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Neuroscienze affettive
Lezioni 1 e 2: Fondazione, definizione e storia
“Affective neuroscience is the study of the neural mechanisms of emotion. This interdisciplinary
field combines neuroscience with the psychological study of personality, emotion, and mood
(Panksepp, 1992)”
Fondazione (1995) → affective neuroscience: the
emerge of a discipline (J Davidson and K Sutton)
“There are three themes to highlight:
1. First, as noted above, the critical need to
dissect emotion into more elementary
constituents.
2. Second, the important interaction between
cortical and subcortical structures in the regulation of emotion.
3. Third, the preponderance of individual differences in emotional processes.
“Considerable progress has been made over the past year in understanding the neural substrates of emotion.
A number of observations have helped to parse emotion into separable constituents, such as perceptual and
expressive components. From work at the animal level, we know that different sensory and contextual inputs
are conveyed by separate pathways to the amygdala and that the output of the central nucleus of the
amygdala projects to different brain stem regions that control diverse autonomic and behavioral
manifestations of emotion. Research has also identified the prefrontal cortex as an important site for the
inhibition of emotion, with lesions or naturally occurring decreases of activation in portions of the prefrontal
cortex associated with failures to inhibit affect. This work also highlights the importance of cortical-subcortical
interactions. The amygdala receives input from and projects to prefrontal and anterior temporal cortex. These
interactions probably play an important role in the modulation of emotion by higher cortical processes and in
the modulation of cognition by upstream influences from the amygdala and, possibly, other structures. The
study of individual differences in specific parameters of emotion is increasing, with work at both the animal
and human levels... Future research in affective neuroscience will benefit from the use of new neuroimaging
modalities, such as functional magnetic resonance imaging (fMRI), which promises to provide better temporal
and spatial resolution than is available with any of the older technologies… (Davidson & Sutton, 1995).”
Cosa fa il neuroscienziato affettivo e clinico?
1. Ricerca di base: conduce esperimenti per studiare argomenti relativi alle emozioni
2. Ricerca applicativa: creazione di Biomarkers, predizione della risposta al trattamento terapeutico o
farmacologico, etc.. (Vedi le esercitazioni)
Storia:
Claparède, uno psicologo svizzero, nel 1928 ha affermato che la psicologia dei
processi affettivi è il capitolo più confuso in tutta la psicologia. Con questa
affermazione, egli intendeva sottolineare quanto fosse complessa e poco
compresa l'area dei processi affettivi - ossia le reazioni emotive e i sentimenti - nel
contesto della ricerca psicologica. E' un riconoscimento del fatto che le emozioni, i
sentimenti e gli affetti sono fenomeni molto complessi e multidimensionali, che non sono facilmente spiegabili
attraverso i metodi tradizionali di studio della psicologia.
Diniego delle emozioni in psicologia→ Fino a 30 anni fa, silenzio.
• Problemi politici: la psicologia vuole essere una scienza, le emozioni sono troppo squilibrate
• Problemi concettuali: cos'è un'emozione?
• Problemi metodologici: come si può studiare le emozioni se intrinsecamente soggettive?
***Tim Shallice: "Qual è la rilevanza di studiare le emozioni?" (2005, comunicazione personale)
Riscoperta delle emozioni
• Egemonia del comportamentismo (1950-1975):
- Skinner: Gli umani non hanno menti solo comportamenti
• Rivoluzione cognitiva (1970-1990):
- Sheppard: Gli umani hanno una mente! Il pensiero influenza il
comportamento
• Rivoluzione emotiva (1990 – e in corso):
- Zajonc: Gli umani hanno emozioni! Le emozioni influiscono pensiero e comportamento.
PIETRE MILIARI (GUARDO PRIMA PAGINA SUCCESSIVA)
DARWIN (1872)
• (uno dei) primi studi su come le persone riconoscono le emozioni nei volti
• Nel 1872, Darwin pubblicò «L'espressione delle emozioni nell'uomo e negli animali», in cui
sosteneva che tutti gli esseri umani (inclusi gli animali) mostrano emozioni attraverso
comportamenti notevolmente simili.
• le emozioni hanno avuto una storia evolutiva che potrebbe essere rintracciato
attraverso culture e specie
DARWIN E DUCHENNE
• Duchenne credeva che i volti umani esprimessero almeno 60 emozioni discrete,
ognuna delle quali dipendeva da un gruppo dedicato di muscoli facciali.
• Metodo: Duchenne aveva stimolato la giusta combinazione di muscoli facciali
con corrente elettrica
• Charles Darwin, tuttavia, non era d'accordo con questa visione. Nella sua teoria
delle emozioni, Darwin sostenne che le espressioni facciali delle emozioni sono
universali tra le culture umane e hanno radici evolutive, piuttosto che
dipendere da specifici gruppi muscolari dedicati per ciascuna emozione.
• The Folio of photographic slides elaborated by Duchenne
THE DARWIN EXPERIMENT
• “Solo alcune delle diapositive di Duchenne sono emozioni umane universali”
• Metodo: Per testare questa idea, ha scelto 11 diapositive di Duchenne, le ha
disposte in ordine casuale e le ha presentate una alla volta a oltre 20 dei suoi
ospiti
• Risultato: gli ospiti hanno concordato su determinate emozioni (felicità,
tristezza, paura e sorpresa)
• Conclusioni: Le emozioni umane sono un numero limitato e vestigiali; le emozioni umane riflettono
quelle degli animali e hanno simili funzioni (Sogghigno – rivelare i denti – minaccia di morso…)
WILLIAM JAMES (1842-1910)
La teoria di James, o teoria James-Lange delle emozioni, è una teoria fondamentale
nella psicologia delle emozioni. La "folk psychology" si riferisce alla comprensione
comune o intuitiva che le persone hanno della psicologia - in questo caso, l'idea
comune che prima si prova un'emozione, e poi il nostro corpo reagisce.
Tuttavia, William James proponeva una teoria contraria. Sostenne che i cambiamenti
corporei seguono direttamente la percezione di un fatto eccitante, e che la nostra
sensazione di tali cambiamenti man mano che si verificano è l'emozione stessa. In altre
parole, secondo James, non si diventa tristi e poi si piange. Piuttosto, si percepisce un
evento triste, il corpo inizia a piangere, e poi si prova la sensazione di tristezza. Questa
è una deviazione significativa dalla comprensione tradizionale delle emozioni.
• “Emotional experience is nothing but the conscious experience of bodily
responses”
CRITICHE:
• presuppone che ogni emozione sia causata da specifiche reazioni fisiologiche. Questo implica che ogni
emozione dovrebbe avere un corrispondente unico e identificabile nel corpo. Tuttavia, questo è
problematico, dato che diverse emozioni possono causare risposte fisiologiche simili. Ad esempio,
paura, sorpresa e rabbia attivano tutte il sistema simpatico, mentre la felicità e la tristezza attivano il
sistema parasimpatico. Questo suggerisce che le risposte fisiologiche non sono così specifiche per
ciascuna emozione come la teoria James-Lange suggerisce.
• Le reazioni fisiologiche sono piuttosto lente. La teoria James-Lange suggerisce che le emozioni sono la
risposta alla percezione delle reazioni del corpo, ma queste reazioni spesso richiedono del tempo per
manifestarsi. Questo è in contrasto con l'esperienza comune di emozioni intense e immediate in
risposta a certi eventi.
Queste critiche hanno portato alla formulazione di altre teorie delle emozioni, come la teoria
Cannon-Bard e la teoria dell'attivazione cognitiva.
Teoria di CANNON-BARD (1931)
La teoria di Cannon-Bard è una teoria delle emozioni formulata come risposta alle critiche alla
teoria James-Lange. È stata sviluppata da Walter Cannon, un professore, e dal suo studente,
Philip Bard.
L'emozione e l'eccitazione del corpo avvengono simultaneamente, non l'una in risposta
all'altra. Per esempio, alla vista di un serpente, si inizia a correre (eccitazione fisica) e si
sperimenta la paura (emozione) contemporaneamente.
Il processo si basa sull'idea che uno stimolo viene inviato al talamo, che poi invia
messaggi simultanei al sistema limbico (per l'eccitazione fisica) e alla corteccia (per
l'emozione). L'ipotalamo è coinvolto nella risposta emotiva agli stimoli, mentre la
neocorteccia inibisce le risposte emotive.
La teoria di Cannon-Bard suggerisce anche che:
• la rimozione della corteccia cerebrale libererebbe il circuito ipotalamico dal
controllo "dall'alto verso il basso", consentendo manifestazioni emotive
incontrollate, come la sham rage, una reazione violenta senza un oggetto di
rabbia appropriato, tipicamente osservata in animali sperimentali ai quali è stato rimosso il cervello
superiore.
• Lesione dell'ipotalamo: se l'ipotalamo (una piccola regione del cervello che ha un ruolo chiave nel
controllo delle emozioni e delle motivazioni) è lesionato, non si osserva la rabbia. Questo suggerisce
che l'ipotalamo è necessario per manifestare la rabbia.
In conclusione, l'ipotalamo sembra essere responsabile delle reazioni emotive come la rabbia. Tuttavia, in
condizioni normali, viene inibito dal telencefalo (la parte del cervello che include la corteccia), che regola le
risposte emotive e impedisce comportamenti come la sham rage.
A supporto gli esperimenti di Flynn nel 1960 riguardante la stimolazione dell'ipotalamo e il suo effetto
sull'aggressività. Nel suo esperimento, Flynn ha scoperto che la stimolazione dell'ipotalamo laterale in
particolare può provocare aggressività predatoria. L'ipotalamo laterale è una parte dell'ipotalamo che svolge
molte funzioni, tra cui la regolazione dell'appetito e del comportamento alimentare.
Tuttavia, è importante notare che la stimolazione diretta dell'ipotalamo in un contesto sperimentale non
riflette necessariamente come l'ipotalamo funziona nel contesto della vita quotidiana o in risposta a stimoli
naturali.
CIRCUITO DI PAPEZ (1937)
Coinvolto nella produzione e nell'elaborazione delle
emozioni.
La corteccia cingolata è indicata come integratrice
dei flussi di pensiero e di sentimento, ossia coordina
le informazioni cognitive (pensieri) e affettive
(sentimenti) per creare un'esperienza emotiva
completa e coerente.
Il controllo corticale "top-down" delle risposte
emotive è illustrato con il percorso che va dalla
corteccia cingolata all'ippocampo e quindi
all'ipotalamo. Questo suggerisce che le risposte
emotive sono regolate a livello superiore (cioè
corticalmente), e che queste informazioni vengono poi trasmesse a regioni più profonde del cervello (come
l'ippocampo e l'ipotalamo) per l'elaborazione ulteriore e la produzione di risposte comportamentali ed emotive
SINDROME DI KLUVER-BUCY (1937)
La rimozione bilaterale dei lobi temporali nelle scimmie porta a un insieme caratteristico di comportamenti:
• perdita di reattività emotiva; same degli oggetti con la bocca,
• Ipersessualità; cambiamenti nella dieta anormali, inclusa la coprafagia
• ruolo chiave nelle emozioni per le strutture del lobo temporale
MacLean (1949)
Il cervello uno e trino: abbiamo tre cervelli in uno!
1. Il cervello rettiliano "antico" (complesso striatale, gangli della
base) emozioni di base come paura e aggressività
2. Il “vecchio” cervello dei mammiferi (talamo, ipotalamo,
ippocampo, cingolo, amigdala, PFC) emozioni sociali e di
affiliazione
3. Il "nuovo" cervello dei mammiferi (neocorteccia) interfaccia le
emozioni con la cognizione ed esercita un controllo dall'alto verso
il basso sulle risposte emotive
MacLean sosteneva che queste strutture fossero principalmente coinvolte
nel comportamento emotivo e che funzionassero in modo semi-indipendente dal resto del cervello, un
concetto che ha avuto un impatto significativo sulla comprensione scientifica delle emozioni.
CRITICHE: sia per motivi empirici che teorici. Alcuni studi hanno suggerito che le emozioni non sono prodotte
da un singolo "sistema" di strutture cerebrali, ma piuttosto da reti più ampie e complesse che coinvolgono
diverse parti del cervello. Inoltre, il modello di MacLean è stato criticato per la sua semplificazione eccessiva
della complessa biologia delle emozioni.
CRITICHE ALLE PRECEDENTI TEORIE E TEORIA DELLA VALUTAZIONE COGNITIVA
Le teorie precedenti come la teoria di James-Lange, la teoria di Cannon-Bard e il sistema limbico di MacLean,
tendono a concentrarsi principalmente sulle risposte fisiologiche alle emozioni. La critica principale è che
queste teorie trascurano un aspetto cruciale: la nostra mente, o più precisamente, i processi cognitivi che
contribuiscono alle nostre esperienze emotive.
La teoria della valutazione cognitiva sostiene che le nostre emozioni sono il risultato della nostra valutazione
(conscia o inconscia) di come uno stimolo (un oggetto, un evento o un pensiero) influisce sul nostro benessere.
Secondo questa teoria, quando ci imbattiamo in uno stimolo, valutiamo come ciò influisce su di noi. Questa
valutazione determina l'emozione che proviamo (paura, rabbia, felicità, ecc.) e le risposte fisiologiche e
comportamentali che seguono. Il presupposto di base è che per manifestare un'emozione, è necessario prima
"pensare" o valutare lo stimolo. In altre parole, i processi cognitivi giocano un ruolo cruciale nella formazione
delle nostre emozioni.
SCHACTER-SINGER MODELLO A DUE FATTORI
Questo modello suggerisce che le emozioni si formano attraverso l'interazione
di due componenti fondamentali:
1. L'eccitazione fisiologica, o arousal, si riferisce alle risposte corporee ad
uno stimolo, come l'aumento del battito cardiaco, la sudorazione, o il
flusso sanguigno.
2. L'etichettatura cognitiva si riferisce al processo di interpretare e dare
un senso a queste risposte corporee. Questa interpretazione è
influenzata dai nostri pensieri, dalle esperienze passate e dall'ambiente
circostante.
Secondo il modello a due fattori, l'emozione si forma quando si sperimenta una
risposta fisica ad uno stimolo e successivamente si interpreta e si etichetta
questa risposta in un contesto specifico. Ad esempio, un battito cardiaco accelerato potrebbe essere
interpretato come paura se si è in una situazione spaventosa, o come eccitazione se si è in attesa di un evento
positivo. In entrambi i casi, l'arousal fisiologico è lo stesso, ma l'emozione differisce a causa dell'etichettatura
cognitiva.
COGNITIVE REVOLUTION (1950)
Questa rivoluzione considerava la cognizione come un aspetto critico delle emozioni (ad esempio,
Arnold, 1960; Lazarus, 1966; Schachter e Singer, 1962).
Meccanismi cognitivi alla base:
1) elicitazione delle emozioni (vale a dire, valutazione),
2) categorizzazione delle emozioni (cioè etichettatura)
APPRAISAL THEORIES (1964)
La slide introduce le teorie dell'Appraisal (Valutazione) delle emozioni, originate con i lavori di Arnold nel 1960
e Schachter nel 1964. Queste teorie sostengono che il processo cognitivo di valutazione di uno stimolo sia
fondamentale per l'elicitazione delle emozioni. Molti dei processi cognitivi che avvengono durante la
valutazione possono essere automatici o inconsci.
Le teorie della valutazione sostengono che specifici modelli di valutazione portano a specifiche emozioni.
Arnold (1960) ha coniato il termine valutazione: processo cognitivo coinvolto nell'elicitazione delle emozioni.
Le teorie di valutazione dell'emozione hanno mantenuto l'idea di Schachter (1964) che la cognizione è un
antecedente dell'emozione. Per esempio, valutare una situazione come minacciosa potrebbe elicitare paura,
mentre valutare un risultato come un successo personale potrebbe elicitare orgoglio.
Tuttavia, queste teorie hanno ricevuto critiche. In particolare, è stato messo in dubbio se esista realmente una
corrispondenza uno a uno tra specifici modelli di valutazione e specifiche emozioni. Alcuni dei metodi utilizzati
per testare queste teorie, come chiedere ai partecipanti di ricordare come hanno valutato un particolare
evento emotivo o di immaginare quale emozione proverebbero in risposta a determinate valutazioni, sono stati
criticati per la loro affidabilità e validità.
ZAJONC (1980)
Zajonc si oppose all'idea di Schachter (1964) secondo cui la cognizione è necessaria
all'emozione: Affective and cognitive systems are largely independent, and affect is more
powerful, and comes first”
Zajonc suggeriva che "prima sentiamo, poi pensiamo", implicando che le emozioni
possono emergere prima che siamo in grado di pensare cognitivamente a uno stimolo.
Sostenne anche che le emozioni si sono sviluppate prima della cognizione nel corso
dell'evoluzione e che la cognizione e la consapevolezza non sono necessariamente richieste
per avere una risposta emotiva. Alcune emozioni, affermò, potrebbero addirittura
"bypassare" la parte pensante del cervello.
Sosteneva inoltre che le emozioni e la cognizione fossero lateralizzate nel cervello, con le
emozioni prevalentemente elaborate nell'emisfero destro e la cognizione nell'emisfero
sinistro.
Da un punto di vista evolutivo, Zajonc sosteneva che l'affetto (l'emozione) precede il linguaggio e il pensiero
sia filogeneticamente (nell'evoluzione delle specie) che ontogeneticamente (nello sviluppo dell'individuo).
Questa idea è supportata dall'osservazione che le risposte emotive si trovano in organismi filogeneticamente
inferiori e nei neonati, e che il sistema limbico si sviluppa prima della corteccia cerebrale nel cervello umano.
Infine, Zajonc ha sostenuto che il priming affettivo (la tendenza a rispondere a uno stimolo sulla base di
un'emozione precedentemente associata) può verificarsi anche quando le persone non sono consapevoli dello
stimolo, del motivo per cui gli piace o non gli piace lo stimolo, quando sono impegnate in altri compiti
impegnativi, quando hanno poco tempo per elaborare lo stimolo, o quando non hanno l'obiettivo di elaborare
quello stimolo.
LAZARUS (1980)
Richard S. Lazarus, uno psicologo
che ha contribuito in modo
significativo alla comprensione delle
emozioni e del loro ruolo nel
comportamento umano. Lazarus si è
contraddistinto per la sua
attenzione al ruolo delle emozioni
nell'esperienza umana, in un
periodo in cui il comportamentismo,
concentrato principalmente su
motivi basilari come ricompensa e punizione, era dominante nel campo della psicologia.
Nel suo libro "Passion and Reason: Making Sense of Our Emotions", Lazarus ha definito le emozioni secondo
"temi relazionali fondamentali" o "valutazioni morali". Questo approccio enfatizza la comprensione delle
emozioni come risposte a valutazioni o giudizi specifici riguardo alle circostanze della vita di un individuo. In
altre parole, la teoria cognitiva mediata di Lazarus sostiene che le risposte emotive sono il risultato di un
processo di valutazione cognitiva che avviene in risposta a uno stimolo. Secondo questa teoria, quando ci
troviamo di fronte a uno stimolo (ad esempio, un cane che ringhia), effettuiamo una valutazione immediata di
quello stimolo (il cane è pericoloso perché sta ringhiando e non è dietro un recinto). Questa valutazione
cognitiva porta a una risposta emotiva (paura), che a sua volta provoca una risposta fisica appropriata (ad
esempio, allontanarsi o cercare di scappare).
In questo modello, la cognizione (l'atto di valutare la situazione) media tra lo stimolo e l'emozione. In altre
parole, non rispondiamo direttamente allo stimolo con un'emozione; piuttosto, l'emozione emerge dalla nostra
interpretazione cognitiva dello stimolo. Questo approccio sottolinea il ruolo attivo del pensiero nel
determinare le nostre risposte emotive e fisiche agli eventi.
Ecco come Lazarus descrive alcuni esempi di emozioni fondamentali:
• Rabbia: risposta a un'offesa avvilente contro di me o i miei cari.
• Paura: risposta all'affrontare un pericolo fisico immediato, concreto e travolgente.
• Tristezza: risposta all'aver sperimentato una perdita irrevocabile.
• Disgusto: risposta all'accettare o essere troppo vicini a un oggetto o un'idea repulsiva.
• Felicità: risposta al fare progressi ragionevoli verso la realizzazione di un obiettivo.
In questo modo, Lazarus ha proposto un modo di vedere le emozioni che mette in rilievo il loro significato e il
loro ruolo nella nostra vita quotidiana e nelle nostre relazioni con gli altri.
La Cognitive Mediational Theory ha molto influenzato la terapia cognitiva comportamentale. La terapia
cognitivo-comportamentale è senza dubbio efficace, ma molti psicoterapeuti riconoscono il limite nell’asserire
RIASSUNTO PRINCIPALI TEORIE SULLE EMOZIONI
PAUL EKMAN (1934)
Studi sulle emozioni e le espressioni facciali. Ekman ha sviluppato un
"atlante delle emozioni", che cerca di descrivere e categorizzare le
diverse emozioni umane e si è guadagnato la reputazione di "la
migliore macchina della verità umana al mondo” (The Nature of
Emotion: Fundamental Questions (with R. Davidson, Oxford
University Press, 1994)
Ha anche creato il Test of Emotion Recognition e le Pictures of Facial
Affect (POFA), che includono 110 immagini in bianco e nero di attori
caucasici che mostrano le sei emozioni universali (gioia, tristezza, paura,
rabbia, disgusto, sorpresa) oltre a espressioni neutre. Questi strumenti
sono stati usati per studiare la capacità degli individui di riconoscere le
emozioni in base alle espressioni facciali.
Inoltre, Ekman e Friesen hanno sviluppato il Facial Action Coding
System (FACS) nel 1978. Questo è un sistema anatomicamente basato
per descrivere tutti i movimenti del viso visibili. Ogni componente visibile
del movimento del viso è chiamato "unità di azione" o AU. Questo
sistema è usato per analizzare le espressioni facciali e per comprendere
come i movimenti specifici del viso sono collegati a specifiche emozioni.
LEDOUX
Joseph E. LeDoux (1949-) è un neuroscienziato americano la
cui ricerca si concentra principalemnte sulle basi biologiche
delle emozioni e della memoria, in particolare sui
meccanismi cerebrali legati alla paura e all’ansia.
• “THE EMOTIONAL BRAIN” (Leggo è un classico)
LeDoux ha identificato due percorsi nel cervello per la
risposta alla paura, spesso chiamati "low road" e "high
road".
1. La "low road" è un percorso diretto, rapido, dal
talamo all'amigdala, permettendo una reazione istintiva e immediata al pericolo.
2. La "high road", invece, passa attraverso la corteccia sensoriale e consente un'elaborazione più
dettagliata dell'informazione, contribuendo alla risposta emotiva consapevole.
Il condizionamento pavloviano e la teoria delle due vie di LeDoux sono entrambi fondamentali per
comprendere come le risposte di paura e ansia si sviluppano e vengono processate nel cervello.
Nel condizionamento pavloviano, uno stimolo neutro viene associato a uno stimolo che provoca una risposta
emotiva, come la paura. Dopo ripetute associazioni, lo stimolo neutro può provocare la risposta di paura da
solo. Questo processo avviene nel cervello, e qui entra in gioco la teoria delle due vie di LeDoux.
La "low road" è una via di trasmissione veloce che permette una risposta di paura quasi immediata, ma non
molto precisa. Può essere pensata come la via che il cervello utilizza per rispondere allo stimolo condizionato
nel condizionamento pavloviano: anche se lo stimolo è in realtà neutro, la "low road" permette una risposta di
paura rapida.
La "high road" è una via a trasmissione più lenta, ma permette un'elaborazione più dettagliata dello stimolo.
Questa potrebbe essere la via attraverso la quale il cervello valuta lo stimolo per determinare se è realmente
minaccioso e merita una risposta di paura.
ANTONIO DAMASIO
Antonio Damasio, insieme a Bechara, ha proposto la cosiddetta "somatic marker hypothesis"
(ipotesi dei marcatori somatici), secondo cui le emozioni influenzano il processo decisionale.
“Modern economic theory ignores the influence of emotions on decision-making. Emerging
neuroscience evidence suggests that sound and rational decision making, in fact, depends on
prior accurate emotional processing. The somatic marker hypothesis provides a systems-level
neuroanatomical and cognitive framework for decision- making and its influence by emotion. The key idea of
this hypothesis is that decision-making is a process that is influenced by marker signals that arise in
bioregulatory processes, including those that express themselves in emotions and feelings” (Bechara &
Damasio, 2005)
Secondo questa teoria, quando una persona sperimenta una risposta emotiva, vengono creati dei "marcatori"
somatici, ovvero cambiamenti fisici come modifiche:
• Nell’ambiente interno e visceri (ad esempio, rilascio endocrino, frequenza cardiaca, contrazione della
muscolatura liscia)
• nel sistema muscolo-scheletrico
Questi marcatori servono come segnali di feedback che possono influenzare le future decisioni e
comportamenti della persona.Tornando alle strutture cerebrali, diverse regioni del cervello sono coinvolte nel
creare e interpretare questi marcatori somatici:
• L'amigdala: Questa struttura del cervello è coinvolta nell'elaborazione delle emozioni, in particolare
della paura e dell'ansia. Damasio suggerisce che l'amigdala sia necessaria per innescare i marcatori
somatici in risposta a stimoli emotivi primari.
