiche ! Con i neutrini arriviamo al 7% di Ω, ciò vuol dire che di materia da scoprire ne manca ancora molta. Altri componenti della materia oscura sono particelle ‘esotiche’ che sono inusuali per il modello standard il quale descrive la presenza delle particelle elementari. Esse hanno una grande massa, e si muovono a bassa velocità e possono essere: Assioni, Wimp e Neutralini. Le ultime stime sulla materia oscura fredda attribuiscono a questa forma di materia il 18% della densità critica. Insieme al 7% precedente questo risultato ci spiega il 25% della materia dell’universo. ! • L’Energia Oscura: ! Tutte le stime fatte comprendendo la materia oscura fredda ci permettono di arrivare al 25% di Ω. più di metà dell’Universo ci rimane sconosciuto. La conclusione è semplice quanto drastica: l’Universo non è dominato dalla materia. L’ipotesi principale è quella di un Universo dominato dall’energia, detta energia oscura, che corrisponderebbe al 75% della materia dell’Universo. ! (Nebulosa NGC602, in rosso è evidenziata l’ipotetica energia oscura. ) 15
  • 16. ! Secondo le predizioni teoriche l’energia oscura avrebbe una densità di circa 10−29 grammi per chilometro cubo, quindi è davvero impossibile pensare di rilevarla con gli strumenti tecnici in nostro possesso. Vero è che, dopo Einstein, massa ed energia si equivalgono, ma questa è un energia diversa apparentemente non dominata nemmeno dalla relatività. Una spiegazione può essere trovata nelle particelle virtuali. Il vuoto è solo apparentemente vuoto, in quanto è pieno di particelle virtuali. ! • Motore dell’espansione dell’universo: !! Secondo le attuali teorie cosmologiche l’energia oscura è la componente più abbondante nell’universo. 
 L’ipotesi dell’energia oscura è la più accettata dalla comunità scientifica perché riesce a spiegare l’espansione dell’universo prevista dal modello standard della cosmologia. Il termine “energia oscura” è stato coniato nel 1998 dal cosmologo Michael Turner, ma il primo a prevedere questo fenomeno era stato Albert Einstein nel 1916. ! Come tutti i suoi contemporanei, Einstein era inizialmente convinto che l'universo fosse statico e quando la sua stessa teoria della relatività generale gli indico' che l'universo si espande, si vide costretto a introdurre una variabile, che chiamò “costante cosmologica”. Grazie ad essa era possibile riportare l'universo ad una calma immutabile. 
 
 16
  • 17. Tuttavia nel 1929 Edwin Hubble dimostrò che le galassie si allontanano progressivamente e che l’universo non è statico, ma si espande costantemente. A quel punto Einstein non poté che definire la costante cosmologica come ''il più grande errore'' della sua vita. ! A dimostrare che non avevano torto né Einstein né Hubble ci ha pensato il fisico Richard Feynman secondo il quale nel vuoto è presente una forma di energia che esercita un’azione antigravitazionale e che fa accelerare l’espansione dell’universo.
 
 Le prime conferme sono arrivate a partire dagli anni ’90 in seguito all’osservazione delle supernove del tipo IA, vere e proprie “pietre miliari” del cosmo: sono i punti di riferimento utilizzati per calcolare le distanze nell’universo ed hanno permesso di dimostrare la validità della teoria dell’espansione dell’universo formulata da Hubble. 
