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La localizzazione delle
funzioni cerebrali
Dai ventricoli ai tessuti cerebrali
• Col Rinascimento si avvia il superamento
della teoria ventricolare, che localizzava le
funzioni cerebrali nei ventricoli.
• Furono Leonardo da Vinci e Vesalio a
sostenere la necessità di localizzare le
funzioni cerebrali nei tessuti encefalici.
Thomas Willis (1621-1675)
• Uno dei fondatori
degli studi di
neuroanatomia e
neurofisiologia.
• Conia il termine
neurologia.
Thomas Willis
(1621-1675)
• Sostiene che le funzioni
psichiche superiori sono
localizzate nelle
circonvoluzioni cerebrali
• Identifica nel corpo
striato la sede delle
sensazioni e del
controllo del movimento
Emanuel Swedenborg (1688-1772)
• A partire da studi di
anatomia del cervello si
convince che una parte
della corteccia cerebrale è
responsabile delle funzioni
motorie volontarie.
• Conosce le evidenze di
Antonio Pacchioni (agli inizi
del ‘700, pioniere degli
studi sulla dura madre)
sugli effetti dei danni
corticali sulle funzioni
motorie.
Emanuel Swedenborg (1688-1772)
• Conosce e riprende le
osservazioni sugli effetti
delle lesioni corticali sulla
funzionalità dei muscoli negli
animali cui Giorgio Baglivi
era accidentalmente arrivato
indagando la fisiologia della
circolazione cerebrale.
• Swedenborg localizza le
funzioni superiori e le
funzioni motorie sulla
corteccia cerebrale
Il ruolo dell’anatomia patologica
• Per evidenti ragioni, sino all’avvento del brain
imaging, lo studio della localizzazione delle funzioni
nel cervello umano si affidava alle fortuite
osservazioni sui campi di battaglia o in occasione di
traumi e lesioni cerebrali.
Un contributo
determinante all’emergere
dell’anatomia patologica
viene da Giovan Battista
Morgagni col De Sedibus
et causis morborum, 1761
La frenologia
Franz Joseph Gall (1758-
1828)
Il padre dell’organologia
La frenologia
Termine introdotto da
Johann Caspar Spurzheim
(1776-1832), collaboratore
di Gall
La frenologia: principi
• Le qualità morali e intellettuali
sono innate, costituzionali
• La loro natura dipende dalla
morfologia del cervello
• Il cervello è l’organo dalla cui
azioni scaturisce l’espressione
delle facoltà morali e psicologiche
• Il cervello è composto di “organi”
ognuno dei quali preposto allo
svolgimento di una funzione
morale o psicologica
La frenologia: significati
• Pur speculativa è stata la
prima dottrina a postulare
sistematicamente la
connessione tra facoltà
psicologiche e dimensione
anatomo-funzionale del
cervello
• Ha gettato le basi per il
programma di ricerca della
localizzazione delle
funzioni cerebrali
Gall
Cefalografo di
Herbert Spencer
Bartolomeo Panizza
(1785-1867)
• Nel 1855, studia le vie del tratto ottico
nei pesci e negli uccelli e ne accerta la
terminazione nei lobi occipitali.
Dimostra che la lezione di un lato del
cervello ha effetti sull’innervazione
dell’occhio controlaterale.
• Soltanto nel 1873 questi studi
vengono ripresi da David Ferrier il
quale dimostra che la rimozione della
corteccia occipitale portava le
sciemmie alla cecità.
Oltre la frenologia: il caso di
Phineas Gage
1848, caso studiato da Harlow: durante la
costruzione di un tratto ferroviario nel Vermont
viene colpito da una sbarra di ferro scagliata da
una esplosione. Sopravvive, torna addirittura al
lavoro, ma la sua personalità cambia
drammaticamente.
Gli studi con ablazioni cerebrali
• Il caso di Gage promosse gli studi con ablazioni
cerebrali negli animali già avviate da Flourens.
Leopold Goltz osserva nel 1888 le
reazioni emotive alla asportazione
della corteccia cerebrale del cane
Leonardo Bianchi a Napoli
conduce nel 1895 una serie di
esperimenti sugli effetti
dell’ablazione della corteccia
frontale nelle scimmie.
