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Strategia per la
crescita digitale
2014-2020


Presidenza del Consiglio dei Ministri
Roma 6 novembre 2014
versione in
consultazione
Indice
Strategia per la crescita digitale 2014-2020 1
Indice 2
Premessa 5
1. Obiettivi strategici 8
2. Il contesto di riferimento 11
La domanda di servizi in rete 13
Il ritardo dell'Italia 13
La domanda dei cittadini 14
La domanda delle imprese 18
L’offerta di servizi in rete 20
Il posizionamento dell’Italia 21
La situazione nelle diverse aree applicative 22
Sanità 22
Diffusione e adozione del Fascicolo Sanitario Elettronico 23
Scuola 24
Servizi PA locale 25
Sintesi caratteristiche della domanda e offerta 27
3. Analisi SWOT 29
4. Organizzazione 33
5. Le azioni per una crescita digitale 37
Azioni infrastrutturali trasversali 38
Sistema Pubblico di Connettività e predisposizione wifi tutti edifici
pubblici 41
Digital Security per la PA 43
Razionalizzazione del patrimonio ICT, consolidamento data center e
cloud computing 45
Servizio Pubblico d’Identità Digitale (SPID) 48
Piattaforme abilitanti 50
Anagrafe Popolazione Residente 51
Pagamenti elettronici 53
Fatturazione elettronica PA 56
Open Data 59
Sanità digitale 62
!3 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
Scuola Digitale 69
Giustizia Digitale 70
Programmi di accelerazione 78
Italia Login – La casa del cittadino 80
Le competenze digitali 84
Smart City & communities 87
Monitoraggio 90
Il fabbisogno finanziario 93
Conclusioni 94
!4 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
Premessa
Le policies dell’innovazione italiana hanno
tradizionalmente pensato più a digitalizzare processi
esistenti, invece di utilizzare il digitale come leva di
trasformazione economica e sociale.
 
Ma l’agenda digitale è invece un’occasione di trasformazione
essenziale per perseguire i grandi obiettivi della crescita,
dell’occupazione, della qualità della vita, della rigenerazione
democratica nel paese.  E se si mettono al centro delle azioni i cittadini
e le imprese, l’innovazione digitale diventa è un investimento pubblico
che coincide immediatamente con una riforma strutturale del Paese.
 
Il processo di digitalizzazione, per definizione, è trasversale, pertanto
anche la presente strategia dovrà integrare in modo sussidiario
quanto realizzato o in fase di realizzazione sia nel settore pubblico, sia
nel settore privato, come ad esempio:
▪ La strategia per la smart specialization per la ricerca, l’innovazione e
la competitività del sistema produttivo;
▪ Il «Patto per la Salute» e le relative iniziative di e-Health del
Ministero delle Salute;
▪ Il piano della Giustizia Digitale in ambito civile e penale;l
programma di riforma “La Buona Scuola” del MIUR;
▪ La strategia per la digitalizzazione delle imprese all’interno del
PON competitività per le 8 regioni del SUD
▪ Le iniziative previste nel PON Governance – capacità istituzionale
!5 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
▪ Le azioni relative al PON Metro per le Smart Cities and
Communities
In quest’ottica, deve realizzarsi una piena sinergia con altre strategie
pubbliche in essere, sia di pertinenza del governo nazionale sia di
competenza regionale, per mettere utilmente “a sistema” obiettivi,
processi e risultati.  
 
Una ricetta nuova, dunque, che mette al centro le esigenze di
modernizzazione e sviluppo digitale di cittadini e imprese italiane,
anche utilizzando gli interventi nel settore pubblico come leva. 

Per questo, la presente strategia si focalizza su:
 
▪ il coordinamento di tutti gli interventi di trasformazione digitale e
l’avvio di un percorso di centralizzazione della programmazione e
della spesa pubblica in materia
▪ il principio di Digital First, attraverso lo switch-off della tipologia
tradizionale di fruizione dei servizi al cittadino
▪ la diffusione di cultura digitale e lo sviluppo di competenze digitali
in imprese e cittadini
▪ la modernizzazione della pubblica amministrazione partendo dai
processi, superando la logica delle regole tecniche e delle linee
guida e puntando alla centralità dell’esperienza e bisogno
dell’utenza
▪ un approccio architetturale basato su logiche aperte e standard,
che garantiscano accessibilità e massima interoperabilità di dati e
servizi
La presente strategia ha, inoltre, un carattere dinamico, per essere
capace di adattarsi progressivamente agli scenari nel periodo di
riferimento 2014-2020.
L’Agenzia per l’Italia digitale   ne coordina l’attuazione con tutte le1
amministrazioni centrali e locali, e avvalendosi del supporto concreto e
fattivo di tutte le Regioni e delle loro strutture sui territori.
 
Lo sviluppo della strategia deve, infatti, avvenire secondo la logica
della co-progettazione, anche valorizzando le best practices sul
territorio per definire piani e standard nazionali. Una logica di
" istituita con il D.L. del 22 giugno 2012, n. 83 e s.m.i.1
!6 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
razionalizzazione e efficienza che capitalizza quanto di buono
realizzato finora e lo proietta nel quadro di sistema Paese.
!7 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
1. Obiettivi
strategici

L’Italia deve crescere: il PIL italiano soffre più degli
altri e la sua ripresa è troppo lenta. Lo sviluppo del
nostro Paese è di gran lunga inferiore alla media
europea e lo sono anche le nostre prospettive di
crescita.
 
Figura 1 - Evoluzione del Pil nei principali Paesi europei, anni 2005-2015
(valori concatenati, anno di riferimento 2005; numero indice 2005=100)
"
Fonte: elaborazioni DPS su dati Eurostat; per il 2013-2015 stime Eurostat
 
Gli anni in cui il PIL nazionale è rimasto stagnante o arretrato sono gli
stessi in cui il processo di digitalizzazione non si è realizzato.  Puntare
sul recupero del terreno perduto nella trasformazione digitale è la
chiave della presente strategia.
Il Consiglio europeo del 26 e 27 giugno 2014 ha ribadito fra le
principali ricette anticrisi proprio quella del mercato unico digitale. Si
tratta di una misura che vale il 3% del Pil all’anno.  
Utilizzare le leve pubbliche per lo sviluppo digitale di cittadini e
imprese è il fulcro di questa strategia. Le risorse pubbliche devono
servire per promuovere la trasformazione digitale delle imprese
italiane e sviluppare le competenze dei cittadini.
Per questo il documento si chiama «crescita digitale", perché è una
strategia dinamica che si deve adeguare alle nuove sfide,
all’evoluzione tecnologica, e al mercato, con un focus sullo sviluppo
socio-economico del sistema paese.  
 
Gli interventi proposti intervengono sulla pubblica amministrazione
esclusivamente in quanto piattaforma abilitante, ma come un mezzo,
non un fine. Una leva potente per aumentare la domanda digitale (di
cui l’Italia registra percentuali inferiori alla media europea) se percorsa
in logica switch-off delle modalità tradizionali di fruizione del servizio
al cittadino.
 
Questo documento, quindi, traccia una roadmap per la digitalizzazione
del Paese capace di:
a.    determinare il progressivo switch off dell’opzione analogica per la
fruizione dei servizi pubblici, progettando la digitalizzazione della
pubblica amministrazione in un’ottica centrata sull’utente e
coordinando e mettendo a sistema le diverse azioni avviate da tutte
amministrazioni pubbliche 
b.    garantire crescita economica e sociale, attraverso lo sviluppo di
competenze nelle imprese e di diffusione di cultura digitale fra i
cittadini per la creazione di nuova domanda capace di generare
offerta innovativa e qualificata,
c. rendere più efficiente il sistema paese, coordinando in materia
unitaria la programmazione e gli investimenti in innovazione digitale
e ICT.
!10 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
2. Il contesto
di riferimento

Utenti Internet ultimi 12 mesi 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Sesso
Maschi 45.8% 49.8% 54.6% 56.6% 58.3% 60.2%
Femmine 35.0% 39.4% 43.6% 46.7% 47.0% 49.7%
Classe di età
6-10 anni 22.2% 30.5% 36.7% 38.2% 40.7% 44.9%
11-14 anni 59.3% 69.6% 75.7% 78.0% 76.3% 80.7%
15-17 anni 76.7% 82.1% 87.2% 89.1% 88.3% 89.6%
18-19 anni 77.2% 83.7% 90.4% 88.7% 88.6% 89.9%
20-24 anni 71.0% 77.6% 82.1% 85.5% 85.6% 85.4%
25-34 anni 62.6% 67.9% 73.3% 77.0% 78.9% 80.1%
35-44 anni 53.8% 58.2% 64.6% 69.4% 68.9% 73.4%
45-54 anni 44.0% 48.6% 53.0% 56.0% 58.6% 61.2%
55-59 anni 29.7% 33.1% 41.0% 42.2% 45.2% 48.7%
60-64 anni 18.0% 22.8% 25.2% 28.6% 30.9% 36.4%
65-74 anni 7.2% 8.5% 12.1% 13.8% 16.3% 18.9%
75 anni e più 1.3% 1.5% 2.0% 2.7% 3.3% 3.5%
Ripartizione geografica
Nord-Ovest 44.7% 48.3% 53.6% 56.5% 57.1% 58.0%
Nord-Est 45.4% 48.2% 51.3% 55.9% 57.6% 60.1%
Centro 42.9% 46.8% 51.3% 54.2% 55.0% 57.6%
Sud 32.1% 37.3% 41.9% 43.6% 43.3% 46.7%
Isole 33.5% 39.5% 44.5% 44.0% 47.5% 49.9%
Condizione occupazionale
Occupati 59.0% 63.6% 68.7% 71.7% 73.0% 75.7%
In cerca di nuova occupazione 40.0% 47.5% 54.8% 58.8% 56.3% 61.0%
In cerca di prima occupazione 41.7% 55.3% 59.7% 68.9% 66.5% 68.0%
Casalinghe 10.8% 14.3% 17.1% 19.5% 19.3% 21.6%
Studenti 85.0% 88.3% 91.8% 92.3% 93.2% 92.1%
Ritirati dal lavoro 9.3% 10.6% 13.3% 14.7% 16.3% 18.3%
Altra condizione 12.2% 16.2% 22.6% 23.2% 24.3% 24.9%
Totale 40.2% 44.4% 48.9% 51.5% 52.5% 54.8%
La domanda di
servizi in rete
Il ritardo dell'Italia
Il quadro che emerge dagli ultimi dati resi disponibili dal Digital Agenda
Scoreboard evidenzia una situazione di estrema debolezza2
nell’utilizzo dei servizi in rete da parte di cittadini e imprese italiani.
Al di là della dicotomia relativa agli aspetti infrastrutturali, per cui
l’Italia risulta allineata alla media europea per la banda larga, mentre
presenta una situazione di grave ritardo nella banda ultra larga, il
divario rispetto agli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea è tuttora
rilevante.
Gli utenti regolari di Internet sono solamente il 56% della popolazione3
di età compresa tra 16 e 74 anni, contro una media europea pari al
72%, mentre per converso sono il 34% gli italiani che non hanno mai
utilizzato Internet contro il 21% medio europeo.
Il livello di utilizzo dei diversi servizi in rete è di norma inferiore alla
metà del valore medio riscontrabile all’interno dell’Unione Europea e,
di conseguenza, molto distante dagli obiettivi europei fissati per il
2015. La diffusione dell’acquisto di beni e servizi in rete è leggermente
inferiore al 20% in Italia, a fronte del 47% medio dell’Unione Europea,
" Commissione europea, Digital Agenda Scoreboard, 20142
" Individui che hanno utilizzato Internet almeno una volta a settimana nel corso degli3
ultimi tre mesi
!13 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
con valori ancora più bassi per gli acquisti cross-border (6,6% contro il
12,1%). Allo stesso tempo, i cittadini italiani che hanno utilizzato servizi
di e-government sono pari a circa il 21% rispetto al 42% medio
europeo, mentre coloro che hanno inviato moduli della Pubblica
Amministrazione compilati sono poco più del 10% contro il 21%.
Il divario è rilevante anche per le piccole e medie imprese (imprese con
10 e più addetti) che vendono online. In effetti, solo meno del 5% delle
PMI italiane vendono in rete , rispetto al 14% europeo.4
Analizzando la dinamica degli ultimi tre anni si rileva come, nonostante
l’incremento nel valore degli indicatori, il posizionamento relativo
rispetto alla media europea tenda in realtà a peggiorare, ad eccezione
degli utenti regolari di Internet e dell’invio di moduli compilati della
Pubblica Amministrazione.
La domanda dei cittadini
Il ritardo nell’utilizzo dei servizi in rete trova origine innanzitutto nelle
caratteristiche socio-demografiche della popolazione che utilizza
Internet. In effetti, mentre per la fascia di età 16-24 anni il
differenziale è di circa 10 punti percentuali rispetto alla media europea,
il divario cresce sensibilmente per le fasce di età successive (di 15
punti per la fascia 25-54 e di 18 punti per la fascia 55-74 anni).
" Il dato si intende alle imprese che realizzano almeno 1% del proprio fatturato online4
!14 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
45
51
565658606263656666697071717274757777788080
878991929293
Regular Internet usage (% individuals aged 16-74)
Penetrazione Internet (vari perimetri di tempo e frequenza) e abitazioni con accesso
Internet - Dati a dicembre 2013
In sintesi, le principali differenze nell’utilizzo di Internet da parte dei
cittadini si possono riassumere nel seguente modo :5
▪ L’utilizzo di internet cresce con l’età, fino ad arrivare a sfiorare il
99% nella fascia 18-19 anni, per poi scendere progressivamente
sotto il 75% nella fascia 35-44 anni, sotto al 50% per quella di
55-59 anni, fino a valori inferiori al 10% nella fascia di 75 anni e
oltre;
▪ Permane un differenziale di poco più di 10 punti tra l’utilizzo di
Internet da parte dei maschi rispetto alle femmine;
▪ La penetrazione per area geografica varia dal 60% del Nord-Est al
50% delle Isole;
▪ La penetrazione per condizione professionale è attorno al 20% per
casalinghe (21%) e i ritirati dal lavoro (18%), ma sale,
rispettivamente, oltre il 75% e il 90% per gli occupati e gli studenti;
▪ L’85,7% delle famiglie con almeno un minorenne possiede un
collegamento a Internet, mentre nelle famiglie di soli anziani di 65
anni e più la presenza di Internet scende al 12,7%.
Oltre al ritardo nell’utilizzo di Internet si aggiunge anche il divario negli
skills digitali. In Italia, il 61% degli individui nella fascia 16-74 anni
possiede un livello di skills ICT basso (21%) o nullo (40%), contro il 46%
della Spagna, il 42% del Regno Unito, il 40% della Germania e il 37%
della Francia, fino ad arrivare a valori inferiori al 30% per Finlandia,
Svezia, Olanda, Danimarca e Lussemburgo .6
Ulteriori differenze si riscontrano anche nei servizi utilizzati dagli
utenti Internet italiani rispetto a quelli degli altri Paesi dell’UE. L’indice
di diversificazione delle attività svolte in rete è inferiore a 5 per l’Italia,
contro la media europea di 6,2 . In effetti, mentre le attività legate alla7
comunicazione e all’informazione presentano dei livelli di diffusione
allineati rispetto alla media europea, per quanto riguarda le attività
transattive il divario rimane particolarmente ampio (32% di acquisti
online contro il 61%, 37% di online banking contro il 55%). Allo stesso
" Istat, Cittadini e nuove tecnologie, dicembre 20135
" Commissione europea, Digital Agenda Scoreboard, 20146
" Commissione europea, Digital Agenda Scoreboard, 2014. Indice su 12 possibili attività7
online.
!15 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
tempo, gli utenti Internet che hanno utilizzato servizi di e-government
nell’ultimo anno è stato pari al 34%, contro il valore medio europeo del
54% .8
Anche se negli ultimi anni la crescita maggiore è riferibile
all’interazione con altri utenti attraverso i social network, si
riscontrano sensibili incrementi per l’insieme delle attività svolte
online. Ad esempio, dal 2011 al 2013 l’utilizzo di Internet per la ricerca
di informazioni sanitarie è cresciuto dal 45% al 50%, così come l’utilizzo
del web per leggere informazioni, giornali e riviste è passato dal 51% al
63% nell’ultimo anno. Allo stesso tempo, sono cresciuti sensibilmente i
servizi finanziari, assicurativi e gli acquisti di bei e servizi (da 5 a 8
punti percentuali di penetrazione).
Le motivazioni principali che guidano le relazioni online con la Pubblica
Amministrazione, sono il pagamento delle tasse (27%), l’iscrizione a
scuole superiori o all’università (21%) e l’accesso alle biblioteche
pubbliche, mentre valori più bassi sono riscontrabili per la richieste di
documenti personali e certificati (11% e 8%, rispettivamente) . La9
condizione professionale è la caratteristica che influenza
maggiormente la motivazione del contatto con la Pubblica
Amministrazione.
Riguardo al gradimento dei servizi online della Pubblica
Amministrazione e alle criticità riscontrate, si può notare come:
▪ Un elevato livello di soddisfazione venga rilevato per meno del 5%
degli utenti Internet, ma è anche vero lo stesso valore si riscontra
per gli utenti per nulla soddisfatti. La maggior parte degli utenti si
dichiara, invece, abbastanza soddisfatto, con un gradimento
relativamente maggiore per l’utilità delle informazioni disponibili
(67%) rispetto ad altri aspetti come le informazioni sullo stato di
avanzamento delle pratiche (49%);
▪ A livello territoriale, la quota di utenti soddisfatti diminuisce dal
Nord al Sud, con i valori più elevati per regioni come Trentino Alto
Adige e Umbria e valori minimi per Calabria e Sicilia. Anche se le
differenze non sono particolarmente rilevanti, si risconta un
gradimento leggermente superiore alla media per i comuni centro
di aree metropolitane e i piccoli comuni, mentre le criticità maggiori
sono riferibili alle periferie delle aree metropolitane;
" Commissione europea, Digital Agenda Scoreboard, 20148
" Istat, Cittadini e nuove tecnologie, dicembre 20139
!16 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
▪ La qualità delle informazioni (completezza, chiarezza,
aggiornamento) vengono citate dal 36% degli utenti Internet come
la principale criticità, seguita dai problemi tecnici del sito (28%) e
dalle carenze del servizio di assistenza (21%);
Infine, per quanto concerne le motivazioni che spiegano il mancato
utilizzo di Internet da parte delle famiglie, il principale ostacolo rimane
la mancanza di skills (43%), seguito dalla percezione di inutilità (27%),
mentre la barriera dell’accessibilità economica riveste un peso
relativamente meno importante (10% degli intervistati cita il costo del
collegamento e il 9% il costo degli strumenti per connettersi). Da
notare, inoltre, come il 13% delle famiglie dichiari di collegarsi in realtà
da altri luoghi .10
Questo ultimo aspetto va tenuto in dovuta considerazione nello
sviluppo dei servizi in rete vista la rapida crescita dell’utilizzo dei
dispositivi mobili per lo svolgimento delle diverse attività in rete. In
effetti, nel 2013 era già 1/3 gli utenti Internet che utilizzano Internet
in luoghi diversi da casa o dal posto di lavoro .11
Un ulteriore aspetto fondamentale nell’orientamento delle politiche
per lo sviluppo dei servizi in rete è rappresentato dal peso ancora
prevalente dell’utilizzo dei canali più tradizionali per l’interazione con la
Pubblica Amministrazione.
Secondo un’indagine condotta dall’Istat nel 2012 , il contatto diretto12
tramite lo sportello rappresenta la modalità ancora prevalente nella
relazione con la Pubblica Amministrazione (64%), seguita dal telefono
(18%), mentre l’utilizzo degli strumenti online si ferma a meno del 20%.
L’utilizzo degli strumenti online supera il 35% per i giovani con meno di
30 anni e per le persone con un elevato grado di istruzione.
Modalità prevalente di contatto tra PA - consumatori
Anno 2012, quote percentuali di risposta per titolo di studio
" Istat, Cittadini e nuove tecnologie, dicembre 201210
" Istat, Cittadini e nuove tecnologie, dicembre 201311
" Istat, L’uso dell’e-government da parte di consumatori e imprese, 201312
!17 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
Sportello PEC Telefono Internet Fax/Posta No contatti
Universitari Scuola superiore
Scuola Inferiore Elementare o nessun titolo
Totale campione
31%
2%1%
15%
0%
62%
19%
3%
7%
19%
1%
70%
13%
2%
22%
20%
5%
65%
9%
2%
37%
17%
12%
57%
Il grado di soddisfazione per i servizi prestati online è superiore nel
caso delle pratiche scolastiche (82% di utenti molto o abbastanza
soddisfatti) rispetto alle pratiche sanitarie (73%) a quelle anagrafiche e
a quelle riguardanti il lavoro (70% e 69%, rispettivamente). Anche se
per circa il 40% la qualità del servizio è migliorata nell’ultimo anno, la
maggioranza (48%) ritiene che non ci siano stati miglioramenti
sensibili.
La situazione sopra descritta evidenzia come l’obiettivo dell’Agenda
Digitale Europea di avere entro il 2015 il 75% dei cittadini utenti
regolari di Internet non sia di fatto raggiungibile per il nostro Paese.
Negli ultimi cinque anni l’utilizzo di Internet è cresciuto dal 40,3% al
54,3%, con incrementi annui che sono dell’ordine di alcuni punti
percentuali nell’ultimo periodo .13
La domanda delle imprese
Gli indicatori analizzati dal Digital Agenda Scoreboard in materia di14
adozione di servizi digitali mostrano come le imprese italiane (10 e più
addetti) siano allineate rispetto alla media europea in materia di
utilizzo di applicazioni gestionali integrate (ERP), mentre il divario è più
marcato per l’utilizzo di applicazioni di gestione della relazione con i
clienti (CRM), ma anche riguardo alla diffusione di dispositivi aziendali
mobili. Il divario è invece relativamente minore riguardo alla presenza
di siti web e alla fatturazione elettronica.
"
" Uso di Internet da parte di persone con 6 anni e più. Istat, Cittadini e nuove13
tecnologie, dicembre 2013
" Commissione europea, Digital Agenda Scoreboard, 201414
!18 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
Uno dei dati peggiori riguarda l’e-commerce, che potrebbe invece
rappresentare un buon volano, anche per l’export. Solo il 5% delle
imprese italiane vende online.
Soprattutto per le imprese con meno di 10 addetti, che sono la
stragrande maggioranza del tessuto produttivo, la diffusione delle
attività in rete sconta le difficoltà nelle competenze già rilevate per i
cittadini, che si accentuano per le imprese nelle quali l’età del titolare
di impresa è più elevata.
Enterprises using any computer network for sales (at least 1%) - Dati a dicembre 2013
Da notare, come per oltre il 40% delle imprese il principale ostacolo
all’utilizzo di Internet sia la percezione di inutilità rispetto alla propria
attività.
Un’area in forte crescita e evoluzione è relativa all’utilizzo dei social
media. Circa il 25% delle imprese utilizza almeno un social media e
l’11% ne utilizza almeno due, con la finalità di sviluppare l’immagine
dell’impresa e dei suoi prodotti (19%), ma anche di interagire con la
clientela per rispondere a domande ovvero sviluppare nuovi prodotti e
servizi (rispettivamente il 13% e il 9% delle motivazioni dell’utilizzo).
Per quanto concerne i rapporti con la Pubblica Amministrazione, sono
circa l’86% le imprese che utilizzano Internet per relazionarsi con le
amministrazioni pubbliche.
I dati rilevati dall’Istat nel 2012 consentono di ricostruire un quadro più
completo dell’utilizzo dei servizi in rete offerti dalla Pubblica
Amministrazione .15
"15
!19 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
Denmark
CzechRepublic
Sweden
Ireland
Germany
Belgium
Lithuania
UnitedKingdom
Croatia
Slovakia
Finland
Luxembourg
EuropeanUnion
Portugal
Netherlands
Austria
Spain
France
Slovenia
Malta
Estonia
Hungary
Romania
Poland
Greece
Latvia
Cyprus
Italy
Bulgaria
55
778991010111111
1313131414
1616
1818192021222324
2627
% of enterprises
Utilizzo dei principali servizi di e-government da parte delle imprese
Anno 2012, quote percentuali di imprese che dichiarano di aver utilizzato lo strumento
La modalità di interazione prevalente è diventa la posta elettronica
(quasi il 70%), con una quota significativa di imprese che utilizzava la
posta elettronica certificata (35%), mentre le modalità più tradizionali
sono in progressiva riduzione.
I servizi più diffusi sono la gestione dei certificati medici (86%), seguiti
dai servizi per il lavoro (77%) e dalla posta elettronica certificata (35%),
mentre gli altri servizi presentano una diffusione significativamente
inferiore (gare d’appalto al 18%, sportello unico delle attività produttive
al 16%, fino alla fatturazione elettronica al 10%.
In realtà, appare chiaro come la rapida diffusione dell’utilizzo dei
servizi in rete sia strettamente legata all’obbligatorietà o meno delle
procedure telematiche e questo a maggiore ragione per le imprese
minori.
Anche se il 40% delle imprese dichiara di non aver riscontrato nessun
problema nell’utilizzo dei servizi online, i principali ostacoli all’utilizzo o
ad un uso più esteso sono riconducibili alla necessità di un contatto
personale (26%), a difficoltà tecniche (18%), ovvero a timori per la
sicurezza del processo (10%). Le valutazioni sulla percezione della
qualità del servizio e la sua evoluzione sono sostanzialmente in linea
con il punto di vista dei cittadini (cfr. sopra).
L’offerta di servizi in rete
Anche se possono esserci delle specificità nazionali legate alle
strategie di sviluppo dei grandi attori internazionali, l’offerta dei servizi
!20 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
Servizi 

