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Libretto - 15 Libretto - 15
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Nel VI secolo a.C. la pianura Padana venne invasa da popoli provenienti da
Nord: celti o galli.
Secondo un’antica leggenda, il capo di una di queste tribù, Belloveso, arrivato
nella pianura Padana, incontrò una strana scrofa, il cui corpo era per metà
coperto da un lungo pelo lanoso.
Per Belloveso era un segno del destino, così decise di fondare una nuova città
nel luogo dello strano incontro e di chiamarla Mediolanum, ossia “mezza
lana”.
Belloveso
Questa, ovviamente, è una leggenda.
Furono, però, lo storico greco Polibio e
lo scrittore greco Plutarco, a
raccontarci come i Romani arrivarono
a Milano.
Nel 222 a.C. i Romani conquistarono il
piccolo centro che sorgeva in un luogo
strategico per i commerci: in una zona
pianeggiante ricca di corsi d’acqua
Navigabili, protetta a nord dalle Alpi e crocevia di
importanti strade. Una posizione importante anche
dal punto di vista militare.
Nell’89 a.C. Mediolanum divenne una colonia latina,
ma rimase poco più di un grande villaggio.
Solo nel 50 a.C. cominciò ad espandersi e venne
circondata da possenti mura, costruite al suo
interno strade e costruiti numerosi edifici pubblici.
Milano stava diventando così una città di grande importanza.
Quando l’imperatore Diocleziano divise l’immenso impero e affidò le province
occidentali a Massimiano, Milano divenne la capitale dell’impero d’occidente e la
città in cui l’imperatore Massimiano decise di abitare, costruendovi il suo Palazzo
imperiale.
L'imperatore Massimiano
Quasi duemila anni fa, dove ora si trova il centro di Milano, sorgeva un teatro.
I suoi resti, scoperti alla fine dell’ottocento, si estendono per un’area di 450 mq.
Sono custoditi all’interno di Palazzo Turati, il palazzo della Camera di
Commercio.
Venne costruito durante l’impero di Augusto ed è il più antico edificio noto di
quel periodo. Esso raggiungeva un’altezza complessiva di 20 m. con un diametro
di circa 95 metri. Il teatro continuò a ospitare spettacoli sino al IV secolo.
Secondo documenti storici, il teatro era anche luogo deputato a prendere
decisioni importanti per le città, sulle gradinate vi sedevano i cittadini milanesi.
Alle spalle del teatro vi era un porticato con colonne di marmo, utile per
proteggere gli spettatori in caso di pioggia improvvisa.
Nel 2007 è stato inaugurato il “Museo sensibile” che consente ai visitatori di
effettuare un viaggio a ritroso nel tempo anche con il coinvolgimento sensoriale.
Nella sede storica del Palazzo della Borsa, sono conservati, coperti da un sistema
removibile di vetrate, altre parti del monumento: sono le fondamenta
dell’edificio scenico.
Veduta interna del teatro (particolare)
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https://goo.gl/maps/PnkhzHZYGNB2
La prima tappa del nostro percorso sarà Piazza dei Mercanti.
Per raggiungerla parti da Piazza del Duomo e segui il percorso sotto indicato.
Per l’ultima tappa del tuo percorso dovrai tornare indietro, percorrendo strade e
luoghi che hai già visitato. Dovrai raggiungere Palazzo Turati, che contiene un vero
e proprio tesoro!
L’area archeologica è visitabile entrando
da Via San Vittore al Teatro 14. (57 m)
Visita solo su prenotazione chiamando il
numero: Tel. 0285154378
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Quando avrai raggiunto Piazza
dei Mercanti, ti troverai
davanti a questo grande
palazzo, chiamato “Palazzo
della Ragione”. Osservate
attentamente la sommità di
tutti gli archi. Su uno di questi
potrete vedere un bassorilievo
di marmo che raffigura la
famosa “scrofa semilanuta” di
Belloveso che, secondo la leggenda, ha dato
origine alla città di Milano. È una scultura
molto antica: risale al XIII secolo.
Per quanto sia uno dei simboli di Milano,
compare solo qui e in un altro luogo: a
Palazzo Marino (Piazza della Scala), su uno
stemma. Questa piazza ha una particolarità
molto curiosa: trova due colonne con un foro
e disposte obliquamente. Se parlerete, anche
a bassa voce, vicino al foro, verrete ascoltati
in prossimità dell’altra colonna. Questo
Figura 1"Palazzo della Ragione"
Figura 2 - Il bassorilievo in marco con la
scrofa semilanuta.
acustico era ben conosciuto anche dai mercanti in epoca antica, che sfruttavano
questa particolarità per parlare a distanza di affari, senza essere uditi dagli altri.
Nel 286 d.C. l’imperatore Diocleziano, proclamò Milano capitale dell’Impero
Romano d’Occidente. Titolo che venne poi dato a Ravenna nel 402 d.C.
Negli anni ’60, in Piazza Mercanti, durante gli scavi per la linea metropolitana 1, venne
rinvenuta una pavimentazione di origine romana e la base di una torre. Reperti che potete
vedere in una vetrina all’interno della stazione “DUOMO” della metropolitana.
Questa è una delle quattro basiliche volute da Ambrogio, il patrono di Milano, e
costruite intorno alla città imperiale. Fu edificata dove c’era un antico cimitero
paleocristiano e vi furono posti i corpi di San Gervaso e San Protaso (che puoi
vedere all’interno della basilica). Accanto ai due martiri venne poi sepolto anche
lo stesso Ambrogio.
Entra nel quadriportico, il cortile chiuso, presente davanti all’ingresso di mote
chiese paleocristiane e romaniche. Quella che vedi non è la basilica dei tempi di
Sant’Ambrogio, della quale sono state trovate poche tracce, ma la chiesa che
venne rifatta verso la fine del XII secolo.