• La corteccia prefrontale ventromediale (vmPFC): Secondo Damasio, questa regione del cervello è
fondamentale per l'interpretazione dei marcatori somatici. Le persone con danni alla vmPFC spesso
mostrano comportamenti impulsivi e prendono decisioni povere, il che suggerisce che questa regione
del cervello sia coinvolta nel valutare le conseguenze future delle nostre azioni. Questa interpretazione
è supportata dal famoso caso di Phineas Gage, un uomo che ha subito gravi danni alla vmPFC e ha
mostrato drastiche modifiche nel suo comportamento e nel suo
processo decisionale.
In conclusione, la teoria dei marcatori somatici di Damasio collega
l'esperienza emotiva, manifestata attraverso cambiamenti fisici o
"marcatori", alle decisioni che prendiamo. Questo processo è regolato da
specifiche strutture del nostro cervello, come l'amigdala e la corteccia
prefrontale ventromediale.
Questa teoria è stata in parte ispirata dal famoso caso di Phineas Gage, un
lavoratore delle ferrovie che subì un grave infortunio cerebrale nel 19°
secolo. L'infortunio, che danneggiò parti della sua corteccia prefrontale,
modificò radicalmente la sua personalità e le sue capacità decisionali,
suggerendo un ruolo critico di quest'area del cervello nel comportamento
sociale e nel processo decisionale.
Pazienti con VM: difetto in questo meccanismo emotivo che
segnala rapidamente le possibili conseguenze di un'azione
Il Iowa Gambling Task (IGT) (Bechara et al., 1999) è un esperimento
progettato per testare la teoria dei marcatori somatici di Damasio. In
questo esperimento, ai partecipanti vengono presentati quattro
mazzi di carte (A, B, C e D). Scegliendo una carta da un mazzo, i
partecipanti possono guadagnare o perdere denaro. I mazzi A e B
offrono ricompense maggiori, ma anche penalità occasionali più
grandi, risultando in una perdita netta a lungo termine. Al contrario, i
mazzi C e D offrono ricompense minori, ma anche penalità
occasionali più piccole, risultando in un guadagno netto a lungo termine.
A persone con una corteccia prefrontale ventromediale (vmPFC) intatta,
alla fine si rendono conto che scegliere le carte dai mazzi C e D è più
vantaggioso. Questo è accompagnato da una risposta fisiologica misurata
come aumento della conduttanza cutanea (una misura dell'eccitazione
emotiva) quando stanno per scegliere una carta dai mazzi "pericolosi" A
e B, anche prima di avere piena consapevolezza che A e B sono scelte
svantaggiose. Questo suggerisce che i "marcatori somatici" stanno
guidando le loro decisioni.
Tuttavia, i pazienti con danni alla vmPFC non mostrano questa risposta.
Anche dopo molte mani, continuano a scegliere le carte dai mazzi A e B,
nonostante queste scelte portino a una perdita di denaro a lungo
termine. Questo suggerisce che la vmPFC è necessaria per l'uso efficace
dei marcatori somatici nel processo decisionale.
In conclusione, l'Iowa Gambling Task fornisce un supporto sperimentale
alla teoria dei marcatori somatici di Damasio, dimostrando il ruolo della vmPFC e delle risposte emotive nel
guidare le decisioni.
PANKESEPP (FONDATORE NEUROSCIENZE AFFETTIVE)
Ha contribuito a fondare il campo della neuroscienza affettiva, che si concentra sullo studio delle basi neurali
delle emozioni.
Secondo Panksepp, sia gli animali che gli umani hanno sentimenti affettivi simili che guidano le loro tendenze
comportamentali. Ha sostenuto che i sistemi neurali delle emozioni primarie, come la gioia, la rabbia e la
paura, sono conservati nella maggior parte dei mammiferi. Questi sentimenti affettivi non sono solo una
risposta a un evento, ma piuttosto processi attivi che aiutano a guidare il comportamento dell'animale.
Panksepp ha anche sostenuto che la maggior parte del
controllo comportamentale è elaborata da processi
cerebrali inconsci. Questo concetto contrasta con l'idea
tradizionale che le emozioni sono principalmente un
prodotto della coscienza. Piuttosto, Panksepp ha
proposto che molte emozioni emergono da circuiti
cerebrali che operano al di sotto del livello della
coscienza.
La teoria di Panksepp si allinea con il concetto di
modulo emotivo in quanto propone che le emozioni
primarie sono guidate da specifici circuiti cerebrali o
"sistemi affettivi".
Definizione di Sistema (modulo) emotivo
1. Capace di elaborare stati emotivi soggettivi che
sono affettivamente valenza
2. Vari stimoli sensoriali possono accedervi
incondizionatamente
3. Può generare un'uscita motoria istintiva
4. Può modulare l'input sensoriale
5. Può modulare le attività cognitive
6. Può essere modulato da input cognitivi
7. Può sostenere la risposta emotiva dopo che gli eventi precipitanti sono passati
8. Interazione dei sistemi emotivi con i circuiti di autopresentazione (coscienza affettiva?)
Ha identificato sette sistemi affettivi principali (QUATTRO, ma probabilmente poi 3 sono stati aggiunti) nei
mammiferi
• RICERCA (SEEKING): forward locomotion, sniffing, investigating
• FEAR: freezing, fright, escape
• RAGE: attack, biting, fighting
• PANIC: agitation, distress vocalization
ALSO: LUST, PLAY, CARE
ognuno dei quali crede sia associato a un particolare tipo di emozione o motivazione.
Secondo Panksepp, questi sistemi affettivi sono innati, automatici e operano al di sotto del livello della
coscienza. Inoltre, sono comuni a tutti i mammiferi, suggerendo che hanno una base evolutiva comune. Questa
visione concorda con l'idea di un modulo emotivo in quanto sottolinea il ruolo dei sistemi cerebrali
specializzati e automatici nella generazione delle emozioni.
Panksepp ha sostenuto che i suoi sistemi affettivi non sono semplicemente moduli rigidi e preprogrammati, ma
piuttosto dinamici e capaci di interagire tra loro e con altre parti del cervello per produrre una gamma di
comportamenti ed esperienze emotive. In questo senso, la sua teoria riconosce sia l'innatezza e l'automatismo
dei moduli emotivi, ma anche la loro capacità di adattarsi e rispondere all'ambiente.
Una disfunzione in uno o più di questi sistemi emotivi può portare a disturbi emotivi e psichiatrici. Ad
esempio, un malfunzionamento del sistema della paura può portare a disturbi d'ansia, mentre un problema
con il sistema del piacere può contribuire alla depressione.
Basic Theorists
Appraisal theorists
LEZIONE 3: MODELLI DELLE EMOZIONI
What is an emotion?
• James (1884): “What is an emotion?”
• Fehr and Russell (1984): “Everyone knows what an emotion is, until asked to give a definition. Then, it
seems, no one knows”
• Le neuroscienze affettive offrono modelli biologicamente plausibili
What is an emotion?
Kleinginna e Kleinginna (1981) hanno esaminato quasi 100 definizioni di emozione e le hanno classificate in 10
elenchi che enfatizzavano vari aspetti dell'emozione:
(1) affective definitions (arousal and/or hedonic value);
(2) cognitive definitions (appraisal and/or labeling processes);
(3) external stimuli definitions (external emotion- generating stimuli);
(4) physiological definitions (internal physical mechanisms of emotion);
(5) expressive behavior definitions (externally observable emotional responses);
(6) disruptive definitions (disorganizing or dysfunctional effects of emotion);
(7) adaptive definitions (organizing or functional effects of emotion);
(8) multi- aspect definitions (several interrelated components of emotion);
(9) restrictive definitions (distinguishing emotion from other psychological processes);
(10)motivational definitions (relationship between emotion and motivation).
Due definizioni (parziali) (le migliori teorie attuali)
- LeDoux, 1994: A mio parere, le emozioni sono stati di consapevolezza affettivamente carichi e
soggettivamente sperimentati". → sappiamo che la consapevolezza non è un fattore critico
- Damasio, 1998: "Emozione ... un insieme di risposte innescate da parti del cervello al corpo (lui
parla di marcatore somatico delle emozioni), e da parti del cervello ad altre parti del cervello,
utilizzando sia vie neurali che umorali ... il termine sentimento (feeling) dovrebbe essere usato per
descrivere il complesso stato mentale che risulta dallo stato emotivo".
Il termine “emozione” è spesso considerato in un quadro che include fenomeni affettivi come:
• mood
• motivation
• drive
• desire
• preference
• attitude
• valenced reaction
• passion
• sentiment
• affect
• core affect
• arousal
• affective style
L’umore è tuttavia qualcosa di più duraturo nel tempo.
Tassonomie delle Emozioni:
Nessuna tassonomia completa delle emozioni ha raggiunto il consenso→ categorici o dimensionali?
MODELLI CATEGORIALI: Teoria delle emozioni di base
• Ekman (1999): “There must be unique physiological patterns for each emotion, and these CNS patterns
should be specific to these emotions not found in other mental activity.” Ha identificato sei emozioni di
base: felicità, tristezza, paura, sorpresa, disgusto e rabbia.
• Tipicamente considerate come innate, facile (o automatiche), categorico e immediato (vedi Russell,
Bachorowski e Fernandez-Dols, 2003).
• I teorici differiscono sul numero di emozioni di base
MODELLI CATEGORIALI: Emozioni di base
Sulla base di tre postulati (vedi Ekman, 1992):
1) ci sono un certo numero di emozioni separate che differiscono
l'una dall'altra in modi importanti
2) l'evoluzione ha svolto un ruolo importante nel plasmare sia le
caratteristiche uniche e comuni che queste emozioni mostrano sia
la loro funzione attuale
3) le emozioni non di base sono costituite da miscele di emozioni di
base
Plutchik proposed that there are eight basic emotions
Plutchik ha visualizzato queste emozioni
su una ruota per mostrare le relazioni tra
di esse. Ha anche proposto che queste
emozioni di base possono combinarsi in
vari modi per formare emozioni
secondarie più complesse. Per esempio,
l'attesa e la gioia possono combinarsi per
creare l'ottimismo.
Inoltre, il modello di Plutchik prevede
diverse intensità di ciascuna emozione.
Per esempio, un sentimento di fiducia
può intensificarsi fino a diventare
ammirazione e, al massimo della sua
intensità, adorazione. Al contrario, può diminuire d'intensità passando dalla fiducia all'accettazione e, al suo
minimo, diventare apprensione.
Evidenze dei modelli categoriali
1) Gli umani classificano le espressioni facciali correttamente e facilmente in emozioni di base (Ekman e
Izard, 1994)
2) Espressioni facciali correttamente classificate tra le culture (Elfenbein & Ambady, 2002).
3) Vocalizzazioni di emozioni correttamente classificate tra culture (Juslin & Laukka, 2003)
4) Classificazione al di sopra del rischio delle espressioni corporee delle emozioni (Atkinson, Dittrich,
Gemmell, & Young, 2004; de Gelder, 2006).
5) Esperimenti di neuroimaging e meta-analisi hanno ulteriormente supportato la nozione di sistemi
cerebrali dedicati per le emozioni di base.
Se è vero questo modello categoriale possiamo cercare i pattern neurali. Quindi l’ipotesi è che le varie
emozioni devono essere associati a pattern neurali.
Ad esempio, la ricerca ha dimostrato che quando si verifica un evento spaventoso, l'amigdala si attiva,
innescando una serie di risposte biologiche che preparano l'individuo a combattere o a fuggire, ovvero la
risposta di "lotta o fuga". Questo può includere l'aumento della frequenza cardiaca, l'aumento del flusso
sanguigno ai muscoli, la dilatazione delle pupille e altre risposte che aiutano l'individuo a rispondere alla
minaccia.
La predizione neurale in questo contesto implica modelli fisiologici coerenti e discriminanti dell'attività
cerebrale o di una struttura dedicata che si correlano con specifiche emozioni. Quindi, per esempio, se E1
rappresenta la paura, si potrebbe prevedere un certo modello di attività neurale NP1 (come l'attivazione
dell'amigdala). Se E2 rappresenta la gioia, si potrebbe prevedere un diverso
modello di attività neurale NP2.
Meta-analisi di studi fMRI (Vytal e Haman, 2010) e Meta-analisi di PET-fMRI
(Murphy et al., 2003)
Qui hanno visto che c’è un’associazione forte tra specifiche emozioni e
specifiche aree (maggiore attività). Quindi qui sembra confermare il modello
categoriale.
(1) Paura: associata all'attività dell'amigdala. Modulazione della risposta
alla paura e all'ansia.
(2) Disgusto: associato all'attività
dell'insula, del globus pallidus e VPFC.
L'insula è coinvolta nella
consapevolezza interoceptiva, nel
processamento delle emozioni e nella
percezione del disgusto. Il globus
pallidus è una parte dei gangli della
base, coinvolti in una varietà di
funzioni, compresa la regolazione del
movimento.
(3) Rabbia: associata all'attività del
corteccia orbitofrontale (OFC). Questa
regione del cervello è coinvolta nella
decisione emotiva.
(4) Tristezza: associata all'attività della corteccia prefrontale mediale (MPFC). Questa area è coinvolta nella
regolazione delle emozioni e nella riflessione sulle proprie emozioni.
(5) Felicità: associata all'attività della parte rostrale della corteccia cingolata anteriore (rACC). Questa
regione del cervello è coinvolta nella regolazione delle emozioni e nel processamento delle
ricompense.
Nella seconda metanalisi è emerso che felicità e
tristezza codificate nella stessa area.
Evidenze neuropsicologiche, alcune doppie dissociazioni
Le evidenze neuropsicologiche, incluse le doppie dissociazioni, sono state fondamentali per comprendere le
relazioni tra specifiche strutture cerebrali e le emozioni. Le doppie dissociazioni si verificano quando un
paziente con una lesione in una specifica regione cerebrale mostra un deficit in un compito ma non in un altro,
mentre un altro paziente con una lesione in un'altra area mostra il modello opposto di deficit e competenze
preservate.
Esempio: ai pazienti con danni bilaterali all'amigdala che mostrano deficit nella paura. Questo è un punto di
vista noto nella letteratura scientifica. Ad esempio, S.M., una donna con danni bilaterali all'amigdala, è stata
descritta come incapace di riconoscere o provare paura in risposta a vari stimoli che tipicamente inducono
paura.
La Malattia di Huntington è un altro esempio. È una malattia neurodegenerativa ereditaria caratterizzata da
problemi di coordinazione, movimento involontario (corea), e problemi cognitivi e comportamentali. Può
comportare alterazioni dell'emozione e del comportamento, probabilmente a causa dei danni ai gangli della
base, strutture che svolgono un ruolo importante nella regolazione del movimento e delle emozioni.
Gli studi neuropsicologici utilizzano spesso una varietà di stimoli e paradigmi per valutare le risposte emotive,
tra cui immagini di volti emotivi, suoni emotivi, tecniche di condizionamento e tecniche immaginative.
MODELLI DIMENSIONALI
I modelli dimensionali delle emozioni suggeriscono che le emozioni non
sono fenomeni distinti e categorizzabili, ma piuttosto emergono da una
combinazione di dimensioni fondamentali come l'eccitazione (arousal)
e la valenza (positiva o negativa) piu meccanismi di valutazione
cognitiva (Es. Gable, Lang, Feldman…).. Questi modelli suggeriscono che
le emozioni si trovano lungo queste dimensioni continuative piuttosto
che in categorie separate.
Un modo comune di rappresentare questi modelli è attraverso una
sorta di grafico a due dimensioni, dove un asse rappresenta la valenza (da
negativo a positivo) e l'altro rappresenta l'arousal (da basso a alto). Questo
crea uno "spazio affettivo" in cui le diverse emozioni possono essere
posizionate in base alle loro caratteristiche di arousal e valenza.
Il modello circomplesso delle emozioni è stato proposto da James Russell.
Esso organizza le emozioni in una forma circolare lungo due dimensioni: la
valenza (che va da emozioni piacevoli a sgradevoli) e l'arousal (che va da
emozioni calmanti a eccitanti). Questo modello suggerisce che le emozioni
adiacenti nel cerchio sono simili tra loro e che ci sono relazioni graduali tra le
diverse emozioni.
Il modello di Edmund Rolls propone che le emozioni sono legate alla
presenza o all'assenza di rinforzi positivi e negativi. Questo modello
può essere rappresentato graficamente con quattro quadranti,
ognuno dei quali rappresenta una combinazione di rinforzo (positivo
o negativo) e di cambiamento nel rinforzo (presenza o assenza).
1. Quadrante in alto a destra: Qui, un rinforzo positivo viene
presentato. Questo porta a emozioni positive come la gioia o
il piacere.
2. Quadrante in basso a destra: In questo quadrante, un
rinforzo positivo viene rimosso. Questo può portare a emozioni negative come la tristezza o la
delusione.
3. Quadrante in alto a sinistra: In questo quadrante, un rinforzo negativo viene rimosso. Questo può
portare a emozioni positive, come il sollievo.
4. Quadrante in basso a sinistra: Infine, in questo quadrante un rinforzo negativo viene presentato.
Questo può portare a emozioni negative, come la paura o l'ansia.
Questo modello grafico sottolinea come le emozioni non siano entità separate e distinte, ma piuttosto risposte
a cambiamenti nel contesto di rinforzo dell'individuo.
Nel contesto della psicofisiologia, che utilizza strumenti come l'EEG e le misurazioni della conduttanza
cutanea per studiare i correlati fisiologici delle emozioni, i modelli dimensionali hanno avuto molto successo.
Ad esempio, l'EEG potrebbe non essere in grado di distinguere tra diverse categorie di emozioni, ma
potrebbe essere in grado di misurare livelli differenti di arousal.
Evidenze neuroscientifiche→ Visione dimensionale (Anderson, Gerdes, Nielen, Colibazzi, Sakaki…)
Le prove neuroscientifiche sull'approccio
dimensionale delle emozioni si basano sulla
valenza (se un'emozione è percepita come
positiva o negativa) e sull'arousal (l'intensità
dell'emozione). Secondo questo approccio,
specifiche aree del cervello rispondono alle
dimensioni dell'arousal e della valenza,
piuttosto che alle singole emozioni.
Per esempio, si è osservato che l'Amigdala è
coinvolta nelle risposte ad alto arousal,
indipendentemente dal fatto che l'emozione sia
positiva o negativa. Questo significa che l'Amigdala
si attiva sia quando sperimentiamo emozioni
intense come la paura (alto arousal, valenza
negativa), sia quando sperimentiamo emozioni
intense come l'eccitazione (alto arousal, valenza
positiva).
Per quanto riguarda la valenza, la Corteccia Orbitofrontale (OFC) sembra svolgere un ruolo chiave. La parte
mediale dell'OFC è associata a valenze positive, mentre la parte laterale è associata a valenze negative.
Tuttavia, alcuni studiosi sostengono che la mappatura di specifiche emozioni a specifiche aree del cervello sia
troppo semplificata. Proprio per questo è emersa la Prospettiva Network, che suggerisce che le emozioni
emergano da complesse interazioni tra diverse aree del cervello, piuttosto che da un singolo modulo cerebrale.
Questo approccio pone l'accento sulla connettività e l'interazione tra diverse regioni cerebrali nel generare le
nostre esperienze emotive.
Integrazione: Prospettiva Network
Mappatura 1 a 1 troppo semplicistica.
Una nuova prospettiva è quella di
Networks: quindi circuiti cerebrali di
varie regioni che cooperano→ Hamann,
2012
ALTRI MODELLI
1. Modello Pain vs Reward: Questo modello,
proposto da Lieberman ed Eisenberger, distingue
tra le reti neurali coinvolte nel dolore o “Pain
Network” (periaqueductal gray, corteccia cingolata
anteriore dorsale, talamo, insula, corteccia
somatosensoriale) e quelle coinvolte nella
ricompensa “Reward Network” (area
tegmentale ventrale, striato ventrale,
amigdala, corteccia prefrontale
ventromediale).
2. Modello Liking vs Wanting: Questo
modello, proposto da Berridge & Robinson,
distingue tra il sistema "Liking" (rete
hedonica, che coinvolge il nucleus
accumbens e il ventral pallidum) e il
sistema "Wanting" (rete della salienza
incentivante, che coinvolge la substantia
nigra/sistema dopaminergico).
3. Modello della asimmetria cerebrale:
Questa teoria, proposta da Ahern & Schwartz
e successivamente sviluppata da Davidson,
suggerisce che i due emisferi cerebrali
processano le emozioni in modo diverso.
Gli studi di Davidson suggeriscono un legame
tra l'attività cerebrale dell'emisfero sinistro
e le emozioni positive, e tra l'attività
dell'emisfero destro e le emozioni negative.
Davidson ha proposto che una maggiore
attività dell'emisfero destro rispetto a quello
sinistro può essere associata a un aumento
del rischio di depressione. Al contrario, una maggiore attività nell'emisfero sinistro potrebbe essere
associata a un aumento del rischio di disturbi
d'ansia.Davidson ha anche suggerito che l'asimmetria
frontale può cambiare nel tempo come risposta alla
terapia, il che suggerisce che potrebbe essere un potenziale
indicatore dell'efficacia del trattamento.
4. Modello Approccio vs Evitamento: Questo modello,
proposto da Davidson e Irwin, suggerisce che l'emisfero
sinistro del cervello facilita comportamenti appetitivi e
diretti verso un obiettivo, generando emozioni positive
(sistema di approccio), mentre l'emisfero destro facilita
comportamenti di ritiro correlati a emozioni negative
come paura o disgusto (sistema di evitamento).
Questi modelli offrono diverse prospettive sul legame tra emozioni e attività cerebrale, sottolineando la
complessità e la diversità dei meccanismi neurali coinvolti nelle nostre esperienze emotive.
Comparing (some other) models (we can say that the evidences say something else)
• L'ipotesi dell'emisfero destro (a) suggerisce che la
maggior parte del processamento delle emozioni avviene
nell'emisfero destro del cervello. Questa ipotesi è stata
supportata da alcuni studi, ma non è universalmente
accettata.
• L'ipotesi della valenza (b) sostiene che l'emisfero destro
del cervello processa le emozioni negative, mentre
l'emisfero sinistro processa le emozioni positive. Anche
questa teoria ha ricevuto supporto sperimentale, ma,
come l'ipotesi dell'emisfero destro, non è universalmente
accettata.
• L'ipotesi del "One-Network" (c) suggerisce che tutte le
emozioni potrebbero essere processate da un insieme di
regioni cerebrali che non sono specifiche per le categorie
emotive. In altre parole, le stesse regioni del cervello
potrebbero essere coinvolte nel processamento di molte
emozioni diverse.
• L'ipotesi localista (d) suggerisce che emozioni diverse corrispondono ad attivazioni in regioni distinte.
Questo significa che regioni specifiche del cervello
sarebbero responsabili per specifiche emozioni.
Definizione di emozione (questa volta meglio)
Una revisione dei recenti principali modelli di emozione indica che
esiste effettivamente un consenso su quattro criteri chiave. Le emozioni
sono fenomeni multicomponenti
1) Le emozioni sono fenomeni multicomponenti: Per esempio,
quando sperimentiamo paura, non proviamo solo un senso
interno di terrore, ma possiamo anche avere pensieri
preoccupati, espressioni facciali di paura, risposte fisiche come
l'aumento della frequenza cardiaca e comportamenti come la fuga.
2) le emozioni sono processi in due fasi: sollecitazione delle emozioni
e risposte emotive: Per esempio, vedendo un serpente potrebbe
innescare la paura (sollecitazione), seguita da risposte come
l'aumento della frequenza cardiaca, la sudorazione e il desiderio di
scappare (risposte emotive).
3) le emozioni hanno oggetti rilevanti (IMMAGINE AIACS): L'oggetto di
un'emozione potrebbe essere una persona, un evento, un'idea, o
qualsiasi cosa sia considerata importante o significativa per
l'individuo.
4) le emozioni hanno una breve durata: qualche minuto al massimo
STATISTICA DELL’APPRENDIMENTO
Lezioni 4 e 5 Specifiche emozioni
PAURA
• La paura è un'emozione a valenza negativa suscitata in risposta a una minaccia imminente che motiva
una reazione difensiva per proteggere l'organismo.
• La paura è tipicamente associata a uno specifico stimolo elicitante.
ANSIA
• L'ansia è uno stato di disagio per un esito distale nel tempo, potenzialmente negativo, incerto o
imprevedibile (Lake & LaBar, 2011)
• L'ansia dura più a lungo (anche idealmente all’infinito)
• Più orientata al futuro che al presente
• Ha uno stimolo che elicita o termina l’ansia meno definito (Lang, Davis e Ohman, 2000),
• Prepara funzionalmente l'organismo ad affrontare una possibile minaccia futura (McNaughton & Corr,
2004)
Molti pazienti credono che più pensino (rimugino) all’evento negativo (controllo), più credono che saranno in
grado di fronteggiare l’ansia. Infatti, se dici loro di lasciare stare di controllare, l’ansia si può sprigionare.
Rimugino → non porta alla soluzione. Ci si deve concentrare sulla soluzione. Il rimugino al futuro crea ansia.
Ruminazione → diretto verso il passato. Presente nella depressione.
