Al salone della sede di Confindustria dall'Associazione imprenditrici e donne dirigenti d'azienda (Aidda), confronto tra candidate e proposte trasversali ai partiti. In politica, la “quota” utile è la meritocrazia, serve parità anche nei salari. La Senatrice Bonfrisco “mondo ancora di soli uomini”.
Giuseppe Biesuz al Matching Fieramilano rivendicati i meriti del nuovo contratto
Bonfrisco: Donne in politica. La quota utile è la meritocrazia
1. Aidda, donne in politica, Bonfrisco, la “quota” utile è la
meritocrazia
Al salone della sede di Confindustria dall'Associazione imprenditrici e donne
dirigenti d'azienda (Aidda), confronto tra candidate e proposte trasversali ai
partiti. In politica, la “quota” utile è la meritocrazia, serve parità anche nei
salari. La Senatrice Bonfrisco “mondo ancora di soli uomini”.
Testo integrale dell’articolo apparso su Il Giornale di Vicenza del 16 febbraio
2013.
«Ma se anziché Lehman Brothers si fosse chiamato Lehman Sisters pensate
che sarebbe successa la stessa cosa?». Una battuta facile facile, ma quella
della senatrice pidiellina Cinzia Bonfrisco è la sintesi del pensiero
trasversale femminile che mette nel mirino, con decisione sempre più
crescente, i totem del potere maschile. Banche, in primis, «mondo ancora di
soli uomini».
Fedeli alla vocazione e alla fama di praticità, determinate a cercare di
cambiare le regole create dalla metà maschile del cielo, Francesca Businarolo
(Movimento 5 Stelle), Ilaria Capua (Civica con Monti), Manuela Lanzarin
(Lega Nord), Susanna Magnabosco (Fare per fermare il declino), Anna
Bonfrisco (Pdl) e Alessandra Moretti (Pd) non perdono tempo in
recriminazioni. Invitate nel salone della sede di Confindustria
dall'Associazione imprenditrici e donne dirigenti d'azienda (Aidda) guidata da
Marisa Bano Roncato, si raccontano con semplicità, fanno squadra a
prescindere dagli schieramenti e dai ruoli, si chiamano «ragazze»,
condividono l'emozione delle neofite, invocano la meritocrazia anche
2. salariale, si ascoltano senza parlarsi sopra e soprattutto indicano le cose da
fare.
Sapendo fin da ora che dovranno farle loro. Un pò massaie un pò
imprenditrici - buon senso e senso di responsabilità - invocano una
rivoluzione culturale e di pensiero che, a 100 anni dalla prima legge sulla
gravidanza, sembra già in alcuni numeri lasciati cadere sapientemente
sull'uditorio dalla moderatrice Cristina Greggio: dall'ultimo rilevamento Istat,
che ricorda come in Veneto ci siano 95 uomini ogni 100 donne, fino alle
proiezioni che parlano di 285 donne elette passando per il 55% di
candidature femminili nel liste grilline. Il tutto “maschi permettendo”. Il
monolite maschilista, del resto, qualche crepa la evidenzia. Come la legge
Golfo-Mosca sulle “quote rosa" nei CdA delle aziende quotate e pubbliche,
sebbene alla norma si accompagni una data di scadenza, 2022, che ha il
sapore dell'inganno. O come l'aumento di rappresentanza femminile («ora
siamo in tre» sorride ottimista la gianniniana e imprenditrice Magnabosco)
nel consiglio della Popolare Vicentina. E se il vicesindaco Moretti invita a
mantenere, una volta elette, lo sguardo critico su ciò che verrà fatto,
Lanzarin ribadisce l'importanza della conciliazione dei tempi fra lavoro e
famiglia. «Alla fine - sottolinea Capua - siamo noi che abbiamo il dono
meraviglioso di poter dare la vita».
FONTE: Il Giornale di Vicenza