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Emergenza sanitaria e
associazioni di volontariato
nelle Marche
Aggiornamento 2016
Franco Pesaresi
Direttore ASP “Ambito 9” Jesi (AN)
04/09/2016
Il presente articolo, seppur autonomo nella sua struttura, costituisce la naturale prosecuzione dell’articolo
“Le postazioni territoriali dell’emergenza sanitaria nelle Marche e in Italia” pubblicato al seguente indirizzo
web: http://www.slideshare.net/francopesaresi/le-postazioni-dellemergenza-sanitaria-nelle-marche-e-in-italia
EMERGENZA SANITARIA E ASSOCIAZIONI DI
VOLONTARIATO NELLE MARCHE
Franco Pesaresi
1. Introduzione
In tutte le regioni le associazioni di volontariato che si occupano di trasporti sanitari collaborano
alla gestione del sistema di emergenza sanitaria fornendo mezzi, volontari e, in qualche caso,
gestendo anche le postazioni territoriali dell’emergenza. In Abruzzo, per esempio, le postazioni
territoriali gestite dalle associazioni del volontariato costituiscono addirittura la maggioranza di
tutte le postazioni (36 su 53) (Abruzzo DCA 11/2013).
Questa collaborazione è stata formalizzata nella Regione Marche con la Deliberazione della Giunta
regionale (DGR) n.120/2004 (poi integrata dalle DGR 2164/2009, DGR 114/2010, DGR 735/2013
e DGR 139/2016) che ha riconosciuto 54 postazioni di stand-by alle Associazioni di volontariato ad
un costo annuo medio di 85.000 euro a cui si aggiungono i rimborsi chilometrici. Il costo
complessivo della deliberazione nell’anno della sua approvazione era di circa 4.900.000 euro a cui
si devono aggiungere i rimborsi chilometrici. Nel tempo il costo a carico della regione è andato
crescendo. Secondo la DGR 1744/2013, nel 2013, il costo di quella parte del sistema di emergenza
territoriale affidato alle associazioni di volontariato è stato di circa 10.000.000 euro ma occorre
precisare che una parte di queste risorse nell’Area Vasta 1 di Pesaro è andata anche a soggetti
privati (DDG Asur n.800/2013). Le convenzioni da attivare con le Associazioni di volontariato sono
automatiche; non ci sono margini di discrezionalità dell’Asur relativi alla valutazione delle effettive
necessità.
Le postazioni di stand-by del volontariato si aggiungono alle Postazioni territoriali dell’emergenza
sanitaria (Potes) senza alcuna logica territoriale e senza alcuna valutazione del bisogno territoriale.
Si tiene semplicemente conto dell’esistenza delle associazioni di volontariato per cui c’è una
maggiore o una minore concentrazione di servizi esclusivamente in relazione alla diffusione dello
spirito volontaristico. Nulla a che vedere con le necessità assistenziali del territorio. Così abbiamo
21 convenzioni per stand-by in provincia di Ancona e solamente 5 in provincia di Pesaro.
Così, oltre alle 53 Potes pubbliche delle Marche, occorre anche tener conto di queste 54 postazioni
stand-by delle Associazioni di volontariato, la gran parte delle quali si aggiungono alla Potes
individuate dalla regione.
2. Le norme nazionali per la distribuzione dei mezzi di soccorso
Il Decreto del Ministero Salute 2 aprile 2015 , n. 70 relativo al “Regolamento recante definizione
degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera” ha
stabilito il “fabbisogno di mezzi di soccorso avanzati sul territorio regionale”. Deve essere poi la
Regione a definire la distribuzione dei mezzi di soccorso, nel rispetto degli standard di legge e di
quelli previsti in sede di Conferenza Stato-Regioni secondo criteri di densità abitativa, distanze e
caratteristiche territoriali.