Successo terapeutico → Attivazione emozione → Elaborazione delle emozioni
Lo schema therapy può essere utilizzato al fine di attivare le emozioni.
Ansia e stress sono distinte. Possiamo dire che lo stress è una sensazione di persistente difficoltà.
Paura e Ansia
• La paura può diventare ansia se i meccanismi di coping falliscono.
Tuttavia, la paura non sempre precede l’ansia.
Paura
• Paradigmi per studiare la PAURA
• Studi su animali non umani: attività di esposizione ai predatori.
Espongo il ratto al gatto (o una sua immagine).
• Studi sull'uomo: paradigmi di minaccia che utilizzano stimoli nocicettivi
(Condizionamento alla paura. es. scosse elettriche).
Ansia
• I paradigmi per elicitare l'ansia manipolano
l'imprevedibilità o l'incertezza di eventi avversi FUTURI-
POSSIBILI
o Paradigma Threat-of-shock: un segnale di "minaccia» anticipa che uno shock futuro potrebbe
verificarsi nell'immediato futuro
o Paradigma Clock shock: i partecipanti vedono un orologio che conta fino all'ora in cui è
probabile che uno stimolo spiacevole venga erogato (e.g scossa elettrica)
o Scream paradigm: per indurre ansia nel partecipante si può esporre a uno o più grida.
Paura e Ansia– Basi neurali
(1) Espressioni facciali presentate in modo subliminale di paura suscitano attività
nell'amigdala, nel pulvinar e nel collicolo superiore (Liddell et al., 2005; Morris,
Ohman, & Dolan, 1999).
(2) Stimolazione dell'amigdala e paura/ansia: La stimolazione dell'amigdala può
innescare un'ampia gamma di risposte associate alla paura e all'ansia. Queste
possono includere cambiamenti nell'attività autonomica (come l'aumento della
frequenza cardiaca), un aumento della reattività viscerale, allucinazioni percettive
e un forte senso di familiarità o déjà vu. Questi sintomi riflettono l'importante ruolo dell'amigdala nel
processare le informazioni emotive e nella generazione della risposta al pericolo.
(3) Paura e ansia nella neuropsicologia: La ricerca neuropsicologica ha fornito ulteriori prove del ruolo
dell'amigdala nella paura e nell'ansia. Ad esempio, Feinstein, Adolphs, Damasio e Tranel (2011) hanno
descritto una paziente (conosciuta come S.M.) che aveva danni bilaterali all'amigdala. Questa paziente
mostrava una riduzione dell'esperienza della paura, suggerendo che l'amigdala è fondamentale per il
normale funzionamento delle emozioni di paura.
(4) Paura e ansia nella neuroimmagine: Le tecniche di neuroimmagine come la risonanza magnetica
funzionale (fMRI) hanno permesso di esplorare in dettaglio le strutture cerebrali coinvolte nella paura e
nell'ansia. Nelle meta-analisi di studi di fMRI, l'amigdala è stata frequentemente associata alla paura
(Murphy, Nimmo-Smith, & Lawrence, 2003; Phan, Wager, Taylor, & Liberzon, 2002). Tuttavia, è
importante notare che ci sono interpretazioni alternative di questi risultati (ad esempio, Lindquist,
Wager, Kober, Bliss-Moreau, & Barrett, 2012).
ANSIA
• Il Bed Nucleus of the Stria Terminalis (BNST) è un'area
del cervello che fa parte del sistema limbico ed è
coinvolta nella regolazione delle risposte all'ansia e allo
stress. (DOMANDA ESAME)
• Mentre l'amigdala è spesso associata a risposte di paura
e ansia immediate e acute, il BNST sembra svolgere un
ruolo più significativo nelle risposte di ansia prolungate
o sostenute. Questo è consistente con il fatto che il
BNST è strettamente collegato ad altre aree del cervello
coinvolte nella regolazione dello stress e delle emozioni,
come l'ipotalamo e il sistema della noradrenalina del tronco cerebrale.
• Negli esseri umani, le differenze individuali nell'ansia predicono l'attivazione del BNST (durante ad es.
al paradigma della minaccia dello shock) (Somerville, Whalen e Kelley, 2010)→ le persone con livelli più
elevati di ansia tendono a mostrare una maggiore attivazione del BNST durante un paradigma di
minaccia dello shock.
RABBIA
La rabbia è un sentimento sgradevole, descritto usando parole come "infastidito", "arrabbiato" e "infuriato",
associato ad un atteggiamento di incolpare l’altro, e spesso motiva comportamenti di attacco. La clinica ci dice
che per non esperire la rabbia verso qualcosa (familiare, concetto etc) possa subentrare l’ansia.
Scopi:
1) Promuove l'autodifesa e la padronanza (mastery)
2) Regola i processi sociali e interpersonali
3) Organizza azioni mirate
4) Reazione al blocco degli obiettivi
Rabbia – Espressione facciale
I muscoli della fronte si muovono verso l'interno e verso il basso,
"creando un cipiglio e un'apparenza di presagio intorno agli occhi",
che sembrano fissi in uno sguardo duro. Le aperture del naso si
allargano. Le labbra sono aperte e tirate indietro in una forma
rettangolare, rivelando i denti serrati. Spesso il viso diventa rosso”
(Izard, 1977, p. 330).
Rabbia – Cause
• Berkowitz (1983) ha proposto che qualsiasi evento spiacevole (frustrazione, dolore, disagio o stress
sociale) provoca un affetto negativo e una motivazione a combattere (oltre che a fuggire)
• «Lotta o fuga», fight or flight
C’è un bias nella letteratura
Rabbia - ERP
Resting state frontal activity
1) ESPERIMENTI DI RABBIA DI TRATTO (Buss e Perry, 1992): disposizione costante o
caratteristica di personalità
a. Punteggi di rabbia correlati con una MAGGIORE attività FRONTALE
SINISTRA e una minore attività frontale destra (Harmon-Jones & Allen,
1998; Rybak et al., 2006)
2) ESPERIMENTO SULLA RABBIA DI STATO (Harmon-Jones & Sigelman, 2001):
condizione emotiva temporanea o transitoria
a. I partecipanti hanno scritto un saggio e poi hanno ricevuto un feedback da un'altra persona che
era offensivo o neutrale
b. I partecipanti che hanno ricevuto il feedback offensivo avevano una maggiore attività frontale
sinistra relativa
c. La rabbia auto-riferita e l'aggressività comportamentale erano correlate positivament
Replicato con il paradigma dell'ostracismo, il Cyberball (Peterson et al., 2011)→ riducendo la probabilità di
ricezione della palla si genera rabbia
Percezione ed esperienza della rabbia (domanda esame→ guardo lo studio)
Questo studio, condotto da Sorella, Grecucci e altri, utilizza la
meta-analisi per esaminare la sovrapposizione e la differenza
tra le attività neurali correlate alla percezione e all'esperienza
della rabbia.
Secondo lo studio, la percezione della rabbia (cioè, riconoscere
la rabbia negli altri) è stata associata ad attività nel giro
temporale superiore (STG), nel giro fusiforme destro,
nell'amigdala e nel giro frontale inferiore destro (IFG). Queste
aree sono generalmente coinvolte nel riconoscimento delle
emozioni, nell'elaborazione delle informazioni visive facciali e
nella regolazione delle risposte emotive.
D'altra parte, l'esperienza personale della rabbia (cioè, sentire
rabbia) è stata associata a attività nel vlPFC (corteccia
prefrontale ventrolaterale), nella corteccia orbitofrontale
laterale (lOFC) e nel giro frontale inferiore (IFG). Queste aree
sono generalmente coinvolte nella regolazione delle emozioni,
nella presa di decisioni emotive e nella formazione di intenzioni
di agire.
Inoltre, l'analisi delle congiunzioni ha rivelato un'attivazione
comune nel giro frontale inferiore destro (IFG) sia per la
percezione della rabbia che per l'esperienza della rabbia. Questo suggerisce che ci potrebbero essere
meccanismi neurali comuni coinvolti in entrambi i processi.
In sintesi, questo studio fornisce importanti intuizioni sui meccanismi neurali coinvolti nella rabbia e suggerisce
che sia la percezione che l'esperienza della rabbia possono condividere alcune basi neurali.
Differenze individuali della Rabbia di tratto e del controllo
della rabbia. Sorella, S.,… Grecucci, A. (2021). Structural and
functional brain networks of individual differences in trait
anger and anger control: An unsupervised machine learning
study
• La rabbia di tratto è associata a un particolare network
cerebrale strutturale. Questo significa che le persone
con elevati livelli di rabbia di tratto potrebbero avere
una configurazione specifica dei loro connettori
cerebrali che può contribuire a questa tendenza
emotiva.
• Il controllo della rabbia è associato al Default Mode Network (DMN). l DMN è una rete di
regioni cerebrali che sono tipicamente più attive quando una persona è in uno stato di riposo,
piuttosto che impegnata in attività orientate all'obiettivo. In questo contesto, l'associazione
tra il controllo della rabbia e il DMN potrebbe suggerire che una maggiore capacità di regolare
la rabbia può essere legata alla capacità di disconnettersi da uno stato di "prontezza alla
rabbia" e tornare a uno stato di riposo normale.
LEZIONE 5
DISGUSTO
• Darwin (1872): “something revolting, primarily in relation
to the sense of taste, as actually perceived or vividly
imagined; and secondarily to anything which causes a
similar feeling, through the sense of smell, touch of
eyesight”
• L'origine alimentare del disgusto è probabilmente legata
alla minimizzazione del rischio di consumare agenti
patogeni contenuti negli alimenti (Curtis, 2013).
• L'insula anteriore è la corteccia gustativa nei primati (Rolls,
1994)
DISGUSTO – Componenti ed espressione facciale
• Componente comportamentale:
distanziamento da qualche oggetto, evento o
situazione e può essere caratterizzato come un
rifiuto o un ritiro
• Componente fisiologica → firma fisiologica
specifica: nausea (Vrana, 2009; Kreibig, 2010)
DISGUSTO – Basi cerebrali
Tre aree
• Anterior insula: è stata collegata alla percezione di sensazioni corporali
disgustose, come nausea e amarezza
• Basal Ganglia: possono svolgere un ruolo nel mediare le risposte emotive e
comportamentali al disgusto.
• Past of the prefrontal cortex
Most of the study are based on patients (bias di metodo)→ usually, we don’t have specific damage.
DISGUSTO – Neuropsicologia
Uno studio su una paziente, NK, con danni sia all'insula anteriore che ai gangli
della base, ha mostrato un deficit selettivo nel riconoscimento e nell'esperienza
del disgusto. Inoltre, la malattia di Huntington, che causa degenerazione
dell'insula e dei gangli della base, è stata associata a deficit nel riconoscimento
del disgusto. → si sta cercando di trasformare il disgusto come un biomarker
DISGUSTO – Psicopatologia (forse domanda esame)
• Disturbo ossessivo-compulsivo (paura di contaminazione e lavaggio
compulsivo)
• Sangue-lesioni-fobia da iniezione
• Disfunzione sessuale: provare disgusto per il contatto fisico o per determinati aspetti del sesso, il che
può interferire con la sua capacità di funzionare sessualmente o di godere del sesso.
• Problemi alimentari. Ad esempio, pazienti anoressici possono provare disgusto per alcuni cibi
• (Olatunji and McKay, 2009)
Si stanno quindi sviluppando compiti cognitivi per individuare specifici disturbi. Esempio individuazione dello
sporco: al paziente ossessivo compulsivo fai un task per osservare lo sporco (provocazione del sintomo) o per
individuare lo sporco.
Biomarker riconosciuto solo per la ADHD
TRISTEZZA E DEPRESSIONE
TRISTEZZA: ragione evolutiva. “Sprona” l’individuo a recuperare un determinato status. Oppure posso usarla in
modo strumentale. L'emozione della tristezza è comunemente innescata da percezioni di perdita o sconfitta
(Beck & Alford, 2009; Ekman, 2007). Tristezza e memoria hanno una relazione importante. Ad esempio, lutto→
la persona può acquisire modi di fare del defunto
TRISTEZZA E DEPRESSIONE- Funzioni
• Può facilitare la riflessione
• Per rivalutazione gli obiettivi
• Motivare gli individui a cambiare le circostanze della loro vita in modi adattivi
• Può suscitare compassione e aiuto dagli altri (Nettle, 2004; Vingerhoets & Cornelius, 2001)
TRISTEZZA E DEPRESSIONE- Depressione
Si definisce episodio depressivo maggiore (MDE) la presenza di almeno cinque dei seguenti sintomi per un
minimo di 2 settimane:
(1) umore depresso;
(2) piacere o interesse diminuito (cioè
anedonia);
(3) cambiamento significativo nel peso o
nell'appetito;
(4) insonnia o ipersonnia;
(5) agitazione o ritardo psicomotorio;
(6) affaticamento o perdita di energia;
(7) sentimenti di inutilità o colpa eccessiva o
inappropriata;
(8) difficoltà a pensare, concentrarsi o
indecisione;
(9) pensieri ricorrenti di morte, o ideazione o
azioni suicidarie
TRISTEZZA E DEPRESSIONE- Funzione adattiva della depressione? (secondo alcuni non Gregucci)
• aiuta a promuovere la conservazione dell'energia e delle risorse, in particolare riducendo gli
investimenti improduttivi in obiettivi irrealistici (es., Engel, 1980; Nesse, 2000);
• facilita l'analisi sostenuta del/i problema/i precipitante/i (ipotesi di ruminazione analitica; Andrews &
Thomson, 2009) o aiuta nell'analisi di problemi sociali complessi (ipotesi di navigazione sociale;
Watson & Andrews, 2002);
• riduce il rischio di perdite sociali ed esclusione (ipotesi del rischio sociale; Allen & Badcock, 2003); →
per una depressione lieve può anche essere, ma non per una grave
• segnala la sottomissione di fronte a una perdita di status e facilita la de-escalation del conflitto (ipotesi
della concorrenza sociale; Price, Sloman, Gardner, Gilbert e Rohde, 1994);
• è associato a una serie di risposte immunologiche e comportamentali che riducono la vulnerabilità
del sistema immunitario e il rischio di infezione (Anders, Tanaka e Kinney, 2013)
TRISTEZZA E DEPRESSIONE- Attenzione: Anche qui si stanno cercando dei biases nei confronti di stimoli
depressivi.
Paradigmi usati:
• dot-probe task
• Emotional Stroop task
• Eye-tracking paradigms
HANDBOOK OF AFFECTIVE (NEURO)SCIENCE →
LIBRO DA AVERE
TRISTEZZA E DEPRESSIONE
1) Dot-probe task:
• Coppie di stimoli (parole o volti) vengono presentate
contemporaneamente.
• Uno degli stimoli è neutro, mentre l'altro è emotivo (ad esempio, triste).
• Un cue sostituisce uno degli stimoli precedenti. Ai partecipanti viene chiesto di indicare la posizione
spaziale del cue premendo un pulsante.
• Risultati: latenza più breve nell'identificazione del cue che
sostituisce gli stimoli depressivi
Mood congruent memory: sperimentalmente si è visto che se il
paziente ha uno stato depresso triste ha una maggiore facilità a
richiamare stimoli tristi.
Anche per i pazienti con disturbo di personalità vale questo
principio.
2) Emotional Stroop task
Ai partecipanti viene chiesto di nominare, il più rapidamente
possibile, il colore dell'inchiostro delle parole presentate ignorando
il significato affettivamente carico delle parole (ad esempio,
"triste", "giù", "indegno", "senza speranza").
Risultati: gli individui depressi evidenziano una maggiore latenza
di risposta alle parole depressivi
3) Eye-tracking experiment
TRISTEZZA E DEPRESSIONE- - Memory
Memory recall task:
➔ Gli individui non depressi mostrano un bias di memoria per gli stimoli positivi (ad esempio, parole con
valenza affettiva), rispetto agli stimoli negativi (o neutri).
➔ Al contrario, gli individui depressi mostrano tipicamente un bias di richiamo per informazioni con
valenza negativa (Bradley et al., 1995; Denny & Hunt, 1992).
➔ Nel compito di riconoscimento facciale, i depressi hanno mostrato una memoria migliorata per i volti
tristi rispetto ai volti neutri o felici (Ridout et al., 2003
Autobiographical task
• In un test di memoria autobiografica (AMT, Williams et al., 2007) gli individui depressi hanno maggiori
probabilità di ricordare episodi negativi rispetto ai controlli sani
LEZIONE 6 E 7: PRINCIPALI STRUTTURE CONVOLTE NELLE EMOZIONI
(Aumento di theta e diminuzione di beta.
Dal rapporto di queste due frequenze si
riesce a predire l’ADHD)
Domanda centrale delle neuroscienze
affettive
In che modo le emozioni e gli stati
d'animo sono incorporati nel cervello?
Le neuroscienze affettive utilizzano
neuroimaging funzionale, esperimenti
comportamentali, registrazioni
elettrofisiologiche, studi su lesioni animali
e umane ed esperimenti
comportamentali su animali e umani per cercare una risposta a questa domanda
Regioni principali
L’AMIGDALA
Sicuramente la struttura più studiata; associata alla paura. E’ ovviamente semplicistico dire come la l’amigdala
sia interamente dedicata alla paura. Studio recente di optogenetica (attivazione e disattivazione neuroni) →
sottoparti processano anche altre emozioni. Coinvolto in una vasta gamma di funzioni, che abbracciano
dimensioni sia negative che positive. Una struttura complessa con più di una dozzina di nuclei riccamente
interconnessi.
Tre maggiori suddivisioni:
1) Il gruppo basale: Questi nuclei sono coinvolti nell'elaborazione delle informazioni sensoriali e motorie
e nel controllo del comportamento.
2) Il gruppo laterale: Questi nuclei ricevono informazioni sensoriali e sono coinvolti nella formazione di
associazioni tra stimoli e ricompense o punizioni.
3) Il gruppo centrale: Questi nuclei sono coinvolti nel controllo delle risposte fisiche alle
emozioni, come il battito cardiaco e la pressione sanguigna.
Attivazione-arousal → Primi studi di stimolazione (Kaada 1951):
• (A) arresto rapido di tutte le novità in corso (ad es. leccare e camminare)
• (B-C) seguito da movimenti di orientamento (ad esempio, alzando la testa e guardando in
modo curioso)
Altri studi sulla stimolazione
• Desincronizzazione EEG (attivazione) (elettrodi del cuoio capelluto ed elettrodi
impiantati) (Ursin e Kaada 1960)
• SUGGERIMENTO: l'amigdala è coinvolta in un "Che cos'è?" (Pribram e McGuinness, 1975)
Amigdala come meccanismo di attenzione verso stimoli rilevanti
L'amigdala gioca un ruolo chiave nella direzione
dell'attenzione verso gli stimoli emotivamente rilevanti.
Questo è noto come "attenzione selettiva emotiva". Inoltre,
l'amigdala ha proiezioni diffuse sul mantello corticale, inclusa
la corteccia sensoriale. L’amigdala ha una serie di connessioni
• rilevamento
• ricerca
• interferenza: 'amigdala può interferire con la capacità
di concentrarsi su compiti non emotivi quando ci sono
stimoli emotivi presenti. Ad esempio, può essere più
difficile concentrarsi su un compito banale quando si è
ansiosi o spaventati.
• Mascheramento: di stimoli non emotivi, rendendo gli stimoli emotivi più prominenti nella nostra
consapevolezza.
• Blink attentivo: soprassalto ridotta o inibita a un secondo stimolo se questo segue da vicino un primo
stimolo. Questo fenomeno riflette come l'amigdala regola l'attenzione in risposta agli stimoli emotivi.
• (Pourtois, et al., 2012).
Attivazione lobo occipitale: l’amigdala back-project alle aree visive per aumentare l’acuità visiva (questo
meccanismo di back-project anche in altre aree)
Sistema di rilevamento della rilevanza
• Sander, Grafman e Zalla (2003): l’amigdala costituisce un "sistema evoluto" per il rilevamento della
pertinenza. La rilevanza, in questo contesto, non è limitata a minacce o a stimoli negativi, ma può
includere qualsiasi cosa che è particolarmente importante o significativa per l'individuo→ "Profilo
computazionale comune"
• Componente chiave di un gathering information system (Whalen 1998):raccoglie e interpreta
informazioni da varie fonti per informare la nostra risposta emotiva e comportamentale
Condizionamento alla paura (DOMANDA ESAME)
Il condizionamento alla paura è un tipo di apprendimento emotivo nel
quale un individuo apprende ad associare un evento neutro (noto come
stimolo condizionato, o CS) con un evento che provoca paura o ansia (noto
come stimolo incondizionato, o US). Ad esempio, se un suono di
campanello (CS) viene ripetutamente associato a uno shock elettrico
doloroso (US), l'individuo potrebbe iniziare a provare paura o ansia quando
sente il campanello, anche in assenza dello shock.
Il neuroscienziato Joseph LeDoux è uno dei principali ricercatori in questo
campo e ha studiato ampiamente il ruolo dell'amigdala nel
condizionamento della paura. Le sue ricerche hanno mostrato che
l'associazione tra CS e US viene formata nel nucleo laterale dell'amigdala
(La). Da lì, il segnale viene trasmesso al nucleo centrale dell'amigdala (Ce),
che è coinvolto nel generare risposte difensive, come la risposta di
"freezing" (immobilità).
LeDoux e i suoi colleghi hanno anche dimostrato che se la connessione tra
l'amigdala e altre aree del cervello coinvolte nelle risposte di paura, come
la zona periaqueductale grigia (PAG), viene interrotta, l'individuo non
mostra più una risposta di freezing in risposta al CS. Questo suggerisce che
l'amigdala e la PAG svolgono un ruolo cruciale nel mediare la risposta
comportamentale al condizionamento della paura.
Visione moderna (LeDoux, 2016)
L'amigdala è principalmente coinvolta nel rilevamento e
nel rispondere a minacce immediate, un processo che
spesso associamo alla "paura". Quando l'amigdala rileva
una minaccia, può innescare una serie di risposte
fisiologiche, come l'aumento della frequenza cardiaca e
della pressione sanguigna, che preparano il corpo a
reagire alla minaccia.
D'altra parte, LeDoux suggerisce che l'ansia - che è più
spesso associata a preoccupazioni o apprensioni per
minacce future o incerte - è principalmente mediata dal
Bed Nucleus of the Stria Terminalis (BNST). Il BNST è una
struttura del cervello coinvolta nella modulazione del comportamento in risposta a stress cronico o prolungato.
Studi sugli umani
Paziente SM
Method:
• Danno bilaterale dell’amigdala (sindrome di Urbach-Wiethe)
• Paradigma: facial expressions emotion recognition
• Indici: era generalmente capace di riconoscere altre espressioni
emotive, come felicità o tristezza, aveva una particolare
difficoltà nel riconoscere l'espressione di paura nei volti.
Gregucci→ studio paziente con danno bilaterale. Hp che amigdala
è coinvolta nella vergogna
INSULA
La corteccia insulare umana forma un lobo cerebrale distinto, ma
interamente nascosto, situato nella profondità della fessura
silviana
Afferenze: talamo dorsale; Regioni cortcali sensoriali; Reciprocamente connessa con l'amigdala e con diverse
aree limbiche (CC) e associa1ve cor1cali
Efferenze: corteccia premotoria; striato centrale; talamo; amigdala
L’insula per codificare il disgusto ha accesso prioritario alle aree sensoriali
Lesioni dell’insula e disgusto
• Base cerebrale del disgusto (Calder et al.
2001; Calder 2003)
• Evidenze neuropsicologiche 1: lesione
dell’Insula anteriore ((non corea di
Huntington)) (e dei gangli della base) ha
alterato la percezione del disgusto nel
viso e nella voce (Adolphs et al. 2003),
prodotti del corpo, violazione
dell'involucro e animali disgustosi
(Calder et al. 2000); coinvolto in aspetti
di empatia per il dolore.
Neurodegenrazione dell’insula e disgusto
• Evidenze neuropsicologiche 2: individui con malattia di Huntington (insula e gangli della base) alterati
nel disgusto per:
• Stimoli odori disgustosi (Mitchell et al. 2005)
• Espressioni facciali di disgusto (es. Kipps et al. 2007)
Insula anteriore, disgusto e fMRI
Stimolazione→ produce sensazioni viscerali coerenti con (ma
non limitate a) l'esperienza di disgusto
Insula anteriore ed empatia
A: Empatia per tutte e tre le emozioni esaminate (dolore,
negativo, positivo)
B: Solo per il dolore
C: Solo per emozioni negative
D: Solo per emozioni positive
Sottolinea l'importanza dell'insula anteriore nel facilitare la
nostra capacità di collegarci con gli stati emotivi degli altri, che è
fondamentale per il comportamento sociale e il benessere
emotivo.
Un’altra hp: insula più attiva quando consapevoli del disgusto
Insula e dipendenza patologica 2007 da Naqvi et al
Ruolo sorprendente dell'insula nel mantenimento dell'addizione alla nicotina. Questo studio ha scoperto che i
fumatori che hanno subito danni all'insula a causa di un ictus hanno mostrato una notevole riduzione della
dipendenza dalle sigarette e, in alcuni casi, hanno smesso di fumare facilmente e senza ricadute.
Dopo un danno all’insula, pazienti non avevano più dipendenza al
fumo di sigaretta.
