Lo Stato dell’Ambiente del Pinerolese

Dicembre 2013
Lo Stato dell’ambiente del Pinerolese

Coordinamento editoriale e redazionale
Antonella Pannocchia, Angelo Penon
Arpa Piemonte Dipartimento di Torino
Pina Nappi, Cristina Converso
Arpa Piemonte, Area Funzionale Tecnica, Reporting ambientale
Acquisizione, elaborazione dati e cartografia
Anna Vignola, Cristina Converso

Fotografie Luca Furci, archivio Arpa Piemonte

Nessuna copia cartacea è stata stampata

ISBN 978-88-7479-127-9
La riproduzione è autorizzata citando la fonte

Arpa Piemonte
Via Pio VII, 9
10135 Torino - Italia
www.arpa.piemonte.it

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Presentazione
Il problema ambientale assume dimensioni sempre maggiori: dalla semplice difesa
dall’inquinamento siamo passati alla valorizzazione delle risorse naturali e ambientali
come elemento fondante di un corretto sviluppo che può avere effetti, anche economici, a
lungo termine solo se garantisce la stabilità e la integrità dell’ambiente in cui si genera.
L’impegno collettivo e istituzionale sulla tutela dell’ambiente non può essere limitato alla
elencazione di principi ma deve passare attraverso la programmazione di interventi
perseguibili che coinvolgono pubblico e privato. Occorre quindi indurre comportamenti
sempre più virtuosi al fine di generare scelte e coinvolgere le Amministrazioni e i cittadini
in un percorso condiviso nelle sue linee strategiche.
La conoscenza è quindi elemento indispensabile per determinare le successive azioni
delle Istituzioni e della Collettività. Il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente in Piemonte si
propone di aggiornare e approfondire periodicamente le conoscenze sulle condizioni
ambientali ma anche sull’evoluzione dei fattori di pressione che ne determinano le
trasformazioni positive e negative.
Il presente Stato dell’Ambiente del Pinerolese si propone gli stessi risultati utilizzando a
scala locale indicatori e descrittori utili a rappresentare l’andamento delle trasformazioni
ambientali e territoriali della zona in questione.
È il primo di una serie che andrà a descrivere tutti i diversi distretti della provincia torinese.
Direttore Dipartimento di Torino
Antonella Pannocchia

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Indice
Inquadramento territoriale e demografico

Superficie totale
Zone altimetriche
Popolazione residente
Densità abitativa
Fertilità
Vecchiaia
Occupazione
Reddito medio pro capite

Uso delle risorse

Industria
Impianti industriali
Aziende a rischio di incidente rilevante
Emissioni da attività industriale
Autorizzazione Integrata Ambientale
Cave e miniere numero
Cave e miniere quantitativo materiale estratto
Agricoltura
Aziende agricole
Fertilizzanti e fitosanitari
Emissioni dall’agricoltura
Incendi
Energia
Consumo di gas metano
Consumo di energia elettrica
Emissioni da riscaldamento
Trasporto
Parco veicolare
Standard emissivo
Emissioni da trasporto
Turismo
Strutture e movimenti turistici
Pressione turistica

Pressioni
Rifiuti

Produzione di rifiuti urbani
Produzione rifiuti speciali e industriali
Impianti di gestione rifiuti
Siti contaminati
Siti contaminati in Anagrafe
Rumore
Pareri e segnalazione Esposti
Radiazioni
Estensione di linee elettriche
Impianti di telecomunicazione
Densità di impianti di telecomunicazione
Dose efficace per la popolazione
Radon

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Rischi naturali
Aree monitorate e in frana
Valanghe e incidenti
Attività sismica

Stato delle componenti ambientali
Clima

Aria

Acqua

Suolo

Natura

Temperatura
Precipitazione
Vento
Precipitazioni nevose
PM10 media annua
PM10 superamento limite giornaliero
NO2 media annua
Ozono superamento valore obiettivo
Portate dei fiumi
Stato chimico dei fiumi
Stato ecologico dei fiumi
Stato chimico sotterranee
Consumo di acqua da utenze domestiche
Consumo di acqua da utenze industriali
Impianti di depurazione delle acque reflue urbane
Uso del suolo
Capacità d’uso dei suoli
Consumo di suolo da edificazione
Consumo di suolo da infrastrutture di trasporto
Consumo di suolo - Percentuale residua di suolo
Metalli e inquinanti organici
Zone vulnerabili da nitrati (ZVN)
Zone vulnerabili da fitosanitari (ZVF)
Superficie forestale
Aree protette (Rete natura 2000)

Impatti
Salute

Indice di mortalità
Indice di primo ricovero

Risposte

I controlli di Arpa Piemonte

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Autori
Coordinamento generale e redazionale
Antonella Pannocchia, Angelo Penon
Dipartimento di Torino
Pina Nappi, Cristina Converso
Reporting ambientale
Acquisizione, elaborazione dati e cartografia
Anna Vignola, Cristina Converso
Redazione web
Cristina Converso

Inquadramento territoriale e demografico
Luca Furci

Uso delle risorse
Attività industriali
Luca Furci, Pina Nappi, Stefano Carbonato, Monica Clemente, Marco Lorenzoni, Margherita Machiorlatti,
Cristina Zonato
Agricoltura
Luca Furci, Pina Nappi, Monica Clemente
Energia
Maria Cuviello, Monica Clemente
Trasporto
Cristina Converso, Monica Clemente
Turismo
Pina Nappi, Luca Furci

Pressioni
Rifiuti
Luca Furci, Alessandra Laccisaglia, Massimo Moretto, Irene Davi
Siti contaminati
Maurizio Ditonno, Sirah Pardu
Rumore
Jacopo Fogola
Radiazioni
Laura Anglesio, Sara Adda, Mauro Magnoni, Maria Clivia Losana
Rischi naturali
Elena Pensi, Barbara Cagnazzi, Fabrizio Bosco, Maria Cristina Prola

Componenti ambientali
Clima
Barbara Cagnazzi, Mariaelena Nicolella, Maria Cristina Prola, Erica Solero
Aria
Mauro Grosa, Stefano Bande, Francesco Lollobrigida

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Acqua
Elio Sesia, Riccardo Balsotti, Luca Furci, Milena Zaccagnino
Suolo
Alessandra Penna, Angelo Penon, Gabriele Fabietti
Natura
Cristina Converso

Impatti
Moreno Demaria, Ennio Cadum

Risposte
Marco Lorenzoni

Le foto sono di Luca Furci e Archivio Arpa Piemonte

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Guida alla lettura
Conoscere lo stato dell’ambiente è un diritto e allo stesso tempo un dovere di tutti,
consapevoli che le azioni che ciascuno mette in atto quotidianamente (in qualità di
cittadino, di lavoratore, di decisore) hanno una ricaduta più o meno significativa sul nostro
territorio e sulle sue risorse.
Lo Stato dell’Ambiente del Pinerolese rappresenta il documento conoscitivo di riferimento
dove è possibile trovare le informazioni necessarie per capire e per conoscere, ciascuno
con il grado di approfondimento che ritiene di suo interesse, le dinamiche ambientali più
significative a livello comunale attive nel territorio in studio. Il Documento, nella sua
versione attuale, da una parte permette una prima disamina delle informazioni più
significative e dall’altra rappresenta una ottima guida alla ricerca e alla lettura di dati e
informazioni di dettaglio continuamente aggiornate, che Arpa e altri Enti mettono a
disposizione attraverso i siti web di riferimento.
Per la valutazione ambientale del Pinerolese, è stato utilizzato il modello DPSIR
(Determinanti-Pressioni-Stato-lmpatti-Risposte), sviluppato in ambito EEA (European
Environment Agency), che si basa su di un sistema per l'analisi delle relazioni causali che
intercorrono tra attività umane e ambiente, come illustrato nello schema seguente.
Concettualmente, il modello evidenzia l'esistenza, "a monte”, di forze motrici o Determinanti, le cosiddette Fonti di pressione che possono essere identificate con le attività e i
processi antropici che causano le pressioni. In altri termini sono le attività antropiche che
hanno conseguenze ambientali: attività industriali, agricoltura, trasporti, energia, ecc.
Le Pressioni misurano gli effetti delle attività umane sull'ambiente e sono espresse in
termini di emissioni in atmosfera, di consumo di risorse, di rifiuti prodotti, ecc.
A "valle" si colloca invece lo Stato dell'ambiente che si modifica a tutti i livelli in seguito alle
sollecitazioni umane e rappresenta quindi le condizioni ambientali e la qualità delle
risorse in termini fisici, chimici, biologici.
Il modificarsi dello stato della natura comporta Impatti, che sono gli effetti dei
cambiamenti, per lo più negativi, sulla salute, sugli ecosistemi e i danni economici.
La società e l'economia reagiscono fornendo Risposte, che sono le misure adottate
(politiche ambientali e settoriali, iniziative legislative e pianificazioni) dirette sia alle cause
immediate degli impatti (cambiamenti dello Stato) sia alle loro cause più profonde,
risalendo fino alle Pressioni stesse e ai fattori che le generano (Determinanti).

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Schema DPSIR
Attività industriale
Agricoltura, Energia,
Trasporti, Turismo

Leggi, Piani,
Prescrizioni

Interventi
strutturali

Determinanti

Risposte

Bonifiche

Pressioni

Interventi
prescrittivi
tecnologici

Impatto

Rifiuti, Siti contaminati
Rumore Radiazioni
Salute, Ecosistemi Danni
economici

Stato

Qualità dell’Aria, Acqua, Suolo
e Rischi naturali

Fonte: European Environment Agency

All’interno di questo modello si collocano le informazioni necessarie per la conoscenza
ambientale che vengono diffuse mediante indicatori ambientali.
Gli indicatori sono uno strumento per rappresentare in modo sintetico e standardizzato le
informazioni e forniscono il supporto conoscitivo alle politiche degli organismi centrali e
periferici di governo, agli operatori economici e ai cittadini. Gli indicatori sono strumenti
idonei a restituire e descrivere in forma sintetica ed efficace una situazione ambientale e il
loro utilizzo è finalizzato a interpretare, sintetizzare e rendere nota una grande quantità di
dati relazionati fra loro.
Le principali caratteristiche di un indicatore sono:
▪ la rilevanza: coerenza con gli obiettivi normativi, rappresentatività delle problematiche e
delle condizioni ambientali, significatività dei mutamenti nel tempo dei fenomeni
osservati
▪
la validità scientifica: qualità statistica dei dati documentata e validata scientificamente,
applicabilità in contesti territoriali diversi, comparabilità di stime e misure effettuate nel
tempo
▪
la capacità di comunicazione: facilità di interpretazione, immediatezza nella
comunicazione
▪
la misurabilità: disponibilità dei dati necessari, possibilità di impiego di serie storiche,
aggiornabilità periodica.
Occorre inoltre ricordare che gli indicatori presentati sono coerenti con quelli individuati da
Ispra e descritti nell’Annuario dei dati ambientali, in linea a loro volta con le indicazioni
dell’Agenzia Europea.

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Struttura del Documento
Il volume è suddiviso in diverse sezioni:
1. l’inquadramento territoriale e socio economico;
2. la sezione successiva affronta il tema delle Fonti di pressione e dell’uso e del
consumo delle risorse; energia, attività industriali, agricoltura, trasporti, turismo
sono le cosiddette Determinanti nello schema DPSIR;
3. l’analisi delle pressioni, generate dalle determinanti, evidenzia e misura gli effetti
delle attività umane sull’ambiente (rifiuti prodotti, radiazioni, rischi industriali, etc.);
4. la qualità delle componenti ambientali (clima, aria, acqua, suolo, natura)
rappresenta la parte più consistente in termini di quantità di dati raccolti ed elaborati
soprattutto attraverso le attività di controllo e di monitoraggio di Arpa;
5. la sezione dedicata agli impatti affronta l’aspetto sanitario valutando le ricadute
ambientali sulla salute;
6. nell’ultima sezione, riguardante le risposte, vengono riportati i controlli effettuati da
Arpa come risposta alle valutazioni ambientali sulle diverse matrici.
Il documento si presenta essenzialmente sotto forma di schede in cui nella prima parte ci
sono le meta-informazioni, in pratica le informazioni che caratterizzano l’indicatore e quindi
la descrizione, la fonte dei dati, l’unità di misura, la copertura temporale e il commento ai
dati. Nella seconda parte della scheda i dati sono riportati in forma cartografica in modo da
visualizzare le informazioni ambientali a livello comunale. Per un ulteriore
approfondimento e per poter confrontare la situazione del Pinerolese con il contesto nel
quale si situa il territorio territoriale di riferimento, nella parte cartografica sono inseriti
anche i dati complessivi afferenti la provincia di Torino e quelli del Piemonte.
Occorre evidenziare infine che questo documento, come tutti quelli che costituiscono la
reportistica ambientale, costituisce la parte conclusiva di un lungo e impegnativo processo,
ben sintetizzato dalla cosiddetta “Piramide delle conoscenza” o modello MDIAR; partendo,
infatti, dall’attività di monitoraggio e controllo ambientale e dalla relativa produzione di dati
grezzi, passando per le fasi di generazione dell’informazione, elaborazione e valutazione
della stessa, si arriva alla produzione di veri e propri report ambientali. Pertanto questo
documento è frutto del lavoro di tutti i colleghi, anche se non citati, che giornalmente si
occupano del monitoraggio, del controllo e dell’analisi del territorio in esame.

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Inquadramento territoriale e demografico

Inquadramento territoriale e
demografico

Superficie totale
Zone altimetriche
Popolazione residente
Densità abitativa
Fertilità
Vecchiaia
Occupazione
Reddito medio procapite

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Superficie territoriale
Determinante
L’indicatore fornisce informazioni sulla superficie totale del territorio in
Descrizione
esame
Fonte dati Istat
Unità di
km2
misura
Copertura
2010
temporale
Il territorio del Pinerolese comprende 48 comuni:
Fascia montana
Fascia collinare
Pianura
Angrogna, Bobbio Pellice, Bibiana, Cumiana,
Airasca, Piscina,
Fenestrelle, Inverso
Cantalupa,
Scalenghe,
Pinasca, Luserna San
Frossasco, Roletto,
Buriasco,
Giovanni, Massello,
Pinerolo, , San
Cercenasco, Virle
Perosa Argentina, Perrero, Secondo di Pinerolo, Piemonte, Osasco,
Pinasca, Pomaretto, Porte, Bricherasio,
Garzigliana,
Pragelato, Prali, Pramollo, Lusernetta,
Macello, Vigone,
Prarostino, Rorà, Roure,
Campiglione Fenile,
Salza di Pinerolo, San
Cavour, Villafranca
Germano Chisone, San
Piemonte.
Pietro Val Lemina,
Sestriere, Torre Pellice,
Usseaux,Villar Pellice,
Villar Perosa
I comuni ubicati nelle valli alpine del bacino pinerolese (Pellice, Chisone e
Germanasca) costituivano le 3 ex
comunità montane:
(Angrogna,Bibiana, Bobbio Pellice,
Commenti Val Pellice
Bricherasio, Luserna San Giovanni,
Lusernetta, Rorà, TorrePellice, Villar
Pellice);
DPSIR

Val Chisone e Germanasca

(Pragelato, Usseaux, Fenestrelle, Roure,
Pomaretto, Perosa Argentina,
Pinasca,Inverso Pinasca, Villar Perosa e la
Val Germanasca con i comuni di Prali,
Salza di Pinerolo, Massello e Perrero);

Pinerolese e pedemontano

(Cantalupa, Cumiana, Frossasco, Pinerolo,
Prarostino, Roletto, San Pietro Val Lemina
e San Secondo di Pinerolo).

Il comune di Sestriere faceva invece parte della comunità montana alta valle
di susa.
Nel 2009 il comune di Sestriere è entrato nella costituita Comunità Montana
Valle Susa e Val Sangone, nata dall’aggregazione delle comunità montane
dell’alta Valle di Susa, bassa Balle di Susa e Val Sangone.
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Dal 2010, i 32 comuni delle ex comunità montane Val Chisone e
Germanasca, Val Pellice e pinerolese pedemontano, hanno fatto parte della
Comunità Montana del Pinerolese. È in corso la realizzazione del nuovo
organo di gestione: Unione dei Comuni.
La fascia montana del Pinerolese si estende su un territorio costituito da 3
vallate:
•

la Val Pellice: la cui dorsale montuosa è delimitata a sud dalla
contigua Val Po; verso ovest la Valle del Guil che funge da confine
con la Francia presenta le punte dei monti Palavas (2929 m. s.l.m.) e
Bucie (2998 m. s.l.m.); a nord la separano dalla confinante Val
Germanasca il Monte Cournour (2868 m. s.l.m.), il Gran Truc (2366
m. s.l.m.) e la Punta Cialancia (2855 m. s.l.m.); mentre a sud-est si
digrada nella lunga cresta della Sea. La valle principale si suddivide
lungo il suo corso in 3 tronconi principali: la Val d’Angrogna sulla
sinistra idrografica e le Valli di Luserna e dei Carbonieri sulla destra.
La rete idrografica segue gli andamenti vallivi e presenta un fiume
principale (il Pellice) in cui sfociano i corsi d’acqua secondari (il rio
Angrogna, il rio Luserna e il rio dei Carbonieri).

•

la Val Germanasca e la Val Chisone: le valli che si biforcano
all’altezza del Comune di Perosa Argentina, si inseriscono nella
catena montuosa delle Alpi Cozie delimitate a nord dalla Val di Susa
e a sud dalla Val Pellice. La dorsale che circonda la Val Chisone ha
origine dal Colle del Sestriere (2.000 m. s.l.m.) e si prolunga in
direzione nordest; a ovest delimita la Val Germanasca, la Punta
Rognosa, la vetta più alta (3.208 m. s.l.m.), mentre a sud ai confina
con la Francia il Gran Queyron (3.060 m. s.l.m.). Nella parte alta la
Val Germanasca presenta una triforcazione (il Vallone di San Martino,
quello di Massello e quello di Prali); mentre la Val Chisone presenta
una sola valle laterale (la Val Troncea che si biforca poco più a monte
dell’abitato di Pragelato). Da segnalare in Val Chisone la presenza di
due Parchi Regionali: il Parco Naturale Val Troncea, nel Comune di
Pragelato ha un estensione di 3.250 ha, il Parco Naturale Orsiera
Rocciavrè, che si estende nei Comuni di Usseaux, Fenestrelle,
Roure; mentre in Val Germanasca si trova la zona protetta di
interesse provinciale di Conca Cialancia.
La rete idrografica principale è costituita dai torrenti Chisone e
Germanasca che si uniscono nel Comune di Perosa Argentina.

I rilievi della fascia collinare, in buona parte costituiti da micascisti grafitici e
caratterizzati da una morfologia dolce, si interpongono tra il sistema alpino e
la pianura.
Una particolarità del Pinerolese è la presenza di glacis (come quello di
Frossasco e Cantalupa), pianalti costituiti da relitti di antichi depositi di corsi
d’acqua minori, profondamente alterati e argillificati, che si raccordano alla
collina.

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La pianura è originata principalmente dagli ampi conoidi del Pellice e del
Chisone. Tali corsi d’acqua hanno nel tempo reinciso i relativi conoidi,
formando superfici terrazzate, i cui margini di terrazzo sono però visibili solo
nella zona prossima ai rilievi. Tra Frossasco e Piossasco, la
giustapposizione dei conoidi del Chisone e del Sangone determina,
localmente, un assetto morfologico depresso.
La rete idrografica della pianura può essere sostanzialmente rappresentata
dal T. Pellice, T. Chisone, Fiume Po e sottobacino del T. Chisola.
Il T. Chisone, in località Castellazzo-Zucchea del comune di Cavour,
confluisce nel torrente Pellice che dopo l’attraversamento del comune
di Villafranca, a valle della frazione Madonna Orti, confluisce nel
fiume Po.
Il sottobacino idrografico del torrente Chisola comprende:
• il Rio Torto che attraversa i comuni di Roletto, Piscina e Airasca
confluendo quindi nel Chisola all’altezza del comune di Volvera;
• il Torrente Noce che dopo aver attraversato i comuni di Cantalupa,
Frossasco e Cumiana si immette nel Chisola;
• Il Torrente Oitana che assume diverse denominazioni: T. Lemina che
attraversa i comuni di San Pietro Val Lemina, Pinerolo, Buriasco,
Cercenasco e Virle con il nome di T. Ramata per poi chiamarsi T.
Oitana all’altezza dell’omonima frazione ubicata tra i comuni di
Castagnole Piemonte e Osasio.
Al fine di poter valutare lo stato e le pressioni che insistono sul pinerolese
anche in funzione della morfologia del territorio, nelle carte presentate nel
documento l’area di studio è stata suddivisa nelle zone altimetriche
(pianura, collina e montagna).

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Popolazione residente
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Determinante
L’indicatore fornisce informazioni sullo stato della popolazione residente
Istat
numero
2010
Da un’analisi storica della popolazione residente, nel corso del 1900,
emerge la costante tendenza ad una diminuzione della popolazione nei
comuni montani, soprattutto in Val Germanasca e alta Val Chisone, più
contenuta in bassa Val Chisone e Val Pellice mentre risulta stabile e in
aumento nel restante territorio.
I dati dei censimenti 2001 e 2011 evidenziano un incremento della
popolazione residente in 36 dei 48 comuni ubicati sul territorio, da un’unità
in più nel comune di Salza di Pinerolo a 2.764 unità in più nel comune di
Pinerolo, per prendere gli estremi.
Nella complessità delle dinamiche che possono aver determinato tali
variazioni, per quanto concerne gli incrementi sono sostanzialmente
riconducibili al flusso di immigrati di questi ultimi anni, soprattutto nei
comuni dove comunque, nonostante il periodo di recessione,
“sopravvivono” le diverse attività industriali, artigianali, commerciali e
soprattutto agricole. L’incremento di lieve entità del comune di Sestriere
potrebbe invece essere stato determinato dalla realizzazione di alcuni
complessi in una sorta di edilizia convenzionata che impone agli acquirenti
la residenza, mentre il deciso aumento dei residenti nel comune di
Pragelato (sono quasi raddoppiati) è stato determinato dalla presenza di
stranieri (comunitari ed extracomunitari) occupati principalmente nel settore
turistico-alberghiero e in quello edile-manutentivo, che si sono stabiliti a
Pragelato con maggiore disponibilità abitativa residenziale e a minor costi
rispetto al Sestriere. Occorre altresì tenere conto, a livello statistico, che un
incremento residenziale, soprattutto nei comuni a valenza turistica,
potrebbe essere stato determinato anche da opportunità fiscali legate alla
maggiore tassazione sugli immobili quali seconde case.
La costante diminuzione della popolazione, se non un vero e proprio
“spopolamento” dei restanti comuni montani è storicamente dovuta
all’industrializzazione italiana che, dopo la seconda guerra mondiale,
insieme alla necessità di ricostruire tutto: fabbriche, vie di comunicazione,
infrastrutture etc. portarono al così detto “miracolo economico” degli anni
60 e alla migrazione verso le città, con l’abbandono quasi totale anche
dell’economia agricola montana sopraffatta dalla meccanizzazione agraria
che trova ovviamente in pianura la massima ottimizzazione.

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Densità abitativa
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Determinante
L'indicatore riporta il numero di persone che abitano nei comuni del
territorio in esame
Istat
n° abitanti/km2
2010
Analogamente a quanto rilevato per la popolazione residente, si evidenzia
come la distribuzione dei residenti sia concentrata nei comuni di fondovalle
e verso la pianura cioè presso quei comuni che, per la loro ubicazione
territoriale, hanno favorito l’insediarsi e lo sviluppo delle attività produttive,
agricole e zootecniche.

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Indice di fertilità/fecondità
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Stato
L’indice stima il rapporto tra il numero di nati vivi e il numero di donne in
età feconda
MADE (Motore per l’Analisi Demografica ed Epidemiologica)
Valore numerico dato dal rapporto tra numero di nati vivi e numero di
donne in età feconda compresa tra i 15 e i 49 anni
2010
L’incremento di tale indice, in quest’ultimo decennio, è stato
essenzialmente determinato dalla presenza di stranieri (comunitari ed
extracomunitari), anche se attualmente si assiste ad una significativa
diminuzione delle nascite di bambini stranieri, probabilmente dovuta anche
alla situazione economica che si è determinata.
L’indice deve essere valutato tenendo in debito conto i casi specifici. Ad
es. per il comune di Massello l’elevato indice di fertilità è dato da una
popolazione residente di 61 unità, 3 coppie in età feconda e un solo nato
nel 2010 dopo undici anni.

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Indice di vecchiaia
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Stato
L’indice stima il grado di invecchiamento di una popolazione
MADE (Motore per l’Analisi Demografica ed Epidemiologica), BDDE
Piemonte (Banca Dati Demografica Evolutiva)
Valore numerico dato dal rapporto tra numero soggetti che hanno 65 anni
o più e il numero di soggetti con 15 anni o meno
2010
Ad eccezione dei comuni di Sestriere e Pragelato, dove, probabilmente per
l’insediamento residenziale di stranieri, l’indice di vecchiaia risulta inferiore
ai comuni collinari e di pianura, nei restanti comuni montani è abbastanza
elevato. Le punte massime si evidenziano nei comuni di Prali, Massello e
Pramollo, dove si è assistito ad una diminuzione della popolazione
residenziale dovuta anche alla riduzione delle attività produttive e in primis
legate all’estrazione mineraria di talco che con il suo indotto ha costituito
per tutto il secolo scorso la principale fonte occupazionale.

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Occupazione
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Determinante
Fornisce un quadro conoscitivo sull’andamento occupazionale, basandosi
su statistiche nazionali, regionali e provinciali
Provincia
numero
2011
Il livello occupazionale nei comuni del territorio si concretizza in indici più
elevati situati nel fondovalle e verso la pianura dove si sono sviluppati gli
insediamenti produttivi, agricoli e zootecnici, sia per la loro ubicazione
territoriale connessa alla possibilità di fruire della rete ferroviaria e stradale,
sia per la buona qualità del suolo e per le risorse idriche presenti sul
territorio, nonché per le politiche economiche e sociali di sostegno
intraprese negli anni.
La localizzazione industriale sul territorio è stata favorita da numerosi fattori
non ultima la presenza di materie prime (industria estrattiva di talco, grafite
e della così detta pietra di Luserna, oltre alle numerose cave per
l’estrazione di sabbia e ghiaia) e le disponibilità di acqua (industria tessile).
Purtroppo, nei decenni successivi agli anni ‘70, si è assistito ad una
costante contrazione dell’attività produttiva con la chiusura di numerose
aziende. Basti pensare che, di fatto, non esiste più un’industria del tessile;
stessa sorte è toccata alle attività di fonderia e in generale a numerose
aziende del settore metalmeccanico, oltre a drastiche riduzioni nel settore
estrattivo, con una perdita occupazionale complessiva di migliaia di addetti.
Nonostante la crisi risulta abbastanza stabile il livello occupazionale nel
settore alimentare e dolciario oltre che in quello agricolo/zootecnico e
turistico-alberghiero.

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Reddito medio procapite
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti

Determinante
Il reddito pro capite può essere definito come la quantità di Prodotto
Interno Lordo ipoteticamente posseduta da un gruppo di persone ed è
spesso usato per misurare il grado di benessere della popolazione
Comuni
Euro
2010
Il grafico non sembrerebbe rappresentare l’effettiva misura del grado di
benessere della popolazione. Evidentemente sfuggono al conteggio del
reddito tutte quelle realtà produttive che non hanno l’obbligo della
dichiarazione.

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Uso delle risorse

Industria

Agricoltura

Energia

Trasporto
Turismo

Impianti industriali
Aziende a rischio di incidente rilevante
Emissioni da attività industriale
Autorizzazione Integrata Ambientale
Cave e miniere numero
Cave e miniere quantitativo materiale estratto
Aziende agricole
Fertilizzanti e fitosanitari
Emissioni dall’agricoltura
Incendi
Consumo di gas metano
Consumo di energia elettrica
Emissioni da riscaldamento
Parco veicolare
Standard emissivo
Emissioni da trasporto
Strutture e movimenti turistici
Pressione turistica
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Industria: Impianti industriali
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Determinante
L'indicatore quantifica le unità locali dell'industria presenti sul territorio
regionale
Provincia di Torino, ANAGAMB (anagrafica aziende titolari autorizzazione
ambientale)
numero
2012
La localizzazione industriale sul territorio è stata favorita da numerosi
fattori non ultima la disponibilità di materie prime (industria estrattiva di
talco, grafite e della così detta pietra di Luserna, oltre alle numerose cave
per l’estrazione di sabbia e ghiaia) e disponibilità di acqua (industria
tessile).
La presenza “storica” di grandi insediamenti industriali aveva inoltre
favorito lo sviluppo di un articolato tessuto produttivo costituto sia dalla
piccola e media industria che da numerose imprese artigiane.
Negli ultimi decenni si è assistito ad una costante contrazione dell’attività
produttiva con la chiusura di numerose aziende. Basti pensare che, di
fatto, non esiste più un’industria del tessile né attività di fonderia; oltre a
drastiche riduzioni nel settore metalmeccanico e in quello estrattivo, con
una perdita occupazionale complessiva di migliaia di addetti.
La situazione attuale è caratterizzata da un ridimensionamento delle unità
locali con una prevalenza di imprese nel settore metalmeccanico e in
quello alimentare nell’accezione più ampia.
Le attività artigianali, che determinano in ogni caso impatti ambientali
anche consistenti, non sono state prese in considerazione nel presente
documento in quanto i dati relativi sono di difficile reperimento e risentono
di eccessiva parcellizzazione e turnover.

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Industria: Aziende a rischio di incidente rilevante
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Determinante
L’indicatore riporta il numero di stabilimenti a rischio di incidente rilevante
che determinano pressioni sulle matrici ambientali
DLgs 334/99 e s.m.i.
L’art. 18 del DLgs 334/99 e s.m.i. dispone che la Regione fornisca al
Ministero Ambiente e Territorio tutte le informazioni necessarie per
l’aggiornamento della banca dati sugli esiti di valutazione dei rapporti di
sicurezza e dei sistemi di gestione della sicurezza
Regione Piemonte, Arpa Piemonte
numero
2012
Nel territorio sono presenti uno stabilimento soggetto all’art. 8 del DLgs
334/99 e s.m.i. che detiene sostanze tossiche e infiammabili per la
produzione di formaldeide, resine e colle e uno stabilimento soggetto
all’art. 6 del medesimo Decreto Legislativo che detiene sostanze
estremamente infiammabili, solventi e vernici per la produzione di
bombolette spray.

28
Industria: Emissioni da attività industriali
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Pressione
Stima le emissioni di polveri inalabili (PM10 primario) e di NOx , CO2 e NMVOC
da parte delle sorgenti puntuali (attività industriali) presenti sul territorio regionale
Regione Piemonte
t/anno
2007
Per le stime di emissione, oltre all’Inventario Regionale (dati su base comunale),
si può fare riferimento anche all’Inventario Nazionale delle Emissioni (dati su
base provinciale), aggiornato periodicamente da Ispra
Si segnalano tra le sorgenti industriali più significative dal punto di vista emissivo
uno stabilimento che produce formaldeide, resine e colle e una centrale a
biomassa avente la potenzialità più elevata tra gli impianti similari presenti sul
territorio provinciale. È presente infine uno stabilimento di produzione di pannelli
truciolati che tuttavia ad oggi è inattivo a seguito del perdurare della crisi
economica.

29
30
31
Industria: Autorizzazione Integrata Ambientale AIA
DPSIR

Risposta

Descrizione

L’indicatore riporta il numero delle Autorizzazioni Integrate Ambientali (A.I.A.)
rilasciate dalle Province, in funzione della tipologia di attività produttiva
(codice attività IPPC)

Riferimento
normativo

Direttiva Europea 96/61/CE, DM 23/11/01, DM 26/04/02 DPCM, 24/12/02,
DPCM 24/02/03, DLgs 59/05, DLgs 152/06

Obiettivi
normativi

Prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento provenienti dalle attività
di cui all’Allegato I del DLgs 59/05 al fine di conseguire un livello elevato di
protezione dell’ambiente

Fonte dati

Province, Arpa Piemonte

Unità di
misura

numero

Copertura
temporale

2012

Commenti

Le attività soggette ad autorizzazione integrata ambientale nel territorio
pinerolese, sono di natura principalmente agricola, legate ad allevamenti
suinicoli o avicoli. Esistono inoltre un macello suinicolo, nonché una
produzione di laminati plastici e una cartiera che risulta tra le più antiche in
Piemonte.
Infine è presente una discarica in AIA sita in Pinerolo, la cui capacità residua
limitata fa sì che la sua autonomia di gestione non possa protrarsi che per un
periodo molto limitato nel tempo.
La vocazione rurale è quindi quella prevalente, a differenza dell’hinterland
torinese, dove prevale invece la specificità industriale.

32
33
Industria: Cave e miniere
DPSIR
Descrizione

Riferimento
normativo

Obiettivi
normativi

Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Determinante
L’indicatore riporta il numero di cave e miniere attive presenti nel territorio
regionale a seconda del litotipo e per provincia, fornendo informazioni
sull’utilizzo delle risorse minerarie del sottosuolo, non rinnovabili
RD 29 luglio 1927, n. 1443 e s.m.i, LR 22 novembre 1978 n. 69 e s.m.i,
LR 40/1998 (la maggioranza delle cave e tutte le miniere sono sottoposte
a Valutazione di impatto ambientale), DLgs 30 maggio 2008 n. 117
(gestione dei rifiuti che derivano dall’attività estrattiva). Le attività estrattive
(cave e miniere) sono inoltre frequentemente poste in aree soggette a
vincoli pubblicistici (idrogeologici e paesaggistici), pertanto i progetti sono
sottoposti alle relative procedure autorizzative
Assoggettamento dello svolgimento dell'attività estrattiva (apertura e
coltivazione di cave) all'ottenimento di preventiva autorizzazione e obbligo
di recupero ambientale dei siti. Verifica e approvazione di progetti di
coltivazione mineraria e di recupero ambientale al fine di salvaguardare gli
interessi pubblici elencati dall'art. 7 della LR 22 novembre 1978 n. 69 e
s.m.i. e più in generale preventiva valutazione degli impatti derivanti dalle
cave/miniere e dalle loro pertinenze
Regione Piemonte - Banca dati Attività Estrattiva, Direzione Attività
produttive
numero
2010
Durante la collisione tra le due zolle continentali paleo-europea e paleoafricana, all’origine dell’attuale configurazione della catena alpina il
metamorfismo ha modificato, ma non cancellato, le caratteristiche delle
rocce che anticamente appartenevano ai due margini continentali e alla
crosta oceanica fra loro interposta. Esse, conservano traccia delle loro
origini e provenienza.
Nella porzione di Alpi Cozie compresa tra Val di Susa e Valle Po, affiorano
alcuni dei complessi litologici più interessanti.
I litotipi più diffusi presenti nell’area di indagine sono gneiss (es. la Pietra di
Luserna, divisibile in lastre) e micascisti, marmi (es. i marmi di Rocca
Bianca, in alta Val Germanasca).
Si riscontano anche depositi minerari la cui formazione è ascrivibile
all’attività idrotermale legata alla formazione della crosta oceanica,
mineralizzazioni note come pirite e calcopirite della Val Germanasca e del
Beth in Val Troncea.
Altri importanti giacimenti sono quelli di talco e grafite, il talco, la cui genesi
non è del tutto chiarita, è diffuso in Val Sangone, Val Pellice attraverso le
Valli Chisone e Germanasca; le mineralizzazioni di grafite sono invece
presenti in molte località delle Valli Pellice, Germanasca e Chisone. Le
attività legate alla lavorazione della pietra, le cui antiche origini sono
conseguenti alla natura e alla conformazione del territorio, rappresentano
una tradizione evidente in Val Chisone e in Val Germanasca.
In Val Germanasca, la lavorazione della pietra ha avuto origine nelle
antiche cave di marmo di Maiera, da cui arriva anche il marmo utilizzato
34
per la costruzione del Duomo di Torino. In Val Chisone, invece, hanno un
ruolo importante le cave di granito, da cui proviene il granito utilizzato per la
realizzazione del Forte di Fenestrelle. In queste valli hanno avuto origine
capolavori artistici quali parti del Teatro Regio di Torino e persino il
monumento all'Indipendenza di Lagos, la capitale della Nigeria. Altra
grande unica particolarità è legata alla trasformazione del talco minerale
tipico della Val Germanasca, dove viene chiamato pietra dolce, morbido e
bianco. Per quanto concerne i comuni di pianura trattasi di estrazione di
sabbia e ghiaia a ridosso dei corpi idrici.