I muri sono fatti di mattoni di argilla cotta, tipico materiale di costruzione dello
stile romanico. Lungo la navata centrale a sinistra, puoi
ammirare il SARCOFAGO DI STILICONE,
atto a reggere il pulpito. Il sarcofago era
il sepolcro dell’Imperatore Graziano e
sua moglie. Stilicone era un generale
romano di origine germanica: il luogo e il
modo in cui venne ucciso non si conosce,
ed il nome di questa tomba si deve
probabilmente alla tradizione popolare.
Il sarcofago di Stilicone (particolare)
Questo molosso di marmo riccamente decorato con
le storie della Natività risalente IV secolo è una
delle poche testimonianze rimaste della basilica
così come fu voluta da Sant’Ambrogio.
 Il sarcofago di Stilicone
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Da Piazza dei Mercanti, raggiungiamo la nostra prossima tappa: il
Civico Museo Archeologico di C.so Magenta, 15.
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All’interno del museo potrai vedere un plastico che riproduce la città di Milano,
all’epoca in cui fu capitale dell’impero romano d’occidente (291 – 402 d.C.).
Il plastico rappresenta le mura della città e alcuni dei suoi edifici più importanti
all’epoca in cui era capitale imperiale.
La città era cinta da una cerchia di mura nella quale si aprivano sei porte, era
rifornita d’acqua attraverso un sistema di canali scoperti che la circondavano e di
canali coperti che le attraversavano (Nel plastico sono colorati in azzurro).
All’interno delle mura si trovavano numerosissimi pozzi, dai quali i cittadini
potevano prendere acqua potabile; le fogne invece erano perfettamente
funzionanti e raccoglievano gli scarichi.
Il museo è disposto su tre piani: uno dedicato
all’arte romana, un secondo a quella etrusca e
l’ultimo a quella greca.
Ma è nel giardino interno che possiamo
ammirare un vero capolavoro: ciò che resta delle
mura costruite da Massimiano. Il muro di
mattoni che vedi ha 1700 anni e regge un’intera
casa abitata ancora oggi! La torre (una delle
torri terminali del circo romano) è chiamata
Torre di Ansperto (si pensa infatti sia stata
costruita nel IX secolo, ai tempi del grande
arcivescovo Ansperto).
Rientra nel museo, a destra dell’ingresso c’è una
Scala che porta al sotterraneo dove sono raccolti
Le mura di Massimiano e la Torre di Ansperto.
oggetti etruschi e greci. In fondo alla scala c’è una parte delle fondamenta delle
antiche mura romane.
Tra le varie sculture ne troverai una, purtroppo non arrivati a noi per intero.
Raffigura il celebre eroe Ercole. L’Imperatore Massimiano si faceva spesso
raffigurare come il celebre eroe mitologico.
La foglia di fico è stata aggiunta più tardi, nel 1800.
L’anfiteatro non né visibile sulla strada, bisogna entrare da una porta anonima
posta sulla strada per entrare nel parco sul quale sono presenti i pochi resti
dell’anfiteatro romano di Mediolanum.
Non vediamo che i pochi ruderi che sostenevano le gradinate e sembra quasi
difficile immaginare che un tempo in questo spazio sorgeva un grande anfiteatro
all’aperto nel quale possenti gladiatori combattevano battaglie all’ultimo sangue
per il divertimento dell’Imperatore Massimiano e degli abitanti di Mediolanum.
Secondo le testimonianze vi era un sistema che consentiva di allagare parte
Tra gli altri spettacoli di intrattenimento vi erano anche lotte fra uomini e animali
feroci. La struttura era enorme, eretta almeno su quattro ordini, grande quanto
l’Arena di Verona.
All’interno del parco è
possibile visitare anche un
piccolo museo:
“L’antiquarium di Alda
Levi”.
Alda Levi Spinazzola è stata
proprio l’archeologa che si
occupò di gestire i
ritrovamenti negli scavi
dell’anfiteatro che ora sono
visibili nel museo.
Parte dei resti dell'anfiteatro romano
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Gli antichi romani, infatti, davano grande importanza al
corpo umano e non si vergognavano di raffigurarlo nudo.
TRA GLI ALTRI REPERTI…
Statua di Massimiano nei
panni di Ercole Stele funerarie romane Antiche lucerne romane
Tra le vetrine del museo, cercane una che
contiene un vaso di vetro che sembra coperta
da una rete di pizzo Sul bordo c’è la scritta in
latino: BIBE VIVAS MULTIS ANNI (Bevi! Vivrai
molti anni).
I Romani avevano elaborato tecniche molto
elaborate di lavorazione del vetro, riuscivano
persino a scolpirlo come in questo caso.
È un oggetto molto prezioso risalente al IV secolo d.C., ancor più raro perché è
l’unico oggetto del genere giunto interamente sino ad ora.
Questa coppa azzurra, verde e nocciola, doveva servire quasi sicuramente a
contenere del vino ed essere riservata all’ambiente della corte imperiale. È
probabile fosse comunque un oggetto da mostrare e non da utilizzare visto il suo
pregio.
Nel cortile interno al Museo, è possibile vedere i
resti di una domus in cui si distinguono tre
differenti fasi di costruzione databili tra il I e il III
sec. d.C. Conserva ancora un pavimento in scaglie
di calcare e calce decorato con un motivo a puntini
di tessere nere.
L’area dell’anfiteatro è situata tra le Vie De
Amicis, la Conca del Naviglio e l’Arena.
All’interno del parco vi è anche un piccolo
museo: “L’Antiquarium Alda Levi”, dal
nome dell’archeologa che si occupò delle
prime esplorazioni sistematiche
dell’anfiteatro. Qui sono esposti alcuni
reperti di origine romana ritrovati durante
gli scavi.