Nel calcolo delle postazioni territoriali occorre tener conto della risposta organizzativa prescelta dal
sistema 118, ad esempio con l’affidare o meno al sistema la totalità dei trasporti non solo secondari
urgenti ma anche dei trasporti ordinari. Attualmente, in alcune Regioni sono a carico dei presidi
ospedalieri ed in altre a carico del servizio 118.
Nel caso in cui i trasporti secondari programmati vengano affidati al 118, la gestione degli stessi
deve essere assolutamente separata dalla gestione dei servizi di soccorso sanitario urgente. Pertanto,
nel calcolo del totale di mezzi di soccorso riorganizzati vanno considerati i trasporti primari e
secondari urgenti, in particolare per l’implementazione delle reti delle patologie complesse tempo
dipendenti, nonché i trasporti ordinari.
In aggiunta a queste diposizioni normative l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali
(AGENAS) ha elaborato un criterio per il calcolo dei mezzi di soccorso di base (MSB) da
distribuire nel territorio regionale. Le postazioni di soccorso di base (MSB) sono quelle gestite
soprattutto dalle associazioni di volontariato che gestiscono le ambulanze di base con personale
soccorritore certificato.
Il criterio di calcolo tiene conto della necessità di ottenere una maggiore copertura BLS (Basic Life
Support, in italiano, “sostegno di base alle funzioni vitali”) nelle zone montane e collinare o in
quelle pianeggianti ma a bassa intensità abitativa. La formula permette di calcolare i minuti di
copertura BLS del territorio da ricoprire tramite convenzioni con operatività oraria da definire
secondo il fabbisogno, differenziando le fasce orarie diurne e notturne.
La formula dell’AGENAS è la seguente (Agenas, 2011):
(PRP/50.000) + (PRM/20.000)
————————————— X 1.440 minuti (24 ore) = minuti di assistenza BLS al giorno
2
Intendendo per:
PRP = Popolazione residente in area di pianura
PRM = Popolazione residente in area montana e pedemontana.
3. La situazione delle Marche
La Regione Marche, nel 1998, ha approvato la Legge regionale n. 36 che ha organizzato il sistema
dell’emergenza sanitaria. Nel periodo 2013-2016, dopo oltre 15 anni la Regione Marche ha
provveduto ad aggiornare e a dare completa attuazione all’organizzazione dell’emergenza con una
serie di atti.
Nelle Marche, le postazioni territoriali dell’emergenza sanitaria (POTES) garantiscono, sul luogo in
cui si verifica una emergenza sanitaria, il soccorso necessario. La legge regionale (art.7 LR
36/1998) afferma che costituisce obiettivo del sistema garantire un intervento di soccorso entro otto
minuti dalla chiamata per le aree urbane e venti minuti per le aree extraurbane, salvo particolari
situazioni di complessità orografica e di viabilità.
Tab. 1 - Il quadro attuale e futuro dei mezzi di soccorso di base (MSB) nelle Marche
CENTRALE
OPERATIVA
MSB risultanti dalle
DGR 120/2004;
2164/2009 e 114/2010
MSB 2012
secondo la
DGR
735/2013
MSB PREVISTE
2014
DGR 920/2013
MSB PREVISTE
2016
DGR 139/2016
PESARO SOCCORSO 3 1 6 5
ANCONA SOCCORSO 23 18 15 21
MACERATA
SOCCORSO
14 11 12 12
PICENO SOCCORSO 20 16 14 16
REGIONE MARCHE 60 46 47 54
Fonte: DGR 120/2004; 2164/2009; 114/2010; DGR 735/2013, DGR 920/2013, DGR 139/2016.
Nel 2013 la Regione Marche, con deliberazione (DGR) n. 735/2013, ha provveduto a riordinare la
rete dei mezzi di soccorso di base (MSB) che viene garantita dalle associazioni di volontariato. La
DGR 735/2013 della regione Marche non dichiara quale criterio ha utilizzato per il
dimensionamento della rete dei mezzi di soccorso di base (MSB). Cita il criterio elaborato
dall’Agenas come se volesse segnalarne implicitamente l’adozione ma poi non lo utilizza. Infatti,
secondo il criterio dell’Agenas, i MSB necessari sarebbero 29,4 ma quelli previsti sono 47 (con un
significativo sovra standard per le province di Ancona e Ascoli Piceno). (Cfr. tab. 1).