35
Industria: Cave e miniere. Quantitativo materiale estratto
DPSIR

Descrizione

Riferimento
normativo

Obiettivi
normativi

Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Pressione
L’indicatore riporta i quantitativi estratti di cave e miniere attive presenti nel
territorio regionale suddivisi a seconda del litotipo e per provincia,
fornendo informazioni sull’utilizzo delle risorse minerarie del sottosuolo,
non rinnovabili, attraverso i dati di produzione annua dei materiali e
minerali coltivati in Piemonte
RD 29 luglio 1927, n. 1443 e s.m.i, LR 22 novembre 1978 n. 69 e s.m.i,
LR 40/1998 (la maggioranza delle cave e tutte le miniere sono sottoposte
a Valutazione di impatto ambientale), DLgs 30 maggio 2008 n. 117
(gestione dei rifiuti che derivano dall’attività estrattiva). Le attività estrattive
(cave e le miniere) sono inoltre frequentemente poste in aree soggette a
vincoli pubblicistici (idrogeologici e paesaggistici), pertanto i progetti sono
sottoposti alle relative procedure autorizzative
Assoggettamento dello svolgimento dell'attività estrattiva (apertura e
coltivazione di cave) all'ottenimento di preventiva autorizzazione e obbligo
di recupero ambientale dei siti. Verifica e approvazione di progetti di
coltivazione mineraria e di recupero ambientale al fine di salvaguardare gli
interessi pubblici elencati dall'art. 7 della LR 22 novembre 1978 n. 69 e
s.m.i. e più in generale preventiva valutazione degli impatti derivanti dalle
cave/miniere e dalle loro pertinenze
Regione Piemonte - Banca dati Attività Estrattiva, Direzione Attività
produttive
tonnellate, m3
2010
Negli ultimi anni si è riscontrata una sensibile riduzione dell’attività
estrattiva certamente legata in buona parte alla congiuntura economica
attuale (talco a Prali, pietra di Luserna nell’omonimo comune, sabbia e
ghiaia nei comuni della pianura di Villafranca e Cavour a ridosso dei
principali corsi d’acqua superficiale).

36
37
Agricoltura: Aziende agricole
DPSIR

Determinante

Descrizione

L’indicatore rileva il numero di aziende agricole presenti sul territorio e le
principali coltivazioni, fornendo una stima indiretta delle probabili pressioni
che ne derivano

Riferimento
normativo

Dir. 79/409/CE, Dir. 92/43/CE, Reg. CE n. 1257/1999, Dec.1600/2002/CE,
Reg. CE n. 1782/2003, Reg. CE n. 1783/2003, Reg. CE n. 817/2004, L
394/91, DLgs 490/99, DLgs 227/01

Fonte dati

Regione Piemonte, Anagrafe agricola unica

Unità di
misura

numero

Copertura
temporale

2006 - 2012

Commenti

Nelle zone montane si è assistito ad un costante, quanto inesorabile,
processo di contrazione dell’attività agricola fino all’abbandono produttivo di
numerose aree. La maggior parte delle superfici sono attualmente utilizzate
per gli alpeggi.
L’area di pianura è caratterizzata da una specializzazione zootecnica
intensiva dove si registra una forte interazione tra coltivazioni cerealicoloforaggiere e l'industria lattiero-casearia e della macellazione.
Le aziende che si dedicano alla frutticoltura e viticoltura sono per lo più
concentrate in aree collinari e pedemontane. Ultimamente una particolare
attenzione viticola ha consentito una pregevole qualificazione del prodotto
ottenendo la Denominazione di Origine Controllata (DOC) per 8 vini prodotti
in zona.
La frutticoltura si inserisce come una sorta di estensione dell'area tipica
Cuneese ai comuni di Bibiana, Cavour, Campiglione Fenile ed è per lo più
dedicata alla coltivazione di mele e actinidie.
Da sottolineare la Mostra Mercato Regionale sulla frutticoltura “Tuttomele”
che si svolge nel Comune di Cavour e la costante crescita di attività, sia nel
settore agrituristico che in quello delle produzioni biologiche.

38
39
Agricoltura: Fitosanitari e Fertilizzanti
Pressione
L’indicatore fornisce informazioni sull’evoluzione dell’utilizzo dei prodotti
Descrizione fitosanitari e di fertilizzanti impiegati in agricoltura, valutando la
potenziale pressione ambientale derivata
Direttiva 94/411/CE; CE-COM (2002) 179, CE-COM (2002)349, Dec.
2004/259/CE, Direttiva 128/2009/CE, DLgs 194/95, DLgs 152/99, Delibera
Regione Piemonte n. 5269/27001 del 13/04/05, DLgs 152/06, Ministero della
Salute, Decreto 26 febbraio 2007, Delibera Consiglio Regionale n. 117-1073
Riferimento del 13/03/07, DL 14 agosto 2012 n° 150
normativo
Direttiva Nitrati 91/676/CE; CE-COM (2002)179, Reg. CE 2003/03, L 748/84,
DM MIPAF 19/04/99, DLgs 152/99, DLgs 152/06, Deliberazione Consiglio
Regionale n.117-1073 del 13/03/07, Legge 217/06 (Revisione della disciplina
in materia di fertilizzanti)
Obiettivi
Il DLgs 152/99 prevede l’individuazione di aree territoriali vulnerabili da parte
normativi
dei prodotti fitosanitari al fine di salvaguardare le falde acquifere
Fonte dati Istat
Unità di
Quintali, kg
misura
Copertura
2000 - 2011
temporale
I notevoli quantitativi di prodotti fitosanitari (anticrittogamici, diserbanti,
insetticidi etc) impiegati nel comparto agricolo per proteggere le colture dagli
organismi nocivi (insetti, acari, funghi ecc.), per prevenirne gli effetti e per
eliminare le piante indesiderate (erbicidi) nonché nelle aree verdi degli
agglomerati urbani, ad es. per liberare le canaline di raccolta acque piovane
etc, costituiscono, insieme ai fertilizzanti, una delle principali cause di
contaminazione delle acque sotterranee.
DPSIR

Commenti

Su proposta dell’Asl 3 di Torino, il Comune di Pinerolo ha emesso
l’ordinanza n.665 del 10/11/2011 in cui si disciplina in maniera ferrea
l’utilizzo di sostanze fitosanitarie sul territorio.
I trattamenti con prodotti fitosanitari, inoltre, sono stati vietati ad una distanza
inferiore ai 5 metri dai confini di proprietà, ai 20 metri dalle abitazioni, ai 10
metri dalle strade pubbliche, dall’orlo delle sponde dei corsi d’acqua, da fonti
o sorgenti private, ai 25 metri da ortaggi o colture ed ai 200 metri dai punti di
captazione o di derivazione delle acque destinate al consumo umano.
Nell’area di studio le zone di agricoltura intensiva sono oggetto di
consistente utilizzo di prodotti fitosanitari e di fertilizzanti.

40
Prodotti fitosanitari distribuiti per uso agricolo, per categoria - anno 2000-2011
Provincia di Torino
900.000
800.000
700.000

kg

600.000
500.000
400.000
300.000
200.000
100.000
0
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Fungicidi

Insetticidi e Acaricidi

Erbicidi

Piemonte
12.000.000
10.000.000

kg

8.000.000
6.000.000
4.000.000
2.000.000
0
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Fungicidi

Insetticidi e Acaricidi

Erbicidi

41
Fertilizzanti minerali distribuiti in agricoltura - anno 2004-2011
Provincia di Torino

500.000

quintali

400.000
300.000
200.000
100.000
0
2004

2005

2006

2007

2008

Semplici azotati

Semplici fosfatici

Composti binari

2009

2010

2011

Semplici potassici

Composti ternari
Piemonte

1.400.000
1.200.000

quintali

1.000.000
800.000
600.000
400.000
200.000
0
2004

2005

2006

2007

2008

Semplici azotati

Semplici fosfatici

Composti binari

2009

2010

2011

Semplici potassici

Composti ternari

42
Agricoltura: Emissioni da agricoltura, foreste e zootecnia
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di misura
Aggiornamento
indicatore
Copertura
temporale

Commenti

Pressione
Stima le emissioni di CH4, NH3, NMVOC (Composti Organici Volatili
Non Metanici) da parte di areali (fonti diffuse) presenti sul territorio
regionale

Regione Piemonte
t/anno
2012
2007
Per le stime di emissione di CH4, NH3, NMVOC, oltre all’Inventario
Regionale (dati su base comunale), si può fare riferimento anche
all’Inventario Nazionale delle Emissioni (dati su base provinciale),
aggiornato periodicamente da Ispra.
Sul piano della distribuzione territoriale le mappe evidenziano la
concentrazione delle attività agricole e di allevamento con intensità
crescente dai comuni collinari a quelli della pianura così come le
emissioni biogeniche che interessano maggiormente i comuni montani
ad eccezione del comune di Sestriere meno interessato da boschi.

43
44
Agricoltura: incendi
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo

Impatto
L’indicatore esprime l’estensione della superficie boscata percorsa dal
fuoco e il numero di incendi
LR 16/94 "Interventi per la protezione dei boschi dagli incendi". Legge
353/00 "Legge quadro in materia di incendi boschivi". La Regione
Piemonte è dotata di un piano antincendi redatto ai sensi della normativa e
con periodo di validità 2003- 2006

Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti

Corpo Forestale dello Stato, Coordinamento Regionale di Torino, Ufficio
Statistiche AIB
ettari (ha), numero
1997-2011
L'indicatore può costituire uno strumento da impiegare, unitamente ad altri
(ad es. andamento climatico), nella valutazione delle scelte operate in
materia di prevenzione e repressione del fenomeno degli incendi boschivi,
previsti dai Piani Regionali contemplati dalla normativa vigente.

45
Energia: Consumo di gas metano
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Determinante
L’indicatore quantifica i volumi di gas immessi nella rete regionale dalla
rete nazionale
DM 20/7/2004

Ministero delle Attività Produttive (a partire dal 2002) ora Ministero dello
Sviluppo Economico, SnamReteGas
MWh
2005 - 2010
Il gas metano viene utilizzato prevalentemente nel settore residenziale i
dati medi tra il 2000 e il 2010 sono i seguenti: 58,52 % residenziale,
28,71% industria, 12,36 % terziario, il contributo dell’agricoltura pari allo
0,40% è poco significativo. Per quanto riguarda il trend la distribuzione ha
subito un calo tra il 2005 e il 2007 per risalire dal 2007 al 2010. L’aumento
più significativo si è avuto nel settore terziario e solo in alcuni comuni della
zona in particolare nel biennio 2009-2010 nei comuni di Osasco, Pinasca,
Cantalupa. In alcuni casi si è avuto negli stessi anni una distribuzione a
partire da 0, cioè una probabile metanizzazione della zona (comuni di
Inverso Pinasca, Perrero, Porte, Prali, Prarostino).
La distribuzione a fini industriali è concentrata per il 98,52% in 16 comuni
tra cui: Villar Perosa (22,51%), Frossasco (19,27%), Luserna San
Giovanni (18,02%). La distribuzione per usi residenziali e per il settore
terziario è più omogenea sul territorio della zona ad esclusione di Pinerolo
(31,92% residenziale e 46,45% terziario) che ha il maggior numero di
residenti e Pramollo, Rorà, Bobbio Pellice, Massello e Salsa di Pinerolo
che hanno un consumo pari a 0 forse perché non serviti dalla rete di
distribuzione fino al 2010.
La distribuzione di gas attraverso la rete per consumi agricoli nel 2010 è
presente solo in due comuni: Frossasco (85,39%) e Pragelato (14,61%).

46
47
48
Energia: Consumo di energia elettrica
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo

Obiettivi
normativi

Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Determinante
L’indicatore permette di valutare l’andamento dei consumi di energia
elettrica e l’efficacia delle politiche di contenimento
DM 20/7/2004
(art. 3 DM 20/7/2004) Gli obiettivi quantitativi nazionali di incremento
dell’efficienza energetica degli usi finali di energia che devono essere
conseguiti dai distributori di energia elettrica sono ottenuti attraverso
misure e interventi che comportano una riduzione dei consumi di energia
primaria secondo le seguenti quantità e cadenze annuali: a) 0,10 Mtep/a,
da conseguire nell’anno 2005 b) 0,20 Mtep/a, da conseguire nell’anno
2006 c) 0,40 Mtep/a, da conseguire nell’anno 2007 d) 0,80 Mtep/a, da
conseguire nell’anno 2008 e) 1,60 Mtep/a, da conseguire nell’anno 2009
Enel, Gestore della rete di trasmissione nazionale (Grtn), Terna, IRES
MWh
2005 - 2010
L’energia elettrica viene utilizzata prevalentemente dall’industria. I dati
medi tra il 2000 è il 2010 sono i seguenti: 61,28% industria, 20,34%
residenziale, 16,44% terziario e 1,95% agricoltura. Il trend negli anni ha
registrato un consumo stabile o in leggero aumento per tutti i settori tranne
l’industria. In quest’ultimo settore si è registrato un debole calo tra 2007 e
2008, un forte calo tra 2008 e 2009 e una ripresa dei consumi tra 2009 e
2010. Analizzando in dettaglio i dati territoriali, le variazioni sono state
particolarmente significative a Perosa Argentina (-59,51% tra il 2008 e il
2009 e + 185,42% tra il 2009 e il 2010).

49
50
51
52
Energia: Emissioni da riscaldamento
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Pressione
Stima le emissioni di polveri inalabili (PM10 primario) e di NOx da parte
delle sorgenti (fonti diffuse di riscaldamento) presenti sul territorio regionale
Regione Piemonte (IREA 2007)
t/anno
2007
Per le stime di emissione, oltre all’Inventario Regionale (dati su base
comunale), si può fare riferimento anche all’Inventario Nazionale delle
Emissioni (dati su base provinciale), aggiornato periodicamente da Ispra.
Le emissioni da riscaldamento dipendono dal tipo di combustibile usato
negli impianti domestici di produzione di energia termica, soprattutto per
quanto riguarda il particolato primario: le carte tematiche riportate nella
figura sottostante mostrano infatti una concentrazione delle emissioni di
PM10, legate soprattutto al riscaldamento a legna, concentrate nei comuni
di media dimensione, caratterizzati da una maggior percentuale di unità
abitative uni-bifamigliari e da un territorio favorevole dal punto di vista
dell’approvvigionamento delle biomasse. Gli ossidi di azoto, meno legati
alla tipologia di combustibile, risultano invece concentrati nei territori
comunali a maggiore volumetria abitativa.

53
54
Trasporti: Parco veicolare
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Determinante
L’indicatore riporta il numero di veicoli circolanti suddiviso per per tipologia
di veicoli e di alimentazione
Aci
numero
2011
Il dato relativo al parco veicolare evidenzia una maggiore concentrazione
di autovetture nell’area di fondovalle e pedemontana. Tale valore era
abbastanza scontato, in seguito alla maggiore concentrazione della
popolazione nelle aree di pianura.
Ma interessanti riflessioni possono essere condotte leggendo il dati relativi
al parco veicolare incrociato con lo standard emissivo del medesimo parco,
riportato nell’indicatore successivo.
I comuni del fondovalle e quelli pedemontani beneficiano di un parco auto
più nuovo che bilancia la quota di auto emissive ancora rilevante.
Risulta significativo anche il contributo di alcuni comuni dell’alta valle
(Setriere, Pragelato e Roure) che riflettendo una condizione economica di
maggiore benessere hanno un numero maggiore di auto nuove.
Il tasso di motorizzazione (numero di autovetture possedute da 100
abitanti) è di 63,1, valore simile alla media piemontese di 63,0. Valori
superiore a 70 auto/100 abitanti sono presenti nei comuni di Frossasco,
Garzignana, Lusernetta, Roletto, San Secondo di Pinerolo e Sestriere. I
comuni Pomaretto e Salza di Pinerolo al contrario detengono valori più
bassi, inferiori a 55 auto/100 abitanti

55
56
Trasporti: Standard emissivo delle autovetture
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Stato
L’indicatore fornisce informazioni sulle autovetture con riferimento alle
tipologie di standard emissivi (Euro 0, 1, 2, 3, 4 e 5)
Aci
numero
2011
Come a livello regionale, si osserva una prevalenza di autovetture con
standard emissivi recenti (totale autovetture Euro 4 + Euro 5 = 38.003) ma
rimane non trascurabile la quantità di veicoli con standard Euro 0 ed Euro
1 (totale autovetture Euro 0 ed Euro 1 = 11.805), mantenendo quasi
invariato il rapporto tra i due gruppi di alimentazione (3,22 pinerolese e
3,17 dato regionale).

57
Trasporti: Emissioni da trasporto
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Pressione
Stima le emissioni di polveri inalabili (PM10 primario) e di NOx da parte
delle sorgenti lineari (strade) presenti sul territorio regionale
Regione Piemonte
t/anno
2007
Per le stime di emissione, oltre all’Inventario Regionale (dati su base
comunale), si può fare riferimento anche all’Inventario Nazionale delle
Emissioni (dati su base provinciale), aggiornato periodicamente da Ispra.
Per entrambi gli inquinanti le emissioni legate ai trasporti risultano
concentrate nei comuni a maggiore densità abitativa, essendo prevalente il
traffico urbano rispetto alla componente lineare (strade extraurbane e
autostrade). Va sottolineato che la metodologia di stima delle emissioni da
traffico riportate nell’Inventario Regionale delle Emissioni (IREA) non
prevede il contributo del turismo tipico dei fine settimana, per cui risultano
sottostimate le emissioni sulle strutture viarie a grande percorrenza.

58
59
Turismo: Strutture turistiche e movimenti turistici
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti

Determinante
L’indicatore rileva il numero delle strutture turistiche presenti sul territorio,
fornendo una stima della capacità ricettiva complessiva degli esercizi
alberghieri ed extralberghieri.
L’indicatore elenca inoltre il numero di arrivi e presenze dei turisti
Direttiva 95/97/CE del 23/11/95, L 135/01
Regione Piemonte - Assessorato Turismo
numero
2011
Oltre alle stazioni sciistiche, per quanto concerne Pinerolo e gli altri comuni
in pianura le infrastrutture e presenze turistiche sono legate alle varie
manifestazioni quali i concorsi ippici di Pinerolo, “tutto mele” a Cavour,
“Terre del mais e cavalli” a Vigone.

60
61
62
Turismo: Pressione turistica (intensità turistica)
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Pressione
L’indicatore stima l'intensità turistica per valutare le potenziali pressioni
ambientali che si originano da un ulteriore carico antropico sul territorio in
esame e sulla popolazione residente
Regione Piemonte - Assessorato Turismo
numero presenze/abitanti residenti
2011
Il territorio del Pinerolese mostra un flusso turistico abbastanza
consistente, con un ruolo rilevante nei comuni a vocazione turistica
invernale (Sestriere, Pragelato e Prali) e “villeggiatura estiva” (Fenestrelle,
Usseaux, Bobbio Pellice, Torre Pellice, Villar Pellice, San Pitetro V.L. e
Cantalupa).
L'area collinare e del “Basso Pinerolese” è interessata da un tipo di
turismo tendente a valorizzare la componente ecologico-ambientale del
territorio ( trekking, escursionismo in mountain-bike o a cavallo etc.).
Non mancano tuttavia i fruitori legati ad un tipo di turismo culturale,
attinente al patrimonio artistico e architettonico del territorio, dall’ecomuseo “scopriminiera” alle diverse iniziative culturali dei vari Comuni.

Commenti

Considerata la vulnerabilità degli ecosistemi di Montagna è facilmente
deducibile come il non perseguire lo sviluppo di un turismo sostenibile
attraverso politiche di sistema associate ad oculata pianificazione
territoriale e partecipata, comporti un impatto ambientale rilevante sia
diretto - basti pensare ad es. a cosa comporta la depurazione delle acque
fognarie in comuni che quintuplicano la popolazione presente nei mesi
invernali quando, per altro, l’efficienza dei sistemi depurativi si riduce - sia
indiretto, determinato da infrastrutture e traffico (consumo di suolo per
strutture abitative e turistiche, parcheggi, bacini e strutture per
l’innevamento artificiale, impianti di risalita, piste etc.) con prevedibili
impatti negativi, soprattutto sulla biodiversità alpina.

63
64
Pressioni

Rifiuti
Siti contaminati
Rumore

Radiazioni

Rischi naturali

Produzione di rifiuti urbani
Produzione rifiuti speciali e industriali
Impianti di gestione rifiuti
Siti contaminati in Anagrafe
Pareri e segnalazione Esposti
Estensione di linee elettriche
Impianti di telecomunicazione
Densità di impianti di telecomunicazione
Dose efficace per la popolazione
Radon
Aree monitorate e in frana
Valanghe e incidenti
Attività sismica

65
Produzione rifiuti urbani
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Pressione
L’indicatore misura la quantità totale di rifiuti urbani prodotti, fornendo una
stima indiretta delle potenziali pressioni ambientali che si originano
dall’incremento di tali quantità
DLgs 152/06 s.m.i., DLgs 205/10 (attuazione della Direttiva 2008/98/CE)
Il DLgs 152/06, art 180, afferma che devono essere promosse in via
prioritaria la prevenzione e la riduzione della produzione e della nocività
dei rifiuti
Regione Piemonte - Osservatorio Regionale Rifiuti
tonnellate/anno, kg/ab*anno
2011
Occorre premettere che la produzione di rifiuti urbani pro capite è imputata
agli abitanti residenti e pertanto tutti i comuni montani interessati da
ricettività turistica presentano un indice elevato. La quantità di rifiuti urbani
prodotti deve essere quindi rapportata tenendo conto sia della popolazione
fluttuante, ad es. i comuni di Sestriere e Pragelato contano fino a 4.0005.000 presenze stagionali, sia del flusso turistico giornaliero.
In alcuni comuni come ad es. Villar Perosa, dove le presenze turistiche
sono limitate, la maggior produzione di rifiuti urbani potrebbe essere
imputata alla elevata presenza di lavoratori, non residenti, nelle diverse
unità produttive.
Nei centri più urbanizzati l’indicatore della produzione rifiuti rappresenta in
modo verosimile il numero maggiore di residenti associato alle diverse
attività commerciali e del terziario.
Nel pinerolese, sia nei comuni montani sia in quelli di pianura, prevale il
concetto di “cultura agricola” che tende a riutilizzare ogni tipologia di rifiuto
prodotto: dalla carta impiegata per accendere la stufa a legna o “putagé”
allo sfalcio dei giardini o così detto umido impiegati per farne concime.
La raccolta differenziata per il 2010 del pinerolese risulta in media del
52,1% superando il valore obiettivo posto al 50% per il 2009 (DLgs 152/06
e s.m.i.). I comuni più virtuosi con % maggiore del 60% sono Scarmagno
(che detiene il maggior valore in assoluto con il 72,7%), Airasca, Burisco,
Salsa di Pinerolo e Virle Piemonte. I comuni di Pragelato, Prali e Pramollo
invece presentano ancora una percentuale di raccolta differenziata
inferiore al 40%.

66
67
Rifiuti: Produzione di rifiuti speciali e industriali
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Pressione
L’indicatore misura la quantità di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi
che vengono prodotti annualmente sul territorio in esame
DLgs 152/06 s.m.i., DLgs 205/10
Il DLgs 152/06, art.180, afferma che devono essere promosse in via
prioritaria la prevenzione e la riduzione della produzione e della nocività
dei rifiuti
Arpa Piemonte - Catasto Rifiuti
migliaia di tonnellate/anno (t*1000/a), t/abitante*anno
2002 - 2010
Le carte, riferite alla produzione totale di rifiuti speciali pericolosi e non
pericolosi, evidenziano come la produzione di tale tipologia di rifiuti sia
concentrata essenzialmente nei comuni a presenza industriale più elevata
quali Villar Perosa, Pinerolo e Airasca. Nel calcolo sono compresi i rifiuti
inerti provenienti da costruzioni e demolizioni.
Nelle rappresentazioni del 2002 e 2010 è rilevabile come sia diminuita la
produzione dei rifiuti determinata da una minore produttività e chiusura di
alcune aziende come es. nei comuni di Perosa Argentina, Villar Perosa e
Airasca, mentre si nota un incremento nei comuni di Pinerolo e di Roletto
dovuti rispettivamente alla realizzazione della nuova area industriale della
“porporata” e ampliamento di quella artigianale.

68
69
70
Rifiuti: Impianti gestione rifiuti
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Risposta
Descrive la gestione dei rifiuti urbani e speciali in rapporto all’obiettivo di
progressiva riduzione dell’utilizzo delle discariche come modalità di
smaltimento dei rifiuti, fornendo un’indicazione sull’efficacia delle politiche
di gestione dei rifiuti
DM 5 febbraio 1998 s.m.i, LR 24/02, DLgs 36/03, DLgs 152/06 s.m.i, DLgs
75/10 (nuove norme sui fertilizzanti), DM 27/09/10, DLgs 205/10, LR 7/12
Il DLgs 152/06, art.182 bis, prevede di realizzare l'autosufficienza nello
smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi in ambiti territoriali ottimali
Regione Piemonte - Osservatorio Regionale Rifiuti
numero
2002 - 2012
La diminuita presenza di impianti per la gestione dei rifiuti nei comuni di
Bobbio Pellice e Villar Pellice è data dall’esaurimento delle due discariche
di inerti. A Pinerolo e Villafranca vi è stata la chiusura di due centri di
rottamazione e a Virle P.te la chiusura di un’attività di recupero di cascami
e materiale plastico.
L’incremento del 2012 rispetto al 2002 nel comune di Cumiana è dato
dall’insediamento di due attività legate al recupero di rottami e materiale
plastico.
La discarica per rifiuti non pericolosi ACEA in località Torrione a Pinerolo
prosegue la sua attività ininterrottamente dall’anno 1978, procedendo a
successivi ampliamenti del corpo discarica sia in fossa che in elevazione.
Nel corso dell’anno 2012 è stato rilasciato dalla Provincia di Torino un
nuovo provvedimento (DD n. 168-25742/2012) che autorizza il
rimodellamento del piano sommitale del lotto T5 determinando un ulteriore
incremento dei volumi di rifiuti smaltibili pari a 25.000 m3 e l’autorizzazione
alla realizzazione di un nuovo invaso (T6) per un volume aggiuntivo di
181260 m3.
Lo stesso decreto opera una riclassificazione dell’impianto nella
sottocategoria “discarica per rifiuti misti non pericolosi con elevato
contenuto sia di rifiuti organici o biodegradabili che di rifiuti inorganici, con
recupero di biogas” (ai sensi dell’art 7, comma 1 c) del DM del 27/09/2010.
Durante l’intero anno 2012 presso la discarica sono stati smaltite 22.607 t
di rifiuti provenienti dal circuito di raccolta urbano, 561 t di rifiuti inerti e
18.373 t di rifiuti speciali non pericolosi, per un quantitativo complessivo di
41.542 t di rifiuti.
Secondo una stima del gestore al febbraio 2013 i volumi ancora disponibili
allo smaltimento sulla superficie dei lotti T4 e T5 ammontavano a 11.000
m3 circa, mentre il lotto T6 era ancora in corso di realizzazione.
L’impianto di valorizzazione secco-umido di ACEA (Pinerolo, Corso della
Costituzione n. 19), effettua il trattamento delle frazioni differenziate secca
e umida dei rifiuti urbani. La frazione secca viene sottoposta a separazione
meccanica per la cernita delle matrici recuperabili e per la produzione del
CSS (combustibile solido secondario), con una potenzialità di 31.000
t/anno. La frazione umida invece viene avviata a digestione anaerobica
71
per la produzione di biogas (potenzialità 50.000 t/anno) e
successivamente a compostaggio. Con DD n. 132 - 20429 / 2012 la
Provincia di Torino ha autorizzato l’ampliamento dell’impianto, con
l’introduzione di un ulteriore digestore che porterà la potenzialità della linea
umido a 90.000 t/anno.
Attualmente l’ampliamento non è ancora stato realizzato.
ACEA, nel corso del 2013, ha presentato un progetto di upgrading del
biogas per la conversione del biogas prodotto dalla digestione anaerobica
in biometano.

72
Siti contaminati
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Pressione
L’indicatore fornisce il numero dei siti che sono inseriti nell’anagrafe
regionale. Tali siti possono talvolta necessitare di interventi di bonifica del
suolo e/o delle acque superficiali e sotterranee
DLgs 22/97 (art.17), DM Ambiente 471/99, DLgs 152/06
Il DM 471/99, emanato in attuazione del DLgs 22/97, prevedeva che ogni
Regione istituisse l'Anagrafe dei siti contaminati. L'anagrafe doveva essere
realizzata in accordo con i "Criteri - contenuti e struttura dati" messi a
punto dal gruppo di lavoro nazionale Apat, Arpa, Appa. Il DLgs 152/06 non
prevede sostanziali variazione.
Anagrafe regionale dei siti contaminati
numero
2012
Il numero di siti contaminati presenti sul territorio oggetto di studio risulta
piuttosto limitato rispetto al numero totale di siti presenti in provincia di
Torino. I siti contaminati sono concentrati nelle zone collinari e di pianura
maggiormente urbanizzate e in particolare nel comune di Pinerolo,
comune più industrializzato della zona. L’indicatore fornisce, per ciascun
comune, il numero dei siti per cui è stato aperto un procedimento di
bonifica, tuttavia si ritiene opportuno sottolineare che, per buona parte di
questi, il procedimento risulta già concluso a seguito delle operazioni di
messa in sicurezza d’emergenza che hanno permesso il completo
ripristino dello stato dei luoghi. Sarebbe interessate, inoltre, mettere in
rilievo (l’indicatore non lo evidenzia) che buona parte dei problemi del
pinerolese è legato agli sversamenti accidentali di contaminanti organici
principalmente da serbatoi (punti vendita e depositi carburanti).

73
74
Rumore: Pareri e segnalazione Esposti
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di misura
Aggiornamento
indicatore
Copertura
temporale

Commenti

Risposte - Impatto
L’indicatore riporta il numero di segnalazioni/esposti pervenuti
all’Agenzia e di Pareri espressi, sul territorio di competenza
L 447/95 , DPCM 14/11/97, LR 52/00

Arpa Piemonte
numero
2013
2012
L’attività di prevenzione, svolta su richiesta dei comuni per
l’insediamento di nuove attività potenzialmente rumorose o di nuovi
ricettori sensibili, ha riguardato solamente 11 comuni, per un totale di
21 soggetti ambientali. D’altro canto, il numero di esposti
complessivamente pervenuti (15, distribuiti su 8 comuni), rileva
situazioni di criticità contingenti e localizzate a casi specifici.
La città di Pinerolo presenta la maggiore concentrazione di pareri ed
esposti, con valori comunque normali per aree urbane di pari
dimensioni.
Si evidenzia, infine, che tutti i comuni hanno approvato in via definitiva
il Piano di Classificazione Acustica.

75
76
Radiazioni non ionizzanti: Estensione linee elettriche
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale
Commenti

Determinante
L'indicatore riporta l'estensione degli elettrodotti suddivisi per tipologia sul
territorio regionale
Terna, Enel
km
2010
La rete è maggiormente sviluppata sul territorio dei comuni a maggiore
attività produttiva e turistica, tenendo conto dei corridoi con
attraversamento delle linee oltre confine.

77
Radiazioni non ionizzanti: Impianti di telecomunicazione
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Determinante
L’indicatore riporta il numero di impianti di telecomunicazione in rapporto
alla superficie del territorio monitorato, valutando in termini indiretti le
potenziali pressioni ambientali derivanti
Legge Quadro 36/01, DPCM 08/07/03, LR 19/04, DL 179 del 18 ottobre
2012 art. 14, comma 8
Il DPCM 08/07/03, art.4, decreta che i valori di immissione di campo
elettromagnetico non devono superare il valore di 6 V/m indicato nella
tabella 3 all'allegato B
Arpa Piemonte
numero
2011
Il numero degli impianti sul territorio del pinerolese è piuttosto basso, con
una concentrazione di impianti per la diffusione radiotelevisiva nel comune
di Sestriere, in posizione sopraelevata e atta a fornire copertura su
un’ampia porzione del territorio provinciale. Per quanto riguarda gli
impianti di telefonia mobile si ha un maggior numero di impianti nel
comune di Pinerolo, a maggiore densità urbana, e nuovamente nel
comune di Sestriere, a vocazione turistica.

78
79
Radiazioni non ionizzanti: Densità impianti di telecomunicazione
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di misura
Aggiornamento
indicatore
Copertura
temporale

Commenti

Determinante
L’indicatore riporta il numero di impianti di telecomunicazione in
rapporto alla superficie del territorio monitorato, valutando in termini
indiretti le potenziali pressioni ambientali derivanti
Legge Quadro 36/01, DPCM 08/07/03, LR 19/04, DL 179 del 18
ottobre 2012 art. 14, comma 8
Il DPCM 08/07/03, art.4, decreta che i valori di immissione di campo
elettromagnetico non devono superare il valore di 6 V/m indicato nella
tabella 3 all'allegato B
Arpa Piemonte
numero, numero/km2
2012
2011
La densità degli impianti sul territorio del pinerolese è piuttosto bassa.
Solo 3 comuni, Sestriere, Villar Perosa e Porte per le Radio-Tv e
Sestriere, Porte e Pinerolo per le stazioni radio base, corrispondenti a
circa il 6% del totale, hanno densità comprese tra 0,35 e 2
impianti/km2. A titolo di raffronto si noti che in provincia di Torino il 30%
degli impianti ha densità superiori a 0,5 impianti/km2

80
81
Radiazioni: dose efficace per la popolazione
DPSIR
Impatto
L’indicatore stima l'esposizione di ciascun membro della popolazione alla
Descrizione radioattività dovuta ai contributi delle diverse fonti di esposizione (di origine
naturale o antropica)
Riferimento
DLgs 230/95 e s.m.i., DLgs 187/00 (art.12)
normativo
Obiettivi
Il DLgs 230/95 fissa un limite di dose efficace per la popolazione pari a 1
normativi
mSv/anno per esposizione dovute alle pratiche lavorative
Fonte dati
Arpa Piemonte
Unità di
millisievert/anno (mSv/anno), Bq/kg, Sv/Bq
misura
Copertura
2011
temporale
Per la popolazione del pinerolese, per quanto riguarda la dose efficace,
viene riportato il dato regionale. Dai dati in nostro possesso tale valore può
Commenti
essere considerato con buona approssimazione valido anche per questo
specifico territorio, non essendoci nell'area particolari fonti aggiuntive di
rischio radiologico rispetto al resto del territorio regionale.
Dose annuale alla popolazione piemontese - totale 3,827 mSv

0%

18%

23%

0%
1%

12%
5%

41%

Inalazione di radon
Totale mSv/anno
Ingestione di Sr-90 (solo latte)

Irraggiamento di origine naturale
Irraggiamento di Cs-137 dal suolo
Diagnostica medica

Ingestione di radionuclidi naturali
Ingestione di Cs-137

82
Radiazioni ionizzanti: Concentrazione radon indoor
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo

Stato
L’indicatore fornisce la stima della concentrazione media di radon (Rn222) in aria presente negli edifici
Direttiva Europea 96/29/Euratom, DLgs 241/00

Il livello di azione nei locali interrati o semiinterrati è fissato a 500Bq/m3
Obiettivi
nei luoghi di lavoro (DLgs 241/2000). Per le abitazioni sono
normativi
raccomandati un livello di 200 Bq/m3 per gli edifici in costruzione e di
400Bq/m3 per gli edifici esistenti.(Racc. Europea 1990/143/Euratom)
Fonte dati
Arpa Piemonte
Unità di misura Becquerel al metro cubo (Bq/m3)
Aggiornamento
2012
indicatore
Copertura
2009
temporale
Le mappe presentate derivano da una pubblicazione di Arpa Piemonte
del 2009 (reperibile al sito
Commenti
http://www.arpa.piemonte.it/upload/dl/Pubblicazioni), frutto di molti anni
di studi e di migliaia di misure sperimentali

83
Rischi naturali: aree monitorate in frana
Stato
L’indicatore fornisce informazioni sull’estensione e sulla distribuzione dei
Descrizione
fenomeni franosi
Riferimento
Progetto IFFI (Inventario Fenomeni Franosi in Italia) ex L.183/89 Decreto
normativo
del Capo del Dipartimento Servizi Tecnici Nazionali n. 2271 del 08/06/00
Obiettivi
Accrescere la conoscenza dei fenomeni franosi sull’intero territorio
normativi
nazionale e rendere omogenee le basi dati
Fonte dati
Arpa Piemonte, Ispra
Unità di misura km2, % sulla superficie montuoso/collinare
Copertura
2004 - 2012
temporale
L’indicatore è popolato mediante i dati contenuti nel Progetto IFFI
(Inventario dei Fenomeni Franosi d’Italia) al quale Arpa Piemonte
partecipa per la copertura del territorio regionale piemontese.
Commenti
L'aggiornamento della base dati avviene in occasione dall'acquisizione di
nuove informazioni, derivanti dalle risultanze di progetti specifici
sviluppati dal Centro Regionale per le Ricerche Territoriali e Geologiche,
dell'attività interna di analisi e di rilievo dei fenomeni franosi.
DPSIR

84
Rischi naturali: valanghe e incidenti
DPSIR
Impatto
L'indicatore fornisce informazioni sul numero di incidenti e di vittime da
Descrizione
valanga segnalati e raccolti da Arpa in collaborazione con il Corpo
Nazionale Soccorso Speleologico
Fonte dati
Arpa Piemonte
Unità di misura numero
Copertura
1984 - 2012
temporale
Commenti
I dati espressi in tabella derivano dall’analisi dalle Carte di Localizzazione Probabile delle
Valanghe (CLPV) e di Carte dei Siti Valanghivi (CSV), rilevate e redatte alla scala media 1:25.000
Entrambe sono redatte con preliminare studio fotointerpretativo di immagini aeree estive e il
reperimento di informazioni storiche e testimonianze orali. Le informazioni ottenute con i due
approcci vengono mantenute separate nelle CLPV integrate in un unico tematismo nelle CSV.
METODOLOGIA DI REALIZZAZIONE DELLA CARTOGRAFIA TEMATICA
Le CLPV e le CSV riportano le delimitazioni dei siti valanghivi, vale a dire delle aree soggette al
movimento simultaneo della coltre nevosa, nell’estensione massima nota al momento di redazione
della carta, anche se tale perimetrazione fa riferimento a eventi occorsi in epoca storica e con
tempi di ritorno elevati, anche superiori ai 100 anni.
Le due tipologie di carte si diversificano per due aspetti metodologici fondamentali:
- nelle CLPV l’inchiesta sul terreno è frutto di sopralluoghi su tutta l’area di indagine effettuati con
una o più persone ben informate degli eventi valanghivi del passato prossimo e remoto, viceversa
nelle CSV i sopralluoghi sono eseguiti solo in casi di particolare criticità;
- nelle CLPV le informazioni ricavate dalle fonti storiche, tra cui l’Archivio Storico e Topografico
delle Valanghe di C.Capello, vanno a incrementare il serbatoio dei dati ottenuti mediante
l’inchiesta sul terreno, mentre nelle CSV servono per avvalorare il dato fotointepretato e quindi ne
sono integrate in un unico tematismo.