Gli studi con ablazioni cerebrali
• Questi studi erano intrinsecamente limitati
in quanto le lesioni erano vaste e
generalizzate.
• Non si comprendevano appieno i legami
tra strutture cerebrali e quindi spesso si
attribuivano alle lesioni su talune zone
effetti invece conseguenti alla
degenerazione di circuiti funzionali o alla
loro interruzione.
Oltre la frenologia
Paul Broca (1824-1880)
Lo studio del cervello di M. Leborgne
("Tan"), un paziente afasico ed
emiplegico e la scoperta della
localizzazione del linguaggio
"Remarques sur le siége de la faculté
du langage articulé, suivies d'une
observation d'aphemie (perte de la
parole)," Bulletins de la société
anatomique de Paris 1861
Il cervello di Tan
Wernicke, scopre
nel 1874 la
regione cerebrale
implicata
nell’afasia
sensoriale
Dejerine e l’alessia
• Joseph Jules
Dejerine,
neurologo e
psichiatra alla
Salpetriere, Parigi,
nel 1893 individua
la lesione corticale
associata con
l’alessia nel lobo
parietale.
Gli studi con stimolazione elettrica
• Fu Luigi Rolando uno dei primi a
condurre nei primi anni dell’Ottocento
osservazioni sulle funzioni corticali
usando la stimolazione elettrica su
animali. Sebbene queste indagini
dimostrassero il ruolo della corteccia
cerebrale nel controllo delle funzioni
motorie non ebbero larga diffusione,
almeno sino a quando Flourens se ne
fece promotore.
Gli studi di Flourens
• Studia intorno al 1820 gli effetti
dell’applicazione delle correnti
elettriche sulla superficie del
cervello nei piccioni. Ne
deduce il ruolo del cervelleto
ma non può cogliere il ruolo
della corteccia cerebrale.
Eduard Hitzig (1838-1907)
Gustav Fritsch
(1838-1927 )
In un lavoro
sull’Archiv für
Anatomie,
Physiologie, und
wissenschaftliche
Medicin 1870,
dimostrano le risposte
motorie a seguito
della faradizzazione
di aree specifiche
della corteccia del
cane.
John Huglings Jackson
(1835-1911)
Sulla base dell’osservazione
di talune manifestazioni in
forme di epilessia dovute a
lesioni specifiche della
corteccia (marcia jacksoniana)
deduce alcuni aspetti
fondamentale
dell’organizzazione
topografica delle aree motorie
Complex mental phenomena were thus reduced to
aggregates of sensations and motions paralleled
by sets of fibres and cells. Third, Jackson explicitly
applied this view to the cerebral cortex as a motor
organ and argued against those who "think the
cerebrum to be likened to an instrumentalist, and
the motor centres to an instrument; one part . . .
for ideas, and the other for movements."
David Ferrier (1808-1886)
Definisce i suoi studi sulla
localizzazione delle funzioni
motorie e sensoriali sul cervello
di scimmia come una forma di
“scientific phrenology “
it must follow from the experimental data
that mental operations in the last analysis
must be merely the subjective side of
sensory and motor substrata
The Functions of the Brain (1876),
La stimolazione del cervello: dagli
animali all’uomo
• Nel 1874, Robert Bartholow, docente al
medical college dell’Ohio, stimola la
corteccia precentrale di una paziente
con tumore erodente del cranio
ottenendo la contrazione dei muscoli
• Nel 1890 Victor Horsley, neurochirugo e
inventore dello stereotassico, riporta
altri sei casi di stimolazione della
corteccia umana.
La stimolazione del cervello:
dagli animali all’uomo
• Fedor Krause (1856-1937)
Nel 1912 riporta
142 casi di studio
della stimolazione
della corteccia
cerebrale in pazienti
neurochirurgici.
Elabora una precisa
mappa delle
localizzazioni
funzionali
Wilder Penfield (1891-1976)
Fonda l’istituto neurologico di Montreal
Mette a punto una tecnica operatoria
per l’esatta localizzazione dei foci
epilettogeni.