Successivamente, la DGR 159/2016 ha elevato ulteriormente la dotazione di mezzi di soccorso fino
a 107 di cui 54 MSB (Cfr. Tab. 2). Rispetto ad uno standard Agenas per i MSB di 29,4 mezzi.
Tab. 2- Il quadro attuale del sistema territoriale dell’emergenza sanitaria nelle Marche.
Postazioni con ambulanze previste nel 2016
CENTRALE
OPERATIVA
MSA
PREVISTE
MSI
PREVISTE
MSB
PREVISTE
TOTALE
PREVISTO
PESARO SOCCORSO 10
(di cui 1 a 12h)
5 5 20
(di cui 1 a 12h)
ANCONA SOCCORSO 11
(di cui 3 a 12h)
4
(di cui 1 a 12h)
21
(di cui 1 a 12h)
36
(di cui 5 a 12h)
MACERATA
SOCCORSO
9
(di cui 1 a 12h)
3
(di cui 1 a 12h)
12
(di cui 1 a 12h)
24
(di cui 3 a 12h)
PICENO SOCCORSO 8
(di cui 1 a 12h)
3
(di cui 1 a 12h)
16 27
(di cui 2 a 12h)
REGIONE MARCHE 38
(di cui 6 a 12h)
15
(di cui 3 a 12h)
54
(di cui 2 a 12h)
107
(di cui 11 a 12h)
Legenda: MSA= Mezzi di soccorso avanzato; MSI= Mezzi di soccorso infermieristico. Fonte: DGR 139/2016.
La DGR 159/2016 riconosce apertamente che le dotazioni dei mezzi di soccorso delle Marche sono
superiori a quanto disposto con DM n. 70/2015 ma che tali dotazioni si sono rese indispensabili per
l’attuazione del processo di riconversione dei piccoli ospedali in Ospedali di comunità.
Le 107 ambulanze complessive previste corrispondono ad una ambulanza ogni 14.400 abitanti
mentre la media italiana è di una ambulanza ogni 21.000 abitanti (Maccari, 2012). Questo dato non
sembra essere giustificato da un più alto numero di persone da trasportare visto che le statistiche
nazionali evidenziano che il numero medio di persone trasportate per ogni ambulanza delle Marche
è molto più basso della media italiana (Ministero Salute, 2007).
4. Il costo
Per stimare il costo dei mezzi di soccorso di base MSB abbiamo utilizzato i dati forniti dalle
deliberazioni della Giunta regionale n. 120/2004 e s.m.i e n. 1744/2013 per le convenzioni con le
Pubbliche assistenze (anche se in qualche caso, quando il servizio viene fornito da ditte private, il
costo è più elevato). In base a tali deliberazioni alle Pubbliche assistenze che partecipano al sistema
di emergenza sanitaria territoriale viene riconosciuto un costo fisso mediamente pari a 85.000 euro
a cui si aggiungono i rimborsi chilometrici che abbiamo stimato pari a circa 80.000 euro per ogni
mezzo (sulla base della DGR 1744/2013). Applicando questi valori alle postazioni previste negli
atti della regione Marche, appena illustrati, si ottiene un costo annuo di circa 8.745.000 di euro.