2

2

50
1

4

37

6
1

3

9

5
1

26

3

3

15

1

12

2

11

4

15

1

3

33

2

18

10

3

20

7

8

3

2

1

17

4

9

4

Linee elettriche

6
1

21
22
1

8
5

3

4

7

1

8

3

3

1
3

1

22

5

6

Altri danni

11

Persone travolte

4

Nessuno

5

Bosco

2

Piste sci

13

Linee telefoniche

30

Rotabili

4

Rifugi/malghe

Eccezionale (>30
anni

49

Fabbricati Civili

Periodica (1030anni)

Prali
Pramollo
Salza di
Pinerolo
Sestiere
Torre
Pellice
Usseaux
Villar
Pellice

Annuale (110anni)

Pragelato

non nota

Località

DANNI

Valanghe
cartografate

Frequenza

2

2
3

1

7

4

10

6

85
Rischi naturali: attività sismica
DPSIR
Stato
L’indicatore fornisce informazioni sulla distribuzione e sulla magnitudo dei
Descrizione
terremoti registrati dalla rete sismica regionale.
Riferimento Legge 225/92, DLgs 112/98, Legge 401/01,
normativo
LR 51/97, LR 44/00, LR 28/02, LR 7/03
Fonte dati
Arpa Piemonte
Unità di
numero eventi, magnitudo
misura
Copertura
2002 - 2011
temporale
Nei comuni selezionati, nel corso del 2002, sono stati localizzati 4 sismi di
magnitudo compresa tra 1 e 2, 11 sismi di magnitudo superiore o uguale a
2; il terremoto di magnitudo più elevata (2,8) si è verificato nel comune di
Perosa Argentina.
Nel 2011 sono stati localizzati 6 eventi di magnitudo compresa tra 1 e 1,5
Commenti
e 1 sisma di magnitudo 2 localizzato nel comune di Rouere; nel luglio dello
stesso anno si è verificato però un importante sciame sismico nel comune
di Giaveno, contiguo all’area analizzata dove se ne sono risentiti gli effetti.
La sismicità di un territorio, vale a dire la distribuzione dei terremoti nello
spazio e nel tempo, va valutata su scala geologica: il confronto del numero
di eventi tra due anni non è significativo.

86
87
Stato delle componenti ambientali

Clima

Aria

Acqua

Suolo

Natura

Temperatura
Precipitazione
Vento
Precipitazioni nevose
PM10 media annua
PM10 superamento limite giornaliero
NO2 media annua
Ozono superamento valore obiettivo
Portate dei fiumi
Stato chimico dei fiumi
Stato ecologico dei fiumi
Stato chimico sotterranee
Consumo di acqua da utenze domestiche
Consumo di acqua da utenze industriali
Impianti di depurazione delle acque reflue urbane
Uso del suolo
Capacità d’uso dei suoli
Consumo di suolo da edificazione
Consumo di suolo da infrastrutture di trasporto
Consumo di suolo - Percentuale residua di suolo
Zone vulnerabili da nitrati (ZVN)
Zone vulnerabili da fitosanitari (ZVF)
Metalli e inquinanti organici
Superficie forestale
Aree protette (Rete natura 2000)
88
Clima: Stazioni di monitoraggio

L’area del pinerolese considerata nello studio comprende 48 comuni distribuiti dalla
pianura alla montagna e risente del clima alpino.
Nell’area in esame, Arpa Piemonte dispone di 12 stazioni di Monitoraggio Meteorologico
con diversi periodi di funzionamento.
Stazioni di monitoraggio nell’area del pinerolese
Nome
COLLE BARANT
BOBBIO PELLICE
CUMIANA
LUSERNA S. GIOVANNI
MASSELLO
TALUCCO
PINEROLO
PRAGELATO - TRAMPOLINO A MONTE
PRAGELATO - TRAMPOLINO A VALLE
SESTRIERE
MONTE FRAITEVE
VILLANOVA SOLARO

Quota (m)
2294
1312
327
475
1388
776
340
1642
1525
2020
2701

Data attivazione
25-set-87
03-set-01
27-gen-88
12-gen-88
04-ago-99
13-nov-96
27-ago-03
20-dic-00
20-dic-00
10-set-96
18-nov-88

267

21-lug-93

Mappa dell’area in esame con l’ubicazione delle stazioni considerate

89
Clima: Temperatura
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Stato
L’indicatore fornisce i valori di temperatura media annua dal 1991 al 2012.
I valori di riferimento sono stati calcolati mediando i valori medi giornalieri
di ogni anno
Arpa Piemonte
°
C
1991 - 2012
C
La temperatura media annua, nel periodo 1991-2012, oscilla tra i -0.6 °
registrati a Monte Fraiteve e i 13.5° a Pinerolo.
C
Per tutte le stazioni considerate si rileva che le temperature massime sono
state registrate nel corso dell’estate 2003 (11/08/2003) ad eccezione delle
stazioni di Pinerolo (che non era ancora attiva), Sestriere Principi e Monte
Fraiteve in cui il massimo di temperatura si è avuto nel corso di agosto
2012 (20-22 agosto 2012).
Per quanto riguarda le temperature minime, si osserva che il mese di
febbraio 2012 è stato il più freddo dall’inizio delle osservazioni delle
centraline di Arpa Piemonte in tutte le stazioni analizzate.

Andamento delle temperature medie, minime e massime nelle stazioni di monitoraggio del
pinerolese - anni 1991-2012
Temperature medie
30.0
25.0

Colle Barant (2294 m)
Bobbio Pellice (1312 m)
Cumiana (327 m)
Luserna San Giovanni (475 m)
Massello (1388 m)
Pinerolo (340 m)
Pragelato Monte (1642 m)
Pragelato Valle (1525 m)
Sestriere Principi (2020 m)
Villanova Solaro (267 m)
Monte Fraiteve (2701 m)

20.0

°
C

15.0
10.0
5.0
0.0
-5.0
-10.0
gen

feb

mar

apr

mag

giu

lug

ago

set

ott

nov

dic

90
Temperature medie massime
35.0
30.0

Colle Barant (2294 m)
Bobbio Pellice (1312 m)
Cumiana (327 m)
Luserna San Giovanni (475 m)
Massello (1388 m)
Pinerolo (340 m)
Pragelato Monte (1642 m)
Pragelato Valle (1525 m)
Sestriere Principi (2020 m)
Villanova Solaro (267 m)
Monte Fraiteve (2701 m)

25.0
20.0
°
C

15.0
10.0
5.0
0.0
-5.0
-10.0
gen

feb

mar

apr

mag

giu

lug

ago

set

ott

nov

dic

Temperature medie minime
20.0
Colle Barant (2294 m)
Bobbio Pellice (1312 m)
Cumiana (327 m)
Luserna San Giovanni (475 m)
Massello (1388 m)
Pinerolo (340 m)
Pragelato Monte (1642 m)
Pragelato Valle (1525 m)
Sestriere Principi (2020 m)
Villanova Solaro (267 m)
Monte Fraiteve (2701 m)

15.0

°
C

10.0
5.0
0.0
-5.0
-10.0
gen

feb

mar

apr

mag

giu

lug

ago

set

ott

nov

dic

91
Clima: Precipitazioni
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Stato
L’indicatore fornisce informazioni sulla quantità di pioggia registrata nel
territorio in esame
Arpa Piemonte
mm
1991 - 2011
Mediamente nell’anno vengono registrati da un minimo di 506 mm a
Sestriere a un massimo 1157 mm di pioggia a Massello.
Il regime pluviometrico in tutti i punti di monitoraggio, secondo la
classificazione di Mennella (1967), è quello prealpino con un massimo
principale nei mesi primaverili e uno secondario in autunno; il minimo
principale è in inverno.
Il mese di maggio risulta essere il più piovoso in quasi tutte le stazioni,
dove il valore più elevato è 170 mm a Massello, mentre il meno piovoso si
colloca nei mesi di gennaio e febbraio.
Dal 1994 il mese che ha registrato una maggior quantità di pioggia è stato
ottobre del 2000 (654 mm), seguito da aprile 2009 (566 mm).
L’area è stata interessata dal 1988 da diversi eventi alluvionali tra cui si
ricordano quelli di ottobre 2000, settembre 2006 e novembre 2011
(http://www.arpa.piemonte.it/pubblicazioni-2/relazioni-tecniche/analisieventi)

Andamento delle precipitazioni e numero di giorni piovosi (pioggia>=1 mm) nelle stazioni di
monitoraggio del pinerolese - anni1991-2011
Precipitazioni annue e giorni piovosi
1400,0

100,0
90,0

1200,0

80,0
1000,0

60,0

mm

800,0

50,0
600,0

40,0

giorni piovosi

70,0

30,0

400,0

20,0
200,0

10,0

0,0

0,0
Villanova
Solaro

Cumiana

Pinerolo Luserna S. Talucco
Giovanni

mm

Bobbio
Pellice

Massello Pragelato Sestriere
trampolino
PP
a valle

Colle
Barant

gp

92
Clima: Vento
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Stato
L’indicatore fornisce il numero di giorni di vento verificatisi in Piemonte a
partire dall’analisi dei bollettini meteorologici redatti quotidianamente per il
periodo 1991 al 2011
Arpa Piemonte
°
C
1991 - 2011
Per esaminare il vento sono state prese in considerazione le stazioni in
quota di Monte Fraiteve (2701 m) e di Colle Barant (2294 m) e quelle in
pianura di Cumiana (327m) e di Villanova Solaro (267 m), che dispongono
di un anemometro rappresentativo dell’area in esame.
La direzione prevalente di provenienza del vento risulta essere dai
quadranti occidentali per tutte le stazioni considerate; in particolare da
WSW per Colle Barant (31%) e Villanova Solaro (14%), da NW per
Cumiana (54%) e da WNW per Monte Fraiteve (18%).
Per quanto riguarda la velocità media mensile i valori medi mensili più
elevati si registrano a Monte Fraiteve con un massimo di 6.4 m/s a
dicembre. Il valore più basso è 0.9 m/s a Cumiana a novembre e a
dicembre.
La raffica più elevata pari a 44.7 m/s è stata registrata a Sestriere (Monte
Fraiteve) il 26 gennaio 1994. La raffica massima registrata a Bobbio
Pellice (Colle Barant) di 40.8 m/s risale al 19 gennaio del 2007, seguite da
valori inferiori in pianura: 30.8 m/s a Cumiana il 15 febbraio 1990 e 27.4
m/s il 22 novembre 2008 a Villanova Solaro (l’anemometro è in funzione
da aprile 2007).
Velocità media mensile del vento (m/s) - anni 1991-2011

Colle Barant
Cumiana
Villanova Solaro
Monte Fraiteve

gen
2,8
1,0
1,2
6,0

feb
2,9
1,2
1,3
6,2

mar
2,7
1,4
1,8
5,8

apr
2,3
1,4
1,7
5,4

mag
1,9
1,4
1,6
5,0

giu
1,9
1,4
1,5
5,0

lug
1,8
1,4
1,3
5,1

ago
1,6
1,4
1,1
4,8

set
1,7
1,3
1,2
4,9

ott
2,0
1,0
1,2
5,4

nov
2,5
0,9
1,2
5,7

dic
3,1
0,9
1,2
6,4

93
Frequenza delle direzioni di provenienza del vento nelle stazioni di monitoraggio del
pinerolese

Frequenza delle direzioni di provenienza del vento
a Cumiana

Frequenza delle direzioni di provenienza del vento
a Colle Barant

NNW

40%

N

NW

NE

20%
ENE

E

W

WSW

SW

WSW

SSW

0%

SE
SSW

SSE

SSE
S

Frequenza delle direzioni di provenienza del vento
a Monte Fraiteve

Frequenza delle direzioni di provenienza del vento
a Villanova Solaro

N
20%

N
NNW

NNE
NE

NW

ENE

SW

SE
SSE
S

NE

W

ESE

WSW

NNE

10%

WNW

E

0%

20%

NW

10%

SSW

E

ESE

S

W

ENE

20%

SW

SE

WNW

NE

10%

0%

NNW

NNE

30%

10%
W

N

40%

WNW

ESE

WNW

60%
50%

30%

NW

NNW

NNE

WSW

ENE

E

0%

ESE
SW

SE
SSW

SSE
S

94
Clima: Precipitazioni nevose
Stato
L’indicatore fornisce informazioni sull’altezza di neve fresca riferita alle
stazioni nivometriche presenti nel territorio di studio nel periodo 1991/2011

DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

LR 59/84, LR 28/02
Arpa Piemonte
Centimetri (cm)
1991 - 2011
Per quanto riguarda le nevicate, per la stazione in quota di Sestriere
Principi di Piemonte (2020 m) si evince che la stagione più nevosa è
quella del 2008-2009, mentre per Colle Barant (2294 m) quella del 19941995. In generale si osserva dal 2008 al 2011 un aumento dell’altezza di
neve fresca, mentre nell’ultima stagione invernale (2011-2012) si registra
una diminuzione del quantitativo di neve fresca in entrambe le stazioni.

Commenti

Altezza neve fresca nelle stazioni di Sestriere Principi e di Colle Barant
Altezza neve fresca
Mesi novembre - marzo
8
Sestriere Principi
Colle Barant

7

6

4

3

2

1

01
2

01
1
02

12
20
1

20
1

92

01
0

00
9
20
0

20
0

82

00
8

00
7
62

72
20
0

20
0

20
0

52

00
6

00
5

00
4
32

42
20
0

20
0

22

00
3

00
2
20
0

00
1

12
20
0

92

02
20
0

81

00
0

99
9
19
9

99
8
19
9

99
7

71
19
9

51

41

61
19
9

99
5
19
9

99
4
19
9

31

99
6

0

19
9

cm

5

95
Aria: PM10 media annua
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Stato
Valuta la qualità dell’aria mediante il calcolo del valore medio annuo del
materiale particolato (PM10)
DLgs 155/10
Il limite previsto dalla normativa, per la protezione della salute umana, è
relativo alla concentrazione media annuale pari a 40 µg/m3
Arpa Piemonte
µg/m3
2006 - 2011
Si osserva un miglioramento dal 2006 (anno particolarmente critico a
causa delle condizioni meteorologiche dell’inverno) al 2011 e una
maggiore criticità delle zone di pianura, in linea con quanto accaduto sul
territorio provinciale nel suo complesso. Il valore limite nel 2011 risulta
rispettato.

96
Aria: PM10 superamento limite giornaliero
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Stato
Valuta la qualità dell’aria tramite il numero medio di superamenti del limite
giornaliero del materiale particolato (PM10)
DLgs 155/10
Il Decreto stabilisce come limite giornaliero, per la protezione della salute
umana, 50 µg/m3 da non superare più di 35 volte all’anno a partire dal 1°
gennaio 2005
Arpa Piemonte
numero giorni
2006 - 2011
Si osserva un miglioramento dal 2006 (anno particolarmente critico a
causa delle condizioni meteorologiche dell’inverno) al 2011 e una
maggiore criticità delle zone di pianura, in linea con quanto accaduto sul
territorio provinciale nel suo complesso. Il valore limite nel 2011 risulta non
rispettato, in particolare nelle zone di pianura, come è tipico dell’intero
territorio provinciale.

97
Aria: NO2 media annua
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Stato
Valuta la qualità dell’aria tramite il calcolo del valore medio annuo di
concentrazione del biossido di azoto
DLgs 155/10
Il Decreto prescrive il limite, per la protezione della salute umana, pari a 40
µg/m3
Arpa Piemonte
µg/m3
2006 - 2011
Si osserva un miglioramento dal 2006 (anno particolarmente critico a
causa delle condizioni meteorologiche dell’inverno) al 2011 e una
maggiore criticità delle zone di pianura, in linea con quanto accaduto sul
territorio provinciale nel suo complesso. Il valore limite nel 2011 risulta
rispettato.

98
Aria: Ozono superamenti del valore obiettivo per la protezione della
salute umana
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di misura
Copertura
temporale

Commenti

Stato
Valuta la qualità dell’aria tramite il calcolo della massima concentrazione
media giornaliera su 8 ore
DLgs 155/10, DLgs 250/12
Il valore obiettivo per la protezione della salute umana è pari a 120 µg/m3
da non superare più di 25 giorni per anno civile come media su 3 anni
Arpa Piemonte
µg/m3
2006 - 2011
Com’è tipico della pianura padana la criticità dell’ozono si evidenzia
sull’intero territorio con variazioni di anno in anno che dipendono
essenzialmente dalle condizioni meteorologiche.
Tra i due anni presi in considerazione non vi sono differenze significative.
Infatti, i comuni di montagna che presentano nel 2006 valori inferiori al
limite di 25 in effetti hanno valori molto prossimi ad esso.
I comuni pedemontani e di pianura, con livelli diversi, presentano tutti
valori ampiamente sopra i 25 superamenti, oltre il limite normativo.

99
Acqua: portate dei fiumi
Stato
L’indicatore misura il volume d’acqua che attraversa una data sezione
Descrizione
di un corso d’acqua nell’unità di tempo
Riferimento
L 183/89, DL 180/98, L 267/98, L 365/00, DLgs 152/99, Direttiva
normativo
2000/60/CE, DLgs 152/06
Fonte dati
Arpa Piemonte
Unità di misura
metri cubi al secondo (m3/s)
Copertura temporale 2002 - 2011
Per i principali corsi d’acqua regionali viene calcolato lo scostamento
di portata rispetto al valore medio del periodo storico preso come
riferimento. La misura di portata dei corsi d’acqua viene eseguita
Commenti
secondo standard e procedure nazionali pubblicate nel quaderno del
Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale ”Norme tecniche per la
raccolta e l’elaborazione dei dati idrometeorologici parte II” conformi
alle norme WMO”
DPSIR

Idrometri: localizzazione e caratteristiche
Denominazione
Idrometro

Area
bacino
[kmq]

Quota
stazione
[m slm.]

Anni
disponibili

Pellice

94

1471

2007-2011

To

Pellice

188

662

2002-2011

Pinerolo

To

Pellice

578

410

2003-2011

Ponte S.P.
139

Villafranca
Piemonte

To

Pellice

988

260

2002-2011

Ponte S.P.
139

Villafranca
Piemonte

To

Po

617

257

Località

Comune

Provincia

Soucheres
Basses

Pragelato

To

Perrero
Germanasca

Pomaretto

Perrero

San Martino
Chisone

Baraveiera

Soucheres
Basses Chisone

Villafranca
Pellice
Villafranca Po

Bacino
idrografico

2011

100
Febbraio

Marzo

Aprile

Maggio

Giugno

Luglio

Agosto

Settembre

Ottobre

Novembre

Dicembre

94

0,6
11%

0,5
-7%

0,5
-18%

1,8
19%

3,7
-36%

6,9
4%

2,6
-15%

1,3
-9%

0,9
-13%

0,6
-26%

1,3
96%

0,6
14%

Perrero
Germanasca

188

0,3
-26%

0,3
-41%

1,9
139%

5,6
73%

8,6
-36%

25,4
147%

2,0
-11%

0,6
-37%

0,6
-76%

0,3
-80%

10,7
659%

0,6
-2%

San Martino
Chisone

578

6
27%

6
40%

19
221%

24
39%

29
-21%

60
70%

14
29%

7
36%

7
-22%

4
-39%

39
346%

9
25%

Villafranca
Pellice

988

7
113%

7
124%

27
331%

27
45%

27
-38%

72
109%

3
-57%

1
-20%

3
-72%

2
-79%

57
543%

9
17%

Denominazione Area
2
Idrometro
(km )

Soucheres
Basses
Chisone

Anni di
riferimento

Gennaio

Portata media mensile dell'anno 2011 e scostamento espresso in percentuale.
Lo scostamento è dato da: (portata media mensile - portata media mensile storica)/portata media mensile storica

200710
200210
200310
200210

L’anno 2011 è stato caratterizzato da una condizione di afflusso prossima all’anno medio
idrologico. I maggiori apporti si sono registrati nel periodo primaverile, per effetto di alcuni
eventi di piena secondari e nel periodo autunnale a seguito dell’evento alluvionale di inizio
novembre.
L’analisi delle portate medie mensili del 2011 per tutte le stazioni idrometriche riportate nelle
figure seguenti evidenzia:
• una fase di esaurimento invernale caratterizzata da deflussi di magra non
particolarmente critici (gennaio-febbraio);
• una fase primaverile di morbida caratterizzata in generale da portate di fusione
nevosa e da un evento di piena di marzo (dal 14 al 17);
• un evento pluviometrico più intenso verificatosi a giugno (forti precipitazioni dal 31
maggio al 7 giugno su tutto il Piemonte);
• una fase estiva caratterizzata da portate non critiche nel mese di luglio ma seguita da
un lungo esaurimento dei deflussi dovuto alla pressoché totale assenza di
precipitazioni nei mesi di settembre-ottobre;
• una piena autunnale, del 5-7 novembre, di rilevante entità dopodiché una fase di
graduale esaurimento dei deflussi senza ulteriori significativi eventi pluviometrici.
Sul bacino del Pellice i contributi specifici minimi sono risultati dell’ordine di 4-6 l/s kmq
nelle stazioni idrometriche “naturali” (Chisone a Soucheres Basses e a San Martino) e
dell’ordine di circa 1 l/s kmq nelle stazioni alterate da prelievi idroelettrici (Germanasca a
Perrero) o irrigui (Pellice a Villafranca).
L’andamento del Po a Villafranca Piemonte è risultato caratterizzato principalmente
dall’evento di piena del 5-7 novembre, per il quale è stata stimata una portata al colmo di
circa 657 m3/sec.
Per le seguenti stazioni: Perrero Germanasca, Villafranca Pellice e San Martino Chisone,
di cui si dispone una serie più lunga di dati, si nota come gli anni più critici dal punto di
vista delle portate medie annue siano stati quelli dal 2003 al 2007.
L’anno 2002 e quelli dal 2008 al 2011 sono stati anni in cui si sono registrati eventi
pluviometrici diffusi ed intensi pertanto, la portata media annua è stata al di sopra della
portata media annua storica.
101
Chisone a Soucheres Basses. Portata mensile 2011

Chisone a Soucheres Basses: portata media annua
8

3,00

7

2,50

6
5

1,50

4

3

m /s

3

m /s

2,00

1,00

3
2

0,50

1

0,00

0

2007

2008

2009

2010

2011

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set

Ott Nov Dic

Germanasca a Perrero. Portata mensile 2011

Germanasca a Perrero. Portata media annua
5

30

4,5

25

4
3,5

20

m /s

2,5

3

3

m /s

3

15

2

10

1,5
1

5

0,5

0

0
2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set

Chisone a San Martino. Portata media annua

Ott

Nov

Dic

Chisone a San Martino. Portata mensile 2011

25

70
60

20

50
40

3

3

m /s

m /s

15

10

30
20

5

10
0

0
2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set

Ott

Nov Dic

102
Pellice a Villafranca. Portata media annua

Pellice a Villafranca. Portata mensile 2011

25

80
70

20

60
50

3

3

m /s

m /s

15

10

40
30
20

5

10
0

0
2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set

Ott Nov

Dic

103
Acqua: Stato chimico dei fiumi
DPSIR

Descrizione

Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Stato
Indice che valuta la qualità chimica dei corsi d’acqua e dei laghi. La
valutazione dello Stato Chimico è stata definita a livello comunitario in
base a una lista di 33+8 sostanze pericolose o pericolose prioritarie per le
quali sono previsti Standard di Qualità Ambientale (SQA) europei fissati
dalla Direttiva 2008/105/CE recepiti dal DLgs 219/10
Direttiva europea 2000/60/CE (WFD), Direttiva 2008/105/CE, Direttiva
2009/90/CE, DLgs 152/06, Decreto 131/2008, Decreto 17 luglio 2009,
DLgs 219/10, Decreto 260/10
Obiettivi ambientali da raggiungere nel 2015: Buono stato chimico del
Corpo Idrico Superficiale sulla base della valutazione del dato peggiore di
un triennio per il monitoraggio Operativo e di un anno per il monitoraggio
di Sorveglianza
Arpa Piemonte
indice
2009 - 2011
Lo Stato Chimico può essere Buono/Non Buono in base al superamento o
meno degli SQA previsti secondo una modalità di calcolo definita dal
Decreto 260/2010
L’analisi dei soli dati chimici (SQA Inquinanti specifici) non rileva situazioni
particolari.

104
Acqua: Stato ecologico dei fiumi
Stato
Lo stato ecologico dei corpi idrici fluviali è definito dalla valutazione integrata
degli indici STAR_ICMi, ICMi, IBMR, ISECI, LIMeco e dalla verifica degli
Descrizione Standard di Qualità Ambientali (SQA) per gli inquinanti specifici. E’ prevista la
conferma dello Stato Elevato attraverso i parametri idromorfologici. Sono
previste cinque classi: Elevato, Buono, Sufficiente, Scarso e Cattivo
Direttiva europea 2000/60/CE (WFD), DLgs 152/06, Direttiva 2008/105/CE,
Riferimento
Direttiva 2009/90/CE, Decreto 131/08, Decreto 17 luglio 2009, DLgs 219/10,
normativo
Decreto 260/10
Obiettivi ambientali da raggiungere nel 2015: Buono stato ecologico del
Corpo Idrico Superficiale.
Obiettivi
Dal confronto dei risultati tra lo Stato Ecologico e lo Stato Chimico si ottiene
normativi
la classificazione dello Stato complessivo del corpo idrico superficiale in due
classi: Buono/Non Buono
Fonte dati Arpa Piemonte
DPSIR

Unità di
misura

indice

Copertura
temporale

2009 - 2011

Commenti

L’indice è determinato sulla base della valutazione del dato peggiore tra gli
elementi di qualità biologica (macrobenthos, macrofite, diatomee, fauna ittica)
e SQA inquinanti specifici e il valore medio del LIMeco in un triennio per il
monitoraggio Operativo e in un anno per il monitoraggio di Sorveglianza.
L’analisi dei soli dati chimici (SQA Inquinanti specifici) non rileva situazioni
particolari; mentre la valutazione dello stato ecologico permette di evidenziare
criticità sia nel tratto del Chisone a monte di Pragelato che nella porzione fra
Garzigliana e Pinerolo.
Il parametro che determina il passaggio da buono a sufficiente dei due tratti di
fiume è la comunità macrobenthonica (STAR_ICM ).
Il tratto del torrente Pellice a monte di Torre Pellice presenta stato ecologico
elevato sulla base degli elementi di qualità biologica, degli inquinanti specifici
e del valore medio del LIMeco. Tale giudizio dovrà essere confermato dagli
indici idromorfologici (IDRAIM) che durante il triennio 2009-2011 sono stati
applicati a livello sperimentale ad altri corpi idrici della Regione.
http://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/temi-ambientali/acqua/acquesuperficiali-corsi-dacqua/Relazione_fiumi_triennio20092011_rev_finale.pdf

105
106
Acqua: Stato chimico sotterranee
DPSIR

Descrizione

Riferimento
normativo

Stato
Indice che valuta la qualità chimica delle acque sotterranee a livello di
Corpo Idrico Sotterraneo (GWB). Lo Stato Chimico del GWB è determinato
sulla base della percentuale di area sottesa dai punti di monitoraggio che
presentano uno stato chimico Non Buono
Direttiva europea 2000/60/CE (WFD), Direttiva 2006/118/CE, DLgs 152/06,
Direttiva 2009/90/CE, DLgs 30/09, Decreto 17 luglio 2009, DLgs 219/2010,
Decreto 260/2010

Obiettivi
normativi

Buono stato del Corpo idrico sotterraneo nel 2015

Fonte dati

Arpa Piemonte

Unità di
misura

indice

Copertura
temporale

2009 - 2011
Lo Stato Chimico è in stato Non Buono quando la percentuale di area
sottesa ai punti di monitoraggio in stato chimico puntuale Non Buono
supera il 20% dell’area totale del GWB.

Commenti

Attualmente la rete di monitoraggio è costituita da due reti, manuale e
automatica, che si integrano e interessano sia la falda superficiale che
quella profonda distribuiti nei settori di pianura del territorio regionale.
Il dato sull’area in esame è limitato ed evidenzia alcune situazioni criticità.

107
108
Acqua: Consumo di acqua da utenze domestiche, industriali e totale
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Pressione
L’indicatore fornisce una stima del consumo di acqua destinata ad uso
umano, alle utenze industriali e totale fornendo così una valutazione
indiretta sul tipo di sfruttamento delle risorse idriche

Smat
m3 di acqua fatturata per le diverse utenze
2011
Il consumo di acqua totale è di oltre 9milioni 500mila m3
di cui l’82% risulta a carico delle utenze domestiche, il 10% delle utenze
commerciali, il 6% industriali, il 2% artigianali e il 10% altri consumi.
Oltre al dato di Pinerolo, sempre maggiore per tutte le utenze, in relazione
alle utenze domestiche presentano il maggior consumo i comuni di
S.Germano Chisone e Cumiana. Per i consumi industriali si evidenziano i
comuni di Villar Perosa e di Luserna.

109
110
Acqua: Impianti di depurazione delle acque reflue
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo
Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Risposta
Riporta gli impianti di depurazione presenti sul territorio in esame
DLgs 152/99, DLgs 152/06

Arpa Piemonte, impianti di depurazione
numero
2012
Sul territorio insistono 101 impianti di depurazione dei reflui urbani.
L’estrema parcellizzazione dei reflui fognari sul territorio (il 60% degli
impianti è costituito da fosse Imhoff che servono da 10 a circa 600
abitanti) associata a scelte impiantistiche, spesso rivolte ad un minore
investimento, ha favorito una situazione di criticità.
Dai controlli effettuati emergono:
• situazioni di superamento dei limiti di accettabilità dovuti a carenze
strutturali e alcune volte gestionali
• presenza di liquami in ingresso all’impianto, di reflui provenienti da
insediamenti produttivi non censiti
• presenza lungo la rete fognaria di scaricatori di piena non
correttamente dimensionati o gestiti
• eccessivo convogliamento delle acque di scorrimento superficiale
in rete fognaria anche con tempo asciutto
• ingresso di acque di falda in fognatura
• corpi recettori dello scarico finale degli impianti di depurazione
spesso inadeguati interessati da siccità o da derivazioni irrigue o
idroelettriche.
L’impatto nel corso d’acqua dei liquami fognari non opportunamente
depurati determina, a valle dello scarico fognario, presenza di acque
torbide o maleodoranti.
Occorre precisare che è in avanzata realizzazione il collettamento dei
piccoli depuratori di valle e questa attuazione procurerà senz’altro un
miglioramento alla situazione fognaria della zona.

111
112
Suolo: Uso del suolo
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Determinante
L’indicatore descrive l’estensione delle principali tipologie di utilizzo del
suolo (aree artificiali, agricole, boschive, altro) identificate dal Progetto
Corine Land Cover 2000
Regione Piemonte
ettari (ha)
2000
Il Pinerolese è costituito da tre ambiti territoriali, quello montano, quello
di collina e di pianura.
• Nell’area montana, nelle tre vallate principali, la Val Pellice, la Val
Germanasca e la Val Chisone sono predominanti le superfici
boscate, predominano i boschi naturali con pochi ettari di
rimboschimenti principalmente larici, abeti, e pino silvestre.
Da segnalare la presenza significativa di zone agricole nei comuni di
Perosa Argentina, Villar Perosa e sopratutto Porte e Prarostino (circa
il 20% della superficie comunale).
La vegetazione arbustiva ed erbacea che comprende saliceti,
rodoreti-vaccinieto e pascoli montani risulta dominante nei comuni di
Usseaux, Masselo e Salza di Pinerolo( maggiore del 45% della
superficie comunale).
Nel comune di Villar Perosa, secondo comune per popolazione della
zona montana, la superficie urbanizzata ha superato il 10% della
superficie comunale.
Significativa è l’attività estrattiva nel comune di Rorà.
•

Nell’area collinare risultano prevalenti le aree agricole ad eccezione
di Lusernetta e Cantalupa dove predomina il bosco. La superficie
coltivata a vite, che aveva raggiunto la massima espansione a
cavallo tra i due secoli, risulta oggi molto marginale ed è presente
nei comuni di Bricherasio e Frossasco e ancora più residuale nel
comune di Bibiana. La rilevanza a livello economico e commerciale
della produzione viticola è modesta, mentre è sicuramente alto il suo
valore quale fattore di valorizzazione del patrimonio storico, culturale
e paesaggistico ed elemento di tutela del territorio dagli inconvenienti
dell’abbandono e del dissesto.
La presenza dell’edificato è rilevante (% rispetto alla superficie
comunale) nei comuni di Luserna San Giovanni e Pinerolo.

•

La pianura è caratterizzata da un’intensa attività agricola volta alla
produzione frutticola (mele, pesche, kiwi) nella porzione di territorio
che si estende dai comuni di Cavour e Campiglione Fenile verso la
parte collinare di Bibiana e Bricherasio; mentre nei rimanenti comuni
della pianura l’attività agricola è indirizzata alla coltivazione
cerealicola (mais in particolare) e all’allevamento di bovini e suini. In
quest’ultimo decennio, soprattutto nel comune di Vigone, si è
sviluppata un’intensa attività legata all'allevamento del cavallo.

