3. OPERE
Duomo e Cupola di Santa Maria del Fiore
Basilica di San Lorenzo
Sacrestia Vecchia di San Lorenzo
Spedale degli Innocenti
Chiesa di Santo Spirito
Cappella dei Pazzi
Palazzo Pitti
PREFAZIONE
4. VITA
Nato a Firenze nel 1377, Filippo è figlio
di un notaio. Poco portato per la legge, il
padre si risolve presto di metterlo a
bottega come orafo. Le sue prime opere
sono, infatti, d’oreficeria; egli partecipa
alla realizzazione dell’altare argenteo di
San Jacopo a Pistoia e risulta
appartenente alla corporazione degli
orafi. I suoi veri interessi sono, però,
rivolti all’architettura. Ne costituisce
prova una testimonianza che lo dice
piuttosto svogliato presso la bottega,
mentre si dedica alacremente agli studi
prospettici, effettuando una serie
d’esperimenti ottici dal grande valore
scientifico.
Risale al 1401 la sua partecipazione al
celebre concorso, indetto a Firenze, per
la realizzazione della seconda porta del
Battistero, voluto dall’Arte dei mercanti
di Calimala. Alcune fonti lo indicano
Formella del Sacrificio di Isacco quale vincitore ex aequo con il Ghiberti,
Battistero di Firenze altre lo dicono secondo: questa
sconfitta, se vera, lo avrebbe indotto a
lasciare Roma.
5. Certo è che Brunelleschi manca dai
documenti cittadini nel periodo tra il 1401 e il
1416, mentre esistono alcune testimonianze
su di lui e sull’amico Donatello a Roma. E’
nella città eterna che Brunelleschi si avvicina
alla classicità e la studia minuziosamente.
L’architetto fiorentino è uno studioso
appassionato, come dimostra anche la sua
cultura universale. Egli, oltre che eccellente
architetto, è matematico, esperto di
geometria, inventore di macchine per
l’edilizia, ingegnere militare e navale, creatore
persino di strumenti musicali, studioso della
letteratura, in particolare della “Divina
Commedia” di Dante Alighieri.
La sua affermazione artistica avviene con la
Cupola del Duomo di Firenze. Per
aggiudicarsene la realizzazione, Brunelleschi
nel 1418 partecipa ad un concorso. Pure
questa volta gli viene affiancato il Ghiberti,
che presto però scompare dalle
Cupola del Duomo di Firenze testimonianze relative alla costruzione e
viene unanimemente escluso dai risultati
ottenuti sulla splendida cupola. Brunelleschi
ultima l’opera nel 1436
6. Negli anni di lavoro al Duomo, egli
porta avanti altri importanti progetti.
Nel 1419 realizza “L’Ospedale degli
Innocenti”, nel 1421 la “Sagrestia
Vecchia”, nel 1423 la “Chiesa di San
Lorenzo”, tra il 1430 e il 1440 attende
a “Santa Maria del Fiore”, alla
“Cappella de’ Pazzi”, a “Palazzo
Pitti”, alla “Chiesa di Santo Spirito”.
All’incredibile numero di progetti
realizzati, Brunelleschi affianca altre
attività. Sono numerosi i suoi viaggi a
Roma, Ferrara e Mantova per motivi
artistici. Si reca anche a Lucca e Facciata dell’Ospedale degli Innocenti
Pisa, chiamato per le sue doti
d’ingegnere militare. A Firenze,
inoltre, realizza impianti di
scenotecnica, come quello in San
Felice in Piazza, per la discesa
dell’Arcangelo Gabriele, durante una
rappresentazione. La morte lo coglie
nel 1446 mentre attende ad
un’opera, intento ad uno dei
numerosi progetti lasciati in eredità
agli artisti che da lui prenderanno
avvio per rinnovare la concezione
artistica coeva. Viene sepolto con
grandi onori nella navata destra del
Duomo. Cappella dei Pazzi
7. OPERE
Filippo Brunelleschi è tra i massimi esponenti del
primo Rinascimento italiano. La sua attività inizia
quando egli è molto giovane: è, infatti, appena
24enne, allorché partecipa al concorso, indetto
nel 1401, per la seconda porta bronzea del
Battistero di Firenze. Nel contempo, egli ha già
alcune attività personali, fuori dalle maestranze di
bottega. Perlopiù si occupa di oreficeria, realizza
un “Busto di profeta” in argento dorato per il
Battistero di Pisa ed alcune sculture in legno. Al
periodo giovanile risale il “Crocifisso” ligneo di
Santa Maria Novella, celebre per un aneddoto
sulla sua disputa poetica con l’amico Donatello.