5. Valutazioni e proposte
La rete dei mezzi di soccorso di base garantita dalle associazioni di volontariato è stata approvata
dalla regione Marche nei mesi scorsi senza rispettare i criteri nazionali indicati dall’Agenas e senza
indicare dei criteri alternativi. La regione Marche ha scelto un numero delle postazioni di stand-by
e dei mezzi convenzionati con le associazioni di volontariato molto più elevato di quello suggerito
dai criteri dell’Agenas. L’operazione regionale potrebbe essere valutata positivamente se solo fosse
giustificata da un aumento delle necessità del trasporto sanitario ma questo tipo di argomentazione
non viene fornita dagli atti regionali. Inoltre, le statistiche nazionali ci dicono esattamente il
contrario e cioè che non ci sono nelle Marche maggiori necessità di trasporto sanitario. Invece, il
piano del convenzionamento vigente si basa sulle Associazioni esistenti ed attive e non sulle
necessità territoriali del Servizio Sanitario. La convenzione con le associazioni di volontariato per lo
stand-by dei mezzi di soccorso di base (MSB) dovrebbe essere attivata solo nel caso in cui la rete
delle Potes lasci scoperto un territorio (ogni comune deve essere raggiunto entro 20 minuti) o nel
caso in cui la Potes pubblica non abbia i mezzi di trasporto necessari (in questo caso lo stand-by è a
supporto della Potes). Tenendo conto di questi criteri e della distribuzione della rete delle Potes il
numero degli stand-by da attivare dovrebbe essere ragionevolmente ridotto e quindi anche la spesa
complessiva dovrebbe essere più contenuta.
Questo maggior costo potrebbe anche essere giustificato da un territorio dall’orografia
particolarmente svantaggiata, dalla ricerca di una maggiore efficacia, o da altre motivazioni. Ma
andrebbe comunque motivato alla comunità regionale perché si intendono elevare
significativamente gli standard organizzativi e quindi anche i costi rispetto alle indicazioni nazionali
e alle altre regioni. Così come andrebbero illustrati quali sono gli standard prestazionali che si
garantiscono con questa organizzazione (per esempio quanti e quali comuni si raggiungono con
l’ambulanza entro i 20 minuti indicati dalla norma nazionale?)
Bibliografia.
Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS), Il Piano di riorganizzazione dell’assistenza
nelle regioni in piano di rientro: la rete dell’emergenza sanitaria, Monitor n. 27/2011.
Decreto del Ministero Salute 2 aprile 2015 , n. 70: “Regolamento recante definizione degli standard
qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”.
Maccari C., I servizi di emergenza sanitaria territoriale (118) in Italia e il ruolo dell’infermiere, Italian
Journal of Emergency Medicine, Novembre 2012.
Ministero della Salute, Sistema di emergenza territoriale “118”, Roma, 2007.
Pesaresi F., Le postazioni territoriali dell’emergenza sanitaria nelle Marche e in Italia, Appunti n. 1-2/2014.
Regione Abruzzo: DCA (decreto commissario ad acta) n.11 del 20/2/2013: “Approvazione della rete
emergenza urgenza”.
Regione Marche: DGR 17 febbraio 2004, n.120: “Accordo con i rappresentanti delle associazioni di
volontariato che esercitano attività di trasporto sanitario per l’applicazione dall’1/1/2004 della
DGR 794/2002”.
Regione Marche: DGR 21 dicembre 2009, n.2164: “Accordo con i rappresentanti delle associazioni di
volontariato che esercitano attività di trasporto sanitario per l’applicazione dall’1/1/2004 della
DGR 794/2002 - integrazione”.
Regione Marche: DGR 25 gennaio 2010, n.114: “Accordo con i rappresentanti delle associazioni di
volontariato che esercitano attività di trasporto sanitario per l’applicazione dall’1/1/2004 della
DGR 794/2002 - integrazione”.
Regione Marche: DGR 20 maggio 2013, n.735: “Riduzione della frammentazione della rete ospedaliera,
riconversione delle piccole strutture ospedaliere e riorganizzazione della rete territoriale della
emergenza-urgenza della Regione Marche in attuazione della DGR 1696/2012”
Regione Marche: DGR 17 giugno 2013, n.920: “L. R. 36/98 – Individuazione del numero, tipologia,
dislocazione e disponibilità oraria delle Potes nel territorio regionale”.