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demo
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Dal Civico Museo Archeologico di Corso Magenta, raggiungiamo la torre che fa da campanile al monastero di
San Maurizio Maggiore (In Via Luini,2)
Nella foto a
sinistra una
ricostruzione del
circo romano di
Massimiano
Il sacello di Sant'Aquilino
Il sacello è stato costruito nella
stessa epoca della chiesa.
La sua forma ottagonale è tipica
degli antichi battisteri, gli edifici
dove venivano battezzati i
cristiani, ma in realtà non lo è, in
quanto non vi è alcuna traccia
della vasca con l’acqua e perché
il suo ingresso è collegato con
l’interno della chiesa e chi non
era battezzato non poteva
entrarvi.
Molto probabilmente era un mausoleo, ossia una tomba monumentale.
Raggiungi la cappella di fondo e osserva il corpo di Sant’Aquilino che visse intorno
all’anno 1000 e venne ucciso mentre si recava a predicare in questa basilica.
I primi a trovare il suo corpo furono dei facchini che lo raccolsero e lo portarono
all’interno della basilica dove venne sepolto. Da allora Aquilino è diventato il
santo protettore dei facchini e degli uomini di fatica. L’ultima domenica di
gennaio di ogni anno, si svolge in questo sacello una solenne cerimonia, durante
la quale i facchini portano doni e rendono omaggio al loro protettore.
Gira dietro l’altare: c’è una piccola scala che porta al sotterraneo: ecco i blocchi di
pietra sottratti all’anfiteatro per costruire le fondamenta della chiesa.
Se osservi bene vedrai anche un pezzo di colonna e un capitello (la parte
decorativa in alto della colonna stessa).
Nella foto a
sinistra il mosaico
a fondo oro che
ritrae Cristo con
gli apostoli.
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demo
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Dopo essere uscito dal Museo, gira a destra in
corso Magenta e supera il monastero di San
Maurizio, gira di nuovo a destra in Via Luini e
raggiungi la torre che fa da campanile alla chiesa.
In epoca romana questa torre faceva parte del
circo, un grandissimo edificio dove gli antichi
abitanti si recavano a vedere le corse dei cavalli.
Immagina che le case intorno a te non ci siano
più, al loro posto c’è una grande arena
rettangolare: su tre lati sono disposte le gradinate,
strapiene di spettatori. Sei nel circo di
Massimiano, davanti ai caceres (box di partenza).
Sta sfilando la parata
Iniziale con gli equipaggi in gara accompagnati da acrobati, giocolieri e danzatori
che si esibiranno tra una corsa e l’altra.
I cancelli dei caceres si aprono e i concorrenti delle quattro squadre si affrontano
nel circuito. Ad ogni curva intorno alle metae (piccoli monumenti a forma di
cono all’estremità del corridoio centrale), i carri si scontrano, si capovolgono e gli
aurighi compiono ogni genere di scorrettezza contro gli avversari.
Vale sicuramente la pena entrare a visitare anche la Chiesa di San Maurizio, chiamata la “Cappella Sistina
milanese” per via degli innumerevoli affreschi che fanno rimanere i visitatori a bocca aperta. È
considerata uno dei tesori più belli di Milano.
Le chiese costruite durante i primi secoli del cristianesimo (epoca paleocristiana),
avevano la forma delle basiliche romane, che non erano luoghi di culto, ma grandi
edifici a pianta rettangolare, dove ci si incontrava, venivano amministrati gli affari e
si svolgevano i processi.
Per questo motivo le chiese cristiane si chiamano anche basiliche.
Entra in Chiesa e guardati intorno. Adesso alza
lo sguardo e vedrai un corridoio che si affaccia
sulla zona centrale della chiesa. È il
MATRONEO: lo spazio anticamente riservato
alle donne. Per molti secoli donne e uomini
non poterono stare assieme in chiesa e
addirittura avevano ingressi separati: in
questa basilica, l’ingresso al matroneo era sul
lato esterno di una delle torri della facciata. A
differenza delle altre basiliche paleocristiane a
pianta rettangolare, quella di San Lorenzo è a
pianta circolare (foto a sinistra)
La grande cupola sotto la tua testa è stata progettata nel 1573 dall’architetto
Martino Bassi. La cupola originale (incendiatasi nel 1075) doveva essere molto
diversa da questa: sembra che fosse rivestita da un mosaico a fondo oro.
Se vuoi farti un’idea di com’erano le decorazioni a mosaico originali, entra nel
Sacello di Sant’Aquilino. Il Sacello è una cappella autonoma collegata a un edificio
maggiore.
Appena entrato nell’atrio gira su te stesso e guarda i resti dei mosaici coloratissimi
che raffiguravano i patriarchi e gli apostoli. Anche all’interno del vero e proprio
sacello sono rimasti alcuni mosaici originali. Osservali da vicino: il disegno è
composto da piccole tessere di vetro che vengono attaccate all’intonaco.
versione
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Purtroppo, sono pochi gli altri resti dell’antico circo di Massimiano giunti sino a
noi. Per avere comunque idea della lunghezza originale, percorri la Via Luini per
130 metri, poi gira a sinistra in Via Vigna 1.
All’interno del cortile del condominio di
Via Vigna, puoi vedere 30 metri della
struttura perimetrale del circo.
Osservando il muro puoi vedere alcune
arcate che sostenevano le gradinate.
Per vedere questo muro, chiedere il
permesso in portineria, in genere non ci
sono problemi.
Ritorna ora in Via Luini, percorrila tutta e arriverai in Via Cappuccio: percorrila
tutta. Giungerai in Via Circo. (400 metri di percorso)
All’interno dei cortili dei palazzi di Via
Circo 9 e 11, potrai vedere un muro
semicircolare, della lunghezza di circa
12 metri. Questa parete si univa anche
al lato occidentale delle mura della
città, per questo motivo aveva anche
una funziona difensiva. Lo spessore del
muro era quindi largo il doppio rispetto
"Il colonnato di San Lorenzo"
La Basilica di San Lorenzo
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demo
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alle altre parti trovate.