Stimola la corteccia cerebrale dei pazienti svegli
facendosi guidare alla ricerca dell’aura epilettica
Conduce oltre un migliaio di operazioni su pazienti
epilettici. Ottiene una massa enorme di dati sulla
localizzazione delle funzioni cerebrali e disegna gli
homuncoli motori e sensoriali.
Rappresentazioni grafiche e
rappresentazione tridimensionale
degli homunculi di Penfield.
L’homunculus riproduce l’ampiezza
della rappresentazione corticale
della funzione motoria o sensoriale
La scoperta delle specializzazioni
emisferiche e della lateralizzazione
delle funzioni
Epilessia sperimentale
• Italia, anni ‘20-’40: Amantea, Clementi,
Gozzano, Moruzzi
• il corpo calloso propaga l’accesso
epilettico all’emisfero controlaterale
• Le scariche ripetute tendono a instaurare
un mirror focus nell’emisfero controlaterale
• L’operazione di callosotomia previene la
creazione del mirror focus
I primi cervelli umani divisi
• 1940 Van Wagenen (Rochester) interviene
su un caso di epilessia intrattabile
interrompendono le fibre interemisferiche.
• successo terapeutico
• apparente assenza di effetti sistematici e
specifici sulle funzioni psicologiche
• risultati in accordo con i modelli
interpretativi del cervello del periodo
(olistici e gestaltici - Lashley)
Crisi dell’olismo
• Paul Weiss e Roger Sperry
conducono tra gli anni Venti e
Trenta una serie esperimenti che
dimostrano la specificità delle
connessioni neuronali.
• il cervello e il sistema nervoso
sono caratterizzati da limiti
adattativi e da schemi prefissati di
funzionamento.
Gatti con cervelli divisi
• 1952 - California Institute of
Technology
• Sperry e Myers split brain sui
gatti - esperimenti di
discriminazione visiva con
apparati in grado di limitare le
afferenze visive ad un solo
emicampo
• Gli animali sembravano avere
due cervelli indipendenti
Animali e uomini: cervelli divisi
evidenze discordanti
• La discordanza dei risultati poneva in crisi
uno dei postulati su cui si regge la
fisiologia sperimentale
• allargamento degli studi sugli split brain ad
altri animali con cui si confermano le
evidenze della sindrome da
disconnessione interemisferica dimostrata
nei gatti.
38
Nuovi studi sull’uomo
• Tentativo di studiare i
pazienti di Van Wagenen
• Joseph Bogen (White
Memorial Hospital di Ls
Angeles) effettua nel
1961 un intervento di
resezione del corpo
calloso su W.J., un
paziente epilettico
Joseph Bogen
Split-Brain umani
1962
• I risultati dei test post-
operatori di Michael
Gazzaniga su W.J. e
un’altra paziente operata
da Bogen erano
conformi a quelli ottenuti
sugli animali col cervello
diviso
La procedura per l’esame delle
funzioni cerebrali negli split-brain
umani messa a punto da
Gazzaniga e Sperry
Le lateralizzazioni
funzionali dimostrate
da Sperry e
Gazzaniga
L’olismo neurofisiologico e i critici
delle localizzazioni cerebrali
• La critica di Flourens alla frenologia,
all’idea che le dimensioni delle varie aree
cerebrali sia legata alla dimensione della
relativa funzione.
• Flourens poi nota che gli effetti delle
ablazioni sono generalizzati e non
aboliscono funzioni specifiche e che talora
le stesse funzioni compromesse vengono
col tempo recuperate.
L’olismo neurofisiologico e i critici
delle localizzazioni cerebrali
• Anche Goltz rileva che le ablazioni
producono effetti aspecifici, che dipendono
più dall’estensione che dalla loro
localizzazione.
• Col tempo inizia ad ammettere la
possibilità di localizzare certe funzioni ma
non quelle superiori.
L’olismo neurofisiologico e i critici
delle localizzazioni cerebrali
• Localizzazione dei sintomi e localizzazione
delle funzioni sono due processi diversi.
• Alcuni sintomi potrebbero essere effetti
secondari dei danni inferti ad altre strutture.
• E’ sempre possibile che le disfunzioni
prodotte con lesioni, ablazioni e stimolazioni
possano non esser rilevate in quanto non si
pone con l’esperimento o con gli strumenti la
domanda adeguata.