Regione Marche: DGR 27 dicembre 2013, n.1744: “L. Regionale 36/98 e s.m.i. – DGR 292/2012 –
Approvazione dello schema di Accordo tra Assessorato alla Salute, Asur Marche ed Associazioni di
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Emergenza sanitaria e associazioni di volontariato nelle Marche

  • 1. Emergenza sanitaria e associazioni di volontariato nelle Marche Aggiornamento 2016 Franco Pesaresi Direttore ASP “Ambito 9” Jesi (AN) 04/09/2016 Il presente articolo, seppur autonomo nella sua struttura, costituisce la naturale prosecuzione dell’articolo “Le postazioni territoriali dell’emergenza sanitaria nelle Marche e in Italia” pubblicato al seguente indirizzo web: http://www.slideshare.net/francopesaresi/le-postazioni-dellemergenza-sanitaria-nelle-marche-e-in-italia
  • 2. EMERGENZA SANITARIA E ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO NELLE MARCHE Franco Pesaresi 1. Introduzione In tutte le regioni le associazioni di volontariato che si occupano di trasporti sanitari collaborano alla gestione del sistema di emergenza sanitaria fornendo mezzi, volontari e, in qualche caso, gestendo anche le postazioni territoriali dell’emergenza. In Abruzzo, per esempio, le postazioni territoriali gestite dalle associazioni del volontariato costituiscono addirittura la maggioranza di tutte le postazioni (36 su 53) (Abruzzo DCA 11/2013). Questa collaborazione è stata formalizzata nella Regione Marche con la Deliberazione della Giunta regionale (DGR) n.120/2004 (poi integrata dalle DGR 2164/2009, DGR 114/2010, DGR 735/2013 e DGR 139/2016) che ha riconosciuto 54 postazioni di stand-by alle Associazioni di volontariato ad un costo annuo medio di 85.000 euro a cui si aggiungono i rimborsi chilometrici. Il costo complessivo della deliberazione nell’anno della sua approvazione era di circa 4.900.000 euro a cui si devono aggiungere i rimborsi chilometrici. Nel tempo il costo a carico della regione è andato crescendo. Secondo la DGR 1744/2013, nel 2013, il costo di quella parte del sistema di emergenza territoriale affidato alle associazioni di volontariato è stato di circa 10.000.000 euro ma occorre precisare che una parte di queste risorse nell’Area Vasta 1 di Pesaro è andata anche a soggetti privati (DDG Asur n.800/2013). Le convenzioni da attivare con le Associazioni di volontariato sono automatiche; non ci sono margini di discrezionalità dell’Asur relativi alla valutazione delle effettive necessità. Le postazioni di stand-by del volontariato si aggiungono alle Postazioni territoriali dell’emergenza sanitaria (Potes) senza alcuna logica territoriale e senza alcuna valutazione del bisogno territoriale. Si tiene semplicemente conto dell’esistenza delle associazioni di volontariato per cui c’è una maggiore o una minore concentrazione di servizi esclusivamente in relazione alla diffusione dello spirito volontaristico. Nulla a che vedere con le necessità assistenziali del territorio. Così abbiamo 21 convenzioni per stand-by in provincia di Ancona e solamente 5 in provincia di Pesaro. Così, oltre alle 53 Potes pubbliche delle Marche, occorre anche tener conto di queste 54 postazioni stand-by delle Associazioni di volontariato, la gran parte delle quali si aggiungono alla Potes individuate dalla regione. 