Nella parte più alta, si vedono due nicchie con feritoie che consentivano di
controllare l’area esterna alle mura.
Nel giardinetto al di fuori del condominio di Via Circo 11, si possono riconoscere
ancora le fondazioni del muro e uno dei pilastri di scarico che correva sotto le
gradinate.
Foto dei resti del circo romano di Massimiano
La Basilica di San Lorenzo e il relativo colonnato, sono uno dei luoghi più
conosciuti della Milano Romana e sicuramente fra i più antichi.
Nell’antichità si trovava fuori dalle mura ed era un edificio di grande importanza
viste le sue dimensioni. Le sue fondamenta sono costituite da massi squadrati; le
colonne provengono, invece, da un edificio che doveva trovarsi all’interno delle
mura, forse un tempio.
Le sedici colonne marmoree di epoca tardo romana, che ora si trovano fuori dalla
chiesa, un tempo decoravano il grande cortile formato da quattro portici che
costituiva l’ingresso. Una leggenda vuole che le colonne fossero diciassette: una
manca perché sarebbe stata nascosta dal diavolo!
l’Imperatore Costantino, il 1° marzo del 313 d.C.,
promulgò l’“Editto di Milano” (noto anche col
nome di “Editto di Costantino”) che permise a
tutti i cittadini la libertà di culto. Da questo
momento i cristiani non vennero più perseguiti. A
memoria di questo importante fatto storico, nel
1937 venne edificato un monumento in bronzo a
lui dedicato che dà le spalle alla basilica. La
statua è stata fusa dal modello originale in bronzo
del quarto secolo, che ora si trova a Roma nella
chiesa di San Giovanni in Laterano.
Grazie all’”Editto di Costantino”, i cristiani
poterono costruire i primi edifici destinati al culto
che vennero chiamati ecclesiae (termine che in
latino significa assemblea).
La statua dell'imperatore Costantino
versione
demo
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Per vedere ciò che resta del Palazzo Imperiale di Massimiano, dobbiamo ora
tornare indietro e raggiungere la Via Brisa.
Antica moneta romana raffigurante
Massimiano
Ecco come doveva
apparire in origine il
Palazzo Imperiale,
secondo una ricostruzione
basata sui resti ritrovati.
Dai resti del palazzo di Massimiano,
facciamo una piacevole camminata e
raggiungiamo le Colonne di San Lorenzo.
Nel tuo tragitto passerai da Via Morigi.
Fai una sosta al civico 2A. Nell’ androne
del condominio, potrai ammirare i resti
della pavimentazione di una domus, in
calce e pietre colorate, riccamente
decorata.
https://goo.gl/maps/RzXzDERbsa72
versione
demo
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Ecco ciò che il poeta romano
Ausionio ha scritto su Milano:
“A Mediolanum ogni cosa è
degna di ammirazione, vi sono
grandi ricchezze e numerose
sono le case nobili… La città si è
ingrandita ed è circondata da
una duplice cerchia di mura. Vi
sono il circo, dove il popolo
gode degli spettacoli, il teatro
con le gradinate a cuneo, i
templi, la rocca del palazzo
I resti di un impianto termale (Palazzo di Massimiano)
zecca.
Il quartiere che prende il nome dalle terme erculee.
I cortili colonnati sono adornati da statue di marmo, le mura sono circondate da
una cinta di argini fortificati. Le sue costruzioni sono una più imponente
dell’altra, come se fossero tra loro rivali, e non ne diminuisce la loro grandezza,
neppure la vicinanza a Roma”. (Ausonio, Ordo urbium nobilium, VII.)
IL PALAZZO REALE DI MASSIMIANO, come citato anche da Ausonio, doveva
essere davvero grande, ricco e sontuoso, perché era la casa dell’imperatore di
Milano e della sua corte ed occupava la parte occidentale della città. Sembrava
quasi una città nella città, secondo le ricostruzioni storiche, perché
comprendeva palazzi di rappresentanza e amministrativi. Aveva inoltre un
accesso diretto al circo, in modo che l’imperatore potesse assistere agli
spettacoli senza uscire per strada. Per Milano era ed è ancora un luogo
importante: proprio in questo palazzo, l’Imperatore Costantino, nel 313 d.C.
promulgo il celebre editto che
dava ai Romani la possibilità di professare liberamente la propria religione,
Come potrai vedere, di questo palazzo è rimasto ben poco: le imponenti mura del
Palazzo sono state rinvenute in Via Brisa (dove ti trovi adesso) e in Piazza
Mentana. Si ipotizza anche che al Palazzo fossero collegati i bagni termali, messi
in luce in Via Santa Maria della Valle, nei pressi della Chiesa di San Giorgio al
Palazzo.
I resti che stai osservando tu, sembrano essere quelli di un impianto termale
(come sosteneva anche Landolfo Seniore, uno scrittore medioevale).
Probabilmente in queste terme Massimiano accoglieva dignitari, principi, re
stranieri ed altri personaggi importanti venuti a fargli visita.
Ricostruzione della piantina del Palazzo Imperiale (in rosso
i i resti ancora visibili)
Le terme più grandi della città erano le
“Terme Erculee” e si trovavano fuori dal
palazzo. Purtroppo, ciò che è rimasto
visibile a loro testimonianza, è solo un
muro in Largo Corsia dei Servi, ritrovato
durante gli scavi per un parcheggio.
I resti delle Terme Erculee (Largo Corsia dei Servi)
versione
demo
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Per realizzare questo libretto, ho consultato le seguenti fonti.