L’olismo neurofisiologico e i critici
delle localizzazioni cerebrali
• Gabriel Andral nel 1833 già parlava di
conseguenze prossimali e conseguenze distali
delle lesioni al cervello.
• Ricordava che bisogna tenere presente il fatto
che il cervello è si composte da singoli apparati
funzionali ma che tali sistemi sono interconnessi
e agiscono come un intero. Per questo una
lesione in un certo apparato può riflettersi su
una disfunzione a carico di un altro sistema
funzionale.
L’olismo neurofisiologico e
i critici delle localizzazioni
cerebrali
• Nel 1855, Bernard scriveva che se è
possibile sezionare tutte la parti
dell’organismo è anche vero che isolarle
per studiarne l’anatomia e le funzioni crea
un fenomeno molto distante da ciò che si
dà in natura, nell’organismo vivente, dove
tutte le parti cooperano in un tutto. I
fenomeni viventi andrebbero così studiati
soprattutto negli organismi in vita.
Olismo neurofisiologico e dottrina
della Gestalt
• Il termine Gestalt in tedesco significa
forma, configurazione.
• Christian Ehrenfels (1859-1932) sostiene
che la forma è qualcosa di più degli
elementi che la compongono. La musica è
qualcosa di più delle singole note messe
assieme, così come un quadrato è
qualcosa di più di quattro segmenti.
L’olismo fisiologico negli Stati Uniti
• Shepherd Ivory Franz (1874-1933)
sostiene un concetto olistico delle
funzioni cognitive partendo dalla
constatazione che le lesioni ai lobi
frontali producono effetti molto variabili
tra individui e che spesso le disfunzioni
si risolvono.
• Il funzionamento integrato del cervello e
la sua plasticità sono funzionali alla
sopravvivenza e proteggono l’individuo
dai pericoli potenzialmente letali
derivanti dai danni al più importante
organo adattativo.
L’olismo neurofisiologico negli
Stati Uniti
• Karl Lashley (1890-1958) sottolinea il carattere
interamente associativo delle funzioni cognitive
(Brain mechanisms anche intelligence, 1929).
• Studiando gli effetti di ablazioni progressive
della corteccia cerebrale sull’apprendimento e la
memoria negli animali stabilisce i principi di
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Le funzioni cerebrali

  • 2. Dai ventricoli ai tessuti cerebrali • Col Rinascimento si avvia il superamento della teoria ventricolare, che localizzava le funzioni cerebrali nei ventricoli. • Furono Leonardo da Vinci e Vesalio a sostenere la necessità di localizzare le funzioni cerebrali nei tessuti encefalici.
  • 3. Thomas Willis (1621-1675) • Uno dei fondatori degli studi di neuroanatomia e neurofisiologia. • Conia il termine neurologia.
  • 4. Thomas Willis (1621-1675) • Sostiene che le funzioni psichiche superiori sono localizzate nelle circonvoluzioni cerebrali • Identifica nel corpo striato la sede delle sensazioni e del controllo del movimento
  • 5. Emanuel Swedenborg (1688-1772) • A partire da studi di anatomia del cervello si convince che una parte della corteccia cerebrale è responsabile delle funzioni motorie volontarie. • Conosce le evidenze di Antonio Pacchioni (agli inizi del ‘700, pioniere degli studi sulla dura madre) sugli effetti dei danni corticali sulle funzioni motorie.
