Slide utilizzate da Andrea Giordano, coordinatore provinciale di Novara, nella sua presentazione dedicata al rischio esplosione nell'ambito del Codice di Prevenzione incendi
La valutazione del rischio chimico con algoritmo Mo.Va.Ris.Ch.Fabio Rosito
Le slide utilizzate durante l'AimSafe Speed Training del 26/10/2022 sul tema della valutazione del rischio chimico utilizzando l'algoritmo Mo.Va.Ris.Ch.
Il processo di certificazione dei sistemi di gestioneFabio Rosito
Alberto Rencurosi ci presenta il processo connesso alla certificazione delle organizzazioni in merito ai sistemi di gestione, in particolare, sulla sicurezza delle informazioni.
La valutazione del rischio chimico con algoritmo Mo.Va.Ris.Ch.Fabio Rosito
Le slide utilizzate durante l'AimSafe Speed Training del 26/10/2022 sul tema della valutazione del rischio chimico utilizzando l'algoritmo Mo.Va.Ris.Ch.
Il processo di certificazione dei sistemi di gestioneFabio Rosito
Alberto Rencurosi ci presenta il processo connesso alla certificazione delle organizzazioni in merito ai sistemi di gestione, in particolare, sulla sicurezza delle informazioni.
ISO 27001 - Intervento di Salvatore FabbricatoreFabio Rosito
La presentazione di Salvatore Fabbricatore sul tema della ISO 27001 utilizzata in occasione del webinar AIAS Piemonte e Valle d'Aosta del 13 dicembre 2021
Pubblichiamo le slide mostrate da Enzo Medico, presidente di Asso.Forma, in occasione del webinar, organizztao da AIAS Piemonte e Valle d'Aosta, il 12 maggio 2015 nell'ambito dell'evento dedicato alla figura dell'RSPP all'interno delle RSA in occasione della pandemia.
AimSafe - Meet'on'air - 11 maggio 2021Fabio Rosito
Le slide utilizzate durante l'evento dell'11 maggio 2021 dedicato all'ergonomia. All'interno le domande e le risposte poste dai partecipanti e alle quali abbiamo dato risposta anche grazie alla collaborazione di tutti i partecipanti
Webinar AIAS Piemonte e VdA 20/04/2021 - I bandi di finanza agevolata per le ...Fabio Rosito
Slide utilizzate da Cristiano Morgante di Finprogetti, durante il webinar gratuito organizzato da AIAS (Associazione Italiana Ambiente e Sicurezza) Piemonte e Valle d'Aosta e tenutosi il 20 aprile 2021. Registrazione dell'intervento https://www.youtube.com/watch?v=GIpnAeuJdog
Ergonomia legata alla direttiva MacchineFabio Rosito
Queste sono le slide utilizzate da Fabio Bosticco ed Enzo Medico nel corso del webinar AIAS Piemonte del 25/ febbraio 2021 dedicato alle norme costruttive delle macchine legate al tema specifico dell'ergonomia.
Il DVR nei sistemi di gestione per la sicurezza e nei modelli di organizzazio...Fabio Rosito
Come si inserisce il DVR all'interno dei sistemi di gestione della sicurezza UNI iSO 45001:2018 e nei Modelli di Organizzazione e Gestione D.Lgs. 231/01 in accordo con le procedure semplificate D.M. 13/02/2014.
D.Lgs. 231/01 e reati in materia di sicurezza e salute dei lavoratoriFabio Rosito
Con queste slide, ripercorro i punti essenziali alla base del D.Lgs. 231/01 e responsabilità amministrativa degli enti con focus sui reati in materia di sicurezza e salute dei lavoratori
Con queste slide, riproponiamo i contenuti delle procedure semplificate per l'adozione del MOG 231 relativamente ai reati connessi alla sicurezza e salute dei lavoratori.
La misurazione e valutazione del rischio rumoreFabio Rosito
In queste slide ripercorriamo il processo di valutazione del rischio rumore mediante misurazione e calcolo del livello di esposizione. Andremo ad analizzare le indicazioni proposte dalle norme tecniche applicabili.
Il rischio rumore: formazione per lavoratoriFabio Rosito
Le slide vogliono dare un sussidio al docente per la formazione dei lavoratori sul tema del rischio rumore. Le slide sono scaricabili, in formato ppt modificabile, sul sito www.aimsafe.it
La valutazione rapida dei rischi da MMCFabio Rosito
Grazie all'applicazione della ISO TR 12295, è possibile addivenire ad una valutazione dei rischi da MMC senza complicati calcoli, almeno per quelle situazioni che permettono di ottenere un risultato accettabile o non accettabile.
Con questa presentazione vogliamo dettagliare funzioni e costi per ogni singolo modulo di AimSafe.
Scoprite come AimSafe può rendere più efficiente il vostro lavoro.
MOG 231 con le procedure semplificate D.M. 13/02/2014Fabio Rosito
L'implementazione di un modello 231 in PMI è possibile adottando le procedure semplificate previste dal D.M. 13/02/2014. Scopriamone i contenuti principali.
La normativa in materia di sicurezza e salute dei lavoratoriFabio Rosito
Con queste slide, si ripercorrono le principali norme in materia di sicurezza e salute dei lavoratori.
Su AimSafe potrete scaricare la versione in PowerPoint modificabile.
Il Modello Organizzativo e di Gestione 231 applicato alla sicurezza e salute ...Fabio Rosito
Un viaggio nel mondo della 231 applicata ai reati in materia di infortuni e malattie professionali. La normativa applicabile, la ricaduta relativa ai reati antinfortunisitici con indicazione delle sanzioni applicabili
Dieci anni D.Lgs. 81/2008: l'evoluzione dell'obbligo formativoFabio Rosito
Pubblico le slide che ho usato al seminario sui 10 anni del D.Lgs. 81/2008. Attraverso le slide, ripercorro l'evoluzione dell'obbligo formativo in questi dieci anni.
In questa presentazione viene analizzato il percorso legato alla gestione dei lavori in appalto per quanto concerne la sicurezza e salute dei lavoratori.
L'implementazione e il mantenimento di sistemi di gestione UNI ISO 45001:2018 e non solo, richiedono la realizzazione di processi che, se assistititi da adeguati strumenti, rendono tutto più semplice ed efficace. Scopriamo come
ISO 27001 - Intervento di Salvatore FabbricatoreFabio Rosito
La presentazione di Salvatore Fabbricatore sul tema della ISO 27001 utilizzata in occasione del webinar AIAS Piemonte e Valle d'Aosta del 13 dicembre 2021
Pubblichiamo le slide mostrate da Enzo Medico, presidente di Asso.Forma, in occasione del webinar, organizztao da AIAS Piemonte e Valle d'Aosta, il 12 maggio 2015 nell'ambito dell'evento dedicato alla figura dell'RSPP all'interno delle RSA in occasione della pandemia.
AimSafe - Meet'on'air - 11 maggio 2021Fabio Rosito
Le slide utilizzate durante l'evento dell'11 maggio 2021 dedicato all'ergonomia. All'interno le domande e le risposte poste dai partecipanti e alle quali abbiamo dato risposta anche grazie alla collaborazione di tutti i partecipanti
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Slide utilizzate da Cristiano Morgante di Finprogetti, durante il webinar gratuito organizzato da AIAS (Associazione Italiana Ambiente e Sicurezza) Piemonte e Valle d'Aosta e tenutosi il 20 aprile 2021. Registrazione dell'intervento https://www.youtube.com/watch?v=GIpnAeuJdog
Ergonomia legata alla direttiva MacchineFabio Rosito
Queste sono le slide utilizzate da Fabio Bosticco ed Enzo Medico nel corso del webinar AIAS Piemonte del 25/ febbraio 2021 dedicato alle norme costruttive delle macchine legate al tema specifico dell'ergonomia.
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Come si inserisce il DVR all'interno dei sistemi di gestione della sicurezza UNI iSO 45001:2018 e nei Modelli di Organizzazione e Gestione D.Lgs. 231/01 in accordo con le procedure semplificate D.M. 13/02/2014.
D.Lgs. 231/01 e reati in materia di sicurezza e salute dei lavoratoriFabio Rosito
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La misurazione e valutazione del rischio rumoreFabio Rosito
In queste slide ripercorriamo il processo di valutazione del rischio rumore mediante misurazione e calcolo del livello di esposizione. Andremo ad analizzare le indicazioni proposte dalle norme tecniche applicabili.
Il rischio rumore: formazione per lavoratoriFabio Rosito
Le slide vogliono dare un sussidio al docente per la formazione dei lavoratori sul tema del rischio rumore. Le slide sono scaricabili, in formato ppt modificabile, sul sito www.aimsafe.it
La valutazione rapida dei rischi da MMCFabio Rosito
Grazie all'applicazione della ISO TR 12295, è possibile addivenire ad una valutazione dei rischi da MMC senza complicati calcoli, almeno per quelle situazioni che permettono di ottenere un risultato accettabile o non accettabile.
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MOG 231 con le procedure semplificate D.M. 13/02/2014Fabio Rosito
L'implementazione di un modello 231 in PMI è possibile adottando le procedure semplificate previste dal D.M. 13/02/2014. Scopriamone i contenuti principali.
La normativa in materia di sicurezza e salute dei lavoratoriFabio Rosito
Con queste slide, si ripercorrono le principali norme in materia di sicurezza e salute dei lavoratori.
Su AimSafe potrete scaricare la versione in PowerPoint modificabile.
