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Università degli studi
                                                                                di Milano



   ITALIA ED EUROPA A CONFRONTO:
TARGET NAZIONALI, STRATEGIE E SCELTE
            TECNOLOGICHE




 Marzio Galeotti
 (Università di Milano, IEFE-Bocconi, lavoce.info)

 “Le nuove politiche europee per l’energia: sfide e opportunità per i territori”,
 Mantova 29 ottobre 2008                                                                  0
Schema della presentazione
• La prospettiva del negoziato
  internazionale da Kyoto a Copenhagen
• EU: ottemperando a Kyoto
• La nuova politica europea integrata clima
  ed energia
• Gli impegni dell’Italia
• La recente politica italiana


                                         1
Schema della presentazione
• La prospettiva del negoziato
  internazionale da Kyoto a Copenhagen
• EU: ottemperando a Kyoto
• La nuova politica europea integrata clima
  ed energia
• Gli impegni dell’Italia
• La recente politica italiana


                                         2
Le emissioni
                           crescerebbero del
                         57% nello scenario di
                         riferimento, mentre si
                         stabilizzano in quello
                          di policy alternativo




   Entro il 2030 le
   emissioni sono
ridotte a circa 23 Gt,
 una riduzione di 19
   Gt rispetto allo
     scenario di
     riferimento
                                             3
Fonte: IEA WEO 2007
IPCC AR4 WGIII e le prospettive per il post-Kyoto




www.cop15.dk/en



                                                          4
Schema della presentazione
• La prospettiva del negoziato
  internazionale da Kyoto a Copenhagen
• EU: ottemperando a Kyoto
• La nuova politica europea integrata clima
  ed energia
• Gli impegni dell’Italia
• La recente politica italiana


                                         5
La lotta al clima dell’Unione Europea

  I cambiamenti climatici sono un problema mondiale che non può
essere risolto dalle azioni di un singolo paese o regione.

  D’altra parte, la EU rappresenta solo una singola regione con una
quota piccola e decrescente delle emissioni mondiali di anidride
carbonica.

   Nel 1990 le emissioni della EU costituivano il 20% del totale mondiale;
nel 2005 il 15%, mentre – secondo lo scenario di base dell’ultimo World
Energy Outlook 2007 della IEA – nel 2020 e 2030 esse
rappresenteranno il 12% e 10%
   Abbiamo di fronte due trend che vanno in direzione opposta:
importanza decrescente delle emissioni EU e crescenti targets di
riduzione delle emissioni.


                                                                             6
Ottemperando a Kyoto: la EU15
      Emissioni di gas serra della EU15 e target di Kyoto




                                                   Fonte: EEA 2008
                                                                     7
… le emissioni devono raggiungere il livello 92 per Kyoto….
Ottemperando a Kyoto: la EU15 e i nuovi stati membri




                                                            8

Fonte: EEA 2006
An Integrated Climate and Energy Policy
                    Consiglio europeo 7-8 marzo 2007


   Ribadito l’obiettivo strategico: limitare l’aumento della temperatura
media globale a 20C al di sopra del livello pre-industriale
  “…un approccio integrato delle politiche del clima e dell’energia è
necessario per realizzare tale obiettivo”
  Obiettivi di una Energy Policy for Europe (EPE):
     - Cambiamenti climatici
     - Sicurezza energetica
     - Mercati competitivi (specialmente mercati dell’energia)
   Riduzione unilaterale emissioni del 20% per tutta la EU27 entro il
2020 rispetto ai livelli del 1990 (o del 30% nel caso di accordo
internazionale) (obiettivo vincolante) (equivalente a -14% rispetto al
2005)
   Analoga riduzione del 60% (80%) entro il 2050
   Aumento del 20% della quota minima di energia da fonti rinnovabili
entro il 2020 (di cui 10% di biocombustibili) (obiettivo vincolante      9
   Aumento del 20% dell’efficienza energetica (obiettivo “aspirational”)
Decisioni politiche chiave

• Una politica integrata del clima e dell’energia
• Riduzioni assolute delle emissioni sono la spina dorsale di un
  mercato globale del carbonio
• I paesi sviluppati devono continuare a fare da apripista
• Impegno a trasformare l’Europa in un’economia ad alta
  efficienza energetica e basse emissioni di gas serra
• Fermo impegno autonomo a ridurre le emissioni di almeno il
  20% entro il 2020 rispetto al 1990
• Effort sharing
• Emissions trading quale ancora
• Il Consiglio avalla l’intenzionale della Commissione di stimolare
  la costruzione e la messa in attività entro il 2015 di fino a 12
  impianti pilota di produzione commerciale di elettricità con
  tecnologie sostenbili a combustibili fossili (CCS)
                                                                      10
Ottemperando al 20-20-20: la EU27
      Emissioni di gas serra della EU27 e target del 20-20-20




                                                    Fonte: EEA 2008
                                                                      11
… le emissioni devono raggiungere il livello 80 per il 20-20-20….
La ricetta europea: alcune domande
La “nuova” politica europea nella sua versione unilaterale comporta
delle differenze in ordine alla lotta ai cambiamenti climatici? Che cosa
implica dal punto di vista delle politiche internazionali di mitigazione e
degli accordi internazionali sul clima?
Se fa davvero differenza riuscirà la EU a farcela?
Gli ingredienti della politica sono tra loro coerenti? In particolare, il
target del 20% per le emissioni implica una quota minima del 20% di
energia rinnovabile (e/o un aumento al 20% dell’efficienza energetica)?
Se invece non fa differenza, perchè la EU fa tutto ciò? Possibili
risposte:

Mantenere la leadership politica e la propria influenza nel contesto delle nuove
potenze mondiali
Acquisire una leadership tecnologica (nucleare in Francia, solare in Germania,
CCS…)
Sincera preoccupazione (buon esempio, con un occhio agli impatti dei CC nel
continente europeo)
                                                                               12
Climate Action and Renewable Energy Package
         the EC's legislative proposal to achieve agreed EU objectives
                       in the fight against climate change
                        Commissione europea 23 gennaio 2008

   Package presentato dal presidente EC Barroso il 23 gennaio 2008 al fine di
dare contenuto alle decisioni del Consiglio d’Europa del marzo 2007. Esso
specifica il contributo atteso da ogni Stato membro al fine di conseguire gli
obiettivi di emissione e propone una serie di misure per aiutare a raggiungerli
   Mentre le misure costerebbero 3 euro in media a settimana, Barroso ha
dichiarato: “il costo dell’inazione è fino a 10 volte più elevato di ciò che qui
proponiamo“
   Proposta di rafforzamento ed estensione del EU ETS dopo il 2012
   Proposta di "Effort Sharing“ sulla ripartizione tra i paesi membri dell’onere di
riduzione delle emissioni per i settori non-ETS (trasporti, costruzioni, servizi,
piccoli impianti industriali, agricoltura, rifiuti)
   Proposta di attribuzione di obiettivi minimi vincolanti per le fonti rinnovabili al
2020 e criteri di sostenibilità dei biocombustibili
   Proposta relativa al quadro giuridico dell’uso della Carbon Capture and
Storage - CCS
   Revisione delle norme relative agli aiuti di stato nell’area della protezione
                                                                                      13
ambientale
Climate Action and Renewable Energy Package
                                     - Emissioni -

Il pacchetto include una serie di proposte di direttiva interrelate:

   EU Emission Trading Scheme dopo il 2012 (terza fase; complessivo -21%
relativamente al 2005 entro il 2020; non più NAPs)

  Emissioni "Effort Sharing“(complessivo -10%)

                                     G H G T a rg e t:
                            -2 0 % c o m p a re d to 1 9 9 0


                           -1 4 % c o m p a re d to 2 0 0 5

                   EU ETS                                      N o n E T S s e c to rs
             -2 1 % c o m p a re d                        -1 0 % c o m p a re d to 2 0 0 5
                   to 2 0 0 5
                                 2 7 M e m b e r S ta te ta r g e ts , s tre tc h in g fr o m -2 0 % to + 2 0 %




                                                                                                                  14
I principi chiave del target europeo alle emissioni al 2020
1. Cost-effectiveness
2. Flessibilità – senza la quale ogni deviazione dalle proiezioni ex ante
   potrebbe condurre a costi che una opzione meno rigida eviterebbe
3. Mercato interno e competizione equa
4. Sussidiarietà – gli Stati membri mantengono competenze chiave nel
   definire misure come schemi ambiziosi di tassazione, gestione del
   traffico, cambiamenti modali di trasporto, trasporto pubblico,
   pianificazione urbana
5. Equità – riconoscimento dell’esistenza di circostanze differenti
6. Competitività e innovazione – necessità di proteggere la
   competitività all’interno di un chiaro commitment alla leadership nel
   campo dei CC, migliorare la sicurezza energetica ed accelerazione
   dell’innovazione al fine di creare un vantaggio competitivo nell’area
   delle energie pulite
                                                                            15
EU ETS: Cosa c’è di nuovo?
•   Target complessivo “armonizzato” (centralizzato) del -21% rispetto al 2005