per il lavoro
Certificati 

medici
Domanda 

e offerta di lavoro
Sportello 

unico
Interazione 

con la PA 

tramite PEC
Gare d'appalto 

e bando online
Fatturazione 

elettronica
9%13%
62%
29%
14%
66%65%
17%
22%
71%
24%
8%
60%
68%
10%
18%
71%
16%
11%
86%
77%
Manufatturiere
Servizi
Commercio
online privati è di fatto globalizzata. I fornitori di servizi nazionali
adottano delle strategie di nicchia o multi nicchia per soddisfare
specifiche esigenze locali, ovvero diversi livelli di maturità della
domanda, ma gli scenari di offerta rispecchiano delle traiettorie di
sviluppo che tendono ad essere relativamente omogenee rispetto a
quanto accade nei principali Paesi europei. Allo stesso tempo, gli attori
internazionali introducono i servizi più innovativi sui singoli mercati
nazionali secondo una tempistica che rispecchia il potenziale locale,
ovvero l’esistenza di vincoli Paese di tipo infrastrutturale,
regolamentare o normativo. Di fatto, l’Italia non viene spesso
considerato tra i primi Paesi da indirizzare per l’ingresso sul mercato
europeo .16
L’analisi che segue è, di conseguenza, incentrata sull’offerta dei
principali servizi online e sulle politiche di digitalizzazione della
Pubblica Amministrazione.
Il posizionamento dell’Italia
Secondo gli ultimi dati dell’eGovernment Benchmark europeo, l’Italia17
presenta una situazione dicotomica. In effetti, mentre per quanto
riguarda la disponibilità dei servizi il posizionamento dell’Italia risulta
tra i migliori, la situazione è molto meno positiva sia in termini di
" Si veda a questo proposito la strategia recentemente adottata dall’operatore di16
servizi di video streaming Netflix per l’ingresso sul mercato europeo
" Commissione europea, Delivering on the European Advantage?, Final Insight Report,17
May 2014 e Commissione europea, Delivering the European Advantage?, Final
Background Report, May 2014
!21 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
facilità di utilizzo che dei livelli prestazionali.

Esaminando con maggiore dettaglio le diverse componenti di servizio
oggetto del confronto, si conferma il punto di forza dell’Italia sulla
componente di “User Centricity” (soprattutto la disponibilità on-line
dei servizi) e la trasparenza, mentre appare carente la disponibilità e
usabilità dei servizi transfrontalieri. Tra i fattori chiave abilitanti, sopra
la media appare solamente l’identità digitale, mentre permane un
significativo ritardo in particolare riguardo agli aspetti di sicurezza
delle transazioni e alla documentazione elettronica.
Come negli altri Paesi europei, anche in Italia si riscontra una maggiore
disponibilità e qualità dei servizi di e-government a livello centrale
rispetto al livello locale.
La situazione nelle diverse
aree applicative
Prendendo in considerazione i principali comparti dell’Amministrazione
con ricadute significative su cittadini e imprese (Sanità, Scuola,
Giustizia, Anagrafe, Pagamenti, ecc.), la situazione rimane altamente
differenziata sul territorio, ad eccezione del settore della Giustizia,
dove l’attivazione del Processo Civile Telematico è divenuta
obbligatoria per tutti i soggetti e per tutto il territorio nazionale dal 30
giugno 2014. La digitalizzazione del processo penale è invece ancora
sperimentale in alcune sedi giudiziarie.
Sanità
Il processo di digitalizzazione della sanità, già avviato dopo la
pubblicazione delle linee guida sul Fascicolo Sanitario Elettronico da
parte del Ministero della Salute nel 2011, ha subito nel corso degli
ultimi due anni un’importante accelerazione, con l’approvazione di
diversi decreti in materia di sanità elettronica e la diffusione del
Fascicolo Sanitario Elettronico su tutto il territorio nazionale.
Tuttavia, a fronte di un quadro programmatoriodi programmazione
ormai definito, la diffusione sul territorio del Fascicolo Sanitario
Elettronico (FSE) è ancora molto frammentata. In base ai dati del
Rapporto sull’Innovazione nell’Italia delle regioni (RIIR) pubblicato dal CISIS
nel 2012, il FSE è stato già realizzato ed è a disposizione dei cittadini in
!22 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
quattro regioni (Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Sardegna) e
nella Provincia Autonoma di Trento, ma il numero di fascicoli
realmente attivi e funzionanti è ancora molto basso: solo il 13% della
popolazione è dotata di un fascicolo attivo, di cui la gran parte risulta
residente in Lombardia (6 milioni circa di FSE attivi). Inoltre, le
funzionalità integrate nei diversi fascicoli e la tipologia di documenti
gestiti in digitale che confluiscono nei repository sono ancora molto
disomogenee tra di loro.
Diffusione e adozione del Fascicolo Sanitario Elettronico
Fonte: CISIS, 2012
Uno dei problemi principali da affrontare per arrivare ad una completa
diffusione del FSE rimane il livello di informatizzazione delle aziende
sanitarie sul territorio: l’Osservatorio sulla sanità elettronica del
Politecnico di Milano segnala infatti che solo il 6% delle cartelle cliniche
in Italia è dematerializzato e, problema ancora più rilevante, il grado18
di maturità ed interoperabilità tra le cartelle elettroniche disponibili è
ancora troppo basso.
Un ulteriore tema rilevante è l’introduzione della ricetta elettronica in
sostituzione della ricetta cartacea, di cui è prevista l’entrata a regime
per l’80% delle prescrizioni entro il 2014 in tutte le Regioni.
" MIP, Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità, 201418
!23 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
In base ai dati di fine 2013 dell’Osservatorio Piattaforme Between , il19
49% delle aziende sanitarie offre la possibilità di prenotare online le
visite specialistiche, il 24% di pagare il ticket via web ed il 43% di
accedere ai referti. Molto importante risulta la presenza di piattaforme
di livello regionale che offrono il servizio a tutte o alla maggior parte
delle aziende sanitarie presenti sul territorio.
Entro novembre 2015 tutte le aziende sanitarie dovranno consentire il
pagamento online delle prestazioni erogate e rendere disponibili i
referti anche in formato digitale .20
Infine, il Patto per la Sanità Digitale ha rafforzato l’impegno21
congiunto tra Regioni e Governo per l’innovazione tecnologica nella
sanità, prevedendo l’avvio di attività per la definizione di un
Masterplan per le iniziative di Sanità Digitale entro la fine del 2014.
Scuola
Anche l’Italia, come gli altri Stati membri dell’Unione Europea, ha
avviato negli ultimi anni diverse iniziative e progetti per rinnovare il
sistema scolastico nazionale e diffondere l’innovazione digitale nelle
scuole. In particolare, a partire dal 2008, il MIUR (Ministero
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) ha realizzato il piano
“Scuola Digitale”, che concentrava l’attenzione su tre obiettivi chiave:
▪ La diffusione di Lavagne Interattive Multimediali (LIM) nelle scuole;
▪ L’allestimento di classi tecnologicamente avanzate (progetto
“Cl@ssi 2.0”);
▪ La realizzazione di un modello di didattica avanzato per le zone
territorialmente disagiate attraverso il progetto “Isole in rete”.
Le azioni del piano sono state poi rafforzate nel Piano eGov 2012 (del
2009) e nell’Agenda Digitale Italiana (2012), ove è stato introdotto il
nuovo “Piano Nazionale Scuola Digitale”, che prevede, oltre al
rafforzamento delle linee precedentemente descritte, anche la
costituzione di centri scolastici digitali per garantire l’offerta formativa
" Between, Osservatorio Piattaforme Pubblica Amministrazione, 201419
" Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 agosto 2013 (pubblicato in20
Gazzetta Ufficiale n.243 del 16 ottobre 2013)
" Conferenza Stato – Regioni, Patto per la Sanità Digitale – Documento21
Programmatico, 2014
!24 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
anche in contesti territoriali svantaggiati, nonché l’introduzione dei
testi scolastici digitali a partire dall’anno scolastico 2014/2015 .22
Le dotazioni tecnologiche nelle scuole statali risultavano, nell’anno
scolastico 2013-14 , in crescita in tutti i livelli scolastici e le tipologie23
di scuole. La dematerializzazione dei principali processi ha ormai
raggiunto la maggior parte degli istituti: protocollo informatico 78,3%,
registro elettronico 58,2%, comunicazione online scuola-famiglia
50,4%, con la sola archiviazione elettronica dei documenti che rimane
inferiore al 50% degli istituti (31,2%). Le dotazioni multimediali
riguardano sia i laboratori (78% connesso in rete, 58% dotati di LIM o
proiettore interattivo), che le classi (rispettivamente il 46,5% e il 32%).
Le connessioni ad Internet ad alta velocità sono presenti nel 23% degli
istituti del secondo ciclo e il 10% di quelli del primo ciclo. Infine, il
numero di studenti per PC è sceso a 7,8 (dagli 8,7 del 2012), con valori
pari a poco meno di 10 unità per il primo ciclo e 5,7 per il secondo
ciclo.
A livello territoriale, alcune Regioni del Sud (Molise, Puglia, Basilicata,
Sardegna), grazie all’utilizzo efficace dei fondi strutturali, mostrano
percentuali di adozione più elevate della media italiana. Tra le altre
Regioni, i tassi di penetrazione più elevati si riscontrano nelle Marche,
Emilia-Romagna, Toscana e Friuli Venezia Giulia.
La recente proposta di riforma «La Buona Scuola» ora in fase di
consultazione pubblica https://labuonascuola.gov.it/ aggiorna ed evolve
anche i programmi di digitalizzazione sia della infrastruttura, sia della
didattica.
Servizi PA locale
Quasi tutti i Comuni hanno ormai un sito web (99,4%) , anche se24
meno del 20% eroga servizi che possono essere svolti completamente
online. I tributi locali (tasse sulla casa e sui rifiuti) sono i più diffusi
(oltre il 60%), seguiti dai servizi legati all’anagrafe (57%).
Oltre metà del Comuni con più di 60.000 abitanti offre servizi
completamente transattivi, mentre tale percentuale scende sotto il
15% nei Comuni sotto i 5.000 abitanti.
" Decreto Crescita 2.0 e Decreto ministeriale n.781 del 27 settembre 201322
" MIUR, DG Studi, Statistica e Sistemi Informativi - Le Dotazioni multimediali per la23
didattica nelle scuole, A.S. 2013/14, gennaio 2014
" Istat, Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione nella Pubblica24
Amministrazione Locale, 2013
!25 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
Alcuni servizi di sportello (es. Attività Produttive) sono stati
recentemente oggetto di switch-off verso l’online in tutti i Comuni,
anche se permangono alcune criticità, ad esempio per consegna degli
allegati tecnici, che non risulta sempre possibile per via telematica.
A livello territoriale, la maggior diffusione di servizi online
completamente transattivi si riscontra in Emilia Romagna (40% dei
Comuni) e Veneto (30%), mentre le situazioni più arretrate (inferiori al
10%) sono relative alla Basilicata e il Molise, ma anche le Regioni e
Province Autonome dell’arco alpino (Valle d’Aosta, Province Autonome
di Trento e di Bolzano), dove sono particolarmente numerosi i Comuni
di piccole dimensioni.
Per quanto concerne in particolare i Comuni capoluogo , negli ultimi25
anni sono stati sviluppati nuovi servizi innovativi, tra quali:
▪ Open Data. Il 24% dei Comuni capoluogo pubblica dati in formato
aperto sul proprio sito, con una crescita del 130% rispetto all’anno
precedente. Allo stesso tempo, nell’ultimo anno sono quintuplicati i
dataset pubblicati;
▪ Servizi per la mobilità. I capoluoghi con travel planner sono il 43%,
in crescita del 50% rispetto al 2012, mentre le città con mobile
app per i trasporti pubblici sono il 25% (+ 120%);
▪ Servizi per il turismo. Tutti i Comuni capoluogo hanno sviluppato
pagine web per il turismo, ma solo in metà dei casi si tratta di veri e
propri portali. Tuttavia, risultano ancora poco sviluppati i servizi più
interattivi e transattivi: solo il 14% dei Comuni consente di accedere
alla prenotazione delle strutture ricettive dal proprio sito e solo il
3% di acquistare online biglietti per musei o monumenti;
▪ Sicurezza urbana. Quasi la metà dei Comuni ha installato reti di
sensori e videosorveglianza per monitorare la sicurezza in ambito
urbano, ma solo il 16% eroga dei servizi online al cittadino in questo
ambito;
▪ Pagamenti elettronici. Solo il 15% dei Comuni capoluogo consente il
pagamento online della TASI, e percentuali ancora più basse
riguardano gli altri tributi comunali. La situazione appare migliore
per scuole e asili nido comunali, per le quali il pagamento online di
alcuni servizi (ad esempio il servizio mensa) è consentito nel 28%
dei casi.
" Between, Smart City Index, 201425
!26 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
Sintesi caratteristiche della domanda
e offerta
Sulla base delle evidenze sopra riportate è possibile fare alcune
considerazioni di sintesi sulle caratteristiche della domanda e
dell’offerta di servizi di in rete, che devono essere prese in
considerazione per creare un ambiente favorevole allo sviluppo dei
servizi ed al loro utilizzo:
▪ La domanda di servizi online è condizionata da un livello di
diffusione dell’utilizzo di Internet che è ancora significativamente
inferiore rispetto a quanto riscontrabile nei Paesi più avanzati. Allo
stesso tempo il livello degli skills ICT rimane largamente deficitario
rispetto alla media europea;
▪ Inclusione digitale e skills ICT sono problemi che accomunano le
fasce più anziane di popolazione e molte delle micro imprese
italiane;
▪ Il divario rispetto agli altri Paesi europei è particolarmente evidente
per quanto riguarda i servizi transattivi, mentre è più ridotto per i
servizi di informazione, comunicazione e intrattenimento;
▪ La domanda di servizi online delle imprese presenta un’estrema
eterogeneità sia dimensionale, soprattutto, che settoriale.
L’innalzamento della cultura digitale delle micro imprese è un tema
prioritario per consentire di migliorare il loro livello di competitività;
▪ I processi di adozione dei servizi online della Pubblica
Amministrazione appaiono fortemente condizionati dal livello di
obbligatorietà, così come appare fondamentale il ruolo degli
intermediari per garantire l’utilizzo delle procedure telematiche da
parte delle imprese minori;
▪ Le Amministrazioni a tutti i livelli hanno fatto notevoli sforzi per la
digitalizzazione dei processi e per l’attivazione di servizi in rete.
Tuttavia, la Pubblica Amministrazione Centrale, le Regioni ed i
grandi Comuni mostrano ancora una maggiore capacità di attivare
servizi in rete rispetto ai comuni di minori dimensione;
▪ A partire dagli anni 2010-11 si è iniziato a parlare più
concretamente di switch-off digitale dei servizi, in particolare nei
!27 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
rapporti con le imprese, ma tale obiettivo è stato raggiunto solo in
alcuni procedimenti verticali, a dimostrazione dell’importanza della
necessità di reingegnerizzazione dei processi. Le esperienze in
materia di Sportello Unico delle Attività Produttive, Certificati di
Malattia, Processo Civile Telematico, rappresentano degli esempi
concreti di possibile attuazione dei processi di diffusione
dell’innovazione digitale guidati dai servizi della Pubblica
Amministrazione;
▪ Alcuni comparti sono stati oggetto di piani di innovazione specifici,
di tipo top-down (es. scuola e giustizia) o condivisi tra diversi livelli
amministrativi (es. sanità);
▪ L’ulteriore sviluppo del processo di digitalizzazione richiede
primariamente l’attivazione di progetti nazionali abilitanti (in
particolare nell’ambito dei pagamenti elettronici) e di un maggiore
coordinamento unitario della programmazione, oltre che iniziative
di diffusione della cultura digitale e dello sviluppo delle
competenze sia per le imprese, sia per aumentare i tassi di utilizzo
fra i cittadini.
!28 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
3. Analisi
SWOT

FORZE DEBOLEZZE
Coordinamento nazionale
attraverso AgID con visione
unitaria
Necessità di ingenti
investimenti per colmare il gap
con il resto d’Europa
Aumentata consapevolezza
politica e sociale del ruolo
strategico del processo di
digitalizzazione
Basso livello di skills e cultura
digitale nella popolazione e
nelle imprese
Contestuale e sinergico avvio
piano nazionale Banda Ultra
Larga
Attuale carenza di infrastrutture
di connettività ultra-veloce
Q u a d r o n o r m a t i v o d i
riferimento che indirizza gli
ambiti di azione
Carenza di innovazione nelle
PMI 
Avvio di strategie
complementari  e sinergiche per
definire in modo coordinato
architetture e servizi
fondamentali
Frammentazione delle risorse e
duplicazione degli investimenti
OPPORTUNITA’ MINACCE
Centralità su cittadini e imprese
nella progettazione dei servizi
Mancanza di coordinamento e
disallineamento temporale delle
azioni strategiche individuate
 fra le diverse regioni
Orientamento all’evoluzione
della rete e dei cambiamenti
n e l l a i n t e r a z i o n e / u s e r
experience
Stratificazione delle norme e
over-regulation
Switch–off dei tradizionali
canali di interlocuzione con la
PA
Resistenza al cambiamento
!31 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
 
 
Nuovi investimenti derivanti da
economie rese possibili dalla
razionalizzazione della spesa
ICT pubblica
Obsolescenza di sistemi legacy
tuttora in uso
!32 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
4.
Organizzazione

ll Governo ha operato recentemente interventi di
semplificazione della governance dell’Agenda
Digitale Italiana (ADI), al fine di assicurarne una
maggiore efficacia. Ulteriori semplificazioni saranno
realizzate in sede di attuazione del Disegno di legge
delega sulla riforma della pubblica amministrazione,
attualmente all’esame del Parlamento. La titolarità della
responsabilità dell’ADI è del massimo livello politico, il Presidente del
Consiglio dei Ministri, anche attraverso il proprio Consigliere
all’Innovazione, che la condivide con il Ministro per la semplificazione e
la pubblica amministrazione, sulla base di espressa delega. A
quest’ultima è assegnata la vigilanza sull’Agenzia per l’Italia digitale
che è chiamata ad assicurare il conseguimento degli obiettivi dell’ADI
attraverso il coordinamento delle amministrazioni statali e regionali.
AgID assicura anche la necessaria integrazione fra la strategia
nazionale e i piani operativi regionali per evitare l’eccessiva
frammentazione degli interventi sperimentata in passato. Una grande
opportunità capace di sfruttare sinergie e razionalizzare le risorse
impiegate.
L’Agenzia è quindi il braccio operativo della Presidenza del Consiglio dei
Ministri che, ai sensi della legge istitutiva (L.n. 134/12) coordina
l’attuazione della presente strategia e ha la responsabilità di
assicurare sotto il profilo dell'efficacia ed economicità il
raggiungimento complessivo degli obiettivi, anche monitorando
l'attuazione di tutti i piani avviati per la digitalizzazione del Paese.
Ai fini dell’attuazione della strategia per l’attuazione dell’ADI
assumono un ruolo di rilievo , fra gli altri:
• il Ministero dello Sviluppo Economico per quanto concerne la
strategia nazionale per la banda ultralarga, i programmi per la
competitività delle imprese e gli interventi sulle Smart Cities,
• il Ministero della Salute relativamente alle iniziative di e-helath
contenute nel «Patto per la Salute»,
• il Ministero dell’Istruzione, della Università e della Ricerca per le
iniziative sul sistema scolastico e universitario, nonché per la citata
smart specialization.
• il Ministero dell’Economia e della Finanza per quanto concerne la
centralizzazione della programmazione e della spesa, nonché per la
collaborazione operativa delle proprie società inhouse SOGEI e
CONSIP,
• la Banca d’Italia per le iniziative sulla digitalizzazione dei pagamenti,
• il Ministero della Giustizia sia relativamente al processo telematico,
sia più in generale per la digitalizzazione del settore,
• il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, per lo
sviluppo delle aree rurali attraverso il digitale, considerando che
anche il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale concorre a
finanziare la presente strategia
Le Regioni e le Province Autonome hanno competenza diretta in
materia e gestiscono le risorse destinate al finanziamento della
strategia, realizzando anche autonomamente i piani.
E’ evidente, in ogni caso, che l’Obiettivo Tematico Agenda Digitale è
per sua natura trasversale e avrà bisogno quindi di grande
coordinamento e visione unitaria con tutte le amministrazioni centrali
e locali nella sua attuazione.
Nel passato il coordinamento fra Amministrazioni centrali e locali è
stato inadeguato, con risultati negativi sia sotto il profilo
!35 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
dell’economicità sia della qualità e tasso di utilizzo di prodotti e servizi
realizzati.
L’Agenzia per l’Italia digitale vuole, dunque, promuovere un nuovo e
mutato rapporto tra le amministrazioni centrali e quelle locali, basato
su una cooperazione orizzontale virtuosa, fondata sulla co-
progettazione dei servizi per definire standard comuni, anche partendo
dalle migliori pratiche.
La cooperazione fra le Amministrazioni consentirà di valorizzare le
risorse e le professionalità già al servizio delle amministrazioni sui
territori per completare il processo di digitalizzazione del Paese.
L’Agenzia per la Coesione (AC) considerando la natura dei
finanziamenti della presente strategia, l’Agenzia eserciterà i suoi
poteri di coordinamento e controllo della spesa valutando indirizzando
i piani regionali, nonché monitorando l’attuazione della misura
analizzando i dati pubblicati dal Ministero dello sviluppo economico.
Come già accaduto in passato con il Piano Azione Coesione, l’Agenzia
potrà anche definire direttamente iniziative di sviluppo e attuare –
coordinando le Regioni e le Province autonome - tutte le misure che
consentano l’ottimizzazione delle risorse assegnate e il contenimento
dei costi operativi.
Il Digital Champion (DC) contribuirà alla disseminazione e divulgazione
dei risultati, nonché alle attività di comunicazione pubblica a supporto.
!36 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
5. Le azioni
per una
crescita
digitale