 Recentemente alcune misure geometriche condotte su oggetti molto lontani, come galassie e ammassi di galassie, hanno fornito ulteriori conferme che l'universo e' piatto e che l’energia oscura sarebbe effettivamente il motore che lo fa espandere. Tra queste, quelle condotte nel 2010 sulla base dei dati forniti dal telescopio spaziale Hubble. ! Sempre nel 1998 si osservo’ che la velocità di espansione dell’universo aumentava invece che diminuire, fino ad allora si era pensato che l’universo, a causa della forza gravitazionale, stesse gradualmente rallentando dopo il Big Bang, per poi eventualmente fermarsi e regredire verso un big crunch. Al contrario studiando la luce di alcune supernove e l’effetto del redshift gravitazionale, si scopri’ che l’universo e’ attualmente in accelerazione. 17
  • 18. • I Limiti della Scienza: !! Dopo tutta questa discussione su materia ed energia oscura, le quali sono si’ le componenti fondamentali del nostro universo, ma sono a noi invisibili, voglio trattare quale sia il vero limite della scienza fin dove essa si possa spingere e se sia lecito e sensato il dibattito su un qualcosa di invisibile come la materia oscura. ! Come emerso precedentemente l’esistenza della materia e dell’energia oscura e’ stata teorizzata per la giustificazione e la corroborazione del modello di pensiero corrente. Coerentemente al pensiero dell’epistemologo Kuhn, la scoperta della materia oscura e’ una scoperta lecita e necessaria per mantenere coerente il sistema di pensiero vigente, il quale senza di essa crollerebbe su se stesso a causa delle anomalie accumulate giungendo ad un ricapovolgimento di ogni certezza scientifica. ! ! • Schlick e il principio di verificazione: ! Con l’avvento della fisica Moderna la scienza ha evoluto il proprio metodo di indagine, ! Il primo esempio di questo nuovo modo di fare scienza e’ rappresentato dallo stesso A.Einstein, si pensi alla formulazione dell’equivalenza massa/energia, Einstein giunse a questo risultato per via prettamente teorica, e forse senza nemmeno comprendere davvero la portata innovativa di quella sua equazione ! Tanto e’ vero, che pochi anni dopo venne realizzata la prima bomba atomica, la quale sfruttava il principio teorizzato da Einstein, trasformando parte della massa di atomi radioattivi in energia, ! ! 18
  • 19. Questa scissione tra mondo teorico e mondo sperimentale la troviamo anche nello studio della materia oscura. ! ! Schlick fu il primo a cogliere questo aspetto della scienza, egli affermava infatti che “una questione e’ di principio risolvibile se possiamo immaginare le esperienze che dovremmo avere per darle una risposta”. ! Secondo l’epistemologo una teoria per essere valida in se’, non deve necessariamente essere dimostrata sperimentalmente, ma e’ sufficiente che si posseggano gli strumenti metodologici per farlo in futuro e che la teoria sia di per se stessa coerente. ! Ha quindi senso parlare di materia oscura, ed e’ altrettanto sensata la discussione circa l’energia oscura e l’energia del vuoto.
 Queste teorie sono fondamentali per la spiegazione del funzionamento dell’universo e sebbene si parli di concetti invisibili essi sono “teoricamente” reali e in futuro sperimentalmente verificabili. ! ! • Fin dove si può spingere la scienza? ! Per rispondere a quest’ultima domanda dobbiamo ricollegarci ad Immanuel Kant, egli affermava che noi pensiamo attraverso determinate categorie, e la realtà passa sempre attraverso il filtro di questi schemi mentali. Qualunque dimostrazione e teoria prodotta dalla nostra mente e’ sensata e possiede una realtà ontologica. Kant vede nella geometria e nell’aritmetica delle scienze sintetiche a priori per eccellenza. Sintetiche in quanto ampliano le nostre conoscenze mediante costruzioni mentali che vanno oltre il già’ 19
