2. L'uomo, fin dalle sue origini, ha reso oggetto di attenzioni e spesso venerazione molti
fenomeni naturali, tra cui il Sole. Le prime conoscenze astronomiche dell'uomo
preistorico, che riteneva le stelle dei puntini immutabili "incastonati" nella sfera
celeste, consistevano essenzialmente nella previsione dei moti del Sole, della Luna e
dei pianeti sullo sfondo delle stelle fisse. Un esempio di questa "proto astronomia" è dato
dagli orientamenti dei primi monumenti megalitici, che tenevano conto della posizione
del Sole nei vari periodi dell'anno: in particolare i megaliti di Nabta Playa (in Egitto)
e Stonehenge (in Inghilterra) erano stati costruiti tenendo conto della posizione
dell'astro durante il solstizio d'estate. Molti altri monumenti dell'antichità sono stati
costruiti tenendo in considerazione i moti apparenti del Sole: un esempio è El
Castillo nel Messico, che è stato progettato per proiettare ombre a forma di serpente
durante gli equinozi.
3. L'uomo, inoltre, ha sempre osservato la volta celeste alla ricerca di possibili
correlazioni tra le proprie vicende ed i fenomeni cosmici; da questa esigenza e
dalla fantasia e creatività tipiche dell'essere umano nacquero le costellazioni.
Esse rispondevano ad una serie di requisiti sia di tipo pratico (come indicatori
naturali dello scorrere del tempo, come punti di riferimento l'orientamento per
terra e per mare) che religioso (le stelle, quali luci naturali in un cielo buio,
erano identificate con le divinità preposte alla protezione delle vicende umane).
Le prime conoscenze astronomiche dell'uomo preistorico consistevano
essenzialmente nella previsione dei moti degli oggetti celesti visibili, stelle e
pianeti. Pare che nel Paleolitico l'uomo considerasse il cielo come il luogo in cui
prendevano forma le storie delle divinità; a dimostrazione di ciò vi sono tracce di
un culto attribuito all'asterismo della "Grande Orsa“. Già nel Paleolitico
superiore era stato sviluppato un sistema di venticinque costellazioni, ripartite in
tre gruppi che rappresentavano metaforicamente Paradiso, Terra ed Inferi.
4. I termini nord, sud, est e ovest derivano tutti dall'alto tedesco antico, e l'origine di
questi termini usati inizialmente nelle culture germaniche, si può riscontrare
della mitologia norrena: secondo il mito della creazione all'inizio del tempo furono posti
quattro nani ai quattro punti cardinali, e i nomi di questi nani erano: Norðri (Nord), Suðri
(Sud), Austri (Est) e Vestri (Ovest). L'ultimo di tali termini, west, è giunto in italiano
tramite la forma francese ouest, che era la trascrizione fonetica secondo l'ortografia
francese del termine germanico. I termini oriente, occidente, meridione e
settentrione vengono dal latino, e ciascuno di essi ha un'etimologia specifica. Malgrado i
più famosi e adoperati siano i punti ortogonali suddetti, ve ne sono anche altri quattro
indicanti posizioni intermedie: trattasi del nord-est, sud-est, sud-ovest e nord-ovest. Oltre
agli otto punti cardinali totali finora citati, esistono ancora altri otto punti, che si
posizionano in maniera mediana tra le direzioni descritte precedentemente: il nord-nord-
est, l'est-nord-est, l'est-sud-est, il sud-sud-est, il sud-sud-ovest, l'ovest-sud-ovest, l'ovest-
nord-ovest e il nord-nord-ovest, per un totale di ben sedici punti cardinali differenti.
5. L'invenzione della bussola si attribuisce ai cinesi. Essi scoprirono il campo magnetico
terrestre. Pare che in origine utilizzassero tale scoperta come spettacolo d'attrazione:
delle lancette magnetizzate venivano lanciate come si fa coi dadi e queste, finivano per
indicare sempre il Nord. Passò molto tempo prima che questa "attrazione circense" fosse
applicata alla navigazione. Una volta conosciuta la posizione del Nord, infatti, era poi
possibile identificare il Sud come la direzione opposta, mentre l'est e l'ovest erano
rispettivamente alla destra e alla sinistra dell'osservatore rivolto verso il Nord. Fu
introdotta in Europa nel XII secolo.
6. Il reticolato geografico è il sistema di riferimento rispetto al quale viene individuata, qualsiasi essa sia, la posizione di
un oggetto sulla superficie del nostro pianeta. Esso è una specie di “maglia” immaginaria che avvolge l’intera
superficie terrestre; le linee che formano il reticolato geografico si chiamano paralleli e meridiani.
I meridiani sono piani che passano per l’asse di rotazione, e perciò perpendicolari al piano dell’equatore, essi sono
circoli passanti per i poli; i meridiani non sono delle vere e proprie circonferenze, infatti per meridiano geografico si
intende solo una semicirconferenza compresa tra i due poli, l’altra semicirconferenza, che si trova sullo stesso piano,
prende il nome di antimeridiano. Il meridiano principale è il meridiano di Greenwich.
I paralleli sono circonferenze su piani perpendicolari all’asse di rotazione terrestre; tali circonferenze sono parallele
all’equatore; a seconda della distanza del piano di intersezione dal centro della terra, la circonferenza individuata sarà
più o meno grande e tutte le circonferenze saranno tra loro parallele. Quando il piano di intersezione passa per il
centro della terra, sulla superficie terrestre si ottiene la circonferenza più lunga: l’Equatore. Come i piani che
individuano i meridiani, anche i piani perpendicolari all’asse terrestre sono infiniti e, di conseguenza anche il
numero di paralleli è infinito.
7. La latitudine geografica è la distanza angolare di un punto (P)
dall‘Equatore misurata lungo il meridiano che passa per quel
punto.
La longitudine geografica di un luogo (P) è la l'angolo tra il
meridiano del luogo e il meridiano fondamentale (di Greenwinch), è
positiva a est e negativa a ovest di Greenwich.