Azioni
infrastrutturali
trasversali
La presente strategia è sinergica e complementare a
quella nazionale per la banda ultralarga che ambisce
a massimizzare l’offerta del servizio di connettività
fino ai 100mbps. Aver concepito un piano integrato
delle infrastrutture e dei servizi è un punto di forza
della strategia, capace di colmare il grave gap
dell'offerta.
Non basta però garantire la copertura di rete. Nel
caso di edifici pubblici come scuole e ospedali, dove
è cruciale fornire connettività a banda ultra larga
all’utenza, l’amministrazione ha bisogno di sfruttare
le economie di scala, per potersi avvalere di banda
ultra-veloce.
L’accesso alla banda ultra larga di tutti gli edifici e
uffici pubblici non è solo a beneficio dei servizi
erogati e delle performance del pubblico impiego, ma
è anche a sostegno della diffusione di internet fra i
cittadini che sono spesso utenza diffusa di questi
luoghi.
Il Sistema Pubblico di Connettività a banda Ultra
Larga deve quindi anche prevedere numerosi e
diffusi hot spot WIFI, soprattutto nei luoghi
pubblici di maggiore frequentazione: ad
esempio, scuole, ospedali, uffici comunali, ma
anche in selezionate zone turistiche. Allo stesso
tempo, vanno incentivati i privati (ad esempio
esercizi commerciali) che mettano a disposizione
hot spot wifi con autenticazione federata a quella
pubblica.
Un’infrastruttura adeguata di accesso è, infatti, il
requisito di base per la crescita digitale, ma a
questo tassello fondamentale occorre definire e
aggiornare l’insieme di regole tecniche e di principi
del Sistema Pubblico di Connettività (SPC), quale
"framework" nazionale di integrazione e sicurezza,
che definisce le modalità preferenziali che i sistemi
informativi delle pubbliche amministrazioni devono
adottare per essere tra loro «interoperabili" e sicuri.
La straordinaria portata innovativa del cloud
computing ha radicalmente modificato le modalità di
approccio alle architetture IT, rendendo ineludibile,
anche per le Pubbliche Amministrazioni, un percorso
di trasformazione delle proprie infrastrutture e di
!39 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
razionalizzazione della programmazione e della
spesa.
E’ inoltre necessario realizzare alcune infrastrutture
critiche di base, come quella per l’identità digitale,
in modo da poter ripensare i servizi pubblici online in
un’ottica user-centred, capace davvero di stimolare
una aumentata domanda da parte di cittadini e
imprese.
!40 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
Sistema Pubblico di Connettività e
predisposizione wifi tutti edifici
pubblici
Cosa e perché?
SPC è il framework italiano di interoperabilità: un insieme di linee
guida, regole tecniche ed infrastrutture per garantire la connettività e
l’interoperabilità delle pubbliche amministrazioni. L’attuale Sistema,
se prevalentemente attivato su Banda Ultra Larga (minimo 30 MB e
per almeno il 70% in 100 MB), abbinato alla predisposizione all’accesso
wifi per tutte gli edifici pubblici, con priorità per le scuole, gli ospedali e
tuttii luoghi ad alta frequentazione, permetterà di ottimizzare l’offerta
e di razionalizzare le risorse pubbliche che – da spesa corrente –
possono trasformarsi in investimenti pro futuro. L’accesso wifi potrà
essere erogato ai cittadini anche gratuitamente, attraverso il sistema
pubblico di identità digitale.
Chi fa cosa?
AgID è responsabile della definizione del modello di architettura e dei
servizi e gestisce le infrastrutture condivise per l’interoperabilità.
Consip svolge il ruolo di centrale di committenza. Le amministrazioni
aderiscono agli accordi quadro.
Dove siamo e cosa manca
Le nuove gare SPC già avviate consentiranno alle PA di acquisire
servizi di connettività ad alta intensità di banda e ad assicurare la
cooperazione applicativa e l’interoperabilità fra tutte le
amministrazioni.
Un aggiornamento del modello architetturale SPC, facendo leva sulle
rinnovate infrastrutture condivise per l’interoperabilità e sugli accordi
quadro, abbinata alla predisposizione wifi di tutti gli edifici pubblici,
consentirà nei prossimi 5 anni di sostenere il raggiungimento degli
obiettivi di connettività a banda ultra larga a 100 MB almeno negli
edifici pubblici.
!41 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
Negli edifici pubblici di grande utenza, come scuole e ospedali, la
predisposizione di punti WIFI gratuiti, accessibili attraverso il Sistema
Pubblico di Identità Digitale, inoltre aumenterà il livello di accesso alla
rete.
Gli, stakeholders pubblici coinvolti
AGID, CONSIP; PAC, Regioni, Comuni, scuole
Ruolo degli stakeholders privati
I fornitori di servizi ICT, gli utilizzatori diretti di servizi delle PA, nonché
i realizzatori di servizi – anche utilizzando gli dati e open services di
fonte pubblica o partner delle PA (es. Banche per i pagamenti)
Soluzione a sostegno dell’offerta o della domanda?
Le soluzioni (regole tecniche, servizi di interoperabilità, open services
e accordi quadro) sono a sostegno di entrambe domanda e offerta, in
modo bilanciato.
Tempistica
Gare in corso con dispiegamento dei servizi possibile a partire già dal
2015 e futuri aggiornamenti per la predisposizione dell’accesso wifi
graduale in tutti gli uffici pubblici, incluse le scuole.
Monitoraggio dell’iniziativa
AGID progetta, gestisce e monitora l’iniziativa , con il supporto
operativo della centrale acquisti Consip. Per quanto concerne la
predisposizione wifi degli edifici pubblici, trimestralmente il vincitore
della gara invierà ad AGID l’elenco georeferenziato degli edifici
predisposti wifi, affinché questa possa pubblicarlo nel proprio portale
di accesso ai servizi digitali.
Calcolo dei benefici e KPI
I beneficiari diretti di questa misura sono oltre 5 milioni di persone, fra
dipendenti pubblici e studenti, ma sono potenzialmente la totalità
della popolazione italiana se si considerano tutti i cittadini che
accedono agli uffici pubblici (pazienti ospedalieri compresi).
Gli indicatori che saranno considerati per analizzare l’impatto della
misura sono
!42 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
▪ Quantità di servizi in banda ultra larga acquisiti dalle PA
▪ Numero di PA connesse a 100 MB
▪ Numero di uffici pubblici interamente dotati di WIFI
▪ Numero di accessi mensili per hotspot pubblico WIFI (DAU daily
active users) e MAU (monthly active users)
▪ Numero di servizi digitali interoperabili delle PA
Digital Security per la PA
Cosa e perché?
Il Progetto di Digital Security per la PA nasce per aumentare il livello di
sicurezza delle informazioni e delle comunicazioni digitali per
consentire nuovi livelli di servizi per i cittadini e le imprese. Il fine
ultimo è di tutelare la privacy, l’integrità e la continuità dei servizi della
PA, vera e propria infrastruttura critica per il paese. In questo progetto
rientra anche il CERT-PA.
Chi fa cosa?
Il Governo Italiano attraverso l’Agenzia per l’Italia Digitale definisce gli
Standard e le linee guida di sicurezza per tutta la pubblica
amministrazione. L’aderenza agli standard di servizio e di processo
sarà obbligatorio per tutte le Amministrazioni Pubbliche. La Cabina di
Regia per la Cybersecurity, presieduta dal Consigliere Militare del
Presidente del Consiglio assicura il coordinamento fra tutti i soggetti
pubblici. Il ministero dello Sviluppo Economico attraverso l’Organo di
Certificazione della Sicurezza Informatica, verifica l’aderenza delle
soluzioni agli standard. Il settore privato avrà il compito di sviluppare
prodotti e soluzioni allineati agli Standard.
Gli stakeholders coinvolti
Nel progetto sono coinvolte tutte le Amministrazioni Pubbliche,
nonché tutti quegli attori del settore privato che forniscono soluzioni e
servizi alla PA:
Ruolo degli stakeholders privati
!43 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
Il Settore Privato ricopre un ruolo chiave, in quanto sarà l’attore
principale al fianco delle Pubbliche Amministrazioni per l’innalzamento
della sicurezza e la privacy dei servizi digitali. Questo tipo di
coinvolgimento avrà risvolti positivi anche al di fuori della PA, poiché
stimolerà il settore privato a sviluppare servizi e soluzioni con più alti
standard di sicurezza, che potranno essere messi a disposizione
all’intero mercato Italiano ed Europeo.
Soluzione a sostegno dell’offerta o della domanda?
Questo progetto è a sostegno sia della domanda che dell’offerta.
Lato domanda, migliorerà la capacità di acquisto della Pubblica
Amministrazione, portando anche a una ottimizzazione della spesa.
Lato offerta, consentirà al settore privato di sviluppare la propria
capacità estendendo i servizi/soluzioni sviluppate per la PA anche alla
clientela non governativa.
Tempistica
2015 - 2020
Monitoraggio dell’iniziativa
Agenzia per l’Italia Digitale e Cabina di Regia per la Cybersecurity della
Presidenza del Consiglio
Calcolo dei benefici /indicatori
▪ Percentuale dei servizi/progetti certificati
▪ Percentuale dei processi della PA conformi agli standard
▪ Numero di segnalazioni gestite dal CERT PA
▪ Aumento livelli di sicurezza, in ottica preventiva
!44 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
Razionalizzazione del patrimonio ICT,
consolidamento data center e cloud
computing
Cosa e perché?
Il processo di digitalizzazione della PA deve essere accompagnato da
una razionalizzazione del suo patrimonio ICT, attraverso;
i. standardizzazione ed ottimizzazione delle applicazioni,
partendo da un’analisi dell’esistente
ii. centralizzazione degli interventi, della programmazione e
delle spese/investimenti della Pubblica Amministrazione
Centrale
iii. interoperabilità e apertura dati e applicativi
iv. coordinamento PA centrale e locale
La straordinaria portata innovativa del cloud computing ha
completamente scardinato le modalità di approccio alle architetture IT,
rendendo ineludibile, anche per le PA, un percorso conseguente per la
trasformazione delle proprie infrastrutture.
Il percorso prevede, insieme a una maggiore centralizzazione e
programmazione degli investimenti della PA centrale, un maggior
coordinamento nazionale su:
1. infrastruttura ICT
(a) aumento della condivisione delle risorse;
(b) superamento del IT legacy a favore di modelli di
virtualizzazione, ove possibile, anche verso IaaS/PaaS e rehosting
2. ambienti applicativi ed applicazioni (soprattutto a livello di
standardizzazione)
(a) trasversalità dei servizi base, quali autenticazione,
controllo degli accessi basato sui ruoli (RBAC), interoperabilità,
pagamenti, fatturazione, conservazione, ecc.
(b) evoluzione verso il modello SaaS
Questa azione è strettamente legata al successo della strategia
nazionale per la banda ultralarga, la componente TLC è, infatti,
inscindibile da quella IT e la razionalizzazione dei CED della PA deve
!45 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
essere vista come una “terminazione” non opzionale alla disponibilità
di banda ultralarga.
Chi fa cosa?
L’Agenzia per l’Italia digitale coordina il processo, anche per il tramite di
un soggetto attuatore, servendosi di leve finanziarie (Ministero
Economia e Finanze) e della centrale acquisti CONSIP, in collaborazione
con tutte le Regioni e Province Autonome, al fine di assicurare
uniformità delle iniziative nell’ottica della co-progettazione definita in
premessa.
Dove siamo e cosa manca
La razionalizzazione del CED PA è un processo obbligatorio per legge,
avviato però solo da poche Amministrazioni centrali e regionali PAC. È
necessario quindi coordinare tutte le iniziative in un’unica direzione
anche in base alle linee guida già emanate da AGID definendo un
impianto normativo – in corso di emanazione - atto a dare seguito alla
ridefinizione dei servizi pubblici e, dove possibile, alla loro
virtualizzazione in logica cloud finalizzata alla migrazione degli stessi
in tempi certi e rapidi al fine di superare le principali criticità che hanno
caratterizzato il piano sino ad oggi.
Va inoltre stimolato l’utilizzo del cloud computing e ridefinito il quadro
della programmazione nazionale, definendo una maggiore
centralizzazione degli investimenti.
Gli stakeholders pubblici coinvolti
Stakeholders pubblici: PCM, FP, REGIONI, COMUNI
Ruolo degli stakeholders privati
Stakeholders privati: in base ai modelli di coinvolgimento del privato
nell’attuazione della misura e non solo in termini di consultazione
pubblica del lavoro realizzato
Soluzione a sostegno dell’offerta o della domanda?
Offerta
Tempistica e fabbisogno economico
2015 – 2020
!46 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
Monitoraggio dell’iniziativa
AgID
Calcolo dei benefici e KPI Benefici:
Il risparmio derivante dalla centralizzazione della programmazione e
degli investimenti solo nella Pubblica Amministrazione Centrale può
essere stimato in almeno il 15% rispetto ai costi attuali.
Solo relativamente ai CED, i benefici calcolati superano quelli della
mera razionalizzazione fisica, se abbinati a una trasformazione in
logica cloud dei servizi:
▪ riduzione progressiva dei costi di gestione delle infrastrutture dei
CED “migrati” (-25% a fine 2020)
▪ riduzione progressiva dell’intera spesa IT per i CED (servizi)
“trasformati” (-80% a fine 2020)
Documentazione a supporto
1. Caratterizzazione dei sistemi cloud per la pubblica
amministrazione: http://www.agid.gov.it/sites/default/files/
linee_guida/sistemi_cloud_pa.pdf
2. Raccomandazioni e proposte sull'utilizzo del cloud computing
nella Pubblica Amministrazione:
http://www.agid.gov.it/sites/default/files/documenti_indirizzo/
raccomandazioni_cloud_e_pa_-_2.0_0.pdf
Linee Guida per la razionalizzazione della infrastruttura digitale della
Pubblica Amministrazione
http://www.agid.gov.it/sites/default/files/linee_guida/linee-guida-
razionalizzazione-ced.pdf
!47 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
Servizio Pubblico d’Identità Digitale
(SPID)
Cosa e perché?
Il Progetto di Servizio Pubblico d’Identità Digitale (SPID) nasce per
garantire a tutti i cittadini e le imprese un accesso sicuro e protetto ai
servizi digitali della Pubblica Amministrazione e dei soggetti privati,
garantendo un elevato grado di usabilità attraverso l’adozione di
strumenti moderni e flessibili (quali il cellulare). Tutte le identità di
SPID saranno verificate in modo forte da parte dei gestori d’identità
accreditati.
Chi fa cosa?
Il Dipartimento della Funzione Pubblica attraverso l’Agenzia per l’Italia
Digitale definisce le regole e l’accreditamento di tutti gli attori
coinvolti, nonché la vigilanza. I gestori dell’Identità Digitale si
occupano di erogare le Identità Digitali ai cittadini e a fornire un
servizio di verifica/autenticazione per i Gestori di Servizi aderenti. I
Gestori di Servizi sono le Pubbliche amministrazioni e quei soggetti
privati che decidono di utilizzare SPID per l’identificazione e
autenticazione degli utenti. Inoltre partecipano a SPID i gestori di
Attributi qualificati, ovvero quelle società che per legge certificano
specifici attributi (titoli di studio, iscrizione ad albi, ecc.).
Dove siamo e cosa manca
Il Decreto attuativo è in fase di emanazione, a cui seguirà entro 30 gg.
il regolamento tecnico definitivo da parte di AGID.
Gli stakeholders coinvolti
Sono coinvolti in SPID a) tutti i cittadini italiani che accedono a servizi
digitali pubblici e privati, b) tutte le pubbliche amministrazioni, c) quei
soggetti privati che decidono di utilizzare SPID per identificare e
autenticare i propri utenti in modo sicuro d) quelle società che
intendono fornire un servizio di Identità digitale.
Inoltre partecipano a SPID i gestori di Attributi qualificati, ovvero quelle
società che per legge certificano specifici attributi (titoli di studio,
iscrizione ad albi, ecc.).
!48 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
Ruolo degli stakeholders privati
Lo SPID si basa su un modello aperto e flessibile di partnership
pubblico/privato. I gestori dell’Identità digitale e i gestori di attributi
qualificati possono essere aziende sia pubbliche sia private purché
eroghino il servizio secondo gli standard tecnici definiti, anche in
ottemperanza del regolamento comunitario eIDAS.
Tempistica
Avviamento del progetto entro il primo semestre 2015, progressivo
deployment per arrivare alla copertura di almeno il 70% della
popolazione entro il 2020.
Monitoraggio dell’iniziativa
Agenzia per l’Italia Digitale.
Calcolo dei benefici /indicatori
▪ Percentuale dei cittadini e imprese che acquisiscono una identità
digitale
▪ Percentuale delle applicazioni della PA che consentono l’accesso
tramite identità digitale
▪ Percentuale di servizi privati che consentono l’accesso tramite
identità digitale
▪ Numero di accessi ai servizi tramite identità digitale
!49 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
Piattaforme
abilitanti
Il secondo pilastro della presente strategia sono le
piattaforme abilitanti che devono essere realizzate
seguendo la logica del Digital First e progettate con
al centro l’esperienza utente.
Le piattaforme abilitanti sono la chiave per dotare il
Paese di alcuni asset chiave per abilitare lo sviluppo
di servizi digitali innovativi con l’obiettivo di:
▪ digitalizzare i processi e integrare le pubbliche
amministrazioni in un’ottica digital first
▪ aumentare l’utilizzo di servizi digitali da parte dei
cittadini
▪ favorire lo sviluppo di nuovi servizi e iniziative
imprenditoriali da parte delle imprese
Anagrafe Popolazione Residente
Cosa e perché?
Attualmente la gestione dell’anagrafe della popolazione è distribuita in
8.057 banche dati presenti in altrettanti Comuni. I Sistemi
Demografici operanti sul territorio sono oltre 70, che si moltiplicano
per le rispettive versioni; gestiti da un mercato formato da oltre 40
Software House.
Nel tempo si sono sedimentate differenze tra le varie banche dati, che
hanno reso i tracciati record difficilmente interoperabili. Tutto questo
ha generato un grave ritardo nella erogazione di servizi che
necessitano di dati demografici completi e corretti.
L’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) intende
rappresentare una risposta a questa frammentazione con una banca
dati centralizzata che subentrerà alle Anagrafi comunali e all’Anagrafe
degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE).
ANPR renderà disponibili:
▪ lo scambio di informazioni tra Comune e Comune, nell’ottica di
semplificazione dei processi amministrativi
▪ l’allineamento delle basi dati locali
▪ il censimento continuo comprensivo della toponomastica
▪ disponibilità di servizi anagrafici centralizzati per pubblici servizi
▪ miglioramento dei servizi ai cittadini che, grazie all’anagrafe
centralizzata, possono, tra l’altro, verificare la propria posizione e/o
richiedere le certificazioni presso qualsiasi comune
▪ predisposizione alla integrazione di altri servizi e basi dati nazionali
in ottica di integrazione dei sistemi informativi di interesse
nazionale (es. l’integrazione dei dati di Stato Civile (nascita e morte)
con l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale)
▪ definizione di un domicilio digitale per la popolazione residente.
Chi fa cosa?
Il Ministero dell’Interno è il responsabile del progetto.
L’Agenzia per l’Italia Digitale ne coordina l’attuazione con il
Dipartimento della Funzione Pubblica. Il fornitore dei servizi hardware
e software è la Sogei Spa, in-house del Ministero dell’Economia e
Finanze.
!51 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
L’ANCI partecipa all’iniziativa per garantire il necessario raccordo con i
Comuni.
Dove siamo e cosa manca
Sono in via di completamento le modifiche normative. In concomitanza
con la loro emanazione, si inizierà la validazione delle specifiche
tecniche riguardanti: banca dati, interfacce tra Sistemi informativi
comunali e ANPR, interoperabilità con il Sistema Pubblico di
Connettività.
Al termine di queste attività sarà definito il progetto di dettaglio e il
piano di subentro di ANPR agli attuali sistemi demografici comunali.
Gli stakeholders pubblici coinvolti
• L’Istituto nazionale di statistica per la realizzazione del progetto del
censimento continuo
• L’Agenzia delle Entrate per quanto riguarda l’integrazione tra identità
demografica ed identità fiscale
• Il Ministero della Salute
• L’Associazione Nazionale Comuni Italiani
• Centro Interregionale per i Sistemi informatici, geografici e statistici
Ruolo degli stakeholders privati
I fornitori dei software gestionali dei servizi demografici comunali
saranno coinvolti nella definizione delle interfacce tra i sistemi
informativi comunali e l’ANPR
Tempistica
Adeguamento normativo da completare entro il 30/11/2014
Fase 1 - attivazione dei canali di comunicazioni tra ANPR e Comuni:
completata
Fase 2 – progettazione, realizzazione, dispiegamento presso tutti i
Comuni: entro marzo 2016
Monitoraggio dell’iniziativa
Agenzia per l’Italia Digitale in collaborazione con il Ministero dell’
Interno.
!52 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
Calcolo dei benefici e KPI
▪ Totalità delle anagrafi comunali inserite entro marzo 2016
▪ Numero di servizi erogati avvalendosi dell’anagrafe
centralizzata
Pagamenti elettronici
Cosa e perché?
Il Sistema dei Pagamenti elettronici “Pago PA” nasce per dare la
possibilità a cittadini e imprese di effettuare qualsiasi pagamento in
modalità elettronica verso le pubbliche amministrazioni e i gestori di
servizi di pubblica utilità, con la stessa user-experience praticata
attraverso i siti di e-commerce.
Il Sistema si basa su di un’infrastruttura tecnologica a governance
pubblica (il Nodo dei Pagamenti-SPC) che standardizza il colloquio tra
pubbliche amministrazioni e prestatori di servizi di pagamento. Il
Sistema permette a cittadini e imprese di eseguire i pagamenti in
modalità elettronica scegliendo liberamente:
▪ il prestatore di servizi di pagamento (es. banca, istituto di
pagamento/di moneta elettronica);
▪ tra più strumenti di pagamento (es. addebito in conto corrente,
carta di credito, bollettino postale elettronico);
▪ il canale tecnologico di pagamento preferito per effettuare
l’operazione (es.: on-line banking, ATM, mobile, etc);
Ogni singolo pagamento ha un codice riscontrabile online.
L’utente del servizio, è preventivamente a conoscenza dei costi
massimi dell’operazione da effettuare e ha nel contempo garanzia
della correttezza dell’importo da pagare: può così disporre il
pagamento ottenendo immediatamente una ricevuta con valore
liberatorio dall’Amministrazione beneficiaria.
Le pubbliche amministrazioni possono altresì:
▪ velocizzare la riscossione degli incassi, ottenendone l’esito in
tempo reale ed effettuando la relativa riconciliazione in modo certo
e automatico;
!53 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
▪ ridurre i costi e ottimizzare i tempi di sviluppo delle nuove
applicazioni online, grazie anche all’utilizzo di soluzioni ed
esperienze riusabili;
▪ eliminare la necessità di stipulare specifici accordi con i prestatori
di servizi di riscossione.
Dove siamo e cosa manca
Il Sistema è già operativo e immediatamente utilizzabile da qualsiasi
Ente beneficiario. I casi d’uso in esercizio sono il pagamento delle
spese di giustizia nell’ambito del Processo civile telematico e il
pagamento di tributi e servizi dovuti alle amministrazioni locali delle
Regioni Veneto e Emilia Romagna.
Hanno aderito finora 24 pubbliche amministrazioni di cui 9 centrali (2
in esercizio), 7 Regioni (1 in esercizio) e 8 enti locali (1 in esercizio).
Hanno aderito 11 prestatori di servizi di pagamento di cui 6 istituti di
credito (2 in esercizio), 4 istituti di pagamento e moneta elettronica (1
in pre-esercizio) e Poste Italiane (in esercizio).
Sono in corso i test per la connessione di altre 3 Regioni (e relativi enti
del territorio) e di 3 ulteriori prestatori di servizi di pagamento.
Fabbisogni
Dal punto di vista normativo è necessario introdurre l’obbligo di pagare
i servizi della PA esclusivamente con strumenti di pagamento
elettronici eliminando l’uso del contante e imponendo sanzioni per le
amministrazioni inadempienti a far data fine 2016. 