  • 6. Emanuel Swedenborg (1688-1772) • Conosce e riprende le osservazioni sugli effetti delle lesioni corticali sulla funzionalità dei muscoli negli animali cui Giorgio Baglivi era accidentalmente arrivato indagando la fisiologia della circolazione cerebrale. • Swedenborg localizza le funzioni superiori e le funzioni motorie sulla corteccia cerebrale
  • 7. Il ruolo dell’anatomia patologica • Per evidenti ragioni, sino all’avvento del brain imaging, lo studio della localizzazione delle funzioni nel cervello umano si affidava alle fortuite osservazioni sui campi di battaglia o in occasione di traumi e lesioni cerebrali. Un contributo determinante all’emergere dell’anatomia patologica viene da Giovan Battista Morgagni col De Sedibus et causis morborum, 1761
  • 8. La frenologia Franz Joseph Gall (1758- 1828) Il padre dell’organologia
  • 9. La frenologia Termine introdotto da Johann Caspar Spurzheim (1776-1832), collaboratore di Gall
  • 10. La frenologia: principi • Le qualità morali e intellettuali sono innate, costituzionali • La loro natura dipende dalla morfologia del cervello • Il cervello è l’organo dalla cui azioni scaturisce l’espressione delle facoltà morali e psicologiche • Il cervello è composto di “organi” ognuno dei quali preposto allo svolgimento di una funzione morale o psicologica
  • 11. La frenologia: significati • Pur speculativa è stata la prima dottrina a postulare sistematicamente la connessione tra facoltà psicologiche e dimensione anatomo-funzionale del cervello • Ha gettato le basi per il programma di ricerca della localizzazione delle funzioni cerebrali
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  • 14. Bartolomeo Panizza (1785-1867) • Nel 1855, studia le vie del tratto ottico nei pesci e negli uccelli e ne accerta la terminazione nei lobi occipitali. Dimostra che la lezione di un lato del cervello ha effetti sull’innervazione dell’occhio controlaterale. • Soltanto nel 1873 questi studi vengono ripresi da David Ferrier il quale dimostra che la rimozione della corteccia occipitale portava le sciemmie alla cecità.
  • 15. Oltre la frenologia: il caso di Phineas Gage 1848, caso studiato da Harlow: durante la costruzione di un tratto ferroviario nel Vermont viene colpito da una sbarra di ferro scagliata da una esplosione. Sopravvive, torna addirittura al lavoro, ma la sua personalità cambia drammaticamente.
  • 16. Gli studi con ablazioni cerebrali • Il caso di Gage promosse gli studi con ablazioni cerebrali negli animali già avviate da Flourens. Leopold Goltz osserva nel 1888 le reazioni emotive alla asportazione della corteccia cerebrale del cane Leonardo Bianchi a Napoli conduce nel 1895 una serie di esperimenti sugli effetti dell’ablazione della corteccia frontale nelle scimmie.
  • 17. Gli studi con ablazioni cerebrali • Questi studi erano intrinsecamente limitati in quanto le lesioni erano vaste e generalizzate. • Non si comprendevano appieno i legami tra strutture cerebrali e quindi spesso si attribuivano alle lesioni su talune zone effetti invece conseguenti alla degenerazione di circuiti funzionali o alla loro interruzione.
  • 18. Oltre la frenologia Paul Broca (1824-1880) Lo studio del cervello di M. Leborgne ("Tan"), un paziente afasico ed emiplegico e la scoperta della localizzazione del linguaggio "Remarques sur le siége de la faculté du langage articulé, suivies d'une observation d'aphemie (perte de la parole)," Bulletins de la société anatomique de Paris 1861
  • 20. Wernicke, scopre nel 1874 la regione cerebrale implicata nell’afasia sensoriale
  • 21. Dejerine e l’alessia • Joseph Jules Dejerine, neurologo e psichiatra alla Salpetriere, Parigi, nel 1893 individua la lesione corticale associata con l’alessia nel lobo parietale.
  • 22. Gli studi con stimolazione elettrica • Fu Luigi Rolando uno dei primi a condurre nei primi anni dell’Ottocento osservazioni sulle funzioni corticali usando la stimolazione elettrica su animali. Sebbene queste indagini dimostrassero il ruolo della corteccia cerebrale nel controllo delle funzioni motorie non ebbero larga diffusione, almeno sino a quando Flourens se ne fece promotore.
  • 23. Gli studi di Flourens • Studia intorno al 1820 gli effetti dell’applicazione delle correnti elettriche sulla superficie del cervello nei piccioni. Ne deduce il ruolo del cervelleto ma non può cogliere il ruolo della corteccia cerebrale.
  • 24. Eduard Hitzig (1838-1907) Gustav Fritsch (1838-1927 ) In un lavoro sull’Archiv für Anatomie, Physiologie, und wissenschaftliche Medicin 1870, dimostrano le risposte motorie a seguito della faradizzazione di aree specifiche della corteccia del cane.
