LA FAKE "SLAVA"
Abbiamo subito passivamente il lavaggio del cervello dell’illustre storico Bossi.
Tutti Celti! Conformismo servile innato?
Cerco una spiegazione meno umiliante al link:
http://bit.ly/STORIA-RIVE-MUSON
Adesso tutti slavi? Certamente siamo parenti molto stretti degli Sloveni
Seguendo una direttrice costante nel flusso della civilizzazione, siamo venuti da est, per mare e per terra.
Nel secondo caso, con un flusso lento, secolare ed un profondo rimescolamento etnico-culturale nei territori attraversati.
Alcuni hanno proseguito, come i Veneti combattuti da Cesare nella Gallia.
In controtendenza, dal nord si è sempre verificato un flusso inverso, le “invasioni barbariche”.
In questo caso, popoli rozzi, ma militarmente vincenti, si appropriano delle ricchezze locali con un’assimilazione lenta e problematica.
Pensiamo ai Dori in Grecia, cioè alla spiccata individualità culturale degli Spartani, oppure ai Mocheni, ai Cimbri, a Bossi, isolatosi a Gemonio…
Longobardo o Celtico???
Diffidare degli storici “fai da te”, che confondono i due tipi di flusso e costruiscono strampalate ipotesi, arzigogolando su qualche vaga assonanza linguistica.
I VENETI, DISPOSTI A FARE BUONI AFFARI CON CHIUNQUE
Fin dall’antichità ci caratterizza una spiccata vocazione per il commercio, che Venezia ha esercitato con enorme successo per un millennio.
Quando Roma è uno sconosciuto villaggio del Lazio, Omero consacra la nostra fama, già consolidata, come insuperabili allevatori di cavalli, che piazziamo in tutto il mediterraneo.
VIRTÙ BELLICHE ZERO
Nessuna forma di resistenza contro l’espansione di Roma, alla quale spalanchiamo le porte, addirittura invitandola a mediare qualche nostra diatriba.
Venezia, al culmine del suo splendore, difende i suoi interessi soprattutto investendo sull’efficienza del suo arsenale, in grado di ricostruire rapidamente l’intera flotta.
Assolda gli slavi come soldati, i condottieri li compra, a peso d'oro, tra i migliori.
Non si fida mai di loro e se ne disfa in fretta, alcuni, come il Carmagnola, li decapitata.
REITA ED IL MATRIARCATO
Visitate il museo archeologico di Este, per capire la religiosità dei nostri antenati.
Reita ha molti punti in comune con la “grande madre mediterranea”.
Schematizzando un po’, si può dire che, fin dalla preistoria, i popoli dediti ad attività pacifiche, l’agricoltura p.e., davano la preminenza ad una divinità femminile.
Questa peculiarità comportava una maggior valorizzazione della donna nella gerarchia sociale: l’archeologia ha trovato significativi riscontri anche per i Veneti.
DA REITA A MARIA
Tra le divinità romane si avvicina maggiormente a Giunone, padrona di casa, moglie vigile ed arcigna di un Giove passionale, capriccioso, insomma inaffidabile.
La nostra religiosità è cambiata poco in tre millenni!
I luoghi di culto a Reita, coincidono spesso con un santuario mariano, molto frequentato anche oggi.
LA FAKE "SLAVA"
Abbiamo subito passivamente il lavaggio del cervello dell’illustre storico Bossi.
Tutti Celti! Conformismo servile innato?
Cerco una spiegazione meno umiliante al link:
http://bit.ly/STORIA-RIVE-MUSON
Adesso tutti slavi? Certamente siamo parenti molto stretti degli Sloveni
Seguendo una direttrice costante nel flusso della civilizzazione, siamo venuti da est, per mare e per terra.
Nel secondo caso, con un flusso lento, secolare ed un profondo rimescolamento etnico-culturale nei territori attraversati.
Alcuni hanno proseguito, come i Veneti combattuti da Cesare nella Gallia.
In controtendenza, dal nord si è sempre verificato un flusso inverso, le “invasioni barbariche”.
In questo caso, popoli rozzi, ma militarmente vincenti, si appropriano delle ricchezze locali con un’assimilazione lenta e problematica.
Pensiamo ai Dori in Grecia, cioè alla spiccata individualità culturale degli Spartani, oppure ai Mocheni, ai Cimbri, a Bossi, isolatosi a Gemonio…
Longobardo o Celtico???
Diffidare degli storici “fai da te”, che confondono i due tipi di flusso e costruiscono strampalate ipotesi, arzigogolando su qualche vaga assonanza linguistica.
I VENETI, DISPOSTI A FARE BUONI AFFARI CON CHIUNQUE
Fin dall’antichità ci caratterizza una spiccata vocazione per il commercio, che Venezia ha esercitato con enorme successo per un millennio.
Quando Roma è uno sconosciuto villaggio del Lazio, Omero consacra la nostra fama, già consolidata, come insuperabili allevatori di cavalli, che piazziamo in tutto il mediterraneo.