•   Copertura estesa
    – Più settori (chemico, alluminio), forse aviazione
    – Più gas (N2O – fertilizzanti, PFCs – alluminio)

•   Opt-out per piccoli emettitori
    – Se misure equivalenti (es. tasse) sono introdotte

•   Regole armonizzate di allocazione – base comune
    – Nessuna distorsione della concorrenza
    – Nessun rischio di aiuti di stato per gli operatori
    – Attenzione speciale sarà data al rischio di carbon leakage
        • La CE deve riferire entro il 2011

•   Dalle allocazioni gratuite alle assegnazioni tramite asta
    – Assetto delle aste da negoziare
    – Uso dei ricavi da aste è un elemento cruciale del disegno delle aste
    – Assegnazione completamente tramite asta per l’elettricità fin dall’inizio

                                                                                  16
EU ETS: Cosa c’è di nuovo?
•   Quota del “cap” da mettere all’asta
    – Totale per il settore elettrico fin da subito
        • Piena traslazione dei costi sulle bollette
    – Aumento graduale della quota per gli altri settori

•   Distribuzione dei diritti d’asta
    – 90% del “cap” messo all’asta distribuito secondo la quota delle emissioni verificate
        del 2005 di ciascun stato membro
    – 10% distribuito a quegli stati membri che hanno un PIL pro capite inferiore del 120%
        della media EU

•   Uso dei ricavi d’asta
    – 20% dei ricavi dovrebbe essere impiegati per combattere i CC e promuovere le
       energie rinnovabili

•   Progressiva riduzione fino all’azzeramento entro il 2020
    – Inizio con 80% di assegnazioni gratuite nel 2013
    – Allocazione secondo regole comunitarie, es. benchmarking
    – Nessuna allocazione gratuita al settore elettrico

•   Industrie esposte a un significativo rischio di carbon leakage
    – Possono ricevere fino al 100% di allocazioni gratuite della quantità di permessi
        determinati secondo regole comunitarie                                           17
    – Questi settori saranno individuati al più tardi entro il 2010
Project based Reductions (CDM)
Costi dell’ accesso illlimitato: riduzione emissioni del 20% con accesso illimitato a
   tali crediti comporta prezzi del carbonio tanto bassi fino a €4 per tonnellata con
   conseguenze di:
• Nessun cambiamento significativo nel sistema energetico
• Risparmi di petrolio e gas non si materializzano
• Innovazione tecnologica non incentivata
• Target del 20% per le rinnovabili più difficile da raggiungere
• Minore leadership della EU nei cambiamenti climatici
• Minore spinta a sviluppare e adottare tecnologie energetice avanzate e a basso
   tenore di carbonio

NAPs nel secondo periodo (2008-12) permettono di importare nel EU ETS più del
  13% di crediti JI e CDM

Se come è proposto, è consentito il banking di permessi dalla seconda alla terza
   fase, ed è esteso a tutto il periodo, esso rappresenterà il 5% del cap
   complessivo, cioè un quarto dell’intero sforzo di riduzione al 2020 all’interno
   dell’EU ETS

Il target del 30% potrebbe essere raggiunto rapidamente con accesso al CDM ma
     risorse finanziarie significative dovrebbero essere rese disponibili per acquisire i
     crediti aggiuntivi generati attraverso i CDM
                                                                                            18
NETS: burden
                                                                   sharing




Ripartizione dell’obbligo
             dell’
In base al PIL pro capite   Per il NETS dovranno essere
                            Individuate in via prioritaria
                            misure ulteriori:
                               nel settore dei trasporti
                               nel settore civile
                              Nel settore dell’agricoltura
                                            dell’
                               nella promozione dell’eco-
                                                    dell’ eco-
                               efficienza nei consumi
                                                                                19
                               industriali e civili
Climate Action and Renewable Energy Package
                       - Rinnovabili -
                                   Share of Renewables
                                         Percent
                          Calc. 2005     EC 2005     EC 2020

      Austria               23.2          23.3           34.0
      Belgium                2.4           2.2           13.0
      Bulgaria              10.7           9.4           16.0
      Cyprus                 2.9           2.9           13.0
      Czech Republic         6.3           6.1           13.0
      Denmark               16.8          17.0           30.0
      Estonia               17.8          18.0           25.0
      Finland               28.1          28.5           38.0
      France                 9.8          10.3           23.0
      Germany                6.8           5.8           18.0
      Greece                 7.6           6.9           18.0
      Hungary                4.1           4.3           13.0
      Ireland                3.2           3.1           16.0
      Italy                  5.2           5.2           17.0
      Latvia                35.2          34.9           42.0
      Lithunania            15.2          15.0           23.0
      Luxembourg             2.4           0.9           11.0
      Malta                  0.0           0.0           10.0
      Netherlands            2.4           2.4           14.0
      Poland                 7.2           7.2           15.0
      Portugal              17.1          20.5           31.0
      Romania               18.5          17.8           24.0
      Slovakia               6.9           6.7           14.0
      Slovenia              14.7          16.0           25.0
      Spain                  8.0           8.7           20.0   20
      Sweden                40.9          39.8           49.0
      United Kingdom         1.5           1.3           15.0
Rinnovabili: potenziale e obiettivo al 2020




                                              21
Rinnovabili: aspetti e problemi

•   Onere distribuito per metà sulla base dello sforzo fatto attraverso un incremento a tasso
    costante della quota di energia rinnovabile e per l’altra metà in base al PIL

•   Targets saranno più difficili da raggiungere per stati membri con minore potenziale di
    risorse e più elevato target

•   Creazione di un regime che permette di trasferire Certificati di garanzia (Guarantees of
    Origin) e lascia discrezione agli stati in termini di ammontare e tempi della loro
    trasferibilità – una parziale apertura di mercato che permette agli stati di trarre vantaggio
    da fonti meno care e raggiungere il proprio targets a costi più bassi

•   Target per le rinnovabili è cruciale per il sistema energetico
    – Il potenziale per le rinnovabili è limitato
    – La quota delle rinnovabili impone un tetto ai consumi finali di energia (FEC)
    – Può questo limite per i FEC soddisfare i servizi energetici richiesti?

•   Interazione con il “cap” per i settori Non-ETS
    – È il “cap” sulle emissioni dei Non-ETS compatibile con i FEC da combustibili fossili
        necessari a questo settore?

                                                                                              22
Biocombustibili

Target del 10% di biocombustibili nel settore dei trasporti subordinato a:

•   Produzione sostenibile (livello minimo di risparmio di GHG del 35%)
•   Divieto di conversione di aree con elevato stock di carbonio o un elevato valore
    di biodiversità nella EU
•   Estensione dei criteri di ottemperanza incrociata per comprendere tutti I
    feedstock utilizzati
•   Biocombustibili di seconda generazione diventino dispnibili commercialmente e
•   Fuel Quality Directive emendata

Benefici dei Biocombustibili
Risparmi di 7 millioni di tonnellate di CO2 a costi additionali significativi, ma
  risultano in significative riduzioni nelle importazioni di petrolio che generano
  occupazione aggiuntiva




                                                                                       23
Climate Action and Renewable Energy Package
                        - Carbon Capture and Storage-

•   Parte di un portafoglio di sforzi di mitigazione - La maggior parte degli scenari indica
    che il ruolo del CCS aumenta nel corso del secolo

•   Utilizzo significativo a prezzi del carbonio superiori a 25-30 US$/tCO2

•   Dal 15 al 55% dello sforzo cumulativo di mitigazione a livello mondiale fino al 2100 -
    220 - 2,200 GtCO2 cumulativamente fino al 2100, a seconda del baseline
    scenario, livello di stabilizzazione (450 - 750 ppmv), ipotesi sui costi

•   In realtà CCs è forse la prima e più importante misura di adattamento

•   Riduce i costi complessivi di mitigazione aumentando la flessibilità nel realizzare la
    riduzione delle emissioni

•   Applicazione nei PVS importante

•   Elemento di attenzione è il fabbisogno di energia degli impianti CCS

•   Vi è una curva di apprendimento da percorrere

•   Problemi rimangono                                                                         24
Maturità del CCS


                                Post-combustion         Industrial
                   Oxyfuel                              separation
                 combustion     Pre-combustion

                                                Transport
  Mineral
carbonation
                 Enhanced                               Industrial
                 Coal Bed         Gas and oil           utilization
Ocean storage    Methane            fields
                                     Saline           Enhanced Oil
                                   formations           Recovery

                Demonstration     Economically              Mature
  Research
                   phase          feasible under            market
   phase
                                specific conditions
                                                                      25
Costi del CCS

• Le stime sulla potenzialità di abbattimento variano da 1,5 a 4
  Gt/anno di CO2 al 2030, su scala mondiale

• I primi progetti dimostrativi prospettano un costo di abbattimento
  dell’ordine dei 60 – 90 €/t CO2 per le nuove centrali a polverino di
  carbone, con una riduzione a 30 – 40 €/t al 2030 nel caso di
  attuazione del programma europeo tarato su 80 – 120 progetti.