Insula e psicopatologia
L'iperattivazione è uno dei risultati di neuroimaging più comuni in
diversi disturbi d'ansia e durante il condizionamento alla paura
(domanda esame)
Sicuramente coinvolta disturbo post traumatico, fobie specifiche,
disturbi d’ansia, fobie specifiche e condizionamento alla paura
CORTECCIA PREFRONTALE
La corteccia prefrontale (PFC) è un'area del cervello estremamente complessa e importante che svolge un
ruolo cruciale nel comportamento umano, inclusi processi cognitivi come il pensiero, la pianificazione e la
regolazione delle emozioni. La corteccia prefrontale può essere suddivisa in diverse regioni che sono associate
a funzioni specifiche:
1. Corteccia Prefrontale Dorsale: Spesso associata al controllo cognitivo "freddo". Questa regione è
coinvolta in funzioni come l'attenzione sostenuta, la pianificazione, la decisione, la modulazione del
comportamento basata su regole e obiettivi e la risoluzione dei problemi. In linea con le idee di Luria
(1966) e Stuss e Knight (2002), è considerata una regione critica per processi cognitivi di ordine
superiore che aiutano a organizzare e guidare il comportamento in modi flessibili e adattivi.
2. Corteccia Prefrontale Medial-Ventrale: Questa regione è spesso associata all'elaborazione emotiva
"calda" e al comportamento motivato. È coinvolta nella valutazione delle ricompense, nella
regolazione delle emozioni e nella presa di decisioni in contesti sociali ed emotivi. Questa area può
anche contribuire alla comprensione delle emozioni e delle intenzioni degli altri, rendendola
importante per la navigazione delle interazioni sociali.
Inoltre, ci sono macro reti che sono attive nel cervello, inclusa la Corteccia Prefrontale:
1. Salience Network: Include l'insula anteriore e la corteccia cingolata anteriore. È coinvolta nel
rilevamento della salienza degli stimoli sia interni che esterni e contribuisce alla commutazione tra
differenti reti in risposta a stimoli rilevanti.
2. Default Mode Network (DMN): Include aree come la corteccia prefrontale mediale, la corteccia
cingolata posteriore e il precuneo. Questa rete è più attiva quando il cervello è a riposo e non è
coinvolto in compiti che richiedono attenzione verso l'esterno. È associato al pensiero interno, alla
riflessione su sé, alla simulazione mentale e, in alcuni casi, all'eccessivo pensiero (overthinking).
PFC – divisioni
PFC e psicopatologia
• Apatia: associata a lesioni estese nella regione mediofrontale.
• Depressione: coinvolge la parte anteriore polare della PFC.
• Euforia/Mania: legate alla corteccia orbitofrontale (OFC).
• Disinibizione del comportamento sociale: anche associata alla
corteccia orbitofrontale.
• Schizofrenia: coinvolge varie reti all'interno della PFC.
• Perseverazione: comportamento ripetitivo dovuto a disfunzione
nella PFC.
• Sindrome di Rett e ADHD: legati a anomalie nella PFC e nelle reti ad essa connesse.
PFC e personalità → Phineas Gage→ Il suo medico: "Non era più Gage"→ No deficit cognitivi e attentivi
PFC e Emotion-Cognition Push-Pull
La corteccia prefrontale (PFC) svolge un ruolo cruciale nel bilanciamento tra
emozioni e cognizione, in un meccanismo di push-pull:
• Durante i compiti cognitivi ("Cold" reasoning), si osserva una
diminuzione dell'attività nell'amigdala, nella corteccia
orbitofrontale, e nella PFC ventromediale, mentre queste stesse
regioni mostrano un aumento dell'attività durante i compiti emotivi.
• Al contrario, nei compiti emotivi ("Hot" reasoning) , si verifica una
diminuzione dell'attività nella PFC laterale-dorsale e un aumento dell'attività durante i compiti
cognitivi.
L'"Effetto Blank" descrive una situazione in cui un'iperattivazione emotiva può portare a una disattivazione
cognitiva. Questo suggerisce che in presenza di emozioni intense, può essere necessario regolare prima
l'aspetto emotivo per poter efficacemente indirizzare la componente cognitiva.
La "Cognitive Emotion Technique" di John Frederickson è un esempio di approccio che si concentra sulla
regolazione delle emozioni come parte integrante della terapia cognitiva.
REGOLAZIONE DELLA PAURA
Nel contesto della paura e della sua estinzione, la VMPFC ha un ruolo centrale:
• Nell'estinzione della paura, la VMPFC contribuisce alla formazione e conservazione di memorie che
permettono di sopprimere le risposte di paura in presenza di stimoli precedentemente associati alla
paura, ma che non sono più pericolosi.
• Nella regolazione della paura, la VMPFC aiuta a smorzare la risposta dell'amigdala (una regione chiave
nella generazione della risposta di paura) attraverso meccanismi inibitori diretti (gating inibitorio
diretto), contribuendo così al controllo delle reazioni di paura.
La corteccia Orbito-frontale (OFC)
Aspetto connettivo (comunque scarsamente informativa)
OFC se stimolata inibisce comportamento aggressivo: Spesso coinvolta nelle esplosioni di rabbia. La
stimolazione elettrica dell'OFC laterale (lOFC; nei gatti: Siegel et al. 1975) e dell'OFC mediale (mOFC; nei gatti:
Siegel et al. 1974; e nei ratti: de Bruin 1990) inibisce il comportamento aggressivo
OFC e rabbia
• I resoconti localizzazionisti collegano la corteccia orbitofrontale (OFC) ad ANGER (revisioni meta-
analitiche della letteratura sul neuroimaging, Murphy et al. 2003; Vytal & Hamann 2010)
• Gli studi che utilizzano l'elettroencefalografia (EEG) associano la rabbia con la corteccia prefrontale
(PFC)
OFC e vendetta: L'attività EEG nell'OFC sinistro degli esseri umani è associata ad una maggiore tendenza a
vendicarsi degli altri a seguito di un insulto (Harmon-Jones & Sigelman 2001).
Con le tecniche di stimolazione si possono andare a stimolare questa area (Tdcs tms)→ ridurre tendenze
rabbiose.
OFC e psicopatologia
• Psicopatia e disturbo antisociale (aumento dell'aggressività): modifiche strutturali (ad es. Raine et al.
2000) e funzionali (ad es. Glenn et al. 2009; Harenski et al. 2009) al mOFC (Yang & Raine 2009)
• Disturbo borderline di personalità (aumento dei comportamenti aggressivi): abbassata l'attività di
baseline lOFC (BA 47) (Goyer et al. 1994)
OFC e rewards
• L'OFC di Rolls (1994) è "coinvolta nell'apprendimento del valore emotivo e motivazionale degli
stimoli".
• Le regioni OFC lavorano insieme all'amigdala per apprendere e rappresentare le relazioni tra nuovi
stimoli (rinforzi secondari) e rinforzi primari come cibo, bevande e sesso.
• I neuroni nell'OFC possono rilevare cambiamenti o inversioni nel valore di ricompensa degli stimoli
appresi e modificare di conseguenza le loro risposte
LA CORTECCIA CINGOLATA (CC)
Quattro regioni con funzioni specifiche
Questa regione può essere suddivisa in quattro aree principali,
ognuna delle quali ha funzioni specifiche:
1. Anterior Cingulate Cortex (ACC):
1. Subgenual ACC: sadness/automatic projections Subgenual ACC: sadness/autonomic projectio
2. Pregenual ACC: happiness/pain
2. Mid-Cingulate Cortex (MCC): La Corteccia Cingolata Media
è associata alla cognizione e alla regolazione delle risposte
motorie, specialmente in contesti che richiedono attenzione
e azioni complesse. È anche implicata nella modulazione
della percezione del dolore.
3. Posterior Cingulate Cortex (PCC): La Corteccia Cingolata
Posteriore è coinvolta nella memoria e nella
rappresentazione dello spazio, ed è anche una
componente chiave del Default Mode Network, che è
attivo quando il cervello è a riposo e non impegnato in
attività dirette verso l'esterno.
4. Retrosplenial Cortex (RSP): La Corteccia Retrospleniale
fa parte della corteccia cingolata posteriore ed è
implicata nella navigazione spaziale, nella memoria e
nella rappresentazione visuo-spaziale. È anche coinvolta
nella formazione di ricordi a lungo termine e nella
connessione delle emozioni ai ricordi.
Stimolazione ACC
• Eccitazione e maggiore attenzione
• Attivazione in caso di anomalie ed errori
• Movimenti motori semplici
• Cambiamenti autonomi
• Cambiamenti emotivi come paura, angoscia, tristezza o euforia
• (Damasio & Van Hoesen, 1983; Devinsky & Luciano, 1993; Laitinen, 1979; Neafsey, Terreberry,
Hurley, Ruit, & Frysztak, 1993; Talairach et al., 1973)
sACC e Depressione
La depressione clinica è caratterizzata da cambiamenti strutturali e
funzionali nel sACC (vedi Gotlib & Hamilton, 2008, per una revisione)
sACC, Depressione e Stimolazione
Stimolazione elettrica (intracranica) del sACC allevia la depressione resistente al trattamento
1. Ridotta apatia
2. Sonno normalizzato
3. Riduzione sintomi motori (e.g., Mayberg et al. 2005).
TDCS preferita alla TMS per stimolare ACC (depression). Anche offline.
pACC lesioni
• Uno studio sull'uomo ha scoperto che le lesioni alla pACC (comprese le lesioni alla corteccia
prefrontale dorsomediale) producono ipersensibilità e una maggiore tendenza a piangere in occasione
di eventi tristi (Hornak et al. 2003).
• Forse la pACC regola la tristezza
LEZIONE 8: EEG ED EMOZIONI
Perché EEG?
Perchè ERP per le Neuroscienze affettive e cliniche?
• Le tecniche ERP possono offrire spunti unici sulla cronometria affettiva
• Cronometria affettiva: lo sviluppo delle risposte emotive nel tempo (Davidson, 1998, 2008; Rothbart &
Derryberry, 1981).
• Molti componenti ERP sono sensibili agli stimoli a valenza positiva e negativa rispetto agli stimoli
neutri.
Perchè ERP per le Neuroscienze affettive e cliniche?
Emozioni dal punto di vista della Psicofisiologia:
1) brevi risposte fisiologiche, esperienziali e comportamentali a stimoli interni ed esterni salienti (Gross &
Thompson, 2007).
2) l'emozione è radicata negli stati motivazionali e tale motivazione è governata da tre parametri primari:
valenza (+ vs -), intensità (la forza, velocità o vigore), direzione (verso o lontano da uno stimolo)
(Bradley, 2000; Davidson et al., 1990).
Visione discreta o dimensionale?
• Non è stato trovato alcun componente ERP che rifletta un'emozione specifica
• Gli ERP sono legati ad ampie dimensioni dell'emozione e della
motivazione
Contingent Negative Variation
Definizione: attività neurale potenziata in previsione di stimoli (emotivi)
Paradigma: un segnale neutro precede la presentazione di uno stimolo (emotivo)
successivo
Risultato: una coppia di onde lente ad andamento negativo agganciate nel tempo
al segnale noto come variazione negativa contingente (CNV; Brunia & Damen,
1988; Loveless & Sanford, 1974a, 1974b; Walter et al.,
La CNV precoce è associata all'elaborazione dello stimolo cue e appare massima
nei siti fronto-centrali La CVN tardiva associata alla risposta motoria e appare massima nei siti centro-
parietali (Loveless & Sanford, 1974a, 1974b; Brunia, 1988; Rohrbaugh & Gaillard, 1983)
The Stimulus-Preceding Negativity , SPN
• SPN (or late CNV without motor response): prezioso indice di valenza e di eccitazione
nell'anticipazione affettiva→ quando arriva uno stimolo emotivo (non neutro)
• SPN è più ampia per stimoli piacevoli e spiacevoli anticipati (EFFECT OF VALENCE) (Amrhein et al.,
2005; Poli et al., 2007; Takeuchi et al., 2005).
• Più ampia per stimuli che ci si aspetta essere forti (EFFECT OF AROUSAL) (Poli et al., 2007; Takeuchi et
al., 2005)
P1 N1 P2 (picchi a 100 and 200 ms dopo lo stimolo)
Componenti precoci visive sensibili al contenuto emotivo: P1, N1 and P2
P1, deflessione positiva a100 ms
• Maggiore elaborazione visiva precoce dei contenuti emotivi
• Più grande nei siti occipitali laterali
• Picchi tra 100 e 130 ms dopo l'insorgenza dell'immagine (Mueller et al., 2008; Muhlberger et al., 2009;
Olofsson & Polich, 2007).
• La modulazione della P1 da parte degli stimoli emotivi sembra suscitata in modo più affidabile per i
volti (Holmes et al., 2008; Mueller et al., 2008; Muhlberger et al., 2009) piuttosto che immagini IAPS
più complesse (Foti et al., 2009; Olofsson & Polich, 2007)
P1, deflessione positiva a100 ms (Foti et al., 2010)
Metodo: Visione passiva di facce neutre e spaventate (Canale Oz da 44
individui)
Risultati: più ampia P1 per facce spaventate
N1, deflessione negativa a 100 ms
• Maggiore elaborazione visiva precoce dei contenuti emotivi
• Deflessione negativa centro-parietale
• Picchi a circa 130 ms dopo l'inizio dello stimolo (Foti et al., 2009; Keil et al., 2001).
• Più grande sia per il piacevole che per lo sgradevole rispetto alle immagini neutre (Begleiter et al.,
1979; Carretié et al., 2007; Foti et al., 2009; Keil et al., 2001; Weinberg & Hajcak, 2010, 2011)
N1, deflessione negativa a 100 ms
N170/Vertex Positive Potential
N2/Early Posterior Negativity (EPN) (TIPICA DOMANDE ESAME→ CLASSICA WAVE STUDIATA IN
NEUROSCIENZE AFFETTIVE)
• Gli stimoli emotivi influenzano l'entità dell'N2
• LA N2 include la negatività precoce posteriore (EPN), tra 200 e 300 ms nei siti occipitali.
• Sensibile al contenuto emotivo e rappresenta una maggiore attenzione selettiva (Bradley et al., 2007;
Schupp et al., 2006a)
• L'EPN è stato associato a un aumento dell'elaborazione visiva degli stimoli emotivi rispetto agli stimoli
neutri in diversi compiti (ad es. De Cesarei & Codispoti, 2006; Foti et al., 2009; Junghöfer et al., 2001;
Schupp et al., 2003, 2006a ; Weinberg & Hajcak, in corso di stampa
N2/Early Posterior Negativity
P2
Potenziata per parole emotive (Kanske & Kotz, 2007; Kissler et al., 2006; Schapkin et al., 2000), espressioni
facciali (Eimer et al., 2003) e immagini emotive (Carretié et al., 2001, 2004; Delplanque et al., 2004; Olofsson &
Polich, 2007).
Picco a 180 ms dopo l'inizio dello stimolo (Carretié et al., 2004) e appare massimo nei siti anteriori e centrali
(Carretié et al., 2001, 2004; Luck & Hillyard, 1994).
P300 or P3 (ANCHE QUESTA STUDIATA MOLTO)
Una serie di positività sovrapposte che inizia a 300 ms (ad es. Foti & Hajcak, 2008; Foti et al., 2009; Hajcak et
al., 2010b; MacNamara & Hajcak, 2009; MacNamara et al., 2009) sia per stimoli piacevoli che spiacevoli, volti,
parole (Johnston et al., 1986; Palomba et al., 1997; Radilova, 1982).
Più IN PARTICOLARE Late Positive Potential (LPP, part of P300 waves)
• Un ERP centroparietale sulla linea mediana a 300 ms, più grande sia per stimoli piacevoli che spiacevoli
rispetto a immagini, parole e volti neutri (Cacioppo et al., 1993; Cuthbert et al., 2000; Schupp et al.,
2000, 2003, 2004b)
• Per misurare l'attenzione sostenuta a stimoli emotivi
• Aumentato per stimoli a rilevanza biologica (ad es. minaccia, mutilazione e immagini erotiche; Briggs &
Martin, 2009; Schupp et al., 2004a)
• Non sembra abituarsi (Codispoti et al., 2006a, 2007; Olofsson & Polich, 2007).
LATE POSITIVE POTENTIAL
Nello studio di Weinberg e Hajcak (2010), 64 partecipanti
hanno osservato immagini piacevoli, spiacevoli e neutre
mentre venivano registrate le loro risposte elettrocorticali. I
risultati hanno mostrato che la Late Positive Potential (LPP),
una componente dell'ERP, era più ampia in risposta alle
immagini emotive (sia piacevoli che spiacevoli) rispetto alle
immagini neutre, indicando una maggiore elaborazione
cognitiva ed emotiva per gli stimoli con contenuto emotivo.
EFFETTI SEMANTICI DELLA PR
Weinberg and Hajcak (2010) hanno condotto una ricerca sugli
effetti semantici della P3, una componente
dell'elettroencefalogramma (EEG) che è associata alla valutazione e
al processamento degli stimoli. Hanno scoperto che la P3 tende ad
essere più ampia in risposta a stimoli che sono emotivamente
significativi o che richiedono maggiore elaborazione cognitiva.
Questo suggerisce che la P3 può essere modulata sia dal valore
emotivo dello stimolo che dalla sua rilevanza semantica. Gli autori
hanno concluso che la P3 è sensibile al contenuto emotivo e
semantico degli stimoli e che può riflettere un processo di attribuzione di significato ed elaborazione delle
informazioni rilevanti.
Lezione 9 e 10 Regolazione emozionale
Emozione e regolazione
Possiamo modellizzare la risposta emotiva?
Noi sappiamo che abbiamo delle differenze individuali nella diversità di risposta delle emozioni. All’aumentare
dello stimolo aumenta la risposta emotiva. La clinica, tuttavia, ci insegna come il tipo di risposta che alcune
persone hanno ad alcuni stimoli può essere molto differente → l’emozione non può quindi essere una
relazione lineare (è una semplificazione)
Sappiamo che ci sono differenze individuali nella popolazione normale (stereotipia della risposta individuale,
Lacey e Lacey, 1970).
→ ci sono anche fattori temperramentali e di
apprendimento
La clinica ci insegna che c’è anche un fattore di
disregolazione δ
ye =f(xs, T, A, δ) → Analizziamo il fattore δ
• Stimoli sensoriali
generano risposte emotive maggiori
fino a raggiungere un plateu→
aumentando ancora lo stimolo non
aumenta la risposta
La patologia è caratterizzata da alterazioni di questa curva
La risposta emotiva dovrebbe partire a pochi
millisecondi dopo lo stimolo. Tuttavia, in
psicopatologia questo può avvenire prima (ansia)
oppure anche molto dopo
Emozioni e regolazioni
• Essa descrive un ampio numero di fenomeni che indichiamo col termine generico «disregolazione
emotiva»
• Per questo abbiamo bisogno di un campo di ricerca chiamato «Emotion regulation»
Studiamo quindi la regolazione delle emozioni
Ricerca di base in neuroscienze affettive→ Definizione: lo studio dei meccanismi psicologici e neurali
dell'elaborazione delle emozioni
Psicopatologia sperimentale
• Cercano di capire come la paura in pazienti devi dagli HC
• Definizione: lo studio del meccanismo alla base della psicopatologia
• Domanda: Esistono marker neurali di ogni condizione psicopatologica?
• (Etkin e Wager, 2007)
Outcome research in Psicoterapia
• Defizione: studio dell'efficacia della psicoterapia
• Domanda principale: La psicoterapia può modificare (normalizzare) il
funzionamento anomalo delle strutture neurali chiave?
• (Holzschneider e Mulert, 2011)
Process research
• Quale meccanismo?
• Babele di ipotesi → Meccanismi neuro cognitivi della psicoterapia (Grecucci, 2011;
2020)
Ogni psicoterapia va ad influire sulle emozioni disregolate
STORIA
• Aristotele sottolineava l'importanza di arrabbiarsi nel modo giusto, con la persona giusta, al momento
giusto e per lo scopo giusto.
• Marco Aurelio riteneva che il dolore derivasse non dalla situazione esterna, ma dalla valutazione della
persona.
• Shakespeare suggeriva che il pensiero rende le cose buone o cattive.
• Tolstoy credeva che la felicità dipendesse dalla percezione delle cose esterne.
• Freud, nel 1925, teorizzò sulla nevrosi come risultato di repressione e censura, collegandolo al ritorno
del represso → psiconevrosi
• Triangolo del conflitto (Malan) / Intensive Short Term Dynamic Psychotherapy, ISTDP (Davanloo)
• Anni '70: Lazarus introduce le strategie di coping, che possono essere concentrate sul problema o sulle
emozioni. Interesse all’efficacia delle strategie
• Anni '70/'80/'90: Si sviluppa la Terapia Cognitivo-Comportamentale, grazie a studiosi come Barlow,
Beck, Clark, Ellis e Wells.
• Anni '90: Gross sviluppa la psicologia della regolazione emozionale.
• Anni '90/2000: Vengono introdotte terapie come la Dialectical-Behavior Therapy (DBT) di Lineahan,
che riguarda la mancanza di buone strategie di regolazione emozionale, e la Acceptance &
Commitment Therapy (ACT) di Hayes, che riguarda l'evitamento vs il controllo.
• Anni '90/2000: Si sviluppa l'interesse per la mindfulness grazie a Kabat-Zinn e Segal.
• Anni 2000: Si sviluppano le neuroscienze della regolazione emozionale, con studiosi come Ochsner.
In ambito più cognitivo comportamentale uno dei concetti principali è la strategia di coping che può essere
conscia. La mente per gestire l’ansia utilizza strategie di coping. Strategie di Coping (Lazarus et al. 1974)
• Centrate sul problems
• Centrate sulle emozioni
• Efficiacia delle strategie
Terapia Cognitivo-Comportamentale (Barlow/Beck/Clark/Ellis/Wells…)
Storia (’90)
Psicologia della regulazione emozionale (Gross). Gross
è stato il primo a studiare empiricamente i
meccanismi di difesa/coping per la regolazione delle
emozioni.
Meccanismi psicologici della regolazione emozionale: gross (1998; 2002; 2007) una serie di processi
eterogenei che hanno lo scopo di alterare la dinamica delle emozioni (Thompson, 1990).
MODAL MODEL DELLA RE
Il "Modal Model" della regolazione emozionale di Gross (2007) descrive una sequenza di processi che si
verificano quando un individuo incontra un evento emotivamente significativo.
1. Selezione della Situazione: Questa strategia comporta prendere delle decisioni che possono prevenire
l’esposizione a determinati stimoli emozionali. Ad esempio, se qualcuno sa che parlare di un
argomento specifico con una persona lo renderà triste, può decidere di evitare quella conversazione. -
Evitamento→ Più evitiamo più l’ansia si può generalizzare anche ad altre situazioni.
2. Modifica della Situazione: Questo implica un cambiamento attivo nella situazione per alterare il suo
impatto emotivo. Ad esempio, cambiare argomento in una conversazione se si sta diventando troppo
emotivi.
3. Ridefinizione dell'Attenzione (Deployment of Attention): Questo implica cambiare il focus
dell’attenzione per influenzare le emozioni. Ad esempio, in una situazione stressante, concentrarsi su
aspetti positivi o distrarsi pensando a qualcosa di piacevole.
4. Rivalutazione Cognitiva: Simile alla ridefinizione dell'attenzione, ma più focalizzata sul cambiare il
modo in cui pensiamo a una situazione piuttosto che su dove focalizziamo l'attenzione. Ad esempio,
vedere un ostacolo come una sfida anziché un problema insormontabile.
5. Modulazione dell'Espressione Emotiva (Response Modulation): Questa strategia coinvolge
l’influenzare le manifestazioni emotive, come controllare l'espressione facciale o utilizzare tecniche di
rilassamento per calmare l'eccitazione
(GUARDO SOTTO PER ALTRO ESEMPIO)
Features of ER
La regolazione emozionale (ER) può essere caratterizzata da diverse funzioni e metodi. Le caratteristiche
principali includono:
1. Intrinseca vs Estrinseca:
• Intrinseca (intrapsychic): Questa si riferisce alla regolazione delle proprie emozioni attraverso
metodi interni, come il cambiamento dei propri pensieri o il controllo delle reazioni
fisiologiche.
• Estrinseca (interpersonal): Si riferisce alla regolazione delle emozioni attraverso l'interazione
con gli altri o l'ambiente, come cercare conforto da un amico o ascoltare musica rilassante.
2. Conscia vs Inconscia / Volontaria vs Involontaria:
• Conscia / Volontaria: In questo caso, un individuo è consapevole degli sforzi per regolare le
emozioni e lo fa intenzionalmente, ad esempio, prendendo profonde respirazioni per calmarsi.
• Inconscia / Involontaria: La regolazione emozionale può anche verificarsi automaticamente,
senza che la persona sia consapevole o intenzionale nei suoi sforzi. Ad esempio, potrebbe non
rendersi conto che sta evitando uno sguardo diretto in una situazione stressante.
3. Centrale vs Periferica:
• Centrale: Riguarda i cambiamenti a livello del sistema nervoso centrale, come la modifica dei
processi cognitivi o l'attivazione di specifiche aree cerebrali per regolare le emozioni.