Utilizzale anche tu se vuoi approfondire l’argomento.
Sul sito Giochiecolori (http://giochiecolori.blogspot.it/2018/04/guida-alla-
milano-romana.html) è disponibile la mappa interattiva coi percorsi e molte
altre informazioni utili.
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Guida alla Milano Romana: ebook di 28 pagine per bambini.

  • 1. 0p Libretto - 15 Libretto - 15 versione demo 1/14
  • 2. Nel VI secolo a.C. la pianura Padana venne invasa da popoli provenienti da Nord: celti o galli. Secondo un’antica leggenda, il capo di una di queste tribù, Belloveso, arrivato nella pianura Padana, incontrò una strana scrofa, il cui corpo era per metà coperto da un lungo pelo lanoso. Per Belloveso era un segno del destino, così decise di fondare una nuova città nel luogo dello strano incontro e di chiamarla Mediolanum, ossia “mezza lana”. Belloveso Questa, ovviamente, è una leggenda. Furono, però, lo storico greco Polibio e lo scrittore greco Plutarco, a raccontarci come i Romani arrivarono a Milano. Nel 222 a.C. i Romani conquistarono il piccolo centro che sorgeva in un luogo strategico per i commerci: in una zona pianeggiante ricca di corsi d’acqua Navigabili, protetta a nord dalle Alpi e crocevia di importanti strade. Una posizione importante anche dal punto di vista militare. Nell’89 a.C. Mediolanum divenne una colonia latina, ma rimase poco più di un grande villaggio. Solo nel 50 a.C. cominciò ad espandersi e venne circondata da possenti mura, costruite al suo interno strade e costruiti numerosi edifici pubblici. Milano stava diventando così una città di grande importanza. Quando l’imperatore Diocleziano divise l’immenso impero e affidò le province occidentali a Massimiano, Milano divenne la capitale dell’impero d’occidente e la città in cui l’imperatore Massimiano decise di abitare, costruendovi il suo Palazzo imperiale. L'imperatore Massimiano Quasi duemila anni fa, dove ora si trova il centro di Milano, sorgeva un teatro. I suoi resti, scoperti alla fine dell’ottocento, si estendono per un’area di 450 mq. Sono custoditi all’interno di Palazzo Turati, il palazzo della Camera di Commercio. Venne costruito durante l’impero di Augusto ed è il più antico edificio noto di quel periodo. Esso raggiungeva un’altezza complessiva di 20 m. con un diametro di circa 95 metri. Il teatro continuò a ospitare spettacoli sino al IV secolo. Secondo documenti storici, il teatro era anche luogo deputato a prendere decisioni importanti per le città, sulle gradinate vi sedevano i cittadini milanesi. Alle spalle del teatro vi era un porticato con colonne di marmo, utile per proteggere gli spettatori in caso di pioggia improvvisa. Nel 2007 è stato inaugurato il “Museo sensibile” che consente ai visitatori di effettuare un viaggio a ritroso nel tempo anche con il coinvolgimento sensoriale. Nella sede storica del Palazzo della Borsa, sono conservati, coperti da un sistema removibile di vetrate, altre parti del monumento: sono le fondamenta dell’edificio scenico. Veduta interna del teatro (particolare) versione demo 2/14
  • 3. https://goo.gl/maps/PnkhzHZYGNB2 La prima tappa del nostro percorso sarà Piazza dei Mercanti. Per raggiungerla parti da Piazza del Duomo e segui il percorso sotto indicato. Per l’ultima tappa del tuo percorso dovrai tornare indietro, percorrendo strade e luoghi che hai già visitato. Dovrai raggiungere Palazzo Turati, che contiene un vero e proprio tesoro! L’area archeologica è visitabile entrando da Via San Vittore al Teatro 14. (57 m) Visita solo su prenotazione chiamando il numero: Tel. 0285154378 versione demo 3/14
  • 4. Quando avrai raggiunto Piazza dei Mercanti, ti troverai davanti a questo grande palazzo, chiamato “Palazzo della Ragione”. Osservate attentamente la sommità di tutti gli archi. Su uno di questi potrete vedere un bassorilievo di marmo che raffigura la famosa “scrofa semilanuta” di Belloveso che, secondo la leggenda, ha dato origine alla città di Milano. È una scultura molto antica: risale al XIII secolo. Per quanto sia uno dei simboli di Milano, compare solo qui e in un altro luogo: a Palazzo Marino (Piazza della Scala), su uno stemma. Questa piazza ha una particolarità molto curiosa: trova due colonne con un foro e disposte obliquamente. Se parlerete, anche a bassa voce, vicino al foro, verrete ascoltati in prossimità dell’altra colonna. Questo Figura 1"Palazzo della Ragione" Figura 2 - Il bassorilievo in marco con la scrofa semilanuta. acustico era ben conosciuto anche dai mercanti in epoca antica, che sfruttavano questa particolarità per parlare a distanza di affari, senza essere uditi dagli altri. Nel 286 d.C. l’imperatore Diocleziano, proclamò Milano capitale dell’Impero Romano d’Occidente. Titolo che venne poi dato a Ravenna nel 402 d.C. Negli anni ’60, in Piazza Mercanti, durante gli scavi per la linea metropolitana 1, venne rinvenuta una pavimentazione di origine romana e la base di una torre. Reperti che potete vedere in una vetrina all’interno della stazione “DUOMO” della metropolitana. Questa è una delle quattro basiliche volute da Ambrogio, il patrono di Milano, e costruite intorno alla città imperiale. Fu edificata dove c’era un antico cimitero paleocristiano e vi furono posti i corpi di San Gervaso e San Protaso (che puoi vedere all’interno della basilica). Accanto ai due martiri venne poi sepolto anche lo stesso Ambrogio. Entra nel quadriportico, il cortile chiuso, presente davanti all’ingresso di mote chiese