• Tali costi sono in linea con i costi dei permessi di emissione
  stimati a tale orizzonte.

• L’estensione a 500 – 550 progetti CCS al 2030 potrebbe ridurre
  di circa 5 €/t il costo di abbattimento

• La cattura nelle centrali esistenti sembra risultare più costosa e
  dunque conveniente solo in alcuni casi

                                                                         26
Proposta di direttiva sul CCS

• Nel gennaio 2007 la Commissione EU ha deliberato la realizzazione
  di 12 progetti dimostrativi entro il 2015, nessuno dei quali è ancora
  attivo

• Conseguire una riduzione delle emissioni di 0,4 Gt in Europa,
  richiede la realizzazione e/o adattamento di 80 -120 progetti CCS
  per centrali termoelettriche e grandi impianti industriali, raggruppati
  in cluster intorno a reti di trasporto, con la condivisione di alcune
  aree di stoccaggio, i pozzi esauriti di petrolio e gas (mare del Nord)
  e/o gli acquiferi salini profondi.

• Presso il Parlamento Europeo è in corso l’iter di approvazione della
  proposta di Direttiva 2008/0015(COD) che disciplina il CCS. Il testo
  prevede di destinare 10 G€ di supporto al CCS recuperati dai fondi
  dei nuovi entranti del sistema ETS, per impianti operativi

• Piebalgs ha mostrato “apertura” verso l’adozione di aiuti di Stato per
  finanziare i progetti CCS
                                                                            27
Efficienza energetica
•   Decreto legislativo del 5/6/2008 che attua nel nostro ordinamento la direttiva
    2006/32/Ce sull'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici. Lo
    riferisce l’Agenzia Ansa, secondo cui il provvedimento recepisce la direttiva che
    obbliga l'Italia a ridurre i consumi del 10% entro il 2016 .

•   Con il decreto viene attribuito all'Enea l'incarico di Agenzia nazionale per
    l'efficienza energetica: l'intento è di promuovere la razionalizzazione dell'uso
    dell'energia, la diffusione di impianti a più alto rendimento energetico e l'utilizzo di
    sistemi di certificazione di qualità. Sono previste semplificazioni burocratiche per
    snellire il percorso autorizzativo dei lavori destinati a introdurre più alti standard di
    efficienza e risparmio in case private ed uffici.

•   Il settore pubblico sarà chiamato ad assolvere un ruolo di leadership rispetto ai
    privati, assumendo misure di miglioramento dell'efficienza energetica, privilegiando
    quelle efficaci sotto il profilo costi-benefici che generano il maggior risparmio
    energetico nel minor lasso di tempo; provvedendo all'acquisto di attrezzature e veicoli
    a ridotto consumo energetico,al ricorso a strumenti finanziari di risparmio energetico,
    all'utilizzo di immobili a basso consumo. Sono previsti impegni obbligatori anche per
    distributori e società di vendita di energia al dettaglio, che dovranno adottare misure
    di miglioramento dell'efficienza ed effettuare diagnosi di risparmio energetico.

•   Potenziamento certificati bianchi

                                                                                                28
Fattori di criticità del “pacchetto 20-20-20”

              PROSPETTIVA GLOBALE ED EUROPEA
Impatto effettivo su riduzione emissioni globali (-4%)?
Altri obiettivi della politica europea (technological leadership,
geopolitics)?
Obiettivi strategici (Copenhagen 2009)

                    PROSPETTIVA NAZIONALE
Obiettivi ambiziosi ma raggiungibili? Obiettivi impossibili?
Obiettivi costosi? Esistono alternative più efficienti?
Obiettivi compatibili? Aumento rinnovabili garantisce riduzione
emissioni? Riduzioni emissioni garantiscono aumento rinnovabili?
Possibilità di modifiche durante iter di approvazione?
Necessità di analisi approfondita con l’ausilio di modelli di equilibrio
economico generale che tengano conto di tutte le interrelazioni

                                                                           29
Schema della presentazione
• La prospettiva del negoziato
  internazionale da Kyoto a Copenhagen
• EU: ottemperando a Kyoto
• La nuova politica europea integrata clima
  ed energia
• Gli impegni dell’Italia
• La recente politica italiana


                                         30
Protocollo di Kyoto
                       Riduzione emissioni gas-serra
                       del 6.5% rispetto al 1990
                       durante il periodo 2008-2012
                       (già iniziato!). Oggi (2005)
                       siamo al +12.1%




                                                      31
Fonte: ENEA REA 2008
Le caratteristiche dell’Italia

La distanza da Kyoto aumenta, anzichè ridursi. Per meglio comprendere il contesto italinao è
opportuno notare alcune caratteristiche:

   Essendo quasi completamente dipendente dall’estero per input di energia primaria, l’Italia
possiede un’elevata efficienca energetica e una bassa intensità energetica in confronto ad
altre nazioni europee. Gli alti e volatili prezzi dell’energia hanno costituito forti incentivi per le
imprese italiane a controllare l’intensità energetica. Ciò significa che il costo marginale delle
politiche domestiche per migliorare ulteriormente la performance in termini di rapporto tra CO2
e PIL è più alto che non in altri Stati membri.

  Dal 1987 e fino ad oggi il nucleare per generare elettricità è proibito quale risultato di uno
specifico referendum popolare.

   L’Italia sta attualmente cercando di recuperare su altre nazioni industrializzate per quanto
riguarda la diffusione di apparecchiature ed impianti a basso consumo di energia delle famiglie
(come per esempio il condizionamento dell’aria), mostrando una crescita più veloce dele
nazioni vicine. D’altra parte, per quanto concerne la diffusione di pratiche di risparmio
energetico e di riduzione delle emissioni nei settori residenziale e dei trasporti, l’Italia è ancora
in ritardo rispetto agli altri paesi.

  L’Italia sta attuando un lungo processo di privatizzationi-liberalizzazioni-regolamentazione
nel settore dell’energia, specialmente nel settore elettrico.                               32
Importanza settori
    civile e trasporti
nel consumo di energia




                                   Limitata
                                importanza
                                     fonti
                                 rinnovabili




        Importanza settori
        generazione
        elettrica e trasporti
        nella produzione di              33
        emissioni
La politica del clima ed energetica dell’Italia ad oggi può essere
riassunta da quattro documenti ufficiali:
- le delibere CIPE 1998 e 2002
- i Piani nazionali di allocazione (NAP) 2005 e 2008




                                                                     34
Le politiche per il Protocollo di Kyoto: CIPE e PNA a confronto




                                                                  35
La politica energetica e del clima dell’Italia
                   prossima ventura

• Per l’Italia (e per gli altri paesi europei) la strada nei
  prossimi 12 anni (e oltre) è segnata


            Obbligazioni del nostro paese
• Protocollo di Kyoto 1997
• Delibera CIPE 11 dicembre 2007
• Climate Action and Renewable Energy Package
 europeo (7-8 marzo 2007 e 23 gennaio 2008)