• Periferica: Implica cambiamenti al di fuori del sistema nervoso centrale, come le modifiche
nella frequenza cardiaca o nella tensione muscolare, che possono essere usate per regolare le
emozioni.
Queste caratteristiche aiutano a definire e comprendere i diversi aspetti e approcci alla regolazione
emozionale, che può variare da persona a persona e da situazione a situazione.
1) Situation selection
Approcciare o evitare situazioni emotigene…
Esempio:
-Evitiamo una intervista di lavoro Strategia:
-Evitamento
2) Situation modification
Modifichiamo o alteriamo una situazione per ridurre l’impatto emotivo
Esempio:
Presentazione orale alla conferenza… leggiamo invece che farla a «braccio»
Strategia:
-Problem solving…
3) Attention deployment
Manipoliamo l’attenzione
Esempio: Sala parto
Strategie:
-Distrazione
-Rifocalizzazione
4) Cognitive change
Reinterpretiamo l’evento per ridurre l’impatto
Esempio:
Questa crisi economica mondiale non avrà un impatto su di me
Strategie:
- Distancing (distanziamento)
-Reappraisal
5) Modulation of response
Controlliamo l’espressione comportamentale, verbale, fisiologica delle emozioni
Esempio:
Controllare il battito durante
un attacco di panico
Strategie
-Repressione, Soppressione…
Labeling: aspetto di identificazione
delle emozioni. Individuare e
identificare le emozioni citandole ha
un effetto benefico → riconoscere le
emozioni
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  • 1. Neuroscienze affettive Lezioni 1 e 2: Fondazione, definizione e storia “Affective neuroscience is the study of the neural mechanisms of emotion. This interdisciplinary field combines neuroscience with the psychological study of personality, emotion, and mood (Panksepp, 1992)” Fondazione (1995) → affective neuroscience: the emerge of a discipline (J Davidson and K Sutton) “There are three themes to highlight: 1. First, as noted above, the critical need to dissect emotion into more elementary constituents. 2. Second, the important interaction between cortical and subcortical structures in the regulation of emotion. 3. Third, the preponderance of individual differences in emotional processes. “Considerable progress has been made over the past year in understanding the neural substrates of emotion. A number of observations have helped to parse emotion into separable constituents, such as perceptual and expressive components. From work at the animal level, we know that different sensory and contextual inputs are conveyed by separate pathways to the amygdala and that the output of the central nucleus of the amygdala projects to different brain stem regions that control diverse autonomic and behavioral manifestations of emotion. Research has also identified the prefrontal cortex as an important site for the inhibition of emotion, with lesions or naturally occurring decreases of activation in portions of the prefrontal cortex associated with failures to inhibit affect. This work also highlights the importance of cortical-subcortical interactions. The amygdala receives input from and projects to prefrontal and anterior temporal cortex. These interactions probably play an important role in the modulation of emotion by higher cortical processes and in the modulation of cognition by upstream influences from the amygdala and, possibly, other structures. The study of individual differences in specific parameters of emotion is increasing, with work at both the animal and human levels... Future research in affective neuroscience will benefit from the use of new neuroimaging modalities, such as functional magnetic resonance imaging (fMRI), which promises to provide better temporal and spatial resolution than is available with any of the older technologies… (Davidson & Sutton, 1995).” Cosa fa il neuroscienziato affettivo e clinico? 1. Ricerca di base: conduce esperimenti per studiare argomenti relativi alle emozioni 2. Ricerca applicativa: creazione di Biomarkers, predizione della risposta al trattamento terapeutico o farmacologico, etc.. (Vedi le esercitazioni) Storia: Claparède, uno psicologo svizzero, nel 1928 ha affermato che la psicologia dei processi affettivi è il capitolo più confuso in tutta la psicologia. Con questa affermazione, egli intendeva sottolineare quanto fosse complessa e poco compresa l'area dei processi affettivi - ossia le reazioni emotive e i sentimenti - nel contesto della ricerca psicologica. E' un riconoscimento del fatto che le emozioni, i
  • 2. sentimenti e gli affetti sono fenomeni molto complessi e multidimensionali, che non sono facilmente spiegabili attraverso i metodi tradizionali di studio della psicologia. Diniego delle emozioni in psicologia→ Fino a 30 anni fa, silenzio. • Problemi politici: la psicologia vuole essere una scienza, le emozioni sono troppo squilibrate • Problemi concettuali: cos'è un'emozione? • Problemi metodologici: come si può studiare le emozioni se intrinsecamente soggettive? ***Tim Shallice: "Qual è la rilevanza di studiare le emozioni?" (2005, comunicazione personale) Riscoperta delle emozioni • Egemonia del comportamentismo (1950-1975): - Skinner: Gli umani non hanno menti solo comportamenti • Rivoluzione cognitiva (1970-1990): - Sheppard: Gli umani hanno una mente! Il pensiero influenza il comportamento • Rivoluzione emotiva (1990 – e in corso): - Zajonc: Gli umani hanno emozioni! Le emozioni influiscono pensiero e comportamento. PIETRE MILIARI (GUARDO PRIMA PAGINA SUCCESSIVA)
  • 3.
  • 4. DARWIN (1872) • (uno dei) primi studi su come le persone riconoscono le emozioni nei volti • Nel 1872, Darwin pubblicò «L'espressione delle emozioni nell'uomo e negli animali», in cui sosteneva che tutti gli esseri umani (inclusi gli animali) mostrano emozioni attraverso comportamenti notevolmente simili. • le emozioni hanno avuto una storia evolutiva che potrebbe essere rintracciato attraverso culture e specie DARWIN E DUCHENNE • Duchenne credeva che i volti umani esprimessero almeno 60 emozioni discrete, ognuna delle quali dipendeva da un gruppo dedicato di muscoli facciali. • Metodo: Duchenne aveva stimolato la giusta combinazione di muscoli facciali con corrente elettrica • Charles Darwin, tuttavia, non era d'accordo con questa visione. Nella sua teoria delle emozioni, Darwin sostenne che le espressioni facciali delle emozioni sono universali tra le culture umane e hanno radici evolutive, piuttosto che dipendere da specifici gruppi muscolari dedicati per ciascuna emozione. • The Folio of photographic slides elaborated by Duchenne THE DARWIN EXPERIMENT • “Solo alcune delle diapositive di Duchenne sono emozioni umane universali” • Metodo: Per testare questa idea, ha scelto 11 diapositive di Duchenne, le ha disposte in ordine casuale e le ha presentate una alla volta a oltre 20 dei suoi ospiti • Risultato: gli ospiti hanno concordato su determinate emozioni (felicità, tristezza, paura e sorpresa) • Conclusioni: Le emozioni umane sono un numero limitato e vestigiali; le emozioni umane riflettono quelle degli animali e hanno simili funzioni (Sogghigno – rivelare i denti – minaccia di morso…) WILLIAM JAMES (1842-1910) La teoria di James, o teoria James-Lange delle emozioni, è una teoria fondamentale nella psicologia delle emozioni. La "folk psychology" si riferisce alla comprensione comune o intuitiva che le persone hanno della psicologia - in questo caso, l'idea comune che prima si prova un'emozione, e poi il nostro corpo reagisce. Tuttavia, William James proponeva una teoria contraria. Sostenne che i cambiamenti corporei seguono direttamente la percezione di un fatto eccitante, e che la nostra sensazione di tali cambiamenti man mano che si verificano è l'emozione stessa. In altre parole, secondo James, non si diventa tristi e poi si piange. Piuttosto, si percepisce un evento triste, il corpo inizia a piangere, e poi si prova la sensazione di tristezza. Questa è una deviazione significativa dalla comprensione tradizionale delle emozioni. • “Emotional experience is nothing but the conscious experience of bodily responses”
  • 5. CRITICHE: • presuppone che ogni emozione sia causata da specifiche reazioni fisiologiche. Questo implica che ogni emozione dovrebbe avere un corrispondente unico e identificabile nel corpo. Tuttavia, questo è problematico, dato che diverse emozioni possono causare risposte fisiologiche simili. Ad esempio, paura, sorpresa e rabbia attivano tutte il sistema simpatico, mentre la felicità e la tristezza attivano il sistema parasimpatico. Questo suggerisce che le risposte fisiologiche non sono così specifiche per ciascuna emozione come la teoria James-Lange suggerisce. • Le reazioni fisiologiche sono piuttosto lente. La teoria James-Lange suggerisce che le emozioni sono la risposta alla percezione delle reazioni del corpo, ma queste reazioni spesso richiedono del tempo per manifestarsi. Questo è in contrasto con l'esperienza comune di emozioni intense e immediate in risposta a certi eventi. Queste critiche hanno portato alla formulazione di altre teorie delle emozioni, come la teoria Cannon-Bard e la teoria dell'attivazione cognitiva. Teoria di CANNON-BARD (1931) La teoria di Cannon-Bard è una teoria delle emozioni formulata come risposta alle critiche alla teoria James-Lange. È stata sviluppata da Walter Cannon, un professore, e dal suo studente, Philip Bard. L'emozione e l'eccitazione del corpo avvengono simultaneamente, non l'una in risposta all'altra. Per esempio, alla vista di un serpente, si inizia a correre (eccitazione fisica) e si sperimenta la paura (emozione) contemporaneamente. Il processo si basa sull'idea che uno stimolo viene inviato al talamo, che poi invia messaggi simultanei al sistema limbico (per l'eccitazione fisica) e alla corteccia (per l'emozione). L'ipotalamo è coinvolto nella risposta emotiva agli stimoli, mentre la neocorteccia inibisce le risposte emotive. La teoria di Cannon-Bard suggerisce anche che: • la rimozione della corteccia cerebrale libererebbe il circuito ipotalamico dal controllo "dall'alto verso il basso", consentendo manifestazioni emotive incontrollate, come la sham rage, una reazione violenta senza un oggetto di rabbia appropriato, tipicamente osservata in animali sperimentali ai quali è stato rimosso il cervello superiore. • Lesione dell'ipotalamo: se l'ipotalamo (una piccola regione del cervello che ha un ruolo chiave nel controllo delle emozioni e delle motivazioni) è lesionato, non si osserva la rabbia. Questo suggerisce che l'ipotalamo è necessario per manifestare la rabbia. In conclusione, l'ipotalamo sembra essere responsabile delle reazioni emotive come la rabbia. Tuttavia, in condizioni normali, viene inibito dal telencefalo (la parte del cervello che include la corteccia), che regola le risposte emotive e impedisce comportamenti come la sham rage. A supporto gli esperimenti di Flynn nel 1960 riguardante la stimolazione dell'ipotalamo e il suo effetto sull'aggressività. Nel suo esperimento, Flynn ha scoperto che la stimolazione dell'ipotalamo laterale in particolare può provocare aggressività predatoria. L'ipotalamo laterale è una parte dell'ipotalamo che svolge molte funzioni, tra cui la regolazione dell'appetito e del comportamento alimentare.
  • 6. Tuttavia, è importante notare che la stimolazione diretta dell'ipotalamo in un contesto sperimentale non riflette necessariamente come l'ipotalamo funziona nel contesto della vita quotidiana o in risposta a stimoli naturali. CIRCUITO DI PAPEZ (1937) Coinvolto nella produzione e nell'elaborazione delle emozioni. La corteccia cingolata è indicata come integratrice dei flussi di pensiero e di sentimento, ossia coordina le informazioni cognitive (pensieri) e affettive (sentimenti) per creare un'esperienza emotiva completa e coerente. Il controllo corticale "top-down" delle risposte emotive è illustrato con il percorso che va dalla corteccia cingolata all'ippocampo e quindi all'ipotalamo. Questo suggerisce che le risposte emotive sono regolate a livello superiore (cioè corticalmente), e che queste informazioni vengono poi trasmesse a regioni più profonde del cervello (come l'ippocampo e l'ipotalamo) per l'elaborazione ulteriore e la produzione di risposte comportamentali ed emotive SINDROME DI KLUVER-BUCY (1937) La rimozione bilaterale dei lobi temporali nelle scimmie porta a un insieme caratteristico di comportamenti: • perdita di reattività emotiva; same degli oggetti con la bocca, • Ipersessualità; cambiamenti nella dieta anormali, inclusa la coprafagia • ruolo chiave nelle emozioni per le strutture del lobo temporale MacLean (1949) Il cervello uno e trino: abbiamo tre cervelli in uno! 1. Il cervello rettiliano "antico" (complesso striatale, gangli della base) emozioni di base come paura e aggressività 2. Il “vecchio” cervello dei mammiferi (talamo, ipotalamo, ippocampo, cingolo, amigdala, PFC) emozioni sociali e di affiliazione 3. Il "nuovo" cervello dei mammiferi (neocorteccia) interfaccia le emozioni con la cognizione ed esercita un controllo dall'alto verso il basso sulle risposte emotive MacLean sosteneva che queste strutture fossero principalmente coinvolte nel comportamento emotivo e che funzionassero in modo semi-indipendente dal resto del cervello, un concetto che ha avuto un impatto significativo sulla comprensione scientifica delle emozioni.
  • 7. CRITICHE: sia per motivi empirici che teorici. Alcuni studi hanno suggerito che le emozioni non sono prodotte da un singolo "sistema" di strutture cerebrali, ma piuttosto da reti più ampie e complesse che coinvolgono diverse parti del cervello. Inoltre, il modello di MacLean è stato criticato per la sua semplificazione eccessiva della complessa biologia delle emozioni. CRITICHE ALLE PRECEDENTI TEORIE E TEORIA DELLA VALUTAZIONE COGNITIVA Le teorie precedenti come la teoria di James-Lange, la teoria di Cannon-Bard e il sistema limbico di MacLean, tendono a concentrarsi principalmente sulle risposte fisiologiche alle emozioni. La critica principale è che queste teorie trascurano un aspetto cruciale: la nostra mente, o più precisamente, i processi cognitivi che contribuiscono alle nostre esperienze emotive. La teoria della valutazione cognitiva sostiene che le nostre emozioni sono il risultato della nostra valutazione (conscia o inconscia) di come uno stimolo (un oggetto, un evento o un pensiero) influisce sul nostro benessere. Secondo questa teoria, quando ci imbattiamo in uno stimolo, valutiamo come ciò influisce su di noi. Questa valutazione determina l'emozione che proviamo (paura, rabbia, felicità, ecc.) e le risposte fisiologiche e comportamentali che seguono. Il presupposto di base è che per manifestare un'emozione, è necessario prima "pensare" o valutare lo stimolo. In altre parole, i processi cognitivi giocano un ruolo cruciale nella formazione delle nostre emozioni. SCHACTER-SINGER MODELLO A DUE FATTORI Questo modello suggerisce che le emozioni si formano attraverso l'interazione di due componenti fondamentali: 1. L'eccitazione fisiologica, o arousal, si riferisce alle risposte corporee ad uno stimolo, come l'aumento del battito cardiaco, la sudorazione, o il flusso sanguigno. 2. L'etichettatura cognitiva si riferisce al processo di interpretare e dare un senso a queste risposte corporee. Questa interpretazione è influenzata dai nostri pensieri, dalle esperienze passate e dall'ambiente circostante. Secondo il modello a due fattori, l'emozione si forma quando si sperimenta una risposta fisica ad uno stimolo e successivamente si interpreta e si etichetta questa risposta in un contesto specifico. Ad esempio, un battito cardiaco accelerato potrebbe essere interpretato come paura se si è in una situazione spaventosa, o come eccitazione se si è in attesa di un evento positivo. In entrambi i casi, l'arousal fisiologico è lo stesso, ma l'emozione differisce a causa dell'etichettatura cognitiva. COGNITIVE REVOLUTION (1950) Questa rivoluzione considerava la cognizione come un aspetto critico delle emozioni (ad esempio, Arnold, 1960; Lazarus, 1966; Schachter e Singer, 1962). Meccanismi cognitivi alla base: 1) elicitazione delle emozioni (vale a dire, valutazione), 2) categorizzazione delle emozioni (cioè etichettatura)
  • 8. APPRAISAL THEORIES (1964) La slide introduce le teorie dell'Appraisal (Valutazione) delle emozioni, originate con i lavori di Arnold nel 1960 e Schachter nel 1964. Queste teorie sostengono che il processo cognitivo di valutazione di uno stimolo sia fondamentale per l'elicitazione delle emozioni. Molti dei processi cognitivi che avvengono durante la valutazione possono essere automatici o inconsci. Le teorie della valutazione sostengono che specifici modelli di valutazione portano a specifiche emozioni. Arnold (1960) ha coniato il termine valutazione: processo cognitivo coinvolto nell'elicitazione delle emozioni. Le teorie di valutazione dell'emozione hanno mantenuto l'idea di Schachter (1964) che la cognizione è un antecedente dell'emozione. Per esempio, valutare una situazione come minacciosa potrebbe elicitare paura, mentre valutare un risultato come un successo personale potrebbe elicitare orgoglio. Tuttavia, queste teorie hanno ricevuto critiche. In particolare, è stato messo in dubbio se esista realmente una corrispondenza uno a uno tra specifici modelli di valutazione e specifiche emozioni. Alcuni dei metodi utilizzati per testare queste teorie, come chiedere ai partecipanti di ricordare come hanno valutato un particolare evento emotivo o di immaginare quale emozione proverebbero in risposta a determinate valutazioni, sono stati criticati per la loro affidabilità e validità. ZAJONC (1980) Zajonc si oppose all'idea di Schachter (1964) secondo cui la cognizione è necessaria all'emozione: Affective and cognitive systems are largely independent, and affect is more powerful, and comes first” Zajonc suggeriva che "prima sentiamo, poi pensiamo", implicando che le emozioni possono emergere prima che siamo in grado di pensare cognitivamente a uno stimolo. Sostenne anche che le emozioni si sono sviluppate prima della cognizione nel corso dell'evoluzione e che la cognizione e la consapevolezza non sono necessariamente richieste per avere una risposta emotiva. Alcune emozioni, affermò, potrebbero addirittura "bypassare" la parte pensante del cervello. Sosteneva inoltre che le emozioni e la cognizione fossero lateralizzate nel cervello, con le emozioni prevalentemente elaborate nell'emisfero destro e la cognizione nell'emisfero sinistro. Da un punto di vista evolutivo, Zajonc sosteneva che l'affetto (l'emozione) precede il linguaggio e il pensiero sia filogeneticamente (nell'evoluzione delle specie) che ontogeneticamente (nello sviluppo dell'individuo). Questa idea è supportata dall'osservazione che le risposte emotive si trovano in organismi filogeneticamente inferiori e nei neonati, e che il sistema limbico si sviluppa prima della corteccia cerebrale nel cervello umano. Infine, Zajonc ha sostenuto che il priming affettivo (la tendenza a rispondere a uno stimolo sulla base di un'emozione precedentemente associata) può verificarsi anche quando le persone non sono consapevoli dello stimolo, del motivo per cui gli piace o non gli piace lo stimolo, quando sono impegnate in altri compiti impegnativi, quando hanno poco tempo per elaborare lo stimolo, o quando non hanno l'obiettivo di elaborare quello stimolo.
  • 9. LAZARUS (1980) Richard S. Lazarus, uno psicologo che ha contribuito in modo significativo alla comprensione delle emozioni e del loro ruolo nel comportamento umano. Lazarus si è contraddistinto per la sua attenzione al ruolo delle emozioni nell'esperienza umana, in un periodo in cui il comportamentismo, concentrato principalmente su motivi basilari come ricompensa e punizione, era dominante nel campo della psicologia. Nel suo libro "Passion and Reason: Making Sense of Our Emotions", Lazarus ha definito le emozioni secondo "temi relazionali fondamentali" o "valutazioni morali". Questo approccio enfatizza la comprensione delle emozioni come risposte a valutazioni o giudizi specifici riguardo alle circostanze della vita di un individuo. In altre parole, la teoria cognitiva mediata di Lazarus sostiene che le risposte emotive sono il risultato di un processo di valutazione cognitiva che avviene in risposta a uno stimolo. Secondo questa teoria, quando ci troviamo di fronte a uno stimolo (ad esempio, un cane che ringhia), effettuiamo una valutazione immediata di quello stimolo (il cane è pericoloso perché sta ringhiando e non è dietro un recinto). Questa valutazione cognitiva porta a una risposta emotiva (paura), che a sua volta provoca una risposta fisica appropriata (ad esempio, allontanarsi o cercare di scappare). In questo modello, la cognizione (l'atto di valutare la situazione) media tra lo stimolo e l'emozione. In altre parole, non rispondiamo direttamente allo stimolo con un'emozione; piuttosto, l'emozione emerge dalla nostra interpretazione cognitiva dello stimolo. Questo approccio sottolinea il ruolo attivo del pensiero nel determinare le nostre risposte emotive e fisiche agli eventi. Ecco come Lazarus descrive alcuni esempi di emozioni fondamentali: • Rabbia: risposta a un'offesa avvilente contro di me o i miei cari. • Paura: risposta all'affrontare un pericolo fisico immediato, concreto e travolgente. • Tristezza: risposta all'aver sperimentato una perdita irrevocabile. • Disgusto: risposta all'accettare o essere troppo vicini a un oggetto o un'idea repulsiva. • Felicità: risposta al fare progressi ragionevoli verso la realizzazione di un obiettivo. In questo modo, Lazarus ha proposto un modo di vedere le emozioni che mette in rilievo il loro significato e il loro ruolo nella nostra vita quotidiana e nelle nostre relazioni con gli altri. La Cognitive Mediational Theory ha molto influenzato la terapia cognitiva comportamentale. La terapia cognitivo-comportamentale è senza dubbio efficace, ma molti psicoterapeuti riconoscono il limite nell’asserire
  • 10. RIASSUNTO PRINCIPALI TEORIE SULLE EMOZIONI PAUL EKMAN (1934) Studi sulle emozioni e le espressioni facciali. Ekman ha sviluppato un "atlante delle emozioni", che cerca di descrivere e categorizzare le diverse emozioni umane e si è guadagnato la reputazione di "la migliore macchina della verità umana al mondo” (The Nature of Emotion: Fundamental Questions (with R. Davidson, Oxford University Press, 1994) Ha anche creato il Test of Emotion Recognition e le Pictures of Facial Affect (POFA), che includono 110 immagini in bianco e nero di attori caucasici che mostrano le sei emozioni universali (gioia, tristezza, paura, rabbia, disgusto, sorpresa) oltre a espressioni neutre. Questi strumenti sono stati usati per studiare la capacità degli individui di riconoscere le emozioni in base alle espressioni facciali. Inoltre, Ekman e Friesen hanno sviluppato il Facial Action Coding System (FACS) nel 1978. Questo è un sistema anatomicamente basato per descrivere tutti i movimenti del viso visibili. Ogni componente visibile del movimento del viso è chiamato "unità di azione" o AU. Questo sistema è usato per analizzare le espressioni facciali e per comprendere come i movimenti specifici del viso sono collegati a specifiche emozioni.