Tali misure aumenterebbero significativamente il tasso di adesione
delle amministrazioni (ora solo 22 su circa 20.000).
Dal punto di vista infrastrutturale è necessario:
▪ potenziare l’infrastruttura , oggi dimensionata per sostenere una
quantità limitata di pagamenti, stimati, a regime, in numero
superiore a 100 milioni/anno collocandola in una struttura
istituzionale che potrà in via ordinaria essere deputata alla
gestione del sistema;
!54 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
▪ predisporre un adeguato call center a livello nazionale, al fine di
fornire helpdesk di primo livello.
Gli stakeholders pubblici coinvolti
▪ Tutte le Pubbliche Amministrazioni come potenziali utenti
▪ Banca d’Italia
Ruolo degli stakeholders privati
▪ I prestatori di servizi di pagamento che offrono servizi e canali di
pagamento all’utilizzatore finale.
▪ Le imprese che possono offrire i servizi per la gestione
dell’infrastruttura
Soluzione a sostegno dell’offerta o della domanda?
▪ Domanda
Tempistica
2014 – 2018
Monitoraggio dell’iniziativa
AgID monitora l’iniziativa in collaborazione con:
▪ MEF e Banca d’Italia per quanto riguarda i Ministeri e le PA centrali;
▪ CISIS per le Regioni e gli enti a queste afferenti (ASL, Agenzie
regionali, ecc)
▪ ANCI per gli altri enti locali.
Calcolo dei benefici
I risparmi per l’intero ciclo di vita del pagamento (effettuazione,
ricezione, riconciliazione, archiviazione) sono stimati, sulla base di
valutazioni prudenziali, in circa 10€ a pagamento: ciò vuol dire che,
estesi a regime ai probabili pagamenti elettronici (più di 100 milioni,
sui 245 milioni di attuali pagamenti verso la PA), potrebbero portare ad
un risparmio complessivo di circa 1 mld di euro.
KPI
▪ % di amministrazioni a bordo del sistema
▪ % dei servizi pubblici attivati sul totale dei servizi erogati soggetti a
pagamento.
!55 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
Documentazione di supporto
http://www.agid.gov.it/amministrazione-digitale/pagamenti-
elettronici
Fatturazione elettronica PA
Cosa e perché?
Il 6 giugno 2014 è scattato l’obbligo per Ministeri, Agenzie Fiscali ed
enti di previdenza ed assistenza sociale di utilizzare esclusivamente la
fatturazione elettronica.
Chi fa cosa?
• Agenzia delle Entrate: gestisce, per il tramite della Sogei, il Sistema
di interscambio che riceve le fatture elettroniche e provvede a
destinarle alle PA.
• Ragioneria Generale dello Stato (Ministero Economia e Finanze)
gestisce il Sicoge ( Sistema di contabilità generale integrata dello
Stato) che supporta le amministrazioni centrali nella ricezione
gestione e conservazione a norma delle fatture elettroniche.
• Dipartimento Affari Generali del MEF: gestisce, per il tramite di
Consip, gli strumenti gratuiti messi a disposizione nel Mercato
Elettronico della PA.
• AgID: coordina il gruppo di lavoro interministeriale composto da RGS,
Agenzia Entrate, Dipartimento delle finanze del MEF, Dipartimento
Affari Generali del MEF, Anci e Cisis per il monitoraggio, la gestione
l’assistenza e il supporto alle PA secondo le prescrizioni del DM
55/2013.
AgID gestisce inoltre l’indicePA che contiene tutte le indicazioni utili
alla emissione e trasmissione delle fatture elettroniche e coordina i
gruppi di lavoro con Confindustria, Unioncamere, Associazioni di
professionisti e di categoria ai fini del supporto della PMI e dei
professionisti fornitori della PA per l’attuazione del processo di
Fatturazione Elettronica.
Dove siamo e cosa manca
!56 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
Dal 6 giugno 2014, Ministeri, Agenzie Fiscali ed enti di previdenza ed
assistenza sociale hanno già ricevuto e gestito oltre 506.270 fatture in
formato elettronico. Dal 6 settembre è inoltre impossibile pagare
fatture che non sono pervenute in via elettronica.
Attualmente è in corso l’attuazione di tutte le attività propedeutiche,
per l’avvio, dal 31 marzo 2015, della fatturazione elettronica anche in
tutte le restanti pubbliche amministrazioni (più di 20.000 enti per un
totale stimato di circa 35.000 uffici destinatari).
Gli stakeholders pubblici coinvolti
Tutte le pubbliche amministrazioni di cui al comma 209 dell'articolo 1
della legge 24 dicembre 2007, n. 244
Ruolo degli stakeholders privati
Tutti fornitori della PA che devono adeguarsi ai fini delle emissione,
trasmissione e conservazione delle fatture elettroniche secondo le
prescrizioni normative.
I fornitori di servizi software e archiviazione sostitutiva.
Soluzione a sostegno dell’offerta o della domanda?
È una soluzione a sostegno della domanda.
Tempistica
Entro il 31 dicembre 2014 le PA devono aggiornare i dati su IPA e dal
31 marzo 2015 non possono ricevere più fatture se non in formato
elettronico
Monitoraggio dell’iniziativa
Agid fornisce assistenza e supporto a tutte le amministrazioni già in
esercizio e in corso di avvio.
Calcolo dei benefici
Studi dell’ Osservatorio ICT & Management– Politecnico di Milano
stimano risparmi per la PA a regime nell’ordine di 1.6 miliardi di euro
annui che potrebbero salire a 6.5 miliardi annui se venisse
dematerializzato tutto il ciclo che parte dall’ordine fino al pagamento.
Kpi
!57 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
% amministrazioni che accettano solo la modalità digitale per le
fatture
% imprese che utilizzano la modalità elettronica per l'invio delle
fatture alla PA
Documentazione a supporto
www.fatturapa.gov.it; www.indicepa.gov.it; https://fattura-
pa.infocamere.it; www.acquistinretepa.it;
!58 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
Open Data
Cosa e perché?
Le pubbliche amministrazioni ancora faticano a pubblicare dati aperti
(e a tenerli aggiornati). Per questo motivo s’intende attuare una
strategia che prevede:
• l’adozione di linee guida nazionali che definiscano modelli e
metodologie comuni, facilitando l’interoperabilità semantica
attraverso descrittori e ontologie
• la definizione di un’agenda nazionale in cui sono definiti obiettivi e
tempistiche entro cui le diverse amministrazioni sono obbligate a
rilasciare i dati
• la promozione di requisiti"open data" a tutti i nuovi software e alla
manutenzione evolutiva degli esistenti.
L’azione è in sintonia con iniziative internazionali a cui l’Italia ha
aderito, come la G8 Open Data Charter (sottoscritta dall’Italia nel
2013) e Open Government Partnership (di cui l’Italia fa parte fin dal
2012).
Chi fa cosa?
a) L’Agenzia per l’Italia Digitale:
▪ redige e pubblica le Linee Guida nazionali per la valorizzazione del
patrimonio informativo
▪ definisce gli standard e le ontologie
▪ predispone la bozza di agenda annuale contenente gli obiettivi di
valorizzazione del patrimonio informativo;
▪ gestisce il portale nazionale dei dati aperti dati.gov.it in cui sono
pubblicati i dati di tutte le pubbliche amministrazioni italiane
(ministeri, regioni, comuni, ecc.) e il catalogo delle applicazioni
pubblicati a partire da essi;
▪ cura ed aggiorna il repertorio nazionale delle basi dati della
pubblica amministrazione;
▪ gestisce il catalogo nazionale (Repertorio Nazionale Dati Territoriali
– RNDT);
▪ realizza un efficiente data extraction tool volto a rendere
accessibile e fruibile qualunque dato pubblico;
▪ consulta gli stakehoders pubblici e privati;
▪ valorizza il patrimonio informativo e promuove il suo riutilizzo.
!59 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
b) La Presidenza del Consiglio dei Ministri:
approva l’agenda nazionale sulla valorizzazione del patrimonio
informativo.
c) Le singole Pubbliche Amministrazioni:
pubblicano i dati aperti secondo le regole definite da AgID e le
scadenze previste nell’agenda nazionale per la valorizzazione del
patrimonio informativo.
Gli stakeholders pubblici coinvolti
Tutti i livelli amministrativi saranno coinvolti non solo in quanto
destinatari delle linee guida e degli standard elaborati da AgID, ma
anche attraverso la partecipazione all’interno dei gruppi di lavoro
costituiti per la redazione e la revisione dei documenti.
Ruolo degli stakeholders privati
Associazioni esponenziali degli interessi di cittadini e imprese saranno
coinvolte attraverso la partecipazione nei gruppi di lavoro preliminari
alla redazione delle linee guida e dell’agenda nazionale, in modo da
indicare quali sono i dati da liberare prioritariamente.
Cittadini e imprese saranno altresì coinvolti attraverso l’organizzazione
di iniziative in cui sperimentare le potenzialità del riutilizzo dei dati
aperti.
Soluzione a sostegno dell’offerta o della domanda?
Questa misura palesa un perfetto bilanciamento fra domanda e
offerta: si tratta infatti di mettere a disposizione nuovi dati a
disposizione dei cittadini e delle imprese (incrementando dunque
l’offerta) ma nel contempo incentiva anche la domanda poiché
incrementa le occasioni di riutilizzo dei dati anche per finalità
commerciali.
empistica
2014-2020
Monitoraggio dell’iniziativa
AgID, anche attraverso consultazione con gli stakeholders pubblici e
privati.
Calcolo dei benefici /indicatori
!60 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
▪ maggiore efficienza delle pubbliche amministrazioni e maggiore
efficacia delle decisioni assunte;
▪ maggiore trasparenza e promozione della partecipazione ai
processi di consultazione pubblica;
▪ riduzione della corruzione;
▪ miglioramento della qualità dei servizi resi all’utenza;
▪ sviluppo di servizi innovativi per cittadini e imprese;
▪ stimolo alla crescita economica.
Tali benefici possono essere calcolati seguendo le seguenti metriche:
▪ numero di visualizzazioni/download dei dati pubblicati;
▪ numero di app sviluppate, riutilizzando i dati pubblicati;
▪ variazione del rating dell’Italia nelle classifiche di settore (Open
Data Barometer, Open Data Index, RTI, CPI)..
Documentazione a supporto
www.dati.gov.it: portale nazionale dati aperti;
http://www.rndt.gov.it/RNDT/home/index.php: repertorio nazionale
dei dati territoriali;
http://www.agid.gov.it/sites/default/files/documenti_indirizzo/
agendanazionalepatrimioniopubblico2014.pdf: agenda nazionale per
la valorizzazione del patrimonio informativo 2014;
http://www.agid.gov.it/sites/default/files/linee_guida/
patrimoniopubblicolg2014_v0.7finale.pdf: linee guida per la
valorizzazione del patrimonio informativo pubblico.
!61 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
Sanità digitale
Cosa e perchè
L’innovazione digitale dei processi sanitari è un passaggio
fondamentale per migliorare il rapporto costo-qualità dei servizi
sanitari, limitare sprechi e inefficienze, ridurre le differenze tra i
territori, nonché innovare le relazioni di front-end per migliorare la
qualità percepita dal cittadino.
Le attività si svilupperanno lungo le seguenti linee di intervento
nell’ambito del “Patto della salute” del Ministero della Salute .
• Fascicolo sanitario elettronico
Si intende procedere alla realizzazione del Fascicolo Sanitario
Elettronico (FSE) del cittadino, inteso come l’insieme di documenti
clinici (patient summary, referti, prescrizioni, ecc.) inerenti al proprio
stato di salute e derivanti dal proprio rapporto con i diversi attori del
Servizio Sanitario Nazionale.
• Ricette digitali
Occorre completare la sostituzione delle prescrizioni farmaceutiche e
specialistiche cartacee con gli equivalenti documenti digitali, in modo
uniforme e con tempi certi su tutto il territorio nazionale.
• Dematerializzazione dei referti medici e delle cartelle cliniche
Per migliorare i servizi ai cittadini, riducendone i costi connessi, è
necessario accelerare il processo di dematerializzazione dei referti
medici, rendendoli disponibili anche online, e delle cartelle cliniche.
• Prenotazioni online
Accelerare la diffusione dei Centri Unici di Prenotazione (sia online sia
attraverso intermediari, es. farmacie) delle prestazioni sanitarie a
livello regionale e sovra territoriale, al fine di ottimizzare l’impiego
delle risorse e ridurre i tempi di attesa.
Dove siamo e cosa manca
Per ogni linea di intervento sono già state realizzate o sono in corso
molte attività:
Fascicolo sanitario elettronico
▪ A livello nazionale: a) il Garante per la protezione dei dati personali
ha emanato le "Linee guida in tema di FSE” il 16 luglio 2009; b) il
Ministero della salute (con le Regioni, il Garante per la protezione
dei dati personali e la PCM (ex Dipartimento per la digitalizzazione
!62 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
– DDI, ora confluito nell’Agenzia per l’Italia digitale - AgID) ha
elaborato le linee guida nazionali per l’istituzione del FSE,
approvate il 10 febbraio 2011 dalla Conferenza Stato-Regioni; c) la
PCM (ex DDI) e il CNR hanno elaborato, in accordo con Regioni, le
Linee guida per l’interoperabilità del FSE a livello sovra regionale
(rete sperimentale attivata su 3 regioni), nel contesto del sistema
pubblico di connettività (SPC). d) la previsione normativa per
l’istituzione del FSE è stata inserita nel DL 179/2012 DDL (articolo
12), poi modificata e rafforzata con il DL 69/2013: 1) le regioni
devono istituire il FSE entro il 30 giugno 2015, nel rispetto dei
criteri definiti con apposito DPCM attuativo (in fase di
emanazione), secondo un Piano di progetto presentato entro il 30
giugno 2014 (tutte le regioni hanno presentato il piano di progetto
ad AgID nei tempi previsti), redatto sulla base di linee guida
emanate da AgID (pubblicate il 30 marzo 2014) e approvato, entro
il 30 agosto 2014, da apposito gruppo di lavoro istituito da AgID e il
Ministero della salute (le attività di valutazione si sono completate
ma si è in attesa dell’emanazione del DPCM attuativo); 2) al fine di
favorire l’interoperabilità delle soluzioni di FSE sviluppate a livello
regionale, anche accentrando funzionalità comuni a più soluzioni, è
prevista la possibilità di creazione di apposita piattaforma
tecnologica a cura di AgID.
▪ A livello regionale: tutte le regioni stanno investendo nello sviluppo
di soluzioni di FSE.
▪ La legge di stabilità 2013 ha istituito l’Anagrafe nazionale degli
assistiti (da realizzarsi, a cura del Ministero della salute e del MEF,
sulla base dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente) che
può rappresentare un’importante elemento di semplificazione per
la realizzazione di un’architettura federata del FSE; il decreto
attuativo è in fase di preparazione.
Ricette digitali
▪ L’art. 50 della legge 24 novembre 2003, n.326 (modificato dalla
legge finanziaria 2007) ha introdotto l’obbligo di trasmissione
telematica dei dati delle ricette ai fini del controllo della spesa.
▪ Il D.L. 31 maggio 2010 n.78 (art 11, comma 16) ha dato valore
legale alla trasmissione telematica dei dati delle ricette (scompare
la “ricetta rossa” cartacea).
▪ Il decreto dirigenziale del Ministero dell'economia e delle finanze
del 2 novembre 2011 disciplina le modalità tecniche per attuazione
del D.L. 31 maggio 2010 n.78 (il medico compila la ricetta online
!63 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
senza rilasciare nessun documento “formale” al paziente, ma solo
un “promemoria” che riporta il numero di identificazione della
ricetta. Il paziente si reca in farmacia e ritira il medicinale
mostrando la propria tessera sanitaria e il “promemoria”) e
rimanda, per la definizione dei piani di adozione della nuova
procedura, alla stipula di accordi con le regioni (entro settembre
2012).
▪ Il DL 179/2012 ha previsto un’accelerazione in tema di
introduzione delle ricette elettroniche introducendo l’obbligo per
tutte le regioni di provvedere, entro giugno 2014 e sulla base di
apposite convenzioni stipulate con il MEF, alla graduale
sostituzione delle prescrizioni in formato cartaceo con le
equivalenti in formato elettronico, in percentuali di almeno il
60%nel 2013, l'80% nel 2014, il 90% nel 2015. Inoltre, mediante
apposito decreto attuativo, è prevista la validità a livello nazionale
delle ricette farmaceutiche in formato elettronico (rimane validità a
solo livello regionale per quelle prescritte in formato cartaceo).
Dematerializzazione dei referti medici e delle cartelle cliniche
▪ Il Garante per la protezione dei dati personali ha emanato le " Linee
guida in tema di referti online” il 19 novembre 2009.
▪ Il D.L. 13 maggio 2011, n. 70, ha introdotto l’obbligo di refertazione
online (e pagamenti elettronici) per tutte le aziende sanitarie
(DPCM attuativo 8 agosto 2013);
▪ Il Ministero della salute ha emanato le “Linee guida per la
dematerializzazione della documentazione clinica in diagnostica
per immagini” mentre Federsanità-ANCI (in collaborazione con il
Dipartimento per la digitalizzazione della Presidenza del Consiglio
dei Ministri) ha pubblicato le linee guida per le aziende sanitarie per
la refertazione online.
▪ Il DL 179/2012 ha rafforzato le previsioni dell’articolo 47-bis del
D.L. 9 febbraio 2012, n.5, (“Semplifica Italia”), per consentire la
conservazione delle cartelle cliniche anche esclusivamente in
modalità digitale.
Prenotazioni e pagamenti online
▪ Il Ministero della salute ha emanato le “Linee guida nazionali -
Sistema Centri Unici di Prenotazione - CUP”; tutte le regioni e
province autonome stanno operando al fine di integrare i sistemi
CUP esistenti a livello locale.
▪ Il D.M. 8 luglio 2011 del Ministero della salute regola l’erogazione,
da parte delle farmacie, di attività di prenotazione delle prestazioni
!64 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
di assistenza specialistica ambulatoriale, il pagamento delle
relative quote di partecipazione alla spesa a carico del cittadino e il
ritiro dei referti relativi a prestazioni di assistenza specialistica
ambulatoriale, da attuare con previsione nell’accordo collettivo
nazionale.
▪ Il D.L. 13 maggio 2011, n. 70, ha introdotto l’obbligo di accettare
pagamenti elettronici per tutte le aziende sanitarie (DPCM
attuativo 8 agosto 2013). L’obbligo per tutte le pubbliche
amministrazioni di consentire agli utenti pagamenti in modalità
elettronica è inoltre previsto (a decorrere dal 1 giugno 2015)
dall’articolo 5 del CAD, integralmente modificato dal DL 179/2012.
▪ Il D.L. 9 febbraio 2012, n.5, “Semplifica Italia” (art. 47-bis),
promuove la gestione elettronica delle prenotazioni alle prestazioni
sanitarie.
Cosa rimane da fare per ogni linea di intervento:
Fascicolo sanitario elettronico
▪ Completare iter di approvazione/pubblicazione del DPCM attuativo
previsto dalla norma istitutiva del FSE (articolo 12 del DL
179/2012), relativo a caratteristiche del FSE (passaggio necessario
per poter continuare percorso di realizzazione del FSE disegnato
dalla norma);
▪ Completare iter di approvazione/pubblicazione del decreto
attuativo previsto dalla norma istitutiva dell’Anagrafe nazionale
degli assistiti;
▪ Favorire percorsi di “condivisione” delle infrastrutture /
piattaforme software (ovvero dei servizi da questi erogati) a livello
sovraregionale (come anche ampiamente previsto dalla norma
istitutiva del FSE), anche prevedendo agevolazioni per questa
tipologia di progetti/interventi (obbligo adozione soluzioni esistenti
si potrebbe valutare nel caso in cui FSE venga considerato quale
elemento abilitante dei piani di rientro regionali); valutare
interventi di finanza di progetto (FSE quale infrastruttura
“immateriale” del SSN)
▪ Utilizzare la piattaforma centrale prevista dal Dl 69/2013 quale
elemento di accelerazione del processo di realizzazione del FSE a
livello regionale, accentrando funzionalità standard a livello
nazionale (accreditamento medici e strutture, punto di accesso dei
cittadini, gestione del consenso, servizi di interoperabilità, etc.)
!65 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
Ricette digitali
▪ Monitorare l’attuale percorso di sostituzione delle prescrizioni
cartacee con le prescrizioni in formato elettronico, anche al fine di
garantire, accelerando ove necessario, il rispetto delle previsioni
normative;
▪ Introdurre servizi “innovativi” per i cittadini: ricetta farmaceutica
valida per tutto il territorio (già prevista a livello normativo, manca
decreto attuativo); ricetta “ricaricabile” per malattie croniche
(recentemente prevista per il formato cartaceo); ricetta “parlante”
per agevolare prenotazioni on line tramite i CUP.
▪ Prevedere integrazione della fustella cartacea attualmente
associata alle confezione dei farmaci con un equivalente sistema
informatico di marcatura per migliorare controllo della spesa del
SSN
Dematerializzazione dei referti e delle cartelle cliniche
▪ Monitorare il rispetto dell’obbligo di refertazione online per tutte le
aziende sanitarie, accelerando ove necessario; Ad oggi solo il 50%
delle aziende sanitarie risulta in linea con previsioni normative.
▪ Valutare passaggio dalla “possibilità” all’”obbligo” di conservazione
delle cartelle cliniche in formato esclusivamente digitale: ad
esempio solo per le nuove cartelle cliniche con tempi di
adeguamento idonei (12 mesi).
▪ Rendere disponibili, sulle piattaforme di acquisto nazionali e
regionali, prodotti e servizi dedicati all’innovazione digitale nelle
aziende sanitarie (servizi di refertazione online, conservazione,
gestione del personale e del bilancio, ottimizzazione dei sistemi
informativi attraverso soluzioni basate su tecnologia cloud e
software as a service).
▪ Sempre per la tipologia di servizi di cui al punto precedente,
favorire percorsi di “condivisione” delle infrastrutture / piattaforme
software a livello regionale o sovraregionale.
Prenotazioni e pagamenti online
▪ Monitorare il rispetto dell’obbligo di accettare pagamenti in
formato elettronico per tutte le aziende sanitarie;
▪ Definire piano di adozione della piattaforma centrale dei
pagamenti realizzata e gestita da AgID.
▪ Aggiornare le “Linee guida nazionali - Sistema Centri Unici di
Prenotazione - CUP” prevedendo nuovi servizi legati
all’introduzione delle prescrizioni in formato elettronico (ad
esempio in relazione alla possibilità di procedere alla prenotazione
!66 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
automatica, senza intermediari, grazie alla disponibilità delle
prescrizioni mediche in formato elettronico - “ricetta parlante”).
▪ Favorire percorsi di “condivisione” delle infrastrutture /
piattaforme software a livello regionale o sovraregionale.
Stakeholders pubblici coinvolti
Presidenza del Consiglio dei Ministeri e Dipartimento Funzione
Pubblica, Ministero della Salute, Ministero Economia e Finanze,
Regioni e Aziende Sanitarie, AgID
Stakeholders privati coinvolti
Aziende sanitarie private e aziende sanitarie private accreditate,
assicurazioni, fornitori di soluzioni ICT
Soluzione a sostegno dell’offerta o della domanda?
Entrambe. Gli interventi presentano un elevato grado di
interdipendenza, la loro attivazione consentirà il raggiungimento di
notevoli sinergie e vantaggi (in termini di costo ed efficienza) sia per il
sistema sanitario che per i cittadini.
Tempistica
2016 – 2017 Fascicolo sanitario elettronico;
2016 Ricette digitali
2016 Dematerializzazione referti e cartelle cliniche
2017 Prenotazioni e pagamenti online
Calcolo dei benefici
Si tratta di iniziative in grado di determinare consistenti risparmi sulla
spesa pubblica. Il Politecnico di Milano, ad esempio, stima che le
strutture sanitarie potrebbero risparmiare circa 3,8 miliardi l'anno:
circa 2,2 miliardi grazie al FSE, alla cartella clinica elettronica e alla
dematerializzazione dei referti (per risparmi di tempo in attività
mediche e infermieristiche e riduzione di sprechi dovuti alla stampa);
oltre 800 milioni grazie alla riduzione di ricoveri dovuti a errori evitabili
attraverso sistemi di gestione informatizzata dei farmaci; circa 400
milioni di euro grazie alla consegna dei referti via web e a un miglior
utilizzo degli operatori dello sportello; 160 milioni con la prenotazione
online delle prestazioni; 150 milioni attraverso la razionalizzazione dei
data center presenti sul territorio e al progressivo utilizzo di tecniche di
virtualizzazione.
!67 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
A questi benefici, il Politecnico di Milano osserva che sono da
aggiungere i possibili risparmi economici per i cittadini, grazie al
miglioramento del livello di servizio, stimabili complessivamente in
circa 5,4 miliardi di euro: 4,6 miliardi di euro dovuti alla possibilità di
ritirare referti via web; oltre 600 milioni di euro grazie alla
prenotazione via web e telefonica delle prestazioni; 170 milioni di euro
grazie alle soluzioni di gestione informatizzata dei farmaci.
Investire in sanità elettronica significa inoltre investire nelle
infrastrutture abilitanti allo sviluppo del paese: la domanda indotta (di
banda larga, contenuti e servizi ICT) è stimata in 400 Meuro annui nel
breve periodo, 1 Mld euro annui nel medio periodo e 2 Mld euro annui
nel lungo periodo.
Indicatori/Kpi
Fascicolo sanitario elettronico
Utilizzo del FSE da parte dei cittadini
▪ Percentuale di cittadini che hanno attivato il FSE
▪ Percentuale di cittadini che hanno consultato il FSE negli ultimi 90
giorni (rispetto a numero cittadini che hanno attivato FSE)
Utilizzo del FSE da parte di MMG/PLS
▪ Percentuale MMG/PLS abilitati al FSE
▪ Numero di Patient Summary popolati dai MMG/PLS abilitati
Utilizzo del FSE da parte di ciascuna azienda sanitaria
▪ Percentuale dei Referti prodotti dall’Azienda resi disponibili nel FSE
(sul totale dei referti prodotti)
Ricette digitali
▪ Percentuale di MMG/PLS abilitati al servizio
▪ Percentuale di prescrizioni rilasciate in formato elettronico
Dematerializzazione dei referti medici e delle cartelle cliniche
▪ Percentuale referti prodotti in formato digitale su totale referti
▪ Percentuale referti rilasciati in modalità online su totale dei referti
rilasciati
▪ Percentuale delle cartelle cliniche conservate esclusivamente in
formato digitale
▪ Percentuale delle cartelle cliniche native in formato digitale
Prenotazioni e pagamenti online
!68 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
▪ Percentuale prenotazioni effettuabili online sul totale delle
prestazioni sanitarie disponibili
▪ Percentuale prenotazioni effettuate online sul totale prenotazioni
accettate
▪ Percentuale pagamenti effettuati in modalità elettronica (on line)
sul totale dei pagamenti accettati
Scuola Digitale
Cosa e perché?
Agire all’interno della scuola appare come un passaggio irrinunciabile.
La scuola è un servizio pubblico universale e come tale necessita di
avere strutture adeguate al contesto: ed è oramai questione
irrinunciabile e indifferibile la fornitura di rete, connettività e dispositivi
tecnologici a tutte le scuole e in tutte le aule. Ad oggi meno del 20%
delle aule scolastiche di primo e secondo livello (dalle elementari alle
medie superiori) risulta provvista di collegamento a internet. Bisogna
mettere in campo le risorse che consentano di arrivare al 100% delle
aule in tempi brevi.
Bisogna poi considerare l’importanza dei benefici cosiddetti
«estensivi» che la scuola può portare in termini di diffusione della
cultura digitale nelle famiglie con figli. Per questo è necessario che il
rapporto famiglie - scuola sia sempre più digitalizzato in termini di
servizi, e che i curricula scolastici prevedano nuove competenze.
Le proposte contenute nella riforma «la Buona Scuola» ora in fase di
consultazione pubblica, https://labuonascuola.gov.it, insieme al piano
Scuola Digitale del Ministero Istruzione, Università e Ricerca devono
essere corroborate da una piattaforma di servizi interoperabili
coordinati .
Chi fa cosa?	
  