Commenti

113
114
Suolo: Capacità d’uso dei suoli
Stato
L’indicatore consente di evidenziare la consistenza in percentuale delle
Descrizione
prime quattro classi di capacità dei suoli a livello dei singoli comuni
Fonte dati
Regione Piemonte, Ipla
Unità di
percentuale
misura
Copertura
1982
temporale
La Capacità d’uso dei suoli fornisce una valutazione dei limiti alle
utilizzazioni ai fini agricoli e forestali in base a criteri pedologici e ambientali.
La Classe I di Capacità d’uso dei suoli, che rappresenta i suoli privi di
limitazioni all’uso adatti per un’ampia scelta di colture agrarie (cfr. La
capacità d’uso dei suoli del Piemonte ai fini agricoli e forestali - IPLA, 1982),
è presente nella pianura pinerolese con percentuali rilevanti nei comuni di
Villafranca, Vigone e Macello ed è, nella pubblicazione citata, identificata
territorialmente quale Unità di Paesaggio 10, caratterizzata da colture
foraggere di prato stabile e avvicendate, cerealicoltura estiva (mais) e
vernina (grano), colture essenziere.
La Classe I è assente in tutta l’area montana e in alcuni comuni della fascia
collinare.
La Classe II rappresenta i suoli con moderate limitazioni che riducono la
produttività delle colture quali la scarsa profondità, pietrosità eccessiva a
tratti anche superficiale, con drenaggio interno rapido. Essa è presente
nella pianura pinerolese, con particolare consistenza nei comuni di Cavour,
Garzigliana,Virle, Cercenasco, Scalenghe, Airasca, Piscina (Unità di
Paesaggio 36); nella fascia collinare la consistenza della Classe II è
Commenti
comunque ragguardevole, con percentuali oscillanti tra il 15 e il 45% della
superficie comunale, mentre è assente nei comuni dell’area montana.
La Classe III - suoli con alcune limitazioni che riducono la scelta e le
produzioni delle colture, sovente presentano umidità eccessiva e orizzonti
induriti a scarsa profondità - è identificabile tipologicamente e
territorialmente con l’Unità di paesaggio 64.
Questa classe è presente in percentuali apprezzabili nei comuni della
fascia collinare, in particolare Cumiana e Bricherasio, ha invece percentuali
variabili tra il 5% ed il 15% nella prima fascia montana. Risulta assente o
con percentuali inferiori al 5% nelle aree di montagna, soprattutto in alta Val
Chisone e Germanasca. Nella pianura pinerolese la Classe III risulta
assente, ma occorre ricordare che i suoli ivi presenti appartengono alle
prime due classi di capacità d’uso.
La Classe IV, che rappresenta i suoli con molte limitazioni che restringono
la scelta delle colture, risulta essere la classe predominante nei comuni di
Cantalupa e Villar Perosa, è del tutto assente in pianura e nei comuni
montani di Sestriere e Pragelato i cui suoli con forti o molto forti limitazioni
appartengono alle classi superiori.
DPSIR

115
116
117
118
Suolo: Consumo di suolo da edificazione
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di misura
Copertura
temporale

Pressione
L’indicatore valuta il fenomeno del consumo e della
impermeabilizzazione del suolo dovuto alla edificazione
Istat
percentuale
2001 - 2011
Il suolo è una risorsa vitale e in larga misura non rinnovabile,
sottoposta a crescenti pressioni. L'importanza della protezione del
suolo è ormai riconosciuta a livello internazionale e nell'Unione
Europea.
Affinché il suolo possa svolgere le sue diverse funzioni, è necessario
preservarne le condizioni e quindi porre dei limiti alle diverse attività
umane che possono degradarlo. L’utilizzo del suolo per la
costruzione di edifici, strade o altri usi ne determina
l’impermeabilizzazione. Quando il terreno viene impermeabilizzato,
si riduce la superficie disponibile per lo svolgimento delle funzioni del
suolo, tra cui l'assorbimento di acqua piovana per l'infiltrazione e il
filtraggio. Inoltre, le superfici impermeabilizzate possono avere un
forte impatto sul suolo circostante, modificando le modalità di
deflusso dell'acqua e incrementando la frammentazione della
biodiversità. L'impermeabilizzazione del suolo è pressoché
irreversibile.
(Estratto da “Comunicazione Commissione Ce 16 aprile 2002, n.
179 Verso una strategia tematica per la protezione del suolo”)

Commenti

Il tema del “consumo di suolo” ha assunto, in anni recenti in
Piemonte, una grande rilevanza nell’ambito di diversi strumenti di
pianificazione e governo del territorio (PTR- Piano Territoriale
Regionale e PTCP2 - Piano Territoriale di Coordinamento della
Provincia di Torino).
Il PTR prevede il limite del 3% di incremento di consumo di suolo
dell’ambito di vigenza dello stesso, mentre il PTCP2 pone dei limiti
alle urbanizzazioni su suoli appartenenti alle classi I e II di capacità
d’uso dei suoli.
Il consumo di suolo è stato oggetto di studi ed esperienze di
rappresentazione cartografica che hanno determinato dei risultati
talvolta non facilmente interpretabili e comparabili.
Ad esempio dal progetto di rilevamento e monitoraggio del territorio
europeo - Corinne Land Cover il consumo di suolo, per alcuni ambiti
territoriali, viene sottostimato, mentre, in altre situazioni territoriali la
base cartografica di Istat, su cui è individuata l’unità territoriale
minima di censimento, fornisce dati più rappresentativi.
A livello regionale i dati del consumo del suolo elaborati dal CSI
Piemonte per la Regione Piemonte (anno 2008) e quelli relativi alla
progetto LUCAS (progetto della European Commission - Eurostat)
sono difformi e difficilmente comparabili.
Per quanto concerne l’analisi del consumo di suolo da edificazione
119
sull’area del Pinerolese, dopo alcune verifiche dei risultati ottenuti
dall’elaborazione di dati provenienti da diverse fonti, si è convenuto
di focalizzare l’attenzione su quelli Istat relativi agli anni 2001 e 2011
che ci consentivano anche l’analisi dell’evoluzione del fenomeno.
Il consumo di suolo da edificazione è rilevante in primo luogo nella
fascia collinare nei comuni adiacenti a Pinerolo che risulta quindi
essere un forte polo di attrazione dell’area. Oltre a Pinerolo si
segnala un rilevante consumo nei comuni di Cantalupa, Roletto, San
Secondo di Pinerolo e Bibiana con un incremento nel decennio 2001
- 2011 superiore al 3% (con il massimo valore a San Secondo di
Pinerolo).
In pianura il consumo di suolo è comunque considerevole, in
particolare nei comuni di Piscina e Airasca dove però si riscontra un
incremento contenuto nel decennio 2001 - 2011 (intorno al 1%).
Nell’area montana il consumo di suolo assume consistenza nei
comuni di bassa valle mentre negli comuni con bassa densità
abitativa il consumo è modesto. L’eccezione è costituita dai comuni
a vocazione turistica, in particolare Sestriere e in misura
sensibilmente minore Pragelato.
Carta incremento edificazione 2011 comune Pinerolo e limitrofi in
eps

120
121
122
Suolo: Consumo di suolo da infrastrutture di trasporto
Pressione
L’indicatore valuta il fenomeno del consumo e della impermeabilizzazione
Descrizione
del suolo derivante dalle infrastrutture lineari di trasporto.
Fonte dati Regione Piemonte
Unità di
km
misura
Copertura
2006
temporale
Le carte evidenziano, mediante l’articolazione in cinque classi, la
consistenza delle infrastrutture lineari di trasporto sviluppate per connettere
le diverse aree urbanizzate e anche per favorire i servizi a sostegno sia delle
attività produttive sia del settore turistico.
DPSIR

Commenti

In occasione delle olimpiadi invernali di Torino 2006 sono stati effettuati
opere e interventi infrastrutturali per i giochi e per promuovere e rilanciare lo
sviluppo del territorio: palazzo del ghiaccio di Pinerolo e Torre Pellice, nuovi
impianti di risalita sulle piste, ampliamento e realizzazione di nuovi bacini
per l’innevamento artificiale, stadio del trampolino per il salto a Pragelato
(chiuso da due anni e lentamente in rovina), completamento dell’autostrada
Torino-Pinerolo e variante della ex SS 23 con le gallerie di “Craviale” e
“Turina” a Porte e quella di Fenestrelle, oltre alle varie opere di
adeguamento rete stradale, messa in sicurezza parcheggi etc.
Rispetto al consumo di suolo da edificazione, il calcolo del consumo riferibile
alle infrastrutture lineari di trasporto è più semplice e fornisce dati più
accurati e confrontabili. Tenendo conto delle lunghezze e delle larghezze
delle intere infrastrutture, ivi comprese le strade comunali, si può infatti
stimare con sufficiente precisione il consumo di suolo.

123
Suolo: Consumo di suolo - Percentuale residua di suolo
(suddiviso per classi di capacità d’uso dei suoli: I, II, III, IV)
Stato
L’indicatore valuta il fenomeno del consumo di suolo evidenziando la
percentuale residua nelle diverse classi
Istat , Regione Piemonte - Ipla
percentuale

DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di misura
Copertura
temporale

2011, 1982
Di grande interesse è la quantificazione della percentuale residua di
suolo - distinta nelle prime quattro classi di capacità d’uso dei suoli per valutare la possibilità di utilizzo dei suoli ai fini della produzione
primaria.
Nella rappresentazione cartografica, per ogni comune dell’area,
viene evidenziato il suolo residuo della classe considerata in
percentuale rispetto alla superficie della classe stessa.
Pertanto non è rappresentato il consumo (elemento in negativo)
bensì il residuo (elemento in positivo) per sottolineare i comuni
virtuosi che, sicuramente nelle difficoltà di pianificare le
trasformazioni del loro territorio, hanno utilizzato i suoli di minore
pregio rispetto a quelli di alta fertilità (I e II classe di capacità d’uso
dei suoli).

Commenti

Nei cartogrammi risulta evidente che nelle aree di pianura e collina,
ossia le aree interessate dalla presenza di suoli di I, II, III, IV, il
consumo del suolo ha prodotto una riduzione di suoli ad alta
capacità d’uso.
Permangono percentuali residue considerevoli di suoli di II classe di
capacità nei comuni di pianura.

Consumo di suolo - Percentuale residua di suolo
(suddiviso per classi di capacità d’uso dei suoli: I, II, III, IV)
Area Montana
Comune
Angrogna

Zona
1

Superficie
comunale

Tot ha
classe I

Residuo
classe I

Tot ha
classe II

Residuo
classe II

Tot ha
classe III

Residuo
classe III

3.869

10

3

113

80

Bobbio Pellice

1

9.388

Fenestrelle

1

4.904

Inverso Pinasca

1

790

Tot ha
classe IV

Residuo
classe IV

725

694

256

205

206

129

116
111

422

347

513

109

298

117

142

309
246

474

Massello

1

3.880

Perosa Argentina

1

2.631

Perrero

1

6.347

Pinasca

1

3.476

234

145

705

652

Pomaretto

1

853

74

53

107

98

54

51

352

350

77

69

Porte

1

436

Prali

1

7.252

14

6

124
Pramollo

1

2.245

276

Prarostino

1

1.059

Rora'

1

1.226

Roure

1

5.966

Salza Di Pinerolo

1

1.586

San Germano Chisone

1

1.586

San Pietro Val Lemina

1

1.243

Torre Pellice

1

2.122

246

Villar Pellice

1

6.076

407

Villar Perosa

1

1.154

255

253
363

15

13

410
63

54

145

109

135

102

6

1

224
3

2

31

21

142

29

153

352

332

424

376

207

726

698

434

551

413

107

627

593

37

Area Collinare
Comune

Zona

Superficie
comunale

Bibiana

3
3

2.264

Residuo
classe I

1.864

Bricherasio

Tot ha
classe I

Tot ha
classe II

Residuo
classe II

Tot ha
classe III

Residuo
classe III

Tot ha
classe IV

Residuo
classe IV

711
6

6

643

430

342

406

392

578

513

905

728

327

326

Cantalupa

3

1.114

554

345

Cumiana

3

6.080

161

153

2.338

2.174

1.884

1.392

Frossasco

3

2.020

814

736

592

481

154

103

Luserna San Giovanni

3

1.773

385

157

Lusernetta

3

720

Pinerolo

3

5.028

1.303

Roletto
San Secondo Di
Pinerolo

3

978

381

3

1.262

480

2.244

1.623

305

220

279

275

136

114

293

291

1.136

100

97

954

862

301

29

22

355

246

367

394

305

284

264

Area di Pianura
Comune

Zona

Superficie
comunale

Tot ha
classe I

Residuo
classe I

Tot ha
classe II

Residuo
classe II

Airasca

5

1.570

468

412

1.083

961

Buriasco

5

1.468

1.379

1.283

90

5

1.112

75

74

1.024

5

4.913

2.065

1.958

2.607

2.352

Cercenasco

5

1.306

273

273

1.043

956

Garzigliana

5

735

17

15

1.144

5

1.413

917

865

494

5

546

541

5

992

137

773

23

79

630

19

79

478

Piscina

13

468

Osasco

20

13

1.106

Macello

20

Tot ha
classe IV

955

Cavour

Residuo
classe III

81

Campiglione-Fenile

Tot ha
classe III

138

Scalenghe

5

3.175

649

578

2.519

2.422

Vigone

5

4.113

3.532

3.282

581

567

Villafranca Piemonte

5

5.101

3.664

3.453

957

909

44

44

Virle Piemonte

5

1.415

519

499

774

734

114

113

Nota: le classi I, II, III, V risultano assenti nei comuni di Salza di Pinerolo, Sestriere, Usseaux e Pragelato

125

Residuo
classe IV
126
127
Suolo: Metalli e inquinanti organici
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo

Stato
L’indicatore fornisce informazioni sui valori di contaminanti organici e sui
valori dei metalli pesanti contenuti nei suoli. Descrive fenomeni di
contaminazione diffusa oppure fenomeni ascrivibili a fonti emissive
puntuali. La presenza di metalli può essere di origine litogenica
DLgs 152/06, DM 471/99

Nel DLgs 152/06 sono riportati i limiti previsti dalla normativa, per i suoli
ad uso residenziale e ad uso agricolo
Nella tabella A del DM 471/99 sono riportati i limiti previsti dalla
normativa, per i suoli ad uso residenziale e ad uso industriale
Fonte dati
Arpa Piemonte, Università degli Studi di Torino
Unità di misura mg/kg ng/kg
Copertura
2003 - 2011
temporale
Commenti
I contaminanti presenti nel suolo possono essere pericolosi anche in concentrazioni molto
basse sia per l’ambiente sia per la salute umana. La presenza contemporanea di più
contaminanti al suolo può inoltre determinare effetti di interazione e amplificare il loro
effetto negativo.
Il suolo può essere contaminato da fonti puntuali, che agiscono su una superficie limitata e
sono attribuibili ad un soggetto giuridico chiaramente individuabile, o da fonti diffuse, che
agiscono su ampie superfici e sono attribuibili alla società indifferenziata.
La contaminazione del suolo da fonti diffuse, considerata dall’unione europea una delle
principali forme di degrado ambientale, è causata prevalentemente dall'immissione
nell'ambiente di quantità massive di prodotti chimici organici e inorganici che si depositano
al suolo ove restano per lunghi periodi di tempo prima di essere degradati o trasportati
dall’acqua. In particolare è associabile alle deposizioni atmosferiche derivanti da emissioni
dell'industria, traffico veicolare, impianti di produzione energetica, impianti di trattamento
dei rifiuti etc.. e, seppure in misura minore, alla dispersione in agricoltura di fitofarmaci,
fertilizzanti, liquami zootecnici e fanghi di depurazione.
Obiettivi
normativi

L’analisi della contaminazione diffusa del suolo è spesso complessa e richiede valutazioni
articolate che prendano in considerazione aspetti quali:
•
le molteplici vie attraverso le quali i contaminanti entrano nel sistema suolo
•
l’ elevato numero di contaminanti organici ed inorganici coinvolti che, interagendo,
amplificano il loro effetto negativo
•
l’eventuale compresenza di forme di contaminazione puntuale
•
la presenza di forme di contaminazione naturale attribuibile alla natura geochimica
del substrato geologico dal quale il suolo ha avuto origine
•
l’interazione dei contaminanti con il suolo
•
la variabilità spaziale del suolo
•
la variabilità verticale del suolo
•
i diversi usi del suolo

128
A causa della sua complessità la valutazione della contaminazione diffusa del suolo
richiede l’analisi di un elevato numero di contaminanti su ampie superfici di territorio,
attraverso un sistema di monitoraggio efficace in grado di produrre dati omogenei e
validati che garantiscano risultati di valenza scientifica. Nella maggior parte dei casi la
conoscenza della contaminazione diffusa è invece limitata a valutazioni teoriche o
elaborate con un ridotto numero di dati spesso disomogenei tra loro.
Per fare fronte a queste esigenze ed alla crescente domanda di dati, Arpa Piemonte ha
progettato e realizzato la Rete di monitoraggio ambientale della qualità dei suoli del
Piemonte che permette di ottenere informazioni di rilevanza scientifica relative a:
•
presenza, origine, intensità e distribuzione spaziale della contaminazione diffusa del
suolo attribuibile ai singoli contaminanti e complessiva
•
delimitazione di aree omogenee di concentrazione per singoli contaminanti
•
delimitazione dei valori di fondo a grande denominatore di scala
•
evoluzione nel tempo della contaminazione diffusa del suolo.
Le attività correlate alla rete di monitoraggio prevedono inoltre:
•
•
•
•
•

la predisposizione di strumenti Web GIS per la gestione e consultazione dei dati
la divulgazione di informazioni di base indispensabili per una corretta pianificazione
territoriale su scala regionale
azioni di monitoraggio finalizzate all’approfondimento di specifici problemi di
contaminazione diffusa del suolo
la partecipazione a progetti di ricerca applicata
l’ apertura di procedimenti di bonifica in base a controlli sulla contaminazione del
suolo.

La rete di monitoraggio è attualmente composta da 303 stazioni su maglia sistematica
(9x9 km e 3x3 km) (Figura 1 - I) e 400 stazioni rappresentative (Figura 1 - II), realizzate in
areali che presentano problemi specifici di contaminazione diffusa.
Nella zona del pinerolese (rappresentata in arancio) in particolare sono presenti 19 punti
della rete sistematica 9x9 km, per i quali è stata effettuata l’analisi completa dei
contaminanti organici e inorganici sopra elencati, e 9 stazioni rappresentative per le quali
sono a disposizione analisi per Cr, Ni, Pb, Cu e Zn.

129
Figura 1 - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli del Piemonte
(I) Stazioni della rete sistematica 9x9 km e 3x3 km. Le stazioni in rosso saranno campionate nel
2013. La zona del pinerolese è evidenziata in arancio. (II) - Stazioni di monitoraggio
rappresentative utilizzate ad integrazione dei dati forni dalla rete sistematica

I - Rete sistematica 9x9 km

II - Stazioni rappresentative

In Tabella sono indicati i principali parametri statistici elaborati nella zona del pinerolese
relativi a metalli pesanti e metalloidi per i quali sono stabiliti Limiti di legge dal DLgs
152/06: (Antimonio - Sb, Arsenico - As, Berillio - Be, Cobalto - Co, Cromo - Cr, Nichel - Ni,
Piombo - Pb, Rame - Cu, Stagno - Sn, Vanadio - V e Zinco - Zn).
Per Cromo (Cr), Nichel (Ni) e Cobalto (Co), la presenza di parametri statistici con valori
superiori ai limiti di legge è principalmente imputabile all’influenza di rocce ultramafiche
(serpentiniti) diffuse in alcune zone dell’arco alpino e naturalmente ricche di questi metalli;
non è possibile comunque escludere la presenza di casi isolati da attribuire a
contaminazione puntuale.

130
Rete di monitoraggio ambientale dei suoli nella zona del pinerolese
Statistica descrittiva di metalli pesanti e metalloidi per i quali sono stabiliti limiti dal DLgs 152/06 ,
rappresentati per profondità di campionamento A e B - anno 2012

Sb

As

Be

Conteggio
Media
Dev. St
Mediana
Min
Max
25°
50°
75°
90°
95°

19
0,6
0,3
0,6
0,3
1,1
0,3
0,6
0,7
0,8
1,1

19
8,3
4,1
8,0
1,8
18,0
5,0
8,0
11,0
12,2
17,5

19
1,2
0,4
1,1
0,3
2,4
0,9
1,1
1,4
1,5
2,3

Conteggio
Media
Dev. St
Mediana
Min
Max
25°
50°
75°
90°
95°

19
0,5
0,3
0,6
0,3
1,1
0,3
0,6
0,7
0,8
1,1

19
8,1
4,2
8,0
1,8
18,0
4,7
8,0
11,0
12,3
17,8

19
1,1
0,4
1,1
0,3
2,4
0,9
1,1
1,3
1,6
2,4

Co

Cr
Ni
Pb
Orizzonti superficiali A
19
28
28
28
15,4 113
67
34
12,1 177
99
12
12,0
82
44
35
1,4
17
8
11
60,0 990
550
57
10,5
59
30
29
12,0
82
44
35
17,5
97
73
39
20,2 126
83
49
20,9 201
117
55
Orizzonti profondi B
19
28
28
28
15,8 115
69
34
12,4 180
100
12
13,5
84
45
35
1,4
17
8
11
60,0 990
550
57
11,0
60
33
29
13,5
84
45
35
18,3
98
74
39
20,3 128
84
50
21,0 204
119
55

Limit res
10
20
2
20
150
* DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private

120

100

Cu

Sn

V

Zn

28
31
14
30
1
58
24
30
43
48
50

19
3,5
1,9
2,7
1,9
9,5
2,4
2,7
3,6
5,3
9,2

19
65
24
74
14
120
55
74
78
84
84

28
76
32
72
28
160
56
72
87
128
135

28
31
14
31
1
58
26
31
43
48
50

19
3,5
1,9
2,7
1,9
9,5
2,4
2,7
3,6
5,4
9,3

19
66
25
75
14
120
55
75
79
84
84

28
76
33
70
28
160
56
70
89
128
135

120

1

90

150

131
Suolo: Zone vulnerabili da nitrati (ZVN)
DPSIR

Descrizione

Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Stato
Designazione delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola in
Piemonte, nel rispetto dei criteri stabiliti dalla direttiva Nitrati, attraverso la
considerazione di più parametri agro-ambientali:
• vulnerabilità intrinseca dell'acquifero superficiale
• capacità protettiva dei suoli
• valore del surplus azotato (differenza tra l'azoto apportato in campo,
sia di origine minerale sia di origine zootecnica, e l'azoto asportato
dalle colture)
Regione Piemonte
Classi di vulnerabilità
2007
Nel 2002 con il regolamento regionale 9/R sono stati designati i territori
sovrastanti porzioni dell’acquifero superficiale (afferenti alla falda
superficiale) compromessi, che nel biennio 2000-2001 risultavano avere
una concentrazione media di nitrati uguale o superiore a 50 mg/L e,
cautelativamente, anche i territori sovrastanti gli acquiferi che risultavano
avere una concentrazione media di nitrati uguale o superiore a 40 mg /L.
Sono stati così designati 220.121 ha, nelle province di Torino, Cuneo,
Biella, Alessandria ed Asti.
Nel 2006 con il Piano di Tutela delle Acque sono stati designati i territori
ricadenti all'interno delle fasce esondabili A e B dei corsi d'acqua, al
fine di prevenire eventuali fenomeni di ruscellamento e contenere il
trasporto di inquinanti, tra cui anche l'azoto, verso il corso d’acqua
superficiale. Nel 2007 con il regolamento regionale 12/R sono stati
designati ulteriori territori, potenzialmente vulnerabili ai nitrati di
origine agricola. I dati derivanti dal monitoraggio delle acque sotterranee
e più precisamente quelli riferiti al corpo idrico sotterraneo GWB-5a che
ricade nell’area evidenziata, nell’accezione della recente normativa
(direttive Europee 2000/60/CE, 2006/118/CE e relativi provvedimenti di
recepimento nazionale e regionale), denotano una vulnerazione della
risorsa (con concentrazioni non necessariamente superiori allo standard di
qualità di 50 mg/L previsto dalla normativa), che testimoniano le pressioni
derivanti dalle pratiche agricole che insistono sul territorio in esame.

132
133
Suolo: Zone vulnerabili da fitosanitari (ZVF)
DPSIR

Descrizione

Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Commenti

Stato
Designazione delle zone vulnerabili da fitofarmaci di origine agricola
in Piemonte, nel rispetto dei criteri stabiliti dall’art. 20 del DLgs
152/99, effettuata attraverso la considerazione di più parametri agroambientali:
• livello di contaminazione da pesticidi delle acque sotterranee
• la vulnerabilità intrinseca del corpo idrico sotterraneo
• il livello di pressione determinato dalle pratiche agricole
•
livello di contaminazione da pesticidi delle acque superficiali
Regione Piemonte
Classi di vulnerabilità
2007
Il Piemonte, prima regione in Italia, ha approvato la "Prima
individuazione delle aree vulnerabili da prodotti fitosanitari", con
Deliberazione del Consiglio Regionale 17 giugno 2003, n. 28720269 pubblicata sul BUR n. 31 del 31 luglio 2003.
Tale provvedimento, attuativo dell'art. 20 del DLgs 152/99, ha lo
scopo di proteggere le risorse idriche e altri comparti ambientali
dall'inquinamento derivante dall'uso di prodotti fitosanitari (pesticidi).
Analogamente a quanto evidenziato per i nitrati, le informazioni
derivanti dalle attività di monitoraggio delle acque sotterranee per il
corpo idrico sotterraneo GWB-5a evidenziano una vulnerazione della
risorsa (con concentrazioni di pesticidi non necessariamente
superiori allo standard di qualità di 0,1 µg/L come sostanza singola e
0,5 µg/L come sommatoria di sostanze previsto dalla normativa), che
evidenziano le pressioni derivanti dalle pratiche agricole che
insistono sul territorio in esame.

134
135
Natura: Superficie forestale
DPSIR
Descrizione

Stato
L’indicatore stima la copertura boscata, indicando le tipologie
forestali presenti.

Riferimento normativo
Obiettivi normativi
Fonte dati
Regione Piemonte, elaborazione Arpa Piemonte
Unità di misura
ettaro
Copertura temporale 2007
I dati provengono dai Piani Territoriali Forestali (PTF) del 2007
L’area di interesse è suddivisa principalmente in due ambiti, il
fondovalle occupato dai seminativi, dove la biodiversità forestale
è ridotta per le superfici utilizzate dall’agricoltura, e l’area
montana decisamente a vocazione forestale.
Fattore di grande importanza è l’orientamento della valle
principale e delle valli secondarie, orientamento Ovest -Est con
versanti orientati sia a Nord che a Sud. Questo particolare
aspetto ha condizionato l’uso del suolo, favorendo attività
Commenti
pastorali nei versanti a sud e lasciando i versanti a nord, più
freddi, al bosco.
La superficie forestale è suddivisa in differenti formazioni
forestali tipiche delle Alpi Occidentali. Le più diffuse sono i
Lariceti e le Cembrete, seguite dalle Faggete.
Occupano una buona parte del suolo i Castagneti e le Pinete di
Pino Silvestre, tutte
le altre tipologie sono presente in
popolamenti meno numerosi.
Risultano fortemente ridotte le Peccete e gli Alneti.

136
Natura: Aree protette
DPSIR
Descrizione

Riferimento
normativo

Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Risposta
L’indicatore fornisce una stima del grado di conservazione delle aree
naturali attraverso una valutazione dell’estensione delle superfici protette
Legge 6 dicembre 1991, n. 394 " Legge quadro sulle aree protette", LR 22
marzo 1990, n.12 " Nuove norme in materia di aree protette (parchi
naturali, Riserve naturali, Aree attrezzate, Zone preparco, Zone di
salvaguardia). DGR n. 3-5405 del 28 febbraio 2007, Relazione tecnica di
revisione ZPS del febbraio 2007, DGR n.17-6942 del 24 settembre 2007,
LR 19/09 "Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità"
Regione Piemonte, Settore Pianificazione Aree Protette
ettari (ha) percentuale su territorio provinciale
2007-2012
All’interno dei confini dell’area indagata ricadono interamente o per parte
della loro superficie tre Parchi naturali. Il Parco naturale Val Troncea, il
Parco naturale Orsiera-Rocciavrè e il Parco naturale del Gran Bosco di
Salbertrand. L’istituzione dei tre Parchi è antecedente all’approvazione
della LR 22 marzo1990.
Ci sono inoltre numerosi biotopi, successivamente trasformati in SIC, Siti
di importanza Comunitaria, nei quali sono presenti numerosi boschi da
seme e popolazioni di Muflone e Gallo forcello.

SIC e ZPS presenti nel territorio
Comune
Bobbio Pellice
Bobbio Pellice
Cavour
Fenestrelle
Fenestrelle
Massello
Pragelato
Pragelato
Pragelato
Prali
Rora'
Roure
Salza di Pinerolo
Sestriere
Sestriere
Sestriere
Torre Pellice
Usseaux
Usseaux
Usseaux
Villafranca Piemonte
Villar Pellice
Villar Pellice

tipo_SIC_ZPS
B
B
B
C
C
C
B
B
C
C
B
C
C
B
C
B
B
C
C
B
B
B
B

codice_SIC_ZPS
IT1110032
IT1110033
IT1110001
IT1110080
IT1110006
IT1110080
IT1110010
IT1110038
IT1110080
IT1110080
IT1110045
IT1110006
IT1110080
IT1110026
IT1110080
IT1110038
IT1110045
IT1110080
IT1110006
IT1110010
IT1110015
IT1110032
IT1110033

nome SIC o ZPS
Oasi del Pra - Barant
Stazioni di Myricaria germanica
Rocca di Cavour
Val Troncea
Orsiera Rocciavrè
Val Troncea
Gran Bosco di Salbertrand
Col Basset (Sestriere)
Val Troncea
Val Troncea
Bosco di Pian Pra' (Rora')
Orsiera Rocciavrè
Val Troncea
Champlas - Colle Sestriere
Val Troncea
Col Basset (Sestriere)
Bosco di Pian Pra' (Rora')
Val Troncea
Orsiera Rocciavre'
Gran Bosco di Salbertrand
Confluenza Po - Pellice
Oasi del Pra - Barant
Stazioni di Myricaria germanica

A = ZPS; B = SIC; C = SIC e ZPS

137
138
Impatti

Salute

Indice di mortalità
Indice di primo ricovero

139
Salute: Indice di mortalità
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Impatto
L’indice descrive la distribuzione geografica dei tassi di mortalità,
standardizzati per età, per alcuni gruppi di cause di morte
Istat
Indice
2006-2009
L’indice di mortalità è dato dall’SMR, l’acronimo utilizzato per Standardized
Mortality Ratio (Rapporto Standardizzato di Mortalità) ed esprime una
misura di rischio attraverso il rapporto tra il numero di morti osservato in un
comune e il numero di morti atteso nello stesso comune se su questo
agissero i tassi di mortalità generali regionali, considerati per singole classi
di età. È stata poi utilizzata una tecnica statistica bayesiana per stabilizzare
la variabilità dei rischi dovuta alla presenza di comuni molto piccoli e quindi
con valori dell’indice soggetti a forte variabilità casuale. Tale tecnica tiene
conto, oltre che del singolo comune, anche di quelli immediatamente
adiacenti e della variabilità nell’area pinerolese del rischio. Si ottengono
cosi stime più stabili nei valori.
Nelle carte sono riportate nelle aree verdi le probabilità che tale stima
bayesiana identifichi un rischio di mortalità inferiore alla media regionale.
Mentre nelle aree gialle l’esperienza di mortalità è simile a quella regionale,
le aree progressivamente più rosse identificano situazioni con maggiore
probabilità di rischio rispetto alle regione.

Commenti

È stata effettuata una valutazione dello stato di salute della popolazione,
considerando i dati relativi alla mortalità dell’ultimo periodo disponibile
secondo i dati Istat, 2006-2009.
Per quanto riguarda la mortalità totale, nell’area si nota un maggiore rischio
persistente nelle aree montane e in particolare verso sud per gli uomini,
forse legato a condizioni di svantaggio socioeconomico e stili di vita, ma
anche di maggiore rischio di mortalità respiratoria, come si evince dalla
mappa relativa alle malattie croniche dell’apparato respiratorio. Tale
eccesso, seppur presente, non è così evidente nelle donne, per le quali
può essere più importante la componente neuro-psichiatrica. Tali malattie,
analizzate escludendo le tossicodipendenze, comprendono le dipendenze
e abusi di alcool e le demenze senili.
La mortalità tumorale totale, riportata per completezza, non pare
rappresentare un problema specifico per questa area, con un lieve eccesso
di tumore dello stomaco, maggiormente marcato nelle donne e presente
storicamente con maggiore frequenza nelle aree rurali. Da segnalare
specifici eccessi negli uomini per tumori maligni delle ghiandole salivari
principali, i tumori dell'esofago e del rene, il melanoma maligno della pelle.
Risulta rilevante l’apporto dato alla mortalità generale dalle malattie
croniche dell’apparato respiratorio, per le quali tutta l’area pare
maggiormente colpita rispetto al Piemonte. Tale patologia è maggiormente
diffusa in aree rurali e a carico di segmenti di popolazione svantaggiati sul
140
piano socio-economico. Le patologie legate all’inquinamento dell’aria, quali
tumori al polmone, respiratorie acute e le cardiovascolari non risultano in
eccesso, mentre per i maschi residenti nell’area sud-orientale del
pinerolese è da rimarcare un maggior rischio di incidenti stradali.
Indice di Mortalità uomini e donne - anni 2006-2009
Uomini

Donne

Mortalità totale

Mortalità totale

Tumori maligni e benigni

Tumori maligni e benigni

Tumori maligni dello stomaco

Tumori maligni dello stomaco

141
Malattie neuro-psichiatriche

Malattie neuro-psichiatriche

Malattie Croniche Apparato Respiratorio

Malattie Croniche Apparato Respiratorio

Incidenti da Traffico

Incidenti da Traffico

142
Salute: Indice di primo ricovero
DPSIR
Descrizione
Fonte dati
Unità di
misura
Copertura
temporale

Impatto
L'indice descrive la distribuzione geografica dei tassi di primo ricovero
(standardizzati per età) per gruppi di cause con ipotesi eziologica anche di
origine ambientale
Regione Piemonte
Indice
2006 - 2011
L’indice di primo ricovero è dato dall’SMR, l’acronimo utilizzato per
Standardized Morbility Ratio (Rapporto Standardizzato di Morbilità) ed
esprime una misura di rischio attraverso il rapporto tra il numero di primi
ricoveri per soggetto osservato nel periodo in un comune e il numero di tali
eventi atteso nello stesso comune se su questo si riscontrassero i tassi di
primo ricovero generali regionali, considerati per singole classi di età. È
stata poi utilizzata la stessa tecnica statistica bayesiana per stabilizzare la
variabilità già descritta in precedenza per i dati di mortalità e nelle carte
sono nuovamente riportate le probabilità bayesiane di rischio. La serie di
dati di ricovero disponibile e completa più recente, per la quale è
realizzabile l’analisi di primo ricovero, copre gli anni 2006-2011.
Nelle carte sono riportate nelle aree verdi le probabilità che tale stima
bayesiana identifichi un rischio di primo ricovero inferiore alla media
regionale. Mentre nelle aree gialle l’esperienza di mortalità è simile a quella
regionale, le aree progressivamente più rosse identificano situazioni con
maggiore probabilità di rischio rispetto alle regione.

Commenti

I ricoveri per patologie neoplastiche non risultano in generale in eccesso se
non per tumori allo stomaco, con aumentati di circa il 20%, significativo in
entrambi i sessi rispetto all’atteso. Da segnalare anche un eccesso di
tumori nelle donne aventi sede in ovaio, vescica e pelle.
Di un certo rilievo risulta l’eccesso di ricoveri per patologie al gozzo,
notoriamente diffuse in aree a sud del Piemonte ma per le quali non si può
dare una causa di origine ambientale.
A carico del sistema circolatorio si evidenzia solo un eccesso per infarto
miocardico acuto in Pinerolo, di modesta entità (4%).
Le patologie dell’apparato respiratorio registrano un incremento negli
uomini, significativa statisticamente ma modesta (6%), sebbene l’impatto in
termini assoluti di casi in eccesso sia ragguardevole, data la consistenza
numerica di tali ricoveri.
Di particolare rilievo risultano i primi ricoveri per insufficienza renale acuta
e cronica, 20% in più sia tra uomini sia tra donne, che rappresenta il
maggior risultato analitico in termini di rischio e di impatto assoluto ma per
la quale, data l’origine multifattoriale di tale patologia, non è
immediatamente ipotizzabile che siano la presenza di tossici ambientali,
quali mercurio e piombo e agenti fisici quali radiazioni ionizzanti, all’origine
di tale eccesso nel pinerolese.