  • 11. LEDOUX Joseph E. LeDoux (1949-) è un neuroscienziato americano la cui ricerca si concentra principalemnte sulle basi biologiche delle emozioni e della memoria, in particolare sui meccanismi cerebrali legati alla paura e all’ansia. • “THE EMOTIONAL BRAIN” (Leggo è un classico) LeDoux ha identificato due percorsi nel cervello per la risposta alla paura, spesso chiamati "low road" e "high road". 1. La "low road" è un percorso diretto, rapido, dal talamo all'amigdala, permettendo una reazione istintiva e immediata al pericolo. 2. La "high road", invece, passa attraverso la corteccia sensoriale e consente un'elaborazione più dettagliata dell'informazione, contribuendo alla risposta emotiva consapevole. Il condizionamento pavloviano e la teoria delle due vie di LeDoux sono entrambi fondamentali per comprendere come le risposte di paura e ansia si sviluppano e vengono processate nel cervello. Nel condizionamento pavloviano, uno stimolo neutro viene associato a uno stimolo che provoca una risposta emotiva, come la paura. Dopo ripetute associazioni, lo stimolo neutro può provocare la risposta di paura da solo. Questo processo avviene nel cervello, e qui entra in gioco la teoria delle due vie di LeDoux. La "low road" è una via di trasmissione veloce che permette una risposta di paura quasi immediata, ma non molto precisa. Può essere pensata come la via che il cervello utilizza per rispondere allo stimolo condizionato nel condizionamento pavloviano: anche se lo stimolo è in realtà neutro, la "low road" permette una risposta di paura rapida. La "high road" è una via a trasmissione più lenta, ma permette un'elaborazione più dettagliata dello stimolo. Questa potrebbe essere la via attraverso la quale il cervello valuta lo stimolo per determinare se è realmente minaccioso e merita una risposta di paura. ANTONIO DAMASIO Antonio Damasio, insieme a Bechara, ha proposto la cosiddetta "somatic marker hypothesis" (ipotesi dei marcatori somatici), secondo cui le emozioni influenzano il processo decisionale. “Modern economic theory ignores the influence of emotions on decision-making. Emerging neuroscience evidence suggests that sound and rational decision making, in fact, depends on prior accurate emotional processing. The somatic marker hypothesis provides a systems-level neuroanatomical and cognitive framework for decision- making and its influence by emotion. The key idea of this hypothesis is that decision-making is a process that is influenced by marker signals that arise in bioregulatory processes, including those that express themselves in emotions and feelings” (Bechara & Damasio, 2005) Secondo questa teoria, quando una persona sperimenta una risposta emotiva, vengono creati dei "marcatori" somatici, ovvero cambiamenti fisici come modifiche:
  • 12. • Nell’ambiente interno e visceri (ad esempio, rilascio endocrino, frequenza cardiaca, contrazione della muscolatura liscia) • nel sistema muscolo-scheletrico Questi marcatori servono come segnali di feedback che possono influenzare le future decisioni e comportamenti della persona.Tornando alle strutture cerebrali, diverse regioni del cervello sono coinvolte nel creare e interpretare questi marcatori somatici: • L'amigdala: Questa struttura del cervello è coinvolta nell'elaborazione delle emozioni, in particolare della paura e dell'ansia. Damasio suggerisce che l'amigdala sia necessaria per innescare i marcatori somatici in risposta a stimoli emotivi primari. • La corteccia prefrontale ventromediale (vmPFC): Secondo Damasio, questa regione del cervello è fondamentale per l'interpretazione dei marcatori somatici. Le persone con danni alla vmPFC spesso mostrano comportamenti impulsivi e prendono decisioni povere, il che suggerisce che questa regione del cervello sia coinvolta nel valutare le conseguenze future delle nostre azioni. Questa interpretazione è supportata dal famoso caso di Phineas Gage, un uomo che ha subito gravi danni alla vmPFC e ha mostrato drastiche modifiche nel suo comportamento e nel suo processo decisionale. In conclusione, la teoria dei marcatori somatici di Damasio collega l'esperienza emotiva, manifestata attraverso cambiamenti fisici o "marcatori", alle decisioni che prendiamo. Questo processo è regolato da specifiche strutture del nostro cervello, come l'amigdala e la corteccia prefrontale ventromediale. Questa teoria è stata in parte ispirata dal famoso caso di Phineas Gage, un lavoratore delle ferrovie che subì un grave infortunio cerebrale nel 19° secolo. L'infortunio, che danneggiò parti della sua corteccia prefrontale, modificò radicalmente la sua personalità e le sue capacità decisionali, suggerendo un ruolo critico di quest'area del cervello nel comportamento sociale e nel processo decisionale. Pazienti con VM: difetto in questo meccanismo emotivo che segnala rapidamente le possibili conseguenze di un'azione Il Iowa Gambling Task (IGT) (Bechara et al., 1999) è un esperimento progettato per testare la teoria dei marcatori somatici di Damasio. In questo esperimento, ai partecipanti vengono presentati quattro mazzi di carte (A, B, C e D). Scegliendo una carta da un mazzo, i partecipanti possono guadagnare o perdere denaro. I mazzi A e B offrono ricompense maggiori, ma anche penalità occasionali più grandi, risultando in una perdita netta a lungo termine. Al contrario, i mazzi C e D offrono ricompense minori, ma anche penalità occasionali più piccole, risultando in un guadagno netto a lungo termine.
  • 13. A persone con una corteccia prefrontale ventromediale (vmPFC) intatta, alla fine si rendono conto che scegliere le carte dai mazzi C e D è più vantaggioso. Questo è accompagnato da una risposta fisiologica misurata come aumento della conduttanza cutanea (una misura dell'eccitazione emotiva) quando stanno per scegliere una carta dai mazzi "pericolosi" A e B, anche prima di avere piena consapevolezza che A e B sono scelte svantaggiose. Questo suggerisce che i "marcatori somatici" stanno guidando le loro decisioni. Tuttavia, i pazienti con danni alla vmPFC non mostrano questa risposta. Anche dopo molte mani, continuano a scegliere le carte dai mazzi A e B, nonostante queste scelte portino a una perdita di denaro a lungo termine. Questo suggerisce che la vmPFC è necessaria per l'uso efficace dei marcatori somatici nel processo decisionale. In conclusione, l'Iowa Gambling Task fornisce un supporto sperimentale alla teoria dei marcatori somatici di Damasio, dimostrando il ruolo della vmPFC e delle risposte emotive nel guidare le decisioni. PANKESEPP (FONDATORE NEUROSCIENZE AFFETTIVE) Ha contribuito a fondare il campo della neuroscienza affettiva, che si concentra sullo studio delle basi neurali delle emozioni. Secondo Panksepp, sia gli animali che gli umani hanno sentimenti affettivi simili che guidano le loro tendenze comportamentali. Ha sostenuto che i sistemi neurali delle emozioni primarie, come la gioia, la rabbia e la paura, sono conservati nella maggior parte dei mammiferi. Questi sentimenti affettivi non sono solo una risposta a un evento, ma piuttosto processi attivi che aiutano a guidare il comportamento dell'animale. Panksepp ha anche sostenuto che la maggior parte del controllo comportamentale è elaborata da processi cerebrali inconsci. Questo concetto contrasta con l'idea tradizionale che le emozioni sono principalmente un prodotto della coscienza. Piuttosto, Panksepp ha proposto che molte emozioni emergono da circuiti cerebrali che operano al di sotto del livello della coscienza. La teoria di Panksepp si allinea con il concetto di modulo emotivo in quanto propone che le emozioni primarie sono guidate da specifici circuiti cerebrali o "sistemi affettivi". Definizione di Sistema (modulo) emotivo 1. Capace di elaborare stati emotivi soggettivi che sono affettivamente valenza 2. Vari stimoli sensoriali possono accedervi
  • 14. incondizionatamente 3. Può generare un'uscita motoria istintiva 4. Può modulare l'input sensoriale 5. Può modulare le attività cognitive 6. Può essere modulato da input cognitivi 7. Può sostenere la risposta emotiva dopo che gli eventi precipitanti sono passati 8. Interazione dei sistemi emotivi con i circuiti di autopresentazione (coscienza affettiva?) Ha identificato sette sistemi affettivi principali (QUATTRO, ma probabilmente poi 3 sono stati aggiunti) nei mammiferi • RICERCA (SEEKING): forward locomotion, sniffing, investigating • FEAR: freezing, fright, escape • RAGE: attack, biting, fighting • PANIC: agitation, distress vocalization ALSO: LUST, PLAY, CARE ognuno dei quali crede sia associato a un particolare tipo di emozione o motivazione. Secondo Panksepp, questi sistemi affettivi sono innati, automatici e operano al di sotto del livello della coscienza. Inoltre, sono comuni a tutti i mammiferi, suggerendo che hanno una base evolutiva comune. Questa visione concorda con l'idea di un modulo emotivo in quanto sottolinea il ruolo dei sistemi cerebrali specializzati e automatici nella generazione delle emozioni. Panksepp ha sostenuto che i suoi sistemi affettivi non sono semplicemente moduli rigidi e preprogrammati, ma piuttosto dinamici e capaci di interagire tra loro e con altre parti del cervello per produrre una gamma di comportamenti ed esperienze emotive. In questo senso, la sua teoria riconosce sia l'innatezza e l'automatismo dei moduli emotivi, ma anche la loro capacità di adattarsi e rispondere all'ambiente. Una disfunzione in uno o più di questi sistemi emotivi può portare a disturbi emotivi e psichiatrici. Ad esempio, un malfunzionamento del sistema della paura può portare a disturbi d'ansia, mentre un problema con il sistema del piacere può contribuire alla depressione.
  • 16. LEZIONE 3: MODELLI DELLE EMOZIONI What is an emotion? • James (1884): “What is an emotion?” • Fehr and Russell (1984): “Everyone knows what an emotion is, until asked to give a definition. Then, it seems, no one knows” • Le neuroscienze affettive offrono modelli biologicamente plausibili What is an emotion? Kleinginna e Kleinginna (1981) hanno esaminato quasi 100 definizioni di emozione e le hanno classificate in 10 elenchi che enfatizzavano vari aspetti dell'emozione: (1) affective definitions (arousal and/or hedonic value); (2) cognitive definitions (appraisal and/or labeling processes); (3) external stimuli definitions (external emotion- generating stimuli); (4) physiological definitions (internal physical mechanisms of emotion); (5) expressive behavior definitions (externally observable emotional responses); (6) disruptive definitions (disorganizing or dysfunctional effects of emotion); (7) adaptive definitions (organizing or functional effects of emotion); (8) multi- aspect definitions (several interrelated components of emotion); (9) restrictive definitions (distinguishing emotion from other psychological processes); (10)motivational definitions (relationship between emotion and motivation). Due definizioni (parziali) (le migliori teorie attuali) - LeDoux, 1994: A mio parere, le emozioni sono stati di consapevolezza affettivamente carichi e soggettivamente sperimentati". → sappiamo che la consapevolezza non è un fattore critico - Damasio, 1998: "Emozione ... un insieme di risposte innescate da parti del cervello al corpo (lui parla di marcatore somatico delle emozioni), e da parti del cervello ad altre parti del cervello, utilizzando sia vie neurali che umorali ... il termine sentimento (feeling) dovrebbe essere usato per descrivere il complesso stato mentale che risulta dallo stato emotivo". Il termine “emozione” è spesso considerato in un quadro che include fenomeni affettivi come: • mood • motivation • drive • desire • preference • attitude • valenced reaction • passion • sentiment • affect • core affect • arousal • affective style L’umore è tuttavia qualcosa di più duraturo nel tempo. Tassonomie delle Emozioni: Nessuna tassonomia completa delle emozioni ha raggiunto il consenso→ categorici o dimensionali?
  • 17. MODELLI CATEGORIALI: Teoria delle emozioni di base • Ekman (1999): “There must be unique physiological patterns for each emotion, and these CNS patterns should be specific to these emotions not found in other mental activity.” Ha identificato sei emozioni di base: felicità, tristezza, paura, sorpresa, disgusto e rabbia. • Tipicamente considerate come innate, facile (o automatiche), categorico e immediato (vedi Russell, Bachorowski e Fernandez-Dols, 2003). • I teorici differiscono sul numero di emozioni di base MODELLI CATEGORIALI: Emozioni di base Sulla base di tre postulati (vedi Ekman, 1992): 1) ci sono un certo numero di emozioni separate che differiscono l'una dall'altra in modi importanti 2) l'evoluzione ha svolto un ruolo importante nel plasmare sia le caratteristiche uniche e comuni che queste emozioni mostrano sia la loro funzione attuale 3) le emozioni non di base sono costituite da miscele di emozioni di base Plutchik proposed that there are eight basic emotions Plutchik ha visualizzato queste emozioni su una ruota per mostrare le relazioni tra di esse. Ha anche proposto che queste emozioni di base possono combinarsi in vari modi per formare emozioni secondarie più complesse. Per esempio, l'attesa e la gioia possono combinarsi per creare l'ottimismo. Inoltre, il modello di Plutchik prevede diverse intensità di ciascuna emozione. Per esempio, un sentimento di fiducia può intensificarsi fino a diventare ammirazione e, al massimo della sua intensità, adorazione. Al contrario, può diminuire d'intensità passando dalla fiducia all'accettazione e, al suo minimo, diventare apprensione. Evidenze dei modelli categoriali 1) Gli umani classificano le espressioni facciali correttamente e facilmente in emozioni di base (Ekman e Izard, 1994) 2) Espressioni facciali correttamente classificate tra le culture (Elfenbein & Ambady, 2002). 3) Vocalizzazioni di emozioni correttamente classificate tra culture (Juslin & Laukka, 2003)
  • 18. 4) Classificazione al di sopra del rischio delle espressioni corporee delle emozioni (Atkinson, Dittrich, Gemmell, & Young, 2004; de Gelder, 2006). 5) Esperimenti di neuroimaging e meta-analisi hanno ulteriormente supportato la nozione di sistemi cerebrali dedicati per le emozioni di base. Se è vero questo modello categoriale possiamo cercare i pattern neurali. Quindi l’ipotesi è che le varie emozioni devono essere associati a pattern neurali. Ad esempio, la ricerca ha dimostrato che quando si verifica un evento spaventoso, l'amigdala si attiva, innescando una serie di risposte biologiche che preparano l'individuo a combattere o a fuggire, ovvero la risposta di "lotta o fuga". Questo può includere l'aumento della frequenza cardiaca, l'aumento del flusso sanguigno ai muscoli, la dilatazione delle pupille e altre risposte che aiutano l'individuo a rispondere alla minaccia. La predizione neurale in questo contesto implica modelli fisiologici coerenti e discriminanti dell'attività cerebrale o di una struttura dedicata che si correlano con specifiche emozioni. Quindi, per esempio, se E1 rappresenta la paura, si potrebbe prevedere un certo modello di attività neurale NP1 (come l'attivazione dell'amigdala). Se E2 rappresenta la gioia, si potrebbe prevedere un diverso modello di attività neurale NP2. Meta-analisi di studi fMRI (Vytal e Haman, 2010) e Meta-analisi di PET-fMRI (Murphy et al., 2003) Qui hanno visto che c’è un’associazione forte tra specifiche emozioni e specifiche aree (maggiore attività). Quindi qui sembra confermare il modello categoriale. (1) Paura: associata all'attività dell'amigdala. Modulazione della risposta alla paura e all'ansia. (2) Disgusto: associato all'attività dell'insula, del globus pallidus e VPFC. L'insula è coinvolta nella consapevolezza interoceptiva, nel processamento delle emozioni e nella percezione del disgusto. Il globus pallidus è una parte dei gangli della base, coinvolti in una varietà di funzioni, compresa la regolazione del movimento. (3) Rabbia: associata all'attività del corteccia orbitofrontale (OFC). Questa regione del cervello è coinvolta nella decisione emotiva. (4) Tristezza: associata all'attività della corteccia prefrontale mediale (MPFC). Questa area è coinvolta nella regolazione delle emozioni e nella riflessione sulle proprie emozioni. (5) Felicità: associata all'attività della parte rostrale della corteccia cingolata anteriore (rACC). Questa regione del cervello è coinvolta nella regolazione delle emozioni e nel processamento delle ricompense.
  • 19. Nella seconda metanalisi è emerso che felicità e tristezza codificate nella stessa area. Evidenze neuropsicologiche, alcune doppie dissociazioni Le evidenze neuropsicologiche, incluse le doppie dissociazioni, sono state fondamentali per comprendere le relazioni tra specifiche strutture cerebrali e le emozioni. Le doppie dissociazioni si verificano quando un paziente con una lesione in una specifica regione cerebrale mostra un deficit in un compito ma non in un altro, mentre un altro paziente con una lesione in un'altra area mostra il modello opposto di deficit e competenze preservate. Esempio: ai pazienti con danni bilaterali all'amigdala che mostrano deficit nella paura. Questo è un punto di vista noto nella letteratura scientifica. Ad esempio, S.M., una donna con danni bilaterali all'amigdala, è stata descritta come incapace di riconoscere o provare paura in risposta a vari stimoli che tipicamente inducono paura. La Malattia di Huntington è un altro esempio. È una malattia neurodegenerativa ereditaria caratterizzata da problemi di coordinazione, movimento involontario (corea), e problemi cognitivi e comportamentali. Può comportare alterazioni dell'emozione e del comportamento, probabilmente a causa dei danni ai gangli della base, strutture che svolgono un ruolo importante nella regolazione del movimento e delle emozioni. Gli studi neuropsicologici utilizzano spesso una varietà di stimoli e paradigmi per valutare le risposte emotive, tra cui immagini di volti emotivi, suoni emotivi, tecniche di condizionamento e tecniche immaginative.
  • 20. MODELLI DIMENSIONALI I modelli dimensionali delle emozioni suggeriscono che le emozioni non sono fenomeni distinti e categorizzabili, ma piuttosto emergono da una combinazione di dimensioni fondamentali come l'eccitazione (arousal) e la valenza (positiva o negativa) piu meccanismi di valutazione cognitiva (Es. Gable, Lang, Feldman…).. Questi modelli suggeriscono che le emozioni si trovano lungo queste dimensioni continuative piuttosto che in categorie separate. Un modo comune di rappresentare questi modelli è attraverso una sorta di grafico a due dimensioni, dove un asse rappresenta la valenza (da negativo a positivo) e l'altro rappresenta l'arousal (da basso a alto). Questo crea uno "spazio affettivo" in cui le diverse emozioni possono essere posizionate in base alle loro caratteristiche di arousal e valenza. Il modello circomplesso delle emozioni è stato proposto da James Russell. Esso organizza le emozioni in una forma circolare lungo due dimensioni: la valenza (che va da emozioni piacevoli a sgradevoli) e l'arousal (che va da emozioni calmanti a eccitanti). Questo modello suggerisce che le emozioni adiacenti nel cerchio sono simili tra loro e che ci sono relazioni graduali tra le diverse emozioni. Il modello di Edmund Rolls propone che le emozioni sono legate alla presenza o all'assenza di rinforzi positivi e negativi. Questo modello può essere rappresentato graficamente con quattro quadranti, ognuno dei quali rappresenta una combinazione di rinforzo (positivo o negativo) e di cambiamento nel rinforzo (presenza o assenza). 1. Quadrante in alto a destra: Qui, un rinforzo positivo viene presentato. Questo porta a emozioni positive come la gioia o il piacere. 2. Quadrante in basso a destra: In questo quadrante, un rinforzo positivo viene rimosso. Questo può portare a emozioni negative come la tristezza o la delusione. 3. Quadrante in alto a sinistra: In questo quadrante, un rinforzo negativo viene rimosso. Questo può portare a emozioni positive, come il sollievo. 4. Quadrante in basso a sinistra: Infine, in questo quadrante un rinforzo negativo viene presentato. Questo può portare a emozioni negative, come la paura o l'ansia. Questo modello grafico sottolinea come le emozioni non siano entità separate e distinte, ma piuttosto risposte a cambiamenti nel contesto di rinforzo dell'individuo. Nel contesto della psicofisiologia, che utilizza strumenti come l'EEG e le misurazioni della conduttanza cutanea per studiare i correlati fisiologici delle emozioni, i modelli dimensionali hanno avuto molto successo. Ad esempio, l'EEG potrebbe non essere in grado di distinguere tra diverse categorie di emozioni, ma potrebbe essere in grado di misurare livelli differenti di arousal.
  • 21. Evidenze neuroscientifiche→ Visione dimensionale (Anderson, Gerdes, Nielen, Colibazzi, Sakaki…) Le prove neuroscientifiche sull'approccio dimensionale delle emozioni si basano sulla valenza (se un'emozione è percepita come positiva o negativa) e sull'arousal (l'intensità dell'emozione). Secondo questo approccio, specifiche aree del cervello rispondono alle dimensioni dell'arousal e della valenza, piuttosto che alle singole emozioni. Per esempio, si è osservato che l'Amigdala è coinvolta nelle risposte ad alto arousal, indipendentemente dal fatto che l'emozione sia positiva o negativa. Questo significa che l'Amigdala si attiva sia quando sperimentiamo emozioni intense come la paura (alto arousal, valenza negativa), sia quando sperimentiamo emozioni intense come l'eccitazione (alto arousal, valenza positiva). Per quanto riguarda la valenza, la Corteccia Orbitofrontale (OFC) sembra svolgere un ruolo chiave. La parte mediale dell'OFC è associata a valenze positive, mentre la parte laterale è associata a valenze negative. Tuttavia, alcuni studiosi sostengono che la mappatura di specifiche emozioni a specifiche aree del cervello sia troppo semplificata. Proprio per questo è emersa la Prospettiva Network, che suggerisce che le emozioni emergano da complesse interazioni tra diverse aree del cervello, piuttosto che da un singolo modulo cerebrale. Questo approccio pone l'accento sulla connettività e l'interazione tra diverse regioni cerebrali nel generare le nostre esperienze emotive. Integrazione: Prospettiva Network Mappatura 1 a 1 troppo semplicistica. Una nuova prospettiva è quella di Networks: quindi circuiti cerebrali di varie regioni che cooperano→ Hamann, 2012 ALTRI MODELLI 1. Modello Pain vs Reward: Questo modello, proposto da Lieberman ed Eisenberger, distingue tra le reti neurali coinvolte nel dolore o “Pain Network” (periaqueductal gray, corteccia cingolata anteriore dorsale, talamo, insula, corteccia somatosensoriale) e quelle coinvolte nella
  • 22. ricompensa “Reward Network” (area tegmentale ventrale, striato ventrale, amigdala, corteccia prefrontale ventromediale). 2. Modello Liking vs Wanting: Questo modello, proposto da Berridge & Robinson, distingue tra il sistema "Liking" (rete hedonica, che coinvolge il nucleus accumbens e il ventral pallidum) e il sistema "Wanting" (rete della salienza incentivante, che coinvolge la substantia nigra/sistema dopaminergico). 3. Modello della asimmetria cerebrale: Questa teoria, proposta da Ahern & Schwartz e successivamente sviluppata da Davidson, suggerisce che i due emisferi cerebrali processano le emozioni in modo diverso. Gli studi di Davidson suggeriscono un legame tra l'attività cerebrale dell'emisfero sinistro e le emozioni positive, e tra l'attività dell'emisfero destro e le emozioni negative. Davidson ha proposto che una maggiore attività dell'emisfero destro rispetto a quello sinistro può essere associata a un aumento del rischio di depressione. Al contrario, una maggiore attività nell'emisfero sinistro potrebbe essere associata a un aumento del rischio di disturbi d'ansia.Davidson ha anche suggerito che l'asimmetria frontale può cambiare nel tempo come risposta alla terapia, il che suggerisce che potrebbe essere un potenziale indicatore dell'efficacia del trattamento. 4. Modello Approccio vs Evitamento: Questo modello, proposto da Davidson e Irwin, suggerisce che l'emisfero sinistro del cervello facilita comportamenti appetitivi e diretti verso un obiettivo, generando emozioni positive (sistema di approccio), mentre l'emisfero destro facilita comportamenti di ritiro correlati a emozioni negative come paura o disgusto (sistema di evitamento). Questi modelli offrono diverse prospettive sul legame tra emozioni e attività cerebrale, sottolineando la complessità e la diversità dei meccanismi neurali coinvolti nelle nostre esperienze emotive.