                                                               36
Politiche e misure per il Protocollo di Kyoto




                                                37
Delibera CIPE 11 dicembre 2007
  Avviare un più ampio processo di aggiornamento della delibera n. 123/2002 che dovrà
concludersi entro il 31 marzo 2008

  tale aggiornamento, nella sua fase conclusiva, dovrà prevedere tutte le azioni e le misure
necessarie per il raggiungimento dell’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas-serra fissato
per l’Italia nell’ambito del protocollo di Kyoto, nonché l’individuazione delle risorse finanziarie
necessarie e la loro copertura

  tale aggiornamento, in linea di massima, non dovrà prevedere ulteriori impegni di riduzione
per i settori soggetti all’emission trading

  le misure ulteriori dovranno essere individuate in via prioritaria nel settore dei trasporti (in
particolare della gestione della mobilità in ambito urbano ed extraurbano), nel settore civile
(con particolare attenzione all’edilizia scolastica), nel settore dell’agricoltura e nella
promozione dell’ecoefficienza nei consumi industriali e civili (pubblici e privati)

   entro il 15 gennaio 2008 i Ministeri competenti, con il supporto delle regioni e degli Enti
locali, dovranno fornire al Comitato Tecnico Emissioni (CTE) l’identificazione di tali misure e
la quantificazione del loro contributo alla riduzione delle emissioni di gas-serra. Qualora, entro
il suddetto termine, non fossero trasmesse al CTE misure sufficienti a garantire che l’Italia
raggiunga l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas-serra fissato nell’ambito del Protocollo
di Kyoto, sarà compito del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare,
sentiti i Ministeri competenti, proporre allo stesso CTE gli interventi necessari a conseguire
tale obiettivo                                                                                   38
Climate Action and Renewable Energy Package
                     Commissione europea 23 gennaio 2008



 Quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo di energia finale al
2020
• 20% media EU
• 17% Italia

Quota dei biocarburanti per i trasporti al 2020
• 10% media EU
• 10% Italia

Riduzione delle emissioni di gas serra al 2020
• totale (ETS e settori non ETS): 20% di riduzione rispetto ai livelli 1990 in
Europa
• 12% sotto i livelli 1990 per i settori non ETS in Europa
• 13% sotto i livelli 1990 per i settori non ETS - Italia

L’obiettivo sull’efficienza energetica è incorporato negli altri                 39
Politiche e misure per il 20-20-20




                                     40
Leggi Finanziarie 2007 e 2008

                                       2007
Interventi a favore dell’efficienza e del risparmio energetico (edifici, industria,
mobilità sostenibile, biocarburanti, potenziamento certificati bianchi)
Fondo Kyoto
Interventi a favore dell’energia rinnovabile (fotovoltaico, certificati verdi)
Cogenerazione
Bioedilizia
Innovazione tecnologica (“Industria 2015”)



                                       2008
 Efficienza energetica (proroga agevolazioni)
Divieto dal 2010 elettrodomestici inferiori alla classe A e lampadine a
incandescenza e di motori elettrici appartenenti alla classe 3
Istituzione Fondo per il risparmio e l'efficienza energetica (1ml.euro)
Ruolo enti locali
                                                                                      41
Position Paper italiano sull’energia rinnovabile




                                                   42
Linee d’azione
                                   EMISSIONI
   Ruolo chiave a livello europeo dell’ETS       politiche per i settori ETS già
definite, non vi è spazio di intervento    possibile intervento a tutela
competitività (border tax)
   Spazio di intervento governi nazionali in settori non-ETS          riforma
fiscale ambientale (carbon tax)      intervento in settori critici (trasporti,
terziario, residenziale)


                              RINNOVABILI
  Intervento governi nazionali   incentivi e sussidi
  Intervento governi nazionali   ricerca e innovazione tecnologica
  spazio per intervento europeo     revisione regime aiuti di stato
  spazio per intervento europeo     utilizzo fondi da aste permessi di
emissione ETS



                                                                                   43
Linee d’azione
                                  DPEF 2008-2011

   Sezione IX.11 :“L’attuazione degli interventi sotto elencati, integrati alle misure
già previste nel PNA2 … consentono di prevedere un taglio complessivo delle
emissioni di oltre 70 milioni di tonnellate”

  Il governo stima che sia necessaria l’ottemperanza dei limiti posti all’Italia dal
secondo PNA, il Piano Nazionale di Allocazione, approvato dalla Commissione
europea nell’ambito dell’EU-ETS ed inoltre la realizzazione di una lunga lista di
misure

  Tali misure sono riportate a fine documento sotto il titolo “Contrasto ai
cambiamenti climatici e ai suoi effetti” e relative a trasporti, energia termoelettrica,
fonti rinnovabili, efficienza e risparmio energetico, riciclaggio rifiuti, edilizia,
agricoltura e foreste, difesa e consumo del suolo, biodiversità e aree protette,
acqua e risparmio idrico, innovazione tecnologica



                                                                                           44
Dimensione regionale/settoriale




Consumi energetici e Rinnovabili a livello regionale
    (ENEA Rapporto energia e ambiente 2006)
                                                       45
La Finanziaria 2008 assegnava importanti responsabilità



                                       •   ALLE REGIONI
  •   AI COMUNI
                                     Attribuzione di obiettivi vincolanti
Riduzione dell'ICI sotto il 4 per    inerenti la diffusione delle fonti
mille, a fronte della                rinnovabili, e quindi di
                                     rinnovabili
installazione del solare termico     abbattimento delle emissioni
(per 3 anni) o di altri sistemi di   dannose per il clima;
produzione di energia da fonti       Coordinazione di Province e
rinnovabili (per 5 anni);            Comuni ai fini del rispetto degli
Imposizione, per il rilascio del     obblighi (es. le nuove opere
permesso a costruire, non            pubbliche dovranno essere
soltanto la certificazione           accompagnate, oltre che dalla
energetica dell'edificio, ma         valutazione d'impatto ambientale,
anche la predisposizione al          quando richiesta, dalla
risparmio idrico e al recupero       certificazione del proprio contributo
delle acque meteoriche;              alla diminuzione delle emissioni
                                     clima-alteranti, secondo criteri
                                     definiti dal Ministero dell'Ambiente).   46
La politica del nuovo governo

  DDL “Manovra” diviso poi in:

   DL 25 giugno 2008 n.112 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo
economico, la semplificazione, la competitivita', la stabilizzazione della
finanza pubblica e la perequazione Tributaria (ROBIN TAX, SCONTO FISCALE
BENZINA, FONDO SOCIALE, NON PIU’ CERTIFICAZIONE ENERGETICA
EDIFICI)

  AC 1441-ter “Disposizioni per lo sviluppo e l’internalizazione delle imprese,
nonchè in materia di energia (NUCLEARE)

  ENEA: efficienza energetica + rinnovabili + nucleare

   STRATEGIA ENERGETICA NAZIONALE & Conferenza nazionale per
l’energia



                                                                             47
La disputa sui costi del pacchetto clima

Documento MATT-RIE - “…valutazioni più aggiornate ed accurate per l’Italia
configurano, infatti, entro il 2020 un costo complessivo per lo sviluppo delle risorse
rinnovabili non inferiore a 50 miliardi € e per la riduzione dell’intensità
energetica (o risparmio energetico) non inferiore a 120 miliardi € : ovvero un
costo annuale non inferiore a 15 miliardi €/anno di oneri addizionali per l’Italia
nel periodo 2013-2020”. Quanto alla riduzione delle emissioni il costo sarebbe di
23 – 27 G€/anno

Impact Assessment della CE - La Commissione stima i costi del pacchetto clima
per l’Italia nell’ordine dello 0,51-0,66 per cento del PIL, l’Italia sostiene che sono
pari al doppio, l’1,14 per cento del PIL, ossia 181,5 miliardi di euro
cumulativamente ovvero 18,2 miliardi in media d’anno. È importante notare che
questo ultimo dato non era stato fornito dalla Commissione europea a febbraio
2008 per la semplice ragione che corrisponde allo scenario privo di qualsiasi
meccanismo di flessibilità per rinnovabili e Cdm. È stato successivamente incluso
in un documento di più di 900 pagine, solo tabelle e numeri, in cui vengono
riprodotti paese per paese i risultati di tutti i vari scenari considerati nell’esercizio di
simulazione, ivi incluso quello assunto a riferimento dal nostro governo.
                                                                                           48
La disputa sui costi del pacchetto clima

Quanto alla posizione di Confindustria non si può non riconoscere che svolte nella
politica energetica e del clima di questo tipo, la cui importanza e necessità è da tutti
riconosciuta, comportano aggiustamenti nell’economia, che riguardano anche i
settori produttivi. L’industria delle rinnovabili fiorisce, le industrie energivore
soffrono: riallocazioni sono dolorose ma necessarie. L’esigenza è favorirle
attutendo per quanto possibile i costi. Ma le proposte di direttiva, con
l’assegnazione gratuita, almeno all’inizio, dei permessi di emissione , la possibilità
di opting-out per le piccole imprese dal mercato delle emissioni, fino alla discussa
possibilità di imporre border tax adjustments (cioè dazi all’import) per le produzioni
più a rischio di perdita di competitività, svolgono esattamente quella funzione.