Il Ministero della Istruzione, Università e Ricerca è impegnato nella
definizione di un’ampia riforma della scuola pubblica, “La Buona
Scuola” https://labuonascuola.gov.it/ ora in fase di consultazione
pubblica.
!69 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
Strategia per la crescita digitale 2014 2020
Strategia per la crescita digitale 2014 2020
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Strategia per la crescita digitale 2014 2020

  • 1. Strategia per la crescita digitale 2014-2020 
 Presidenza del Consiglio dei Ministri Roma 6 novembre 2014 versione in consultazione
  • 3. Strategia per la crescita digitale 2014-2020 1 Indice 2 Premessa 5 1. Obiettivi strategici 8 2. Il contesto di riferimento 11 La domanda di servizi in rete 13 Il ritardo dell'Italia 13 La domanda dei cittadini 14 La domanda delle imprese 18 L’offerta di servizi in rete 20 Il posizionamento dell’Italia 21 La situazione nelle diverse aree applicative 22 Sanità 22 Diffusione e adozione del Fascicolo Sanitario Elettronico 23 Scuola 24 Servizi PA locale 25 Sintesi caratteristiche della domanda e offerta 27 3. Analisi SWOT 29 4. Organizzazione 33 5. Le azioni per una crescita digitale 37 Azioni infrastrutturali trasversali 38 Sistema Pubblico di Connettività e predisposizione wifi tutti edifici pubblici 41 Digital Security per la PA 43 Razionalizzazione del patrimonio ICT, consolidamento data center e cloud computing 45 Servizio Pubblico d’Identità Digitale (SPID) 48 Piattaforme abilitanti 50 Anagrafe Popolazione Residente 51 Pagamenti elettronici 53 Fatturazione elettronica PA 56 Open Data 59 Sanità digitale 62 !3 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 4. Scuola Digitale 69 Giustizia Digitale 70 Programmi di accelerazione 78 Italia Login – La casa del cittadino 80 Le competenze digitali 84 Smart City & communities 87 Monitoraggio 90 Il fabbisogno finanziario 93 Conclusioni 94 !4 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 5. Premessa Le policies dell’innovazione italiana hanno tradizionalmente pensato più a digitalizzare processi esistenti, invece di utilizzare il digitale come leva di trasformazione economica e sociale.   Ma l’agenda digitale è invece un’occasione di trasformazione essenziale per perseguire i grandi obiettivi della crescita, dell’occupazione, della qualità della vita, della rigenerazione democratica nel paese.  E se si mettono al centro delle azioni i cittadini e le imprese, l’innovazione digitale diventa è un investimento pubblico che coincide immediatamente con una riforma strutturale del Paese.   Il processo di digitalizzazione, per definizione, è trasversale, pertanto anche la presente strategia dovrà integrare in modo sussidiario quanto realizzato o in fase di realizzazione sia nel settore pubblico, sia nel settore privato, come ad esempio: ▪ La strategia per la smart specialization per la ricerca, l’innovazione e la competitività del sistema produttivo; ▪ Il «Patto per la Salute» e le relative iniziative di e-Health del Ministero delle Salute; ▪ Il piano della Giustizia Digitale in ambito civile e penale;l programma di riforma “La Buona Scuola” del MIUR; ▪ La strategia per la digitalizzazione delle imprese all’interno del PON competitività per le 8 regioni del SUD ▪ Le iniziative previste nel PON Governance – capacità istituzionale !5 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 6. ▪ Le azioni relative al PON Metro per le Smart Cities and Communities In quest’ottica, deve realizzarsi una piena sinergia con altre strategie pubbliche in essere, sia di pertinenza del governo nazionale sia di competenza regionale, per mettere utilmente “a sistema” obiettivi, processi e risultati.     Una ricetta nuova, dunque, che mette al centro le esigenze di modernizzazione e sviluppo digitale di cittadini e imprese italiane, anche utilizzando gli interventi nel settore pubblico come leva. 
 Per questo, la presente strategia si focalizza su:   ▪ il coordinamento di tutti gli interventi di trasformazione digitale e l’avvio di un percorso di centralizzazione della programmazione e della spesa pubblica in materia ▪ il principio di Digital First, attraverso lo switch-off della tipologia tradizionale di fruizione dei servizi al cittadino ▪ la diffusione di cultura digitale e lo sviluppo di competenze digitali in imprese e cittadini ▪ la modernizzazione della pubblica amministrazione partendo dai processi, superando la logica delle regole tecniche e delle linee guida e puntando alla centralità dell’esperienza e bisogno dell’utenza ▪ un approccio architetturale basato su logiche aperte e standard, che garantiscano accessibilità e massima interoperabilità di dati e servizi La presente strategia ha, inoltre, un carattere dinamico, per essere capace di adattarsi progressivamente agli scenari nel periodo di riferimento 2014-2020. L’Agenzia per l’Italia digitale   ne coordina l’attuazione con tutte le1 amministrazioni centrali e locali, e avvalendosi del supporto concreto e fattivo di tutte le Regioni e delle loro strutture sui territori.   Lo sviluppo della strategia deve, infatti, avvenire secondo la logica della co-progettazione, anche valorizzando le best practices sul territorio per definire piani e standard nazionali. Una logica di " istituita con il D.L. del 22 giugno 2012, n. 83 e s.m.i.1 !6 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 7. razionalizzazione e efficienza che capitalizza quanto di buono realizzato finora e lo proietta nel quadro di sistema Paese. !7 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 9. L’Italia deve crescere: il PIL italiano soffre più degli altri e la sua ripresa è troppo lenta. Lo sviluppo del nostro Paese è di gran lunga inferiore alla media europea e lo sono anche le nostre prospettive di crescita.   Figura 1 - Evoluzione del Pil nei principali Paesi europei, anni 2005-2015 (valori concatenati, anno di riferimento 2005; numero indice 2005=100) " Fonte: elaborazioni DPS su dati Eurostat; per il 2013-2015 stime Eurostat   Gli anni in cui il PIL nazionale è rimasto stagnante o arretrato sono gli stessi in cui il processo di digitalizzazione non si è realizzato.  Puntare sul recupero del terreno perduto nella trasformazione digitale è la chiave della presente strategia.
  • 10. Il Consiglio europeo del 26 e 27 giugno 2014 ha ribadito fra le principali ricette anticrisi proprio quella del mercato unico digitale. Si tratta di una misura che vale il 3% del Pil all’anno.   Utilizzare le leve pubbliche per lo sviluppo digitale di cittadini e imprese è il fulcro di questa strategia. Le risorse pubbliche devono servire per promuovere la trasformazione digitale delle imprese italiane e sviluppare le competenze dei cittadini. Per questo il documento si chiama «crescita digitale", perché è una strategia dinamica che si deve adeguare alle nuove sfide, all’evoluzione tecnologica, e al mercato, con un focus sullo sviluppo socio-economico del sistema paese.     Gli interventi proposti intervengono sulla pubblica amministrazione esclusivamente in quanto piattaforma abilitante, ma come un mezzo, non un fine. Una leva potente per aumentare la domanda digitale (di cui l’Italia registra percentuali inferiori alla media europea) se percorsa in logica switch-off delle modalità tradizionali di fruizione del servizio al cittadino.   Questo documento, quindi, traccia una roadmap per la digitalizzazione del Paese capace di: a.    determinare il progressivo switch off dell’opzione analogica per la fruizione dei servizi pubblici, progettando la digitalizzazione della pubblica amministrazione in un’ottica centrata sull’utente e coordinando e mettendo a sistema le diverse azioni avviate da tutte amministrazioni pubbliche  b.    garantire crescita economica e sociale, attraverso lo sviluppo di competenze nelle imprese e di diffusione di cultura digitale fra i cittadini per la creazione di nuova domanda capace di generare offerta innovativa e qualificata, c. rendere più efficiente il sistema paese, coordinando in materia unitaria la programmazione e gli investimenti in innovazione digitale e ICT. !10 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 11. 2. Il contesto di riferimento