Dopo la partecipazione al concorso, dunque nel
primo decennio del Quattrocento, i documenti
relativi alla vita del Brunelleschi scompaiono da
Firenze. E’ probabile che egli fosse a Roma, con
Donatello, a studiare le opere antiche ed a
maturare dentro di sé i germi della sua arte
successiva. Brunelleschi accoglie, nelle sue
meravigliose architetture, elementi dell’arte
classica: con questo non s’intende una
pedissequa imitazione, ma ispirazione e
assimilazione dell’equilibrio e dell’armonia,
proprie della classicità. Nel 1418 e nel 1420,
l’architetto è ancora a Firenze per partecipare a
due nuovi concorsi cittadini. Il primo è per
Crocifisso ligneo di Santa Maria Novella l’erezione della cupola del Duomo, che presenta
da tempo un annoso problema di ingegneria.
8. Dopo la morte del primo progettista del Duomo,
Arnolfo di Cambio, che aveva previsto una cupola a
chiusura della chiesa, sembra che nessuno sia più
in grado di realizzare questo elemento
architettonico, ben diverso dal tiburio medievale. E’
probabile che l’incapacità degli ingegneri sia da
attribuire alla peste del 1348, che si portò via gran
parte della popolazione e molti dei maestri. Sarà il
Brunelleschi ad inventare una nuova tecnica
costruttiva, applicandola al Duomo. Egli vince,
insieme al Ghiberti, entrambi i concorsi, ma risulta
poi tutta sua la costruzione dell’opera: l’artista la
porta a termine nel 1436, spingendo molti a gridare
al miracolo. La cupola ha forma gotica archiacuta
ed aspetto profondamente rinascimentale, con il
suo spiccare definito delle forme nello spazio,
sottolineate dai costoloni di marmo bianchi, che
incorniciano le vele rivestite di materiale povero. Il
25 marzo del ’36, Papa Eugenio IV inaugura
l’opera, ma Brunelleschi deve ancora portare a
termine alcuni elementi fondamentali: le “tribune
Cupola del Duomo di Firenze morte”, scavate da nicchie intervallate, che
imprimono una plasticità tipica dell’architetto a tutta la costruzione, e la “Lanterna”. Questo
elemento, per costruire il quale il Brunelleschi è costretto ancora a passare un concorso, è la
conclusione logica della cupola e termina con una sfera, espressione di perfezione geometrica.
L’opera brunelleschiana della cupola è, forse, l’espressione più evidente del concetto
rinascimentale di dominio dell’uomo sulla natura, sviluppato in modo armonico e senza
contrasto. La cupola si erge, difatti, dal centro di Firenze su tutta la città, sovrastando ciò che la
circonda, però armonizzandosi con i monti delle valli toscane e la natura che circonda l’area
fiorentina.
9. Durante i lavori al Duomo, Brunelleschi attende ad altri
lavori. Al 1419 risale “L’Ospedale degli Innocenti”.
L’edifico ha caratteristiche medievali, ma l’architetto
concepisce l’intera struttura secondo una doppia
partizione geometrica, tridimensionale nella parte
inferiore, bidimensionale in quella superiore. Il Nostro
applica un modulo compositivo a tutto l’edificio, che dà
unità ed è l’elemento al quale tutti gli altri si
proporzionano. Inoltre, egli applica la sua scienza anche
alla zona circostante l’Ospedale. Secondo un’innovativa
concezione urbanistica, crea una strada che collega il
centro cittadino con l’edificio, per sottolineare il suo
ruolo sociale di rilevanza.