143
Indice di Primo ricovero uomini e donne - anni 2006-2011

Uomini
Tumori maligni dello stomaco

Donne
Tumori maligni dello stomaco

Gozzo non tossico

Gozzo non tossico

144
Infarto miocardico acuto

Infarto miocardico acuto

Malattie Croniche Apparato Respiratorio

Malattie Croniche Apparato Respiratorio

Insufficienza renale acuta e cronica

Insufficienza renale acuta e cronica

145
Risposte: Controlli di ARPA PIEMONTE

146
DPSIR
Descrizione
Riferimento
normativo

Risposta
L'indicatore descrive l'attività svolta da Arpa Piemonte in termini di
controlli effettuati sia per richieste esterne che per attività programmata
Legge regionale 13 aprile 1995, n. 60 - Modificata da LR 28/02 (Legge
istitutiva di Arpa Piemonte)
Riferimento Interno (U.RD.R001)

Obiettivi
normativi
Fonte dati
Unità di misura
Copertura
temporale

Commenti

Arpa Piemonte
numero
2012
L’attività complessiva nel territorio pinerolese è in aumento; ciò a seguito
delle logiche di programmazione Arpa, tendenti a favorire una
implementazione dei controlli laddove ciò sia possibile e le risorse
presenti lo consentano.
Dentro questa logica le attività che maggiormente incidono su questi
aumenti sono quelle legate ai rifiuti e al ciclo dell’acqua, quindi scarichi
idrici e depuratori.
Proprio relativamente a scarichi idrici e depuratori si è cercato di incidere
con aumenti della frequenza dei controlli sull’alta valle, al fine di
suggerire ai gestori logiche di verifica che non tralasciassero impianti di
piccole dimensioni, sui quali spesso si assiste a fenomeni di
trascuratezza o comunque di limitate attenzioni.
Per quanto riguarda i rifiuti, oltre alle programmate attività relative alla
principale discarica in zona, si è approfondito l’aspetto legato ai rifiuti di
origine industriale, cercando di coprire produzioni di secondaria
dimensione, dove comunque, a seguito dei codici di rifiuto prodotti, si
fosse dimostrata l’attenzione di un controllo particolare.
Riferendosi ai controlli di rumore si nota invece come, a fronte di un
numero complessivo sostanzialmente stabile, è stata spostato il
baricentro verso la zona del cavourese, mentre è stata registrata una
leggera tendenza alla diminuzione nel territorio intorno Pinerolo, a
seguito di segnalazioni ridotte e all’attività pregressa Arpa, che ha
consentito la soluzione di diverse situazioni di disturbo.
Per quanto attiene alle altre attività si nota una mole pressoché costante,
dovendo rilevare un aumento riferito al controllo emissioni in atmosfera
in zona Pinerolo, a seguito della presenza di specifiche realtà industriali
che hanno dimostrato una valenza critica.