  • 20. noto. A priori in quanto i teoremi geometrici e aritmetici valgono indipendentemente dall’esperienza. Il punto di appoggio delle costruzioni sintetiche a priori della matematica risiede nelle intuizioni di spazio e di tempo. La geometria e’ la scienza che dimostra sinteticamente a priori le proprietà delle figure mediante l’intuizione pura di spazio, ad esempio stabilendo, senza ricorrere all’esperienza, che fra le infinite rette che uniscono due punti la più breve e’ la retta. L’aritmetica e’ la scienza che determina sinteticamente a priori le proprietà delle serie numeriche, basandosi sull’intuizione pura di tempo e di successione, senza la quale lo stesso concetto di numero non sarebbe mai sorto. La matematica, in quanto a priori e basata sui concetti primitivi di spazio e di tempo e’ anche universale e valida per tutte le menti pensanti. Ma allora perché la matematica, che e’ una costruzione della nostra mente, vale anche per la natura? Che cosa garantisce questa coincidenza sulla quale fa leva la fisica? Kant afferma che la matematica può esser proficuamente applicata agli oggetti dell’esperienza fenomenica poiché la realtà come noi la percepiamo, essendo intuita nello spazio e nel tempo, possiede gia’ di per se una configurazione geometrica ed aritmetica, poiché siamo appunto noi a percepirla. Se la forma a priori di spazio con cui ordiniamo la realtà e’ di tipo euclideo, risulta evidente che i teoremi della geometria di Euclide varranno anche per l’intero mondo fenomenico. La nostra mente sarà quindi sempre soggetta al filtro delle categorie di spazio e tempo, e saranno proprio queste categorie a fornire il vero limite della scienza. ! Poniamo di sapere di portare sempre delle lenti azzurre, possiamo dire, con certezza, che il mondo anche in futuro per noi continuerà ad essere azzurro. 20
  • 21. Per questo motivo noi possiamo asserire con certezza che ogni evento, sarà nello spazio e nel tempo, poiché non possiamo percepire le cose se non attraverso i concetti di spazio e di tempo. ! Ogni teoria scientifica che poggi su una base matematica, come l’esistenza della materia e dell’energia oscura, sarà sempre valida poiché prodotta dalla nostra mente, che lavora sempre rigorosamente sotto il filtro delle categorie di spazio e di tempo. Essendo noi sottoposti incondizionatamente a queste categorie: La conoscenza della ragione arriverà solo fino ai fenomeni lasciando che la cosa in se’ sia per se stessa reale, ma sconosciuta” ! • Popper: ! Secondo Popper la scienza non e’ Episteme, ovvero un sapere definitivo e assolutamente certo in quanto le sue dichiarazioni sono e restano Doxa, cioè pure ipotesi. La scienza non ha a che fare con la verità ma con semplici congetture. Secondo Popper all’uomo non compete il possesso della verità ma solo la ricerca mai conclusa di essa, lo scopo della scienza non e’ la Verità, ma il solo raggiungimento di teorie sempre più verosimili. ! Conclusione: ! In questo percorso abbiamo visto che il limite vero della scienza e’ quindi quello di essere un prodotto della ragione umana che, in quanto tale, pensa sempre attraverso il 21
  • 22. “filtro” delle sue strutture di pensiero e non potrà mai cogliere la vera essenza della realtà, ma potrà solo avvicinarvisi sempre più, Ogni teoria prodotta dalla mente umana sarà quindi valida e ci avvicinerà sempre più alla verità, grazie allo studio della materia oscura e dell’energia oscura, giungeremo quindi sempre più vicini alla conoscenza del nostro universo, ma non potremo mai cogliere il vero senso della realtà, potremo solo tendere sempre più ad esso. Gia’ questo concetto fu colto dal celebre Galileo Galilei, il quale affermo’ la volontà di voler “rinunciare a tentar l’essenza”. ! Come afferma Kuhn: “Nella storia c’e’ progresso non perché ci si approssima sempre più a qualche meta assoluta, (la verità) ma perché ci si allontana sempre di più da stadi primitivi di ricerca. Nella scienza non c’e’ progresso verso qualcosa, ma a partire da qualcosa” ! La verità e’ paragonabile ad un asintoto a cui la mente umana tende ma che non potrà mai essere raggiunto con l’utilizzo della sola scienza. ! ! ! “Chi non ammette l'insondabile mistero non può essere neanche uno scienziato.” (A. Einstein) ! ! ! ! 22
  • 23. Sitografia: ! • www.nasa.gov Ente Spaziale Americano: • www.esa.int Ente Spaziale Europeo • http://www.ansa.it/scienza/notizie/approfondimenti/spazioastro/ • http://www.bnsc.gov.uk Ente Spaziale Britannico • http://www.holoscience.com/ Sito di divulgazione scientifica: • http://astrolink.mclink.it/ Sito di divulgazione scientifica: • http://www.cosediscienza.it/ Sito di divulgazione scientifica: • http://www.wikisky.org Sito di divulgazione scientifica: • http://www.solstation.com/ Sito di divulgazione scientifica: • http://hubblesite.org Hubble Space Telescope: • http://www.asi.it/ Ente Spaziale Italiano: 23