Nello stesso periodo di questi lavori, il maestro progetta
la “Basilica di San Lorenzo”. La chiesa sorge su una
basilica precedente del IV secolo. Brunelleschi realizza
l’opera seguendo una concezione prospettica molto
precisa: tutte le linee vanno verso un punto di fuga, non
in modo infinito, come nel medioevo, ma in modo finito,
a misura d’uomo. Man mano che il fedele avanza,
seguendo l’asse principale, gli si rivelano le prospettive
laterali delle cappelle e degli archi, che lo
accompagnano sino al punto di fuga.
La costruzione dello spazio in funzione della presenza
Basilica di San Lorenzo umana è ancora più visibile nella “Sagrestia”.
10. Lo spazio è cubico, così che tutte le parti abbiano una
stessa relazione con il centro, ed è sormontato da una
cupola.Tutta la struttura è costruita secondo una
proporzione armonica, che si ripete singolarmente o per
multipli. E’ in questa composizione architettonica che
nasce la polemica di Brunelleschi con Donatello, il quale
sovrappone elementi scultorei assolutamente esterni alla
razionale composizione dell’autore. L’interno della
“Sagrestia” mostra somiglianze con la “Cappella de’
Pazzi”, progettata nel 1430. Vi si ritrova, infatti, il
medesimo rapporto tra membrature ed intonaco chiaro.
La pianta quadrata della Cappella si dilata grazie alla
presenza di due ali, sormontate da volte a botte. La
struttura rispecchia la fase matura dell’opera del
Brunelleschi, seppur sia stata terminata dopo la sua
Interno della “Sagrestia”
morte. Le sue ultime opere vieppiù dimostrano questa
maturità. La “Chiesa di Santo Spirito” è edificata secondo una complessa trama prospettica, che
varia a seconda del punto di vista dello spettatore. Purtroppo, dopo la morte del maestro, la
direzione dei lavori è nelle mani del Manetti, che stravolge alcuni elementi fondamentali. Ne è
chiaro esempio l’esterno dell’edificio, che avrebbe dovuto mostrare le curve convesse delle
cappelle interne, armonizzando l’interno con lo spazio esterno e sottolineando la presenza continua
della linea curva. Sorte peggiore è toccata al progetto di “Santa Maria degli Angeli”, pensata dal
Brunelleschi a pianta poligonale, ma realizzata in tempi recenti in modo arbitrario. Alla sua morte,
avvenuta nel 1446, Brunelleschi lascia molte opere, alcune delle quali incomplete, sebbene
corredate da progetti. La sua attività è cardinale nella formazione del pensiero rinascimentale e gli
attribuisce di diritto il titolo d’iniziatore del Rinascimento.
11. PROSPETTIVA MONOCULARE
Filippo Brunelleschi è considerato dalla critica moderna il
padre del Rinascimento italiano e, in quanto tale, il creatore di
quella rivoluzionaria concezione artistica che pone l’uomo al
centro del mondo. Tutti gli studi del maestro fiorentino in
materia di prospettiva sono volti a creare un metodo
prospettico che avalli la centralità umana nell’universo. E’ nei
primi anni d’attività, quando egli èmolto giovane e non ha
ancora creato la celebre Cupola del Duomo, che Brunelleschi
dipinge due tavolette in cui illustra questo metodo. All’epoca,
egli compie molti esperimenti ottici atti a delineare la
prospettiva lineare con un punto di fuga unificato, che sarà alla base di tutte le sue opere e di gran
parte dell’architettura rinascimentale. Le due tavolette, oggi perdute ma menzionate da più fonti
biografe, rappresentano una veduta di Piazza della Signoria con Palazzo Vecchio e la Loggia, ed
una veduta del Battistero attraverso la porta centrale del Duomo. Le fonti dicono che l’architetto
avesse praticato un foro nella seconda tavoletta, di dimensioni ridotte sul davanti rispetto al dietro.
Lo scopo di quest’apertura sta nel poter porre l’occhio dietro alla tavoletta e vedere, mediante uno
specchio posto di fronte, la riflessione dell’immagine in essa rappresentata.
In questo modo, Brunelleschi mette in pratica la visione della sua prospettiva unica e monoculare.
L’uso dello specchio gli serve per dimostrare la precisione e la matematicità della sua scoperta
prospettica. L’impostazione geometrica e perfetta della sua prospettiva monoculare si discosta molto
dalla binocularità medievale, nella quale si poteva scorgere “a colpo d’occhio” un ambiente
semicircolare, ma con una veduta d’insieme che desse l’idea della veduta fuggevole e momentanea.