2. Le norme nazionali per la distribuzione dei mezzi di soccorso Il Decreto del Ministero Salute 2 aprile 2015 , n. 70 relativo al “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera” ha stabilito il “fabbisogno di mezzi di soccorso avanzati sul territorio regionale”. Deve essere poi la Regione a definire la distribuzione dei mezzi di soccorso, nel rispetto degli standard di legge e di quelli previsti in sede di Conferenza Stato-Regioni secondo criteri di densità abitativa, distanze e caratteristiche territoriali. Nel calcolo delle postazioni territoriali occorre tener conto della risposta organizzativa prescelta dal sistema 118, ad esempio con l’affidare o meno al sistema la totalità dei trasporti non solo secondari urgenti ma anche dei trasporti ordinari. Attualmente, in alcune Regioni sono a carico dei presidi ospedalieri ed in altre a carico del servizio 118. Nel caso in cui i trasporti secondari programmati vengano affidati al 118, la gestione degli stessi deve essere assolutamente separata dalla gestione dei servizi di soccorso sanitario urgente. Pertanto, nel calcolo del totale di mezzi di soccorso riorganizzati vanno considerati i trasporti primari e
  • 3. secondari urgenti, in particolare per l’implementazione delle reti delle patologie complesse tempo dipendenti, nonché i trasporti ordinari. In aggiunta a queste diposizioni normative l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS) ha elaborato un criterio per il calcolo dei mezzi di soccorso di base (MSB) da distribuire nel territorio regionale. Le postazioni di soccorso di base (MSB) sono quelle gestite soprattutto dalle associazioni di volontariato che gestiscono le ambulanze di base con personale soccorritore certificato. Il criterio di calcolo tiene conto della necessità di ottenere una maggiore copertura BLS (Basic Life Support, in italiano, “sostegno di base alle funzioni vitali”) nelle zone montane e collinare o in quelle pianeggianti ma a bassa intensità abitativa. La formula permette di calcolare i minuti di copertura BLS del territorio da ricoprire tramite convenzioni con operatività oraria da definire secondo il fabbisogno, differenziando le fasce orarie diurne e notturne. La formula dell’AGENAS è la seguente (Agenas, 2011): (PRP/50.000) + (PRM/20.000) ————————————— X 1.440 minuti (24 ore) = minuti di assistenza BLS al giorno 2 Intendendo per: PRP = Popolazione residente in area di pianura PRM = Popolazione residente in area montana e pedemontana. 3. La situazione delle Marche La Regione Marche, nel 1998, ha approvato la Legge regionale n. 36 che ha organizzato il sistema dell’emergenza sanitaria. Nel periodo 2013-2016, dopo oltre 15 anni la Regione Marche ha provveduto ad aggiornare e a dare completa attuazione all’organizzazione dell’emergenza con una serie di atti. Nelle Marche, le postazioni territoriali dell’emergenza sanitaria (POTES) garantiscono, sul luogo in cui si verifica una emergenza sanitaria, il soccorso necessario. La legge regionale (art.7 LR 36/1998) afferma che costituisce obiettivo del sistema garantire un intervento di soccorso entro otto minuti dalla chiamata per le aree urbane e venti minuti per le aree extraurbane, salvo particolari situazioni di complessità orografica e di viabilità. Tab. 1 - Il quadro attuale e futuro dei mezzi di soccorso di base (MSB) nelle Marche CENTRALE OPERATIVA MSB risultanti dalle DGR 120/2004; 2164/2009 e 114/2010 MSB 2012 secondo la DGR 735/2013 MSB PREVISTE 2014 DGR 920/2013 MSB PREVISTE 2016 DGR 139/2016 PESARO SOCCORSO 3 1 6 5 ANCONA SOCCORSO 23 18 15 21 MACERATA SOCCORSO 14 11 12 12 PICENO SOCCORSO 20 16 14 16 REGIONE MARCHE 60 46 47 54 Fonte: DGR 120/2004; 2164/2009; 114/2010; DGR 735/2013, DGR 920/2013, DGR 139/2016.