paleocristiane e romaniche. Quella che vedi non è la basilica dei tempi di Sant’Ambrogio, della quale sono state trovate poche tracce, ma la chiesa che venne rifatta verso la fine del XII secolo. I muri sono fatti di mattoni di argilla cotta, tipico materiale di costruzione dello stile romanico. Lungo la navata centrale a sinistra, puoi ammirare il SARCOFAGO DI STILICONE, atto a reggere il pulpito. Il sarcofago era il sepolcro dell’Imperatore Graziano e sua moglie. Stilicone era un generale romano di origine germanica: il luogo e il modo in cui venne ucciso non si conosce, ed il nome di questa tomba si deve probabilmente alla tradizione popolare. Il sarcofago di Stilicone (particolare) Questo molosso di marmo riccamente decorato con le storie della Natività risalente IV secolo è una delle poche testimonianze rimaste della basilica così come fu voluta da Sant’Ambrogio.  Il sarcofago di Stilicone versione demo 4/14
  • 5. Da Piazza dei Mercanti, raggiungiamo la nostra prossima tappa: il Civico Museo Archeologico di C.so Magenta, 15. versione demo 5/14
  • 6. All’interno del museo potrai vedere un plastico che riproduce la città di Milano, all’epoca in cui fu capitale dell’impero romano d’occidente (291 – 402 d.C.). Il plastico rappresenta le mura della città e alcuni dei suoi edifici più importanti all’epoca in cui era capitale imperiale. La città era cinta da una cerchia di mura nella quale si aprivano sei porte, era rifornita d’acqua attraverso un sistema di canali scoperti che la circondavano e di canali coperti che le attraversavano (Nel plastico sono colorati in azzurro). All’interno delle mura si trovavano numerosissimi pozzi, dai quali i cittadini potevano prendere acqua potabile; le fogne invece erano perfettamente funzionanti e raccoglievano gli scarichi. Il museo è disposto su tre piani: uno dedicato all’arte romana, un secondo a quella etrusca e l’ultimo a quella greca. Ma è nel giardino interno che possiamo ammirare un vero capolavoro: ciò che resta delle mura costruite da Massimiano. Il muro di mattoni che vedi ha 1700 anni e regge un’intera casa abitata ancora oggi! La torre (una delle torri terminali del circo romano) è chiamata Torre di Ansperto (si pensa infatti sia stata costruita nel IX secolo, ai tempi del grande arcivescovo Ansperto). Rientra nel museo, a destra dell’ingresso c’è una Scala che porta al sotterraneo dove sono raccolti Le mura di Massimiano e la Torre di Ansperto. oggetti etruschi e greci. In fondo alla scala c’è una parte delle fondamenta delle antiche mura romane. Tra le varie sculture ne troverai una, purtroppo non arrivati a noi per intero. Raffigura il celebre eroe Ercole. L’Imperatore Massimiano si faceva spesso raffigurare come il celebre eroe mitologico. La foglia di fico è stata aggiunta più tardi, nel 1800. L’anfiteatro non né visibile sulla strada, bisogna entrare da una porta anonima posta sulla strada per entrare nel parco sul quale sono presenti i pochi resti dell’anfiteatro romano di Mediolanum. Non vediamo che i pochi ruderi che sostenevano le gradinate e sembra quasi difficile immaginare che un tempo in questo spazio sorgeva un grande anfiteatro all’aperto nel quale possenti gladiatori combattevano battaglie all’ultimo sangue per il divertimento dell’Imperatore Massimiano e degli abitanti di Mediolanum. Secondo le testimonianze vi era un sistema che consentiva di allagare parte Tra gli altri spettacoli di intrattenimento vi erano anche lotte fra uomini e animali feroci. La struttura era enorme, eretta almeno su quattro ordini, grande quanto l’Arena di Verona. All’interno del parco è possibile visitare anche un piccolo museo: “L’antiquarium di Alda Levi”. Alda Levi Spinazzola è stata proprio l’archeologa che si occupò di gestire i ritrovamenti negli scavi dell’anfiteatro che ora sono visibili nel museo. Parte dei resti dell'anfiteatro romano versione demo 6/14
  • 7. Gli antichi romani, infatti, davano grande importanza al corpo umano e non si vergognavano di raffigurarlo nudo. TRA GLI ALTRI REPERTI… Statua di Massimiano nei panni di Ercole Stele funerarie romane Antiche lucerne romane Tra le vetrine del museo, cercane una che contiene un vaso di vetro che sembra coperta da una rete di pizzo Sul bordo c’è la scritta in latino: BIBE VIVAS MULTIS ANNI (Bevi! Vivrai molti anni). I Romani avevano elaborato tecniche molto elaborate di lavorazione del vetro, riuscivano persino a scolpirlo come in questo caso. È un oggetto molto prezioso risalente al IV secolo d.C., ancor più raro perché è l’unico oggetto del genere giunto interamente sino ad ora. Questa coppa azzurra, verde e nocciola, doveva servire quasi sicuramente a contenere del vino ed essere riservata all’ambiente della corte imperiale. È probabile fosse comunque un oggetto da mostrare e non da utilizzare visto il suo pregio. Nel cortile interno al Museo, è possibile vedere i resti di una domus in cui si distinguono tre differenti fasi di costruzione databili tra il I e il III sec. d.C. Conserva ancora un pavimento in scaglie di calcare e calce decorato con un motivo a puntini di tessere nere. L’area dell’anfiteatro è situata tra le Vie De Amicis, la Conca del Naviglio e l’Arena. All’interno del parco vi è anche un piccolo museo: “L’Antiquarium Alda Levi”, dal nome dell’archeologa che si occupò delle prime esplorazioni sistematiche dell’anfiteatro. Qui sono esposti alcuni reperti di origine romana ritrovati durante gli scavi. versione demo 7/14