Più in generale, infine, i numeri da tutti citati enfatizzano i costi, ma non tengono
adeguato conto dei benefici. Quale è l’entità dei danni dei cambiamenti climatici
evitati dalle direttive se dovessero entrare in vigore? Quale è l’entità dei cosiddetti
co-benefici rappresentati da guadagni occupazionali netti, da proventi connessi
all’innovazione tecnologica? Quale il costo di interventi alternativi come tasse sul
carbonio, quali i benefici in termini di minori emissioni di altri inquinanti connessi al
pacchetto? Non varrebbe la pena di dirigere maggiori sforzi verso una più accurata
valutazione dei benefici, oltre che dei costi?                                            49
La disputa sui costi del pacchetto clima




                                           50
Qualche conclusione e commento
Necessita’ di analisi economica approfondita degli effetti della
nuova politica europea

Necessità di agire subito, particolarmente nel settore dei trasporti
e civile

I governi non sembrano mostrare la preoccupazione e l’urgenza
che il problema comporta

Importanti problemi vengono sollevati: dal nucleare alle
implicazioni per la dipendenza energetica (rigassificatori ancora
necessari?), dalla consapevolezza della gente ai problemi
economici correnti (deficit pubblico)

Un altro rilevante aspetto è l’assetto istituzionale: la politica del
clima non può essere devoluta (“controriforma” del Titolo V?)
                                                                        51
poi è arrivata la crisi finanziaria….




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Italia ed Europa a confronto: target nazionali, strategie e scelte tecnologiche - di Marzio Galeotti