  • 4. Nel 2013 la Regione Marche, con deliberazione (DGR) n. 735/2013, ha provveduto a riordinare la rete dei mezzi di soccorso di base (MSB) che viene garantita dalle associazioni di volontariato. La DGR 735/2013 della regione Marche non dichiara quale criterio ha utilizzato per il dimensionamento della rete dei mezzi di soccorso di base (MSB). Cita il criterio elaborato dall’Agenas come se volesse segnalarne implicitamente l’adozione ma poi non lo utilizza. Infatti, secondo il criterio dell’Agenas, i MSB necessari sarebbero 29,4 ma quelli previsti sono 47 (con un significativo sovra standard per le province di Ancona e Ascoli Piceno). (Cfr. tab. 1). Successivamente, la DGR 159/2016 ha elevato ulteriormente la dotazione di mezzi di soccorso fino a 107 di cui 54 MSB (Cfr. Tab. 2). Rispetto ad uno standard Agenas per i MSB di 29,4 mezzi. Tab. 2- Il quadro attuale del sistema territoriale dell’emergenza sanitaria nelle Marche. Postazioni con ambulanze previste nel 2016 CENTRALE OPERATIVA MSA PREVISTE MSI PREVISTE MSB PREVISTE TOTALE PREVISTO PESARO SOCCORSO 10 (di cui 1 a 12h) 5 5 20 (di cui 1 a 12h) ANCONA SOCCORSO 11 (di cui 3 a 12h) 4 (di cui 1 a 12h) 21 (di cui 1 a 12h) 36 (di cui 5 a 12h) MACERATA SOCCORSO 9 (di cui 1 a 12h) 3 (di cui 1 a 12h) 12 (di cui 1 a 12h) 24 (di cui 3 a 12h) PICENO SOCCORSO 8 (di cui 1 a 12h) 3 (di cui 1 a 12h) 16 27 (di cui 2 a 12h) REGIONE MARCHE 38 (di cui 6 a 12h) 15 (di cui 3 a 12h) 54 (di cui 2 a 12h) 107 (di cui 11 a 12h) Legenda: MSA= Mezzi di soccorso avanzato; MSI= Mezzi di soccorso infermieristico. Fonte: DGR 139/2016. La DGR 159/2016 riconosce apertamente che le dotazioni dei mezzi di soccorso delle Marche sono superiori a quanto disposto con DM n. 70/2015 ma che tali dotazioni si sono rese indispensabili per l’attuazione del processo di riconversione dei piccoli ospedali in Ospedali di comunità. Le 107 ambulanze complessive previste corrispondono ad una ambulanza ogni 14.400 abitanti mentre la media italiana è di una ambulanza ogni 21.000 abitanti (Maccari, 2012). Questo dato non sembra essere giustificato da un più alto numero di persone da trasportare visto che le statistiche nazionali evidenziano che il numero medio di persone trasportate per ogni ambulanza delle Marche è molto più basso della media italiana (Ministero Salute, 2007). 4. Il costo Per stimare il costo dei mezzi di soccorso di base MSB abbiamo utilizzato i dati forniti dalle deliberazioni della Giunta regionale n. 120/2004 e s.m.i e n. 1744/2013 per le convenzioni con le Pubbliche assistenze (anche se in qualche caso, quando il servizio viene fornito da ditte private, il costo è più elevato). In base a tali deliberazioni alle Pubbliche assistenze che partecipano al sistema di emergenza sanitaria territoriale viene riconosciuto un costo fisso mediamente pari a 85.000 euro a cui si aggiungono i rimborsi chilometrici che abbiamo stimato pari a circa 80.000 euro per ogni mezzo (sulla base della DGR 1744/2013). Applicando questi valori alle postazioni previste negli atti della regione Marche, appena illustrati, si ottiene un costo annuo di circa 8.745.000 di euro. 5. Valutazioni e proposte La rete dei mezzi di soccorso di base garantita dalle associazioni di volontariato è stata approvata dalla regione Marche nei mesi scorsi senza rispettare i criteri nazionali indicati dall’Agenas e senza