VIRTÙ BELLICHE ZERO
Nessuna forma di resistenza contro l’espansione di Roma, alla quale spalanchiamo le porte, addirittura invitandola a mediare qualche nostra diatriba.
Venezia, al culmine del suo splendore, difende i suoi interessi soprattutto investendo sull’efficienza del suo arsenale, in grado di ricostruire rapidamente l’intera flotta.
Assolda gli slavi come soldati, i condottieri li compra, a peso d'oro, tra i migliori.
Non si fida mai di loro e se ne disfa in fretta, alcuni, come il Carmagnola, li decapitata.
REITA ED IL MATRIARCATO
Visitate il museo archeologico di Este, per capire la religiosità dei nostri antenati.
Reita ha molti punti in comune con la “grande madre mediterranea”.
Schematizzando un po’, si può dire che, fin dalla preistoria, i popoli dediti ad attività pacifiche, l’agricoltura p.e., davano la preminenza ad una divinità femminile.
Questa peculiarità comportava una maggior valorizzazione della donna nella gerarchia sociale: l’archeologia ha trovato significativi riscontri anche per i Veneti.
DA REITA A MARIA
Tra le divinità romane si avvicina maggiormente a Giunone, padrona di casa, moglie vigile ed arcigna di un Giove passionale, capriccioso, insomma inaffidabile.
La nostra religiosità è cambiata poco in tre millenni!
I luoghi di culto a Reita, coincidono spesso con un santuario mariano, molto frequentato anche oggi.
Progetto di allestimento di due sale presso "Palazzo Altemps"Ilaria Trombì
Ilaria Trombì
ATELIER DI DESIGN IV
C.d.L. in Disegno Industriale
Facoltà di Architettura, Università La Sapienza
a.a. 2013-2014
Allestimento per l'esposizione delle "Stele daune"
Progetto di allestimento di due sale presso "Palazzo Altemps"Ilaria Trombì
Ilaria Trombì
ATELIER DI DESIGN IV
C.d.L. in Disegno Industriale
Facoltà di Architettura, Università La Sapienza
a.a. 2013-2014
Allestimento per l'esposizione delle "Stele daune"
2. I CELTI
I Celti erano una popolazione indoeuropea che raggiunse il massimo splendore tra V e III sec. a.C. Pur condividendo
origini etniche, culturali e linguistiche, le popolazioni celtiche rimasero sempre politicamente frazionate, dando
origine a diversi gruppi, suddivisi a seconda del territorio occupato.
3. I CELTI NEL CONTINENTE EUROPEO
Tra i vari gruppi di popolazioni celtiche si distinguono i Britanni, i Galli, i Pannoni, i Celtiberi e i Galati, stanziati
rispettivamente nelle Isole Britanniche, nelle Gallie, in Pannonia, in Iberia e in Anatolia.
4. STRUTTURA DELLA SOCIETÀ CELTICA
Si trattava di una famiglia allargata, numerosa, comprendente discendenti, antenati, parenti acquisiti e collaterali,
arrivando a contare varie decine di persone. L’unione di più clan formava una tuath, cioè una tribù, a capo della quale
vi era un re.
una tribù celtica
5. religione
I Celti, probabilmente, praticavano una religione politeista e adoravano divinità legate alla natura e alle virtù
guerriere.
È nota anche l'esistenza di sacrifici umani, ai quali accadeva anche che le vittime si offrissero volontariamente; in
alternativa si faceva ricorso a criminali, ma in caso di necessità si immolavano anche innocenti.
Gli dèi celtici più famosi erano: Lúg la guida nei viaggi e la divinità dei commerci (Mercurio), Belenu il guaritore
(Apollo), Toutatis il signore della guerra (Marte), Taranis il signore del tuono (Giove) e Belisama l'iniziatrice delle
arti (Minerva).
6. I cinque dei celtici
Lùg Belenu Toutatis Taranis Belisama
7. il druido
Il druido è una persona che dà l’importanza alla natura nella complessa e affascinante spiritualità celtica, una
spiritualità contraddistinta da un forte legame con la natura, dal rispetto per i suoi ritmi, per i suoi tempi e per il
ciclico scorrere del tempo, e da una continua ricerca di consonanza con l’universo e con la sua struttura.
8. LA MUSICA E I BALLI
Il termine musica celtica è una definizione di comodo: con questa espressione si intende infatti non un solo genere
musicale, bensì un insieme di tradizioni musicali che presentano tra loro forti analogie, ma che sono anche ben
distinte fortemente connotate. L’espressione più corretta sarebbe “Musiche dei paesi di tradizione celtica”.
Le musiche celtiche più conosciute sono legate a diversi tipi di danze molto antiche diffuse in diverse regioni
d’Europa la cui peculiarità consiste nel ritmo binario e nell’attacco in levare, reels, un tipo di danza dai ritmi molto
veloci tipica della Scozia, e hornpipes, la danza tipica delle Isole Britanniche il cui nome viene fatto derivare dallo
strumento di accompagnamento, un particolare strumento ad ancia semplice o doppia ricavata da corna di animali.
hornpipes