  • 23. Comparing (some other) models (we can say that the evidences say something else) • L'ipotesi dell'emisfero destro (a) suggerisce che la maggior parte del processamento delle emozioni avviene nell'emisfero destro del cervello. Questa ipotesi è stata supportata da alcuni studi, ma non è universalmente accettata. • L'ipotesi della valenza (b) sostiene che l'emisfero destro del cervello processa le emozioni negative, mentre l'emisfero sinistro processa le emozioni positive. Anche questa teoria ha ricevuto supporto sperimentale, ma, come l'ipotesi dell'emisfero destro, non è universalmente accettata. • L'ipotesi del "One-Network" (c) suggerisce che tutte le emozioni potrebbero essere processate da un insieme di regioni cerebrali che non sono specifiche per le categorie emotive. In altre parole, le stesse regioni del cervello potrebbero essere coinvolte nel processamento di molte emozioni diverse. • L'ipotesi localista (d) suggerisce che emozioni diverse corrispondono ad attivazioni in regioni distinte. Questo significa che regioni specifiche del cervello sarebbero responsabili per specifiche emozioni. Definizione di emozione (questa volta meglio) Una revisione dei recenti principali modelli di emozione indica che esiste effettivamente un consenso su quattro criteri chiave. Le emozioni sono fenomeni multicomponenti 1) Le emozioni sono fenomeni multicomponenti: Per esempio, quando sperimentiamo paura, non proviamo solo un senso interno di terrore, ma possiamo anche avere pensieri preoccupati, espressioni facciali di paura, risposte fisiche come l'aumento della frequenza cardiaca e comportamenti come la fuga. 2) le emozioni sono processi in due fasi: sollecitazione delle emozioni e risposte emotive: Per esempio, vedendo un serpente potrebbe innescare la paura (sollecitazione), seguita da risposte come l'aumento della frequenza cardiaca, la sudorazione e il desiderio di scappare (risposte emotive). 3) le emozioni hanno oggetti rilevanti (IMMAGINE AIACS): L'oggetto di un'emozione potrebbe essere una persona, un evento, un'idea, o qualsiasi cosa sia considerata importante o significativa per l'individuo. 4) le emozioni hanno una breve durata: qualche minuto al massimo
  • 24. STATISTICA DELL’APPRENDIMENTO Lezioni 4 e 5 Specifiche emozioni PAURA • La paura è un'emozione a valenza negativa suscitata in risposta a una minaccia imminente che motiva una reazione difensiva per proteggere l'organismo. • La paura è tipicamente associata a uno specifico stimolo elicitante. ANSIA • L'ansia è uno stato di disagio per un esito distale nel tempo, potenzialmente negativo, incerto o imprevedibile (Lake & LaBar, 2011) • L'ansia dura più a lungo (anche idealmente all’infinito) • Più orientata al futuro che al presente • Ha uno stimolo che elicita o termina l’ansia meno definito (Lang, Davis e Ohman, 2000), • Prepara funzionalmente l'organismo ad affrontare una possibile minaccia futura (McNaughton & Corr, 2004) Molti pazienti credono che più pensino (rimugino) all’evento negativo (controllo), più credono che saranno in grado di fronteggiare l’ansia. Infatti, se dici loro di lasciare stare di controllare, l’ansia si può sprigionare. Rimugino → non porta alla soluzione. Ci si deve concentrare sulla soluzione. Il rimugino al futuro crea ansia. Ruminazione → diretto verso il passato. Presente nella depressione. Successo terapeutico → Attivazione emozione → Elaborazione delle emozioni Lo schema therapy può essere utilizzato al fine di attivare le emozioni. Ansia e stress sono distinte. Possiamo dire che lo stress è una sensazione di persistente difficoltà. Paura e Ansia • La paura può diventare ansia se i meccanismi di coping falliscono. Tuttavia, la paura non sempre precede l’ansia. Paura • Paradigmi per studiare la PAURA • Studi su animali non umani: attività di esposizione ai predatori. Espongo il ratto al gatto (o una sua immagine). • Studi sull'uomo: paradigmi di minaccia che utilizzano stimoli nocicettivi (Condizionamento alla paura. es. scosse elettriche). Ansia • I paradigmi per elicitare l'ansia manipolano l'imprevedibilità o l'incertezza di eventi avversi FUTURI- POSSIBILI
  • 25. o Paradigma Threat-of-shock: un segnale di "minaccia» anticipa che uno shock futuro potrebbe verificarsi nell'immediato futuro o Paradigma Clock shock: i partecipanti vedono un orologio che conta fino all'ora in cui è probabile che uno stimolo spiacevole venga erogato (e.g scossa elettrica) o Scream paradigm: per indurre ansia nel partecipante si può esporre a uno o più grida. Paura e Ansia– Basi neurali (1) Espressioni facciali presentate in modo subliminale di paura suscitano attività nell'amigdala, nel pulvinar e nel collicolo superiore (Liddell et al., 2005; Morris, Ohman, & Dolan, 1999). (2) Stimolazione dell'amigdala e paura/ansia: La stimolazione dell'amigdala può innescare un'ampia gamma di risposte associate alla paura e all'ansia. Queste possono includere cambiamenti nell'attività autonomica (come l'aumento della frequenza cardiaca), un aumento della reattività viscerale, allucinazioni percettive e un forte senso di familiarità o déjà vu. Questi sintomi riflettono l'importante ruolo dell'amigdala nel processare le informazioni emotive e nella generazione della risposta al pericolo. (3) Paura e ansia nella neuropsicologia: La ricerca neuropsicologica ha fornito ulteriori prove del ruolo dell'amigdala nella paura e nell'ansia. Ad esempio, Feinstein, Adolphs, Damasio e Tranel (2011) hanno descritto una paziente (conosciuta come S.M.) che aveva danni bilaterali all'amigdala. Questa paziente mostrava una riduzione dell'esperienza della paura, suggerendo che l'amigdala è fondamentale per il normale funzionamento delle emozioni di paura. (4) Paura e ansia nella neuroimmagine: Le tecniche di neuroimmagine come la risonanza magnetica funzionale (fMRI) hanno permesso di esplorare in dettaglio le strutture cerebrali coinvolte nella paura e nell'ansia. Nelle meta-analisi di studi di fMRI, l'amigdala è stata frequentemente associata alla paura (Murphy, Nimmo-Smith, & Lawrence, 2003; Phan, Wager, Taylor, & Liberzon, 2002). Tuttavia, è importante notare che ci sono interpretazioni alternative di questi risultati (ad esempio, Lindquist, Wager, Kober, Bliss-Moreau, & Barrett, 2012). ANSIA • Il Bed Nucleus of the Stria Terminalis (BNST) è un'area del cervello che fa parte del sistema limbico ed è coinvolta nella regolazione delle risposte all'ansia e allo stress. (DOMANDA ESAME) • Mentre l'amigdala è spesso associata a risposte di paura e ansia immediate e acute, il BNST sembra svolgere un ruolo più significativo nelle risposte di ansia prolungate o sostenute. Questo è consistente con il fatto che il BNST è strettamente collegato ad altre aree del cervello coinvolte nella regolazione dello stress e delle emozioni, come l'ipotalamo e il sistema della noradrenalina del tronco cerebrale. • Negli esseri umani, le differenze individuali nell'ansia predicono l'attivazione del BNST (durante ad es. al paradigma della minaccia dello shock) (Somerville, Whalen e Kelley, 2010)→ le persone con livelli più
  • 26. elevati di ansia tendono a mostrare una maggiore attivazione del BNST durante un paradigma di minaccia dello shock. RABBIA La rabbia è un sentimento sgradevole, descritto usando parole come "infastidito", "arrabbiato" e "infuriato", associato ad un atteggiamento di incolpare l’altro, e spesso motiva comportamenti di attacco. La clinica ci dice che per non esperire la rabbia verso qualcosa (familiare, concetto etc) possa subentrare l’ansia. Scopi: 1) Promuove l'autodifesa e la padronanza (mastery) 2) Regola i processi sociali e interpersonali 3) Organizza azioni mirate 4) Reazione al blocco degli obiettivi Rabbia – Espressione facciale I muscoli della fronte si muovono verso l'interno e verso il basso, "creando un cipiglio e un'apparenza di presagio intorno agli occhi", che sembrano fissi in uno sguardo duro. Le aperture del naso si allargano. Le labbra sono aperte e tirate indietro in una forma rettangolare, rivelando i denti serrati. Spesso il viso diventa rosso” (Izard, 1977, p. 330). Rabbia – Cause • Berkowitz (1983) ha proposto che qualsiasi evento spiacevole (frustrazione, dolore, disagio o stress sociale) provoca un affetto negativo e una motivazione a combattere (oltre che a fuggire) • «Lotta o fuga», fight or flight C’è un bias nella letteratura Rabbia - ERP Resting state frontal activity 1) ESPERIMENTI DI RABBIA DI TRATTO (Buss e Perry, 1992): disposizione costante o caratteristica di personalità a. Punteggi di rabbia correlati con una MAGGIORE attività FRONTALE SINISTRA e una minore attività frontale destra (Harmon-Jones & Allen, 1998; Rybak et al., 2006) 2) ESPERIMENTO SULLA RABBIA DI STATO (Harmon-Jones & Sigelman, 2001): condizione emotiva temporanea o transitoria a. I partecipanti hanno scritto un saggio e poi hanno ricevuto un feedback da un'altra persona che era offensivo o neutrale b. I partecipanti che hanno ricevuto il feedback offensivo avevano una maggiore attività frontale sinistra relativa c. La rabbia auto-riferita e l'aggressività comportamentale erano correlate positivament
  • 27. Replicato con il paradigma dell'ostracismo, il Cyberball (Peterson et al., 2011)→ riducendo la probabilità di ricezione della palla si genera rabbia Percezione ed esperienza della rabbia (domanda esame→ guardo lo studio) Questo studio, condotto da Sorella, Grecucci e altri, utilizza la meta-analisi per esaminare la sovrapposizione e la differenza tra le attività neurali correlate alla percezione e all'esperienza della rabbia. Secondo lo studio, la percezione della rabbia (cioè, riconoscere la rabbia negli altri) è stata associata ad attività nel giro temporale superiore (STG), nel giro fusiforme destro, nell'amigdala e nel giro frontale inferiore destro (IFG). Queste aree sono generalmente coinvolte nel riconoscimento delle emozioni, nell'elaborazione delle informazioni visive facciali e nella regolazione delle risposte emotive. D'altra parte, l'esperienza personale della rabbia (cioè, sentire rabbia) è stata associata a attività nel vlPFC (corteccia prefrontale ventrolaterale), nella corteccia orbitofrontale laterale (lOFC) e nel giro frontale inferiore (IFG). Queste aree sono generalmente coinvolte nella regolazione delle emozioni, nella presa di decisioni emotive e nella formazione di intenzioni di agire. Inoltre, l'analisi delle congiunzioni ha rivelato un'attivazione comune nel giro frontale inferiore destro (IFG) sia per la percezione della rabbia che per l'esperienza della rabbia. Questo suggerisce che ci potrebbero essere meccanismi neurali comuni coinvolti in entrambi i processi. In sintesi, questo studio fornisce importanti intuizioni sui meccanismi neurali coinvolti nella rabbia e suggerisce che sia la percezione che l'esperienza della rabbia possono condividere alcune basi neurali. Differenze individuali della Rabbia di tratto e del controllo della rabbia. Sorella, S.,… Grecucci, A. (2021). Structural and functional brain networks of individual differences in trait anger and anger control: An unsupervised machine learning study • La rabbia di tratto è associata a un particolare network cerebrale strutturale. Questo significa che le persone con elevati livelli di rabbia di tratto potrebbero avere una configurazione specifica dei loro connettori cerebrali che può contribuire a questa tendenza emotiva. • Il controllo della rabbia è associato al Default Mode Network (DMN). l DMN è una rete di regioni cerebrali che sono tipicamente più attive quando una persona è in uno stato di riposo,
  • 28. piuttosto che impegnata in attività orientate all'obiettivo. In questo contesto, l'associazione tra il controllo della rabbia e il DMN potrebbe suggerire che una maggiore capacità di regolare la rabbia può essere legata alla capacità di disconnettersi da uno stato di "prontezza alla rabbia" e tornare a uno stato di riposo normale.
  • 29. LEZIONE 5 DISGUSTO • Darwin (1872): “something revolting, primarily in relation to the sense of taste, as actually perceived or vividly imagined; and secondarily to anything which causes a similar feeling, through the sense of smell, touch of eyesight” • L'origine alimentare del disgusto è probabilmente legata alla minimizzazione del rischio di consumare agenti patogeni contenuti negli alimenti (Curtis, 2013). • L'insula anteriore è la corteccia gustativa nei primati (Rolls, 1994) DISGUSTO – Componenti ed espressione facciale • Componente comportamentale: distanziamento da qualche oggetto, evento o situazione e può essere caratterizzato come un rifiuto o un ritiro • Componente fisiologica → firma fisiologica specifica: nausea (Vrana, 2009; Kreibig, 2010) DISGUSTO – Basi cerebrali Tre aree • Anterior insula: è stata collegata alla percezione di sensazioni corporali disgustose, come nausea e amarezza • Basal Ganglia: possono svolgere un ruolo nel mediare le risposte emotive e comportamentali al disgusto. • Past of the prefrontal cortex Most of the study are based on patients (bias di metodo)→ usually, we don’t have specific damage. DISGUSTO – Neuropsicologia Uno studio su una paziente, NK, con danni sia all'insula anteriore che ai gangli della base, ha mostrato un deficit selettivo nel riconoscimento e nell'esperienza del disgusto. Inoltre, la malattia di Huntington, che causa degenerazione dell'insula e dei gangli della base, è stata associata a deficit nel riconoscimento del disgusto. → si sta cercando di trasformare il disgusto come un biomarker DISGUSTO – Psicopatologia (forse domanda esame) • Disturbo ossessivo-compulsivo (paura di contaminazione e lavaggio compulsivo) • Sangue-lesioni-fobia da iniezione
  • 30. • Disfunzione sessuale: provare disgusto per il contatto fisico o per determinati aspetti del sesso, il che può interferire con la sua capacità di funzionare sessualmente o di godere del sesso. • Problemi alimentari. Ad esempio, pazienti anoressici possono provare disgusto per alcuni cibi • (Olatunji and McKay, 2009) Si stanno quindi sviluppando compiti cognitivi per individuare specifici disturbi. Esempio individuazione dello sporco: al paziente ossessivo compulsivo fai un task per osservare lo sporco (provocazione del sintomo) o per individuare lo sporco. Biomarker riconosciuto solo per la ADHD TRISTEZZA E DEPRESSIONE TRISTEZZA: ragione evolutiva. “Sprona” l’individuo a recuperare un determinato status. Oppure posso usarla in modo strumentale. L'emozione della tristezza è comunemente innescata da percezioni di perdita o sconfitta (Beck & Alford, 2009; Ekman, 2007). Tristezza e memoria hanno una relazione importante. Ad esempio, lutto→ la persona può acquisire modi di fare del defunto TRISTEZZA E DEPRESSIONE- Funzioni • Può facilitare la riflessione • Per rivalutazione gli obiettivi • Motivare gli individui a cambiare le circostanze della loro vita in modi adattivi • Può suscitare compassione e aiuto dagli altri (Nettle, 2004; Vingerhoets & Cornelius, 2001) TRISTEZZA E DEPRESSIONE- Depressione Si definisce episodio depressivo maggiore (MDE) la presenza di almeno cinque dei seguenti sintomi per un minimo di 2 settimane: (1) umore depresso; (2) piacere o interesse diminuito (cioè anedonia); (3) cambiamento significativo nel peso o nell'appetito; (4) insonnia o ipersonnia; (5) agitazione o ritardo psicomotorio; (6) affaticamento o perdita di energia; (7) sentimenti di inutilità o colpa eccessiva o inappropriata; (8) difficoltà a pensare, concentrarsi o indecisione; (9) pensieri ricorrenti di morte, o ideazione o azioni suicidarie TRISTEZZA E DEPRESSIONE- Funzione adattiva della depressione? (secondo alcuni non Gregucci) • aiuta a promuovere la conservazione dell'energia e delle risorse, in particolare riducendo gli investimenti improduttivi in obiettivi irrealistici (es., Engel, 1980; Nesse, 2000); • facilita l'analisi sostenuta del/i problema/i precipitante/i (ipotesi di ruminazione analitica; Andrews & Thomson, 2009) o aiuta nell'analisi di problemi sociali complessi (ipotesi di navigazione sociale; Watson & Andrews, 2002); • riduce il rischio di perdite sociali ed esclusione (ipotesi del rischio sociale; Allen & Badcock, 2003); → per una depressione lieve può anche essere, ma non per una grave • segnala la sottomissione di fronte a una perdita di status e facilita la de-escalation del conflitto (ipotesi della concorrenza sociale; Price, Sloman, Gardner, Gilbert e Rohde, 1994);
  • 31. • è associato a una serie di risposte immunologiche e comportamentali che riducono la vulnerabilità del sistema immunitario e il rischio di infezione (Anders, Tanaka e Kinney, 2013) TRISTEZZA E DEPRESSIONE- Attenzione: Anche qui si stanno cercando dei biases nei confronti di stimoli depressivi. Paradigmi usati: • dot-probe task • Emotional Stroop task • Eye-tracking paradigms HANDBOOK OF AFFECTIVE (NEURO)SCIENCE → LIBRO DA AVERE TRISTEZZA E DEPRESSIONE 1) Dot-probe task: • Coppie di stimoli (parole o volti) vengono presentate contemporaneamente. • Uno degli stimoli è neutro, mentre l'altro è emotivo (ad esempio, triste). • Un cue sostituisce uno degli stimoli precedenti. Ai partecipanti viene chiesto di indicare la posizione spaziale del cue premendo un pulsante. • Risultati: latenza più breve nell'identificazione del cue che sostituisce gli stimoli depressivi Mood congruent memory: sperimentalmente si è visto che se il paziente ha uno stato depresso triste ha una maggiore facilità a richiamare stimoli tristi. Anche per i pazienti con disturbo di personalità vale questo principio. 2) Emotional Stroop task Ai partecipanti viene chiesto di nominare, il più rapidamente possibile, il colore dell'inchiostro delle parole presentate ignorando il significato affettivamente carico delle parole (ad esempio, "triste", "giù", "indegno", "senza speranza"). Risultati: gli individui depressi evidenziano una maggiore latenza di risposta alle parole depressivi
  • 32. 3) Eye-tracking experiment TRISTEZZA E DEPRESSIONE- - Memory Memory recall task: ➔ Gli individui non depressi mostrano un bias di memoria per gli stimoli positivi (ad esempio, parole con valenza affettiva), rispetto agli stimoli negativi (o neutri). ➔ Al contrario, gli individui depressi mostrano tipicamente un bias di richiamo per informazioni con valenza negativa (Bradley et al., 1995; Denny & Hunt, 1992). ➔ Nel compito di riconoscimento facciale, i depressi hanno mostrato una memoria migliorata per i volti tristi rispetto ai volti neutri o felici (Ridout et al., 2003 Autobiographical task • In un test di memoria autobiografica (AMT, Williams et al., 2007) gli individui depressi hanno maggiori probabilità di ricordare episodi negativi rispetto ai controlli sani
  • 33. LEZIONE 6 E 7: PRINCIPALI STRUTTURE CONVOLTE NELLE EMOZIONI (Aumento di theta e diminuzione di beta. Dal rapporto di queste due frequenze si riesce a predire l’ADHD) Domanda centrale delle neuroscienze affettive In che modo le emozioni e gli stati d'animo sono incorporati nel cervello? Le neuroscienze affettive utilizzano neuroimaging funzionale, esperimenti comportamentali, registrazioni elettrofisiologiche, studi su lesioni animali e umane ed esperimenti comportamentali su animali e umani per cercare una risposta a questa domanda Regioni principali L’AMIGDALA Sicuramente la struttura più studiata; associata alla paura. E’ ovviamente semplicistico dire come la l’amigdala sia interamente dedicata alla paura. Studio recente di optogenetica (attivazione e disattivazione neuroni) → sottoparti processano anche altre emozioni. Coinvolto in una vasta gamma di funzioni, che abbracciano dimensioni sia negative che positive. Una struttura complessa con più di una dozzina di nuclei riccamente interconnessi. Tre maggiori suddivisioni: 1) Il gruppo basale: Questi nuclei sono coinvolti nell'elaborazione delle informazioni sensoriali e motorie e nel controllo del comportamento. 2) Il gruppo laterale: Questi nuclei ricevono informazioni sensoriali e sono coinvolti nella formazione di associazioni tra stimoli e ricompense o punizioni. 3) Il gruppo centrale: Questi nuclei sono coinvolti nel controllo delle risposte fisiche alle emozioni, come il battito cardiaco e la pressione sanguigna. Attivazione-arousal → Primi studi di stimolazione (Kaada 1951): • (A) arresto rapido di tutte le novità in corso (ad es. leccare e camminare) • (B-C) seguito da movimenti di orientamento (ad esempio, alzando la testa e guardando in modo curioso) Altri studi sulla stimolazione • Desincronizzazione EEG (attivazione) (elettrodi del cuoio capelluto ed elettrodi impiantati) (Ursin e Kaada 1960) • SUGGERIMENTO: l'amigdala è coinvolta in un "Che cos'è?" (Pribram e McGuinness, 1975)
  • 34. Amigdala come meccanismo di attenzione verso stimoli rilevanti L'amigdala gioca un ruolo chiave nella direzione dell'attenzione verso gli stimoli emotivamente rilevanti. Questo è noto come "attenzione selettiva emotiva". Inoltre, l'amigdala ha proiezioni diffuse sul mantello corticale, inclusa la corteccia sensoriale. L’amigdala ha una serie di connessioni • rilevamento • ricerca • interferenza: 'amigdala può interferire con la capacità di concentrarsi su compiti non emotivi quando ci sono stimoli emotivi presenti. Ad esempio, può essere più difficile concentrarsi su un compito banale quando si è ansiosi o spaventati. • Mascheramento: di stimoli non emotivi, rendendo gli stimoli emotivi più prominenti nella nostra consapevolezza. • Blink attentivo: soprassalto ridotta o inibita a un secondo stimolo se questo segue da vicino un primo stimolo. Questo fenomeno riflette come l'amigdala regola l'attenzione in risposta agli stimoli emotivi. • (Pourtois, et al., 2012). Attivazione lobo occipitale: l’amigdala back-project alle aree visive per aumentare l’acuità visiva (questo meccanismo di back-project anche in altre aree) Sistema di rilevamento della rilevanza • Sander, Grafman e Zalla (2003): l’amigdala costituisce un "sistema evoluto" per il rilevamento della pertinenza. La rilevanza, in questo contesto, non è limitata a minacce o a stimoli negativi, ma può includere qualsiasi cosa che è particolarmente importante o significativa per l'individuo→ "Profilo computazionale comune" • Componente chiave di un gathering information system (Whalen 1998):raccoglie e interpreta informazioni da varie fonti per informare la nostra risposta emotiva e comportamentale Condizionamento alla paura (DOMANDA ESAME) Il condizionamento alla paura è un tipo di apprendimento emotivo nel quale un individuo apprende ad associare un evento neutro (noto come stimolo condizionato, o CS) con un evento che provoca paura o ansia (noto come stimolo incondizionato, o US). Ad esempio, se un suono di campanello (CS) viene ripetutamente associato a uno shock elettrico doloroso (US), l'individuo potrebbe iniziare a provare paura o ansia quando sente il campanello, anche in assenza dello shock. Il neuroscienziato Joseph LeDoux è uno dei principali ricercatori in questo campo e ha studiato ampiamente il ruolo dell'amigdala nel condizionamento della paura. Le sue ricerche hanno mostrato che l'associazione tra CS e US viene formata nel nucleo laterale dell'amigdala (La). Da lì, il segnale viene trasmesso al nucleo centrale dell'amigdala (Ce), che è coinvolto nel generare risposte difensive, come la risposta di
  • 35. "freezing" (immobilità). LeDoux e i suoi colleghi hanno anche dimostrato che se la connessione tra l'amigdala e altre aree del cervello coinvolte nelle risposte di paura, come la zona periaqueductale grigia (PAG), viene interrotta, l'individuo non mostra più una risposta di freezing in risposta al CS. Questo suggerisce che l'amigdala e la PAG svolgono un ruolo cruciale nel mediare la risposta comportamentale al condizionamento della paura. Visione moderna (LeDoux, 2016) L'amigdala è principalmente coinvolta nel rilevamento e nel rispondere a minacce immediate, un processo che spesso associamo alla "paura". Quando l'amigdala rileva una minaccia, può innescare una serie di risposte fisiologiche, come l'aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, che preparano il corpo a reagire alla minaccia. D'altra parte, LeDoux suggerisce che l'ansia - che è più spesso associata a preoccupazioni o apprensioni per minacce future o incerte - è principalmente mediata dal Bed Nucleus of the Stria Terminalis (BNST). Il BNST è una struttura del cervello coinvolta nella modulazione del comportamento in risposta a stress cronico o prolungato. Studi sugli umani Paziente SM Method: • Danno bilaterale dell’amigdala (sindrome di Urbach-Wiethe) • Paradigma: facial expressions emotion recognition • Indici: era generalmente capace di riconoscere altre espressioni emotive, come felicità o tristezza, aveva una particolare difficoltà nel riconoscere l'espressione di paura nei volti.
  • 36. Gregucci→ studio paziente con danno bilaterale. Hp che amigdala è coinvolta nella vergogna INSULA La corteccia insulare umana forma un lobo cerebrale distinto, ma interamente nascosto, situato nella profondità della fessura silviana Afferenze: talamo dorsale; Regioni cortcali sensoriali; Reciprocamente connessa con l'amigdala e con diverse aree limbiche (CC) e associa1ve cor1cali Efferenze: corteccia premotoria; striato centrale; talamo; amigdala L’insula per codificare il disgusto ha accesso prioritario alle aree sensoriali Lesioni dell’insula e disgusto • Base cerebrale del disgusto (Calder et al. 2001; Calder 2003) • Evidenze neuropsicologiche 1: lesione dell’Insula anteriore ((non corea di Huntington)) (e dei gangli della base) ha alterato la percezione del disgusto nel viso e nella voce (Adolphs et al. 2003), prodotti del corpo, violazione dell'involucro e animali disgustosi (Calder et al. 2000); coinvolto in aspetti di empatia per il dolore. Neurodegenrazione dell’insula e disgusto • Evidenze neuropsicologiche 2: individui con malattia di Huntington (insula e gangli della base) alterati nel disgusto per: • Stimoli odori disgustosi (Mitchell et al. 2005) • Espressioni facciali di disgusto (es. Kipps et al. 2007) Insula anteriore, disgusto e fMRI
  • 37. Stimolazione→ produce sensazioni viscerali coerenti con (ma non limitate a) l'esperienza di disgusto Insula anteriore ed empatia A: Empatia per tutte e tre le emozioni esaminate (dolore, negativo, positivo) B: Solo per il dolore C: Solo per emozioni negative D: Solo per emozioni positive Sottolinea l'importanza dell'insula anteriore nel facilitare la nostra capacità di collegarci con gli stati emotivi degli altri, che è fondamentale per il comportamento sociale e il benessere emotivo. Un’altra hp: insula più attiva quando consapevoli del disgusto Insula e dipendenza patologica 2007 da Naqvi et al Ruolo sorprendente dell'insula nel mantenimento dell'addizione alla nicotina. Questo studio ha scoperto che i fumatori che hanno subito danni all'insula a causa di un ictus hanno mostrato una notevole riduzione della dipendenza dalle sigarette e, in alcuni casi, hanno smesso di fumare facilmente e senza ricadute.