  • 1. Università degli studi di Milano ITALIA ED EUROPA A CONFRONTO: TARGET NAZIONALI, STRATEGIE E SCELTE TECNOLOGICHE Marzio Galeotti (Università di Milano, IEFE-Bocconi, lavoce.info) “Le nuove politiche europee per l’energia: sfide e opportunità per i territori”, Mantova 29 ottobre 2008 0
  • 2. Schema della presentazione • La prospettiva del negoziato internazionale da Kyoto a Copenhagen • EU: ottemperando a Kyoto • La nuova politica europea integrata clima ed energia • Gli impegni dell’Italia • La recente politica italiana 1
  • 3. Schema della presentazione • La prospettiva del negoziato internazionale da Kyoto a Copenhagen • EU: ottemperando a Kyoto • La nuova politica europea integrata clima ed energia • Gli impegni dell’Italia • La recente politica italiana 2
  • 4. Le emissioni crescerebbero del 57% nello scenario di riferimento, mentre si stabilizzano in quello di policy alternativo Entro il 2030 le emissioni sono ridotte a circa 23 Gt, una riduzione di 19 Gt rispetto allo scenario di riferimento 3 Fonte: IEA WEO 2007
  • 5. IPCC AR4 WGIII e le prospettive per il post-Kyoto www.cop15.dk/en 4
  • 6. Schema della presentazione • La prospettiva del negoziato internazionale da Kyoto a Copenhagen • EU: ottemperando a Kyoto • La nuova politica europea integrata clima ed energia • Gli impegni dell’Italia • La recente politica italiana 5
  • 7. La lotta al clima dell’Unione Europea I cambiamenti climatici sono un problema mondiale che non può essere risolto dalle azioni di un singolo paese o regione. D’altra parte, la EU rappresenta solo una singola regione con una quota piccola e decrescente delle emissioni mondiali di anidride carbonica. Nel 1990 le emissioni della EU costituivano il 20% del totale mondiale; nel 2005 il 15%, mentre – secondo lo scenario di base dell’ultimo World Energy Outlook 2007 della IEA – nel 2020 e 2030 esse rappresenteranno il 12% e 10% Abbiamo di fronte due trend che vanno in direzione opposta: importanza decrescente delle emissioni EU e crescenti targets di riduzione delle emissioni. 6
  • 8. Ottemperando a Kyoto: la EU15 Emissioni di gas serra della EU15 e target di Kyoto Fonte: EEA 2008 7 … le emissioni devono raggiungere il livello 92 per Kyoto….
  • 9. Ottemperando a Kyoto: la EU15 e i nuovi stati membri 8 Fonte: EEA 2006
  • 10. An Integrated Climate and Energy Policy Consiglio europeo 7-8 marzo 2007 Ribadito l’obiettivo strategico: limitare l’aumento della temperatura media globale a 20C al di sopra del livello pre-industriale “…un approccio integrato delle politiche del clima e dell’energia è necessario per realizzare tale obiettivo” Obiettivi di una Energy Policy for Europe (EPE): - Cambiamenti climatici - Sicurezza energetica - Mercati competitivi (specialmente mercati dell’energia) Riduzione unilaterale emissioni del 20% per tutta la EU27 entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990 (o del 30% nel caso di accordo internazionale) (obiettivo vincolante) (equivalente a -14% rispetto al 2005) Analoga riduzione del 60% (80%) entro il 2050 Aumento del 20% della quota minima di energia da fonti rinnovabili entro il 2020 (di cui 10% di biocombustibili) (obiettivo vincolante 9 Aumento del 20% dell’efficienza energetica (obiettivo “aspirational”)
  • 11. Decisioni politiche chiave • Una politica integrata del clima e dell’energia • Riduzioni assolute delle emissioni sono la spina dorsale di un mercato globale del carbonio • I paesi sviluppati devono continuare a fare da apripista • Impegno a trasformare l’Europa in un’economia ad alta efficienza energetica e basse emissioni di gas serra • Fermo impegno autonomo a ridurre le emissioni di almeno il 20% entro il 2020 rispetto al 1990 • Effort sharing • Emissions trading quale ancora • Il Consiglio avalla l’intenzionale della Commissione di stimolare la costruzione e la messa in attività entro il 2015 di fino a 12 impianti pilota di produzione commerciale di elettricità con tecnologie sostenbili a combustibili fossili (CCS) 10
  • 12. Ottemperando al 20-20-20: la EU27 Emissioni di gas serra della EU27 e target del 20-20-20 Fonte: EEA 2008 11 … le emissioni devono raggiungere il livello 80 per il 20-20-20….
  • 13. La ricetta europea: alcune domande La “nuova” politica europea nella sua versione unilaterale comporta delle differenze in ordine alla lotta ai cambiamenti climatici? Che cosa implica dal punto di vista delle politiche internazionali di mitigazione e degli accordi internazionali sul clima? Se fa davvero differenza riuscirà la EU a farcela? Gli ingredienti della politica sono tra loro coerenti? In particolare, il target del 20% per le emissioni implica una quota minima del 20% di energia rinnovabile (e/o un aumento al 20% dell’efficienza energetica)? Se invece non fa differenza, perchè la EU fa tutto ciò? Possibili risposte: Mantenere la leadership politica e la propria influenza nel contesto delle nuove potenze mondiali Acquisire una leadership tecnologica (nucleare in Francia, solare in Germania, CCS…) Sincera preoccupazione (buon esempio, con un occhio agli impatti dei CC nel continente europeo) 12
  • 14. Climate Action and Renewable Energy Package the EC's legislative proposal to achieve agreed EU objectives in the fight against climate change Commissione europea 23 gennaio 2008 Package presentato dal presidente EC Barroso il 23 gennaio 2008 al fine di dare contenuto alle decisioni del Consiglio d’Europa del marzo 2007. Esso specifica il contributo atteso da ogni Stato membro al fine di conseguire gli obiettivi di emissione e propone una serie di misure per aiutare a raggiungerli Mentre le misure costerebbero 3 euro in media a settimana, Barroso ha dichiarato: “il costo dell’inazione è fino a 10 volte più elevato di ciò che qui proponiamo“ Proposta di rafforzamento ed estensione del EU ETS dopo il 2012 Proposta di "Effort Sharing“ sulla ripartizione tra i paesi membri dell’onere di riduzione delle emissioni per i settori non-ETS (trasporti, costruzioni, servizi, piccoli impianti industriali, agricoltura, rifiuti) Proposta di attribuzione di obiettivi minimi vincolanti per le fonti rinnovabili al 2020 e criteri di sostenibilità dei biocombustibili Proposta relativa al quadro giuridico dell’uso della Carbon Capture and Storage - CCS Revisione delle norme relative agli aiuti di stato nell’area della protezione 13 ambientale
  • 15. Climate Action and Renewable Energy Package - Emissioni - Il pacchetto include una serie di proposte di direttiva interrelate: EU Emission Trading Scheme dopo il 2012 (terza fase; complessivo -21% relativamente al 2005 entro il 2020; non più NAPs) Emissioni "Effort Sharing“(complessivo -10%) G H G T a rg e t: -2 0 % c o m p a re d to 1 9 9 0 -1 4 % c o m p a re d to 2 0 0 5 EU ETS N o n E T S s e c to rs -2 1 % c o m p a re d -1 0 % c o m p a re d to 2 0 0 5 to 2 0 0 5 2 7 M e m b e r S ta te ta r g e ts , s tre tc h in g fr o m -2 0 % to + 2 0 % 14
  • 16. I principi chiave del target europeo alle emissioni al 2020 1. Cost-effectiveness 2. Flessibilità – senza la quale ogni deviazione dalle proiezioni ex ante potrebbe condurre a costi che una opzione meno rigida eviterebbe 3. Mercato interno e competizione equa 4. Sussidiarietà – gli Stati membri mantengono competenze chiave nel definire misure come schemi ambiziosi di tassazione, gestione del traffico, cambiamenti modali di trasporto, trasporto pubblico, pianificazione urbana 5. Equità – riconoscimento dell’esistenza di circostanze differenti 6. Competitività e innovazione – necessità di proteggere la competitività all’interno di un chiaro commitment alla leadership nel campo dei CC, migliorare la sicurezza energetica ed accelerazione dell’innovazione al fine di creare un vantaggio competitivo nell’area delle energie pulite 15
  • 17. EU ETS: Cosa c’è di nuovo? • Target complessivo “armonizzato” (centralizzato) del -21% rispetto al 2005 • Copertura estesa – Più settori (chemico, alluminio), forse aviazione – Più gas (N2O – fertilizzanti, PFCs – alluminio) • Opt-out per piccoli emettitori – Se misure equivalenti (es. tasse) sono introdotte • Regole armonizzate di allocazione – base comune – Nessuna distorsione della concorrenza – Nessun rischio di aiuti di stato per gli operatori – Attenzione speciale sarà data al rischio di carbon leakage • La CE deve riferire entro il 2011 • Dalle allocazioni gratuite alle assegnazioni tramite asta – Assetto delle aste da negoziare – Uso dei ricavi da aste è un elemento cruciale del disegno delle aste – Assegnazione completamente tramite asta per l’elettricità fin dall’inizio 16
  • 18. EU ETS: Cosa c’è di nuovo? • Quota del “cap” da mettere all’asta – Totale per il settore elettrico fin da subito • Piena traslazione dei costi sulle bollette – Aumento graduale della quota per gli altri settori • Distribuzione dei diritti d’asta – 90% del “cap” messo all’asta distribuito secondo la quota delle emissioni verificate del 2005 di ciascun stato membro – 10% distribuito a quegli stati membri che hanno un PIL pro capite inferiore del 120% della media EU • Uso dei ricavi d’asta – 20% dei ricavi dovrebbe essere impiegati per combattere i CC e promuovere le energie rinnovabili • Progressiva riduzione fino all’azzeramento entro il 2020 – Inizio con 80% di assegnazioni gratuite nel 2013 – Allocazione secondo regole comunitarie, es. benchmarking – Nessuna allocazione gratuita al settore elettrico • Industrie esposte a un significativo rischio di carbon leakage – Possono ricevere fino al 100% di allocazioni gratuite della quantità di permessi determinati secondo regole comunitarie 17 – Questi settori saranno individuati al più tardi entro il 2010
  • 19. Project based Reductions (CDM) Costi dell’ accesso illlimitato: riduzione emissioni del 20% con accesso illimitato a tali crediti comporta prezzi del carbonio tanto bassi fino a €4 per tonnellata con conseguenze di: • Nessun cambiamento significativo nel sistema energetico • Risparmi di petrolio e gas non si materializzano • Innovazione tecnologica non incentivata • Target del 20% per le rinnovabili più difficile da raggiungere • Minore leadership della EU nei cambiamenti climatici • Minore spinta a sviluppare e adottare tecnologie energetice avanzate e a basso tenore di carbonio NAPs nel secondo periodo (2008-12) permettono di importare nel EU ETS più del 13% di crediti JI e CDM Se come è proposto, è consentito il banking di permessi dalla seconda alla terza fase, ed è esteso a tutto il periodo, esso rappresenterà il 5% del cap complessivo, cioè un quarto dell’intero sforzo di riduzione al 2020 all’interno dell’EU ETS Il target del 30% potrebbe essere raggiunto rapidamente con accesso al CDM ma risorse finanziarie significative dovrebbero essere rese disponibili per acquisire i crediti aggiuntivi generati attraverso i CDM 18