  • 8. Dal Civico Museo Archeologico di Corso Magenta, raggiungiamo la torre che fa da campanile al monastero di San Maurizio Maggiore (In Via Luini,2) Nella foto a sinistra una ricostruzione del circo romano di Massimiano Il sacello di Sant'Aquilino Il sacello è stato costruito nella stessa epoca della chiesa. La sua forma ottagonale è tipica degli antichi battisteri, gli edifici dove venivano battezzati i cristiani, ma in realtà non lo è, in quanto non vi è alcuna traccia della vasca con l’acqua e perché il suo ingresso è collegato con l’interno della chiesa e chi non era battezzato non poteva entrarvi. Molto probabilmente era un mausoleo, ossia una tomba monumentale. Raggiungi la cappella di fondo e osserva il corpo di Sant’Aquilino che visse intorno all’anno 1000 e venne ucciso mentre si recava a predicare in questa basilica. I primi a trovare il suo corpo furono dei facchini che lo raccolsero e lo portarono all’interno della basilica dove venne sepolto. Da allora Aquilino è diventato il santo protettore dei facchini e degli uomini di fatica. L’ultima domenica di gennaio di ogni anno, si svolge in questo sacello una solenne cerimonia, durante la quale i facchini portano doni e rendono omaggio al loro protettore. Gira dietro l’altare: c’è una piccola scala che porta al sotterraneo: ecco i blocchi di pietra sottratti all’anfiteatro per costruire le fondamenta della chiesa. Se osservi bene vedrai anche un pezzo di colonna e un capitello (la parte decorativa in alto della colonna stessa). Nella foto a sinistra il mosaico a fondo oro che ritrae Cristo con gli apostoli. versione demo 8/14
  • 9. Dopo essere uscito dal Museo, gira a destra in corso Magenta e supera il monastero di San Maurizio, gira di nuovo a destra in Via Luini e raggiungi la torre che fa da campanile alla chiesa. In epoca romana questa torre faceva parte del circo, un grandissimo edificio dove gli antichi abitanti si recavano a vedere le corse dei cavalli. Immagina che le case intorno a te non ci siano più, al loro posto c’è una grande arena rettangolare: su tre lati sono disposte le gradinate, strapiene di spettatori. Sei nel circo di Massimiano, davanti ai caceres (box di partenza). Sta sfilando la parata Iniziale con gli equipaggi in gara accompagnati da acrobati, giocolieri e danzatori che si esibiranno tra una corsa e l’altra. I cancelli dei caceres si aprono e i concorrenti delle quattro squadre si affrontano nel circuito. Ad ogni curva intorno alle metae (piccoli monumenti a forma di cono all’estremità del corridoio centrale), i carri si scontrano, si capovolgono e gli aurighi compiono ogni genere di scorrettezza contro gli avversari. Vale sicuramente la pena entrare a visitare anche la Chiesa di San Maurizio, chiamata la “Cappella Sistina milanese” per via degli innumerevoli affreschi che fanno rimanere i visitatori a bocca aperta. È considerata uno dei tesori più belli di Milano. Le chiese costruite durante i primi secoli del cristianesimo (epoca paleocristiana), avevano la forma delle basiliche romane, che non erano luoghi di culto, ma grandi edifici a pianta rettangolare, dove ci si incontrava, venivano amministrati gli affari e si svolgevano i processi. Per questo motivo le chiese cristiane si chiamano anche basiliche. Entra in Chiesa e guardati intorno. Adesso alza lo sguardo e vedrai un corridoio che si affaccia sulla zona centrale della chiesa. È il MATRONEO: lo spazio anticamente riservato alle donne. Per molti secoli donne e uomini non poterono stare assieme in chiesa e addirittura avevano ingressi separati: in questa basilica, l’ingresso al matroneo era sul lato esterno di una delle torri della facciata. A differenza delle altre basiliche paleocristiane a pianta rettangolare, quella di San Lorenzo è a pianta circolare (foto a sinistra) La grande cupola sotto la tua testa è stata progettata nel 1573 dall’architetto Martino Bassi. La cupola originale (incendiatasi nel 1075) doveva essere molto diversa da questa: sembra che fosse rivestita da un mosaico a fondo oro. Se vuoi farti un’idea di com’erano le decorazioni a mosaico originali, entra nel Sacello di Sant’Aquilino. Il Sacello è una cappella autonoma collegata a un edificio maggiore. Appena entrato nell’atrio gira su te stesso e guarda i resti dei mosaici coloratissimi che raffiguravano i patriarchi e gli apostoli. Anche all’interno del vero e proprio sacello sono rimasti alcuni mosaici originali. Osservali da vicino: il disegno è composto da piccole tessere di vetro che vengono attaccate all’intonaco. versione demo 9/14
  • 10. Purtroppo, sono pochi gli altri resti dell’antico circo di Massimiano giunti sino a noi. Per avere comunque idea della lunghezza originale, percorri la Via Luini per 130 metri, poi gira a sinistra in Via Vigna 1. All’interno del cortile del condominio di Via Vigna, puoi vedere 30 metri della struttura perimetrale del circo. Osservando il muro puoi vedere alcune arcate che sostenevano le gradinate. Per vedere questo muro, chiedere il permesso in portineria, in genere non ci sono problemi. Ritorna ora in Via Luini, percorrila tutta e arriverai in Via Cappuccio: percorrila tutta. Giungerai in Via Circo. (400 metri di percorso) All’interno dei cortili dei palazzi di Via Circo 9 e 11, potrai vedere un muro semicircolare, della lunghezza di circa 12 metri. Questa parete si univa anche al lato occidentale delle mura della città, per questo motivo aveva anche una funziona difensiva. Lo spessore del muro era quindi largo il doppio rispetto "Il colonnato di San Lorenzo" La Basilica di San Lorenzo versione demo 10/14