Il Modello Organizzativo e di Gestione 231 applicato alla sicurezza e salute ...Fabio Rosito
Un viaggio nel mondo della 231 applicata ai reati in materia di infortuni e malattie professionali. La normativa applicabile, la ricaduta relativa ai reati antinfortunisitici con indicazione delle sanzioni applicabili
Dieci anni D.Lgs. 81/2008: l'evoluzione dell'obbligo formativoFabio Rosito
Pubblico le slide che ho usato al seminario sui 10 anni del D.Lgs. 81/2008. Attraverso le slide, ripercorro l'evoluzione dell'obbligo formativo in questi dieci anni.
In questa presentazione viene analizzato il percorso legato alla gestione dei lavori in appalto per quanto concerne la sicurezza e salute dei lavoratori.
L'implementazione e il mantenimento di sistemi di gestione UNI ISO 45001:2018 e non solo, richiedono la realizzazione di processi che, se assistititi da adeguati strumenti, rendono tutto più semplice ed efficace. Scopriamo come
1. IL RISCHIO ESPLOSIONE NEL CODICE
DI PREVENZIONE INCENDI (COPI)
marzo 2021
ZONA "2"
ZONA "1"
ZONA "0"
ZONA "22"
ZONA "21"
ZONA "20"
Sede legale e uffici: Via S. Siro, 1 – 28040
Paruzzaro (NO) – tel. 0322.230184
Sede Milano e provincia: Via Carducci, 21 – 20081
Abbiategrasso (MI) - cell. 349.0627285
www.sga-ingegneria.it
email: info@sga-ingegneria.it
ANTINCENDIO
SICUREZZA SUL LAVORO
FORMAZIONE D.Lgs. 81
TERMOGRAFIA
PERIZIE E CONSULENZE
2. Perché un incontro su COPI-rischio esplosione ?
Elenco delle attività elencate nell’allegato 1 del
DPR 151/2011 e ricadenti nel campo di
applicazione del COPI con «possibile» presenza
di ATEX (sempre da valutare in fase di progetto)
35 su 48 attività, ovvero circa il 73 % delle
attività regolate dal COPI
3. Perché un incontro su COPI-rischio esplosione ?
9 Officine e laboratori con saldatura e taglio dei metalli utilizzanti gas infiammabili e/o comburenti, con oltre 5 addetti alla mansione specifica di
saldatura o taglio.
14 Officine o laboratori per la verniciatura con vernici infiammabili e/o combustibili con oltre 5 addetti.
19 Stabilimenti ed impianti ove si producono, impiegano o detengono sostanze instabili che possono dar luogo da sole a reazioni pericolose in presenza
o non di catalizzatoriivi compresi i perossidi organici
20 Stabilimenti ed impianti ove si producono, impiegano o detengono nitrati di ammonio, di metalli alcalini e alcalinoterrosi, nitrato di piombo e
perossidi inorganici
21 Stabilimenti ed impianti ove si producono, impiegano o detengono sostanze soggette all’accensione spontanea e/o sostanze che a contatto con
l’acqua sviluppano gas infiammabili.
22 Stabilimenti ed impianti ove si produce acqua ossigenatacon concentrazionesuperiore al 60% di perossido di idrogeno
23 Stabilimenti ed impianti ove si produce, impiega e/o detiene fosforo e/o sesquisolfurodi fosforo
24 Stabilimenti ed impianti per la macinazione e la raffinazionedello zolfo; depositi di zolfo con potenzialità superiore a 10.000 kg
25 Fabbriche di fiammiferi; depositi di fiammiferi con quantitativiin massa superiori a 500 kg
26 Stabilimenti ed impianti ove si produce, impiega o detiene magnesio, elektron e altre leghe ad alto tenore di magnesio
27 Mulini per cereali ed altre macinazioni con potenzialità giornaliera superiore a 20.000 kg; depositi di cereali e di altre macinazioni con quantitativi in
massa superiori a 50.000 kg
28 Impianti per l'essiccazionedi cereali e di vegetali in genere con depositi di prodotto essiccatocon quantitativiin massa superiori a 50.000 kg
29 Stabilimenti ove si producono surrogati del caffè
30 Zuccherificie raffinerie dello zucchero
31 Pastificie/o riserie con produzione giornaliera superiore a 50.000 kg
4. Perché un incontro su COPI-rischio esplosione ?
32 Stabilimenti ed impianti ove si lavora e/o detiene foglia di tabacco con processi di essiccazione con oltre 100 addetti o con quantitativi globali in ciclo e/o in deposito superiori a
50.000 kg
33 Stabilimenti ed impianti per la produzione della carta e dei cartoni e di allestimento di prodotti cartotecnici in genere con oltre 25 addetti o con materiale in lavorazione e/o in
deposito superiore a 50.000 kg
34 Depositi di carta, cartoni e prodotti cartotecnici, archivi di materiale cartaceo, biblioteche, depositi per la cernita della carta usata, di stracci di cascami e di fibre tessili per
l'industria della
carta, con quantitativi in massa superiori a 5.000 kg
35 Stabilimenti, impianti, depositi ove si producono, impiegano e/o detengono carte fotografiche, calcografiche, eliografiche e cianografiche, pellicole cinematografiche,
radiografiche e fotografiche con materiale in lavorazione e/o in deposito superiore a 5.000 kg
36 Depositi di legnami da costruzione e da lavorazione, di legna da ardere, di paglia, di fieno, di canne, di fascine, di carbone vegetale e minerale, di carbonella, di sughero e di altri
prodotti
affini con quantitativi in massa superiori a 50.000 kg con esclusione dei depositi all’aperto con distanze di sicurezza esterne superiori a 100 m
37 Stabilimenti e laboratori per la lavorazione del legno con materiale in lavorazione e/o in deposito superiore a 5.000 kg
38 Stabilimenti ed impianti ove si producono, lavorano e/o detengono fibre tessili e tessuti naturali e artificiali, tele cerate, linoleum e altri prodotti affini, con quantitativi in massa
superiori a 5.000 kg
39 Stabilimenti per la produzione di arredi, di abbigliamento, della lavorazione della pelle e calzaturifici, con oltre 25 addetti.
40 Stabilimenti ed impianti per la preparazione del crine vegetale, della trebbia e simili, lavorazione della paglia, dello sparto e simili, lavorazione del sughero, con quantitativi in
massa in lavorazione o in deposito superiori a 5.000 kg
42 Laboratori per la realizzazione di attrezzerie e scenografie, compresi i relativi depositi, di superficie complessiva superiore a 200 m2
43 Stabilimenti ed impianti per la produzione, lavorazione e rigenerazione della gomma e/o laboratori di vulcanizzazione di oggetti di gomma, con quantitativi in massa superiori a
5.000
kg; depositi di prodotti della gomma, pneumatici e simili, con quantitativi in massa superiori a 10.000 kg
44 Stabilimenti, impianti, depositi ove si producono, lavorano e/o detengono materie plastiche, con quantitativi in massa superiori a 5.000 kg
45 Stabilimenti ed impianti ove si producono e lavorano resine sintetiche e naturali, fitofarmaci, coloranti organici e intermedi e prodotti farmaceutici con l'impiego di solventi ed
altri prodotti infiammabili
5. Perché un incontro su COPI-rischio esplosione ?
46 Depositi di fitofarmaci e/o di concimi chimici a base di nitrati e/o fosfaticon quantitativiin massa superiori a 50.000 kg
47 Stabilimenti ed impianti per la fabbricazione di cavi e conduttori elettrici isolati, con quantitativi in massa in lavorazione e/o in deposito superiori a 10.000
kg;
depositi e/o rivendite di cavi elettrici isolati con quantitativi in massa superiori a 10.000 kg.
50 Stabilimenti ed impianti ove si producono lampade elettriche e simili, pile ed accumulatorielettrici e simili, con oltre 5 addetti.
51 Stabilimenti siderurgici e per la produzione di altri metalli con oltre 5 addetti; attività comportanti lavorazioni a caldo di metalli, con oltre 5 addetti, ad
esclusione dei laboratori artigiani di oreficeria ed argenteria fino a 25 addetti.
52 Stabilimenti, con oltre 5 addetti, per la costruzione di aeromobili, veicoli a motore, materiale rotabile ferroviario e tramviario, carrozzerie e rimorchi per
autoveicoli; cantieri navali con oltre 5 addetti
53 Officine per la riparazione di:
- veicoli a motore, rimorchi per autoveicoli e carrozzerie, di superficie coperta superiore a 300 m2;
- materiale rotabile ferroviario, tramviario e di aeromobili, di superficie coperta superiore a 1.000 m2;
54 Officine meccaniche per lavorazioni a freddo con oltre 25 addetti.
56 Stabilimenti ed impianti ove si producono laterizi, maioliche, porcellane e simili con oltre 25 addetti
57 Cementifici con oltre 25 addetti
63 Stabilimenti per la produzione, depositi di sapone, di candele e di altri oggetti di cera e di paraffina, di acidi grassi, di glicerina grezza quando non sia
prodotta per idrolisi, di glicerina
raffinata e distillataed altri prodotti affini, con oltre 500 kg di prodotto in lavorazione e/o deposito.
6. Perché un incontro su COPI-rischio esplosione ?
64 Centri informatici di elaborazione e/o archiviazione dati con oltre 25 addetti
66 Alberghi, pensioni, motel, villaggi albergo, residenze turistico - alberghiere, studentati, villaggi turistici, alloggi agrituristici, ostelli per la gioventù, rifugi
alpini, bed & breakfast, dormitori,
case per ferie, con oltre 25 posti-letto; Strutture turistico-ricettive nell’aria aperta (campeggi, villaggi-turistici, ecc.) con capacità ricettiva superiore a 400
persone
67 Scuole di ogni ordine, grado e tipo, collegi, accademie con oltre 100 persone presenti; Asili nido con oltre 30 persone presenti.