  • 12. Utenti Internet ultimi 12 mesi 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Sesso Maschi 45.8% 49.8% 54.6% 56.6% 58.3% 60.2% Femmine 35.0% 39.4% 43.6% 46.7% 47.0% 49.7% Classe di età 6-10 anni 22.2% 30.5% 36.7% 38.2% 40.7% 44.9% 11-14 anni 59.3% 69.6% 75.7% 78.0% 76.3% 80.7% 15-17 anni 76.7% 82.1% 87.2% 89.1% 88.3% 89.6% 18-19 anni 77.2% 83.7% 90.4% 88.7% 88.6% 89.9% 20-24 anni 71.0% 77.6% 82.1% 85.5% 85.6% 85.4% 25-34 anni 62.6% 67.9% 73.3% 77.0% 78.9% 80.1% 35-44 anni 53.8% 58.2% 64.6% 69.4% 68.9% 73.4% 45-54 anni 44.0% 48.6% 53.0% 56.0% 58.6% 61.2% 55-59 anni 29.7% 33.1% 41.0% 42.2% 45.2% 48.7% 60-64 anni 18.0% 22.8% 25.2% 28.6% 30.9% 36.4% 65-74 anni 7.2% 8.5% 12.1% 13.8% 16.3% 18.9% 75 anni e più 1.3% 1.5% 2.0% 2.7% 3.3% 3.5% Ripartizione geografica Nord-Ovest 44.7% 48.3% 53.6% 56.5% 57.1% 58.0% Nord-Est 45.4% 48.2% 51.3% 55.9% 57.6% 60.1% Centro 42.9% 46.8% 51.3% 54.2% 55.0% 57.6% Sud 32.1% 37.3% 41.9% 43.6% 43.3% 46.7% Isole 33.5% 39.5% 44.5% 44.0% 47.5% 49.9% Condizione occupazionale Occupati 59.0% 63.6% 68.7% 71.7% 73.0% 75.7% In cerca di nuova occupazione 40.0% 47.5% 54.8% 58.8% 56.3% 61.0% In cerca di prima occupazione 41.7% 55.3% 59.7% 68.9% 66.5% 68.0% Casalinghe 10.8% 14.3% 17.1% 19.5% 19.3% 21.6% Studenti 85.0% 88.3% 91.8% 92.3% 93.2% 92.1% Ritirati dal lavoro 9.3% 10.6% 13.3% 14.7% 16.3% 18.3% Altra condizione 12.2% 16.2% 22.6% 23.2% 24.3% 24.9% Totale 40.2% 44.4% 48.9% 51.5% 52.5% 54.8%
  • 13. La domanda di servizi in rete Il ritardo dell'Italia Il quadro che emerge dagli ultimi dati resi disponibili dal Digital Agenda Scoreboard evidenzia una situazione di estrema debolezza2 nell’utilizzo dei servizi in rete da parte di cittadini e imprese italiani. Al di là della dicotomia relativa agli aspetti infrastrutturali, per cui l’Italia risulta allineata alla media europea per la banda larga, mentre presenta una situazione di grave ritardo nella banda ultra larga, il divario rispetto agli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea è tuttora rilevante. Gli utenti regolari di Internet sono solamente il 56% della popolazione3 di età compresa tra 16 e 74 anni, contro una media europea pari al 72%, mentre per converso sono il 34% gli italiani che non hanno mai utilizzato Internet contro il 21% medio europeo. Il livello di utilizzo dei diversi servizi in rete è di norma inferiore alla metà del valore medio riscontrabile all’interno dell’Unione Europea e, di conseguenza, molto distante dagli obiettivi europei fissati per il 2015. La diffusione dell’acquisto di beni e servizi in rete è leggermente inferiore al 20% in Italia, a fronte del 47% medio dell’Unione Europea, " Commissione europea, Digital Agenda Scoreboard, 20142 " Individui che hanno utilizzato Internet almeno una volta a settimana nel corso degli3 ultimi tre mesi !13 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 14. con valori ancora più bassi per gli acquisti cross-border (6,6% contro il 12,1%). Allo stesso tempo, i cittadini italiani che hanno utilizzato servizi di e-government sono pari a circa il 21% rispetto al 42% medio europeo, mentre coloro che hanno inviato moduli della Pubblica Amministrazione compilati sono poco più del 10% contro il 21%. Il divario è rilevante anche per le piccole e medie imprese (imprese con 10 e più addetti) che vendono online. In effetti, solo meno del 5% delle PMI italiane vendono in rete , rispetto al 14% europeo.4 Analizzando la dinamica degli ultimi tre anni si rileva come, nonostante l’incremento nel valore degli indicatori, il posizionamento relativo rispetto alla media europea tenda in realtà a peggiorare, ad eccezione degli utenti regolari di Internet e dell’invio di moduli compilati della Pubblica Amministrazione. La domanda dei cittadini Il ritardo nell’utilizzo dei servizi in rete trova origine innanzitutto nelle caratteristiche socio-demografiche della popolazione che utilizza Internet. In effetti, mentre per la fascia di età 16-24 anni il differenziale è di circa 10 punti percentuali rispetto alla media europea, il divario cresce sensibilmente per le fasce di età successive (di 15 punti per la fascia 25-54 e di 18 punti per la fascia 55-74 anni). " Il dato si intende alle imprese che realizzano almeno 1% del proprio fatturato online4 !14 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020 45 51 565658606263656666697071717274757777788080 878991929293 Regular Internet usage (% individuals aged 16-74)
  • 15. Penetrazione Internet (vari perimetri di tempo e frequenza) e abitazioni con accesso Internet - Dati a dicembre 2013 In sintesi, le principali differenze nell’utilizzo di Internet da parte dei cittadini si possono riassumere nel seguente modo :5 ▪ L’utilizzo di internet cresce con l’età, fino ad arrivare a sfiorare il 99% nella fascia 18-19 anni, per poi scendere progressivamente sotto il 75% nella fascia 35-44 anni, sotto al 50% per quella di 55-59 anni, fino a valori inferiori al 10% nella fascia di 75 anni e oltre; ▪ Permane un differenziale di poco più di 10 punti tra l’utilizzo di Internet da parte dei maschi rispetto alle femmine; ▪ La penetrazione per area geografica varia dal 60% del Nord-Est al 50% delle Isole; ▪ La penetrazione per condizione professionale è attorno al 20% per casalinghe (21%) e i ritirati dal lavoro (18%), ma sale, rispettivamente, oltre il 75% e il 90% per gli occupati e gli studenti; ▪ L’85,7% delle famiglie con almeno un minorenne possiede un collegamento a Internet, mentre nelle famiglie di soli anziani di 65 anni e più la presenza di Internet scende al 12,7%. Oltre al ritardo nell’utilizzo di Internet si aggiunge anche il divario negli skills digitali. In Italia, il 61% degli individui nella fascia 16-74 anni possiede un livello di skills ICT basso (21%) o nullo (40%), contro il 46% della Spagna, il 42% del Regno Unito, il 40% della Germania e il 37% della Francia, fino ad arrivare a valori inferiori al 30% per Finlandia, Svezia, Olanda, Danimarca e Lussemburgo .6 Ulteriori differenze si riscontrano anche nei servizi utilizzati dagli utenti Internet italiani rispetto a quelli degli altri Paesi dell’UE. L’indice di diversificazione delle attività svolte in rete è inferiore a 5 per l’Italia, contro la media europea di 6,2 . In effetti, mentre le attività legate alla7 comunicazione e all’informazione presentano dei livelli di diffusione allineati rispetto alla media europea, per quanto riguarda le attività transattive il divario rimane particolarmente ampio (32% di acquisti online contro il 61%, 37% di online banking contro il 55%). Allo stesso " Istat, Cittadini e nuove tecnologie, dicembre 20135 " Commissione europea, Digital Agenda Scoreboard, 20146 " Commissione europea, Digital Agenda Scoreboard, 2014. Indice su 12 possibili attività7 online. !15 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 16. tempo, gli utenti Internet che hanno utilizzato servizi di e-government nell’ultimo anno è stato pari al 34%, contro il valore medio europeo del 54% .8 Anche se negli ultimi anni la crescita maggiore è riferibile all’interazione con altri utenti attraverso i social network, si riscontrano sensibili incrementi per l’insieme delle attività svolte online. Ad esempio, dal 2011 al 2013 l’utilizzo di Internet per la ricerca di informazioni sanitarie è cresciuto dal 45% al 50%, così come l’utilizzo del web per leggere informazioni, giornali e riviste è passato dal 51% al 63% nell’ultimo anno. Allo stesso tempo, sono cresciuti sensibilmente i servizi finanziari, assicurativi e gli acquisti di bei e servizi (da 5 a 8 punti percentuali di penetrazione). Le motivazioni principali che guidano le relazioni online con la Pubblica Amministrazione, sono il pagamento delle tasse (27%), l’iscrizione a scuole superiori o all’università (21%) e l’accesso alle biblioteche pubbliche, mentre valori più bassi sono riscontrabili per la richieste di documenti personali e certificati (11% e 8%, rispettivamente) . La9 condizione professionale è la caratteristica che influenza maggiormente la motivazione del contatto con la Pubblica Amministrazione. Riguardo al gradimento dei servizi online della Pubblica Amministrazione e alle criticità riscontrate, si può notare come: ▪ Un elevato livello di soddisfazione venga rilevato per meno del 5% degli utenti Internet, ma è anche vero lo stesso valore si riscontra per gli utenti per nulla soddisfatti. La maggior parte degli utenti si dichiara, invece, abbastanza soddisfatto, con un gradimento relativamente maggiore per l’utilità delle informazioni disponibili (67%) rispetto ad altri aspetti come le informazioni sullo stato di avanzamento delle pratiche (49%); ▪ A livello territoriale, la quota di utenti soddisfatti diminuisce dal Nord al Sud, con i valori più elevati per regioni come Trentino Alto Adige e Umbria e valori minimi per Calabria e Sicilia. Anche se le differenze non sono particolarmente rilevanti, si risconta un gradimento leggermente superiore alla media per i comuni centro di aree metropolitane e i piccoli comuni, mentre le criticità maggiori sono riferibili alle periferie delle aree metropolitane; " Commissione europea, Digital Agenda Scoreboard, 20148 " Istat, Cittadini e nuove tecnologie, dicembre 20139 !16 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 17. ▪ La qualità delle informazioni (completezza, chiarezza, aggiornamento) vengono citate dal 36% degli utenti Internet come la principale criticità, seguita dai problemi tecnici del sito (28%) e dalle carenze del servizio di assistenza (21%); Infine, per quanto concerne le motivazioni che spiegano il mancato utilizzo di Internet da parte delle famiglie, il principale ostacolo rimane la mancanza di skills (43%), seguito dalla percezione di inutilità (27%), mentre la barriera dell’accessibilità economica riveste un peso relativamente meno importante (10% degli intervistati cita il costo del collegamento e il 9% il costo degli strumenti per connettersi). Da notare, inoltre, come il 13% delle famiglie dichiari di collegarsi in realtà da altri luoghi .10 Questo ultimo aspetto va tenuto in dovuta considerazione nello sviluppo dei servizi in rete vista la rapida crescita dell’utilizzo dei dispositivi mobili per lo svolgimento delle diverse attività in rete. In effetti, nel 2013 era già 1/3 gli utenti Internet che utilizzano Internet in luoghi diversi da casa o dal posto di lavoro .11 Un ulteriore aspetto fondamentale nell’orientamento delle politiche per lo sviluppo dei servizi in rete è rappresentato dal peso ancora prevalente dell’utilizzo dei canali più tradizionali per l’interazione con la Pubblica Amministrazione. Secondo un’indagine condotta dall’Istat nel 2012 , il contatto diretto12 tramite lo sportello rappresenta la modalità ancora prevalente nella relazione con la Pubblica Amministrazione (64%), seguita dal telefono (18%), mentre l’utilizzo degli strumenti online si ferma a meno del 20%. L’utilizzo degli strumenti online supera il 35% per i giovani con meno di 30 anni e per le persone con un elevato grado di istruzione. Modalità prevalente di contatto tra PA - consumatori Anno 2012, quote percentuali di risposta per titolo di studio " Istat, Cittadini e nuove tecnologie, dicembre 201210 " Istat, Cittadini e nuove tecnologie, dicembre 201311 " Istat, L’uso dell’e-government da parte di consumatori e imprese, 201312 !17 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020 Sportello PEC Telefono Internet Fax/Posta No contatti Universitari Scuola superiore Scuola Inferiore Elementare o nessun titolo Totale campione 31% 2%1% 15% 0% 62% 19% 3% 7% 19% 1% 70% 13% 2% 22% 20% 5% 65% 9% 2% 37% 17% 12% 57%
  • 18. Il grado di soddisfazione per i servizi prestati online è superiore nel caso delle pratiche scolastiche (82% di utenti molto o abbastanza soddisfatti) rispetto alle pratiche sanitarie (73%) a quelle anagrafiche e a quelle riguardanti il lavoro (70% e 69%, rispettivamente). Anche se per circa il 40% la qualità del servizio è migliorata nell’ultimo anno, la maggioranza (48%) ritiene che non ci siano stati miglioramenti sensibili. La situazione sopra descritta evidenzia come l’obiettivo dell’Agenda Digitale Europea di avere entro il 2015 il 75% dei cittadini utenti regolari di Internet non sia di fatto raggiungibile per il nostro Paese. Negli ultimi cinque anni l’utilizzo di Internet è cresciuto dal 40,3% al 54,3%, con incrementi annui che sono dell’ordine di alcuni punti percentuali nell’ultimo periodo .13 La domanda delle imprese Gli indicatori analizzati dal Digital Agenda Scoreboard in materia di14 adozione di servizi digitali mostrano come le imprese italiane (10 e più addetti) siano allineate rispetto alla media europea in materia di utilizzo di applicazioni gestionali integrate (ERP), mentre il divario è più marcato per l’utilizzo di applicazioni di gestione della relazione con i clienti (CRM), ma anche riguardo alla diffusione di dispositivi aziendali mobili. Il divario è invece relativamente minore riguardo alla presenza di siti web e alla fatturazione elettronica. " " Uso di Internet da parte di persone con 6 anni e più. Istat, Cittadini e nuove13 tecnologie, dicembre 2013 " Commissione europea, Digital Agenda Scoreboard, 201414 !18 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 19. Uno dei dati peggiori riguarda l’e-commerce, che potrebbe invece rappresentare un buon volano, anche per l’export. Solo il 5% delle imprese italiane vende online. Soprattutto per le imprese con meno di 10 addetti, che sono la stragrande maggioranza del tessuto produttivo, la diffusione delle attività in rete sconta le difficoltà nelle competenze già rilevate per i cittadini, che si accentuano per le imprese nelle quali l’età del titolare di impresa è più elevata. Enterprises using any computer network for sales (at least 1%) - Dati a dicembre 2013 Da notare, come per oltre il 40% delle imprese il principale ostacolo all’utilizzo di Internet sia la percezione di inutilità rispetto alla propria attività. Un’area in forte crescita e evoluzione è relativa all’utilizzo dei social media. Circa il 25% delle imprese utilizza almeno un social media e l’11% ne utilizza almeno due, con la finalità di sviluppare l’immagine dell’impresa e dei suoi prodotti (19%), ma anche di interagire con la clientela per rispondere a domande ovvero sviluppare nuovi prodotti e servizi (rispettivamente il 13% e il 9% delle motivazioni dell’utilizzo). Per quanto concerne i rapporti con la Pubblica Amministrazione, sono circa l’86% le imprese che utilizzano Internet per relazionarsi con le amministrazioni pubbliche. I dati rilevati dall’Istat nel 2012 consentono di ricostruire un quadro più completo dell’utilizzo dei servizi in rete offerti dalla Pubblica Amministrazione .15 "15 !19 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020 Denmark CzechRepublic Sweden Ireland Germany Belgium Lithuania UnitedKingdom Croatia Slovakia Finland Luxembourg EuropeanUnion Portugal Netherlands Austria Spain France Slovenia Malta Estonia Hungary Romania Poland Greece Latvia Cyprus Italy Bulgaria 55 778991010111111 1313131414 1616 1818192021222324 2627 % of enterprises
  • 20. Utilizzo dei principali servizi di e-government da parte delle imprese Anno 2012, quote percentuali di imprese che dichiarano di aver utilizzato lo strumento La modalità di interazione prevalente è diventa la posta elettronica (quasi il 70%), con una quota significativa di imprese che utilizzava la posta elettronica certificata (35%), mentre le modalità più tradizionali sono in progressiva riduzione. I servizi più diffusi sono la gestione dei certificati medici (86%), seguiti dai servizi per il lavoro (77%) e dalla posta elettronica certificata (35%), mentre gli altri servizi presentano una diffusione significativamente inferiore (gare d’appalto al 18%, sportello unico delle attività produttive al 16%, fino alla fatturazione elettronica al 10%. In realtà, appare chiaro come la rapida diffusione dell’utilizzo dei servizi in rete sia strettamente legata all’obbligatorietà o meno delle procedure telematiche e questo a maggiore ragione per le imprese minori. Anche se il 40% delle imprese dichiara di non aver riscontrato nessun problema nell’utilizzo dei servizi online, i principali ostacoli all’utilizzo o ad un uso più esteso sono riconducibili alla necessità di un contatto personale (26%), a difficoltà tecniche (18%), ovvero a timori per la sicurezza del processo (10%). Le valutazioni sulla percezione della qualità del servizio e la sua evoluzione sono sostanzialmente in linea con il punto di vista dei cittadini (cfr. sopra). L’offerta di servizi in rete Anche se possono esserci delle specificità nazionali legate alle strategie di sviluppo dei grandi attori internazionali, l’offerta dei servizi !20 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020 Servizi 
 per il lavoro Certificati 
 medici Domanda 
 e offerta di lavoro Sportello 
 unico Interazione 
 con la PA 
 tramite PEC Gare d'appalto 
 e bando online Fatturazione 
 elettronica 9%13% 62% 29% 14% 66%65% 17% 22% 71% 24% 8% 60% 68% 10% 18% 71% 16% 11% 86% 77% Manufatturiere Servizi Commercio
  • 21. online privati è di fatto globalizzata. I fornitori di servizi nazionali adottano delle strategie di nicchia o multi nicchia per soddisfare specifiche esigenze locali, ovvero diversi livelli di maturità della domanda, ma gli scenari di offerta rispecchiano delle traiettorie di sviluppo che tendono ad essere relativamente omogenee rispetto a quanto accade nei principali Paesi europei. Allo stesso tempo, gli attori internazionali introducono i servizi più innovativi sui singoli mercati nazionali secondo una tempistica che rispecchia il potenziale locale, ovvero l’esistenza di vincoli Paese di tipo infrastrutturale, regolamentare o normativo. Di fatto, l’Italia non viene spesso considerato tra i primi Paesi da indirizzare per l’ingresso sul mercato europeo .16 L’analisi che segue è, di conseguenza, incentrata sull’offerta dei principali servizi online e sulle politiche di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Il posizionamento dell’Italia Secondo gli ultimi dati dell’eGovernment Benchmark europeo, l’Italia17 presenta una situazione dicotomica. In effetti, mentre per quanto riguarda la disponibilità dei servizi il posizionamento dell’Italia risulta tra i migliori, la situazione è molto meno positiva sia in termini di " Si veda a questo proposito la strategia recentemente adottata dall’operatore di16 servizi di video streaming Netflix per l’ingresso sul mercato europeo " Commissione europea, Delivering on the European Advantage?, Final Insight Report,17 May 2014 e Commissione europea, Delivering the European Advantage?, Final Background Report, May 2014 !21 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 22. facilità di utilizzo che dei livelli prestazionali.
 Esaminando con maggiore dettaglio le diverse componenti di servizio oggetto del confronto, si conferma il punto di forza dell’Italia sulla componente di “User Centricity” (soprattutto la disponibilità on-line dei servizi) e la trasparenza, mentre appare carente la disponibilità e usabilità dei servizi transfrontalieri. Tra i fattori chiave abilitanti, sopra la media appare solamente l’identità digitale, mentre permane un significativo ritardo in particolare riguardo agli aspetti di sicurezza delle transazioni e alla documentazione elettronica. Come negli altri Paesi europei, anche in Italia si riscontra una maggiore disponibilità e qualità dei servizi di e-government a livello centrale rispetto al livello locale. La situazione nelle diverse aree applicative Prendendo in considerazione i principali comparti dell’Amministrazione con ricadute significative su cittadini e imprese (Sanità, Scuola, Giustizia, Anagrafe, Pagamenti, ecc.), la situazione rimane altamente differenziata sul territorio, ad eccezione del settore della Giustizia, dove l’attivazione del Processo Civile Telematico è divenuta obbligatoria per tutti i soggetti e per tutto il territorio nazionale dal 30 giugno 2014. La digitalizzazione del processo penale è invece ancora sperimentale in alcune sedi giudiziarie. Sanità Il processo di digitalizzazione della sanità, già avviato dopo la pubblicazione delle linee guida sul Fascicolo Sanitario Elettronico da parte del Ministero della Salute nel 2011, ha subito nel corso degli ultimi due anni un’importante accelerazione, con l’approvazione di diversi decreti in materia di sanità elettronica e la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico su tutto il territorio nazionale. Tuttavia, a fronte di un quadro programmatoriodi programmazione ormai definito, la diffusione sul territorio del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) è ancora molto frammentata. In base ai dati del Rapporto sull’Innovazione nell’Italia delle regioni (RIIR) pubblicato dal CISIS nel 2012, il FSE è stato già realizzato ed è a disposizione dei cittadini in !22 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 23. quattro regioni (Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Sardegna) e nella Provincia Autonoma di Trento, ma il numero di fascicoli realmente attivi e funzionanti è ancora molto basso: solo il 13% della popolazione è dotata di un fascicolo attivo, di cui la gran parte risulta residente in Lombardia (6 milioni circa di FSE attivi). Inoltre, le funzionalità integrate nei diversi fascicoli e la tipologia di documenti gestiti in digitale che confluiscono nei repository sono ancora molto disomogenee tra di loro. Diffusione e adozione del Fascicolo Sanitario Elettronico Fonte: CISIS, 2012 Uno dei problemi principali da affrontare per arrivare ad una completa diffusione del FSE rimane il livello di informatizzazione delle aziende sanitarie sul territorio: l’Osservatorio sulla sanità elettronica del Politecnico di Milano segnala infatti che solo il 6% delle cartelle cliniche in Italia è dematerializzato e, problema ancora più rilevante, il grado18 di maturità ed interoperabilità tra le cartelle elettroniche disponibili è ancora troppo basso. Un ulteriore tema rilevante è l’introduzione della ricetta elettronica in sostituzione della ricetta cartacea, di cui è prevista l’entrata a regime per l’80% delle prescrizioni entro il 2014 in tutte le Regioni. " MIP, Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità, 201418 !23 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 24. In base ai dati di fine 2013 dell’Osservatorio Piattaforme Between , il19 49% delle aziende sanitarie offre la possibilità di prenotare online le visite specialistiche, il 24% di pagare il ticket via web ed il 43% di accedere ai referti. Molto importante risulta la presenza di piattaforme di livello regionale che offrono il servizio a tutte o alla maggior parte delle aziende sanitarie presenti sul territorio. Entro novembre 2015 tutte le aziende sanitarie dovranno consentire il pagamento online delle prestazioni erogate e rendere disponibili i referti anche in formato digitale .20 Infine, il Patto per la Sanità Digitale ha rafforzato l’impegno21 congiunto tra Regioni e Governo per l’innovazione tecnologica nella sanità, prevedendo l’avvio di attività per la definizione di un Masterplan per le iniziative di Sanità Digitale entro la fine del 2014. Scuola Anche l’Italia, come gli altri Stati membri dell’Unione Europea, ha avviato negli ultimi anni diverse iniziative e progetti per rinnovare il sistema scolastico nazionale e diffondere l’innovazione digitale nelle scuole. In particolare, a partire dal 2008, il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) ha realizzato il piano “Scuola Digitale”, che concentrava l’attenzione su tre obiettivi chiave: ▪ La diffusione di Lavagne Interattive Multimediali (LIM) nelle scuole; ▪ L’allestimento di classi tecnologicamente avanzate (progetto “Cl@ssi 2.0”); ▪ La realizzazione di un modello di didattica avanzato per le zone territorialmente disagiate attraverso il progetto “Isole in rete”. Le azioni del piano sono state poi rafforzate nel Piano eGov 2012 (del 2009) e nell’Agenda Digitale Italiana (2012), ove è stato introdotto il nuovo “Piano Nazionale Scuola Digitale”, che prevede, oltre al rafforzamento delle linee precedentemente descritte, anche la costituzione di centri scolastici digitali per garantire l’offerta formativa " Between, Osservatorio Piattaforme Pubblica Amministrazione, 201419 " Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 agosto 2013 (pubblicato in20 Gazzetta Ufficiale n.243 del 16 ottobre 2013) " Conferenza Stato – Regioni, Patto per la Sanità Digitale – Documento21 Programmatico, 2014 !24 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 25. anche in contesti territoriali svantaggiati, nonché l’introduzione dei testi scolastici digitali a partire dall’anno scolastico 2014/2015 .22 Le dotazioni tecnologiche nelle scuole statali risultavano, nell’anno scolastico 2013-14 , in crescita in tutti i livelli scolastici e le tipologie23 di scuole. La dematerializzazione dei principali processi ha ormai raggiunto la maggior parte degli istituti: protocollo informatico 78,3%, registro elettronico 58,2%, comunicazione online scuola-famiglia 50,4%, con la sola archiviazione elettronica dei documenti che rimane inferiore al 50% degli istituti (31,2%). Le dotazioni multimediali riguardano sia i laboratori (78% connesso in rete, 58% dotati di LIM o proiettore interattivo), che le classi (rispettivamente il 46,5% e il 32%). Le connessioni ad Internet ad alta velocità sono presenti nel 23% degli istituti del secondo ciclo e il 10% di quelli del primo ciclo. Infine, il numero di studenti per PC è sceso a 7,8 (dagli 8,7 del 2012), con valori pari a poco meno di 10 unità per il primo ciclo e 5,7 per il secondo ciclo. A livello territoriale, alcune Regioni del Sud (Molise, Puglia, Basilicata, Sardegna), grazie all’utilizzo efficace dei fondi strutturali, mostrano percentuali di adozione più elevate della media italiana. Tra le altre Regioni, i tassi di penetrazione più elevati si riscontrano nelle Marche, Emilia-Romagna, Toscana e Friuli Venezia Giulia. La recente proposta di riforma «La Buona Scuola» ora in fase di consultazione pubblica https://labuonascuola.gov.it/ aggiorna ed evolve anche i programmi di digitalizzazione sia della infrastruttura, sia della didattica. Servizi PA locale Quasi tutti i Comuni hanno ormai un sito web (99,4%) , anche se24 meno del 20% eroga servizi che possono essere svolti completamente online. I tributi locali (tasse sulla casa e sui rifiuti) sono i più diffusi (oltre il 60%), seguiti dai servizi legati all’anagrafe (57%). Oltre metà del Comuni con più di 60.000 abitanti offre servizi completamente transattivi, mentre tale percentuale scende sotto il 15% nei Comuni sotto i 5.000 abitanti. " Decreto Crescita 2.0 e Decreto ministeriale n.781 del 27 settembre 201322 " MIUR, DG Studi, Statistica e Sistemi Informativi - Le Dotazioni multimediali per la23 didattica nelle scuole, A.S. 2013/14, gennaio 2014 " Istat, Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione nella Pubblica24 Amministrazione Locale, 2013 !25 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 26. Alcuni servizi di sportello (es. Attività Produttive) sono stati recentemente oggetto di switch-off verso l’online in tutti i Comuni, anche se permangono alcune criticità, ad esempio per consegna degli allegati tecnici, che non risulta sempre possibile per via telematica. A livello territoriale, la maggior diffusione di servizi online completamente transattivi si riscontra in Emilia Romagna (40% dei Comuni) e Veneto (30%), mentre le situazioni più arretrate (inferiori al 10%) sono relative alla Basilicata e il Molise, ma anche le Regioni e Province Autonome dell’arco alpino (Valle d’Aosta, Province Autonome di Trento e di Bolzano), dove sono particolarmente numerosi i Comuni di piccole dimensioni. Per quanto concerne in particolare i Comuni capoluogo , negli ultimi25 anni sono stati sviluppati nuovi servizi innovativi, tra quali: ▪ Open Data. Il 24% dei Comuni capoluogo pubblica dati in formato aperto sul proprio sito, con una crescita del 130% rispetto all’anno precedente. Allo stesso tempo, nell’ultimo anno sono quintuplicati i dataset pubblicati; ▪ Servizi per la mobilità. I capoluoghi con travel planner sono il 43%, in crescita del 50% rispetto al 2012, mentre le città con mobile app per i trasporti pubblici sono il 25% (+ 120%); ▪ Servizi per il turismo. Tutti i Comuni capoluogo hanno sviluppato pagine web per il turismo, ma solo in metà dei casi si tratta di veri e propri portali. Tuttavia, risultano ancora poco sviluppati i servizi più interattivi e transattivi: solo il 14% dei Comuni consente di accedere alla prenotazione delle strutture ricettive dal proprio sito e solo il 3% di acquistare online biglietti per musei o monumenti; ▪ Sicurezza urbana. Quasi la metà dei Comuni ha installato reti di sensori e videosorveglianza per monitorare la sicurezza in ambito urbano, ma solo il 16% eroga dei servizi online al cittadino in questo ambito; ▪ Pagamenti elettronici. Solo il 15% dei Comuni capoluogo consente il pagamento online della TASI, e percentuali ancora più basse riguardano gli altri tributi comunali. La situazione appare migliore per scuole e asili nido comunali, per le quali il pagamento online di alcuni servizi (ad esempio il servizio mensa) è consentito nel 28% dei casi. " Between, Smart City Index, 201425 !26 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 27. Sintesi caratteristiche della domanda e offerta Sulla base delle evidenze sopra riportate è possibile fare alcune considerazioni di sintesi sulle caratteristiche della domanda e dell’offerta di servizi di in rete, che devono essere prese in considerazione per creare un ambiente favorevole allo sviluppo dei servizi ed al loro utilizzo: ▪ La domanda di servizi online è condizionata da un livello di diffusione dell’utilizzo di Internet che è ancora significativamente inferiore rispetto a quanto riscontrabile nei Paesi più avanzati. Allo stesso tempo il livello degli skills ICT rimane largamente deficitario rispetto alla media europea; ▪ Inclusione digitale e skills ICT sono problemi che accomunano le fasce più anziane di popolazione e molte delle micro imprese italiane; ▪ Il divario rispetto agli altri Paesi europei è particolarmente evidente per quanto riguarda i servizi transattivi, mentre è più ridotto per i servizi di informazione, comunicazione e intrattenimento; ▪ La domanda di servizi online delle imprese presenta un’estrema eterogeneità sia dimensionale, soprattutto, che settoriale. L’innalzamento della cultura digitale delle micro imprese è un tema prioritario per consentire di migliorare il loro livello di competitività; ▪ I processi di adozione dei servizi online della Pubblica Amministrazione appaiono fortemente condizionati dal livello di obbligatorietà, così come appare fondamentale il ruolo degli intermediari per garantire l’utilizzo delle procedure telematiche da parte delle imprese minori; ▪ Le Amministrazioni a tutti i livelli hanno fatto notevoli sforzi per la digitalizzazione dei processi e per l’attivazione di servizi in rete. Tuttavia, la Pubblica Amministrazione Centrale, le Regioni ed i grandi Comuni mostrano ancora una maggiore capacità di attivare servizi in rete rispetto ai comuni di minori dimensione; ▪ A partire dagli anni 2010-11 si è iniziato a parlare più concretamente di switch-off digitale dei servizi, in particolare nei !27 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 28. rapporti con le imprese, ma tale obiettivo è stato raggiunto solo in alcuni procedimenti verticali, a dimostrazione dell’importanza della necessità di reingegnerizzazione dei processi. Le esperienze in materia di Sportello Unico delle Attività Produttive, Certificati di Malattia, Processo Civile Telematico, rappresentano degli esempi concreti di possibile attuazione dei processi di diffusione dell’innovazione digitale guidati dai servizi della Pubblica Amministrazione; ▪ Alcuni comparti sono stati oggetto di piani di innovazione specifici, di tipo top-down (es. scuola e giustizia) o condivisi tra diversi livelli amministrativi (es. sanità); ▪ L’ulteriore sviluppo del processo di digitalizzazione richiede primariamente l’attivazione di progetti nazionali abilitanti (in particolare nell’ambito dei pagamenti elettronici) e di un maggiore coordinamento unitario della programmazione, oltre che iniziative di diffusione della cultura digitale e dello sviluppo delle competenze sia per le imprese, sia per aumentare i tassi di utilizzo fra i cittadini. !28 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 30.
  • 31. FORZE DEBOLEZZE Coordinamento nazionale attraverso AgID con visione unitaria Necessità di ingenti investimenti per colmare il gap con il resto d’Europa Aumentata consapevolezza politica e sociale del ruolo strategico del processo di digitalizzazione Basso livello di skills e cultura digitale nella popolazione e nelle imprese Contestuale e sinergico avvio piano nazionale Banda Ultra Larga Attuale carenza di infrastrutture di connettività ultra-veloce Q u a d r o n o r m a t i v o d i riferimento che indirizza gli ambiti di azione Carenza di innovazione nelle PMI  Avvio di strategie complementari  e sinergiche per definire in modo coordinato architetture e servizi fondamentali Frammentazione delle risorse e duplicazione degli investimenti OPPORTUNITA’ MINACCE Centralità su cittadini e imprese nella progettazione dei servizi Mancanza di coordinamento e disallineamento temporale delle azioni strategiche individuate  fra le diverse regioni Orientamento all’evoluzione della rete e dei cambiamenti n e l l a i n t e r a z i o n e / u s e r experience Stratificazione delle norme e over-regulation Switch–off dei tradizionali canali di interlocuzione con la PA Resistenza al cambiamento !31 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 32.     Nuovi investimenti derivanti da economie rese possibili dalla razionalizzazione della spesa ICT pubblica Obsolescenza di sistemi legacy tuttora in uso !32 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 34. ll Governo ha operato recentemente interventi di semplificazione della governance dell’Agenda Digitale Italiana (ADI), al fine di assicurarne una maggiore efficacia. Ulteriori semplificazioni saranno realizzate in sede di attuazione del Disegno di legge delega sulla riforma della pubblica amministrazione, attualmente all’esame del Parlamento. La titolarità della responsabilità dell’ADI è del massimo livello politico, il Presidente del Consiglio dei Ministri, anche attraverso il proprio Consigliere all’Innovazione, che la condivide con il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, sulla base di espressa delega. A quest’ultima è assegnata la vigilanza sull’Agenzia per l’Italia digitale che è chiamata ad assicurare il conseguimento degli obiettivi dell’ADI attraverso il coordinamento delle amministrazioni statali e regionali. AgID assicura anche la necessaria integrazione fra la strategia nazionale e i piani operativi regionali per evitare l’eccessiva frammentazione degli interventi sperimentata in passato. Una grande opportunità capace di sfruttare sinergie e razionalizzare le risorse impiegate.
  • 35. L’Agenzia è quindi il braccio operativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri che, ai sensi della legge istitutiva (L.n. 134/12) coordina l’attuazione della presente strategia e ha la responsabilità di assicurare sotto il profilo dell'efficacia ed economicità il raggiungimento complessivo degli obiettivi, anche monitorando l'attuazione di tutti i piani avviati per la digitalizzazione del Paese. Ai fini dell’attuazione della strategia per l’attuazione dell’ADI assumono un ruolo di rilievo , fra gli altri: • il Ministero dello Sviluppo Economico per quanto concerne la strategia nazionale per la banda ultralarga, i programmi per la competitività delle imprese e gli interventi sulle Smart Cities, • il Ministero della Salute relativamente alle iniziative di e-helath contenute nel «Patto per la Salute», • il Ministero dell’Istruzione, della Università e della Ricerca per le iniziative sul sistema scolastico e universitario, nonché per la citata smart specialization. • il Ministero dell’Economia e della Finanza per quanto concerne la centralizzazione della programmazione e della spesa, nonché per la collaborazione operativa delle proprie società inhouse SOGEI e CONSIP, • la Banca d’Italia per le iniziative sulla digitalizzazione dei pagamenti, • il Ministero della Giustizia sia relativamente al processo telematico, sia più in generale per la digitalizzazione del settore, • il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, per lo sviluppo delle aree rurali attraverso il digitale, considerando che anche il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale concorre a finanziare la presente strategia Le Regioni e le Province Autonome hanno competenza diretta in materia e gestiscono le risorse destinate al finanziamento della strategia, realizzando anche autonomamente i piani. E’ evidente, in ogni caso, che l’Obiettivo Tematico Agenda Digitale è per sua natura trasversale e avrà bisogno quindi di grande coordinamento e visione unitaria con tutte le amministrazioni centrali e locali nella sua attuazione. Nel passato il coordinamento fra Amministrazioni centrali e locali è stato inadeguato, con risultati negativi sia sotto il profilo !35 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 36. dell’economicità sia della qualità e tasso di utilizzo di prodotti e servizi realizzati. L’Agenzia per l’Italia digitale vuole, dunque, promuovere un nuovo e mutato rapporto tra le amministrazioni centrali e quelle locali, basato su una cooperazione orizzontale virtuosa, fondata sulla co- progettazione dei servizi per definire standard comuni, anche partendo dalle migliori pratiche. La cooperazione fra le Amministrazioni consentirà di valorizzare le risorse e le professionalità già al servizio delle amministrazioni sui territori per completare il processo di digitalizzazione del Paese. L’Agenzia per la Coesione (AC) considerando la natura dei finanziamenti della presente strategia, l’Agenzia eserciterà i suoi poteri di coordinamento e controllo della spesa valutando indirizzando i piani regionali, nonché monitorando l’attuazione della misura analizzando i dati pubblicati dal Ministero dello sviluppo economico. Come già accaduto in passato con il Piano Azione Coesione, l’Agenzia potrà anche definire direttamente iniziative di sviluppo e attuare – coordinando le Regioni e le Province autonome - tutte le misure che consentano l’ottimizzazione delle risorse assegnate e il contenimento dei costi operativi. Il Digital Champion (DC) contribuirà alla disseminazione e divulgazione dei risultati, nonché alle attività di comunicazione pubblica a supporto. !36 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 37. 5. Le azioni per una crescita digitale