La visione prospettica del Brunelleschi è perfetta ed equilibrata, armonica ed immutabile, e si basa
sul senso del compiuto e della perfezione.
12. DUOMO DI
SANTA MARIA DEL FIORE
L'edificio venne cominciato a costruire nel 1296 da
Arnolfo di Cambio su richiesta della Repubblica
Fiorentina, nel luogo dove esisteva già la chiesa di
Santa Reparata (cattedrale di Firenze). Alla morte
dell'architetto nel 1302 i lavori vennero interrotti e
ripresi nel 1334 da Giotto. Dopo la sua morte i lavori
rallentarono e dal 1357 la direzione fu affidata a Lapo
Ghini e a Francesco Talenti. Finalmente nel 1366 si
ebbe il progetto definitivo presentato da quattro
architetti e la costruzione divenne più spedita. Nel 1418
venne bandito un concorso per la costruzione della
cupola, vinto da Filippo Brunelleschi che tra il 1420 e il
1434 realizzò l'opera. Nel 1436 Papa Eugenio IV
consacrò solennemente il duomo dedicandolo a Santa
Maria del Fiore. La lanterna della cupola venne
compiuta nel 1461. L'interno è a croce latina diviso in
tre navate, vasto e senza decorazioni eccessive.
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13. CUPOLA DI SANTA MARIA DEL FIORE
Tra il 1420 e il 1446 Brunelleschi realizzò da solo la nuova
architettura di cui la cupola è l'esempio più significativo.
La cupola assume la dimensione di un'entità figurativa risolutiva di
tutta l'organizzazione urbana nel suo territorio. Il primo significato
della cupola nasce dall'aver affermato con coerenza che non si
trattava soltanto di creare un'altra grande opera ma di avere una
nuova dinamica di rapporti, una struttura capace di riassumere e
coordinare le forme preesistenti e future. Nella realizzazione della
cupola intervengono le idee architettoniche nel modo di concepire
un'opera rinascimentale ma anche soltanto tecniche che potevano
risolvere i problemi strutturali. Il problema della cupola affannava
da anni gli operai del Duomo, da quando cioè era stato costruito il
tamburo ottagonale e non restava, per completare la fabbrica, che
coprirlo con la grande volta. Ma come costruire e dove appoggiare
le enormi centine di legno, le armature che avrebbero dovuto sostenere la cupola fino alla
sua chiusura definitiva con la chiave di volta? Brunelleschi trovò una soluzione
rivoluzionaria: piuttosto che ricopiare il metodo romano di costruzione a calotta (Pantheon) o
quello medioevale delle centine, propose di alzare la cupola senza armature, inventando
una nuova tecnica basata sul calcolo, che sarà poi ripresa anche da Michelangelo.
L'architetto equilibrò la cupola mediante una doppia calotta, una collegata all'altra ricorrendo
per esempio ad un migliore scarico dei pesi e a vari accorgimenti, fra cui quello a "spina di
pesce". La cupola ha una forma gotica perchè è ad arco acuto; ciò era necessario forse per
ragioni tecniche ma anche per un preciso rapporto con il resto del Duomo che è pur sempre
gotico; tuttavia essa è anche rinascimentale per la sua monumentalità e il suo volume che è
definito nello spazio. Clicca sulla foto per vedere le immagini
14. Nel 1436 finalmente la grande volta era chiusa eppure
l'opera non era completa: mancavano le quattro tribune alla
base del tamburo che vennero costruite tra il 1439 e il 1445.