69 Locali adibiti ad esposizione e/o vendita all'ingrosso o al dettaglio, fiere e quartieri fieristici, con superficie lorda superiore a 400 m2 comprensiva dei
servizi e depositi. Sono escluse le manifestazionitemporanee, di qualsiasi genere, che si effettuanoin locali o luoghi aperti al pubblico.
70 Locali adibiti a depositi di superficie lorda superiore a 1000 m2 con quantitatividi merci e materiali combustibili superiori complessivamentea 5.000 kg
71 Aziende ed uffici con oltre 300 persone presenti
72 Musei, gallerie, esposizioni, mostre, bibliotechee archivi in edifici tutelati
73 Edifici e/o complessi edilizi a uso terziario e/o industriale caratterizzati da promiscuità strutturale e/o dei sistemi delle vie di esodo e/o impiantistica con
presenza di persone superiore
a 300 unità, ovvero di superficie complessiva superiore a 5.000 m2, indipendentementedal numero di attività costituentie dalla relativa diversa titolarità.
75 Autorimesse pubbliche e private, parcheggi pluriplano e meccanizzati di superficie complessiva coperta superiore a 300 m2; locali adibiti al ricovero di
natanti ed aeromobili di superficie
superiore a 500 m2; depositi di mezzi rotabili (treni, tram ecc.) di superficie coperta superiore a 1.000 m2.
76 Tipografie, litografie, stampa in offset ed attività similari con oltre cinque addetti.
7. Perché un incontro su COPI-rischio esplosione ?
• Sono escluse le attività 17-18 dell’allegato 1 al
DPR 151/2011:
COPI (e, dunque, RTV2) non si applica agli esplosivi
8. Perché un incontro su COPI-rischio esplosione ?
Attività n. 10 e 12 escluse dal COPI (depositi e
lavorazioni di liquidi infiammabili). Perchè?
A rigore, il D.M. 31/07/1934 è cogente solo per
gli oli minerali. E i depositi di altri liquidi
infiammabili? Il COPI avrebbe tutte le
«potenzialità» per gestire att. 10-12 dell’allegato
1 del D.P.R. n. 151/2011
9. Normativa di p.i. (principale)
• Codice (COPI)
– D.M. 03.08.2015 (prima edizione)
– D.M. 18/10/2019 (entrato in vigore 01/11/2019)
sostituzione integrale allegato 1 (sezioni G,S,V,M) ad
esclusione dei capitoli da V.4 a V.8
– D.M. 12/04/2019 – obbligo COPI per attività soggette
al controllo VVF non normate (fine del «doppio
binario» a partire dal 20/10/2019)
– D.M. 14/02/2020, in vigore dal 05/04/2020
sostituzione integrale capitolo V.4, V.5, V.6, V.7, V.8
(allineamento delle RTV a D.M. 18.10.2019)
10. Normativa di p.i. (principale)
• Codice (COPI)
– D.M. 06/04/2020 (in vigore dal 05/04/2020)
correzione refusi cap. V.4, V.5, V.7
– Altri D.M. specifici di relativi a RTV (DM 10/05/2020
per autorimesse, DM 10/07/2020 V.10, musei …
archivi in edifici tutelati), etc.
• RTT (Regole tecniche tradizionali a «2» binari)
– D.M. 22/02/2006 (uffici) ;
– D.M. 09/04/1994 e s.m.i. (alberghi):
11. Normativa di p.i.
• RTT (Regole tecniche tradizionali a «2 binari»)
– D.M. 16/07/2014 (asili nido)
– D.M. 27/07/2010 (attività commerciali)
– D.M. 26/08/1992 (scuole)
– D.M. 20/05/1992, D.P.R. 30/06/1995 (edifici
storici, musei, etc.)
PER LE ATTIVITÀ CON RTT PREVISTE DAL COPI VIGE
IL «DOPPIO BINARIO» COPI O RTT
12. COPI – a quali attività si applica
• Attività (rif. allegato 1 DPR 151/2011):
9; 14; da 19 a 40; da 42 a 47; da 50 a 54; 56; 57; 63; 64; 66, ad
esclusione delle strutture turistico-ricettive all'aria aperta e dei rifugi
alpini; 67; da 69 a 71; 72, limitatamente agli edifici sottoposti a tutela
ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, aperti al
pubblico, destinati a contenere musei, gallerie, esposizioni, mostre,
biblioteche e archivi; 73; 75; 76.
• Facoltativo: 66; 67, 69, 71, 72 – esistenti – sotto soglia – non
ricadenti nell’allegato 1 DPR 151/2011
• Nuove o con modifiche / ampliamento le cui misure di
sicurezza antincendio già presenti nella parte non oggetto di
intervento siano compatibili con gli interventi da realizzare
13. STRUTTURA DEL COPI
• Sezione G Generalità
• Sezione S Strategia antincendio
• Sezione V Regole tecniche verticali
• Sezione M Metodi
14. STRUTTURA DEL COPI
Sezione S Strategia antincendio
• Capitolo S.1 Reazione al fuoco
• Capitolo S.2 Resistenza al fuoco
• Capitolo S.3 Compartimentazione
• Capitolo S.4 Esodo
• Capitolo S.5 Gestione della sicurezza antincendio
• Capitolo S.6 Controllo dell’incendio
• Capitolo S.7 Rivelazione ed allarme
• Capitolo S.8 Controllo di fumi e calore
• Capitolo S.9 Operatività antincendio
• Capitolo S.10 Sicurezza degli impianti tecnologici e di servizio
15. STRUTTURA DEL COPI
Sezione V Regole tecniche verticali
• Capitolo V.1 Aree a rischio specifico
• Capitolo V.2 Aree a rischio per atmosfere esplosive
• Capitolo V.3 Vani degli ascensori
• Capitolo V.4 Uffici
• Capitolo V.5 Attività ricettive turistico-alberghiere
• Capitolo V.6 Autorimesse
• Capitolo V.7 Attività scolastiche
• Capitolo V.8 Attività commerciali
• Capitolo V.9 Asili nido
• Capitolo V.10 Musei, gallerie, esposizioni, mostre, biblioteche e archivi in edifici tutelati
16. STRUTTURA DEL COPI
Sezione M Metodi
• Capitolo M.1 - Metodologia per l’ingegneria della
sicurezza antincendio
• Capitolo M.2 - Scenari di incendio per la progettazione
prestazionale
• Capitolo M.3 - Salvaguardia della vita con la
progettazione prestazionale
17. Capitolo V.2 - Aree a rischio per
atmosfere esplosive
Ma prima………Capitolo G.1 Termini, definizioni e simboli grafici
• ……………………….
• G.1.18 – Atmosfere esplosive
1. Esplosione: reazione rapida di ossidazione o di decomposizione che
produce un aumento della temperatura, della pressione o di entrambe
simultaneamente.
2. Atmosfera esplosiva: una miscela con l’aria, a condizioni atmosferiche,
di sostanze infiammabili allo stato di gas, vapori, nebbie o di polveri in cui,
dopo l’accensione, la combustione si propaga nell’insieme della miscela
incombusta
18. Ma prima………Capitolo G.1 Termini, definizioni e simboli grafici
– 3.Limite di concentrazione di ossigeno (LOC), anche denominato come Minima
Concentrazione di Ossigeno (MOC, Minimum Oxygen Concentration): rappresenta la
concertazione limite di ossigeno in una atmosfera esplosiva al di sotto della quale
non ha luogo la combustione, indipendentemente dalla concertazione della sostanza
combustibile.
– 4.Vent: porzione non strutturale dell’opera da costruzione o sistema costruttivo con
la funzione di limitare la sovrappressione limitando il danneggiamento strutturale.
• Nota: v. nota prot. n. 3479/1989 Ispettorato Interregionale Veneto-Trentino Alto
Adige: portelli antiscoppio con sup. minima di 0,10 mq/mc (0,007 mq/mc oltre i
30 mc) – prima vera nota «storica», italiana, sui sistemi di venting
– 5.Venting: strategia di riduzione del danno da esplosione mediante adozione di vent.
– 6.Funzionamento normale: stato in cui si trovano apparecchi, sistemi di protezione e
componenti che svolgono la loro funzione prevista all’interno dei rispettivi parametri
di progettazione.
Nota: Emissioni minime di materiale infiammabile possono far parte del
funzionamento normale. Si considerano emissioni minime, per esempio, il rilascio
di sostanze da organi di tenuta basati sull’azione umettante del fluido pompato.
Guasti che richiedono la riparazione o l’arresto (es. la rottura dei giunti di una
pompa, delle guarnizioni a flangia o perdite di sostanze causate da incidenti) non
sono considerati parte del funzionamento normale.
19. Ma prima………Capitolo G.1 Termini, definizioni e simboli
grafici
• 7.Disfunzione: stato in cui apparecchi, sistemi di protezione
o componenti non svolgono la funzione prevista.
• 8.Disfunzione prevista: disfunzione (es. disturbi o guasti) di
apparecchi, sistemi di protezione o componenti, che si
verificano normalmente.