  • 20. NETS: burden sharing Ripartizione dell’obbligo dell’ In base al PIL pro capite Per il NETS dovranno essere Individuate in via prioritaria misure ulteriori: nel settore dei trasporti nel settore civile Nel settore dell’agricoltura dell’ nella promozione dell’eco- dell’ eco- efficienza nei consumi 19 industriali e civili
  • 21. Climate Action and Renewable Energy Package - Rinnovabili - Share of Renewables Percent Calc. 2005 EC 2005 EC 2020 Austria 23.2 23.3 34.0 Belgium 2.4 2.2 13.0 Bulgaria 10.7 9.4 16.0 Cyprus 2.9 2.9 13.0 Czech Republic 6.3 6.1 13.0 Denmark 16.8 17.0 30.0 Estonia 17.8 18.0 25.0 Finland 28.1 28.5 38.0 France 9.8 10.3 23.0 Germany 6.8 5.8 18.0 Greece 7.6 6.9 18.0 Hungary 4.1 4.3 13.0 Ireland 3.2 3.1 16.0 Italy 5.2 5.2 17.0 Latvia 35.2 34.9 42.0 Lithunania 15.2 15.0 23.0 Luxembourg 2.4 0.9 11.0 Malta 0.0 0.0 10.0 Netherlands 2.4 2.4 14.0 Poland 7.2 7.2 15.0 Portugal 17.1 20.5 31.0 Romania 18.5 17.8 24.0 Slovakia 6.9 6.7 14.0 Slovenia 14.7 16.0 25.0 Spain 8.0 8.7 20.0 20 Sweden 40.9 39.8 49.0 United Kingdom 1.5 1.3 15.0
  • 22. Rinnovabili: potenziale e obiettivo al 2020 21
  • 23. Rinnovabili: aspetti e problemi • Onere distribuito per metà sulla base dello sforzo fatto attraverso un incremento a tasso costante della quota di energia rinnovabile e per l’altra metà in base al PIL • Targets saranno più difficili da raggiungere per stati membri con minore potenziale di risorse e più elevato target • Creazione di un regime che permette di trasferire Certificati di garanzia (Guarantees of Origin) e lascia discrezione agli stati in termini di ammontare e tempi della loro trasferibilità – una parziale apertura di mercato che permette agli stati di trarre vantaggio da fonti meno care e raggiungere il proprio targets a costi più bassi • Target per le rinnovabili è cruciale per il sistema energetico – Il potenziale per le rinnovabili è limitato – La quota delle rinnovabili impone un tetto ai consumi finali di energia (FEC) – Può questo limite per i FEC soddisfare i servizi energetici richiesti? • Interazione con il “cap” per i settori Non-ETS – È il “cap” sulle emissioni dei Non-ETS compatibile con i FEC da combustibili fossili necessari a questo settore? 22
  • 24. Biocombustibili Target del 10% di biocombustibili nel settore dei trasporti subordinato a: • Produzione sostenibile (livello minimo di risparmio di GHG del 35%) • Divieto di conversione di aree con elevato stock di carbonio o un elevato valore di biodiversità nella EU • Estensione dei criteri di ottemperanza incrociata per comprendere tutti I feedstock utilizzati • Biocombustibili di seconda generazione diventino dispnibili commercialmente e • Fuel Quality Directive emendata Benefici dei Biocombustibili Risparmi di 7 millioni di tonnellate di CO2 a costi additionali significativi, ma risultano in significative riduzioni nelle importazioni di petrolio che generano occupazione aggiuntiva 23
  • 25. Climate Action and Renewable Energy Package - Carbon Capture and Storage- • Parte di un portafoglio di sforzi di mitigazione - La maggior parte degli scenari indica che il ruolo del CCS aumenta nel corso del secolo • Utilizzo significativo a prezzi del carbonio superiori a 25-30 US$/tCO2 • Dal 15 al 55% dello sforzo cumulativo di mitigazione a livello mondiale fino al 2100 - 220 - 2,200 GtCO2 cumulativamente fino al 2100, a seconda del baseline scenario, livello di stabilizzazione (450 - 750 ppmv), ipotesi sui costi • In realtà CCs è forse la prima e più importante misura di adattamento • Riduce i costi complessivi di mitigazione aumentando la flessibilità nel realizzare la riduzione delle emissioni • Applicazione nei PVS importante • Elemento di attenzione è il fabbisogno di energia degli impianti CCS • Vi è una curva di apprendimento da percorrere • Problemi rimangono 24
  • 26. Maturità del CCS Post-combustion Industrial Oxyfuel separation combustion Pre-combustion Transport Mineral carbonation Enhanced Industrial Coal Bed Gas and oil utilization Ocean storage Methane fields Saline Enhanced Oil formations Recovery Demonstration Economically Mature Research phase feasible under market phase specific conditions 25
  • 27. Costi del CCS • Le stime sulla potenzialità di abbattimento variano da 1,5 a 4 Gt/anno di CO2 al 2030, su scala mondiale • I primi progetti dimostrativi prospettano un costo di abbattimento dell’ordine dei 60 – 90 €/t CO2 per le nuove centrali a polverino di carbone, con una riduzione a 30 – 40 €/t al 2030 nel caso di attuazione del programma europeo tarato su 80 – 120 progetti. • Tali costi sono in linea con i costi dei permessi di emissione stimati a tale orizzonte. • L’estensione a 500 – 550 progetti CCS al 2030 potrebbe ridurre di circa 5 €/t il costo di abbattimento • La cattura nelle centrali esistenti sembra risultare più costosa e dunque conveniente solo in alcuni casi 26
  • 28. Proposta di direttiva sul CCS • Nel gennaio 2007 la Commissione EU ha deliberato la realizzazione di 12 progetti dimostrativi entro il 2015, nessuno dei quali è ancora attivo • Conseguire una riduzione delle emissioni di 0,4 Gt in Europa, richiede la realizzazione e/o adattamento di 80 -120 progetti CCS per centrali termoelettriche e grandi impianti industriali, raggruppati in cluster intorno a reti di trasporto, con la condivisione di alcune aree di stoccaggio, i pozzi esauriti di petrolio e gas (mare del Nord) e/o gli acquiferi salini profondi. • Presso il Parlamento Europeo è in corso l’iter di approvazione della proposta di Direttiva 2008/0015(COD) che disciplina il CCS. Il testo prevede di destinare 10 G€ di supporto al CCS recuperati dai fondi dei nuovi entranti del sistema ETS, per impianti operativi • Piebalgs ha mostrato “apertura” verso l’adozione di aiuti di Stato per finanziare i progetti CCS 27
  • 29. Efficienza energetica • Decreto legislativo del 5/6/2008 che attua nel nostro ordinamento la direttiva 2006/32/Ce sull'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici. Lo riferisce l’Agenzia Ansa, secondo cui il provvedimento recepisce la direttiva che obbliga l'Italia a ridurre i consumi del 10% entro il 2016 . • Con il decreto viene attribuito all'Enea l'incarico di Agenzia nazionale per l'efficienza energetica: l'intento è di promuovere la razionalizzazione dell'uso dell'energia, la diffusione di impianti a più alto rendimento energetico e l'utilizzo di sistemi di certificazione di qualità. Sono previste semplificazioni burocratiche per snellire il percorso autorizzativo dei lavori destinati a introdurre più alti standard di efficienza e risparmio in case private ed uffici. • Il settore pubblico sarà chiamato ad assolvere un ruolo di leadership rispetto ai privati, assumendo misure di miglioramento dell'efficienza energetica, privilegiando quelle efficaci sotto il profilo costi-benefici che generano il maggior risparmio energetico nel minor lasso di tempo; provvedendo all'acquisto di attrezzature e veicoli a ridotto consumo energetico,al ricorso a strumenti finanziari di risparmio energetico, all'utilizzo di immobili a basso consumo. Sono previsti impegni obbligatori anche per distributori e società di vendita di energia al dettaglio, che dovranno adottare misure di miglioramento dell'efficienza ed effettuare diagnosi di risparmio energetico. • Potenziamento certificati bianchi 28
  • 30. Fattori di criticità del “pacchetto 20-20-20” PROSPETTIVA GLOBALE ED EUROPEA Impatto effettivo su riduzione emissioni globali (-4%)? Altri obiettivi della politica europea (technological leadership, geopolitics)? Obiettivi strategici (Copenhagen 2009) PROSPETTIVA NAZIONALE Obiettivi ambiziosi ma raggiungibili? Obiettivi impossibili? Obiettivi costosi? Esistono alternative più efficienti? Obiettivi compatibili? Aumento rinnovabili garantisce riduzione emissioni? Riduzioni emissioni garantiscono aumento rinnovabili? Possibilità di modifiche durante iter di approvazione? Necessità di analisi approfondita con l’ausilio di modelli di equilibrio economico generale che tengano conto di tutte le interrelazioni 29
  • 31. Schema della presentazione • La prospettiva del negoziato internazionale da Kyoto a Copenhagen • EU: ottemperando a Kyoto • La nuova politica europea integrata clima ed energia • Gli impegni dell’Italia • La recente politica italiana 30
  • 32. Protocollo di Kyoto Riduzione emissioni gas-serra del 6.5% rispetto al 1990 durante il periodo 2008-2012 (già iniziato!). Oggi (2005) siamo al +12.1% 31 Fonte: ENEA REA 2008
  • 33. Le caratteristiche dell’Italia La distanza da Kyoto aumenta, anzichè ridursi. Per meglio comprendere il contesto italinao è opportuno notare alcune caratteristiche: Essendo quasi completamente dipendente dall’estero per input di energia primaria, l’Italia possiede un’elevata efficienca energetica e una bassa intensità energetica in confronto ad altre nazioni europee. Gli alti e volatili prezzi dell’energia hanno costituito forti incentivi per le imprese italiane a controllare l’intensità energetica. Ciò significa che il costo marginale delle politiche domestiche per migliorare ulteriormente la performance in termini di rapporto tra CO2 e PIL è più alto che non in altri Stati membri. Dal 1987 e fino ad oggi il nucleare per generare elettricità è proibito quale risultato di uno specifico referendum popolare. L’Italia sta attualmente cercando di recuperare su altre nazioni industrializzate per quanto riguarda la diffusione di apparecchiature ed impianti a basso consumo di energia delle famiglie (come per esempio il condizionamento dell’aria), mostrando una crescita più veloce dele nazioni vicine. D’altra parte, per quanto concerne la diffusione di pratiche di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni nei settori residenziale e dei trasporti, l’Italia è ancora in ritardo rispetto agli altri paesi. L’Italia sta attuando un lungo processo di privatizzationi-liberalizzazioni-regolamentazione nel settore dell’energia, specialmente nel settore elettrico. 32
  • 34. Importanza settori civile e trasporti nel consumo di energia Limitata importanza fonti rinnovabili Importanza settori generazione elettrica e trasporti nella produzione di 33 emissioni