147
148
149
150
151

Lo Stato dell'Ambiente del Pinerolese

  • 1.
    Lo Stato dell’Ambientedel Pinerolese Dicembre 2013
  • 2.
    Lo Stato dell’ambientedel Pinerolese Coordinamento editoriale e redazionale Antonella Pannocchia, Angelo Penon Arpa Piemonte Dipartimento di Torino Pina Nappi, Cristina Converso Arpa Piemonte, Area Funzionale Tecnica, Reporting ambientale Acquisizione, elaborazione dati e cartografia Anna Vignola, Cristina Converso Fotografie Luca Furci, archivio Arpa Piemonte Nessuna copia cartacea è stata stampata ISBN 978-88-7479-127-9 La riproduzione è autorizzata citando la fonte Arpa Piemonte Via Pio VII, 9 10135 Torino - Italia www.arpa.piemonte.it 2
  • 3.
    Presentazione Il problema ambientaleassume dimensioni sempre maggiori: dalla semplice difesa dall’inquinamento siamo passati alla valorizzazione delle risorse naturali e ambientali come elemento fondante di un corretto sviluppo che può avere effetti, anche economici, a lungo termine solo se garantisce la stabilità e la integrità dell’ambiente in cui si genera. L’impegno collettivo e istituzionale sulla tutela dell’ambiente non può essere limitato alla elencazione di principi ma deve passare attraverso la programmazione di interventi perseguibili che coinvolgono pubblico e privato. Occorre quindi indurre comportamenti sempre più virtuosi al fine di generare scelte e coinvolgere le Amministrazioni e i cittadini in un percorso condiviso nelle sue linee strategiche. La conoscenza è quindi elemento indispensabile per determinare le successive azioni delle Istituzioni e della Collettività. Il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente in Piemonte si propone di aggiornare e approfondire periodicamente le conoscenze sulle condizioni ambientali ma anche sull’evoluzione dei fattori di pressione che ne determinano le trasformazioni positive e negative. Il presente Stato dell’Ambiente del Pinerolese si propone gli stessi risultati utilizzando a scala locale indicatori e descrittori utili a rappresentare l’andamento delle trasformazioni ambientali e territoriali della zona in questione. È il primo di una serie che andrà a descrivere tutti i diversi distretti della provincia torinese. Direttore Dipartimento di Torino Antonella Pannocchia 3
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    Indice Inquadramento territoriale edemografico Superficie totale Zone altimetriche Popolazione residente Densità abitativa Fertilità Vecchiaia Occupazione Reddito medio pro capite Uso delle risorse Industria Impianti industriali Aziende a rischio di incidente rilevante Emissioni da attività industriale Autorizzazione Integrata Ambientale Cave e miniere numero Cave e miniere quantitativo materiale estratto Agricoltura Aziende agricole Fertilizzanti e fitosanitari Emissioni dall’agricoltura Incendi Energia Consumo di gas metano Consumo di energia elettrica Emissioni da riscaldamento Trasporto Parco veicolare Standard emissivo Emissioni da trasporto Turismo Strutture e movimenti turistici Pressione turistica Pressioni Rifiuti Produzione di rifiuti urbani Produzione rifiuti speciali e industriali Impianti di gestione rifiuti Siti contaminati Siti contaminati in Anagrafe Rumore Pareri e segnalazione Esposti Radiazioni Estensione di linee elettriche Impianti di telecomunicazione Densità di impianti di telecomunicazione Dose efficace per la popolazione Radon 4
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    Rischi naturali Aree monitoratee in frana Valanghe e incidenti Attività sismica Stato delle componenti ambientali Clima Aria Acqua Suolo Natura Temperatura Precipitazione Vento Precipitazioni nevose PM10 media annua PM10 superamento limite giornaliero NO2 media annua Ozono superamento valore obiettivo Portate dei fiumi Stato chimico dei fiumi Stato ecologico dei fiumi Stato chimico sotterranee Consumo di acqua da utenze domestiche Consumo di acqua da utenze industriali Impianti di depurazione delle acque reflue urbane Uso del suolo Capacità d’uso dei suoli Consumo di suolo da edificazione Consumo di suolo da infrastrutture di trasporto Consumo di suolo - Percentuale residua di suolo Metalli e inquinanti organici Zone vulnerabili da nitrati (ZVN) Zone vulnerabili da fitosanitari (ZVF) Superficie forestale Aree protette (Rete natura 2000) Impatti Salute Indice di mortalità Indice di primo ricovero Risposte I controlli di Arpa Piemonte 5
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    Autori Coordinamento generale eredazionale Antonella Pannocchia, Angelo Penon Dipartimento di Torino Pina Nappi, Cristina Converso Reporting ambientale Acquisizione, elaborazione dati e cartografia Anna Vignola, Cristina Converso Redazione web Cristina Converso Inquadramento territoriale e demografico Luca Furci Uso delle risorse Attività industriali Luca Furci, Pina Nappi, Stefano Carbonato, Monica Clemente, Marco Lorenzoni, Margherita Machiorlatti, Cristina Zonato Agricoltura Luca Furci, Pina Nappi, Monica Clemente Energia Maria Cuviello, Monica Clemente Trasporto Cristina Converso, Monica Clemente Turismo Pina Nappi, Luca Furci Pressioni Rifiuti Luca Furci, Alessandra Laccisaglia, Massimo Moretto, Irene Davi Siti contaminati Maurizio Ditonno, Sirah Pardu Rumore Jacopo Fogola Radiazioni Laura Anglesio, Sara Adda, Mauro Magnoni, Maria Clivia Losana Rischi naturali Elena Pensi, Barbara Cagnazzi, Fabrizio Bosco, Maria Cristina Prola Componenti ambientali Clima Barbara Cagnazzi, Mariaelena Nicolella, Maria Cristina Prola, Erica Solero Aria Mauro Grosa, Stefano Bande, Francesco Lollobrigida 6
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    Acqua Elio Sesia, RiccardoBalsotti, Luca Furci, Milena Zaccagnino Suolo Alessandra Penna, Angelo Penon, Gabriele Fabietti Natura Cristina Converso Impatti Moreno Demaria, Ennio Cadum Risposte Marco Lorenzoni Le foto sono di Luca Furci e Archivio Arpa Piemonte 7
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    Guida alla lettura Conoscerelo stato dell’ambiente è un diritto e allo stesso tempo un dovere di tutti, consapevoli che le azioni che ciascuno mette in atto quotidianamente (in qualità di cittadino, di lavoratore, di decisore) hanno una ricaduta più o meno significativa sul nostro territorio e sulle sue risorse. Lo Stato dell’Ambiente del Pinerolese rappresenta il documento conoscitivo di riferimento dove è possibile trovare le informazioni necessarie per capire e per conoscere, ciascuno con il grado di approfondimento che ritiene di suo interesse, le dinamiche ambientali più significative a livello comunale attive nel territorio in studio. Il Documento, nella sua versione attuale, da una parte permette una prima disamina delle informazioni più significative e dall’altra rappresenta una ottima guida alla ricerca e alla lettura di dati e informazioni di dettaglio continuamente aggiornate, che Arpa e altri Enti mettono a disposizione attraverso i siti web di riferimento. Per la valutazione ambientale del Pinerolese, è stato utilizzato il modello DPSIR (Determinanti-Pressioni-Stato-lmpatti-Risposte), sviluppato in ambito EEA (European Environment Agency), che si basa su di un sistema per l'analisi delle relazioni causali che intercorrono tra attività umane e ambiente, come illustrato nello schema seguente. Concettualmente, il modello evidenzia l'esistenza, "a monte”, di forze motrici o Determinanti, le cosiddette Fonti di pressione che possono essere identificate con le attività e i processi antropici che causano le pressioni. In altri termini sono le attività antropiche che hanno conseguenze ambientali: attività industriali, agricoltura, trasporti, energia, ecc. Le Pressioni misurano gli effetti delle attività umane sull'ambiente e sono espresse in termini di emissioni in atmosfera, di consumo di risorse, di rifiuti prodotti, ecc. A "valle" si colloca invece lo Stato dell'ambiente che si modifica a tutti i livelli in seguito alle sollecitazioni umane e rappresenta quindi le condizioni ambientali e la qualità delle risorse in termini fisici, chimici, biologici. Il modificarsi dello stato della natura comporta Impatti, che sono gli effetti dei cambiamenti, per lo più negativi, sulla salute, sugli ecosistemi e i danni economici. La società e l'economia reagiscono fornendo Risposte, che sono le misure adottate (politiche ambientali e settoriali, iniziative legislative e pianificazioni) dirette sia alle cause immediate degli impatti (cambiamenti dello Stato) sia alle loro cause più profonde, risalendo fino alle Pressioni stesse e ai fattori che le generano (Determinanti). 8
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    Schema DPSIR Attività industriale Agricoltura,Energia, Trasporti, Turismo Leggi, Piani, Prescrizioni Interventi strutturali Determinanti Risposte Bonifiche Pressioni Interventi prescrittivi tecnologici Impatto Rifiuti, Siti contaminati Rumore Radiazioni Salute, Ecosistemi Danni economici Stato Qualità dell’Aria, Acqua, Suolo e Rischi naturali Fonte: European Environment Agency All’interno di questo modello si collocano le informazioni necessarie per la conoscenza ambientale che vengono diffuse mediante indicatori ambientali. Gli indicatori sono uno strumento per rappresentare in modo sintetico e standardizzato le informazioni e forniscono il supporto conoscitivo alle politiche degli organismi centrali e periferici di governo, agli operatori economici e ai cittadini. Gli indicatori sono strumenti idonei a restituire e descrivere in forma sintetica ed efficace una situazione ambientale e il loro utilizzo è finalizzato a interpretare, sintetizzare e rendere nota una grande quantità di dati relazionati fra loro. Le principali caratteristiche di un indicatore sono: ▪ la rilevanza: coerenza con gli obiettivi normativi, rappresentatività delle problematiche e delle condizioni ambientali, significatività dei mutamenti nel tempo dei fenomeni osservati ▪ la validità scientifica: qualità statistica dei dati documentata e validata scientificamente, applicabilità in contesti territoriali diversi, comparabilità di stime e misure effettuate nel tempo ▪ la capacità di comunicazione: facilità di interpretazione, immediatezza nella comunicazione ▪ la misurabilità: disponibilità dei dati necessari, possibilità di impiego di serie storiche, aggiornabilità periodica. Occorre inoltre ricordare che gli indicatori presentati sono coerenti con quelli individuati da Ispra e descritti nell’Annuario dei dati ambientali, in linea a loro volta con le indicazioni dell’Agenzia Europea. 9
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    Struttura del Documento Ilvolume è suddiviso in diverse sezioni: 1. l’inquadramento territoriale e socio economico; 2. la sezione successiva affronta il tema delle Fonti di pressione e dell’uso e del consumo delle risorse; energia, attività industriali, agricoltura, trasporti, turismo sono le cosiddette Determinanti nello schema DPSIR; 3. l’analisi delle pressioni, generate dalle determinanti, evidenzia e misura gli effetti delle attività umane sull’ambiente (rifiuti prodotti, radiazioni, rischi industriali, etc.); 4. la qualità delle componenti ambientali (clima, aria, acqua, suolo, natura) rappresenta la parte più consistente in termini di quantità di dati raccolti ed elaborati soprattutto attraverso le attività di controllo e di monitoraggio di Arpa; 5. la sezione dedicata agli impatti affronta l’aspetto sanitario valutando le ricadute ambientali sulla salute; 6. nell’ultima sezione, riguardante le risposte, vengono riportati i controlli effettuati da Arpa come risposta alle valutazioni ambientali sulle diverse matrici. Il documento si presenta essenzialmente sotto forma di schede in cui nella prima parte ci sono le meta-informazioni, in pratica le informazioni che caratterizzano l’indicatore e quindi la descrizione, la fonte dei dati, l’unità di misura, la copertura temporale e il commento ai dati. Nella seconda parte della scheda i dati sono riportati in forma cartografica in modo da visualizzare le informazioni ambientali a livello comunale. Per un ulteriore approfondimento e per poter confrontare la situazione del Pinerolese con il contesto nel quale si situa il territorio territoriale di riferimento, nella parte cartografica sono inseriti anche i dati complessivi afferenti la provincia di Torino e quelli del Piemonte. Occorre evidenziare infine che questo documento, come tutti quelli che costituiscono la reportistica ambientale, costituisce la parte conclusiva di un lungo e impegnativo processo, ben sintetizzato dalla cosiddetta “Piramide delle conoscenza” o modello MDIAR; partendo, infatti, dall’attività di monitoraggio e controllo ambientale e dalla relativa produzione di dati grezzi, passando per le fasi di generazione dell’informazione, elaborazione e valutazione della stessa, si arriva alla produzione di veri e propri report ambientali. Pertanto questo documento è frutto del lavoro di tutti i colleghi, anche se non citati, che giornalmente si occupano del monitoraggio, del controllo e dell’analisi del territorio in esame. 10
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    Inquadramento territoriale edemografico Inquadramento territoriale e demografico Superficie totale Zone altimetriche Popolazione residente Densità abitativa Fertilità Vecchiaia Occupazione Reddito medio procapite 11
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    Superficie territoriale Determinante L’indicatore fornisceinformazioni sulla superficie totale del territorio in Descrizione esame Fonte dati Istat Unità di km2 misura Copertura 2010 temporale Il territorio del Pinerolese comprende 48 comuni: Fascia montana Fascia collinare Pianura Angrogna, Bobbio Pellice, Bibiana, Cumiana, Airasca, Piscina, Fenestrelle, Inverso Cantalupa, Scalenghe, Pinasca, Luserna San Frossasco, Roletto, Buriasco, Giovanni, Massello, Pinerolo, , San Cercenasco, Virle Perosa Argentina, Perrero, Secondo di Pinerolo, Piemonte, Osasco, Pinasca, Pomaretto, Porte, Bricherasio, Garzigliana, Pragelato, Prali, Pramollo, Lusernetta, Macello, Vigone, Prarostino, Rorà, Roure, Campiglione Fenile, Salza di Pinerolo, San Cavour, Villafranca Germano Chisone, San Piemonte. Pietro Val Lemina, Sestriere, Torre Pellice, Usseaux,Villar Pellice, Villar Perosa I comuni ubicati nelle valli alpine del bacino pinerolese (Pellice, Chisone e Germanasca) costituivano le 3 ex comunità montane: (Angrogna,Bibiana, Bobbio Pellice, Commenti Val Pellice Bricherasio, Luserna San Giovanni, Lusernetta, Rorà, TorrePellice, Villar Pellice); DPSIR Val Chisone e Germanasca (Pragelato, Usseaux, Fenestrelle, Roure, Pomaretto, Perosa Argentina, Pinasca,Inverso Pinasca, Villar Perosa e la Val Germanasca con i comuni di Prali, Salza di Pinerolo, Massello e Perrero); Pinerolese e pedemontano (Cantalupa, Cumiana, Frossasco, Pinerolo, Prarostino, Roletto, San Pietro Val Lemina e San Secondo di Pinerolo). Il comune di Sestriere faceva invece parte della comunità montana alta valle di susa. Nel 2009 il comune di Sestriere è entrato nella costituita Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone, nata dall’aggregazione delle comunità montane dell’alta Valle di Susa, bassa Balle di Susa e Val Sangone. 13
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    Dal 2010, i32 comuni delle ex comunità montane Val Chisone e Germanasca, Val Pellice e pinerolese pedemontano, hanno fatto parte della Comunità Montana del Pinerolese. È in corso la realizzazione del nuovo organo di gestione: Unione dei Comuni. La fascia montana del Pinerolese si estende su un territorio costituito da 3 vallate: • la Val Pellice: la cui dorsale montuosa è delimitata a sud dalla contigua Val Po; verso ovest la Valle del Guil che funge da confine con la Francia presenta le punte dei monti Palavas (2929 m. s.l.m.) e Bucie (2998 m. s.l.m.); a nord la separano dalla confinante Val Germanasca il Monte Cournour (2868 m. s.l.m.), il Gran Truc (2366 m. s.l.m.) e la Punta Cialancia (2855 m. s.l.m.); mentre a sud-est si digrada nella lunga cresta della Sea. La valle principale si suddivide lungo il suo corso in 3 tronconi principali: la Val d’Angrogna sulla sinistra idrografica e le Valli di Luserna e dei Carbonieri sulla destra. La rete idrografica segue gli andamenti vallivi e presenta un fiume principale (il Pellice) in cui sfociano i corsi d’acqua secondari (il rio Angrogna, il rio Luserna e il rio dei Carbonieri). • la Val Germanasca e la Val Chisone: le valli che si biforcano all’altezza del Comune di Perosa Argentina, si inseriscono nella catena montuosa delle Alpi Cozie delimitate a nord dalla Val di Susa e a sud dalla Val Pellice. La dorsale che circonda la Val Chisone ha origine dal Colle del Sestriere (2.000 m. s.l.m.) e si prolunga in direzione nordest; a ovest delimita la Val Germanasca, la Punta Rognosa, la vetta più alta (3.208 m. s.l.m.), mentre a sud ai confina con la Francia il Gran Queyron (3.060 m. s.l.m.). Nella parte alta la Val Germanasca presenta una triforcazione (il Vallone di San Martino, quello di Massello e quello di Prali); mentre la Val Chisone presenta una sola valle laterale (la Val Troncea che si biforca poco più a monte dell’abitato di Pragelato). Da segnalare in Val Chisone la presenza di due Parchi Regionali: il Parco Naturale Val Troncea, nel Comune di Pragelato ha un estensione di 3.250 ha, il Parco Naturale Orsiera Rocciavrè, che si estende nei Comuni di Usseaux, Fenestrelle, Roure; mentre in Val Germanasca si trova la zona protetta di interesse provinciale di Conca Cialancia. La rete idrografica principale è costituita dai torrenti Chisone e Germanasca che si uniscono nel Comune di Perosa Argentina. I rilievi della fascia collinare, in buona parte costituiti da micascisti grafitici e caratterizzati da una morfologia dolce, si interpongono tra il sistema alpino e la pianura. Una particolarità del Pinerolese è la presenza di glacis (come quello di Frossasco e Cantalupa), pianalti costituiti da relitti di antichi depositi di corsi d’acqua minori, profondamente alterati e argillificati, che si raccordano alla collina. 14
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    La pianura èoriginata principalmente dagli ampi conoidi del Pellice e del Chisone. Tali corsi d’acqua hanno nel tempo reinciso i relativi conoidi, formando superfici terrazzate, i cui margini di terrazzo sono però visibili solo nella zona prossima ai rilievi. Tra Frossasco e Piossasco, la giustapposizione dei conoidi del Chisone e del Sangone determina, localmente, un assetto morfologico depresso. La rete idrografica della pianura può essere sostanzialmente rappresentata dal T. Pellice, T. Chisone, Fiume Po e sottobacino del T. Chisola. Il T. Chisone, in località Castellazzo-Zucchea del comune di Cavour, confluisce nel torrente Pellice che dopo l’attraversamento del comune di Villafranca, a valle della frazione Madonna Orti, confluisce nel fiume Po. Il sottobacino idrografico del torrente Chisola comprende: • il Rio Torto che attraversa i comuni di Roletto, Piscina e Airasca confluendo quindi nel Chisola all’altezza del comune di Volvera; • il Torrente Noce che dopo aver attraversato i comuni di Cantalupa, Frossasco e Cumiana si immette nel Chisola; • Il Torrente Oitana che assume diverse denominazioni: T. Lemina che attraversa i comuni di San Pietro Val Lemina, Pinerolo, Buriasco, Cercenasco e Virle con il nome di T. Ramata per poi chiamarsi T. Oitana all’altezza dell’omonima frazione ubicata tra i comuni di Castagnole Piemonte e Osasio. Al fine di poter valutare lo stato e le pressioni che insistono sul pinerolese anche in funzione della morfologia del territorio, nelle carte presentate nel documento l’area di studio è stata suddivisa nelle zone altimetriche (pianura, collina e montagna). 15
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    Popolazione residente DPSIR Descrizione Fonte dati Unitàdi misura Copertura temporale Commenti Determinante L’indicatore fornisce informazioni sullo stato della popolazione residente Istat numero 2010 Da un’analisi storica della popolazione residente, nel corso del 1900, emerge la costante tendenza ad una diminuzione della popolazione nei comuni montani, soprattutto in Val Germanasca e alta Val Chisone, più contenuta in bassa Val Chisone e Val Pellice mentre risulta stabile e in aumento nel restante territorio. I dati dei censimenti 2001 e 2011 evidenziano un incremento della popolazione residente in 36 dei 48 comuni ubicati sul territorio, da un’unità in più nel comune di Salza di Pinerolo a 2.764 unità in più nel comune di Pinerolo, per prendere gli estremi. Nella complessità delle dinamiche che possono aver determinato tali variazioni, per quanto concerne gli incrementi sono sostanzialmente riconducibili al flusso di immigrati di questi ultimi anni, soprattutto nei comuni dove comunque, nonostante il periodo di recessione, “sopravvivono” le diverse attività industriali, artigianali, commerciali e soprattutto agricole. L’incremento di lieve entità del comune di Sestriere potrebbe invece essere stato determinato dalla realizzazione di alcuni complessi in una sorta di edilizia convenzionata che impone agli acquirenti la residenza, mentre il deciso aumento dei residenti nel comune di Pragelato (sono quasi raddoppiati) è stato determinato dalla presenza di stranieri (comunitari ed extracomunitari) occupati principalmente nel settore turistico-alberghiero e in quello edile-manutentivo, che si sono stabiliti a Pragelato con maggiore disponibilità abitativa residenziale e a minor costi rispetto al Sestriere. Occorre altresì tenere conto, a livello statistico, che un incremento residenziale, soprattutto nei comuni a valenza turistica, potrebbe essere stato determinato anche da opportunità fiscali legate alla maggiore tassazione sugli immobili quali seconde case. La costante diminuzione della popolazione, se non un vero e proprio “spopolamento” dei restanti comuni montani è storicamente dovuta all’industrializzazione italiana che, dopo la seconda guerra mondiale, insieme alla necessità di ricostruire tutto: fabbriche, vie di comunicazione, infrastrutture etc. portarono al così detto “miracolo economico” degli anni 60 e alla migrazione verso le città, con l’abbandono quasi totale anche dell’economia agricola montana sopraffatta dalla meccanizzazione agraria che trova ovviamente in pianura la massima ottimizzazione. 18
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    Densità abitativa DPSIR Descrizione Fonte dati Unitàdi misura Copertura temporale Commenti Determinante L'indicatore riporta il numero di persone che abitano nei comuni del territorio in esame Istat n° abitanti/km2 2010 Analogamente a quanto rilevato per la popolazione residente, si evidenzia come la distribuzione dei residenti sia concentrata nei comuni di fondovalle e verso la pianura cioè presso quei comuni che, per la loro ubicazione territoriale, hanno favorito l’insediarsi e lo sviluppo delle attività produttive, agricole e zootecniche. 20
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    Indice di fertilità/fecondità DPSIR Descrizione Fontedati Unità di misura Copertura temporale Commenti Stato L’indice stima il rapporto tra il numero di nati vivi e il numero di donne in età feconda MADE (Motore per l’Analisi Demografica ed Epidemiologica) Valore numerico dato dal rapporto tra numero di nati vivi e numero di donne in età feconda compresa tra i 15 e i 49 anni 2010 L’incremento di tale indice, in quest’ultimo decennio, è stato essenzialmente determinato dalla presenza di stranieri (comunitari ed extracomunitari), anche se attualmente si assiste ad una significativa diminuzione delle nascite di bambini stranieri, probabilmente dovuta anche alla situazione economica che si è determinata. L’indice deve essere valutato tenendo in debito conto i casi specifici. Ad es. per il comune di Massello l’elevato indice di fertilità è dato da una popolazione residente di 61 unità, 3 coppie in età feconda e un solo nato nel 2010 dopo undici anni. 21
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    Indice di vecchiaia DPSIR Descrizione Fontedati Unità di misura Copertura temporale Commenti Stato L’indice stima il grado di invecchiamento di una popolazione MADE (Motore per l’Analisi Demografica ed Epidemiologica), BDDE Piemonte (Banca Dati Demografica Evolutiva) Valore numerico dato dal rapporto tra numero soggetti che hanno 65 anni o più e il numero di soggetti con 15 anni o meno 2010 Ad eccezione dei comuni di Sestriere e Pragelato, dove, probabilmente per l’insediamento residenziale di stranieri, l’indice di vecchiaia risulta inferiore ai comuni collinari e di pianura, nei restanti comuni montani è abbastanza elevato. Le punte massime si evidenziano nei comuni di Prali, Massello e Pramollo, dove si è assistito ad una diminuzione della popolazione residenziale dovuta anche alla riduzione delle attività produttive e in primis legate all’estrazione mineraria di talco che con il suo indotto ha costituito per tutto il secolo scorso la principale fonte occupazionale. 22
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    Occupazione DPSIR Descrizione Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Determinante Fornisceun quadro conoscitivo sull’andamento occupazionale, basandosi su statistiche nazionali, regionali e provinciali Provincia numero 2011 Il livello occupazionale nei comuni del territorio si concretizza in indici più elevati situati nel fondovalle e verso la pianura dove si sono sviluppati gli insediamenti produttivi, agricoli e zootecnici, sia per la loro ubicazione territoriale connessa alla possibilità di fruire della rete ferroviaria e stradale, sia per la buona qualità del suolo e per le risorse idriche presenti sul territorio, nonché per le politiche economiche e sociali di sostegno intraprese negli anni. La localizzazione industriale sul territorio è stata favorita da numerosi fattori non ultima la presenza di materie prime (industria estrattiva di talco, grafite e della così detta pietra di Luserna, oltre alle numerose cave per l’estrazione di sabbia e ghiaia) e le disponibilità di acqua (industria tessile). Purtroppo, nei decenni successivi agli anni ‘70, si è assistito ad una costante contrazione dell’attività produttiva con la chiusura di numerose aziende. Basti pensare che, di fatto, non esiste più un’industria del tessile; stessa sorte è toccata alle attività di fonderia e in generale a numerose aziende del settore metalmeccanico, oltre a drastiche riduzioni nel settore estrattivo, con una perdita occupazionale complessiva di migliaia di addetti. Nonostante la crisi risulta abbastanza stabile il livello occupazionale nel settore alimentare e dolciario oltre che in quello agricolo/zootecnico e turistico-alberghiero. 23
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    Reddito medio procapite DPSIR Descrizione Fontedati Unità di misura Copertura temporale Commenti Determinante Il reddito pro capite può essere definito come la quantità di Prodotto Interno Lordo ipoteticamente posseduta da un gruppo di persone ed è spesso usato per misurare il grado di benessere della popolazione Comuni Euro 2010 Il grafico non sembrerebbe rappresentare l’effettiva misura del grado di benessere della popolazione. Evidentemente sfuggono al conteggio del reddito tutte quelle realtà produttive che non hanno l’obbligo della dichiarazione. 25
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    Uso delle risorse Industria Agricoltura Energia Trasporto Turismo Impiantiindustriali Aziende a rischio di incidente rilevante Emissioni da attività industriale Autorizzazione Integrata Ambientale Cave e miniere numero Cave e miniere quantitativo materiale estratto Aziende agricole Fertilizzanti e fitosanitari Emissioni dall’agricoltura Incendi Consumo di gas metano Consumo di energia elettrica Emissioni da riscaldamento Parco veicolare Standard emissivo Emissioni da trasporto Strutture e movimenti turistici Pressione turistica 26
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    Industria: Impianti industriali DPSIR Descrizione Fontedati Unità di misura Copertura temporale Commenti Determinante L'indicatore quantifica le unità locali dell'industria presenti sul territorio regionale Provincia di Torino, ANAGAMB (anagrafica aziende titolari autorizzazione ambientale) numero 2012 La localizzazione industriale sul territorio è stata favorita da numerosi fattori non ultima la disponibilità di materie prime (industria estrattiva di talco, grafite e della così detta pietra di Luserna, oltre alle numerose cave per l’estrazione di sabbia e ghiaia) e disponibilità di acqua (industria tessile). La presenza “storica” di grandi insediamenti industriali aveva inoltre favorito lo sviluppo di un articolato tessuto produttivo costituto sia dalla piccola e media industria che da numerose imprese artigiane. Negli ultimi decenni si è assistito ad una costante contrazione dell’attività produttiva con la chiusura di numerose aziende. Basti pensare che, di fatto, non esiste più un’industria del tessile né attività di fonderia; oltre a drastiche riduzioni nel settore metalmeccanico e in quello estrattivo, con una perdita occupazionale complessiva di migliaia di addetti. La situazione attuale è caratterizzata da un ridimensionamento delle unità locali con una prevalenza di imprese nel settore metalmeccanico e in quello alimentare nell’accezione più ampia. Le attività artigianali, che determinano in ogni caso impatti ambientali anche consistenti, non sono state prese in considerazione nel presente documento in quanto i dati relativi sono di difficile reperimento e risentono di eccessiva parcellizzazione e turnover. 27
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    Industria: Aziende arischio di incidente rilevante DPSIR Descrizione Riferimento normativo Obiettivi normativi Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Determinante L’indicatore riporta il numero di stabilimenti a rischio di incidente rilevante che determinano pressioni sulle matrici ambientali DLgs 334/99 e s.m.i. L’art. 18 del DLgs 334/99 e s.m.i. dispone che la Regione fornisca al Ministero Ambiente e Territorio tutte le informazioni necessarie per l’aggiornamento della banca dati sugli esiti di valutazione dei rapporti di sicurezza e dei sistemi di gestione della sicurezza Regione Piemonte, Arpa Piemonte numero 2012 Nel territorio sono presenti uno stabilimento soggetto all’art. 8 del DLgs 334/99 e s.m.i. che detiene sostanze tossiche e infiammabili per la produzione di formaldeide, resine e colle e uno stabilimento soggetto all’art. 6 del medesimo Decreto Legislativo che detiene sostanze estremamente infiammabili, solventi e vernici per la produzione di bombolette spray. 28
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    Industria: Emissioni daattività industriali DPSIR Descrizione Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Pressione Stima le emissioni di polveri inalabili (PM10 primario) e di NOx , CO2 e NMVOC da parte delle sorgenti puntuali (attività industriali) presenti sul territorio regionale Regione Piemonte t/anno 2007 Per le stime di emissione, oltre all’Inventario Regionale (dati su base comunale), si può fare riferimento anche all’Inventario Nazionale delle Emissioni (dati su base provinciale), aggiornato periodicamente da Ispra Si segnalano tra le sorgenti industriali più significative dal punto di vista emissivo uno stabilimento che produce formaldeide, resine e colle e una centrale a biomassa avente la potenzialità più elevata tra gli impianti similari presenti sul territorio provinciale. È presente infine uno stabilimento di produzione di pannelli truciolati che tuttavia ad oggi è inattivo a seguito del perdurare della crisi economica. 29
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    Industria: Autorizzazione IntegrataAmbientale AIA DPSIR Risposta Descrizione L’indicatore riporta il numero delle Autorizzazioni Integrate Ambientali (A.I.A.) rilasciate dalle Province, in funzione della tipologia di attività produttiva (codice attività IPPC) Riferimento normativo Direttiva Europea 96/61/CE, DM 23/11/01, DM 26/04/02 DPCM, 24/12/02, DPCM 24/02/03, DLgs 59/05, DLgs 152/06 Obiettivi normativi Prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento provenienti dalle attività di cui all’Allegato I del DLgs 59/05 al fine di conseguire un livello elevato di protezione dell’ambiente Fonte dati Province, Arpa Piemonte Unità di misura numero Copertura temporale 2012 Commenti Le attività soggette ad autorizzazione integrata ambientale nel territorio pinerolese, sono di natura principalmente agricola, legate ad allevamenti suinicoli o avicoli. Esistono inoltre un macello suinicolo, nonché una produzione di laminati plastici e una cartiera che risulta tra le più antiche in Piemonte. Infine è presente una discarica in AIA sita in Pinerolo, la cui capacità residua limitata fa sì che la sua autonomia di gestione non possa protrarsi che per un periodo molto limitato nel tempo. La vocazione rurale è quindi quella prevalente, a differenza dell’hinterland torinese, dove prevale invece la specificità industriale. 32
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    Industria: Cave eminiere DPSIR Descrizione Riferimento normativo Obiettivi normativi Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Determinante L’indicatore riporta il numero di cave e miniere attive presenti nel territorio regionale a seconda del litotipo e per provincia, fornendo informazioni sull’utilizzo delle risorse minerarie del sottosuolo, non rinnovabili RD 29 luglio 1927, n. 1443 e s.m.i, LR 22 novembre 1978 n. 69 e s.m.i, LR 40/1998 (la maggioranza delle cave e tutte le miniere sono sottoposte a Valutazione di impatto ambientale), DLgs 30 maggio 2008 n. 117 (gestione dei rifiuti che derivano dall’attività estrattiva). Le attività estrattive (cave e miniere) sono inoltre frequentemente poste in aree soggette a vincoli pubblicistici (idrogeologici e paesaggistici), pertanto i progetti sono sottoposti alle relative procedure autorizzative Assoggettamento dello svolgimento dell'attività estrattiva (apertura e coltivazione di cave) all'ottenimento di preventiva autorizzazione e obbligo di recupero ambientale dei siti. Verifica e approvazione di progetti di coltivazione mineraria e di recupero ambientale al fine di salvaguardare gli interessi pubblici elencati dall'art. 7 della LR 22 novembre 1978 n. 69 e s.m.i. e più in generale preventiva valutazione degli impatti derivanti dalle cave/miniere e dalle loro pertinenze Regione Piemonte - Banca dati Attività Estrattiva, Direzione Attività produttive numero 2010 Durante la collisione tra le due zolle continentali paleo-europea e paleoafricana, all’origine dell’attuale configurazione della catena alpina il metamorfismo ha modificato, ma non cancellato, le caratteristiche delle rocce che anticamente appartenevano ai due margini continentali e alla crosta oceanica fra loro interposta. Esse, conservano traccia delle loro origini e provenienza. Nella porzione di Alpi Cozie compresa tra Val di Susa e Valle Po, affiorano alcuni dei complessi litologici più interessanti. I litotipi più diffusi presenti nell’area di indagine sono gneiss (es. la Pietra di Luserna, divisibile in lastre) e micascisti, marmi (es. i marmi di Rocca Bianca, in alta Val Germanasca). Si riscontano anche depositi minerari la cui formazione è ascrivibile all’attività idrotermale legata alla formazione della crosta oceanica, mineralizzazioni note come pirite e calcopirite della Val Germanasca e del Beth in Val Troncea. Altri importanti giacimenti sono quelli di talco e grafite, il talco, la cui genesi non è del tutto chiarita, è diffuso in Val Sangone, Val Pellice attraverso le Valli Chisone e Germanasca; le mineralizzazioni di grafite sono invece presenti in molte località delle Valli Pellice, Germanasca e Chisone. Le attività legate alla lavorazione della pietra, le cui antiche origini sono conseguenti alla natura e alla conformazione del territorio, rappresentano una tradizione evidente in Val Chisone e in Val Germanasca. In Val Germanasca, la lavorazione della pietra ha avuto origine nelle antiche cave di marmo di Maiera, da cui arriva anche il marmo utilizzato 34
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    per la costruzionedel Duomo di Torino. In Val Chisone, invece, hanno un ruolo importante le cave di granito, da cui proviene il granito utilizzato per la realizzazione del Forte di Fenestrelle. In queste valli hanno avuto origine capolavori artistici quali parti del Teatro Regio di Torino e persino il monumento all'Indipendenza di Lagos, la capitale della Nigeria. Altra grande unica particolarità è legata alla trasformazione del talco minerale tipico della Val Germanasca, dove viene chiamato pietra dolce, morbido e bianco. Per quanto concerne i comuni di pianura trattasi di estrazione di sabbia e ghiaia a ridosso dei corpi idrici. 35
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    Industria: Cave eminiere. Quantitativo materiale estratto DPSIR Descrizione Riferimento normativo Obiettivi normativi Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Pressione L’indicatore riporta i quantitativi estratti di cave e miniere attive presenti nel territorio regionale suddivisi a seconda del litotipo e per provincia, fornendo informazioni sull’utilizzo delle risorse minerarie del sottosuolo, non rinnovabili, attraverso i dati di produzione annua dei materiali e minerali coltivati in Piemonte RD 29 luglio 1927, n. 1443 e s.m.i, LR 22 novembre 1978 n. 69 e s.m.i, LR 40/1998 (la maggioranza delle cave e tutte le miniere sono sottoposte a Valutazione di impatto ambientale), DLgs 30 maggio 2008 n. 117 (gestione dei rifiuti che derivano dall’attività estrattiva). Le attività estrattive (cave e le miniere) sono inoltre frequentemente poste in aree soggette a vincoli pubblicistici (idrogeologici e paesaggistici), pertanto i progetti sono sottoposti alle relative procedure autorizzative Assoggettamento dello svolgimento dell'attività estrattiva (apertura e coltivazione di cave) all'ottenimento di preventiva autorizzazione e obbligo di recupero ambientale dei siti. Verifica e approvazione di progetti di coltivazione mineraria e di recupero ambientale al fine di salvaguardare gli interessi pubblici elencati dall'art. 7 della LR 22 novembre 1978 n. 69 e s.m.i. e più in generale preventiva valutazione degli impatti derivanti dalle cave/miniere e dalle loro pertinenze Regione Piemonte - Banca dati Attività Estrattiva, Direzione Attività produttive tonnellate, m3 2010 Negli ultimi anni si è riscontrata una sensibile riduzione dell’attività estrattiva certamente legata in buona parte alla congiuntura economica attuale (talco a Prali, pietra di Luserna nell’omonimo comune, sabbia e ghiaia nei comuni della pianura di Villafranca e Cavour a ridosso dei principali corsi d’acqua superficiale). 36
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    Agricoltura: Aziende agricole DPSIR Determinante Descrizione L’indicatorerileva il numero di aziende agricole presenti sul territorio e le principali coltivazioni, fornendo una stima indiretta delle probabili pressioni che ne derivano Riferimento normativo Dir. 79/409/CE, Dir. 92/43/CE, Reg. CE n. 1257/1999, Dec.1600/2002/CE, Reg. CE n. 1782/2003, Reg. CE n. 1783/2003, Reg. CE n. 817/2004, L 394/91, DLgs 490/99, DLgs 227/01 Fonte dati Regione Piemonte, Anagrafe agricola unica Unità di misura numero Copertura temporale 2006 - 2012 Commenti Nelle zone montane si è assistito ad un costante, quanto inesorabile, processo di contrazione dell’attività agricola fino all’abbandono produttivo di numerose aree. La maggior parte delle superfici sono attualmente utilizzate per gli alpeggi. L’area di pianura è caratterizzata da una specializzazione zootecnica intensiva dove si registra una forte interazione tra coltivazioni cerealicoloforaggiere e l'industria lattiero-casearia e della macellazione. Le aziende che si dedicano alla frutticoltura e viticoltura sono per lo più concentrate in aree collinari e pedemontane. Ultimamente una particolare attenzione viticola ha consentito una pregevole qualificazione del prodotto ottenendo la Denominazione di Origine Controllata (DOC) per 8 vini prodotti in zona. La frutticoltura si inserisce come una sorta di estensione dell'area tipica Cuneese ai comuni di Bibiana, Cavour, Campiglione Fenile ed è per lo più dedicata alla coltivazione di mele e actinidie. Da sottolineare la Mostra Mercato Regionale sulla frutticoltura “Tuttomele” che si svolge nel Comune di Cavour e la costante crescita di attività, sia nel settore agrituristico che in quello delle produzioni biologiche. 38
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    Agricoltura: Fitosanitari eFertilizzanti Pressione L’indicatore fornisce informazioni sull’evoluzione dell’utilizzo dei prodotti Descrizione fitosanitari e di fertilizzanti impiegati in agricoltura, valutando la potenziale pressione ambientale derivata Direttiva 94/411/CE; CE-COM (2002) 179, CE-COM (2002)349, Dec. 2004/259/CE, Direttiva 128/2009/CE, DLgs 194/95, DLgs 152/99, Delibera Regione Piemonte n. 5269/27001 del 13/04/05, DLgs 152/06, Ministero della Salute, Decreto 26 febbraio 2007, Delibera Consiglio Regionale n. 117-1073 Riferimento del 13/03/07, DL 14 agosto 2012 n° 150 normativo Direttiva Nitrati 91/676/CE; CE-COM (2002)179, Reg. CE 2003/03, L 748/84, DM MIPAF 19/04/99, DLgs 152/99, DLgs 152/06, Deliberazione Consiglio Regionale n.117-1073 del 13/03/07, Legge 217/06 (Revisione della disciplina in materia di fertilizzanti) Obiettivi Il DLgs 152/99 prevede l’individuazione di aree territoriali vulnerabili da parte normativi dei prodotti fitosanitari al fine di salvaguardare le falde acquifere Fonte dati Istat Unità di Quintali, kg misura Copertura 2000 - 2011 temporale I notevoli quantitativi di prodotti fitosanitari (anticrittogamici, diserbanti, insetticidi etc) impiegati nel comparto agricolo per proteggere le colture dagli organismi nocivi (insetti, acari, funghi ecc.), per prevenirne gli effetti e per eliminare le piante indesiderate (erbicidi) nonché nelle aree verdi degli agglomerati urbani, ad es. per liberare le canaline di raccolta acque piovane etc, costituiscono, insieme ai fertilizzanti, una delle principali cause di contaminazione delle acque sotterranee. DPSIR Commenti Su proposta dell’Asl 3 di Torino, il Comune di Pinerolo ha emesso l’ordinanza n.665 del 10/11/2011 in cui si disciplina in maniera ferrea l’utilizzo di sostanze fitosanitarie sul territorio. I trattamenti con prodotti fitosanitari, inoltre, sono stati vietati ad una distanza inferiore ai 5 metri dai confini di proprietà, ai 20 metri dalle abitazioni, ai 10 metri dalle strade pubbliche, dall’orlo delle sponde dei corsi d’acqua, da fonti o sorgenti private, ai 25 metri da ortaggi o colture ed ai 200 metri dai punti di captazione o di derivazione delle acque destinate al consumo umano. Nell’area di studio le zone di agricoltura intensiva sono oggetto di consistente utilizzo di prodotti fitosanitari e di fertilizzanti. 40
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    Prodotti fitosanitari distribuitiper uso agricolo, per categoria - anno 2000-2011 Provincia di Torino 900.000 800.000 700.000 kg 600.000 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Fungicidi Insetticidi e Acaricidi Erbicidi Piemonte 12.000.000 10.000.000 kg 8.000.000 6.000.000 4.000.000 2.000.000 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Fungicidi Insetticidi e Acaricidi Erbicidi 41
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    Fertilizzanti minerali distribuitiin agricoltura - anno 2004-2011 Provincia di Torino 500.000 quintali 400.000 300.000 200.000 100.000 0 2004 2005 2006 2007 2008 Semplici azotati Semplici fosfatici Composti binari 2009 2010 2011 Semplici potassici Composti ternari Piemonte 1.400.000 1.200.000 quintali 1.000.000 800.000 600.000 400.000 200.000 0 2004 2005 2006 2007 2008 Semplici azotati Semplici fosfatici Composti binari 2009 2010 2011 Semplici potassici Composti ternari 42
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    Agricoltura: Emissioni daagricoltura, foreste e zootecnia DPSIR Descrizione Riferimento normativo Obiettivi normativi Fonte dati Unità di misura Aggiornamento indicatore Copertura temporale Commenti Pressione Stima le emissioni di CH4, NH3, NMVOC (Composti Organici Volatili Non Metanici) da parte di areali (fonti diffuse) presenti sul territorio regionale Regione Piemonte t/anno 2012 2007 Per le stime di emissione di CH4, NH3, NMVOC, oltre all’Inventario Regionale (dati su base comunale), si può fare riferimento anche all’Inventario Nazionale delle Emissioni (dati su base provinciale), aggiornato periodicamente da Ispra. Sul piano della distribuzione territoriale le mappe evidenziano la concentrazione delle attività agricole e di allevamento con intensità crescente dai comuni collinari a quelli della pianura così come le emissioni biogeniche che interessano maggiormente i comuni montani ad eccezione del comune di Sestriere meno interessato da boschi. 43
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    Agricoltura: incendi DPSIR Descrizione Riferimento normativo Impatto L’indicatore esprimel’estensione della superficie boscata percorsa dal fuoco e il numero di incendi LR 16/94 "Interventi per la protezione dei boschi dagli incendi". Legge 353/00 "Legge quadro in materia di incendi boschivi". La Regione Piemonte è dotata di un piano antincendi redatto ai sensi della normativa e con periodo di validità 2003- 2006 Obiettivi normativi Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Corpo Forestale dello Stato, Coordinamento Regionale di Torino, Ufficio Statistiche AIB ettari (ha), numero 1997-2011 L'indicatore può costituire uno strumento da impiegare, unitamente ad altri (ad es. andamento climatico), nella valutazione delle scelte operate in materia di prevenzione e repressione del fenomeno degli incendi boschivi, previsti dai Piani Regionali contemplati dalla normativa vigente. 45
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    Energia: Consumo digas metano DPSIR Descrizione Riferimento normativo Obiettivi normativi Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Determinante L’indicatore quantifica i volumi di gas immessi nella rete regionale dalla rete nazionale DM 20/7/2004 Ministero delle Attività Produttive (a partire dal 2002) ora Ministero dello Sviluppo Economico, SnamReteGas MWh 2005 - 2010 Il gas metano viene utilizzato prevalentemente nel settore residenziale i dati medi tra il 2000 e il 2010 sono i seguenti: 58,52 % residenziale, 28,71% industria, 12,36 % terziario, il contributo dell’agricoltura pari allo 0,40% è poco significativo. Per quanto riguarda il trend la distribuzione ha subito un calo tra il 2005 e il 2007 per risalire dal 2007 al 2010. L’aumento più significativo si è avuto nel settore terziario e solo in alcuni comuni della zona in particolare nel biennio 2009-2010 nei comuni di Osasco, Pinasca, Cantalupa. In alcuni casi si è avuto negli stessi anni una distribuzione a partire da 0, cioè una probabile metanizzazione della zona (comuni di Inverso Pinasca, Perrero, Porte, Prali, Prarostino). La distribuzione a fini industriali è concentrata per il 98,52% in 16 comuni tra cui: Villar Perosa (22,51%), Frossasco (19,27%), Luserna San Giovanni (18,02%). La distribuzione per usi residenziali e per il settore terziario è più omogenea sul territorio della zona ad esclusione di Pinerolo (31,92% residenziale e 46,45% terziario) che ha il maggior numero di residenti e Pramollo, Rorà, Bobbio Pellice, Massello e Salsa di Pinerolo che hanno un consumo pari a 0 forse perché non serviti dalla rete di distribuzione fino al 2010. La distribuzione di gas attraverso la rete per consumi agricoli nel 2010 è presente solo in due comuni: Frossasco (85,39%) e Pragelato (14,61%). 46