Note:
- Guasti in emissione ed accensione
- Ad es.: flangia, stelo valvola, coperchio di un contenitore di
vernice lasciato accidentalmente aperto - calzatura
dissipativa che si sporca; aspiratore non ATEX che scintilla
per attriti interni
20. Ma prima………Capitolo G.1 Termini, definizioni e
simboli grafici
• 9. Disfunzione rara: tipo di disfunzione che si sa
che può accadere, ma solo in rari casi.
Nota: Ad esempio, due disfunzioni previste indipendenti
che separatamente non creerebbero il pericolo di
accensione, ma che in combinazione creano il pericolo di
accensione, sono considerate una singola disfunzione
rara.
– Ad es. in emissione: flangia con foro di dimensioni
eccezionali; sistema di inertizzazione che si guasta
nell’erogazione di inerte e nel dispositivo di
interblocco del processo
– Ad es. in accensione: guasto ad un prodotto «Ex d»;
disallineamento eccessivo di un asse di rotazione di
una girante
21. Ma prima ……..G.1.24 Sigle
• 3. ATEX: Atmosfere esplosive, Atmosphères Explosibles.
• 21. LEL: Limite inferiore di esplosività, Lower Explosive
Limit.
• 22. LOC: Concentrazione limite di ossigeno, Limit
Oxygen Concentration.
• 23. MIE: Minima energia di innesco, Minimum Ignition
Energy.
• 24. MOC: Minima concentrazione di ossigeno,
Minimum Oxygen Concentration.
• 44. UEL: Limite superiore di esplosività, Upper Explosive
Limit.
22. Ma prima …… G.2.6.1 Valutazione del rischio d’incendio
per l’attività
……………….
• 4. Negli ambiti delle attività in cui sono presenti
sostanze infiammabili allo stato di gas, vapori, nebbie o
polveri combustibili, la valutazione del rischio
d’incendio deve includere anche la valutazione del
rischio per atmosfere esplosive (capitolo V.2).
IL PROGETTO, DUNQUE, DEVE RIPORTARE LA
VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX, SE LE ATEX SONO
PRESENTI
23. Ma prima …..
S.10.5 «Impianti tecnologici»:
• 1. Gli impianti tecnologici e di servizio di cui al paragrafo S.10.1*
devono rispettare i seguenti obiettivi di sicurezza antincendio:
– a. limitare la probabilità di costituire causa di incendio o di esplosione
– omissis
*Nota: sono almeno i seguenti i seguenti impianti tecnologici e di servizio:
– a. produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione e di
utilizzazione dell’energia elettrica;
– b. protezione contro le scariche atmosferiche;
– c. sollevamento o trasporto di cose e persone;
– d. deposito, trasporto, distribuzione e utilizzazione di solidi, liquidi e
gas combustibili, infiammabili e comburenti;
– e. riscaldamento, climatizzazione, condizionamento e refrigerazione,
comprese le opere di evacuazione dei prodotti della combustione, e di
ventilazione ed aerazione dei locali.
24. Ma prima …..
S.10.6.6 Impianti di distribuzione gas combustibili
• 1. Le condutture principali dei gas combustibili a valle dei punti di consegna quando
raggiungono un’opera da costruzione (es. edificio civile, fabbricato industriale, …),
devono essere installate a vista ed all’esterno dell’opera da costruzione servita.
Nota. Ad esempio: le tubazioni del servizio comune di utenze di un edificio di civile abitazione alimentato
dall’impianto gas, cioè le sottocolonne e le colonne montanti, devono essere installate all’esterno, sulla facciata
dell’edificio servito.
• 2. In caso di eventuali brevi attraversamenti di locali, le tubazioni di cui al comma 1
devono essere poste in guaina di classe europea A1 di reazione al fuoco, aerata alle due
estremità verso l’esterno e di diametro superiore di almeno 20 mm rispetto alla tubazione
interna.
• 3. È consentita l’installazione delle condutture all’interno delle opere da costruzione, a
condizione che sia effettuata la valutazione del rischio di atmosfere esplosive (capitolo
V.2).
– 1 e 2 sono «misure di prevenzione» tese a limitare le
ATEX
25. Ma prima …..
S.10.6.7 Deposito di combustibili
• 1. Devono essere adottate misure al fine di evitare la dispersione del combustibile, ad esempio:
– a.bacino di contenimento impermeabile, protetto dagli agenti atmosferici, di volume pari alla capacità
complessiva dei serbatoi di combustibili liquidi;
– b.dispositivi di intercettazione delle linee con comando in posizione accessibile, protetta e segnalata;
– c.dispositivi di arresto delle pompe di alimentazione;
– d.dispositivi di rivelazione ed allarme;
– e.protezione 0contro gli urti accidentali da parte di veicoli o altri elementi;
– f.protezione dei serbatoi e delle linee contro la corrosione;
– g.predisposizione di aree dedicate, attacchi idonei per il carico e scarico in sicurezza dei serbatoi;
– h.dispositivi automatici per impedire il sovra-riempimento dei serbatoi
– i.procedure ordinarie e d’emergenza.
• 3. Il tubo di sfiato dei vapori da serbatoi sia adeguatamente dimensionato, sfociante ad almeno 2,5 m dal
piano di calpestio e posto ad idonea distanza da altre attività.
In pratica trattasi di «misure di prevenzione» tese a limitare le ATEX
26. E la RTV 1 ?
V.1.1 – Scopo e campo di applicazione
• 2. Le aree a rischio specifico possono essere fissate dalle regole tecniche verticali
applicabili all’attività. Sono inoltre individuate dal progettista sulla base della
valutazione del rischio d’incendio e dei seguenti criteri:
– a. aree in cui si detengono o trattano sostanze o miscele pericolose, materiali
combustibili, in quantità significative;
……………………
– c. aree in cui vi è presenza di impianti o loro componenti rilevanti ai fini della
sicurezza antincendio, di cui al capitolo S.10;
27. E la RTV 1 ?
V.1.2 – Strategia antincendio
• 2. In relazione alle risultanze della valutazione del rischio di incendio ed alle
caratteristiche delle aree a rischio specifico, il progettista valuta, almeno,
l’applicazione delle seguenti misure:
– ………………
– f. effettuazione della valutazione del rischio per atmosfere esplosive (capitolo
V.2);
Nota: i luoghi a rischio esplosione in genere sono
aree a rischio specifico d’incendio
28. Prima di passare alla RTV2 ….. Esplosione e RTO
Come si potrebbe caratterizzare un luogo con presenza di
ATEX?
- Ambito con profilo di rischio Rvita = A4
(rif. tab. G.3-2)
Dunque:
S3 L.P. III
S5 L.P. III
S6 L.P. IV
S7 L.P. IV
S8 L.P. III
S9. L.P. IV
30. Prima della RTV2 ….. Esplosione e RTO
A4, ossia δa = 4 ?
MISCELA ARIA-METANO
v = velocità laminare di combustione 0,45 m/s
V = 4/3 π R3 = 4,19 mc
Concentrazione di metano tra LEL/UEL (5/17%)
tempo di combustione = (1m / 0,45 m/s) = 2,22 s
Pot. termica = [(4,19 mc * 5%)* 38 MJ/mc ] / 2,22 s = 3.586 KW
31. Ma prima ….. Esplosione e RTO
• δα: velocità caratteristica prevalente di crescita dell’incendio, riferita
al tempo tα in secondi, impiegato dalla potenza termica per
raggiungere il valore di 1000 kW.
Nota: un’officina meccanica con CDI = 80 MJ/mq, presenza di
una postazione ricarica batterie di trazione muletto e/o una
postazione di saldatura ossiacetilenica NON può essere
considerata δα: 4
32. Capitolo V.2 - Aree a rischio per atmosfere esplosive
• Scopo e campo di applicazione
• Valutazione del rischio di esplosione
– Individuazione delle condizioni generali di pericolo di esplosione
– Identificazione delle caratteristiche delle sostanze infiammabili o polveri combustibili
– Classificazione delle zone con pericolo di esplosione
– Identificazione dei potenziali pericoli di innesco
– Valutazione dell’entità degli effetti prevedibili di un’esplosione
– Quantificazione del livello di protezione
• Misure di prevenzione, protezione e gestionali
– Prodotti
– Impianti
– Opere da costruzione progettate per resistere alle esplosioni
• Riferimenti
33. V.2.1 - Scopo e campo di applicazione
1. La presente regola tecnica verticale tratta i criteri di valutazione e riduzione del
rischio per atmosfere esplosive nelle attività soggette.
Nota: V.2 fa riferimento (uniformandosi) a: D.Lgs. 81/08, Direttive 2014/34/UE e
1999/92/CE, NTC2018, etc. (v. V.2.4 – Riferimenti)
Ergo: Il COPI nelle attività soggette al controllo VVF
non contraddice ma si ispira alle altre normative
vigenti sul rischio esplosione
nei luoghi di lavoro
34. V.2.1 - Scopo e campo di applicazione
ATTENZIONE !!!
La valutazione del rischio esplosione allegata ad un progetto di prevenzione incendi NON E’ il documento di
protezione contro le esplosioni di cui all’art. 294 del D.Lgs. 81/08. Ma è similare.
Articolo 294 - Documento sulla protezione contro le esplosioni
1. Nell’assolvere gli obblighi stabiliti dall’articolo 290 il datore di lavoro provvede a elaborare e a tenere aggiornato un documento, denominato: «documento sulla
protezione contro le esplosioni».