La lanterna è l'ultimo elemento per il completamento della
cupola. La lanterna ha lo scopo di illuminare l'interno della
cupola; i lavori iniziarono nel 1446, pochi mesi prima della
morte del Brunelleschi e l'esecuzione venne affidata a
Michelozzo. La cupola domina il panorama dell'intera città,
non solo per l'altezza (oltre 105 metri da terra e 51 metri di
diametro), ma anche per il volume. Occupa quasi il centro
geografico di Firenze e della sua vallata e ne costituisce il
punto di riferimento e il perno. Nella sua imponenza c'è uno
straordinario accordo con la città e soprattutto con i monti
circostanti: l'opera, pur dominando la natura, non la
stravolge ma la esalta mettendosi in relazione con essa. La
cupola dunque rappresenta, nel modo più evidente, l'idea
rinascimentale dell'uomo, padrone in virtù della ragione,
dell'ambiente circostante, non per conquista ma per
accordo naturale. E proprio per l' intervento del Brunelleschi
che Firenze, pur essendo ancora in sostanza medioevale, si propone sempre fino ad oggi
come città "rinascimentale". Le realizzazioni e i progetti più importanti del '400 sono legati ai
nomi di grandi committenti ( Medici, Montefeltro, Estensi, Gonzaga, Piccolomini) e di grandi
architetti (Brunelleschi, Alberti, Michelozzo,Pesellino, Laurana, Rossetti ecc.). Gli interventi
sono fortemente caratterizzati dalle esigenze e dalle personalità del committente; si tratta
dunque di strutture e di forme nelle quali sono soprattutto gruppi di potere a rispecchiarsi.
Clicca sulla foto per vedere le planimetrie e piante
20. BASILICA DI SAN LORENZO
Di origine antichissima, fu eretta sul luogo di una preesistente
chiesa consacrata nel 393 da S. Ambrogio, vescovo di
Milano. Edificata in stile romanico verso il 1000 fu progettata
nell'architettura che vediamo oggi nel 1418 da Filippo
Brunelleschi e ricostruita tra il 1421 e il 1446, su commissione
di Giovanni Bicci De' Medici, poi continuata dall'allievo
Antonio Manetti, che la portò a termine nel 1460.La facciata
esterna è rimasta incompiuta. L'interno è classicamente
diviso in tre navate divise da colonne corinzie con arcate a
tutto sesto con la tipica decorazione brunelleschiana di pietra
serena su intonaco bianco. La navata centrale, a copertura
piana, è illuminata dalle ampie finestre che si aprono in alto.
Le due navate laterali hanno invece volte a vela e sono
illuminate da finestre tonde più piccole; sulle navate si
aprono buie cappelle limitate da archi. Le fonti luminose
mettono così in risalto la navata centrale. Tutto l'insieme è di
serenità e armonia impeccabile. I due pulpiti nelle due ultime
campate della navata centrale, a destra e a sinistra, sono le
Clicca sulla foto per vedere le
ultime opere di Donatello che morì nel 1466 , lasciandoli così immagini
incompiuti. Vennero poi terminati da due suoi allievi. Ai piedi
dei gradini dell'altare maggiore, tre grate in bronzo segnano il
punto dov'è sepoltoCosimo "il Vecchio" De' Medici.
Dall'angolo a sinistra del transetto si accede alla sacrestia
vecchia .
27. SACRESTIA VECCHIA
E' situata all'interno della chiesa di San
Lorenzo. E' stata architettata dal Brunelleschi
(tra il 1420 e il 1429), che vi lasciò l'impronta
del suo stile, qui portata al massimo
dell'equilibrio e del ritmo armonioso. La pianta
è quadrata con cupola emisferica. I medaglioni
nei pinnacoli della cupola, rappresentanti
alcune storie di San Giovanni, sono opere di
Donatello, come anche i quattro evangelisti
nelle lunette, il fregio di Cherubini, i due portali
in bronzo ai lati dell'altare con figure degli
apostoli e dei "dottori" della chiesa e il busto di
S. Lorenzo in terracotta sul banco. Nel
sarcofago al centro sono sepolti Giovanni Bicci
De' Medici e sua moglie Piccarda (genitori di
Cosimo De'Medici). Il sarcofago a sinistra sotto
l'arco raccoglie invece le salme di Giovanni e
Piero De' Medici.
Clicca sulla foto per vedere altre immagini
30. SPEDALE DEGLI INNOCENTI
Nel 1419 il Brunelleschi venne incaricato
del progetto dello Spedale dalla
Repubblica fiorentina, che lo adibì ad
orfanotrofio. La costruzione dell'edificio
venne seguita dal Brunelleschi dal 1421 al
1424, e terminata da Francesco della
Luna nel 1445. L'opera è affacciata sulla
piazza della Santissima Annunziata,
naturalmente a Firenze. Lo Spedale è in
stile rinascimentale (primo rinascimento).
