In Libano è iniziato il Progetto Fratelli che vede insieme i Fratelli Maristi e i Fratelli delle Scuole cristiane per un'opera sociale a favore dei profughi siriani.
4. Durante la guerra civile è stata adibita dai combattenti a
quartier militare;
la cappella è stata distrutta,
l’asilo veniva usato per gli interrogatori.
5. Finita la guerra, la scuola è stata abbandonata ed è rimasta in disuso per molto tempo.
Ecco la situazione degli ambienti della scuola,oggi
6.
7. Oggi un’ala dell’edificio ospita il Progetto
Fratelli a Rmeileh: al piano terra ci sono le aule
e i servizi igienici, al primo piano gli alloggi e la
cucina a disposizione dei religiosi.
8. UN FRATELLO MARISTA
E UN FRATELLO DELLE
SCUOLE CRISTIANE
Fratel Miquel Cubeles è il fratello marista,
è spagnolo, ha 60 anni.
9. Fratel Andrès
è il fratello delle Scuole
Cristiane,
è messicano,
ha 32 anni.
10. Le famiglie che fuggono dalla guerra desiderano ritornare
nelle loro case o stabilirsi in altri paesi dove ricominciare una
nuova vita, ma possono passare anche molti anni prima che
questo succeda,
e nel frattempo cosa ne sarà di questi bambini?
11. I bambini sono profughi
siriani e iracheni, fuggiti
con la famiglia dalla
guerra nei loro paesi, ed
ammassati in campi
profughi alle periferie
della città.
E poi ci sono i figli di
emigrati di vecchia
generazione…
e anche bambini libanesi,
rimasti fuori dalla scuola
statale per qualche ragione
legata alla condizione di
estrema precarietà
economica e di
emarginazione.
12. Alcuni volontari,
insieme a genitori e
insegnanti sfollati
collaborano con i due
Fratelli nel realizzare
le tante iniziative e
progetti ducativi
22. Molti bambini usufruiscono del servizio di scuola-bus messo a
disposizione dal Progetto Fratelli.
Ad accompagnare i bambini all’andata e al ritorno sul pulmino c’è
sempre una delle educatrici, che approfitta dell’occasione per
entrare in contatto con le famiglie.
23. Il Progetto Fratelli è nei nostri
cuori.
Con la semplicità delle violette
che profumano l’ambiente senza
farsi notare,
anche noi possiamo, nel nostro
piccolo, contribuire a rendere
felice la vita di questi figli di Dio,
perché l’amore è più forte delle
bombe che hanno distrutto le loro
case e segnato per sempre la loro
vita.