2. Il documento di cui al comma 1, in particolare, deve precisare:
a) che i rischi di esplosione sono stati individuati e valutati;
b) che saranno prese misure adeguate per raggiungere gli obiettivi del presente Titolo;
c) quali sono i luoghi che sono stati classificati nelle zone di cui all’ALLEGATO XLIX;
d) quali sono i luoghi in cui si applicano le prescrizioni minime di cui all’ALLEGATO L.
e) che i luoghi e le attrezzature di lavoro, compresi i dispositivi di allarme, sono concepiti, impiegati e mantenuti in efficienza tenendo nel debito conto la
sicurezza;
f) che, ai sensi del Titolo III, sono stati adottati gli accorgimenti per l’impiego sicuro di attrezzature di lavoro.
3. Il documento di cui al comma 1 deve essere compilato prima dell’inizio del lavoro ed essere riveduto qualora i luoghi di lavoro, le attrezzature o
l’organizzazione del lavoro abbiano subito modifiche, ampliamenti o trasformazioni rilevanti.
Tra progetto di p.i. e sua «esecuzione» c’è in mezzo «il mare»
Il documento di protezione contro le esplosioni è la fotografia un istante prima dell’inizio del
lavoro; il progetto di p.i. NO
35. V.2.1 - Scopo e campo di applicazione
Fonte: ceimagazine.ceinorme.it/ceifocus/aree-a-rischio-per-atmosfere-esplosive/
36. V.2.1 - Scopo e campo di applicazione
2. Negli ambiti delle attività in cui sono presenti sostanze infiammabili allo stato di gas, vapori,
nebbie o polveri combustibili in deposito, in ciclo di lavorazione o di trasformazione, in sistemi di
trasposto, manipolazione o movimentazione, deve essere valutato il rischio per atmosfere
esplosive, individuando le misure tecniche necessarie al conseguimento dei seguenti obiettivi,
in ordine di priorità decrescente:
– a. prevenire la formazione di atmosfere esplosive,
– b. evitare le sorgenti d’accensione di atmosfere esplosive,
– c. attenuare i danni di un’esplosione in modo da garantire la salute e la sicurezza degli
occupanti.
Ove non fosse possibile prevenire la formazione di atmosfere esplosive o eliminare le sorgenti
d’accensione, dovrebbe essere ridotta la probabilità di contemporanea presenza di atmosfere
esplosive e sorgenti di accensione per quanto ragionevolmente praticabile od ottenibile, secondo
gli approcci ALARP (as low as reasonably practicable) / ALARA (as low as reasonably
achievable).
37. V.2.1 - Scopo e campo di applicazione
ALARP – analisi quantitativa (tecnico-economica)
L'HSE (Health and Safety Executive, in UK) ritiene che un rischio individuale di morte di uno su un milione all'anno per i lavoratori o terzi
(ospiti o pubblico), corrisponda ad un bassissimo livello di rischio e deve essere utilizzato come riferimento per il confine tra
la regione "ampiamente accettabile" e quella «tollerabile».
p.to A.8.1.1 UNI ISO 45001:2018 – «E’ necessario che la pianificazione e il controllo operativi dei processi
siano stabiliti ed attuati per quanto opportuno, per migliorare la SSL, eliminando i pericoli o, se non praticabile,
riducendo i rischi per la SSL ai livelli più bassi ragionevolmente praticabili (ALARP) per aree operative e
attività.»
38. V.2.1 - Scopo e campo di applicazione
ALARP
Esempio «qualitativo»: Contenitore di ATEX (ad es. una cisterna, un silo, un filtro, etc.)
Progettazione EPR resistente alla massima pressione di esplosione (Explosion Pressure Resistant), oppure EPSR)
resistente allo shock dell’esplosione (Explosion Pressure Shock Resistant) ???
- EPSR/Pred – meno costoso (presenza di deformazione plastica)
- Dove Pred è la pressione ridotta prodotta dall’esplosione prima dell’attivazione dei sistemi di venting o di soppressione HRD – valori in
pubblicazione specialistiche (FM Global, la francese INERIS)
- EPR/Pmax – più costoso (assenza di deformazione plastica)
- Dove Pmax è la massima pressione generata dall’esplosione
Risultanze di un’analisi qualitativa per il filtro di una falegnameria:
• Al filtro di un falegname è sufficiente una progettazione EPSR
• Se nel filtro è sufficiente sistema di venting, è inutile (anti-economico) realizzare anche un sistema HRD, a
meno che l’onda di pressione/di fiamma non impatti cose/persone o che il filtro si trovi all’interno.
39. V.2.1 - Scopo e campo di applicazione
3. Gli obiettivi del comma 2 sono conseguiti tramite:
– a. la valutazione del rischio di esplosione di cui al paragrafo V.2.2;
– b. l’adozione delle misure di prevenzione, protezione e gestionali di cui al
paragrafo V.2.3.
40. V.2.2 - Valutazione del rischio di esplosione
1. La valutazione del rischio di esplosione deve essere effettuata secondo le seguenti fasi, dettagliate nei seguenti
paragrafi:
– a. individuazione delle condizioni generali di pericolo di esplosione;
Nota - In questa fase devono essere individuati gli ambiti dell’attività con presenza di sostanze infiammabili
o polveri combustibili. Ad esempio: sistemi di contenimento dai quali è possibile il rilascio di sostanze
infiammabili o polveri combustibili, sia nel funzionamento normale o in caso di disfunzioni; condizioni
ambientali per la miscelazione delle sostanze rilasciate e la formazione di atmosfere esplosive; installazioni
con presenza di sorgenti di accensione efficaci nel funzionamento normale o in caso di disfunzioni; …
– b. identificazione delle caratteristiche delle sostanze infiammabili o polveri combustibili che possono
dar luogo ad atmosfere esplosive;
– c. classificazione delle zone con pericolo di esplosione, tramite stima della probabilità di presenza, della
durata e dell’estensione delle atmosfere esplosive;
Nota: in funzionamento normale / con disfunzioni previste
– d. identificazione dei potenziali pericoli di innesco e stima della probabilità che le sorgenti di
accensione individuate possano diventare efficaci;
– e. valutazione dell’entità degli effetti prevedibili di un’esplosione;
– f. quantificazione del livello di protezione.
41. V.2.2.1 - Individuazione delle condizioni generali di pericolo di esplosione
1. L’individuazione delle condizioni generali di pericolo di esplosione comporta lo studio
degli ambiti pericolosi dell’attività, delle apparecchiature e degli impianti di processo e
tecnologici presenti, considerando anche l’organizzazione del lavoro e le funzioni svolte negli
ambiti oggetto di valutazione.
2. Le analisi da condurre sulle apparecchiature e sugli impianti di processo e tecnologici
devono essere mirate all’individuazione:
– a. delle potenziali sorgenti di emissione;
• Ad es. CEI EN 60079-10-1 e CEI EN 60079-10-2
– b. delle potenziali sorgenti di accensione presenti;
• Ad es. UNI EN 1127-1, UNI CEI EN ISO 80079-36:2016 (ex UNI EN 13463-1:2009); CEI CLC/TR
60079-32-1 (ex CEI CLC 50404)
– c. delle caratteristiche costruttive, di installazione, d’uso e di manutenzione
verificando la conformità:
• i. alle eventuali specifiche disposizioni legislative o specifiche tecniche
armonizzate di prodotto;
– Ad es.: UNI EN 12779:2016 (sistemi fissi di estrazione trucioli e polveri per macchine lavorazione
del legno - norma di tipo C)
– Ad es. UNI EN 16985:2019 (cabine di verniciatura per materiali di rivestimento organico –
requisiti di sicurezza – ex UNI EN 12215 e UNI EN 12981 – la norma è basata su analisi del
rischio come da direttiva ATEX 2014/34/UE sebbene non ricadente in essa )
– UNI EN 1539:2015 (essiccatoi e forni nei quali si sviluppano sostanze infiammabili-requisiti di
sicurezza – norma di tipo C – la norma è basata su analisi del rischio come da direttiva ATEX
2014/34/UE sebbene una cabina di verniciatura non ricada in essa )
• ii. alle norme applicabili;
• iii. alle istruzioni dei fabbricanti.
42. V.2.2.2 - Identificazione delle caratteristiche delle sostanze infiammabili o
polveri combustibili
1. Per le sostanze infiammabili e le polveri combustibili devono essere
individuate le caratteristiche chimico-fisiche pertinenti all’esplosione, in
tutte le condizioni ambientali significative e le caratteristiche dei sistemi
di trattamento, di deposito o di stoccaggio previsti.
Ad es.:
• per gas/vapori infiammabili: T. infiammabilità; densità; LFL/UFL; MIE; Kg;
conducibilità, T. accensione; gruppo gas e classe di temperatura; etc.
• Per polveri combustibili: caratterizzazione granulometrica; BZ; KST; LEL;
LOC; MIE; Tcloud; Tlayer; resistività; densità; gruppo polvere
43. V.2.2.3 - Classificazione delle zone con pericolo di esplosione
1. Le attività, dove vengono lavorate o depositate sostanze infiammabili o polveri
combustibili, devono essere progettate, realizzate, esercite e manutenute in modo da
ridurre al minimo le emissioni di sostanze infiammabili e le conseguenti estensioni delle
aree interessate dal rilascio, con riferimento a frequenza o probabilità di accadimento,
durata e quantità delle emissioni.
2. Gli ambiti a rischio di esplosione devono essere ripartiti in zone in base alla
probabilità di presenza dell’atmosfera esplosiva così come definito nella tabella V.2-1.
L’individuazione delle zone pericolose e della relativa probabilità di accadimento deve
essere condotta secondo le norme applicabili.