  • 38. Azioni infrastrutturali trasversali La presente strategia è sinergica e complementare a quella nazionale per la banda ultralarga che ambisce a massimizzare l’offerta del servizio di connettività fino ai 100mbps. Aver concepito un piano integrato delle infrastrutture e dei servizi è un punto di forza della strategia, capace di colmare il grave gap dell'offerta. Non basta però garantire la copertura di rete. Nel caso di edifici pubblici come scuole e ospedali, dove è cruciale fornire connettività a banda ultra larga all’utenza, l’amministrazione ha bisogno di sfruttare le economie di scala, per potersi avvalere di banda ultra-veloce. L’accesso alla banda ultra larga di tutti gli edifici e uffici pubblici non è solo a beneficio dei servizi erogati e delle performance del pubblico impiego, ma
  • 39. è anche a sostegno della diffusione di internet fra i cittadini che sono spesso utenza diffusa di questi luoghi. Il Sistema Pubblico di Connettività a banda Ultra Larga deve quindi anche prevedere numerosi e diffusi hot spot WIFI, soprattutto nei luoghi pubblici di maggiore frequentazione: ad esempio, scuole, ospedali, uffici comunali, ma anche in selezionate zone turistiche. Allo stesso tempo, vanno incentivati i privati (ad esempio esercizi commerciali) che mettano a disposizione hot spot wifi con autenticazione federata a quella pubblica. Un’infrastruttura adeguata di accesso è, infatti, il requisito di base per la crescita digitale, ma a questo tassello fondamentale occorre definire e aggiornare l’insieme di regole tecniche e di principi del Sistema Pubblico di Connettività (SPC), quale "framework" nazionale di integrazione e sicurezza, che definisce le modalità preferenziali che i sistemi informativi delle pubbliche amministrazioni devono adottare per essere tra loro «interoperabili" e sicuri. La straordinaria portata innovativa del cloud computing ha radicalmente modificato le modalità di approccio alle architetture IT, rendendo ineludibile, anche per le Pubbliche Amministrazioni, un percorso di trasformazione delle proprie infrastrutture e di !39 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 40. razionalizzazione della programmazione e della spesa. E’ inoltre necessario realizzare alcune infrastrutture critiche di base, come quella per l’identità digitale, in modo da poter ripensare i servizi pubblici online in un’ottica user-centred, capace davvero di stimolare una aumentata domanda da parte di cittadini e imprese. !40 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 41. Sistema Pubblico di Connettività e predisposizione wifi tutti edifici pubblici Cosa e perché? SPC è il framework italiano di interoperabilità: un insieme di linee guida, regole tecniche ed infrastrutture per garantire la connettività e l’interoperabilità delle pubbliche amministrazioni. L’attuale Sistema, se prevalentemente attivato su Banda Ultra Larga (minimo 30 MB e per almeno il 70% in 100 MB), abbinato alla predisposizione all’accesso wifi per tutte gli edifici pubblici, con priorità per le scuole, gli ospedali e tuttii luoghi ad alta frequentazione, permetterà di ottimizzare l’offerta e di razionalizzare le risorse pubbliche che – da spesa corrente – possono trasformarsi in investimenti pro futuro. L’accesso wifi potrà essere erogato ai cittadini anche gratuitamente, attraverso il sistema pubblico di identità digitale. Chi fa cosa? AgID è responsabile della definizione del modello di architettura e dei servizi e gestisce le infrastrutture condivise per l’interoperabilità. Consip svolge il ruolo di centrale di committenza. Le amministrazioni aderiscono agli accordi quadro. Dove siamo e cosa manca Le nuove gare SPC già avviate consentiranno alle PA di acquisire servizi di connettività ad alta intensità di banda e ad assicurare la cooperazione applicativa e l’interoperabilità fra tutte le amministrazioni. Un aggiornamento del modello architetturale SPC, facendo leva sulle rinnovate infrastrutture condivise per l’interoperabilità e sugli accordi quadro, abbinata alla predisposizione wifi di tutti gli edifici pubblici, consentirà nei prossimi 5 anni di sostenere il raggiungimento degli obiettivi di connettività a banda ultra larga a 100 MB almeno negli edifici pubblici. !41 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 42. Negli edifici pubblici di grande utenza, come scuole e ospedali, la predisposizione di punti WIFI gratuiti, accessibili attraverso il Sistema Pubblico di Identità Digitale, inoltre aumenterà il livello di accesso alla rete. Gli, stakeholders pubblici coinvolti AGID, CONSIP; PAC, Regioni, Comuni, scuole Ruolo degli stakeholders privati I fornitori di servizi ICT, gli utilizzatori diretti di servizi delle PA, nonché i realizzatori di servizi – anche utilizzando gli dati e open services di fonte pubblica o partner delle PA (es. Banche per i pagamenti) Soluzione a sostegno dell’offerta o della domanda? Le soluzioni (regole tecniche, servizi di interoperabilità, open services e accordi quadro) sono a sostegno di entrambe domanda e offerta, in modo bilanciato. Tempistica Gare in corso con dispiegamento dei servizi possibile a partire già dal 2015 e futuri aggiornamenti per la predisposizione dell’accesso wifi graduale in tutti gli uffici pubblici, incluse le scuole. Monitoraggio dell’iniziativa AGID progetta, gestisce e monitora l’iniziativa , con il supporto operativo della centrale acquisti Consip. Per quanto concerne la predisposizione wifi degli edifici pubblici, trimestralmente il vincitore della gara invierà ad AGID l’elenco georeferenziato degli edifici predisposti wifi, affinché questa possa pubblicarlo nel proprio portale di accesso ai servizi digitali. Calcolo dei benefici e KPI I beneficiari diretti di questa misura sono oltre 5 milioni di persone, fra dipendenti pubblici e studenti, ma sono potenzialmente la totalità della popolazione italiana se si considerano tutti i cittadini che accedono agli uffici pubblici (pazienti ospedalieri compresi). Gli indicatori che saranno considerati per analizzare l’impatto della misura sono !42 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 43. ▪ Quantità di servizi in banda ultra larga acquisiti dalle PA ▪ Numero di PA connesse a 100 MB ▪ Numero di uffici pubblici interamente dotati di WIFI ▪ Numero di accessi mensili per hotspot pubblico WIFI (DAU daily active users) e MAU (monthly active users) ▪ Numero di servizi digitali interoperabili delle PA Digital Security per la PA Cosa e perché? Il Progetto di Digital Security per la PA nasce per aumentare il livello di sicurezza delle informazioni e delle comunicazioni digitali per consentire nuovi livelli di servizi per i cittadini e le imprese. Il fine ultimo è di tutelare la privacy, l’integrità e la continuità dei servizi della PA, vera e propria infrastruttura critica per il paese. In questo progetto rientra anche il CERT-PA. Chi fa cosa? Il Governo Italiano attraverso l’Agenzia per l’Italia Digitale definisce gli Standard e le linee guida di sicurezza per tutta la pubblica amministrazione. L’aderenza agli standard di servizio e di processo sarà obbligatorio per tutte le Amministrazioni Pubbliche. La Cabina di Regia per la Cybersecurity, presieduta dal Consigliere Militare del Presidente del Consiglio assicura il coordinamento fra tutti i soggetti pubblici. Il ministero dello Sviluppo Economico attraverso l’Organo di Certificazione della Sicurezza Informatica, verifica l’aderenza delle soluzioni agli standard. Il settore privato avrà il compito di sviluppare prodotti e soluzioni allineati agli Standard. Gli stakeholders coinvolti Nel progetto sono coinvolte tutte le Amministrazioni Pubbliche, nonché tutti quegli attori del settore privato che forniscono soluzioni e servizi alla PA: Ruolo degli stakeholders privati !43 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 44. Il Settore Privato ricopre un ruolo chiave, in quanto sarà l’attore principale al fianco delle Pubbliche Amministrazioni per l’innalzamento della sicurezza e la privacy dei servizi digitali. Questo tipo di coinvolgimento avrà risvolti positivi anche al di fuori della PA, poiché stimolerà il settore privato a sviluppare servizi e soluzioni con più alti standard di sicurezza, che potranno essere messi a disposizione all’intero mercato Italiano ed Europeo. Soluzione a sostegno dell’offerta o della domanda? Questo progetto è a sostegno sia della domanda che dell’offerta. Lato domanda, migliorerà la capacità di acquisto della Pubblica Amministrazione, portando anche a una ottimizzazione della spesa. Lato offerta, consentirà al settore privato di sviluppare la propria capacità estendendo i servizi/soluzioni sviluppate per la PA anche alla clientela non governativa. Tempistica 2015 - 2020 Monitoraggio dell’iniziativa Agenzia per l’Italia Digitale e Cabina di Regia per la Cybersecurity della Presidenza del Consiglio Calcolo dei benefici /indicatori ▪ Percentuale dei servizi/progetti certificati ▪ Percentuale dei processi della PA conformi agli standard ▪ Numero di segnalazioni gestite dal CERT PA ▪ Aumento livelli di sicurezza, in ottica preventiva !44 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 45. Razionalizzazione del patrimonio ICT, consolidamento data center e cloud computing Cosa e perché? Il processo di digitalizzazione della PA deve essere accompagnato da una razionalizzazione del suo patrimonio ICT, attraverso; i. standardizzazione ed ottimizzazione delle applicazioni, partendo da un’analisi dell’esistente ii. centralizzazione degli interventi, della programmazione e delle spese/investimenti della Pubblica Amministrazione Centrale iii. interoperabilità e apertura dati e applicativi iv. coordinamento PA centrale e locale La straordinaria portata innovativa del cloud computing ha completamente scardinato le modalità di approccio alle architetture IT, rendendo ineludibile, anche per le PA, un percorso conseguente per la trasformazione delle proprie infrastrutture. Il percorso prevede, insieme a una maggiore centralizzazione e programmazione degli investimenti della PA centrale, un maggior coordinamento nazionale su: 1. infrastruttura ICT (a) aumento della condivisione delle risorse; (b) superamento del IT legacy a favore di modelli di virtualizzazione, ove possibile, anche verso IaaS/PaaS e rehosting 2. ambienti applicativi ed applicazioni (soprattutto a livello di standardizzazione) (a) trasversalità dei servizi base, quali autenticazione, controllo degli accessi basato sui ruoli (RBAC), interoperabilità, pagamenti, fatturazione, conservazione, ecc. (b) evoluzione verso il modello SaaS Questa azione è strettamente legata al successo della strategia nazionale per la banda ultralarga, la componente TLC è, infatti, inscindibile da quella IT e la razionalizzazione dei CED della PA deve !45 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 46. essere vista come una “terminazione” non opzionale alla disponibilità di banda ultralarga. Chi fa cosa? L’Agenzia per l’Italia digitale coordina il processo, anche per il tramite di un soggetto attuatore, servendosi di leve finanziarie (Ministero Economia e Finanze) e della centrale acquisti CONSIP, in collaborazione con tutte le Regioni e Province Autonome, al fine di assicurare uniformità delle iniziative nell’ottica della co-progettazione definita in premessa. Dove siamo e cosa manca La razionalizzazione del CED PA è un processo obbligatorio per legge, avviato però solo da poche Amministrazioni centrali e regionali PAC. È necessario quindi coordinare tutte le iniziative in un’unica direzione anche in base alle linee guida già emanate da AGID definendo un impianto normativo – in corso di emanazione - atto a dare seguito alla ridefinizione dei servizi pubblici e, dove possibile, alla loro virtualizzazione in logica cloud finalizzata alla migrazione degli stessi in tempi certi e rapidi al fine di superare le principali criticità che hanno caratterizzato il piano sino ad oggi. Va inoltre stimolato l’utilizzo del cloud computing e ridefinito il quadro della programmazione nazionale, definendo una maggiore centralizzazione degli investimenti. Gli stakeholders pubblici coinvolti Stakeholders pubblici: PCM, FP, REGIONI, COMUNI Ruolo degli stakeholders privati Stakeholders privati: in base ai modelli di coinvolgimento del privato nell’attuazione della misura e non solo in termini di consultazione pubblica del lavoro realizzato Soluzione a sostegno dell’offerta o della domanda? Offerta Tempistica e fabbisogno economico 2015 – 2020 !46 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 47. Monitoraggio dell’iniziativa AgID Calcolo dei benefici e KPI Benefici: Il risparmio derivante dalla centralizzazione della programmazione e degli investimenti solo nella Pubblica Amministrazione Centrale può essere stimato in almeno il 15% rispetto ai costi attuali. Solo relativamente ai CED, i benefici calcolati superano quelli della mera razionalizzazione fisica, se abbinati a una trasformazione in logica cloud dei servizi: ▪ riduzione progressiva dei costi di gestione delle infrastrutture dei CED “migrati” (-25% a fine 2020) ▪ riduzione progressiva dell’intera spesa IT per i CED (servizi) “trasformati” (-80% a fine 2020) Documentazione a supporto 1. Caratterizzazione dei sistemi cloud per la pubblica amministrazione: http://www.agid.gov.it/sites/default/files/ linee_guida/sistemi_cloud_pa.pdf 2. Raccomandazioni e proposte sull'utilizzo del cloud computing nella Pubblica Amministrazione: http://www.agid.gov.it/sites/default/files/documenti_indirizzo/ raccomandazioni_cloud_e_pa_-_2.0_0.pdf Linee Guida per la razionalizzazione della infrastruttura digitale della Pubblica Amministrazione http://www.agid.gov.it/sites/default/files/linee_guida/linee-guida- razionalizzazione-ced.pdf !47 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 48. Servizio Pubblico d’Identità Digitale (SPID) Cosa e perché? Il Progetto di Servizio Pubblico d’Identità Digitale (SPID) nasce per garantire a tutti i cittadini e le imprese un accesso sicuro e protetto ai servizi digitali della Pubblica Amministrazione e dei soggetti privati, garantendo un elevato grado di usabilità attraverso l’adozione di strumenti moderni e flessibili (quali il cellulare). Tutte le identità di SPID saranno verificate in modo forte da parte dei gestori d’identità accreditati. Chi fa cosa? Il Dipartimento della Funzione Pubblica attraverso l’Agenzia per l’Italia Digitale definisce le regole e l’accreditamento di tutti gli attori coinvolti, nonché la vigilanza. I gestori dell’Identità Digitale si occupano di erogare le Identità Digitali ai cittadini e a fornire un servizio di verifica/autenticazione per i Gestori di Servizi aderenti. I Gestori di Servizi sono le Pubbliche amministrazioni e quei soggetti privati che decidono di utilizzare SPID per l’identificazione e autenticazione degli utenti. Inoltre partecipano a SPID i gestori di Attributi qualificati, ovvero quelle società che per legge certificano specifici attributi (titoli di studio, iscrizione ad albi, ecc.). Dove siamo e cosa manca Il Decreto attuativo è in fase di emanazione, a cui seguirà entro 30 gg. il regolamento tecnico definitivo da parte di AGID. Gli stakeholders coinvolti Sono coinvolti in SPID a) tutti i cittadini italiani che accedono a servizi digitali pubblici e privati, b) tutte le pubbliche amministrazioni, c) quei soggetti privati che decidono di utilizzare SPID per identificare e autenticare i propri utenti in modo sicuro d) quelle società che intendono fornire un servizio di Identità digitale. Inoltre partecipano a SPID i gestori di Attributi qualificati, ovvero quelle società che per legge certificano specifici attributi (titoli di studio, iscrizione ad albi, ecc.). !48 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 49. Ruolo degli stakeholders privati Lo SPID si basa su un modello aperto e flessibile di partnership pubblico/privato. I gestori dell’Identità digitale e i gestori di attributi qualificati possono essere aziende sia pubbliche sia private purché eroghino il servizio secondo gli standard tecnici definiti, anche in ottemperanza del regolamento comunitario eIDAS. Tempistica Avviamento del progetto entro il primo semestre 2015, progressivo deployment per arrivare alla copertura di almeno il 70% della popolazione entro il 2020. Monitoraggio dell’iniziativa Agenzia per l’Italia Digitale. Calcolo dei benefici /indicatori ▪ Percentuale dei cittadini e imprese che acquisiscono una identità digitale ▪ Percentuale delle applicazioni della PA che consentono l’accesso tramite identità digitale ▪ Percentuale di servizi privati che consentono l’accesso tramite identità digitale ▪ Numero di accessi ai servizi tramite identità digitale !49 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 50. Piattaforme abilitanti Il secondo pilastro della presente strategia sono le piattaforme abilitanti che devono essere realizzate seguendo la logica del Digital First e progettate con al centro l’esperienza utente. Le piattaforme abilitanti sono la chiave per dotare il Paese di alcuni asset chiave per abilitare lo sviluppo di servizi digitali innovativi con l’obiettivo di: ▪ digitalizzare i processi e integrare le pubbliche amministrazioni in un’ottica digital first ▪ aumentare l’utilizzo di servizi digitali da parte dei cittadini ▪ favorire lo sviluppo di nuovi servizi e iniziative imprenditoriali da parte delle imprese
  • 51. Anagrafe Popolazione Residente Cosa e perché? Attualmente la gestione dell’anagrafe della popolazione è distribuita in 8.057 banche dati presenti in altrettanti Comuni. I Sistemi Demografici operanti sul territorio sono oltre 70, che si moltiplicano per le rispettive versioni; gestiti da un mercato formato da oltre 40 Software House. Nel tempo si sono sedimentate differenze tra le varie banche dati, che hanno reso i tracciati record difficilmente interoperabili. Tutto questo ha generato un grave ritardo nella erogazione di servizi che necessitano di dati demografici completi e corretti. L’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) intende rappresentare una risposta a questa frammentazione con una banca dati centralizzata che subentrerà alle Anagrafi comunali e all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE). ANPR renderà disponibili: ▪ lo scambio di informazioni tra Comune e Comune, nell’ottica di semplificazione dei processi amministrativi ▪ l’allineamento delle basi dati locali ▪ il censimento continuo comprensivo della toponomastica ▪ disponibilità di servizi anagrafici centralizzati per pubblici servizi ▪ miglioramento dei servizi ai cittadini che, grazie all’anagrafe centralizzata, possono, tra l’altro, verificare la propria posizione e/o richiedere le certificazioni presso qualsiasi comune ▪ predisposizione alla integrazione di altri servizi e basi dati nazionali in ottica di integrazione dei sistemi informativi di interesse nazionale (es. l’integrazione dei dati di Stato Civile (nascita e morte) con l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) ▪ definizione di un domicilio digitale per la popolazione residente. Chi fa cosa? Il Ministero dell’Interno è il responsabile del progetto. L’Agenzia per l’Italia Digitale ne coordina l’attuazione con il Dipartimento della Funzione Pubblica. Il fornitore dei servizi hardware e software è la Sogei Spa, in-house del Ministero dell’Economia e Finanze. !51 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 52. L’ANCI partecipa all’iniziativa per garantire il necessario raccordo con i Comuni. Dove siamo e cosa manca Sono in via di completamento le modifiche normative. In concomitanza con la loro emanazione, si inizierà la validazione delle specifiche tecniche riguardanti: banca dati, interfacce tra Sistemi informativi comunali e ANPR, interoperabilità con il Sistema Pubblico di Connettività. Al termine di queste attività sarà definito il progetto di dettaglio e il piano di subentro di ANPR agli attuali sistemi demografici comunali. Gli stakeholders pubblici coinvolti • L’Istituto nazionale di statistica per la realizzazione del progetto del censimento continuo • L’Agenzia delle Entrate per quanto riguarda l’integrazione tra identità demografica ed identità fiscale • Il Ministero della Salute • L’Associazione Nazionale Comuni Italiani • Centro Interregionale per i Sistemi informatici, geografici e statistici Ruolo degli stakeholders privati I fornitori dei software gestionali dei servizi demografici comunali saranno coinvolti nella definizione delle interfacce tra i sistemi informativi comunali e l’ANPR Tempistica Adeguamento normativo da completare entro il 30/11/2014 Fase 1 - attivazione dei canali di comunicazioni tra ANPR e Comuni: completata Fase 2 – progettazione, realizzazione, dispiegamento presso tutti i Comuni: entro marzo 2016 Monitoraggio dell’iniziativa Agenzia per l’Italia Digitale in collaborazione con il Ministero dell’ Interno. !52 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 53. Calcolo dei benefici e KPI ▪ Totalità delle anagrafi comunali inserite entro marzo 2016 ▪ Numero di servizi erogati avvalendosi dell’anagrafe centralizzata Pagamenti elettronici Cosa e perché? Il Sistema dei Pagamenti elettronici “Pago PA” nasce per dare la possibilità a cittadini e imprese di effettuare qualsiasi pagamento in modalità elettronica verso le pubbliche amministrazioni e i gestori di servizi di pubblica utilità, con la stessa user-experience praticata attraverso i siti di e-commerce. Il Sistema si basa su di un’infrastruttura tecnologica a governance pubblica (il Nodo dei Pagamenti-SPC) che standardizza il colloquio tra pubbliche amministrazioni e prestatori di servizi di pagamento. Il Sistema permette a cittadini e imprese di eseguire i pagamenti in modalità elettronica scegliendo liberamente: ▪ il prestatore di servizi di pagamento (es. banca, istituto di pagamento/di moneta elettronica); ▪ tra più strumenti di pagamento (es. addebito in conto corrente, carta di credito, bollettino postale elettronico); ▪ il canale tecnologico di pagamento preferito per effettuare l’operazione (es.: on-line banking, ATM, mobile, etc); Ogni singolo pagamento ha un codice riscontrabile online. L’utente del servizio, è preventivamente a conoscenza dei costi massimi dell’operazione da effettuare e ha nel contempo garanzia della correttezza dell’importo da pagare: può così disporre il pagamento ottenendo immediatamente una ricevuta con valore liberatorio dall’Amministrazione beneficiaria. Le pubbliche amministrazioni possono altresì: ▪ velocizzare la riscossione degli incassi, ottenendone l’esito in tempo reale ed effettuando la relativa riconciliazione in modo certo e automatico; !53 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 54. ▪ ridurre i costi e ottimizzare i tempi di sviluppo delle nuove applicazioni online, grazie anche all’utilizzo di soluzioni ed esperienze riusabili; ▪ eliminare la necessità di stipulare specifici accordi con i prestatori di servizi di riscossione. Dove siamo e cosa manca Il Sistema è già operativo e immediatamente utilizzabile da qualsiasi Ente beneficiario. I casi d’uso in esercizio sono il pagamento delle spese di giustizia nell’ambito del Processo civile telematico e il pagamento di tributi e servizi dovuti alle amministrazioni locali delle Regioni Veneto e Emilia Romagna. Hanno aderito finora 24 pubbliche amministrazioni di cui 9 centrali (2 in esercizio), 7 Regioni (1 in esercizio) e 8 enti locali (1 in esercizio). Hanno aderito 11 prestatori di servizi di pagamento di cui 6 istituti di credito (2 in esercizio), 4 istituti di pagamento e moneta elettronica (1 in pre-esercizio) e Poste Italiane (in esercizio). Sono in corso i test per la connessione di altre 3 Regioni (e relativi enti del territorio) e di 3 ulteriori prestatori di servizi di pagamento. Fabbisogni Dal punto di vista normativo è necessario introdurre l’obbligo di pagare i servizi della PA esclusivamente con strumenti di pagamento elettronici eliminando l’uso del contante e imponendo sanzioni per le amministrazioni inadempienti a far data fine 2016. 