L'edificio è costruito in mattoni ed
intonaco; è decorato da capitelli corinzi su
colonne, finestre timpanate e da tondi con
putti in fasce (che rappresentano gli
orfani) di Andrea della Robbia. Clicca sulla foto per vedere le immagini
I tondi risalgono al 1463 e sono in terracotta invetriata con sfondo azzurro e putti
bianchi. La struttura è simmetrica e racchiude un cortile a portico; all'interno vi è
inoltre la Galleria, che raccoglie varie opere d'arte ed è composta da cinque sale.
La facciata, di colore bianco, è divisa in due parti, corrispondenti a primo e
secondo piano; nella parte inferiore c'è una loggia di nove arcate; la parte
superiore è costituita da una parete liscia, dove sono situate le finestre timpanate.
Le due parti sono divise da una specie di cornicione. L'edificio dà un senso di
calma e una sensazione di equilibrio, data dal fatto che le colonne sulla facciata
hanno un'altezza uguale alla distanza tra l'una e l'altra e alla profondità della
loggia.
Le funzioni dello Spedale non sono più quelle di orfanotrofio, ma , come già detto,
sono cambiate in museo (la Galleria).
35. CHIESA DI SANTO SPIRITO
Sorta sul posto dove si trovava una
duecentesca chiesetta, la solenne Basilica di
Santo Spirito, iniziata nel 1444 e terminate nel
1487, purtroppo, è stata quasi interamente
costruita dopo la morte del Brunelleschi e molte
modifiche, anche sostanziali, sono state
apportate da Antonio Manetti che diresse i
lavori assieme a Salvi d'Andrea. All'interno di
Santo Spirito le linee, come in San Lorenzo,
definiscono longitudinalmente le superfici,
ritagliando trasversalmente le linee di fuga per
permettere una più esatta misurazione. L'interno, ha una pianta a croce latina
divisa in tre navate; esse, invece di essere limitate al solo corpo principale,
proseguono anche nel transetto e nella tribuna, creando una complessa trama
prospettica, i cui rapporti variano, variando il punto di vista dello spettatore. Inoltre
le cappelle (in tutto 38), lungo tutto il perimetro della chiesa, sono a forma di
nicchia, ossia semi circolari con catino sovrastante e fra l'una e l'altra, invece delle
paraste, sono poste semicolonne. All'esterno, poi, invece dell'attuale muro
rettilineo, si sarebbero dovute vedere le curve connesse delle cappelle; ciò avrebbe
generato un movimento continuo delle superfici.
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39. CAPPELLA DEI PAZZI
Fu iniziata nel 1429 dal Brunelleschi e terminata nel 1443, su ordine della famiglia dei
Pazzi, ed è situata a destra della chiesa di Santa Croce. La pianta è rettangolare, e il
vano centrale di essa è dominato dalla cupola. L'interno, tipicamente brunelleschiano,
è in pietra serena su intonaco bianco. L'ingresso interno è delimitato da un arco, a cui
si affiancano quattro luminose finestre. L'ingresso esterno è coperto da un portichetto
con volta a botte e colonne trabeate.
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43. PALAZZO PITTI
Palazzo Pitti è stato costruito da Filippo Brunelleschi alla metà del XV secolo su
ordine di Luca Pitti, ricchissimo mercante antagonista dei Medici. Pitti voleva un
palazzo che per grandiosità superasse tutti gli altri esistenti, compreso quello dei
Medici. Il Brunelleschi disegnò la parte centrale con equilibrata misura, in forme
semplici ma grandiose. L'edificio è a tre piani con rivestimento a bugnato e finestre
aperte da arcate. Nel 1465, quando i Pitti caddero in rovina, la costruzione venne
interrotta. Nel 1549 il palazzo fu acquistato da Eleonora di Toledo, consorte di
Cosimo I, la quale affidò l'incarico a Bartolomeo Ammannati a metà del '500 di
eseguire i lavori di completamento. Le due ali laterali, dette " rondò ", vennero
aggiunte tra il 1764 e il 1783. Attualmente vi hanno sede la galleria di Palatina e la
galleria d'arte moderna.
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