Note:
- Le norme sono essenzialmente la CEI EN 60079-10-1 e CEI EN 60079-10-2
(v. riferimenti)
- Dai «riferimenti» sono escluse norme di derivazione americana (API, NFPA)
44. V.2.2.3 - Classificazione delle zone con pericolo di esplosione
3. La suddivisione in zone dei luoghi con pericolo di esplosione può
essere effettuata anche attraverso l’utilizzo di codici di calcolo
riconosciuti che consentano una classificazione secondo la tabella V.2-1.
Codici di calcolo = software
• M.1.7 – 3.C. Origine e caratteristiche dei codici di calcolo: devono essere fornite indicazioni in merito
all’origine ed alle caratteristiche dei codici di calcolo utilizzati, con riferimento alla denominazione,
all’autore o distributore, nonché sull’inquadramento teorico della metodologia di calcolo e sulla sua
traduzione numerica e indicazioni riguardanti la riconosciuta affidabilità dei codici. Inoltre, tramite
riferimento ai manuali d’uso, deve essere indicato che il codice di calcolo è impiegato nel suo campo di
applicazione e nel rispetto delle limitazioni d’impiego per applicazioni ingegneristiche, validato per
applicazioni analoghe a quella oggetto di modellazione, verificato;
4. Ai fini della rispondenza alle indicazioni della tabella V.2-1, la
classificazione delle zone dovrebbe essere basata sui ratei di guasto
delle sorgenti di emissione e dei sistemi di controllo ambientale (es.
ventilazione, aspirazione, pressurizzazione, …).
Nota: v. affidabilità dei sistemi di controllo ambientale (disponibilità); SIL
46. V.2.2.3 - Classificazione delle zone con pericolo di esplosione
V.6.5 COPI (RTV autorimesse)
Strategie antincendio
Nelle autorimesse progettate e gestite secondo
la presente RTV è ammesso omettere le
valutazioni relative alle aree a rischio per
atmosfere esplosive (capitolo V.2)
Nota: Le eventuali perdite non prevedibili di combustibile da veicoli parcati in
un’autorimessa possono comportare la formazione di zone in cui si ritiene trascurabile
che un’atmosfera esplosiva si presenti (zone NP). Le zone NP, in accordo al capitolo
V.2, sono considerate non pericolose.
47. V.2.2.3 - Classificazione delle zone con pericolo di esplosione
Nota:
Per gas: in vigore CEI EN 60079-10-1:2016 (da
poco pubblicata la IEC 60079-10-1:2020)
48. V.2.2.3 - Classificazione delle zone con pericolo di esplosione
Nota:
dz jet =10^(0,53*LOG(wg*)+0,3273)
dz gas diffusivo =10^(0,5*LOG(wg*)+0,6281)
dz heavy gas = 10^(0,5*LOG(wg*)+0,9571)
49. V.2.2.4 – Identificazione dei potenziali pericoli d’innesco
Classificazione sorgenti di accensione:
- Continue o frequenti (normale funzionamento) – ad es. operatore senza calzature
dissipative
- Rare a seguito di disfunzioni previste – ad es. operatore con scarpe dissipative ma
senza procedura di pulizia
- Molto rare (disfunzioni rare)
5.Essendo necessario assicurare un livello di protezione adeguato, in nessuna delle zone
pericolose della tabella V.2-1 (0/20, 1/21, 2/22) sono consentite sorgenti d’accensione
frequenti o continue.
50. V.2.2.5 – Valutazione dell’entità degli effetti prevedibili di un’esplosione
• 1. Ai fini della valutazione degli effetti prevedibili di
un’esplosione è necessario tener conto delle conseguenze
sugli eventuali occupanti esposti, sulle strutture e sugli
impianti dei seguenti effetti fisici di un’esplosione:
– a. fiamme e gas caldi;
– b. irraggiamento termico;
– c. onde di pressione;
– d. proiezione di frammenti o oggetti;
– e. rilasci di sostanze pericolose.
51. V.2.2.5 – Valutazione dell’entità degli effetti prevedibili di un’esplosione
• 2. Per la verifica dell’obiettivo di salvaguardia degli occupanti, devono essere
considerati almeno i seguenti effetti:
– a. danneggiamento degli elementi di compartimentazione non resistenti
all’esplosione secondo NTC ed in generale agli impatti meccanici;
Nota per i sistemi di compartimentazione. Si deve:
- Verificare resistenza all’esplosione (sovrappressione), secondo NTC – se no, vanno
assunte misure adeguate (ad es. distanziamento tra edifici, sistemi HRD,
canalizzazione all’esterno della sovrappressione; adeguata distanza tra reattori e
compartimentazioni, etc.).
- Annex D UNI EN 14491:2012 (protection of buildings) – sono trascurabili le sovrappressioni generate
dall’esplosione di un piccolo «vessel» all’interno di un grande locale, a meno che lo sfogo non sia vicino
ad un elemento strutturale
- Verifica all’urto
52. V.2.2.5 – Valutazione dell’entità degli effetti prevedibili di un’esplosione
• 2. Per la verifica dell’obiettivo di salvaguardia degli occupanti, devono essere considerati almeno i seguenti effetti:
– a. danneggiamento degli elementi di compartimentazione non resistenti all’esplosione secondo NTC ed in
generale agli impatti meccanici;
Nota: valutare elementi compartimentazione almeno REI-M / EI-M (v. S.2)
Dove per M:
Per «M» rif. a UNI EN 1363-2 (prove di resistenza al fuoco-procedure alternative ed aggiuntive) – si «sommano» a prove
della UNI 1365-1 – urto di parete con sacco riempito di pallini di piombo che cade da un’altezza di 1,5 m – energia di 3.000
Nm.
u = 2,05 * (P * D3 / W)0,5 rif. Kent and Riegel’s handbook of industrial chemistry
Con u = velocità iniziale [ft/s] ; P= pressione di rottura [psi – libbre/pollice quadro] ; D= diametro frammento (pollici];
W=peso del frammento [lbs – libbre]
Massima gittata: Rmax = u2 / g (è trascurata la resistenza dell’aria – maggior parte dei frammenti precipita a distanza di 0,3-
0,8 Rmax)
Esempio
Frammento boccaporto, miscelatore di polvere Kst1 e Pmax=8,2 bar [118,9 psi]; W=1 kg [2,2 lb]; D=0,20 m [7,87 inc]
u = 332,7 ft/s = 101,4 m/s e Rmax = 1.048 m
Ipotizzando E cinetica finale = E cinetica iniziale = 1/2 m v2 = 5.140 J > 3.000 J
Dunque, se vi sono scenari d’urto, vanno adottati sistemi di compartimentazione EI-
M, REI-M. Bisogna utilizzare in modo critico le tabelle della S.2
53. V.2.2.5 – Valutazione dell’entità degli effetti prevedibili di un’esplosione
– b. fuori servizio degli impianti di protezione attiva interni al locale di
origine dell’esplosione;
Nota:
- Ad es. impianto di spegnimento (direzione d’urto passante per apparecchi di
spegnimento ?)
– c. effetto domino (es. danneggiamento di altri sistemi di contenimento,
impianti o apparecchiature con rilascio di sostanze pericolose, …);
Nota:
- valutare presenza livello di pulizia BUONA (polveri);
- dispositivi di isolamento (barriere estinguenti, valvole ad azione rapida, etc.);
le serrande TF non sono sufficienti.
− d. danneggiamento delle misure di protezione adottate sulle sorgenti di
accensione con conseguente innesco delle atmosfere esplosive prodotte
dalle sostanze rilasciate.
54. V.2.2.5 – Valutazione dell’entità degli effetti prevedibili di un’esplosione
• 3. Nei casi in cui l’esplosione potrebbe essere seguita da un
incendio, si deve valutare quest’ultimo scenario tenendo conto
dell’indisponibilità di quanto danneggiato dall’esplosione.
nota: ciò potrebbe significare non tener conto del contributo di un
impianto spegnimento automatico per determinare la classe di resistenza al
fuoco del compartimento (?). O utilizzare accorgimenti progettuali per gli
impianti, tra cui, ad esempio:
- Protezione esterna dell’edificio;
- Ingresso della rete sprinkler lontano da possibile epicentro
dell’esplosione.
• 4. Nei casi in cui a seguito di un incendio potrebbe verificarsi
un’esplosione, si deve valutare quest’ultimo scenario tenendo conto
dell’indisponibilità di quanto danneggiato dall’incendio.
55. V.2.2.5 – Valutazione dell’entità degli effetti prevedibili di un’esplosione
• 5. Per la eventuale determinazione delle sovrappressioni che si sviluppano nelle
esplosioni possono essere utilizzate formulazioni semplificate presenti in normativa
o espressioni empiriche che collegano fra loro le grandezze più significative di una
esplosione. I modelli empirici semplificati di calcolo maggiormente utilizzati sono il
TNT equivalente, il TNO Multienergy ed il CCPS QRA*.
Esempi di normativa che stimano la sovrappressione da vent:
- UNI EN 14491:2012
Pext = f ( Pred,max; Av; V; R; a)
Flame Lenght LF=10 * V^(1/3)
Bisogna rispettare condizioni di V, Pred,max, Pstat
- UNI EN 14994:2007
Pext
Flame Lenght LF=5 * V^(1/3)
Bisogna rispettare condizioni di V , Predmax , Pstat
* CCPS QRA (EN) = Guidelines for Chemical Process Quantitative Risk Analysis (Linee guida per processo chimico analisi quantitativa del
rischio)
• CENTER FOR CHEMICAL PROCESS SAFETY (CCPS), industry technology alliance of the American Institute of Chemical Engineers (AIChE).