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    Energia: Consumo dienergia elettrica DPSIR Descrizione Riferimento normativo Obiettivi normativi Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Determinante L’indicatore permette di valutare l’andamento dei consumi di energia elettrica e l’efficacia delle politiche di contenimento DM 20/7/2004 (art. 3 DM 20/7/2004) Gli obiettivi quantitativi nazionali di incremento dell’efficienza energetica degli usi finali di energia che devono essere conseguiti dai distributori di energia elettrica sono ottenuti attraverso misure e interventi che comportano una riduzione dei consumi di energia primaria secondo le seguenti quantità e cadenze annuali: a) 0,10 Mtep/a, da conseguire nell’anno 2005 b) 0,20 Mtep/a, da conseguire nell’anno 2006 c) 0,40 Mtep/a, da conseguire nell’anno 2007 d) 0,80 Mtep/a, da conseguire nell’anno 2008 e) 1,60 Mtep/a, da conseguire nell’anno 2009 Enel, Gestore della rete di trasmissione nazionale (Grtn), Terna, IRES MWh 2005 - 2010 L’energia elettrica viene utilizzata prevalentemente dall’industria. I dati medi tra il 2000 è il 2010 sono i seguenti: 61,28% industria, 20,34% residenziale, 16,44% terziario e 1,95% agricoltura. Il trend negli anni ha registrato un consumo stabile o in leggero aumento per tutti i settori tranne l’industria. In quest’ultimo settore si è registrato un debole calo tra 2007 e 2008, un forte calo tra 2008 e 2009 e una ripresa dei consumi tra 2009 e 2010. Analizzando in dettaglio i dati territoriali, le variazioni sono state particolarmente significative a Perosa Argentina (-59,51% tra il 2008 e il 2009 e + 185,42% tra il 2009 e il 2010). 49
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    Energia: Emissioni dariscaldamento DPSIR Descrizione Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Pressione Stima le emissioni di polveri inalabili (PM10 primario) e di NOx da parte delle sorgenti (fonti diffuse di riscaldamento) presenti sul territorio regionale Regione Piemonte (IREA 2007) t/anno 2007 Per le stime di emissione, oltre all’Inventario Regionale (dati su base comunale), si può fare riferimento anche all’Inventario Nazionale delle Emissioni (dati su base provinciale), aggiornato periodicamente da Ispra. Le emissioni da riscaldamento dipendono dal tipo di combustibile usato negli impianti domestici di produzione di energia termica, soprattutto per quanto riguarda il particolato primario: le carte tematiche riportate nella figura sottostante mostrano infatti una concentrazione delle emissioni di PM10, legate soprattutto al riscaldamento a legna, concentrate nei comuni di media dimensione, caratterizzati da una maggior percentuale di unità abitative uni-bifamigliari e da un territorio favorevole dal punto di vista dell’approvvigionamento delle biomasse. Gli ossidi di azoto, meno legati alla tipologia di combustibile, risultano invece concentrati nei territori comunali a maggiore volumetria abitativa. 53
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    Trasporti: Parco veicolare DPSIR Descrizione Fontedati Unità di misura Copertura temporale Commenti Determinante L’indicatore riporta il numero di veicoli circolanti suddiviso per per tipologia di veicoli e di alimentazione Aci numero 2011 Il dato relativo al parco veicolare evidenzia una maggiore concentrazione di autovetture nell’area di fondovalle e pedemontana. Tale valore era abbastanza scontato, in seguito alla maggiore concentrazione della popolazione nelle aree di pianura. Ma interessanti riflessioni possono essere condotte leggendo il dati relativi al parco veicolare incrociato con lo standard emissivo del medesimo parco, riportato nell’indicatore successivo. I comuni del fondovalle e quelli pedemontani beneficiano di un parco auto più nuovo che bilancia la quota di auto emissive ancora rilevante. Risulta significativo anche il contributo di alcuni comuni dell’alta valle (Setriere, Pragelato e Roure) che riflettendo una condizione economica di maggiore benessere hanno un numero maggiore di auto nuove. Il tasso di motorizzazione (numero di autovetture possedute da 100 abitanti) è di 63,1, valore simile alla media piemontese di 63,0. Valori superiore a 70 auto/100 abitanti sono presenti nei comuni di Frossasco, Garzignana, Lusernetta, Roletto, San Secondo di Pinerolo e Sestriere. I comuni Pomaretto e Salza di Pinerolo al contrario detengono valori più bassi, inferiori a 55 auto/100 abitanti 55
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    Trasporti: Standard emissivodelle autovetture DPSIR Descrizione Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Stato L’indicatore fornisce informazioni sulle autovetture con riferimento alle tipologie di standard emissivi (Euro 0, 1, 2, 3, 4 e 5) Aci numero 2011 Come a livello regionale, si osserva una prevalenza di autovetture con standard emissivi recenti (totale autovetture Euro 4 + Euro 5 = 38.003) ma rimane non trascurabile la quantità di veicoli con standard Euro 0 ed Euro 1 (totale autovetture Euro 0 ed Euro 1 = 11.805), mantenendo quasi invariato il rapporto tra i due gruppi di alimentazione (3,22 pinerolese e 3,17 dato regionale). 57
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    Trasporti: Emissioni datrasporto DPSIR Descrizione Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Pressione Stima le emissioni di polveri inalabili (PM10 primario) e di NOx da parte delle sorgenti lineari (strade) presenti sul territorio regionale Regione Piemonte t/anno 2007 Per le stime di emissione, oltre all’Inventario Regionale (dati su base comunale), si può fare riferimento anche all’Inventario Nazionale delle Emissioni (dati su base provinciale), aggiornato periodicamente da Ispra. Per entrambi gli inquinanti le emissioni legate ai trasporti risultano concentrate nei comuni a maggiore densità abitativa, essendo prevalente il traffico urbano rispetto alla componente lineare (strade extraurbane e autostrade). Va sottolineato che la metodologia di stima delle emissioni da traffico riportate nell’Inventario Regionale delle Emissioni (IREA) non prevede il contributo del turismo tipico dei fine settimana, per cui risultano sottostimate le emissioni sulle strutture viarie a grande percorrenza. 58
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    Turismo: Strutture turistichee movimenti turistici DPSIR Descrizione Riferimento normativo Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Determinante L’indicatore rileva il numero delle strutture turistiche presenti sul territorio, fornendo una stima della capacità ricettiva complessiva degli esercizi alberghieri ed extralberghieri. L’indicatore elenca inoltre il numero di arrivi e presenze dei turisti Direttiva 95/97/CE del 23/11/95, L 135/01 Regione Piemonte - Assessorato Turismo numero 2011 Oltre alle stazioni sciistiche, per quanto concerne Pinerolo e gli altri comuni in pianura le infrastrutture e presenze turistiche sono legate alle varie manifestazioni quali i concorsi ippici di Pinerolo, “tutto mele” a Cavour, “Terre del mais e cavalli” a Vigone. 60
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    Turismo: Pressione turistica(intensità turistica) DPSIR Descrizione Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Pressione L’indicatore stima l'intensità turistica per valutare le potenziali pressioni ambientali che si originano da un ulteriore carico antropico sul territorio in esame e sulla popolazione residente Regione Piemonte - Assessorato Turismo numero presenze/abitanti residenti 2011 Il territorio del Pinerolese mostra un flusso turistico abbastanza consistente, con un ruolo rilevante nei comuni a vocazione turistica invernale (Sestriere, Pragelato e Prali) e “villeggiatura estiva” (Fenestrelle, Usseaux, Bobbio Pellice, Torre Pellice, Villar Pellice, San Pitetro V.L. e Cantalupa). L'area collinare e del “Basso Pinerolese” è interessata da un tipo di turismo tendente a valorizzare la componente ecologico-ambientale del territorio ( trekking, escursionismo in mountain-bike o a cavallo etc.). Non mancano tuttavia i fruitori legati ad un tipo di turismo culturale, attinente al patrimonio artistico e architettonico del territorio, dall’ecomuseo “scopriminiera” alle diverse iniziative culturali dei vari Comuni. Commenti Considerata la vulnerabilità degli ecosistemi di Montagna è facilmente deducibile come il non perseguire lo sviluppo di un turismo sostenibile attraverso politiche di sistema associate ad oculata pianificazione territoriale e partecipata, comporti un impatto ambientale rilevante sia diretto - basti pensare ad es. a cosa comporta la depurazione delle acque fognarie in comuni che quintuplicano la popolazione presente nei mesi invernali quando, per altro, l’efficienza dei sistemi depurativi si riduce - sia indiretto, determinato da infrastrutture e traffico (consumo di suolo per strutture abitative e turistiche, parcheggi, bacini e strutture per l’innevamento artificiale, impianti di risalita, piste etc.) con prevedibili impatti negativi, soprattutto sulla biodiversità alpina. 63
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    Pressioni Rifiuti Siti contaminati Rumore Radiazioni Rischi naturali Produzionedi rifiuti urbani Produzione rifiuti speciali e industriali Impianti di gestione rifiuti Siti contaminati in Anagrafe Pareri e segnalazione Esposti Estensione di linee elettriche Impianti di telecomunicazione Densità di impianti di telecomunicazione Dose efficace per la popolazione Radon Aree monitorate e in frana Valanghe e incidenti Attività sismica 65
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    Produzione rifiuti urbani DPSIR Descrizione Riferimento normativo Obiettivi normativi Fontedati Unità di misura Copertura temporale Commenti Pressione L’indicatore misura la quantità totale di rifiuti urbani prodotti, fornendo una stima indiretta delle potenziali pressioni ambientali che si originano dall’incremento di tali quantità DLgs 152/06 s.m.i., DLgs 205/10 (attuazione della Direttiva 2008/98/CE) Il DLgs 152/06, art 180, afferma che devono essere promosse in via prioritaria la prevenzione e la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti Regione Piemonte - Osservatorio Regionale Rifiuti tonnellate/anno, kg/ab*anno 2011 Occorre premettere che la produzione di rifiuti urbani pro capite è imputata agli abitanti residenti e pertanto tutti i comuni montani interessati da ricettività turistica presentano un indice elevato. La quantità di rifiuti urbani prodotti deve essere quindi rapportata tenendo conto sia della popolazione fluttuante, ad es. i comuni di Sestriere e Pragelato contano fino a 4.0005.000 presenze stagionali, sia del flusso turistico giornaliero. In alcuni comuni come ad es. Villar Perosa, dove le presenze turistiche sono limitate, la maggior produzione di rifiuti urbani potrebbe essere imputata alla elevata presenza di lavoratori, non residenti, nelle diverse unità produttive. Nei centri più urbanizzati l’indicatore della produzione rifiuti rappresenta in modo verosimile il numero maggiore di residenti associato alle diverse attività commerciali e del terziario. Nel pinerolese, sia nei comuni montani sia in quelli di pianura, prevale il concetto di “cultura agricola” che tende a riutilizzare ogni tipologia di rifiuto prodotto: dalla carta impiegata per accendere la stufa a legna o “putagé” allo sfalcio dei giardini o così detto umido impiegati per farne concime. La raccolta differenziata per il 2010 del pinerolese risulta in media del 52,1% superando il valore obiettivo posto al 50% per il 2009 (DLgs 152/06 e s.m.i.). I comuni più virtuosi con % maggiore del 60% sono Scarmagno (che detiene il maggior valore in assoluto con il 72,7%), Airasca, Burisco, Salsa di Pinerolo e Virle Piemonte. I comuni di Pragelato, Prali e Pramollo invece presentano ancora una percentuale di raccolta differenziata inferiore al 40%. 66
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    Rifiuti: Produzione dirifiuti speciali e industriali DPSIR Descrizione Riferimento normativo Obiettivi normativi Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Pressione L’indicatore misura la quantità di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi che vengono prodotti annualmente sul territorio in esame DLgs 152/06 s.m.i., DLgs 205/10 Il DLgs 152/06, art.180, afferma che devono essere promosse in via prioritaria la prevenzione e la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti Arpa Piemonte - Catasto Rifiuti migliaia di tonnellate/anno (t*1000/a), t/abitante*anno 2002 - 2010 Le carte, riferite alla produzione totale di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, evidenziano come la produzione di tale tipologia di rifiuti sia concentrata essenzialmente nei comuni a presenza industriale più elevata quali Villar Perosa, Pinerolo e Airasca. Nel calcolo sono compresi i rifiuti inerti provenienti da costruzioni e demolizioni. Nelle rappresentazioni del 2002 e 2010 è rilevabile come sia diminuita la produzione dei rifiuti determinata da una minore produttività e chiusura di alcune aziende come es. nei comuni di Perosa Argentina, Villar Perosa e Airasca, mentre si nota un incremento nei comuni di Pinerolo e di Roletto dovuti rispettivamente alla realizzazione della nuova area industriale della “porporata” e ampliamento di quella artigianale. 68
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    Rifiuti: Impianti gestionerifiuti DPSIR Descrizione Riferimento normativo Obiettivi normativi Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Risposta Descrive la gestione dei rifiuti urbani e speciali in rapporto all’obiettivo di progressiva riduzione dell’utilizzo delle discariche come modalità di smaltimento dei rifiuti, fornendo un’indicazione sull’efficacia delle politiche di gestione dei rifiuti DM 5 febbraio 1998 s.m.i, LR 24/02, DLgs 36/03, DLgs 152/06 s.m.i, DLgs 75/10 (nuove norme sui fertilizzanti), DM 27/09/10, DLgs 205/10, LR 7/12 Il DLgs 152/06, art.182 bis, prevede di realizzare l'autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi in ambiti territoriali ottimali Regione Piemonte - Osservatorio Regionale Rifiuti numero 2002 - 2012 La diminuita presenza di impianti per la gestione dei rifiuti nei comuni di Bobbio Pellice e Villar Pellice è data dall’esaurimento delle due discariche di inerti. A Pinerolo e Villafranca vi è stata la chiusura di due centri di rottamazione e a Virle P.te la chiusura di un’attività di recupero di cascami e materiale plastico. L’incremento del 2012 rispetto al 2002 nel comune di Cumiana è dato dall’insediamento di due attività legate al recupero di rottami e materiale plastico. La discarica per rifiuti non pericolosi ACEA in località Torrione a Pinerolo prosegue la sua attività ininterrottamente dall’anno 1978, procedendo a successivi ampliamenti del corpo discarica sia in fossa che in elevazione. Nel corso dell’anno 2012 è stato rilasciato dalla Provincia di Torino un nuovo provvedimento (DD n. 168-25742/2012) che autorizza il rimodellamento del piano sommitale del lotto T5 determinando un ulteriore incremento dei volumi di rifiuti smaltibili pari a 25.000 m3 e l’autorizzazione alla realizzazione di un nuovo invaso (T6) per un volume aggiuntivo di 181260 m3. Lo stesso decreto opera una riclassificazione dell’impianto nella sottocategoria “discarica per rifiuti misti non pericolosi con elevato contenuto sia di rifiuti organici o biodegradabili che di rifiuti inorganici, con recupero di biogas” (ai sensi dell’art 7, comma 1 c) del DM del 27/09/2010. Durante l’intero anno 2012 presso la discarica sono stati smaltite 22.607 t di rifiuti provenienti dal circuito di raccolta urbano, 561 t di rifiuti inerti e 18.373 t di rifiuti speciali non pericolosi, per un quantitativo complessivo di 41.542 t di rifiuti. Secondo una stima del gestore al febbraio 2013 i volumi ancora disponibili allo smaltimento sulla superficie dei lotti T4 e T5 ammontavano a 11.000 m3 circa, mentre il lotto T6 era ancora in corso di realizzazione. L’impianto di valorizzazione secco-umido di ACEA (Pinerolo, Corso della Costituzione n. 19), effettua il trattamento delle frazioni differenziate secca e umida dei rifiuti urbani. La frazione secca viene sottoposta a separazione meccanica per la cernita delle matrici recuperabili e per la produzione del CSS (combustibile solido secondario), con una potenzialità di 31.000 t/anno. La frazione umida invece viene avviata a digestione anaerobica 71
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    per la produzionedi biogas (potenzialità 50.000 t/anno) e successivamente a compostaggio. Con DD n. 132 - 20429 / 2012 la Provincia di Torino ha autorizzato l’ampliamento dell’impianto, con l’introduzione di un ulteriore digestore che porterà la potenzialità della linea umido a 90.000 t/anno. Attualmente l’ampliamento non è ancora stato realizzato. ACEA, nel corso del 2013, ha presentato un progetto di upgrading del biogas per la conversione del biogas prodotto dalla digestione anaerobica in biometano. 72
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    Siti contaminati DPSIR Descrizione Riferimento normativo Obiettivi normativi Fonte dati Unitàdi misura Copertura temporale Commenti Pressione L’indicatore fornisce il numero dei siti che sono inseriti nell’anagrafe regionale. Tali siti possono talvolta necessitare di interventi di bonifica del suolo e/o delle acque superficiali e sotterranee DLgs 22/97 (art.17), DM Ambiente 471/99, DLgs 152/06 Il DM 471/99, emanato in attuazione del DLgs 22/97, prevedeva che ogni Regione istituisse l'Anagrafe dei siti contaminati. L'anagrafe doveva essere realizzata in accordo con i "Criteri - contenuti e struttura dati" messi a punto dal gruppo di lavoro nazionale Apat, Arpa, Appa. Il DLgs 152/06 non prevede sostanziali variazione. Anagrafe regionale dei siti contaminati numero 2012 Il numero di siti contaminati presenti sul territorio oggetto di studio risulta piuttosto limitato rispetto al numero totale di siti presenti in provincia di Torino. I siti contaminati sono concentrati nelle zone collinari e di pianura maggiormente urbanizzate e in particolare nel comune di Pinerolo, comune più industrializzato della zona. L’indicatore fornisce, per ciascun comune, il numero dei siti per cui è stato aperto un procedimento di bonifica, tuttavia si ritiene opportuno sottolineare che, per buona parte di questi, il procedimento risulta già concluso a seguito delle operazioni di messa in sicurezza d’emergenza che hanno permesso il completo ripristino dello stato dei luoghi. Sarebbe interessate, inoltre, mettere in rilievo (l’indicatore non lo evidenzia) che buona parte dei problemi del pinerolese è legato agli sversamenti accidentali di contaminanti organici principalmente da serbatoi (punti vendita e depositi carburanti). 73
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    Rumore: Pareri esegnalazione Esposti DPSIR Descrizione Riferimento normativo Obiettivi normativi Fonte dati Unità di misura Aggiornamento indicatore Copertura temporale Commenti Risposte - Impatto L’indicatore riporta il numero di segnalazioni/esposti pervenuti all’Agenzia e di Pareri espressi, sul territorio di competenza L 447/95 , DPCM 14/11/97, LR 52/00 Arpa Piemonte numero 2013 2012 L’attività di prevenzione, svolta su richiesta dei comuni per l’insediamento di nuove attività potenzialmente rumorose o di nuovi ricettori sensibili, ha riguardato solamente 11 comuni, per un totale di 21 soggetti ambientali. D’altro canto, il numero di esposti complessivamente pervenuti (15, distribuiti su 8 comuni), rileva situazioni di criticità contingenti e localizzate a casi specifici. La città di Pinerolo presenta la maggiore concentrazione di pareri ed esposti, con valori comunque normali per aree urbane di pari dimensioni. Si evidenzia, infine, che tutti i comuni hanno approvato in via definitiva il Piano di Classificazione Acustica. 75
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    Radiazioni non ionizzanti:Estensione linee elettriche DPSIR Descrizione Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Determinante L'indicatore riporta l'estensione degli elettrodotti suddivisi per tipologia sul territorio regionale Terna, Enel km 2010 La rete è maggiormente sviluppata sul territorio dei comuni a maggiore attività produttiva e turistica, tenendo conto dei corridoi con attraversamento delle linee oltre confine. 77
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    Radiazioni non ionizzanti:Impianti di telecomunicazione DPSIR Descrizione Riferimento normativo Obiettivi normativi Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Determinante L’indicatore riporta il numero di impianti di telecomunicazione in rapporto alla superficie del territorio monitorato, valutando in termini indiretti le potenziali pressioni ambientali derivanti Legge Quadro 36/01, DPCM 08/07/03, LR 19/04, DL 179 del 18 ottobre 2012 art. 14, comma 8 Il DPCM 08/07/03, art.4, decreta che i valori di immissione di campo elettromagnetico non devono superare il valore di 6 V/m indicato nella tabella 3 all'allegato B Arpa Piemonte numero 2011 Il numero degli impianti sul territorio del pinerolese è piuttosto basso, con una concentrazione di impianti per la diffusione radiotelevisiva nel comune di Sestriere, in posizione sopraelevata e atta a fornire copertura su un’ampia porzione del territorio provinciale. Per quanto riguarda gli impianti di telefonia mobile si ha un maggior numero di impianti nel comune di Pinerolo, a maggiore densità urbana, e nuovamente nel comune di Sestriere, a vocazione turistica. 78
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    Radiazioni non ionizzanti:Densità impianti di telecomunicazione DPSIR Descrizione Riferimento normativo Obiettivi normativi Fonte dati Unità di misura Aggiornamento indicatore Copertura temporale Commenti Determinante L’indicatore riporta il numero di impianti di telecomunicazione in rapporto alla superficie del territorio monitorato, valutando in termini indiretti le potenziali pressioni ambientali derivanti Legge Quadro 36/01, DPCM 08/07/03, LR 19/04, DL 179 del 18 ottobre 2012 art. 14, comma 8 Il DPCM 08/07/03, art.4, decreta che i valori di immissione di campo elettromagnetico non devono superare il valore di 6 V/m indicato nella tabella 3 all'allegato B Arpa Piemonte numero, numero/km2 2012 2011 La densità degli impianti sul territorio del pinerolese è piuttosto bassa. Solo 3 comuni, Sestriere, Villar Perosa e Porte per le Radio-Tv e Sestriere, Porte e Pinerolo per le stazioni radio base, corrispondenti a circa il 6% del totale, hanno densità comprese tra 0,35 e 2 impianti/km2. A titolo di raffronto si noti che in provincia di Torino il 30% degli impianti ha densità superiori a 0,5 impianti/km2 80
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    Radiazioni: dose efficaceper la popolazione DPSIR Impatto L’indicatore stima l'esposizione di ciascun membro della popolazione alla Descrizione radioattività dovuta ai contributi delle diverse fonti di esposizione (di origine naturale o antropica) Riferimento DLgs 230/95 e s.m.i., DLgs 187/00 (art.12) normativo Obiettivi Il DLgs 230/95 fissa un limite di dose efficace per la popolazione pari a 1 normativi mSv/anno per esposizione dovute alle pratiche lavorative Fonte dati Arpa Piemonte Unità di millisievert/anno (mSv/anno), Bq/kg, Sv/Bq misura Copertura 2011 temporale Per la popolazione del pinerolese, per quanto riguarda la dose efficace, viene riportato il dato regionale. Dai dati in nostro possesso tale valore può Commenti essere considerato con buona approssimazione valido anche per questo specifico territorio, non essendoci nell'area particolari fonti aggiuntive di rischio radiologico rispetto al resto del territorio regionale. Dose annuale alla popolazione piemontese - totale 3,827 mSv 0% 18% 23% 0% 1% 12% 5% 41% Inalazione di radon Totale mSv/anno Ingestione di Sr-90 (solo latte) Irraggiamento di origine naturale Irraggiamento di Cs-137 dal suolo Diagnostica medica Ingestione di radionuclidi naturali Ingestione di Cs-137 82
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    Radiazioni ionizzanti: Concentrazioneradon indoor DPSIR Descrizione Riferimento normativo Stato L’indicatore fornisce la stima della concentrazione media di radon (Rn222) in aria presente negli edifici Direttiva Europea 96/29/Euratom, DLgs 241/00 Il livello di azione nei locali interrati o semiinterrati è fissato a 500Bq/m3 Obiettivi nei luoghi di lavoro (DLgs 241/2000). Per le abitazioni sono normativi raccomandati un livello di 200 Bq/m3 per gli edifici in costruzione e di 400Bq/m3 per gli edifici esistenti.(Racc. Europea 1990/143/Euratom) Fonte dati Arpa Piemonte Unità di misura Becquerel al metro cubo (Bq/m3) Aggiornamento 2012 indicatore Copertura 2009 temporale Le mappe presentate derivano da una pubblicazione di Arpa Piemonte del 2009 (reperibile al sito Commenti http://www.arpa.piemonte.it/upload/dl/Pubblicazioni), frutto di molti anni di studi e di migliaia di misure sperimentali 83
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    Rischi naturali: areemonitorate in frana Stato L’indicatore fornisce informazioni sull’estensione e sulla distribuzione dei Descrizione fenomeni franosi Riferimento Progetto IFFI (Inventario Fenomeni Franosi in Italia) ex L.183/89 Decreto normativo del Capo del Dipartimento Servizi Tecnici Nazionali n. 2271 del 08/06/00 Obiettivi Accrescere la conoscenza dei fenomeni franosi sull’intero territorio normativi nazionale e rendere omogenee le basi dati Fonte dati Arpa Piemonte, Ispra Unità di misura km2, % sulla superficie montuoso/collinare Copertura 2004 - 2012 temporale L’indicatore è popolato mediante i dati contenuti nel Progetto IFFI (Inventario dei Fenomeni Franosi d’Italia) al quale Arpa Piemonte partecipa per la copertura del territorio regionale piemontese. Commenti L'aggiornamento della base dati avviene in occasione dall'acquisizione di nuove informazioni, derivanti dalle risultanze di progetti specifici sviluppati dal Centro Regionale per le Ricerche Territoriali e Geologiche, dell'attività interna di analisi e di rilievo dei fenomeni franosi. DPSIR 84
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    Rischi naturali: valanghee incidenti DPSIR Impatto L'indicatore fornisce informazioni sul numero di incidenti e di vittime da Descrizione valanga segnalati e raccolti da Arpa in collaborazione con il Corpo Nazionale Soccorso Speleologico Fonte dati Arpa Piemonte Unità di misura numero Copertura 1984 - 2012 temporale Commenti I dati espressi in tabella derivano dall’analisi dalle Carte di Localizzazione Probabile delle Valanghe (CLPV) e di Carte dei Siti Valanghivi (CSV), rilevate e redatte alla scala media 1:25.000 Entrambe sono redatte con preliminare studio fotointerpretativo di immagini aeree estive e il reperimento di informazioni storiche e testimonianze orali. Le informazioni ottenute con i due approcci vengono mantenute separate nelle CLPV integrate in un unico tematismo nelle CSV. METODOLOGIA DI REALIZZAZIONE DELLA CARTOGRAFIA TEMATICA Le CLPV e le CSV riportano le delimitazioni dei siti valanghivi, vale a dire delle aree soggette al movimento simultaneo della coltre nevosa, nell’estensione massima nota al momento di redazione della carta, anche se tale perimetrazione fa riferimento a eventi occorsi in epoca storica e con tempi di ritorno elevati, anche superiori ai 100 anni. Le due tipologie di carte si diversificano per due aspetti metodologici fondamentali: - nelle CLPV l’inchiesta sul terreno è frutto di sopralluoghi su tutta l’area di indagine effettuati con una o più persone ben informate degli eventi valanghivi del passato prossimo e remoto, viceversa nelle CSV i sopralluoghi sono eseguiti solo in casi di particolare criticità; - nelle CLPV le informazioni ricavate dalle fonti storiche, tra cui l’Archivio Storico e Topografico delle Valanghe di C.Capello, vanno a incrementare il serbatoio dei dati ottenuti mediante l’inchiesta sul terreno, mentre nelle CSV servono per avvalorare il dato fotointepretato e quindi ne sono integrate in un unico tematismo. 2 2 50 1 4 37 6 1 3 9 5 1 26 3 3 15 1 12 2 11 4 15 1 3 33 2 18 10 3 20 7 8 3 2 1 17 4 9 4 Linee elettriche 6 1 21 22 1 8 5 3 4 7 1 8 3 3 1 3 1 22 5 6 Altri danni 11 Persone travolte 4 Nessuno 5 Bosco 2 Piste sci 13 Linee telefoniche 30 Rotabili 4 Rifugi/malghe Eccezionale (>30 anni 49 Fabbricati Civili Periodica (1030anni) Prali Pramollo Salza di Pinerolo Sestiere Torre Pellice Usseaux Villar Pellice Annuale (110anni) Pragelato non nota Località DANNI Valanghe cartografate Frequenza 2 2 3 1 7 4 10 6 85
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    Rischi naturali: attivitàsismica DPSIR Stato L’indicatore fornisce informazioni sulla distribuzione e sulla magnitudo dei Descrizione terremoti registrati dalla rete sismica regionale. Riferimento Legge 225/92, DLgs 112/98, Legge 401/01, normativo LR 51/97, LR 44/00, LR 28/02, LR 7/03 Fonte dati Arpa Piemonte Unità di numero eventi, magnitudo misura Copertura 2002 - 2011 temporale Nei comuni selezionati, nel corso del 2002, sono stati localizzati 4 sismi di magnitudo compresa tra 1 e 2, 11 sismi di magnitudo superiore o uguale a 2; il terremoto di magnitudo più elevata (2,8) si è verificato nel comune di Perosa Argentina. Nel 2011 sono stati localizzati 6 eventi di magnitudo compresa tra 1 e 1,5 Commenti e 1 sisma di magnitudo 2 localizzato nel comune di Rouere; nel luglio dello stesso anno si è verificato però un importante sciame sismico nel comune di Giaveno, contiguo all’area analizzata dove se ne sono risentiti gli effetti. La sismicità di un territorio, vale a dire la distribuzione dei terremoti nello spazio e nel tempo, va valutata su scala geologica: il confronto del numero di eventi tra due anni non è significativo. 86
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    Stato delle componentiambientali Clima Aria Acqua Suolo Natura Temperatura Precipitazione Vento Precipitazioni nevose PM10 media annua PM10 superamento limite giornaliero NO2 media annua Ozono superamento valore obiettivo Portate dei fiumi Stato chimico dei fiumi Stato ecologico dei fiumi Stato chimico sotterranee Consumo di acqua da utenze domestiche Consumo di acqua da utenze industriali Impianti di depurazione delle acque reflue urbane Uso del suolo Capacità d’uso dei suoli Consumo di suolo da edificazione Consumo di suolo da infrastrutture di trasporto Consumo di suolo - Percentuale residua di suolo Zone vulnerabili da nitrati (ZVN) Zone vulnerabili da fitosanitari (ZVF) Metalli e inquinanti organici Superficie forestale Aree protette (Rete natura 2000) 88
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    Clima: Stazioni dimonitoraggio L’area del pinerolese considerata nello studio comprende 48 comuni distribuiti dalla pianura alla montagna e risente del clima alpino. Nell’area in esame, Arpa Piemonte dispone di 12 stazioni di Monitoraggio Meteorologico con diversi periodi di funzionamento. Stazioni di monitoraggio nell’area del pinerolese Nome COLLE BARANT BOBBIO PELLICE CUMIANA LUSERNA S. GIOVANNI MASSELLO TALUCCO PINEROLO PRAGELATO - TRAMPOLINO A MONTE PRAGELATO - TRAMPOLINO A VALLE SESTRIERE MONTE FRAITEVE VILLANOVA SOLARO Quota (m) 2294 1312 327 475 1388 776 340 1642 1525 2020 2701 Data attivazione 25-set-87 03-set-01 27-gen-88 12-gen-88 04-ago-99 13-nov-96 27-ago-03 20-dic-00 20-dic-00 10-set-96 18-nov-88 267 21-lug-93 Mappa dell’area in esame con l’ubicazione delle stazioni considerate 89
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    Clima: Temperatura DPSIR Descrizione Fonte dati Unitàdi misura Copertura temporale Commenti Stato L’indicatore fornisce i valori di temperatura media annua dal 1991 al 2012. I valori di riferimento sono stati calcolati mediando i valori medi giornalieri di ogni anno Arpa Piemonte ° C 1991 - 2012 C La temperatura media annua, nel periodo 1991-2012, oscilla tra i -0.6 ° registrati a Monte Fraiteve e i 13.5° a Pinerolo. C Per tutte le stazioni considerate si rileva che le temperature massime sono state registrate nel corso dell’estate 2003 (11/08/2003) ad eccezione delle stazioni di Pinerolo (che non era ancora attiva), Sestriere Principi e Monte Fraiteve in cui il massimo di temperatura si è avuto nel corso di agosto 2012 (20-22 agosto 2012). Per quanto riguarda le temperature minime, si osserva che il mese di febbraio 2012 è stato il più freddo dall’inizio delle osservazioni delle centraline di Arpa Piemonte in tutte le stazioni analizzate. Andamento delle temperature medie, minime e massime nelle stazioni di monitoraggio del pinerolese - anni 1991-2012 Temperature medie 30.0 25.0 Colle Barant (2294 m) Bobbio Pellice (1312 m) Cumiana (327 m) Luserna San Giovanni (475 m) Massello (1388 m) Pinerolo (340 m) Pragelato Monte (1642 m) Pragelato Valle (1525 m) Sestriere Principi (2020 m) Villanova Solaro (267 m) Monte Fraiteve (2701 m) 20.0 ° C 15.0 10.0 5.0 0.0 -5.0 -10.0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic 90
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    Temperature medie massime 35.0 30.0 ColleBarant (2294 m) Bobbio Pellice (1312 m) Cumiana (327 m) Luserna San Giovanni (475 m) Massello (1388 m) Pinerolo (340 m) Pragelato Monte (1642 m) Pragelato Valle (1525 m) Sestriere Principi (2020 m) Villanova Solaro (267 m) Monte Fraiteve (2701 m) 25.0 20.0 ° C 15.0 10.0 5.0 0.0 -5.0 -10.0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic Temperature medie minime 20.0 Colle Barant (2294 m) Bobbio Pellice (1312 m) Cumiana (327 m) Luserna San Giovanni (475 m) Massello (1388 m) Pinerolo (340 m) Pragelato Monte (1642 m) Pragelato Valle (1525 m) Sestriere Principi (2020 m) Villanova Solaro (267 m) Monte Fraiteve (2701 m) 15.0 ° C 10.0 5.0 0.0 -5.0 -10.0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic 91
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    Clima: Precipitazioni DPSIR Descrizione Fonte dati Unitàdi misura Copertura temporale Commenti Stato L’indicatore fornisce informazioni sulla quantità di pioggia registrata nel territorio in esame Arpa Piemonte mm 1991 - 2011 Mediamente nell’anno vengono registrati da un minimo di 506 mm a Sestriere a un massimo 1157 mm di pioggia a Massello. Il regime pluviometrico in tutti i punti di monitoraggio, secondo la classificazione di Mennella (1967), è quello prealpino con un massimo principale nei mesi primaverili e uno secondario in autunno; il minimo principale è in inverno. Il mese di maggio risulta essere il più piovoso in quasi tutte le stazioni, dove il valore più elevato è 170 mm a Massello, mentre il meno piovoso si colloca nei mesi di gennaio e febbraio. Dal 1994 il mese che ha registrato una maggior quantità di pioggia è stato ottobre del 2000 (654 mm), seguito da aprile 2009 (566 mm). L’area è stata interessata dal 1988 da diversi eventi alluvionali tra cui si ricordano quelli di ottobre 2000, settembre 2006 e novembre 2011 (http://www.arpa.piemonte.it/pubblicazioni-2/relazioni-tecniche/analisieventi) Andamento delle precipitazioni e numero di giorni piovosi (pioggia>=1 mm) nelle stazioni di monitoraggio del pinerolese - anni1991-2011 Precipitazioni annue e giorni piovosi 1400,0 100,0 90,0 1200,0 80,0 1000,0 60,0 mm 800,0 50,0 600,0 40,0 giorni piovosi 70,0 30,0 400,0 20,0 200,0 10,0 0,0 0,0 Villanova Solaro Cumiana Pinerolo Luserna S. Talucco Giovanni mm Bobbio Pellice Massello Pragelato Sestriere trampolino PP a valle Colle Barant gp 92
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    Clima: Vento DPSIR Descrizione Fonte dati Unitàdi misura Copertura temporale Commenti Stato L’indicatore fornisce il numero di giorni di vento verificatisi in Piemonte a partire dall’analisi dei bollettini meteorologici redatti quotidianamente per il periodo 1991 al 2011 Arpa Piemonte ° C 1991 - 2011 Per esaminare il vento sono state prese in considerazione le stazioni in quota di Monte Fraiteve (2701 m) e di Colle Barant (2294 m) e quelle in pianura di Cumiana (327m) e di Villanova Solaro (267 m), che dispongono di un anemometro rappresentativo dell’area in esame. La direzione prevalente di provenienza del vento risulta essere dai quadranti occidentali per tutte le stazioni considerate; in particolare da WSW per Colle Barant (31%) e Villanova Solaro (14%), da NW per Cumiana (54%) e da WNW per Monte Fraiteve (18%). Per quanto riguarda la velocità media mensile i valori medi mensili più elevati si registrano a Monte Fraiteve con un massimo di 6.4 m/s a dicembre. Il valore più basso è 0.9 m/s a Cumiana a novembre e a dicembre. La raffica più elevata pari a 44.7 m/s è stata registrata a Sestriere (Monte Fraiteve) il 26 gennaio 1994. La raffica massima registrata a Bobbio Pellice (Colle Barant) di 40.8 m/s risale al 19 gennaio del 2007, seguite da valori inferiori in pianura: 30.8 m/s a Cumiana il 15 febbraio 1990 e 27.4 m/s il 22 novembre 2008 a Villanova Solaro (l’anemometro è in funzione da aprile 2007). Velocità media mensile del vento (m/s) - anni 1991-2011 Colle Barant Cumiana Villanova Solaro Monte Fraiteve gen 2,8 1,0 1,2 6,0 feb 2,9 1,2 1,3 6,2 mar 2,7 1,4 1,8 5,8 apr 2,3 1,4 1,7 5,4 mag 1,9 1,4 1,6 5,0 giu 1,9 1,4 1,5 5,0 lug 1,8 1,4 1,3 5,1 ago 1,6 1,4 1,1 4,8 set 1,7 1,3 1,2 4,9 ott 2,0 1,0 1,2 5,4 nov 2,5 0,9 1,2 5,7 dic 3,1 0,9 1,2 6,4 93
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    Frequenza delle direzionidi provenienza del vento nelle stazioni di monitoraggio del pinerolese Frequenza delle direzioni di provenienza del vento a Cumiana Frequenza delle direzioni di provenienza del vento a Colle Barant NNW 40% N NW NE 20% ENE E W WSW SW WSW SSW 0% SE SSW SSE SSE S Frequenza delle direzioni di provenienza del vento a Monte Fraiteve Frequenza delle direzioni di provenienza del vento a Villanova Solaro N 20% N NNW NNE NE NW ENE SW SE SSE S NE W ESE WSW NNE 10% WNW E 0% 20% NW 10% SSW E ESE S W ENE 20% SW SE WNW NE 10% 0% NNW NNE 30% 10% W N 40% WNW ESE WNW 60% 50% 30% NW NNW NNE WSW ENE E 0% ESE SW SE SSW SSE S 94
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    Clima: Precipitazioni nevose Stato L’indicatorefornisce informazioni sull’altezza di neve fresca riferita alle stazioni nivometriche presenti nel territorio di studio nel periodo 1991/2011 DPSIR Descrizione Riferimento normativo Fonte dati Unità di misura Copertura temporale LR 59/84, LR 28/02 Arpa Piemonte Centimetri (cm) 1991 - 2011 Per quanto riguarda le nevicate, per la stazione in quota di Sestriere Principi di Piemonte (2020 m) si evince che la stagione più nevosa è quella del 2008-2009, mentre per Colle Barant (2294 m) quella del 19941995. In generale si osserva dal 2008 al 2011 un aumento dell’altezza di neve fresca, mentre nell’ultima stagione invernale (2011-2012) si registra una diminuzione del quantitativo di neve fresca in entrambe le stazioni. Commenti Altezza neve fresca nelle stazioni di Sestriere Principi e di Colle Barant Altezza neve fresca Mesi novembre - marzo 8 Sestriere Principi Colle Barant 7 6 4 3 2 1 01 2 01 1 02 12 20 1 20 1 92 01 0 00 9 20 0 20 0 82 00 8 00 7 62 72 20 0 20 0 20 0 52 00 6 00 5 00 4 32 42 20 0 20 0 22 00 3 00 2 20 0 00 1 12 20 0 92 02 20 0 81 00 0 99 9 19 9 99 8 19 9 99 7 71 19 9 51 41 61 19 9 99 5 19 9 99 4 19 9 31 99 6 0 19 9 cm 5 95
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    Aria: PM10 mediaannua DPSIR Descrizione Riferimento normativo Obiettivi normativi Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Stato Valuta la qualità dell’aria mediante il calcolo del valore medio annuo del materiale particolato (PM10) DLgs 155/10 Il limite previsto dalla normativa, per la protezione della salute umana, è relativo alla concentrazione media annuale pari a 40 µg/m3 Arpa Piemonte µg/m3 2006 - 2011 Si osserva un miglioramento dal 2006 (anno particolarmente critico a causa delle condizioni meteorologiche dell’inverno) al 2011 e una maggiore criticità delle zone di pianura, in linea con quanto accaduto sul territorio provinciale nel suo complesso. Il valore limite nel 2011 risulta rispettato. 96
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    Aria: PM10 superamentolimite giornaliero DPSIR Descrizione Riferimento normativo Obiettivi normativi Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Stato Valuta la qualità dell’aria tramite il numero medio di superamenti del limite giornaliero del materiale particolato (PM10) DLgs 155/10 Il Decreto stabilisce come limite giornaliero, per la protezione della salute umana, 50 µg/m3 da non superare più di 35 volte all’anno a partire dal 1° gennaio 2005 Arpa Piemonte numero giorni 2006 - 2011 Si osserva un miglioramento dal 2006 (anno particolarmente critico a causa delle condizioni meteorologiche dell’inverno) al 2011 e una maggiore criticità delle zone di pianura, in linea con quanto accaduto sul territorio provinciale nel suo complesso. Il valore limite nel 2011 risulta non rispettato, in particolare nelle zone di pianura, come è tipico dell’intero territorio provinciale. 97
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    Aria: NO2 mediaannua DPSIR Descrizione Riferimento normativo Obiettivi normativi Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Stato Valuta la qualità dell’aria tramite il calcolo del valore medio annuo di concentrazione del biossido di azoto DLgs 155/10 Il Decreto prescrive il limite, per la protezione della salute umana, pari a 40 µg/m3 Arpa Piemonte µg/m3 2006 - 2011 Si osserva un miglioramento dal 2006 (anno particolarmente critico a causa delle condizioni meteorologiche dell’inverno) al 2011 e una maggiore criticità delle zone di pianura, in linea con quanto accaduto sul territorio provinciale nel suo complesso. Il valore limite nel 2011 risulta rispettato. 98
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    Aria: Ozono superamentidel valore obiettivo per la protezione della salute umana DPSIR Descrizione Riferimento normativo Obiettivi normativi Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Stato Valuta la qualità dell’aria tramite il calcolo della massima concentrazione media giornaliera su 8 ore DLgs 155/10, DLgs 250/12 Il valore obiettivo per la protezione della salute umana è pari a 120 µg/m3 da non superare più di 25 giorni per anno civile come media su 3 anni Arpa Piemonte µg/m3 2006 - 2011 Com’è tipico della pianura padana la criticità dell’ozono si evidenzia sull’intero territorio con variazioni di anno in anno che dipendono essenzialmente dalle condizioni meteorologiche. Tra i due anni presi in considerazione non vi sono differenze significative. Infatti, i comuni di montagna che presentano nel 2006 valori inferiori al limite di 25 in effetti hanno valori molto prossimi ad esso. I comuni pedemontani e di pianura, con livelli diversi, presentano tutti valori ampiamente sopra i 25 superamenti, oltre il limite normativo. 99
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    Acqua: portate deifiumi Stato L’indicatore misura il volume d’acqua che attraversa una data sezione Descrizione di un corso d’acqua nell’unità di tempo Riferimento L 183/89, DL 180/98, L 267/98, L 365/00, DLgs 152/99, Direttiva normativo 2000/60/CE, DLgs 152/06 Fonte dati Arpa Piemonte Unità di misura metri cubi al secondo (m3/s) Copertura temporale 2002 - 2011 Per i principali corsi d’acqua regionali viene calcolato lo scostamento di portata rispetto al valore medio del periodo storico preso come riferimento. La misura di portata dei corsi d’acqua viene eseguita Commenti secondo standard e procedure nazionali pubblicate nel quaderno del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale ”Norme tecniche per la raccolta e l’elaborazione dei dati idrometeorologici parte II” conformi alle norme WMO” DPSIR Idrometri: localizzazione e caratteristiche Denominazione Idrometro Area bacino [kmq] Quota stazione [m slm.] Anni disponibili Pellice 94 1471 2007-2011 To Pellice 188 662 2002-2011 Pinerolo To Pellice 578 410 2003-2011 Ponte S.P. 139 Villafranca Piemonte To Pellice 988 260 2002-2011 Ponte S.P. 139 Villafranca Piemonte To Po 617 257 Località Comune Provincia Soucheres Basses Pragelato To Perrero Germanasca Pomaretto Perrero San Martino Chisone Baraveiera Soucheres Basses Chisone Villafranca Pellice Villafranca Po Bacino idrografico 2011 100
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    Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre 94 0,6 11% 0,5 -7% 0,5 -18% 1,8 19% 3,7 -36% 6,9 4% 2,6 -15% 1,3 -9% 0,9 -13% 0,6 -26% 1,3 96% 0,6 14% Perrero Germanasca 188 0,3 -26% 0,3 -41% 1,9 139% 5,6 73% 8,6 -36% 25,4 147% 2,0 -11% 0,6 -37% 0,6 -76% 0,3 -80% 10,7 659% 0,6 -2% San Martino Chisone 578 6 27% 6 40% 19 221% 24 39% 29 -21% 60 70% 14 29% 7 36% 7 -22% 4 -39% 39 346% 9 25% Villafranca Pellice 988 7 113% 7 124% 27 331% 27 45% 27 -38% 72 109% 3 -57% 1 -20% 3 -72% 2 -79% 57 543% 9 17% Denominazione Area 2 Idrometro (km) Soucheres Basses Chisone Anni di riferimento Gennaio Portata media mensile dell'anno 2011 e scostamento espresso in percentuale. Lo scostamento è dato da: (portata media mensile - portata media mensile storica)/portata media mensile storica 200710 200210 200310 200210 L’anno 2011 è stato caratterizzato da una condizione di afflusso prossima all’anno medio idrologico. I maggiori apporti si sono registrati nel periodo primaverile, per effetto di alcuni eventi di piena secondari e nel periodo autunnale a seguito dell’evento alluvionale di inizio novembre. L’analisi delle portate medie mensili del 2011 per tutte le stazioni idrometriche riportate nelle figure seguenti evidenzia: • una fase di esaurimento invernale caratterizzata da deflussi di magra non particolarmente critici (gennaio-febbraio); • una fase primaverile di morbida caratterizzata in generale da portate di fusione nevosa e da un evento di piena di marzo (dal 14 al 17); • un evento pluviometrico più intenso verificatosi a giugno (forti precipitazioni dal 31 maggio al 7 giugno su tutto il Piemonte); • una fase estiva caratterizzata da portate non critiche nel mese di luglio ma seguita da un lungo esaurimento dei deflussi dovuto alla pressoché totale assenza di precipitazioni nei mesi di settembre-ottobre; • una piena autunnale, del 5-7 novembre, di rilevante entità dopodiché una fase di graduale esaurimento dei deflussi senza ulteriori significativi eventi pluviometrici. Sul bacino del Pellice i contributi specifici minimi sono risultati dell’ordine di 4-6 l/s kmq nelle stazioni idrometriche “naturali” (Chisone a Soucheres Basses e a San Martino) e dell’ordine di circa 1 l/s kmq nelle stazioni alterate da prelievi idroelettrici (Germanasca a Perrero) o irrigui (Pellice a Villafranca). L’andamento del Po a Villafranca Piemonte è risultato caratterizzato principalmente dall’evento di piena del 5-7 novembre, per il quale è stata stimata una portata al colmo di circa 657 m3/sec. Per le seguenti stazioni: Perrero Germanasca, Villafranca Pellice e San Martino Chisone, di cui si dispone una serie più lunga di dati, si nota come gli anni più critici dal punto di vista delle portate medie annue siano stati quelli dal 2003 al 2007. L’anno 2002 e quelli dal 2008 al 2011 sono stati anni in cui si sono registrati eventi pluviometrici diffusi ed intensi pertanto, la portata media annua è stata al di sopra della portata media annua storica. 101
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    Chisone a SoucheresBasses. Portata mensile 2011 Chisone a Soucheres Basses: portata media annua 8 3,00 7 2,50 6 5 1,50 4 3 m /s 3 m /s 2,00 1,00 3 2 0,50 1 0,00 0 2007 2008 2009 2010 2011 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Germanasca a Perrero. Portata mensile 2011 Germanasca a Perrero. Portata media annua 5 30 4,5 25 4 3,5 20 m /s 2,5 3 3 m /s 3 15 2 10 1,5 1 5 0,5 0 0 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Chisone a San Martino. Portata media annua Ott Nov Dic Chisone a San Martino. Portata mensile 2011 25 70 60 20 50 40 3 3 m /s m /s 15 10 30 20 5 10 0 0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic 102