  • 35. La politica del clima ed energetica dell’Italia ad oggi può essere riassunta da quattro documenti ufficiali: - le delibere CIPE 1998 e 2002 - i Piani nazionali di allocazione (NAP) 2005 e 2008 34
  • 36. Le politiche per il Protocollo di Kyoto: CIPE e PNA a confronto 35
  • 37. La politica energetica e del clima dell’Italia prossima ventura • Per l’Italia (e per gli altri paesi europei) la strada nei prossimi 12 anni (e oltre) è segnata Obbligazioni del nostro paese • Protocollo di Kyoto 1997 • Delibera CIPE 11 dicembre 2007 • Climate Action and Renewable Energy Package europeo (7-8 marzo 2007 e 23 gennaio 2008) 36
  • 38. Politiche e misure per il Protocollo di Kyoto 37
  • 39. Delibera CIPE 11 dicembre 2007 Avviare un più ampio processo di aggiornamento della delibera n. 123/2002 che dovrà concludersi entro il 31 marzo 2008 tale aggiornamento, nella sua fase conclusiva, dovrà prevedere tutte le azioni e le misure necessarie per il raggiungimento dell’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas-serra fissato per l’Italia nell’ambito del protocollo di Kyoto, nonché l’individuazione delle risorse finanziarie necessarie e la loro copertura tale aggiornamento, in linea di massima, non dovrà prevedere ulteriori impegni di riduzione per i settori soggetti all’emission trading le misure ulteriori dovranno essere individuate in via prioritaria nel settore dei trasporti (in particolare della gestione della mobilità in ambito urbano ed extraurbano), nel settore civile (con particolare attenzione all’edilizia scolastica), nel settore dell’agricoltura e nella promozione dell’ecoefficienza nei consumi industriali e civili (pubblici e privati) entro il 15 gennaio 2008 i Ministeri competenti, con il supporto delle regioni e degli Enti locali, dovranno fornire al Comitato Tecnico Emissioni (CTE) l’identificazione di tali misure e la quantificazione del loro contributo alla riduzione delle emissioni di gas-serra. Qualora, entro il suddetto termine, non fossero trasmesse al CTE misure sufficienti a garantire che l’Italia raggiunga l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas-serra fissato nell’ambito del Protocollo di Kyoto, sarà compito del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentiti i Ministeri competenti, proporre allo stesso CTE gli interventi necessari a conseguire tale obiettivo 38
  • 40. Climate Action and Renewable Energy Package Commissione europea 23 gennaio 2008 Quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo di energia finale al 2020 • 20% media EU • 17% Italia Quota dei biocarburanti per i trasporti al 2020 • 10% media EU • 10% Italia Riduzione delle emissioni di gas serra al 2020 • totale (ETS e settori non ETS): 20% di riduzione rispetto ai livelli 1990 in Europa • 12% sotto i livelli 1990 per i settori non ETS in Europa • 13% sotto i livelli 1990 per i settori non ETS - Italia L’obiettivo sull’efficienza energetica è incorporato negli altri 39
  • 41. Politiche e misure per il 20-20-20 40
  • 42. Leggi Finanziarie 2007 e 2008 2007 Interventi a favore dell’efficienza e del risparmio energetico (edifici, industria, mobilità sostenibile, biocarburanti, potenziamento certificati bianchi) Fondo Kyoto Interventi a favore dell’energia rinnovabile (fotovoltaico, certificati verdi) Cogenerazione Bioedilizia Innovazione tecnologica (“Industria 2015”) 2008 Efficienza energetica (proroga agevolazioni) Divieto dal 2010 elettrodomestici inferiori alla classe A e lampadine a incandescenza e di motori elettrici appartenenti alla classe 3 Istituzione Fondo per il risparmio e l'efficienza energetica (1ml.euro) Ruolo enti locali 41
  • 43. Position Paper italiano sull’energia rinnovabile 42
  • 44. Linee d’azione EMISSIONI Ruolo chiave a livello europeo dell’ETS politiche per i settori ETS già definite, non vi è spazio di intervento possibile intervento a tutela competitività (border tax) Spazio di intervento governi nazionali in settori non-ETS riforma fiscale ambientale (carbon tax) intervento in settori critici (trasporti, terziario, residenziale) RINNOVABILI Intervento governi nazionali incentivi e sussidi Intervento governi nazionali ricerca e innovazione tecnologica spazio per intervento europeo revisione regime aiuti di stato spazio per intervento europeo utilizzo fondi da aste permessi di emissione ETS 43
  • 45. Linee d’azione DPEF 2008-2011 Sezione IX.11 :“L’attuazione degli interventi sotto elencati, integrati alle misure già previste nel PNA2 … consentono di prevedere un taglio complessivo delle emissioni di oltre 70 milioni di tonnellate” Il governo stima che sia necessaria l’ottemperanza dei limiti posti all’Italia dal secondo PNA, il Piano Nazionale di Allocazione, approvato dalla Commissione europea nell’ambito dell’EU-ETS ed inoltre la realizzazione di una lunga lista di misure Tali misure sono riportate a fine documento sotto il titolo “Contrasto ai cambiamenti climatici e ai suoi effetti” e relative a trasporti, energia termoelettrica, fonti rinnovabili, efficienza e risparmio energetico, riciclaggio rifiuti, edilizia, agricoltura e foreste, difesa e consumo del suolo, biodiversità e aree protette, acqua e risparmio idrico, innovazione tecnologica 44
  • 46. Dimensione regionale/settoriale Consumi energetici e Rinnovabili a livello regionale (ENEA Rapporto energia e ambiente 2006) 45
  • 47. La Finanziaria 2008 assegnava importanti responsabilità • ALLE REGIONI • AI COMUNI Attribuzione di obiettivi vincolanti Riduzione dell'ICI sotto il 4 per inerenti la diffusione delle fonti mille, a fronte della rinnovabili, e quindi di rinnovabili installazione del solare termico abbattimento delle emissioni (per 3 anni) o di altri sistemi di dannose per il clima; produzione di energia da fonti Coordinazione di Province e rinnovabili (per 5 anni); Comuni ai fini del rispetto degli Imposizione, per il rilascio del obblighi (es. le nuove opere permesso a costruire, non pubbliche dovranno essere soltanto la certificazione accompagnate, oltre che dalla energetica dell'edificio, ma valutazione d'impatto ambientale, anche la predisposizione al quando richiesta, dalla risparmio idrico e al recupero certificazione del proprio contributo delle acque meteoriche; alla diminuzione delle emissioni clima-alteranti, secondo criteri definiti dal Ministero dell'Ambiente). 46
  • 48. La politica del nuovo governo DDL “Manovra” diviso poi in: DL 25 giugno 2008 n.112 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitivita', la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione Tributaria (ROBIN TAX, SCONTO FISCALE BENZINA, FONDO SOCIALE, NON PIU’ CERTIFICAZIONE ENERGETICA EDIFICI) AC 1441-ter “Disposizioni per lo sviluppo e l’internalizazione delle imprese, nonchè in materia di energia (NUCLEARE) ENEA: efficienza energetica + rinnovabili + nucleare STRATEGIA ENERGETICA NAZIONALE & Conferenza nazionale per l’energia 47
  • 49. La disputa sui costi del pacchetto clima Documento MATT-RIE - “…valutazioni più aggiornate ed accurate per l’Italia configurano, infatti, entro il 2020 un costo complessivo per lo sviluppo delle risorse rinnovabili non inferiore a 50 miliardi € e per la riduzione dell’intensità energetica (o risparmio energetico) non inferiore a 120 miliardi € : ovvero un costo annuale non inferiore a 15 miliardi €/anno di oneri addizionali per l’Italia nel periodo 2013-2020”. Quanto alla riduzione delle emissioni il costo sarebbe di 23 – 27 G€/anno Impact Assessment della CE - La Commissione stima i costi del pacchetto clima per l’Italia nell’ordine dello 0,51-0,66 per cento del PIL, l’Italia sostiene che sono pari al doppio, l’1,14 per cento del PIL, ossia 181,5 miliardi di euro cumulativamente ovvero 18,2 miliardi in media d’anno. È importante notare che questo ultimo dato non era stato fornito dalla Commissione europea a febbraio 2008 per la semplice ragione che corrisponde allo scenario privo di qualsiasi meccanismo di flessibilità per rinnovabili e Cdm. È stato successivamente incluso in un documento di più di 900 pagine, solo tabelle e numeri, in cui vengono riprodotti paese per paese i risultati di tutti i vari scenari considerati nell’esercizio di simulazione, ivi incluso quello assunto a riferimento dal nostro governo. 48
  • 50. La disputa sui costi del pacchetto clima Quanto alla posizione di Confindustria non si può non riconoscere che svolte nella politica energetica e del clima di questo tipo, la cui importanza e necessità è da tutti riconosciuta, comportano aggiustamenti nell’economia, che riguardano anche i settori produttivi. L’industria delle rinnovabili fiorisce, le industrie energivore soffrono: riallocazioni sono dolorose ma necessarie. L’esigenza è favorirle attutendo per quanto possibile i costi. Ma le proposte di direttiva, con l’assegnazione gratuita, almeno all’inizio, dei permessi di emissione , la possibilità di opting-out per le piccole imprese dal mercato delle emissioni, fino alla discussa possibilità di imporre border tax adjustments (cioè dazi all’import) per le produzioni più a rischio di perdita di competitività, svolgono esattamente quella funzione. Più in generale, infine, i numeri da tutti citati enfatizzano i costi, ma non tengono adeguato conto dei benefici. Quale è l’entità dei danni dei cambiamenti climatici evitati dalle direttive se dovessero entrare in vigore? Quale è l’entità dei cosiddetti co-benefici rappresentati da guadagni occupazionali netti, da proventi connessi all’innovazione tecnologica? Quale il costo di interventi alternativi come tasse sul carbonio, quali i benefici in termini di minori emissioni di altri inquinanti connessi al pacchetto? Non varrebbe la pena di dirigere maggiori sforzi verso una più accurata valutazione dei benefici, oltre che dei costi? 49
  • 51. La disputa sui costi del pacchetto clima 50
  • 52. Qualche conclusione e commento Necessita’ di analisi economica approfondita degli effetti della nuova politica europea Necessità di agire subito, particolarmente nel settore dei trasporti e civile I governi non sembrano mostrare la preoccupazione e l’urgenza che il problema comporta Importanti problemi vengono sollevati: dal nucleare alle implicazioni per la dipendenza energetica (rigassificatori ancora necessari?), dalla consapevolezza della gente ai problemi economici correnti (deficit pubblico) Un altro rilevante aspetto è l’assetto istituzionale: la politica del clima non può essere devoluta (“controriforma” del Titolo V?) 51
  • 53. poi è arrivata la crisi finanziaria…. 52