CCPS has published over 80 books in its process safety guidelines and process safety concepts series. For more information, visit
www.ccpsonline.org.
56. V.2.2.5 – Valutazione dell’entità degli effetti prevedibili di un’esplosione
• 5. Per la eventuale determinazione delle sovrappressioni che si sviluppano nelle
esplosioni possono essere utilizzate formulazioni semplificate presenti in normativa
o espressioni empiriche che collegano fra loro le grandezze più significative di una
esplosione. I modelli empirici semplificati di calcolo maggiormente utilizzati sono il
TNT equivalente, il TNO Multienergy ed il CCPS QRA.
Nota – vi sono in letteratura varie formule empiriche per il calcolo della sovrappressione
(ad es. Cubbage-Marshall-Simmonds, in genere valide per contenitori dal volume
limitato) – formule del tipo:
P = P (resistenza elemento di sfogo; volume contenitore, massa dello sfogo; velocità
laminare di combustione; etc.).
57. V.2.2.5 – Valutazione dell’entità degli effetti prevedibili di un’esplosione
• 5. Per la eventuale determinazione delle sovrappressioni che si sviluppano nelle
esplosioni possono essere utilizzate formulazioni semplificate presenti in normativa
o espressioni empiriche che collegano fra loro le grandezze più significative di una
esplosione. I modelli empirici semplificati di calcolo maggiormente utilizzati sono
il TNT equivalente, il TNO Multienergy ed il CCPS QRA.
TNT equivalente (stime delle sovrapressioni per nubi di gas non confinati - UVCE)
MTNTeq = η • (ΔHcomb/ ΔHTNT) • Mcomb
dove:
• MTNTeq indica la quantità di massa equivalente [kg];
• η è il fattore di efficienza (varia tra 0,02 e 0,7 – per le maggior parte di sostanze è 0,05 come per butano,
propano; 0,10 per etilene; 0,15 per acetilene);
• ΔHcomb è l'entalpia di combustione del gas infiammabile [kJ/kg];
• ΔHTNT è l'entalpia di decomposizione del TNT pari a 4700 kJ/kg;
• Mcomb è la massa di combustibile [kg].
58. V.2.2.5 – Valutazione dell’entità degli effetti prevedibili di un’esplosione
fonte INAIL
59. V.2.2.5 – Valutazione dell’entità degli effetti prevedibili di un’esplosione
Tab. 2 D.M. 9 maggio 2001
60. V.2.2.5 – Valutazione dell’entità degli effetti prevedibili di un’esplosione
TNO MULTIENERGY (più preciso di TNT)
Scelta della curva in funzione dell’energia di
Accensione e livello di ostruzione
Curva 1 – flash fire; curva 10 detonazione
61. V.2.2.5 – Valutazione dell’entità degli effetti prevedibili di un’esplosione
• 6. Oltre ai metodi empirici ed ai modelli semplificati, per la stima delle
sovrappressioni che si sviluppano a seguito di esplosioni, si può ricorrere a codici
di calcolo riconosciuti.
Possibile l’uso di codici di calcolo riconosciuti, eventualmente ottimizzati con analisi
3d / CFD.
A Differenza del punto M.1.9 del COPI, qui non sono elencati esempi di codici di
calcolo
62. V.2.2.6 – Quantificazione del livello di protezione
1. In generale, il livello di protezione contro le esplosioni è considerato adeguato
quando si deve verificare il fallimento di tre mezzi di protezione indipendenti affinché
un’atmosfera esplosiva possa essere innescata da una sorgente di accensione efficace.
Nota: Per il concetto di mezzo di protezione si richiamano le disposizioni in materia di apparecchi e sistemi di
protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera esplosiva nonché le disposizioni in materia di salute e
sicurezza sui luoghi di lavoro
Nota: E’ il vero scopo della valutazione del rischio esplosione – verificare cioè che
tra inneschi e sorgenti di emissione vi sia una «distanza virtuale» di tre mezzi di
protezione.
63. V.2.3. – Misure di prevenzione, protezione e gestionali
• 1. Le misure che possono essere adottate contro il rischio di esplosione per il conseguimento del livello di
protezione stabilito, si distinguono in:
– a. misure di prevenzione, che riguardano la riduzione delle probabilità di presenza ed innesco di una miscela
esplosiva, riportate in tabella V.2-3;
– b. misure di protezione, che comportano la mitigazione degli effetti di un’esplosione entro limiti accettabili,
riportate in tabella V.2-4;
– c. misure gestionali, che prevedono la riduzione del rischio di esplosione mediante adozione di procedure di
corretta organizzazione delle lavorazioni e dei processi produttivi, riportate in tabella V.2-5.
• 2. Le misure di prevenzione e gestionali sono sempre da preferire alle misure di protezione; si deve ricorrere
alle misure di protezione quando non è possibile ricondurre il livello di rischio ad un livello accettabile con la sola
applicazione di misure di prevenzione e gestionali.
• 3. Le attività con presenza di rischio derivante da atmosfere esplosive devono disporre della documentazione tecnica
attestante l’idoneità dei prodotti ed impianti installati per lo specifico uso nel luogo di impiego, in conformità anche
del gruppo e della categoria, nonché di tutte le indicazioni fornite dal fabbricante e necessarie per il funzionamento
sicuro degli stessi.
Nota: le «misure» vanno indicate in progetto !!!
67. V.2.3. – Misure di prevenzione, protezione e gestionali
NOTA: MISURE DI PROTEZIONE
1) Sistemi di sfogo dell’esplosione (venting)
Nel progetto indicare le specifiche: portelli antiscoppio/
membrane di rottura, Pstat, categoria, norme tecniche di
riferimento per progettazione/manutenzione (UNI EN
14491:2012, UNI EN 14994:2007)
68. V.2.3. – Misure di prevenzione, protezione e gestionali
NOTA: MISURE DI PROTEZIONE
2) Sistemi di isolamento dell’esplosione
Fonte: Fike
Nel progetto indicare le specifiche: valvole ad azione
rapida, deviatori di esplosione, ferma-fiamma, norme di
riferimento (UNI EN 15089:2009)
69. V.2.3. – Misure di prevenzione, protezione e gestionali
NOTA: MISURE DI PROTEZIONE
3) Sistemi di soppressione dell’esplosione
Fonte: Fike
Nel progetto indicare le specifiche: HRD (high rate
discharge), agente estinguente (monoammonio fosfato,
polveri di sodio bicarbonato, acqua), norma di riferimento
(UNI EN 14373:2006)
70. V.2.3. – Misure di prevenzione, protezione e gestionali
NOTA: MISURA DI PREVENZIONE
4) Sistemi di rivelazione di braci e scintille
Sistemi in genere integrativi a quelli HRD, venting.
Nel progetto indicare le specifiche: agente estinguente
(acqua, CO2, polveri polivalenti), logica del sistema.
71. V.2.3.1 – Prodotti
1. I prodotti possono essere utilizzati o essere messi in servizio in un’atmosfera
esplosiva solamente dopo aver verificato la compatibilità della zona nella quale sono
chiamati a svolgere la propria funzione.
Tali prodotti devono essere rispondenti alla direttiva ATEX di prodotto, che prevede
differenti categorie in relazione all’impiego in ciascuna zona classificata.
Note:
- Per «prodotti» si intendono ogni apparecchio, sistema di protezione, dispositivo,
componente e relative combinazioni.
- I prodotti devono esser conformi alla direttiva 2014/34/UE.
- Nei progetti vanno almeno indicate le categorie dei prodotti – eventualmente
specificare i modi di protezione.
- Se il codice viene applicato ad un’attività esistente, con prodotti già in uso al
30/06/2003, basta soddisfare i requisiti dell’allegato L, parte A del D.Lgs. n.
81/2008.
72. V.2.3.1 – Prodotti
• 2. Per i prodotti impiegabili in industrie ed attività di superficie (II Gruppo della direttiva
di prodotto ATEX), vengono definite le seguenti categorie:
– a. Categoria 1 - livello di protezione molto elevato.
I prodotti non devono essere causa di innesco anche in caso di guasto eccezionale. I
mezzi di protezione sono tali che in caso di guasto di uno dei mezzi di protezione,
almeno un secondo mezzo indipendente assicura il livello di sicurezza richiesto, oppure
qualora si manifestino due guasti indipendenti uno dall’altro, è garantito il livello di
protezione richiesto;
– b. Categoria 2 - livello di protezione elevato.
I mezzi di protezione garantiscono il livello di protezione richiesto anche in presenza di
anomalie ricorrenti o difetti di funzionamento degli apparecchi di cui occorre
abitualmente tener conto.
– c. Categoria 3 - livello di protezione normale.
I mezzi di protezione garantiscono il livello di protezione richiesto a funzionamento
normale.
• 3. La tabella V.2-6 riporta la compatibilità dei prodotti con le zone classificate per la
presenza di atmosfere esplosive.