  • 5. indicare dei criteri alternativi. La regione Marche ha scelto un numero delle postazioni di stand-by e dei mezzi convenzionati con le associazioni di volontariato molto più elevato di quello suggerito dai criteri dell’Agenas. L’operazione regionale potrebbe essere valutata positivamente se solo fosse giustificata da un aumento delle necessità del trasporto sanitario ma questo tipo di argomentazione non viene fornita dagli atti regionali. Inoltre, le statistiche nazionali ci dicono esattamente il contrario e cioè che non ci sono nelle Marche maggiori necessità di trasporto sanitario. Invece, il piano del convenzionamento vigente si basa sulle Associazioni esistenti ed attive e non sulle necessità territoriali del Servizio Sanitario. La convenzione con le associazioni di volontariato per lo stand-by dei mezzi di soccorso di base (MSB) dovrebbe essere attivata solo nel caso in cui la rete delle Potes lasci scoperto un territorio (ogni comune deve essere raggiunto entro 20 minuti) o nel caso in cui la Potes pubblica non abbia i mezzi di trasporto necessari (in questo caso lo stand-by è a supporto della Potes). Tenendo conto di questi criteri e della distribuzione della rete delle Potes il numero degli stand-by da attivare dovrebbe essere ragionevolmente ridotto e quindi anche la spesa complessiva dovrebbe essere più contenuta. Questo maggior costo potrebbe anche essere giustificato da un territorio dall’orografia particolarmente svantaggiata, dalla ricerca di una maggiore efficacia, o da altre motivazioni. Ma andrebbe comunque motivato alla comunità regionale perché si intendono elevare significativamente gli standard organizzativi e quindi anche i costi rispetto alle indicazioni nazionali e alle altre regioni. Così come andrebbero illustrati quali sono gli standard prestazionali che si garantiscono con questa organizzazione (per esempio quanti e quali comuni si raggiungono con l’ambulanza entro i 20 minuti indicati dalla norma nazionale?) Bibliografia. Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS), Il Piano di riorganizzazione dell’assistenza nelle regioni in piano di rientro: la rete dell’emergenza sanitaria, Monitor n. 27/2011. Decreto del Ministero Salute 2 aprile 2015 , n. 70: “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”. Maccari C., I servizi di emergenza sanitaria territoriale (118) in Italia e il ruolo dell’infermiere, Italian Journal of Emergency Medicine, Novembre 2012. Ministero della Salute, Sistema di emergenza territoriale “118”, Roma, 2007. Pesaresi F., Le postazioni territoriali dell’emergenza sanitaria nelle Marche e in Italia, Appunti n. 1-2/2014. Regione Abruzzo: DCA (decreto commissario ad acta) n.11 del 20/2/2013: “Approvazione della rete emergenza urgenza”. Regione Marche: DGR 17 febbraio 2004, n.120: “Accordo con i rappresentanti delle associazioni di volontariato che esercitano attività di trasporto sanitario per l’applicazione dall’1/1/2004 della DGR 794/2002”. Regione Marche: DGR 21 dicembre 2009, n.2164: “Accordo con i rappresentanti delle associazioni di volontariato che esercitano attività di trasporto sanitario per l’applicazione dall’1/1/2004 della DGR 794/2002 - integrazione”. Regione Marche: DGR 25 gennaio 2010, n.114: “Accordo con i rappresentanti delle associazioni di volontariato che esercitano attività di trasporto sanitario per l’applicazione dall’1/1/2004 della DGR 794/2002 - integrazione”. Regione Marche: DGR 20 maggio 2013, n.735: “Riduzione della frammentazione della rete ospedaliera, riconversione delle piccole strutture ospedaliere e riorganizzazione della rete territoriale della emergenza-urgenza della Regione Marche in attuazione della DGR 1696/2012” Regione Marche: DGR 17 giugno 2013, n.920: “L. R. 36/98 – Individuazione del numero, tipologia, dislocazione e disponibilità oraria delle Potes nel territorio regionale”. Regione Marche: DGR 27 dicembre 2013, n.1744: “L. Regionale 36/98 e s.m.i. – DGR 292/2012 – Approvazione dello schema di Accordo tra Assessorato alla Salute, Asur Marche ed Associazioni di volontariato aderenti a Croce Rossa Italiana, ANPAS, Misericordie d’Italia e Marche Pubbliche Assistenze”.