  • 25. John Huglings Jackson (1835-1911) Sulla base dell’osservazione di talune manifestazioni in forme di epilessia dovute a lesioni specifiche della corteccia (marcia jacksoniana) deduce alcuni aspetti fondamentale dell’organizzazione topografica delle aree motorie Complex mental phenomena were thus reduced to aggregates of sensations and motions paralleled by sets of fibres and cells. Third, Jackson explicitly applied this view to the cerebral cortex as a motor organ and argued against those who "think the cerebrum to be likened to an instrumentalist, and the motor centres to an instrument; one part . . . for ideas, and the other for movements."
  • 26. David Ferrier (1808-1886) Definisce i suoi studi sulla localizzazione delle funzioni motorie e sensoriali sul cervello di scimmia come una forma di “scientific phrenology “ it must follow from the experimental data that mental operations in the last analysis must be merely the subjective side of sensory and motor substrata The Functions of the Brain (1876),
  • 27. La stimolazione del cervello: dagli animali all’uomo • Nel 1874, Robert Bartholow, docente al medical college dell’Ohio, stimola la corteccia precentrale di una paziente con tumore erodente del cranio ottenendo la contrazione dei muscoli • Nel 1890 Victor Horsley, neurochirugo e inventore dello stereotassico, riporta altri sei casi di stimolazione della corteccia umana.
  • 28. La stimolazione del cervello: dagli animali all’uomo • Fedor Krause (1856-1937) Nel 1912 riporta 142 casi di studio della stimolazione della corteccia cerebrale in pazienti neurochirurgici. Elabora una precisa mappa delle localizzazioni funzionali
  • 29. Wilder Penfield (1891-1976) Fonda l’istituto neurologico di Montreal Mette a punto una tecnica operatoria per l’esatta localizzazione dei foci epilettogeni. Stimola la corteccia cerebrale dei pazienti svegli facendosi guidare alla ricerca dell’aura epilettica Conduce oltre un migliaio di operazioni su pazienti epilettici. Ottiene una massa enorme di dati sulla localizzazione delle funzioni cerebrali e disegna gli homuncoli motori e sensoriali.
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  • 31. Rappresentazioni grafiche e rappresentazione tridimensionale degli homunculi di Penfield. L’homunculus riproduce l’ampiezza della rappresentazione corticale della funzione motoria o sensoriale
  • 32. La scoperta delle specializzazioni emisferiche e della lateralizzazione delle funzioni
  • 33. Epilessia sperimentale • Italia, anni ‘20-’40: Amantea, Clementi, Gozzano, Moruzzi • il corpo calloso propaga l’accesso epilettico all’emisfero controlaterale • Le scariche ripetute tendono a instaurare un mirror focus nell’emisfero controlaterale • L’operazione di callosotomia previene la creazione del mirror focus
  • 34. I primi cervelli umani divisi • 1940 Van Wagenen (Rochester) interviene su un caso di epilessia intrattabile interrompendono le fibre interemisferiche. • successo terapeutico • apparente assenza di effetti sistematici e specifici sulle funzioni psicologiche • risultati in accordo con i modelli interpretativi del cervello del periodo (olistici e gestaltici - Lashley)
  • 35. Crisi dell’olismo • Paul Weiss e Roger Sperry conducono tra gli anni Venti e Trenta una serie esperimenti che dimostrano la specificità delle connessioni neuronali. • il cervello e il sistema nervoso sono caratterizzati da limiti adattativi e da schemi prefissati di funzionamento.
  • 36. Gatti con cervelli divisi • 1952 - California Institute of Technology • Sperry e Myers split brain sui gatti - esperimenti di discriminazione visiva con apparati in grado di limitare le afferenze visive ad un solo emicampo • Gli animali sembravano avere due cervelli indipendenti
  • 37. Animali e uomini: cervelli divisi evidenze discordanti • La discordanza dei risultati poneva in crisi uno dei postulati su cui si regge la fisiologia sperimentale • allargamento degli studi sugli split brain ad altri animali con cui si confermano le evidenze della sindrome da disconnessione interemisferica dimostrata nei gatti.