  • 38. Dopo un danno all’insula, pazienti non avevano più dipendenza al fumo di sigaretta. Insula e psicopatologia L'iperattivazione è uno dei risultati di neuroimaging più comuni in diversi disturbi d'ansia e durante il condizionamento alla paura (domanda esame) Sicuramente coinvolta disturbo post traumatico, fobie specifiche, disturbi d’ansia, fobie specifiche e condizionamento alla paura CORTECCIA PREFRONTALE La corteccia prefrontale (PFC) è un'area del cervello estremamente complessa e importante che svolge un ruolo cruciale nel comportamento umano, inclusi processi cognitivi come il pensiero, la pianificazione e la regolazione delle emozioni. La corteccia prefrontale può essere suddivisa in diverse regioni che sono associate a funzioni specifiche: 1. Corteccia Prefrontale Dorsale: Spesso associata al controllo cognitivo "freddo". Questa regione è coinvolta in funzioni come l'attenzione sostenuta, la pianificazione, la decisione, la modulazione del comportamento basata su regole e obiettivi e la risoluzione dei problemi. In linea con le idee di Luria (1966) e Stuss e Knight (2002), è considerata una regione critica per processi cognitivi di ordine superiore che aiutano a organizzare e guidare il comportamento in modi flessibili e adattivi. 2. Corteccia Prefrontale Medial-Ventrale: Questa regione è spesso associata all'elaborazione emotiva "calda" e al comportamento motivato. È coinvolta nella valutazione delle ricompense, nella regolazione delle emozioni e nella presa di decisioni in contesti sociali ed emotivi. Questa area può anche contribuire alla comprensione delle emozioni e delle intenzioni degli altri, rendendola importante per la navigazione delle interazioni sociali. Inoltre, ci sono macro reti che sono attive nel cervello, inclusa la Corteccia Prefrontale: 1. Salience Network: Include l'insula anteriore e la corteccia cingolata anteriore. È coinvolta nel rilevamento della salienza degli stimoli sia interni che esterni e contribuisce alla commutazione tra differenti reti in risposta a stimoli rilevanti. 2. Default Mode Network (DMN): Include aree come la corteccia prefrontale mediale, la corteccia cingolata posteriore e il precuneo. Questa rete è più attiva quando il cervello è a riposo e non è coinvolto in compiti che richiedono attenzione verso l'esterno. È associato al pensiero interno, alla riflessione su sé, alla simulazione mentale e, in alcuni casi, all'eccessivo pensiero (overthinking).
  • 39. PFC – divisioni PFC e psicopatologia • Apatia: associata a lesioni estese nella regione mediofrontale. • Depressione: coinvolge la parte anteriore polare della PFC. • Euforia/Mania: legate alla corteccia orbitofrontale (OFC). • Disinibizione del comportamento sociale: anche associata alla corteccia orbitofrontale. • Schizofrenia: coinvolge varie reti all'interno della PFC. • Perseverazione: comportamento ripetitivo dovuto a disfunzione nella PFC. • Sindrome di Rett e ADHD: legati a anomalie nella PFC e nelle reti ad essa connesse. PFC e personalità → Phineas Gage→ Il suo medico: "Non era più Gage"→ No deficit cognitivi e attentivi PFC e Emotion-Cognition Push-Pull La corteccia prefrontale (PFC) svolge un ruolo cruciale nel bilanciamento tra emozioni e cognizione, in un meccanismo di push-pull: • Durante i compiti cognitivi ("Cold" reasoning), si osserva una diminuzione dell'attività nell'amigdala, nella corteccia orbitofrontale, e nella PFC ventromediale, mentre queste stesse regioni mostrano un aumento dell'attività durante i compiti emotivi. • Al contrario, nei compiti emotivi ("Hot" reasoning) , si verifica una diminuzione dell'attività nella PFC laterale-dorsale e un aumento dell'attività durante i compiti cognitivi. L'"Effetto Blank" descrive una situazione in cui un'iperattivazione emotiva può portare a una disattivazione cognitiva. Questo suggerisce che in presenza di emozioni intense, può essere necessario regolare prima l'aspetto emotivo per poter efficacemente indirizzare la componente cognitiva. La "Cognitive Emotion Technique" di John Frederickson è un esempio di approccio che si concentra sulla regolazione delle emozioni come parte integrante della terapia cognitiva. REGOLAZIONE DELLA PAURA Nel contesto della paura e della sua estinzione, la VMPFC ha un ruolo centrale:
  • 40. • Nell'estinzione della paura, la VMPFC contribuisce alla formazione e conservazione di memorie che permettono di sopprimere le risposte di paura in presenza di stimoli precedentemente associati alla paura, ma che non sono più pericolosi. • Nella regolazione della paura, la VMPFC aiuta a smorzare la risposta dell'amigdala (una regione chiave nella generazione della risposta di paura) attraverso meccanismi inibitori diretti (gating inibitorio diretto), contribuendo così al controllo delle reazioni di paura. La corteccia Orbito-frontale (OFC) Aspetto connettivo (comunque scarsamente informativa) OFC se stimolata inibisce comportamento aggressivo: Spesso coinvolta nelle esplosioni di rabbia. La stimolazione elettrica dell'OFC laterale (lOFC; nei gatti: Siegel et al. 1975) e dell'OFC mediale (mOFC; nei gatti: Siegel et al. 1974; e nei ratti: de Bruin 1990) inibisce il comportamento aggressivo OFC e rabbia • I resoconti localizzazionisti collegano la corteccia orbitofrontale (OFC) ad ANGER (revisioni meta- analitiche della letteratura sul neuroimaging, Murphy et al. 2003; Vytal & Hamann 2010) • Gli studi che utilizzano l'elettroencefalografia (EEG) associano la rabbia con la corteccia prefrontale (PFC) OFC e vendetta: L'attività EEG nell'OFC sinistro degli esseri umani è associata ad una maggiore tendenza a vendicarsi degli altri a seguito di un insulto (Harmon-Jones & Sigelman 2001). Con le tecniche di stimolazione si possono andare a stimolare questa area (Tdcs tms)→ ridurre tendenze rabbiose. OFC e psicopatologia • Psicopatia e disturbo antisociale (aumento dell'aggressività): modifiche strutturali (ad es. Raine et al. 2000) e funzionali (ad es. Glenn et al. 2009; Harenski et al. 2009) al mOFC (Yang & Raine 2009) • Disturbo borderline di personalità (aumento dei comportamenti aggressivi): abbassata l'attività di baseline lOFC (BA 47) (Goyer et al. 1994) OFC e rewards • L'OFC di Rolls (1994) è "coinvolta nell'apprendimento del valore emotivo e motivazionale degli stimoli". • Le regioni OFC lavorano insieme all'amigdala per apprendere e rappresentare le relazioni tra nuovi stimoli (rinforzi secondari) e rinforzi primari come cibo, bevande e sesso. • I neuroni nell'OFC possono rilevare cambiamenti o inversioni nel valore di ricompensa degli stimoli appresi e modificare di conseguenza le loro risposte
  • 41. LA CORTECCIA CINGOLATA (CC) Quattro regioni con funzioni specifiche Questa regione può essere suddivisa in quattro aree principali, ognuna delle quali ha funzioni specifiche: 1. Anterior Cingulate Cortex (ACC): 1. Subgenual ACC: sadness/automatic projections Subgenual ACC: sadness/autonomic projectio 2. Pregenual ACC: happiness/pain 2. Mid-Cingulate Cortex (MCC): La Corteccia Cingolata Media è associata alla cognizione e alla regolazione delle risposte motorie, specialmente in contesti che richiedono attenzione e azioni complesse. È anche implicata nella modulazione della percezione del dolore. 3. Posterior Cingulate Cortex (PCC): La Corteccia Cingolata Posteriore è coinvolta nella memoria e nella rappresentazione dello spazio, ed è anche una componente chiave del Default Mode Network, che è attivo quando il cervello è a riposo e non impegnato in attività dirette verso l'esterno. 4. Retrosplenial Cortex (RSP): La Corteccia Retrospleniale fa parte della corteccia cingolata posteriore ed è implicata nella navigazione spaziale, nella memoria e nella rappresentazione visuo-spaziale. È anche coinvolta nella formazione di ricordi a lungo termine e nella connessione delle emozioni ai ricordi. Stimolazione ACC • Eccitazione e maggiore attenzione • Attivazione in caso di anomalie ed errori • Movimenti motori semplici • Cambiamenti autonomi • Cambiamenti emotivi come paura, angoscia, tristezza o euforia • (Damasio & Van Hoesen, 1983; Devinsky & Luciano, 1993; Laitinen, 1979; Neafsey, Terreberry, Hurley, Ruit, & Frysztak, 1993; Talairach et al., 1973) sACC e Depressione La depressione clinica è caratterizzata da cambiamenti strutturali e funzionali nel sACC (vedi Gotlib & Hamilton, 2008, per una revisione)
  • 42. sACC, Depressione e Stimolazione Stimolazione elettrica (intracranica) del sACC allevia la depressione resistente al trattamento 1. Ridotta apatia 2. Sonno normalizzato 3. Riduzione sintomi motori (e.g., Mayberg et al. 2005). TDCS preferita alla TMS per stimolare ACC (depression). Anche offline. pACC lesioni • Uno studio sull'uomo ha scoperto che le lesioni alla pACC (comprese le lesioni alla corteccia prefrontale dorsomediale) producono ipersensibilità e una maggiore tendenza a piangere in occasione di eventi tristi (Hornak et al. 2003). • Forse la pACC regola la tristezza
  • 43. LEZIONE 8: EEG ED EMOZIONI Perché EEG? Perchè ERP per le Neuroscienze affettive e cliniche? • Le tecniche ERP possono offrire spunti unici sulla cronometria affettiva • Cronometria affettiva: lo sviluppo delle risposte emotive nel tempo (Davidson, 1998, 2008; Rothbart & Derryberry, 1981). • Molti componenti ERP sono sensibili agli stimoli a valenza positiva e negativa rispetto agli stimoli neutri. Perchè ERP per le Neuroscienze affettive e cliniche? Emozioni dal punto di vista della Psicofisiologia: 1) brevi risposte fisiologiche, esperienziali e comportamentali a stimoli interni ed esterni salienti (Gross & Thompson, 2007). 2) l'emozione è radicata negli stati motivazionali e tale motivazione è governata da tre parametri primari: valenza (+ vs -), intensità (la forza, velocità o vigore), direzione (verso o lontano da uno stimolo) (Bradley, 2000; Davidson et al., 1990). Visione discreta o dimensionale? • Non è stato trovato alcun componente ERP che rifletta un'emozione specifica • Gli ERP sono legati ad ampie dimensioni dell'emozione e della motivazione Contingent Negative Variation Definizione: attività neurale potenziata in previsione di stimoli (emotivi) Paradigma: un segnale neutro precede la presentazione di uno stimolo (emotivo) successivo Risultato: una coppia di onde lente ad andamento negativo agganciate nel tempo al segnale noto come variazione negativa contingente (CNV; Brunia & Damen, 1988; Loveless & Sanford, 1974a, 1974b; Walter et al., La CNV precoce è associata all'elaborazione dello stimolo cue e appare massima nei siti fronto-centrali La CVN tardiva associata alla risposta motoria e appare massima nei siti centro- parietali (Loveless & Sanford, 1974a, 1974b; Brunia, 1988; Rohrbaugh & Gaillard, 1983) The Stimulus-Preceding Negativity , SPN • SPN (or late CNV without motor response): prezioso indice di valenza e di eccitazione nell'anticipazione affettiva→ quando arriva uno stimolo emotivo (non neutro) • SPN è più ampia per stimoli piacevoli e spiacevoli anticipati (EFFECT OF VALENCE) (Amrhein et al., 2005; Poli et al., 2007; Takeuchi et al., 2005). • Più ampia per stimuli che ci si aspetta essere forti (EFFECT OF AROUSAL) (Poli et al., 2007; Takeuchi et al., 2005)
  • 44. P1 N1 P2 (picchi a 100 and 200 ms dopo lo stimolo) Componenti precoci visive sensibili al contenuto emotivo: P1, N1 and P2 P1, deflessione positiva a100 ms • Maggiore elaborazione visiva precoce dei contenuti emotivi • Più grande nei siti occipitali laterali • Picchi tra 100 e 130 ms dopo l'insorgenza dell'immagine (Mueller et al., 2008; Muhlberger et al., 2009; Olofsson & Polich, 2007). • La modulazione della P1 da parte degli stimoli emotivi sembra suscitata in modo più affidabile per i volti (Holmes et al., 2008; Mueller et al., 2008; Muhlberger et al., 2009) piuttosto che immagini IAPS più complesse (Foti et al., 2009; Olofsson & Polich, 2007) P1, deflessione positiva a100 ms (Foti et al., 2010) Metodo: Visione passiva di facce neutre e spaventate (Canale Oz da 44 individui) Risultati: più ampia P1 per facce spaventate N1, deflessione negativa a 100 ms • Maggiore elaborazione visiva precoce dei contenuti emotivi • Deflessione negativa centro-parietale • Picchi a circa 130 ms dopo l'inizio dello stimolo (Foti et al., 2009; Keil et al., 2001). • Più grande sia per il piacevole che per lo sgradevole rispetto alle immagini neutre (Begleiter et al., 1979; Carretié et al., 2007; Foti et al., 2009; Keil et al., 2001; Weinberg & Hajcak, 2010, 2011) N1, deflessione negativa a 100 ms
  • 45. N170/Vertex Positive Potential N2/Early Posterior Negativity (EPN) (TIPICA DOMANDE ESAME→ CLASSICA WAVE STUDIATA IN NEUROSCIENZE AFFETTIVE) • Gli stimoli emotivi influenzano l'entità dell'N2 • LA N2 include la negatività precoce posteriore (EPN), tra 200 e 300 ms nei siti occipitali. • Sensibile al contenuto emotivo e rappresenta una maggiore attenzione selettiva (Bradley et al., 2007; Schupp et al., 2006a) • L'EPN è stato associato a un aumento dell'elaborazione visiva degli stimoli emotivi rispetto agli stimoli neutri in diversi compiti (ad es. De Cesarei & Codispoti, 2006; Foti et al., 2009; Junghöfer et al., 2001; Schupp et al., 2003, 2006a ; Weinberg & Hajcak, in corso di stampa N2/Early Posterior Negativity
  • 46. P2 Potenziata per parole emotive (Kanske & Kotz, 2007; Kissler et al., 2006; Schapkin et al., 2000), espressioni facciali (Eimer et al., 2003) e immagini emotive (Carretié et al., 2001, 2004; Delplanque et al., 2004; Olofsson & Polich, 2007). Picco a 180 ms dopo l'inizio dello stimolo (Carretié et al., 2004) e appare massimo nei siti anteriori e centrali (Carretié et al., 2001, 2004; Luck & Hillyard, 1994). P300 or P3 (ANCHE QUESTA STUDIATA MOLTO) Una serie di positività sovrapposte che inizia a 300 ms (ad es. Foti & Hajcak, 2008; Foti et al., 2009; Hajcak et al., 2010b; MacNamara & Hajcak, 2009; MacNamara et al., 2009) sia per stimoli piacevoli che spiacevoli, volti, parole (Johnston et al., 1986; Palomba et al., 1997; Radilova, 1982). Più IN PARTICOLARE Late Positive Potential (LPP, part of P300 waves) • Un ERP centroparietale sulla linea mediana a 300 ms, più grande sia per stimoli piacevoli che spiacevoli rispetto a immagini, parole e volti neutri (Cacioppo et al., 1993; Cuthbert et al., 2000; Schupp et al., 2000, 2003, 2004b) • Per misurare l'attenzione sostenuta a stimoli emotivi • Aumentato per stimoli a rilevanza biologica (ad es. minaccia, mutilazione e immagini erotiche; Briggs & Martin, 2009; Schupp et al., 2004a) • Non sembra abituarsi (Codispoti et al., 2006a, 2007; Olofsson & Polich, 2007). LATE POSITIVE POTENTIAL Nello studio di Weinberg e Hajcak (2010), 64 partecipanti hanno osservato immagini piacevoli, spiacevoli e neutre mentre venivano registrate le loro risposte elettrocorticali. I risultati hanno mostrato che la Late Positive Potential (LPP), una componente dell'ERP, era più ampia in risposta alle immagini emotive (sia piacevoli che spiacevoli) rispetto alle immagini neutre, indicando una maggiore elaborazione cognitiva ed emotiva per gli stimoli con contenuto emotivo. EFFETTI SEMANTICI DELLA PR Weinberg and Hajcak (2010) hanno condotto una ricerca sugli effetti semantici della P3, una componente dell'elettroencefalogramma (EEG) che è associata alla valutazione e al processamento degli stimoli. Hanno scoperto che la P3 tende ad essere più ampia in risposta a stimoli che sono emotivamente significativi o che richiedono maggiore elaborazione cognitiva. Questo suggerisce che la P3 può essere modulata sia dal valore emotivo dello stimolo che dalla sua rilevanza semantica. Gli autori hanno concluso che la P3 è sensibile al contenuto emotivo e
  • 47. semantico degli stimoli e che può riflettere un processo di attribuzione di significato ed elaborazione delle informazioni rilevanti. Lezione 9 e 10 Regolazione emozionale Emozione e regolazione Possiamo modellizzare la risposta emotiva? Noi sappiamo che abbiamo delle differenze individuali nella diversità di risposta delle emozioni. All’aumentare dello stimolo aumenta la risposta emotiva. La clinica, tuttavia, ci insegna come il tipo di risposta che alcune persone hanno ad alcuni stimoli può essere molto differente → l’emozione non può quindi essere una relazione lineare (è una semplificazione) Sappiamo che ci sono differenze individuali nella popolazione normale (stereotipia della risposta individuale, Lacey e Lacey, 1970). → ci sono anche fattori temperramentali e di apprendimento La clinica ci insegna che c’è anche un fattore di disregolazione δ ye =f(xs, T, A, δ) → Analizziamo il fattore δ • Stimoli sensoriali generano risposte emotive maggiori fino a raggiungere un plateu→ aumentando ancora lo stimolo non aumenta la risposta
  • 48. La patologia è caratterizzata da alterazioni di questa curva La risposta emotiva dovrebbe partire a pochi millisecondi dopo lo stimolo. Tuttavia, in psicopatologia questo può avvenire prima (ansia) oppure anche molto dopo Emozioni e regolazioni • Essa descrive un ampio numero di fenomeni che indichiamo col termine generico «disregolazione emotiva» • Per questo abbiamo bisogno di un campo di ricerca chiamato «Emotion regulation» Studiamo quindi la regolazione delle emozioni Ricerca di base in neuroscienze affettive→ Definizione: lo studio dei meccanismi psicologici e neurali dell'elaborazione delle emozioni
  • 49. Psicopatologia sperimentale • Cercano di capire come la paura in pazienti devi dagli HC • Definizione: lo studio del meccanismo alla base della psicopatologia • Domanda: Esistono marker neurali di ogni condizione psicopatologica? • (Etkin e Wager, 2007) Outcome research in Psicoterapia • Defizione: studio dell'efficacia della psicoterapia • Domanda principale: La psicoterapia può modificare (normalizzare) il funzionamento anomalo delle strutture neurali chiave? • (Holzschneider e Mulert, 2011) Process research • Quale meccanismo? • Babele di ipotesi → Meccanismi neuro cognitivi della psicoterapia (Grecucci, 2011; 2020) Ogni psicoterapia va ad influire sulle emozioni disregolate STORIA • Aristotele sottolineava l'importanza di arrabbiarsi nel modo giusto, con la persona giusta, al momento giusto e per lo scopo giusto. • Marco Aurelio riteneva che il dolore derivasse non dalla situazione esterna, ma dalla valutazione della persona. • Shakespeare suggeriva che il pensiero rende le cose buone o cattive. • Tolstoy credeva che la felicità dipendesse dalla percezione delle cose esterne. • Freud, nel 1925, teorizzò sulla nevrosi come risultato di repressione e censura, collegandolo al ritorno del represso → psiconevrosi • Triangolo del conflitto (Malan) / Intensive Short Term Dynamic Psychotherapy, ISTDP (Davanloo) • Anni '70: Lazarus introduce le strategie di coping, che possono essere concentrate sul problema o sulle emozioni. Interesse all’efficacia delle strategie • Anni '70/'80/'90: Si sviluppa la Terapia Cognitivo-Comportamentale, grazie a studiosi come Barlow, Beck, Clark, Ellis e Wells.
  • 50. • Anni '90: Gross sviluppa la psicologia della regolazione emozionale. • Anni '90/2000: Vengono introdotte terapie come la Dialectical-Behavior Therapy (DBT) di Lineahan, che riguarda la mancanza di buone strategie di regolazione emozionale, e la Acceptance & Commitment Therapy (ACT) di Hayes, che riguarda l'evitamento vs il controllo. • Anni '90/2000: Si sviluppa l'interesse per la mindfulness grazie a Kabat-Zinn e Segal. • Anni 2000: Si sviluppano le neuroscienze della regolazione emozionale, con studiosi come Ochsner. In ambito più cognitivo comportamentale uno dei concetti principali è la strategia di coping che può essere conscia. La mente per gestire l’ansia utilizza strategie di coping. Strategie di Coping (Lazarus et al. 1974) • Centrate sul problems • Centrate sulle emozioni • Efficiacia delle strategie Terapia Cognitivo-Comportamentale (Barlow/Beck/Clark/Ellis/Wells…) Storia (’90) Psicologia della regulazione emozionale (Gross). Gross è stato il primo a studiare empiricamente i meccanismi di difesa/coping per la regolazione delle emozioni. Meccanismi psicologici della regolazione emozionale: gross (1998; 2002; 2007) una serie di processi eterogenei che hanno lo scopo di alterare la dinamica delle emozioni (Thompson, 1990). MODAL MODEL DELLA RE Il "Modal Model" della regolazione emozionale di Gross (2007) descrive una sequenza di processi che si verificano quando un individuo incontra un evento emotivamente significativo. 1. Selezione della Situazione: Questa strategia comporta prendere delle decisioni che possono prevenire l’esposizione a determinati stimoli emozionali. Ad esempio, se qualcuno sa che parlare di un argomento specifico con una persona lo renderà triste, può decidere di evitare quella conversazione. - Evitamento→ Più evitiamo più l’ansia si può generalizzare anche ad altre situazioni. 2. Modifica della Situazione: Questo implica un cambiamento attivo nella situazione per alterare il suo impatto emotivo. Ad esempio, cambiare argomento in una conversazione se si sta diventando troppo emotivi. 3. Ridefinizione dell'Attenzione (Deployment of Attention): Questo implica cambiare il focus dell’attenzione per influenzare le emozioni. Ad esempio, in una situazione stressante, concentrarsi su aspetti positivi o distrarsi pensando a qualcosa di piacevole. 4. Rivalutazione Cognitiva: Simile alla ridefinizione dell'attenzione, ma più focalizzata sul cambiare il modo in cui pensiamo a una situazione piuttosto che su dove focalizziamo l'attenzione. Ad esempio, vedere un ostacolo come una sfida anziché un problema insormontabile.
  • 51. 5. Modulazione dell'Espressione Emotiva (Response Modulation): Questa strategia coinvolge l’influenzare le manifestazioni emotive, come controllare l'espressione facciale o utilizzare tecniche di rilassamento per calmare l'eccitazione (GUARDO SOTTO PER ALTRO ESEMPIO) Features of ER La regolazione emozionale (ER) può essere caratterizzata da diverse funzioni e metodi. Le caratteristiche principali includono: 1. Intrinseca vs Estrinseca: • Intrinseca (intrapsychic): Questa si riferisce alla regolazione delle proprie emozioni attraverso metodi interni, come il cambiamento dei propri pensieri o il controllo delle reazioni fisiologiche. • Estrinseca (interpersonal): Si riferisce alla regolazione delle emozioni attraverso l'interazione con gli altri o l'ambiente, come cercare conforto da un amico o ascoltare musica rilassante. 2. Conscia vs Inconscia / Volontaria vs Involontaria: • Conscia / Volontaria: In questo caso, un individuo è consapevole degli sforzi per regolare le emozioni e lo fa intenzionalmente, ad esempio, prendendo profonde respirazioni per calmarsi. • Inconscia / Involontaria: La regolazione emozionale può anche verificarsi automaticamente, senza che la persona sia consapevole o intenzionale nei suoi sforzi. Ad esempio, potrebbe non rendersi conto che sta evitando uno sguardo diretto in una situazione stressante. 3. Centrale vs Periferica: • Centrale: Riguarda i cambiamenti a livello del sistema nervoso centrale, come la modifica dei processi cognitivi o l'attivazione di specifiche aree cerebrali per regolare le emozioni. • Periferica: Implica cambiamenti al di fuori del sistema nervoso centrale, come le modifiche nella frequenza cardiaca o nella tensione muscolare, che possono essere usate per regolare le emozioni. Queste caratteristiche aiutano a definire e comprendere i diversi aspetti e approcci alla regolazione emozionale, che può variare da persona a persona e da situazione a situazione.
  • 52. 1) Situation selection Approcciare o evitare situazioni emotigene… Esempio: -Evitiamo una intervista di lavoro Strategia: -Evitamento 2) Situation modification Modifichiamo o alteriamo una situazione per ridurre l’impatto emotivo Esempio: Presentazione orale alla conferenza… leggiamo invece che farla a «braccio» Strategia: -Problem solving… 3) Attention deployment Manipoliamo l’attenzione Esempio: Sala parto Strategie: -Distrazione -Rifocalizzazione 4) Cognitive change Reinterpretiamo l’evento per ridurre l’impatto Esempio: Questa crisi economica mondiale non avrà un impatto su di me Strategie: - Distancing (distanziamento) -Reappraisal 5) Modulation of response Controlliamo l’espressione comportamentale, verbale, fisiologica delle emozioni Esempio: Controllare il battito durante un attacco di panico Strategie -Repressione, Soppressione… Labeling: aspetto di identificazione delle emozioni. Individuare e identificare le emozioni citandole ha un effetto benefico → riconoscere le emozioni