  • 11. alle altre parti trovate. Nella parte più alta, si vedono due nicchie con feritoie che consentivano di controllare l’area esterna alle mura. Nel giardinetto al di fuori del condominio di Via Circo 11, si possono riconoscere ancora le fondazioni del muro e uno dei pilastri di scarico che correva sotto le gradinate. Foto dei resti del circo romano di Massimiano La Basilica di San Lorenzo e il relativo colonnato, sono uno dei luoghi più conosciuti della Milano Romana e sicuramente fra i più antichi. Nell’antichità si trovava fuori dalle mura ed era un edificio di grande importanza viste le sue dimensioni. Le sue fondamenta sono costituite da massi squadrati; le colonne provengono, invece, da un edificio che doveva trovarsi all’interno delle mura, forse un tempio. Le sedici colonne marmoree di epoca tardo romana, che ora si trovano fuori dalla chiesa, un tempo decoravano il grande cortile formato da quattro portici che costituiva l’ingresso. Una leggenda vuole che le colonne fossero diciassette: una manca perché sarebbe stata nascosta dal diavolo! l’Imperatore Costantino, il 1° marzo del 313 d.C., promulgò l’“Editto di Milano” (noto anche col nome di “Editto di Costantino”) che permise a tutti i cittadini la libertà di culto. Da questo momento i cristiani non vennero più perseguiti. A memoria di questo importante fatto storico, nel 1937 venne edificato un monumento in bronzo a lui dedicato che dà le spalle alla basilica. La statua è stata fusa dal modello originale in bronzo del quarto secolo, che ora si trova a Roma nella chiesa di San Giovanni in Laterano. Grazie all’”Editto di Costantino”, i cristiani poterono costruire i primi edifici destinati al culto che vennero chiamati ecclesiae (termine che in latino significa assemblea). La statua dell'imperatore Costantino versione demo 11/14
  • 12. Per vedere ciò che resta del Palazzo Imperiale di Massimiano, dobbiamo ora tornare indietro e raggiungere la Via Brisa. Antica moneta romana raffigurante Massimiano Ecco come doveva apparire in origine il Palazzo Imperiale, secondo una ricostruzione basata sui resti ritrovati. Dai resti del palazzo di Massimiano, facciamo una piacevole camminata e raggiungiamo le Colonne di San Lorenzo. Nel tuo tragitto passerai da Via Morigi. Fai una sosta al civico 2A. Nell’ androne del condominio, potrai ammirare i resti della pavimentazione di una domus, in calce e pietre colorate, riccamente decorata. https://goo.gl/maps/RzXzDERbsa72 versione demo 12/14
  • 13. Ecco ciò che il poeta romano Ausionio ha scritto su Milano: “A Mediolanum ogni cosa è degna di ammirazione, vi sono grandi ricchezze e numerose sono le case nobili… La città si è ingrandita ed è circondata da una duplice cerchia di mura. Vi sono il circo, dove il popolo gode degli spettacoli, il teatro con le gradinate a cuneo, i templi, la rocca del palazzo I resti di un impianto termale (Palazzo di Massimiano) zecca. Il quartiere che prende il nome dalle terme erculee. I cortili colonnati sono adornati da statue di marmo, le mura sono circondate da una cinta di argini fortificati. Le sue costruzioni sono una più imponente dell’altra, come se fossero tra loro rivali, e non ne diminuisce la loro grandezza, neppure la vicinanza a Roma”. (Ausonio, Ordo urbium nobilium, VII.) IL PALAZZO REALE DI MASSIMIANO, come citato anche da Ausonio, doveva essere davvero grande, ricco e sontuoso, perché era la casa dell’imperatore di Milano e della sua corte ed occupava la parte occidentale della città. Sembrava quasi una città nella città, secondo le ricostruzioni storiche, perché comprendeva palazzi di rappresentanza e amministrativi. Aveva inoltre un accesso diretto al circo, in modo che l’imperatore potesse assistere agli spettacoli senza uscire per strada. Per Milano era ed è ancora un luogo importante: proprio in questo palazzo, l’Imperatore Costantino, nel 313 d.C. promulgo il celebre editto che dava ai Romani la possibilità di professare liberamente la propria religione, Come potrai vedere, di questo palazzo è rimasto ben poco: le imponenti mura del Palazzo sono state rinvenute in Via Brisa (dove ti trovi adesso) e in Piazza Mentana. Si ipotizza anche che al Palazzo fossero collegati i bagni termali, messi in luce in Via Santa Maria della Valle, nei pressi della Chiesa di San Giorgio al Palazzo. I resti che stai osservando tu, sembrano essere quelli di un impianto termale (come sosteneva anche Landolfo Seniore, uno scrittore medioevale). Probabilmente in queste terme Massimiano accoglieva dignitari, principi, re stranieri ed altri personaggi importanti venuti a fargli visita. Ricostruzione della piantina del Palazzo Imperiale (in rosso i i resti ancora visibili) Le terme più grandi della città erano le “Terme Erculee” e si trovavano fuori dal palazzo. Purtroppo, ciò che è rimasto visibile a loro testimonianza, è solo un muro in Largo Corsia dei Servi, ritrovato durante gli scavi per un parcheggio. I resti delle Terme Erculee (Largo Corsia dei Servi) versione demo 13/14
  • 14. Per realizzare questo libretto, ho consultato le seguenti fonti. Utilizzale anche tu se vuoi approfondire l’argomento. Sul sito Giochiecolori (http://giochiecolori.blogspot.it/2018/04/guida-alla- milano-romana.html) è disponibile la mappa interattiva coi percorsi e molte altre informazioni utili. versione demo 14/14