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    Pellice a Villafranca.Portata media annua Pellice a Villafranca. Portata mensile 2011 25 80 70 20 60 50 3 3 m /s m /s 15 10 40 30 20 5 10 0 0 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic 103
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    Acqua: Stato chimicodei fiumi DPSIR Descrizione Riferimento normativo Obiettivi normativi Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Stato Indice che valuta la qualità chimica dei corsi d’acqua e dei laghi. La valutazione dello Stato Chimico è stata definita a livello comunitario in base a una lista di 33+8 sostanze pericolose o pericolose prioritarie per le quali sono previsti Standard di Qualità Ambientale (SQA) europei fissati dalla Direttiva 2008/105/CE recepiti dal DLgs 219/10 Direttiva europea 2000/60/CE (WFD), Direttiva 2008/105/CE, Direttiva 2009/90/CE, DLgs 152/06, Decreto 131/2008, Decreto 17 luglio 2009, DLgs 219/10, Decreto 260/10 Obiettivi ambientali da raggiungere nel 2015: Buono stato chimico del Corpo Idrico Superficiale sulla base della valutazione del dato peggiore di un triennio per il monitoraggio Operativo e di un anno per il monitoraggio di Sorveglianza Arpa Piemonte indice 2009 - 2011 Lo Stato Chimico può essere Buono/Non Buono in base al superamento o meno degli SQA previsti secondo una modalità di calcolo definita dal Decreto 260/2010 L’analisi dei soli dati chimici (SQA Inquinanti specifici) non rileva situazioni particolari. 104
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    Acqua: Stato ecologicodei fiumi Stato Lo stato ecologico dei corpi idrici fluviali è definito dalla valutazione integrata degli indici STAR_ICMi, ICMi, IBMR, ISECI, LIMeco e dalla verifica degli Descrizione Standard di Qualità Ambientali (SQA) per gli inquinanti specifici. E’ prevista la conferma dello Stato Elevato attraverso i parametri idromorfologici. Sono previste cinque classi: Elevato, Buono, Sufficiente, Scarso e Cattivo Direttiva europea 2000/60/CE (WFD), DLgs 152/06, Direttiva 2008/105/CE, Riferimento Direttiva 2009/90/CE, Decreto 131/08, Decreto 17 luglio 2009, DLgs 219/10, normativo Decreto 260/10 Obiettivi ambientali da raggiungere nel 2015: Buono stato ecologico del Corpo Idrico Superficiale. Obiettivi Dal confronto dei risultati tra lo Stato Ecologico e lo Stato Chimico si ottiene normativi la classificazione dello Stato complessivo del corpo idrico superficiale in due classi: Buono/Non Buono Fonte dati Arpa Piemonte DPSIR Unità di misura indice Copertura temporale 2009 - 2011 Commenti L’indice è determinato sulla base della valutazione del dato peggiore tra gli elementi di qualità biologica (macrobenthos, macrofite, diatomee, fauna ittica) e SQA inquinanti specifici e il valore medio del LIMeco in un triennio per il monitoraggio Operativo e in un anno per il monitoraggio di Sorveglianza. L’analisi dei soli dati chimici (SQA Inquinanti specifici) non rileva situazioni particolari; mentre la valutazione dello stato ecologico permette di evidenziare criticità sia nel tratto del Chisone a monte di Pragelato che nella porzione fra Garzigliana e Pinerolo. Il parametro che determina il passaggio da buono a sufficiente dei due tratti di fiume è la comunità macrobenthonica (STAR_ICM ). Il tratto del torrente Pellice a monte di Torre Pellice presenta stato ecologico elevato sulla base degli elementi di qualità biologica, degli inquinanti specifici e del valore medio del LIMeco. Tale giudizio dovrà essere confermato dagli indici idromorfologici (IDRAIM) che durante il triennio 2009-2011 sono stati applicati a livello sperimentale ad altri corpi idrici della Regione. http://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/temi-ambientali/acqua/acquesuperficiali-corsi-dacqua/Relazione_fiumi_triennio20092011_rev_finale.pdf 105
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    Acqua: Stato chimicosotterranee DPSIR Descrizione Riferimento normativo Stato Indice che valuta la qualità chimica delle acque sotterranee a livello di Corpo Idrico Sotterraneo (GWB). Lo Stato Chimico del GWB è determinato sulla base della percentuale di area sottesa dai punti di monitoraggio che presentano uno stato chimico Non Buono Direttiva europea 2000/60/CE (WFD), Direttiva 2006/118/CE, DLgs 152/06, Direttiva 2009/90/CE, DLgs 30/09, Decreto 17 luglio 2009, DLgs 219/2010, Decreto 260/2010 Obiettivi normativi Buono stato del Corpo idrico sotterraneo nel 2015 Fonte dati Arpa Piemonte Unità di misura indice Copertura temporale 2009 - 2011 Lo Stato Chimico è in stato Non Buono quando la percentuale di area sottesa ai punti di monitoraggio in stato chimico puntuale Non Buono supera il 20% dell’area totale del GWB. Commenti Attualmente la rete di monitoraggio è costituita da due reti, manuale e automatica, che si integrano e interessano sia la falda superficiale che quella profonda distribuiti nei settori di pianura del territorio regionale. Il dato sull’area in esame è limitato ed evidenzia alcune situazioni criticità. 107
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    Acqua: Consumo diacqua da utenze domestiche, industriali e totale DPSIR Descrizione Riferimento normativo Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Pressione L’indicatore fornisce una stima del consumo di acqua destinata ad uso umano, alle utenze industriali e totale fornendo così una valutazione indiretta sul tipo di sfruttamento delle risorse idriche Smat m3 di acqua fatturata per le diverse utenze 2011 Il consumo di acqua totale è di oltre 9milioni 500mila m3 di cui l’82% risulta a carico delle utenze domestiche, il 10% delle utenze commerciali, il 6% industriali, il 2% artigianali e il 10% altri consumi. Oltre al dato di Pinerolo, sempre maggiore per tutte le utenze, in relazione alle utenze domestiche presentano il maggior consumo i comuni di S.Germano Chisone e Cumiana. Per i consumi industriali si evidenziano i comuni di Villar Perosa e di Luserna. 109
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    Acqua: Impianti didepurazione delle acque reflue DPSIR Descrizione Riferimento normativo Obiettivi normativi Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Risposta Riporta gli impianti di depurazione presenti sul territorio in esame DLgs 152/99, DLgs 152/06 Arpa Piemonte, impianti di depurazione numero 2012 Sul territorio insistono 101 impianti di depurazione dei reflui urbani. L’estrema parcellizzazione dei reflui fognari sul territorio (il 60% degli impianti è costituito da fosse Imhoff che servono da 10 a circa 600 abitanti) associata a scelte impiantistiche, spesso rivolte ad un minore investimento, ha favorito una situazione di criticità. Dai controlli effettuati emergono: • situazioni di superamento dei limiti di accettabilità dovuti a carenze strutturali e alcune volte gestionali • presenza di liquami in ingresso all’impianto, di reflui provenienti da insediamenti produttivi non censiti • presenza lungo la rete fognaria di scaricatori di piena non correttamente dimensionati o gestiti • eccessivo convogliamento delle acque di scorrimento superficiale in rete fognaria anche con tempo asciutto • ingresso di acque di falda in fognatura • corpi recettori dello scarico finale degli impianti di depurazione spesso inadeguati interessati da siccità o da derivazioni irrigue o idroelettriche. L’impatto nel corso d’acqua dei liquami fognari non opportunamente depurati determina, a valle dello scarico fognario, presenza di acque torbide o maleodoranti. Occorre precisare che è in avanzata realizzazione il collettamento dei piccoli depuratori di valle e questa attuazione procurerà senz’altro un miglioramento alla situazione fognaria della zona. 111
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    Suolo: Uso delsuolo DPSIR Descrizione Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Determinante L’indicatore descrive l’estensione delle principali tipologie di utilizzo del suolo (aree artificiali, agricole, boschive, altro) identificate dal Progetto Corine Land Cover 2000 Regione Piemonte ettari (ha) 2000 Il Pinerolese è costituito da tre ambiti territoriali, quello montano, quello di collina e di pianura. • Nell’area montana, nelle tre vallate principali, la Val Pellice, la Val Germanasca e la Val Chisone sono predominanti le superfici boscate, predominano i boschi naturali con pochi ettari di rimboschimenti principalmente larici, abeti, e pino silvestre. Da segnalare la presenza significativa di zone agricole nei comuni di Perosa Argentina, Villar Perosa e sopratutto Porte e Prarostino (circa il 20% della superficie comunale). La vegetazione arbustiva ed erbacea che comprende saliceti, rodoreti-vaccinieto e pascoli montani risulta dominante nei comuni di Usseaux, Masselo e Salza di Pinerolo( maggiore del 45% della superficie comunale). Nel comune di Villar Perosa, secondo comune per popolazione della zona montana, la superficie urbanizzata ha superato il 10% della superficie comunale. Significativa è l’attività estrattiva nel comune di Rorà. • Nell’area collinare risultano prevalenti le aree agricole ad eccezione di Lusernetta e Cantalupa dove predomina il bosco. La superficie coltivata a vite, che aveva raggiunto la massima espansione a cavallo tra i due secoli, risulta oggi molto marginale ed è presente nei comuni di Bricherasio e Frossasco e ancora più residuale nel comune di Bibiana. La rilevanza a livello economico e commerciale della produzione viticola è modesta, mentre è sicuramente alto il suo valore quale fattore di valorizzazione del patrimonio storico, culturale e paesaggistico ed elemento di tutela del territorio dagli inconvenienti dell’abbandono e del dissesto. La presenza dell’edificato è rilevante (% rispetto alla superficie comunale) nei comuni di Luserna San Giovanni e Pinerolo. • La pianura è caratterizzata da un’intensa attività agricola volta alla produzione frutticola (mele, pesche, kiwi) nella porzione di territorio che si estende dai comuni di Cavour e Campiglione Fenile verso la parte collinare di Bibiana e Bricherasio; mentre nei rimanenti comuni della pianura l’attività agricola è indirizzata alla coltivazione cerealicola (mais in particolare) e all’allevamento di bovini e suini. In quest’ultimo decennio, soprattutto nel comune di Vigone, si è sviluppata un’intensa attività legata all'allevamento del cavallo. Commenti 113
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    Suolo: Capacità d’usodei suoli Stato L’indicatore consente di evidenziare la consistenza in percentuale delle Descrizione prime quattro classi di capacità dei suoli a livello dei singoli comuni Fonte dati Regione Piemonte, Ipla Unità di percentuale misura Copertura 1982 temporale La Capacità d’uso dei suoli fornisce una valutazione dei limiti alle utilizzazioni ai fini agricoli e forestali in base a criteri pedologici e ambientali. La Classe I di Capacità d’uso dei suoli, che rappresenta i suoli privi di limitazioni all’uso adatti per un’ampia scelta di colture agrarie (cfr. La capacità d’uso dei suoli del Piemonte ai fini agricoli e forestali - IPLA, 1982), è presente nella pianura pinerolese con percentuali rilevanti nei comuni di Villafranca, Vigone e Macello ed è, nella pubblicazione citata, identificata territorialmente quale Unità di Paesaggio 10, caratterizzata da colture foraggere di prato stabile e avvicendate, cerealicoltura estiva (mais) e vernina (grano), colture essenziere. La Classe I è assente in tutta l’area montana e in alcuni comuni della fascia collinare. La Classe II rappresenta i suoli con moderate limitazioni che riducono la produttività delle colture quali la scarsa profondità, pietrosità eccessiva a tratti anche superficiale, con drenaggio interno rapido. Essa è presente nella pianura pinerolese, con particolare consistenza nei comuni di Cavour, Garzigliana,Virle, Cercenasco, Scalenghe, Airasca, Piscina (Unità di Paesaggio 36); nella fascia collinare la consistenza della Classe II è Commenti comunque ragguardevole, con percentuali oscillanti tra il 15 e il 45% della superficie comunale, mentre è assente nei comuni dell’area montana. La Classe III - suoli con alcune limitazioni che riducono la scelta e le produzioni delle colture, sovente presentano umidità eccessiva e orizzonti induriti a scarsa profondità - è identificabile tipologicamente e territorialmente con l’Unità di paesaggio 64. Questa classe è presente in percentuali apprezzabili nei comuni della fascia collinare, in particolare Cumiana e Bricherasio, ha invece percentuali variabili tra il 5% ed il 15% nella prima fascia montana. Risulta assente o con percentuali inferiori al 5% nelle aree di montagna, soprattutto in alta Val Chisone e Germanasca. Nella pianura pinerolese la Classe III risulta assente, ma occorre ricordare che i suoli ivi presenti appartengono alle prime due classi di capacità d’uso. La Classe IV, che rappresenta i suoli con molte limitazioni che restringono la scelta delle colture, risulta essere la classe predominante nei comuni di Cantalupa e Villar Perosa, è del tutto assente in pianura e nei comuni montani di Sestriere e Pragelato i cui suoli con forti o molto forti limitazioni appartengono alle classi superiori. DPSIR 115
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    Suolo: Consumo disuolo da edificazione DPSIR Descrizione Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Pressione L’indicatore valuta il fenomeno del consumo e della impermeabilizzazione del suolo dovuto alla edificazione Istat percentuale 2001 - 2011 Il suolo è una risorsa vitale e in larga misura non rinnovabile, sottoposta a crescenti pressioni. L'importanza della protezione del suolo è ormai riconosciuta a livello internazionale e nell'Unione Europea. Affinché il suolo possa svolgere le sue diverse funzioni, è necessario preservarne le condizioni e quindi porre dei limiti alle diverse attività umane che possono degradarlo. L’utilizzo del suolo per la costruzione di edifici, strade o altri usi ne determina l’impermeabilizzazione. Quando il terreno viene impermeabilizzato, si riduce la superficie disponibile per lo svolgimento delle funzioni del suolo, tra cui l'assorbimento di acqua piovana per l'infiltrazione e il filtraggio. Inoltre, le superfici impermeabilizzate possono avere un forte impatto sul suolo circostante, modificando le modalità di deflusso dell'acqua e incrementando la frammentazione della biodiversità. L'impermeabilizzazione del suolo è pressoché irreversibile. (Estratto da “Comunicazione Commissione Ce 16 aprile 2002, n. 179 Verso una strategia tematica per la protezione del suolo”) Commenti Il tema del “consumo di suolo” ha assunto, in anni recenti in Piemonte, una grande rilevanza nell’ambito di diversi strumenti di pianificazione e governo del territorio (PTR- Piano Territoriale Regionale e PTCP2 - Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Torino). Il PTR prevede il limite del 3% di incremento di consumo di suolo dell’ambito di vigenza dello stesso, mentre il PTCP2 pone dei limiti alle urbanizzazioni su suoli appartenenti alle classi I e II di capacità d’uso dei suoli. Il consumo di suolo è stato oggetto di studi ed esperienze di rappresentazione cartografica che hanno determinato dei risultati talvolta non facilmente interpretabili e comparabili. Ad esempio dal progetto di rilevamento e monitoraggio del territorio europeo - Corinne Land Cover il consumo di suolo, per alcuni ambiti territoriali, viene sottostimato, mentre, in altre situazioni territoriali la base cartografica di Istat, su cui è individuata l’unità territoriale minima di censimento, fornisce dati più rappresentativi. A livello regionale i dati del consumo del suolo elaborati dal CSI Piemonte per la Regione Piemonte (anno 2008) e quelli relativi alla progetto LUCAS (progetto della European Commission - Eurostat) sono difformi e difficilmente comparabili. Per quanto concerne l’analisi del consumo di suolo da edificazione 119
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    sull’area del Pinerolese,dopo alcune verifiche dei risultati ottenuti dall’elaborazione di dati provenienti da diverse fonti, si è convenuto di focalizzare l’attenzione su quelli Istat relativi agli anni 2001 e 2011 che ci consentivano anche l’analisi dell’evoluzione del fenomeno. Il consumo di suolo da edificazione è rilevante in primo luogo nella fascia collinare nei comuni adiacenti a Pinerolo che risulta quindi essere un forte polo di attrazione dell’area. Oltre a Pinerolo si segnala un rilevante consumo nei comuni di Cantalupa, Roletto, San Secondo di Pinerolo e Bibiana con un incremento nel decennio 2001 - 2011 superiore al 3% (con il massimo valore a San Secondo di Pinerolo). In pianura il consumo di suolo è comunque considerevole, in particolare nei comuni di Piscina e Airasca dove però si riscontra un incremento contenuto nel decennio 2001 - 2011 (intorno al 1%). Nell’area montana il consumo di suolo assume consistenza nei comuni di bassa valle mentre negli comuni con bassa densità abitativa il consumo è modesto. L’eccezione è costituita dai comuni a vocazione turistica, in particolare Sestriere e in misura sensibilmente minore Pragelato. Carta incremento edificazione 2011 comune Pinerolo e limitrofi in eps 120
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    Suolo: Consumo disuolo da infrastrutture di trasporto Pressione L’indicatore valuta il fenomeno del consumo e della impermeabilizzazione Descrizione del suolo derivante dalle infrastrutture lineari di trasporto. Fonte dati Regione Piemonte Unità di km misura Copertura 2006 temporale Le carte evidenziano, mediante l’articolazione in cinque classi, la consistenza delle infrastrutture lineari di trasporto sviluppate per connettere le diverse aree urbanizzate e anche per favorire i servizi a sostegno sia delle attività produttive sia del settore turistico. DPSIR Commenti In occasione delle olimpiadi invernali di Torino 2006 sono stati effettuati opere e interventi infrastrutturali per i giochi e per promuovere e rilanciare lo sviluppo del territorio: palazzo del ghiaccio di Pinerolo e Torre Pellice, nuovi impianti di risalita sulle piste, ampliamento e realizzazione di nuovi bacini per l’innevamento artificiale, stadio del trampolino per il salto a Pragelato (chiuso da due anni e lentamente in rovina), completamento dell’autostrada Torino-Pinerolo e variante della ex SS 23 con le gallerie di “Craviale” e “Turina” a Porte e quella di Fenestrelle, oltre alle varie opere di adeguamento rete stradale, messa in sicurezza parcheggi etc. Rispetto al consumo di suolo da edificazione, il calcolo del consumo riferibile alle infrastrutture lineari di trasporto è più semplice e fornisce dati più accurati e confrontabili. Tenendo conto delle lunghezze e delle larghezze delle intere infrastrutture, ivi comprese le strade comunali, si può infatti stimare con sufficiente precisione il consumo di suolo. 123
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    Suolo: Consumo disuolo - Percentuale residua di suolo (suddiviso per classi di capacità d’uso dei suoli: I, II, III, IV) Stato L’indicatore valuta il fenomeno del consumo di suolo evidenziando la percentuale residua nelle diverse classi Istat , Regione Piemonte - Ipla percentuale DPSIR Descrizione Fonte dati Unità di misura Copertura temporale 2011, 1982 Di grande interesse è la quantificazione della percentuale residua di suolo - distinta nelle prime quattro classi di capacità d’uso dei suoli per valutare la possibilità di utilizzo dei suoli ai fini della produzione primaria. Nella rappresentazione cartografica, per ogni comune dell’area, viene evidenziato il suolo residuo della classe considerata in percentuale rispetto alla superficie della classe stessa. Pertanto non è rappresentato il consumo (elemento in negativo) bensì il residuo (elemento in positivo) per sottolineare i comuni virtuosi che, sicuramente nelle difficoltà di pianificare le trasformazioni del loro territorio, hanno utilizzato i suoli di minore pregio rispetto a quelli di alta fertilità (I e II classe di capacità d’uso dei suoli). Commenti Nei cartogrammi risulta evidente che nelle aree di pianura e collina, ossia le aree interessate dalla presenza di suoli di I, II, III, IV, il consumo del suolo ha prodotto una riduzione di suoli ad alta capacità d’uso. Permangono percentuali residue considerevoli di suoli di II classe di capacità nei comuni di pianura. Consumo di suolo - Percentuale residua di suolo (suddiviso per classi di capacità d’uso dei suoli: I, II, III, IV) Area Montana Comune Angrogna Zona 1 Superficie comunale Tot ha classe I Residuo classe I Tot ha classe II Residuo classe II Tot ha classe III Residuo classe III 3.869 10 3 113 80 Bobbio Pellice 1 9.388 Fenestrelle 1 4.904 Inverso Pinasca 1 790 Tot ha classe IV Residuo classe IV 725 694 256 205 206 129 116 111 422 347 513 109 298 117 142 309 246 474 Massello 1 3.880 Perosa Argentina 1 2.631 Perrero 1 6.347 Pinasca 1 3.476 234 145 705 652 Pomaretto 1 853 74 53 107 98 54 51 352 350 77 69 Porte 1 436 Prali 1 7.252 14 6 124
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    Pramollo 1 2.245 276 Prarostino 1 1.059 Rora' 1 1.226 Roure 1 5.966 Salza Di Pinerolo 1 1.586 SanGermano Chisone 1 1.586 San Pietro Val Lemina 1 1.243 Torre Pellice 1 2.122 246 Villar Pellice 1 6.076 407 Villar Perosa 1 1.154 255 253 363 15 13 410 63 54 145 109 135 102 6 1 224 3 2 31 21 142 29 153 352 332 424 376 207 726 698 434 551 413 107 627 593 37 Area Collinare Comune Zona Superficie comunale Bibiana 3 3 2.264 Residuo classe I 1.864 Bricherasio Tot ha classe I Tot ha classe II Residuo classe II Tot ha classe III Residuo classe III Tot ha classe IV Residuo classe IV 711 6 6 643 430 342 406 392 578 513 905 728 327 326 Cantalupa 3 1.114 554 345 Cumiana 3 6.080 161 153 2.338 2.174 1.884 1.392 Frossasco 3 2.020 814 736 592 481 154 103 Luserna San Giovanni 3 1.773 385 157 Lusernetta 3 720 Pinerolo 3 5.028 1.303 Roletto San Secondo Di Pinerolo 3 978 381 3 1.262 480 2.244 1.623 305 220 279 275 136 114 293 291 1.136 100 97 954 862 301 29 22 355 246 367 394 305 284 264 Area di Pianura Comune Zona Superficie comunale Tot ha classe I Residuo classe I Tot ha classe II Residuo classe II Airasca 5 1.570 468 412 1.083 961 Buriasco 5 1.468 1.379 1.283 90 5 1.112 75 74 1.024 5 4.913 2.065 1.958 2.607 2.352 Cercenasco 5 1.306 273 273 1.043 956 Garzigliana 5 735 17 15 1.144 5 1.413 917 865 494 5 546 541 5 992 137 773 23 79 630 19 79 478 Piscina 13 468 Osasco 20 13 1.106 Macello 20 Tot ha classe IV 955 Cavour Residuo classe III 81 Campiglione-Fenile Tot ha classe III 138 Scalenghe 5 3.175 649 578 2.519 2.422 Vigone 5 4.113 3.532 3.282 581 567 Villafranca Piemonte 5 5.101 3.664 3.453 957 909 44 44 Virle Piemonte 5 1.415 519 499 774 734 114 113 Nota: le classi I, II, III, V risultano assenti nei comuni di Salza di Pinerolo, Sestriere, Usseaux e Pragelato 125 Residuo classe IV
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    Suolo: Metalli einquinanti organici DPSIR Descrizione Riferimento normativo Stato L’indicatore fornisce informazioni sui valori di contaminanti organici e sui valori dei metalli pesanti contenuti nei suoli. Descrive fenomeni di contaminazione diffusa oppure fenomeni ascrivibili a fonti emissive puntuali. La presenza di metalli può essere di origine litogenica DLgs 152/06, DM 471/99 Nel DLgs 152/06 sono riportati i limiti previsti dalla normativa, per i suoli ad uso residenziale e ad uso agricolo Nella tabella A del DM 471/99 sono riportati i limiti previsti dalla normativa, per i suoli ad uso residenziale e ad uso industriale Fonte dati Arpa Piemonte, Università degli Studi di Torino Unità di misura mg/kg ng/kg Copertura 2003 - 2011 temporale Commenti I contaminanti presenti nel suolo possono essere pericolosi anche in concentrazioni molto basse sia per l’ambiente sia per la salute umana. La presenza contemporanea di più contaminanti al suolo può inoltre determinare effetti di interazione e amplificare il loro effetto negativo. Il suolo può essere contaminato da fonti puntuali, che agiscono su una superficie limitata e sono attribuibili ad un soggetto giuridico chiaramente individuabile, o da fonti diffuse, che agiscono su ampie superfici e sono attribuibili alla società indifferenziata. La contaminazione del suolo da fonti diffuse, considerata dall’unione europea una delle principali forme di degrado ambientale, è causata prevalentemente dall'immissione nell'ambiente di quantità massive di prodotti chimici organici e inorganici che si depositano al suolo ove restano per lunghi periodi di tempo prima di essere degradati o trasportati dall’acqua. In particolare è associabile alle deposizioni atmosferiche derivanti da emissioni dell'industria, traffico veicolare, impianti di produzione energetica, impianti di trattamento dei rifiuti etc.. e, seppure in misura minore, alla dispersione in agricoltura di fitofarmaci, fertilizzanti, liquami zootecnici e fanghi di depurazione. Obiettivi normativi L’analisi della contaminazione diffusa del suolo è spesso complessa e richiede valutazioni articolate che prendano in considerazione aspetti quali: • le molteplici vie attraverso le quali i contaminanti entrano nel sistema suolo • l’ elevato numero di contaminanti organici ed inorganici coinvolti che, interagendo, amplificano il loro effetto negativo • l’eventuale compresenza di forme di contaminazione puntuale • la presenza di forme di contaminazione naturale attribuibile alla natura geochimica del substrato geologico dal quale il suolo ha avuto origine • l’interazione dei contaminanti con il suolo • la variabilità spaziale del suolo • la variabilità verticale del suolo • i diversi usi del suolo 128
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    A causa dellasua complessità la valutazione della contaminazione diffusa del suolo richiede l’analisi di un elevato numero di contaminanti su ampie superfici di territorio, attraverso un sistema di monitoraggio efficace in grado di produrre dati omogenei e validati che garantiscano risultati di valenza scientifica. Nella maggior parte dei casi la conoscenza della contaminazione diffusa è invece limitata a valutazioni teoriche o elaborate con un ridotto numero di dati spesso disomogenei tra loro. Per fare fronte a queste esigenze ed alla crescente domanda di dati, Arpa Piemonte ha progettato e realizzato la Rete di monitoraggio ambientale della qualità dei suoli del Piemonte che permette di ottenere informazioni di rilevanza scientifica relative a: • presenza, origine, intensità e distribuzione spaziale della contaminazione diffusa del suolo attribuibile ai singoli contaminanti e complessiva • delimitazione di aree omogenee di concentrazione per singoli contaminanti • delimitazione dei valori di fondo a grande denominatore di scala • evoluzione nel tempo della contaminazione diffusa del suolo. Le attività correlate alla rete di monitoraggio prevedono inoltre: • • • • • la predisposizione di strumenti Web GIS per la gestione e consultazione dei dati la divulgazione di informazioni di base indispensabili per una corretta pianificazione territoriale su scala regionale azioni di monitoraggio finalizzate all’approfondimento di specifici problemi di contaminazione diffusa del suolo la partecipazione a progetti di ricerca applicata l’ apertura di procedimenti di bonifica in base a controlli sulla contaminazione del suolo. La rete di monitoraggio è attualmente composta da 303 stazioni su maglia sistematica (9x9 km e 3x3 km) (Figura 1 - I) e 400 stazioni rappresentative (Figura 1 - II), realizzate in areali che presentano problemi specifici di contaminazione diffusa. Nella zona del pinerolese (rappresentata in arancio) in particolare sono presenti 19 punti della rete sistematica 9x9 km, per i quali è stata effettuata l’analisi completa dei contaminanti organici e inorganici sopra elencati, e 9 stazioni rappresentative per le quali sono a disposizione analisi per Cr, Ni, Pb, Cu e Zn. 129
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    Figura 1 -Rete di monitoraggio ambientale dei suoli del Piemonte (I) Stazioni della rete sistematica 9x9 km e 3x3 km. Le stazioni in rosso saranno campionate nel 2013. La zona del pinerolese è evidenziata in arancio. (II) - Stazioni di monitoraggio rappresentative utilizzate ad integrazione dei dati forni dalla rete sistematica I - Rete sistematica 9x9 km II - Stazioni rappresentative In Tabella sono indicati i principali parametri statistici elaborati nella zona del pinerolese relativi a metalli pesanti e metalloidi per i quali sono stabiliti Limiti di legge dal DLgs 152/06: (Antimonio - Sb, Arsenico - As, Berillio - Be, Cobalto - Co, Cromo - Cr, Nichel - Ni, Piombo - Pb, Rame - Cu, Stagno - Sn, Vanadio - V e Zinco - Zn). Per Cromo (Cr), Nichel (Ni) e Cobalto (Co), la presenza di parametri statistici con valori superiori ai limiti di legge è principalmente imputabile all’influenza di rocce ultramafiche (serpentiniti) diffuse in alcune zone dell’arco alpino e naturalmente ricche di questi metalli; non è possibile comunque escludere la presenza di casi isolati da attribuire a contaminazione puntuale. 130
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    Rete di monitoraggioambientale dei suoli nella zona del pinerolese Statistica descrittiva di metalli pesanti e metalloidi per i quali sono stabiliti limiti dal DLgs 152/06 , rappresentati per profondità di campionamento A e B - anno 2012 Sb As Be Conteggio Media Dev. St Mediana Min Max 25° 50° 75° 90° 95° 19 0,6 0,3 0,6 0,3 1,1 0,3 0,6 0,7 0,8 1,1 19 8,3 4,1 8,0 1,8 18,0 5,0 8,0 11,0 12,2 17,5 19 1,2 0,4 1,1 0,3 2,4 0,9 1,1 1,4 1,5 2,3 Conteggio Media Dev. St Mediana Min Max 25° 50° 75° 90° 95° 19 0,5 0,3 0,6 0,3 1,1 0,3 0,6 0,7 0,8 1,1 19 8,1 4,2 8,0 1,8 18,0 4,7 8,0 11,0 12,3 17,8 19 1,1 0,4 1,1 0,3 2,4 0,9 1,1 1,3 1,6 2,4 Co Cr Ni Pb Orizzonti superficiali A 19 28 28 28 15,4 113 67 34 12,1 177 99 12 12,0 82 44 35 1,4 17 8 11 60,0 990 550 57 10,5 59 30 29 12,0 82 44 35 17,5 97 73 39 20,2 126 83 49 20,9 201 117 55 Orizzonti profondi B 19 28 28 28 15,8 115 69 34 12,4 180 100 12 13,5 84 45 35 1,4 17 8 11 60,0 990 550 57 11,0 60 33 29 13,5 84 45 35 18,3 98 74 39 20,3 128 84 50 21,0 204 119 55 Limit res 10 20 2 20 150 * DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private 120 100 Cu Sn V Zn 28 31 14 30 1 58 24 30 43 48 50 19 3,5 1,9 2,7 1,9 9,5 2,4 2,7 3,6 5,3 9,2 19 65 24 74 14 120 55 74 78 84 84 28 76 32 72 28 160 56 72 87 128 135 28 31 14 31 1 58 26 31 43 48 50 19 3,5 1,9 2,7 1,9 9,5 2,4 2,7 3,6 5,4 9,3 19 66 25 75 14 120 55 75 79 84 84 28 76 33 70 28 160 56 70 89 128 135 120 1 90 150 131
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    Suolo: Zone vulnerabilida nitrati (ZVN) DPSIR Descrizione Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Stato Designazione delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola in Piemonte, nel rispetto dei criteri stabiliti dalla direttiva Nitrati, attraverso la considerazione di più parametri agro-ambientali: • vulnerabilità intrinseca dell'acquifero superficiale • capacità protettiva dei suoli • valore del surplus azotato (differenza tra l'azoto apportato in campo, sia di origine minerale sia di origine zootecnica, e l'azoto asportato dalle colture) Regione Piemonte Classi di vulnerabilità 2007 Nel 2002 con il regolamento regionale 9/R sono stati designati i territori sovrastanti porzioni dell’acquifero superficiale (afferenti alla falda superficiale) compromessi, che nel biennio 2000-2001 risultavano avere una concentrazione media di nitrati uguale o superiore a 50 mg/L e, cautelativamente, anche i territori sovrastanti gli acquiferi che risultavano avere una concentrazione media di nitrati uguale o superiore a 40 mg /L. Sono stati così designati 220.121 ha, nelle province di Torino, Cuneo, Biella, Alessandria ed Asti. Nel 2006 con il Piano di Tutela delle Acque sono stati designati i territori ricadenti all'interno delle fasce esondabili A e B dei corsi d'acqua, al fine di prevenire eventuali fenomeni di ruscellamento e contenere il trasporto di inquinanti, tra cui anche l'azoto, verso il corso d’acqua superficiale. Nel 2007 con il regolamento regionale 12/R sono stati designati ulteriori territori, potenzialmente vulnerabili ai nitrati di origine agricola. I dati derivanti dal monitoraggio delle acque sotterranee e più precisamente quelli riferiti al corpo idrico sotterraneo GWB-5a che ricade nell’area evidenziata, nell’accezione della recente normativa (direttive Europee 2000/60/CE, 2006/118/CE e relativi provvedimenti di recepimento nazionale e regionale), denotano una vulnerazione della risorsa (con concentrazioni non necessariamente superiori allo standard di qualità di 50 mg/L previsto dalla normativa), che testimoniano le pressioni derivanti dalle pratiche agricole che insistono sul territorio in esame. 132
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    Suolo: Zone vulnerabilida fitosanitari (ZVF) DPSIR Descrizione Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Stato Designazione delle zone vulnerabili da fitofarmaci di origine agricola in Piemonte, nel rispetto dei criteri stabiliti dall’art. 20 del DLgs 152/99, effettuata attraverso la considerazione di più parametri agroambientali: • livello di contaminazione da pesticidi delle acque sotterranee • la vulnerabilità intrinseca del corpo idrico sotterraneo • il livello di pressione determinato dalle pratiche agricole • livello di contaminazione da pesticidi delle acque superficiali Regione Piemonte Classi di vulnerabilità 2007 Il Piemonte, prima regione in Italia, ha approvato la "Prima individuazione delle aree vulnerabili da prodotti fitosanitari", con Deliberazione del Consiglio Regionale 17 giugno 2003, n. 28720269 pubblicata sul BUR n. 31 del 31 luglio 2003. Tale provvedimento, attuativo dell'art. 20 del DLgs 152/99, ha lo scopo di proteggere le risorse idriche e altri comparti ambientali dall'inquinamento derivante dall'uso di prodotti fitosanitari (pesticidi). Analogamente a quanto evidenziato per i nitrati, le informazioni derivanti dalle attività di monitoraggio delle acque sotterranee per il corpo idrico sotterraneo GWB-5a evidenziano una vulnerazione della risorsa (con concentrazioni di pesticidi non necessariamente superiori allo standard di qualità di 0,1 µg/L come sostanza singola e 0,5 µg/L come sommatoria di sostanze previsto dalla normativa), che evidenziano le pressioni derivanti dalle pratiche agricole che insistono sul territorio in esame. 134
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    Natura: Superficie forestale DPSIR Descrizione Stato L’indicatorestima la copertura boscata, indicando le tipologie forestali presenti. Riferimento normativo Obiettivi normativi Fonte dati Regione Piemonte, elaborazione Arpa Piemonte Unità di misura ettaro Copertura temporale 2007 I dati provengono dai Piani Territoriali Forestali (PTF) del 2007 L’area di interesse è suddivisa principalmente in due ambiti, il fondovalle occupato dai seminativi, dove la biodiversità forestale è ridotta per le superfici utilizzate dall’agricoltura, e l’area montana decisamente a vocazione forestale. Fattore di grande importanza è l’orientamento della valle principale e delle valli secondarie, orientamento Ovest -Est con versanti orientati sia a Nord che a Sud. Questo particolare aspetto ha condizionato l’uso del suolo, favorendo attività Commenti pastorali nei versanti a sud e lasciando i versanti a nord, più freddi, al bosco. La superficie forestale è suddivisa in differenti formazioni forestali tipiche delle Alpi Occidentali. Le più diffuse sono i Lariceti e le Cembrete, seguite dalle Faggete. Occupano una buona parte del suolo i Castagneti e le Pinete di Pino Silvestre, tutte le altre tipologie sono presente in popolamenti meno numerosi. Risultano fortemente ridotte le Peccete e gli Alneti. 136
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    Natura: Aree protette DPSIR Descrizione Riferimento normativo Fontedati Unità di misura Copertura temporale Risposta L’indicatore fornisce una stima del grado di conservazione delle aree naturali attraverso una valutazione dell’estensione delle superfici protette Legge 6 dicembre 1991, n. 394 " Legge quadro sulle aree protette", LR 22 marzo 1990, n.12 " Nuove norme in materia di aree protette (parchi naturali, Riserve naturali, Aree attrezzate, Zone preparco, Zone di salvaguardia). DGR n. 3-5405 del 28 febbraio 2007, Relazione tecnica di revisione ZPS del febbraio 2007, DGR n.17-6942 del 24 settembre 2007, LR 19/09 "Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità" Regione Piemonte, Settore Pianificazione Aree Protette ettari (ha) percentuale su territorio provinciale 2007-2012 All’interno dei confini dell’area indagata ricadono interamente o per parte della loro superficie tre Parchi naturali. Il Parco naturale Val Troncea, il Parco naturale Orsiera-Rocciavrè e il Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand. L’istituzione dei tre Parchi è antecedente all’approvazione della LR 22 marzo1990. Ci sono inoltre numerosi biotopi, successivamente trasformati in SIC, Siti di importanza Comunitaria, nei quali sono presenti numerosi boschi da seme e popolazioni di Muflone e Gallo forcello. SIC e ZPS presenti nel territorio Comune Bobbio Pellice Bobbio Pellice Cavour Fenestrelle Fenestrelle Massello Pragelato Pragelato Pragelato Prali Rora' Roure Salza di Pinerolo Sestriere Sestriere Sestriere Torre Pellice Usseaux Usseaux Usseaux Villafranca Piemonte Villar Pellice Villar Pellice tipo_SIC_ZPS B B B C C C B B C C B C C B C B B C C B B B B codice_SIC_ZPS IT1110032 IT1110033 IT1110001 IT1110080 IT1110006 IT1110080 IT1110010 IT1110038 IT1110080 IT1110080 IT1110045 IT1110006 IT1110080 IT1110026 IT1110080 IT1110038 IT1110045 IT1110080 IT1110006 IT1110010 IT1110015 IT1110032 IT1110033 nome SIC o ZPS Oasi del Pra - Barant Stazioni di Myricaria germanica Rocca di Cavour Val Troncea Orsiera Rocciavrè Val Troncea Gran Bosco di Salbertrand Col Basset (Sestriere) Val Troncea Val Troncea Bosco di Pian Pra' (Rora') Orsiera Rocciavrè Val Troncea Champlas - Colle Sestriere Val Troncea Col Basset (Sestriere) Bosco di Pian Pra' (Rora') Val Troncea Orsiera Rocciavre' Gran Bosco di Salbertrand Confluenza Po - Pellice Oasi del Pra - Barant Stazioni di Myricaria germanica A = ZPS; B = SIC; C = SIC e ZPS 137
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    Salute: Indice dimortalità DPSIR Descrizione Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Impatto L’indice descrive la distribuzione geografica dei tassi di mortalità, standardizzati per età, per alcuni gruppi di cause di morte Istat Indice 2006-2009 L’indice di mortalità è dato dall’SMR, l’acronimo utilizzato per Standardized Mortality Ratio (Rapporto Standardizzato di Mortalità) ed esprime una misura di rischio attraverso il rapporto tra il numero di morti osservato in un comune e il numero di morti atteso nello stesso comune se su questo agissero i tassi di mortalità generali regionali, considerati per singole classi di età. È stata poi utilizzata una tecnica statistica bayesiana per stabilizzare la variabilità dei rischi dovuta alla presenza di comuni molto piccoli e quindi con valori dell’indice soggetti a forte variabilità casuale. Tale tecnica tiene conto, oltre che del singolo comune, anche di quelli immediatamente adiacenti e della variabilità nell’area pinerolese del rischio. Si ottengono cosi stime più stabili nei valori. Nelle carte sono riportate nelle aree verdi le probabilità che tale stima bayesiana identifichi un rischio di mortalità inferiore alla media regionale. Mentre nelle aree gialle l’esperienza di mortalità è simile a quella regionale, le aree progressivamente più rosse identificano situazioni con maggiore probabilità di rischio rispetto alle regione. Commenti È stata effettuata una valutazione dello stato di salute della popolazione, considerando i dati relativi alla mortalità dell’ultimo periodo disponibile secondo i dati Istat, 2006-2009. Per quanto riguarda la mortalità totale, nell’area si nota un maggiore rischio persistente nelle aree montane e in particolare verso sud per gli uomini, forse legato a condizioni di svantaggio socioeconomico e stili di vita, ma anche di maggiore rischio di mortalità respiratoria, come si evince dalla mappa relativa alle malattie croniche dell’apparato respiratorio. Tale eccesso, seppur presente, non è così evidente nelle donne, per le quali può essere più importante la componente neuro-psichiatrica. Tali malattie, analizzate escludendo le tossicodipendenze, comprendono le dipendenze e abusi di alcool e le demenze senili. La mortalità tumorale totale, riportata per completezza, non pare rappresentare un problema specifico per questa area, con un lieve eccesso di tumore dello stomaco, maggiormente marcato nelle donne e presente storicamente con maggiore frequenza nelle aree rurali. Da segnalare specifici eccessi negli uomini per tumori maligni delle ghiandole salivari principali, i tumori dell'esofago e del rene, il melanoma maligno della pelle. Risulta rilevante l’apporto dato alla mortalità generale dalle malattie croniche dell’apparato respiratorio, per le quali tutta l’area pare maggiormente colpita rispetto al Piemonte. Tale patologia è maggiormente diffusa in aree rurali e a carico di segmenti di popolazione svantaggiati sul 140
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    piano socio-economico. Lepatologie legate all’inquinamento dell’aria, quali tumori al polmone, respiratorie acute e le cardiovascolari non risultano in eccesso, mentre per i maschi residenti nell’area sud-orientale del pinerolese è da rimarcare un maggior rischio di incidenti stradali. Indice di Mortalità uomini e donne - anni 2006-2009 Uomini Donne Mortalità totale Mortalità totale Tumori maligni e benigni Tumori maligni e benigni Tumori maligni dello stomaco Tumori maligni dello stomaco 141
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    Malattie neuro-psichiatriche Malattie neuro-psichiatriche MalattieCroniche Apparato Respiratorio Malattie Croniche Apparato Respiratorio Incidenti da Traffico Incidenti da Traffico 142
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    Salute: Indice diprimo ricovero DPSIR Descrizione Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Impatto L'indice descrive la distribuzione geografica dei tassi di primo ricovero (standardizzati per età) per gruppi di cause con ipotesi eziologica anche di origine ambientale Regione Piemonte Indice 2006 - 2011 L’indice di primo ricovero è dato dall’SMR, l’acronimo utilizzato per Standardized Morbility Ratio (Rapporto Standardizzato di Morbilità) ed esprime una misura di rischio attraverso il rapporto tra il numero di primi ricoveri per soggetto osservato nel periodo in un comune e il numero di tali eventi atteso nello stesso comune se su questo si riscontrassero i tassi di primo ricovero generali regionali, considerati per singole classi di età. È stata poi utilizzata la stessa tecnica statistica bayesiana per stabilizzare la variabilità già descritta in precedenza per i dati di mortalità e nelle carte sono nuovamente riportate le probabilità bayesiane di rischio. La serie di dati di ricovero disponibile e completa più recente, per la quale è realizzabile l’analisi di primo ricovero, copre gli anni 2006-2011. Nelle carte sono riportate nelle aree verdi le probabilità che tale stima bayesiana identifichi un rischio di primo ricovero inferiore alla media regionale. Mentre nelle aree gialle l’esperienza di mortalità è simile a quella regionale, le aree progressivamente più rosse identificano situazioni con maggiore probabilità di rischio rispetto alle regione. Commenti I ricoveri per patologie neoplastiche non risultano in generale in eccesso se non per tumori allo stomaco, con aumentati di circa il 20%, significativo in entrambi i sessi rispetto all’atteso. Da segnalare anche un eccesso di tumori nelle donne aventi sede in ovaio, vescica e pelle. Di un certo rilievo risulta l’eccesso di ricoveri per patologie al gozzo, notoriamente diffuse in aree a sud del Piemonte ma per le quali non si può dare una causa di origine ambientale. A carico del sistema circolatorio si evidenzia solo un eccesso per infarto miocardico acuto in Pinerolo, di modesta entità (4%). Le patologie dell’apparato respiratorio registrano un incremento negli uomini, significativa statisticamente ma modesta (6%), sebbene l’impatto in termini assoluti di casi in eccesso sia ragguardevole, data la consistenza numerica di tali ricoveri. Di particolare rilievo risultano i primi ricoveri per insufficienza renale acuta e cronica, 20% in più sia tra uomini sia tra donne, che rappresenta il maggior risultato analitico in termini di rischio e di impatto assoluto ma per la quale, data l’origine multifattoriale di tale patologia, non è immediatamente ipotizzabile che siano la presenza di tossici ambientali, quali mercurio e piombo e agenti fisici quali radiazioni ionizzanti, all’origine di tale eccesso nel pinerolese. 143
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    Indice di Primoricovero uomini e donne - anni 2006-2011 Uomini Tumori maligni dello stomaco Donne Tumori maligni dello stomaco Gozzo non tossico Gozzo non tossico 144
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    Infarto miocardico acuto Infartomiocardico acuto Malattie Croniche Apparato Respiratorio Malattie Croniche Apparato Respiratorio Insufficienza renale acuta e cronica Insufficienza renale acuta e cronica 145
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    Risposte: Controlli diARPA PIEMONTE 146
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    DPSIR Descrizione Riferimento normativo Risposta L'indicatore descrive l'attivitàsvolta da Arpa Piemonte in termini di controlli effettuati sia per richieste esterne che per attività programmata Legge regionale 13 aprile 1995, n. 60 - Modificata da LR 28/02 (Legge istitutiva di Arpa Piemonte) Riferimento Interno (U.RD.R001) Obiettivi normativi Fonte dati Unità di misura Copertura temporale Commenti Arpa Piemonte numero 2012 L’attività complessiva nel territorio pinerolese è in aumento; ciò a seguito delle logiche di programmazione Arpa, tendenti a favorire una implementazione dei controlli laddove ciò sia possibile e le risorse presenti lo consentano. Dentro questa logica le attività che maggiormente incidono su questi aumenti sono quelle legate ai rifiuti e al ciclo dell’acqua, quindi scarichi idrici e depuratori. Proprio relativamente a scarichi idrici e depuratori si è cercato di incidere con aumenti della frequenza dei controlli sull’alta valle, al fine di suggerire ai gestori logiche di verifica che non tralasciassero impianti di piccole dimensioni, sui quali spesso si assiste a fenomeni di trascuratezza o comunque di limitate attenzioni. Per quanto riguarda i rifiuti, oltre alle programmate attività relative alla principale discarica in zona, si è approfondito l’aspetto legato ai rifiuti di origine industriale, cercando di coprire produzioni di secondaria dimensione, dove comunque, a seguito dei codici di rifiuto prodotti, si fosse dimostrata l’attenzione di un controllo particolare. Riferendosi ai controlli di rumore si nota invece come, a fronte di un numero complessivo sostanzialmente stabile, è stata spostato il baricentro verso la zona del cavourese, mentre è stata registrata una leggera tendenza alla diminuzione nel territorio intorno Pinerolo, a seguito di segnalazioni ridotte e all’attività pregressa Arpa, che ha consentito la soluzione di diverse situazioni di disturbo. Per quanto attiene alle altre attività si nota una mole pressoché costante, dovendo rilevare un aumento riferito al controllo emissioni in atmosfera in zona Pinerolo, a seguito della presenza di specifiche realtà industriali che hanno dimostrato una valenza critica. 147
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