  • 38. 38 Nuovi studi sull’uomo • Tentativo di studiare i pazienti di Van Wagenen • Joseph Bogen (White Memorial Hospital di Ls Angeles) effettua nel 1961 un intervento di resezione del corpo calloso su W.J., un paziente epilettico Joseph Bogen
  • 39. Split-Brain umani 1962 • I risultati dei test post- operatori di Michael Gazzaniga su W.J. e un’altra paziente operata da Bogen erano conformi a quelli ottenuti sugli animali col cervello diviso
  • 40. La procedura per l’esame delle funzioni cerebrali negli split-brain umani messa a punto da Gazzaniga e Sperry
  • 42. L’olismo neurofisiologico e i critici delle localizzazioni cerebrali • La critica di Flourens alla frenologia, all’idea che le dimensioni delle varie aree cerebrali sia legata alla dimensione della relativa funzione. • Flourens poi nota che gli effetti delle ablazioni sono generalizzati e non aboliscono funzioni specifiche e che talora le stesse funzioni compromesse vengono col tempo recuperate.
  • 43. L’olismo neurofisiologico e i critici delle localizzazioni cerebrali • Anche Goltz rileva che le ablazioni producono effetti aspecifici, che dipendono più dall’estensione che dalla loro localizzazione. • Col tempo inizia ad ammettere la possibilità di localizzare certe funzioni ma non quelle superiori.
  • 44. L’olismo neurofisiologico e i critici delle localizzazioni cerebrali • Localizzazione dei sintomi e localizzazione delle funzioni sono due processi diversi. • Alcuni sintomi potrebbero essere effetti secondari dei danni inferti ad altre strutture. • E’ sempre possibile che le disfunzioni prodotte con lesioni, ablazioni e stimolazioni possano non esser rilevate in quanto non si pone con l’esperimento o con gli strumenti la domanda adeguata.
  • 45. L’olismo neurofisiologico e i critici delle localizzazioni cerebrali • Gabriel Andral nel 1833 già parlava di conseguenze prossimali e conseguenze distali delle lesioni al cervello. • Ricordava che bisogna tenere presente il fatto che il cervello è si composte da singoli apparati funzionali ma che tali sistemi sono interconnessi e agiscono come un intero. Per questo una lesione in un certo apparato può riflettersi su una disfunzione a carico di un altro sistema funzionale.
  • 46. L’olismo neurofisiologico e i critici delle localizzazioni cerebrali • Nel 1855, Bernard scriveva che se è possibile sezionare tutte la parti dell’organismo è anche vero che isolarle per studiarne l’anatomia e le funzioni crea un fenomeno molto distante da ciò che si dà in natura, nell’organismo vivente, dove tutte le parti cooperano in un tutto. I fenomeni viventi andrebbero così studiati soprattutto negli organismi in vita.
  • 47. Olismo neurofisiologico e dottrina della Gestalt • Il termine Gestalt in tedesco significa forma, configurazione. • Christian Ehrenfels (1859-1932) sostiene che la forma è qualcosa di più degli elementi che la compongono. La musica è qualcosa di più delle singole note messe assieme, così come un quadrato è qualcosa di più di quattro segmenti.
  • 48. L’olismo fisiologico negli Stati Uniti • Shepherd Ivory Franz (1874-1933) sostiene un concetto olistico delle funzioni cognitive partendo dalla constatazione che le lesioni ai lobi frontali producono effetti molto variabili tra individui e che spesso le disfunzioni si risolvono. • Il funzionamento integrato del cervello e la sua plasticità sono funzionali alla sopravvivenza e proteggono l’individuo dai pericoli potenzialmente letali derivanti dai danni al più importante organo adattativo.
  • 49. L’olismo neurofisiologico negli Stati Uniti • Karl Lashley (1890-1958) sottolinea il carattere interamente associativo delle funzioni cognitive (Brain mechanisms anche intelligence, 1929). • Studiando gli effetti di ablazioni progressive della corteccia cerebrale sull’apprendimento e la memoria negli animali stabilisce i principi di equipotenzialità e di azione di massa (The search for the engram). • Enfatizza la dimensione dell’individualità del cervello