74. V.2.3.1 – Prodotti
Nota: è importante, specie per l’asseveratore
antincendio in fase di SCIA, saper «leggere» le
targhette sui prodotti
75. V.2.3.1 – Prodotti
Modi di protezione:
- CUSTODIE a PROVA di ESPLOSIONE “d”
- PROTEZIONE a SOVRAPRESSIONE INTERNA “p”
- PROTEZIONE a RIEMPIMENTO “q” (polverulento)
- PROTEZIONE a RIEMPIMENTO “o” (olio)
- PROTEZIONE a SICUREZZA AUMENTATA “e”
- PROTEZIONE a SICUREZZA INTRINSECA “i”
- PROTEZIONE “n”
– Ex nA: apparecchiature non scintillanti;
– Ex nC: apparecchiature scintillanti;
– Ex nR: custodie a respirazione limitata
- PROTEZIONE mediante INCAPSULAMENTO “m”
• PROTEZIONE MEDIANTE CUSTODIE “t” a TENUTA di POLVERE
76. V.2.3.1 – Prodotti
MODO DI
PROTEZIONE
ZONA CON PERICOLO
DI ESPLOSIONE
CLASSIFICAZIONESECONDO
DIRETTIVA ATEX 2014/34/UE
Zona 0 Zona 1 Zona 2 Gruppo categoria
Miniera Superficie Miniera superficie
Ex d si Si I II M2 2G
Ex e si Si I II M2 2G
Ex n Si II 3G
Ex ia Si Si Si I II M1 1G
Ex ib Si Si I II M2 2G
Ex ic Si I II 3G
Ex ma Si Si Si I II M1 G1
Ex mb Si Si I II M2 2G
Ex mc Si II 3G
Ex pb Si Si I II M2 2G
Ex pc Si II 3G
Ex q Si Si I II M2 2G
Ex o Si Si II 2G
77. V.2.3.1 – Prodotti
MODO DI
PROTEZIONE
ZONA CON PERICOLO
DI ESPLOSIONE
CLASSIFICAZIONESECONDO
DIRETTIVA ATEX 2014/34/UE
Zona 0 Zona 1 Zona 2 Gruppo categoria
Miniera Superficie Miniera superficie
Ex ta Si Si Si I II M1 1D
Ex tb Si Si I II M2 2D
Ex tc Si II 3D
Ex ia Si Si Si I II M1 1D
Ex ib Si Si I II M2 2D
Ex ic Si I 3D
Ex ma Si Si Si I II M1 D1
Ex mb Si Si I II M2 2D
Ex mc Si I 3D
Ex pb Si Si I II M2 2D
Ex pc Si I 3D
78. V.2.3.2 – Impianti
1. Per impianti si intendono le attrezzature, i sistemi e i relativi dispositivi di
collegamento che non sono prodotti ai sensi della direttiva ATEX, qualora
rappresentino un pericolo di accensione o di emissione di sostanze infiammabili.
2. Gli impianti e tutti i loro dispositivi di collegamento possono essere utilizzati o
essere messi in servizio in un’atmosfera esplosiva solamente dopo aver verificato la
compatibilità della zona nella quale sono chiamati a svolgere la propria funzione.
Nota: la progettazione dell’impianto deve essere eseguita coerentemente alla
classificazione delle ATEX.
79. V.2.3.2 – Impianti
• 3. Il livello di sicurezza degli impianti deve essere conforme alle indicazioni contenute
nelle norme scelte per la progettazione e realizzazione. Per impianti privi di norme con
tale finalità possono essere utilizzate tecniche di analisi di affidabilità quali Failure
Mode and Effect Analysis (FMEA, EN 60812), Fault tree analysis (FTA, EN 61025),
Markov (EN 61165) o mediante applicazione della progettazione basata sulla sicurezza
funzionale (IEC 61511 “Functional safety - Safety instrumented systems for the process
industry sector”).
Nota: esempi di norme per progettazione e realizzazione impianti:
- CEI EN 60079-14 (CEI 31-33) «atmosfere esplosive - parte 14 – Progettazione, scelta e
installazione degli impianti elettrici – quarta edizione»
- CEI EN 60079-17 (CEI 31-34) «atmosfere esplosive – parte 17 - verifica e manutenzione
degli impianti elettrici
- Guida CEI 31-108 «Atmosfere esplosive – Guida alla progettazione, scelta ed installazione
degli impianti elettrici in applicazione delle norme CEI EN 60079-14 (CEI 31-33)»
- Guida CEI 31-93 «Impianti elettrici in luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di
polveri combustibili, già utilizzati prima del 30 GIUGNO 2003 - Verifica del rispetto delle
prescrizioni minime stabilite dal D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81, titolo XI, come integrato e
modificato dal D.Lgs. 106/09, per i diversi tipi di zone»
80. V.2.3.3 – Opere da costruzione progettate per resistere alle esplosioni
• 1. In generale, le opere da costruzione possono essere progettate in modo tale da
limitare gli effetti di esplosioni all’interno delle stesse o nei confronti di
costruzioni limitrofe.
• 2. Le strategie di progettazione strutturale dipendono dagli obiettivi di sicurezza
prefissati:
– a. salvaguardia della vita degli occupanti all’interno della costruzione;
– b. salvaguardia della vita degli occupanti di costruzioni limitrofe;
– c. tutela di beni contenuti nelle costruzioni;
– d. limitazione di danni alla costruzione in cui si origina l’esplosione;
– e. limitazione di danni a costruzioni limitrofe;
– f. limitazione di effetti domino.
• 3. Le fasi della progettazione di strutture resistenti alle esplosioni, al fine di
salvaguardare la vita degli occupanti e limitare il danneggiamento strutturale, sono:
– a. modellazione degli effetti dell’esplosione, quantificazione delle azioni;
– b. analisi strutturale;
– c. progettazione costruttiva e verifica.
81. V.2.3.3 – Opere da costruzione progettate per resistere alle esplosioni
• 4. La modellazione degli effetti dell’esplosione è condotta con riferimento agli
effetti provocati ed alle relative conseguenze così come indicato nella tabella V.2-7,
tratta dalle NTC e dal NAD della norma UNI EN 1991-1-7.
82. V.2.3.3 – Opere da costruzione progettate per resistere alle esplosioni
• 5.Ai fini della quantificazione delle azioni agenti sulle strutture in caso di esplosione, deve essere impiegata la
combinazione di carico per azioni eccezionali di cui alle NTC (2018)
Nota: «Ad» è l’azione eccezionale da «esplosione», di progetto
tenendo presente che:
– a. per le opere da costruzione con rischio di esplosione con effetti di categoria 1 (ricadenti quindi nella
classe di conseguenza CC1), non vanno considerate le azioni derivanti da esplosione;
• b. per le opere da costruzione con rischio di esplosione con effetti di categoria 2 (ricadenti quindi nelle classi
di conseguenza CC2), la quantificazione delle azioni si effettua con riferimento a:
• i. NTC, per la sovrappressione di progetto da impiegare per le verifiche in caso di esplosioni
confinate di gas, vapori o nebbie;
Nota: formule valide solo con: e con V ≤ 1.000 mc
(NTC dice che dette formule «si possono usare», non che sono obbligatorie)
• ii. UNI EN 1991-1-7 integrata dal rispettivo NAD (doc. applicazione nazionale EC - D.M.
31/07/2012), per la sovrappressione di progetto per esplosioni di polveri;
Nota: pd = pd (V, Pstat, Av, Kst)
83. V.2.3.3 – Opere da costruzione progettate per resistere alle esplosioni
• c. per le opere da costruzione con rischio di esplosione con effetti di categoria 3 (ricadenti quindi nella classe di
conseguenza CC3) devono essere effettuate analisi mediante metodi avanzati che tengano conto:
• i. degli effetti del venting e della geometria degli ambienti nel calcolo della sovrappressione;
– Nota: ad es. UNI EN 14491:2012 – annesso D (informativo): protection of buildings
(valida per vessels che occupano gran parte dell’edificio)
A = C * As * (Pred,max)^(-0,5) con :
C=C(Kst) ; Pred,max<0,1 bar; As =sup.enclosure
Uniformità e simmetria di ubicazione dei vent
• ii. del comportamento dinamico non lineare delle strutture;
• iii. di analisi del rischio effettuate con metodi probabilistici;
• Nota: individuazione degli scenari
• iv. di aspetti economici per l’ottimizzazione delle soluzioni.
• Nota: è filosofia «ALARP»
84. V.2.3.3 – Opere da costruzione progettate per resistere alle esplosioni
• 6. L’analisi strutturale può essere condotta con modelli semplificati di tipo statico
equivalenti nel caso di opere da costruzione in classe CC2 o con analisi dinamiche non
lineari per opere da costruzione in classe CC3.
• 7. La progettazione costruttiva di opere da costruzione caratterizzate dal rischio di
esplosione prevede, in genere, l’adozione di misure di riduzione del danno da
esplosione.
Nota: vent; preferire strutture leggere e in acciaio (v. appendice
D UNI EN 14491:2012)
• 8. Ai fini delle verifiche, per le opere da costruzione ricadenti nella categoria di azione
1 non sono richieste verifiche strutturali. Per le opere da costruzione ricadenti in
categoria 2 o 3 è richiesta la verifica degli elementi strutturali per la combinazione
delle azioni eccezionali, che dimostri, oltre ai requisiti di robustezza, che la capacità
portante dell’intera struttura sia garantita per un tempo sufficiente affinché siano
attuate le previste misure di emergenza (es. evacuazione e soccorso degli occupanti,
…).
86. CONCLUSIONI
In attività particolarmente complesse con presenza di ATEX, l’ «iter» di
prevenzione incendi secondo art. 3-4 del DPR n. 151/2011, il progettista
antincendio può avere necessità del supporto di specifiche figure professionali:
- Il chimico
- Il classificatore dei luoghi a rischio esplosione
- Il valutatore del rischio esplosione (analisi quantitative)
- L’impiantista esperto in sistemi di protezione ATEX, affidabilità dei
sistemi
- Il «modellista» per analisi CFD
- Lo strutturista
Ergo: necessità di specializzazione/collaborazione
con figure professionali specializzate