 Tali misure aumenterebbero significativamente il tasso di adesione delle amministrazioni (ora solo 22 su circa 20.000). Dal punto di vista infrastrutturale è necessario: ▪ potenziare l’infrastruttura , oggi dimensionata per sostenere una quantità limitata di pagamenti, stimati, a regime, in numero superiore a 100 milioni/anno collocandola in una struttura istituzionale che potrà in via ordinaria essere deputata alla gestione del sistema; !54 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 55. ▪ predisporre un adeguato call center a livello nazionale, al fine di fornire helpdesk di primo livello. Gli stakeholders pubblici coinvolti ▪ Tutte le Pubbliche Amministrazioni come potenziali utenti ▪ Banca d’Italia Ruolo degli stakeholders privati ▪ I prestatori di servizi di pagamento che offrono servizi e canali di pagamento all’utilizzatore finale. ▪ Le imprese che possono offrire i servizi per la gestione dell’infrastruttura Soluzione a sostegno dell’offerta o della domanda? ▪ Domanda Tempistica 2014 – 2018 Monitoraggio dell’iniziativa AgID monitora l’iniziativa in collaborazione con: ▪ MEF e Banca d’Italia per quanto riguarda i Ministeri e le PA centrali; ▪ CISIS per le Regioni e gli enti a queste afferenti (ASL, Agenzie regionali, ecc) ▪ ANCI per gli altri enti locali. Calcolo dei benefici I risparmi per l’intero ciclo di vita del pagamento (effettuazione, ricezione, riconciliazione, archiviazione) sono stimati, sulla base di valutazioni prudenziali, in circa 10€ a pagamento: ciò vuol dire che, estesi a regime ai probabili pagamenti elettronici (più di 100 milioni, sui 245 milioni di attuali pagamenti verso la PA), potrebbero portare ad un risparmio complessivo di circa 1 mld di euro. KPI ▪ % di amministrazioni a bordo del sistema ▪ % dei servizi pubblici attivati sul totale dei servizi erogati soggetti a pagamento. !55 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 56. Documentazione di supporto http://www.agid.gov.it/amministrazione-digitale/pagamenti- elettronici Fatturazione elettronica PA Cosa e perché? Il 6 giugno 2014 è scattato l’obbligo per Ministeri, Agenzie Fiscali ed enti di previdenza ed assistenza sociale di utilizzare esclusivamente la fatturazione elettronica. Chi fa cosa? • Agenzia delle Entrate: gestisce, per il tramite della Sogei, il Sistema di interscambio che riceve le fatture elettroniche e provvede a destinarle alle PA. • Ragioneria Generale dello Stato (Ministero Economia e Finanze) gestisce il Sicoge ( Sistema di contabilità generale integrata dello Stato) che supporta le amministrazioni centrali nella ricezione gestione e conservazione a norma delle fatture elettroniche. • Dipartimento Affari Generali del MEF: gestisce, per il tramite di Consip, gli strumenti gratuiti messi a disposizione nel Mercato Elettronico della PA. • AgID: coordina il gruppo di lavoro interministeriale composto da RGS, Agenzia Entrate, Dipartimento delle finanze del MEF, Dipartimento Affari Generali del MEF, Anci e Cisis per il monitoraggio, la gestione l’assistenza e il supporto alle PA secondo le prescrizioni del DM 55/2013. AgID gestisce inoltre l’indicePA che contiene tutte le indicazioni utili alla emissione e trasmissione delle fatture elettroniche e coordina i gruppi di lavoro con Confindustria, Unioncamere, Associazioni di professionisti e di categoria ai fini del supporto della PMI e dei professionisti fornitori della PA per l’attuazione del processo di Fatturazione Elettronica. Dove siamo e cosa manca !56 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 57. Dal 6 giugno 2014, Ministeri, Agenzie Fiscali ed enti di previdenza ed assistenza sociale hanno già ricevuto e gestito oltre 506.270 fatture in formato elettronico. Dal 6 settembre è inoltre impossibile pagare fatture che non sono pervenute in via elettronica. Attualmente è in corso l’attuazione di tutte le attività propedeutiche, per l’avvio, dal 31 marzo 2015, della fatturazione elettronica anche in tutte le restanti pubbliche amministrazioni (più di 20.000 enti per un totale stimato di circa 35.000 uffici destinatari). Gli stakeholders pubblici coinvolti Tutte le pubbliche amministrazioni di cui al comma 209 dell'articolo 1 della legge 24 dicembre 2007, n. 244 Ruolo degli stakeholders privati Tutti fornitori della PA che devono adeguarsi ai fini delle emissione, trasmissione e conservazione delle fatture elettroniche secondo le prescrizioni normative. I fornitori di servizi software e archiviazione sostitutiva. Soluzione a sostegno dell’offerta o della domanda? È una soluzione a sostegno della domanda. Tempistica Entro il 31 dicembre 2014 le PA devono aggiornare i dati su IPA e dal 31 marzo 2015 non possono ricevere più fatture se non in formato elettronico Monitoraggio dell’iniziativa Agid fornisce assistenza e supporto a tutte le amministrazioni già in esercizio e in corso di avvio. Calcolo dei benefici Studi dell’ Osservatorio ICT & Management– Politecnico di Milano stimano risparmi per la PA a regime nell’ordine di 1.6 miliardi di euro annui che potrebbero salire a 6.5 miliardi annui se venisse dematerializzato tutto il ciclo che parte dall’ordine fino al pagamento. Kpi !57 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 58. % amministrazioni che accettano solo la modalità digitale per le fatture % imprese che utilizzano la modalità elettronica per l'invio delle fatture alla PA Documentazione a supporto www.fatturapa.gov.it; www.indicepa.gov.it; https://fattura- pa.infocamere.it; www.acquistinretepa.it; !58 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 59. Open Data Cosa e perché? Le pubbliche amministrazioni ancora faticano a pubblicare dati aperti (e a tenerli aggiornati). Per questo motivo s’intende attuare una strategia che prevede: • l’adozione di linee guida nazionali che definiscano modelli e metodologie comuni, facilitando l’interoperabilità semantica attraverso descrittori e ontologie • la definizione di un’agenda nazionale in cui sono definiti obiettivi e tempistiche entro cui le diverse amministrazioni sono obbligate a rilasciare i dati • la promozione di requisiti"open data" a tutti i nuovi software e alla manutenzione evolutiva degli esistenti. L’azione è in sintonia con iniziative internazionali a cui l’Italia ha aderito, come la G8 Open Data Charter (sottoscritta dall’Italia nel 2013) e Open Government Partnership (di cui l’Italia fa parte fin dal 2012). Chi fa cosa? a) L’Agenzia per l’Italia Digitale: ▪ redige e pubblica le Linee Guida nazionali per la valorizzazione del patrimonio informativo ▪ definisce gli standard e le ontologie ▪ predispone la bozza di agenda annuale contenente gli obiettivi di valorizzazione del patrimonio informativo; ▪ gestisce il portale nazionale dei dati aperti dati.gov.it in cui sono pubblicati i dati di tutte le pubbliche amministrazioni italiane (ministeri, regioni, comuni, ecc.) e il catalogo delle applicazioni pubblicati a partire da essi; ▪ cura ed aggiorna il repertorio nazionale delle basi dati della pubblica amministrazione; ▪ gestisce il catalogo nazionale (Repertorio Nazionale Dati Territoriali – RNDT); ▪ realizza un efficiente data extraction tool volto a rendere accessibile e fruibile qualunque dato pubblico; ▪ consulta gli stakehoders pubblici e privati; ▪ valorizza il patrimonio informativo e promuove il suo riutilizzo. !59 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 60. b) La Presidenza del Consiglio dei Ministri: approva l’agenda nazionale sulla valorizzazione del patrimonio informativo. c) Le singole Pubbliche Amministrazioni: pubblicano i dati aperti secondo le regole definite da AgID e le scadenze previste nell’agenda nazionale per la valorizzazione del patrimonio informativo. Gli stakeholders pubblici coinvolti Tutti i livelli amministrativi saranno coinvolti non solo in quanto destinatari delle linee guida e degli standard elaborati da AgID, ma anche attraverso la partecipazione all’interno dei gruppi di lavoro costituiti per la redazione e la revisione dei documenti. Ruolo degli stakeholders privati Associazioni esponenziali degli interessi di cittadini e imprese saranno coinvolte attraverso la partecipazione nei gruppi di lavoro preliminari alla redazione delle linee guida e dell’agenda nazionale, in modo da indicare quali sono i dati da liberare prioritariamente. Cittadini e imprese saranno altresì coinvolti attraverso l’organizzazione di iniziative in cui sperimentare le potenzialità del riutilizzo dei dati aperti. Soluzione a sostegno dell’offerta o della domanda? Questa misura palesa un perfetto bilanciamento fra domanda e offerta: si tratta infatti di mettere a disposizione nuovi dati a disposizione dei cittadini e delle imprese (incrementando dunque l’offerta) ma nel contempo incentiva anche la domanda poiché incrementa le occasioni di riutilizzo dei dati anche per finalità commerciali. empistica 2014-2020 Monitoraggio dell’iniziativa AgID, anche attraverso consultazione con gli stakeholders pubblici e privati. Calcolo dei benefici /indicatori !60 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 61. ▪ maggiore efficienza delle pubbliche amministrazioni e maggiore efficacia delle decisioni assunte; ▪ maggiore trasparenza e promozione della partecipazione ai processi di consultazione pubblica; ▪ riduzione della corruzione; ▪ miglioramento della qualità dei servizi resi all’utenza; ▪ sviluppo di servizi innovativi per cittadini e imprese; ▪ stimolo alla crescita economica. Tali benefici possono essere calcolati seguendo le seguenti metriche: ▪ numero di visualizzazioni/download dei dati pubblicati; ▪ numero di app sviluppate, riutilizzando i dati pubblicati; ▪ variazione del rating dell’Italia nelle classifiche di settore (Open Data Barometer, Open Data Index, RTI, CPI).. Documentazione a supporto www.dati.gov.it: portale nazionale dati aperti; http://www.rndt.gov.it/RNDT/home/index.php: repertorio nazionale dei dati territoriali; http://www.agid.gov.it/sites/default/files/documenti_indirizzo/ agendanazionalepatrimioniopubblico2014.pdf: agenda nazionale per la valorizzazione del patrimonio informativo 2014; http://www.agid.gov.it/sites/default/files/linee_guida/ patrimoniopubblicolg2014_v0.7finale.pdf: linee guida per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico. !61 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 62. Sanità digitale Cosa e perchè L’innovazione digitale dei processi sanitari è un passaggio fondamentale per migliorare il rapporto costo-qualità dei servizi sanitari, limitare sprechi e inefficienze, ridurre le differenze tra i territori, nonché innovare le relazioni di front-end per migliorare la qualità percepita dal cittadino. Le attività si svilupperanno lungo le seguenti linee di intervento nell’ambito del “Patto della salute” del Ministero della Salute . • Fascicolo sanitario elettronico Si intende procedere alla realizzazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) del cittadino, inteso come l’insieme di documenti clinici (patient summary, referti, prescrizioni, ecc.) inerenti al proprio stato di salute e derivanti dal proprio rapporto con i diversi attori del Servizio Sanitario Nazionale. • Ricette digitali Occorre completare la sostituzione delle prescrizioni farmaceutiche e specialistiche cartacee con gli equivalenti documenti digitali, in modo uniforme e con tempi certi su tutto il territorio nazionale. • Dematerializzazione dei referti medici e delle cartelle cliniche Per migliorare i servizi ai cittadini, riducendone i costi connessi, è necessario accelerare il processo di dematerializzazione dei referti medici, rendendoli disponibili anche online, e delle cartelle cliniche. • Prenotazioni online Accelerare la diffusione dei Centri Unici di Prenotazione (sia online sia attraverso intermediari, es. farmacie) delle prestazioni sanitarie a livello regionale e sovra territoriale, al fine di ottimizzare l’impiego delle risorse e ridurre i tempi di attesa. Dove siamo e cosa manca Per ogni linea di intervento sono già state realizzate o sono in corso molte attività: Fascicolo sanitario elettronico ▪ A livello nazionale: a) il Garante per la protezione dei dati personali ha emanato le "Linee guida in tema di FSE” il 16 luglio 2009; b) il Ministero della salute (con le Regioni, il Garante per la protezione dei dati personali e la PCM (ex Dipartimento per la digitalizzazione !62 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 63. – DDI, ora confluito nell’Agenzia per l’Italia digitale - AgID) ha elaborato le linee guida nazionali per l’istituzione del FSE, approvate il 10 febbraio 2011 dalla Conferenza Stato-Regioni; c) la PCM (ex DDI) e il CNR hanno elaborato, in accordo con Regioni, le Linee guida per l’interoperabilità del FSE a livello sovra regionale (rete sperimentale attivata su 3 regioni), nel contesto del sistema pubblico di connettività (SPC). d) la previsione normativa per l’istituzione del FSE è stata inserita nel DL 179/2012 DDL (articolo 12), poi modificata e rafforzata con il DL 69/2013: 1) le regioni devono istituire il FSE entro il 30 giugno 2015, nel rispetto dei criteri definiti con apposito DPCM attuativo (in fase di emanazione), secondo un Piano di progetto presentato entro il 30 giugno 2014 (tutte le regioni hanno presentato il piano di progetto ad AgID nei tempi previsti), redatto sulla base di linee guida emanate da AgID (pubblicate il 30 marzo 2014) e approvato, entro il 30 agosto 2014, da apposito gruppo di lavoro istituito da AgID e il Ministero della salute (le attività di valutazione si sono completate ma si è in attesa dell’emanazione del DPCM attuativo); 2) al fine di favorire l’interoperabilità delle soluzioni di FSE sviluppate a livello regionale, anche accentrando funzionalità comuni a più soluzioni, è prevista la possibilità di creazione di apposita piattaforma tecnologica a cura di AgID. ▪ A livello regionale: tutte le regioni stanno investendo nello sviluppo di soluzioni di FSE. ▪ La legge di stabilità 2013 ha istituito l’Anagrafe nazionale degli assistiti (da realizzarsi, a cura del Ministero della salute e del MEF, sulla base dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente) che può rappresentare un’importante elemento di semplificazione per la realizzazione di un’architettura federata del FSE; il decreto attuativo è in fase di preparazione. Ricette digitali ▪ L’art. 50 della legge 24 novembre 2003, n.326 (modificato dalla legge finanziaria 2007) ha introdotto l’obbligo di trasmissione telematica dei dati delle ricette ai fini del controllo della spesa. ▪ Il D.L. 31 maggio 2010 n.78 (art 11, comma 16) ha dato valore legale alla trasmissione telematica dei dati delle ricette (scompare la “ricetta rossa” cartacea). ▪ Il decreto dirigenziale del Ministero dell'economia e delle finanze del 2 novembre 2011 disciplina le modalità tecniche per attuazione del D.L. 31 maggio 2010 n.78 (il medico compila la ricetta online !63 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 64. senza rilasciare nessun documento “formale” al paziente, ma solo un “promemoria” che riporta il numero di identificazione della ricetta. Il paziente si reca in farmacia e ritira il medicinale mostrando la propria tessera sanitaria e il “promemoria”) e rimanda, per la definizione dei piani di adozione della nuova procedura, alla stipula di accordi con le regioni (entro settembre 2012). ▪ Il DL 179/2012 ha previsto un’accelerazione in tema di introduzione delle ricette elettroniche introducendo l’obbligo per tutte le regioni di provvedere, entro giugno 2014 e sulla base di apposite convenzioni stipulate con il MEF, alla graduale sostituzione delle prescrizioni in formato cartaceo con le equivalenti in formato elettronico, in percentuali di almeno il 60%nel 2013, l'80% nel 2014, il 90% nel 2015. Inoltre, mediante apposito decreto attuativo, è prevista la validità a livello nazionale delle ricette farmaceutiche in formato elettronico (rimane validità a solo livello regionale per quelle prescritte in formato cartaceo). Dematerializzazione dei referti medici e delle cartelle cliniche ▪ Il Garante per la protezione dei dati personali ha emanato le " Linee guida in tema di referti online” il 19 novembre 2009. ▪ Il D.L. 13 maggio 2011, n. 70, ha introdotto l’obbligo di refertazione online (e pagamenti elettronici) per tutte le aziende sanitarie (DPCM attuativo 8 agosto 2013); ▪ Il Ministero della salute ha emanato le “Linee guida per la dematerializzazione della documentazione clinica in diagnostica per immagini” mentre Federsanità-ANCI (in collaborazione con il Dipartimento per la digitalizzazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri) ha pubblicato le linee guida per le aziende sanitarie per la refertazione online. ▪ Il DL 179/2012 ha rafforzato le previsioni dell’articolo 47-bis del D.L. 9 febbraio 2012, n.5, (“Semplifica Italia”), per consentire la conservazione delle cartelle cliniche anche esclusivamente in modalità digitale. Prenotazioni e pagamenti online ▪ Il Ministero della salute ha emanato le “Linee guida nazionali - Sistema Centri Unici di Prenotazione - CUP”; tutte le regioni e province autonome stanno operando al fine di integrare i sistemi CUP esistenti a livello locale. ▪ Il D.M. 8 luglio 2011 del Ministero della salute regola l’erogazione, da parte delle farmacie, di attività di prenotazione delle prestazioni !64 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 65. di assistenza specialistica ambulatoriale, il pagamento delle relative quote di partecipazione alla spesa a carico del cittadino e il ritiro dei referti relativi a prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, da attuare con previsione nell’accordo collettivo nazionale. ▪ Il D.L. 13 maggio 2011, n. 70, ha introdotto l’obbligo di accettare pagamenti elettronici per tutte le aziende sanitarie (DPCM attuativo 8 agosto 2013). L’obbligo per tutte le pubbliche amministrazioni di consentire agli utenti pagamenti in modalità elettronica è inoltre previsto (a decorrere dal 1 giugno 2015) dall’articolo 5 del CAD, integralmente modificato dal DL 179/2012. ▪ Il D.L. 9 febbraio 2012, n.5, “Semplifica Italia” (art. 47-bis), promuove la gestione elettronica delle prenotazioni alle prestazioni sanitarie. Cosa rimane da fare per ogni linea di intervento: Fascicolo sanitario elettronico ▪ Completare iter di approvazione/pubblicazione del DPCM attuativo previsto dalla norma istitutiva del FSE (articolo 12 del DL 179/2012), relativo a caratteristiche del FSE (passaggio necessario per poter continuare percorso di realizzazione del FSE disegnato dalla norma); ▪ Completare iter di approvazione/pubblicazione del decreto attuativo previsto dalla norma istitutiva dell’Anagrafe nazionale degli assistiti; ▪ Favorire percorsi di “condivisione” delle infrastrutture / piattaforme software (ovvero dei servizi da questi erogati) a livello sovraregionale (come anche ampiamente previsto dalla norma istitutiva del FSE), anche prevedendo agevolazioni per questa tipologia di progetti/interventi (obbligo adozione soluzioni esistenti si potrebbe valutare nel caso in cui FSE venga considerato quale elemento abilitante dei piani di rientro regionali); valutare interventi di finanza di progetto (FSE quale infrastruttura “immateriale” del SSN) ▪ Utilizzare la piattaforma centrale prevista dal Dl 69/2013 quale elemento di accelerazione del processo di realizzazione del FSE a livello regionale, accentrando funzionalità standard a livello nazionale (accreditamento medici e strutture, punto di accesso dei cittadini, gestione del consenso, servizi di interoperabilità, etc.) !65 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 66. Ricette digitali ▪ Monitorare l’attuale percorso di sostituzione delle prescrizioni cartacee con le prescrizioni in formato elettronico, anche al fine di garantire, accelerando ove necessario, il rispetto delle previsioni normative; ▪ Introdurre servizi “innovativi” per i cittadini: ricetta farmaceutica valida per tutto il territorio (già prevista a livello normativo, manca decreto attuativo); ricetta “ricaricabile” per malattie croniche (recentemente prevista per il formato cartaceo); ricetta “parlante” per agevolare prenotazioni on line tramite i CUP. ▪ Prevedere integrazione della fustella cartacea attualmente associata alle confezione dei farmaci con un equivalente sistema informatico di marcatura per migliorare controllo della spesa del SSN Dematerializzazione dei referti e delle cartelle cliniche ▪ Monitorare il rispetto dell’obbligo di refertazione online per tutte le aziende sanitarie, accelerando ove necessario; Ad oggi solo il 50% delle aziende sanitarie risulta in linea con previsioni normative. ▪ Valutare passaggio dalla “possibilità” all’”obbligo” di conservazione delle cartelle cliniche in formato esclusivamente digitale: ad esempio solo per le nuove cartelle cliniche con tempi di adeguamento idonei (12 mesi). ▪ Rendere disponibili, sulle piattaforme di acquisto nazionali e regionali, prodotti e servizi dedicati all’innovazione digitale nelle aziende sanitarie (servizi di refertazione online, conservazione, gestione del personale e del bilancio, ottimizzazione dei sistemi informativi attraverso soluzioni basate su tecnologia cloud e software as a service). ▪ Sempre per la tipologia di servizi di cui al punto precedente, favorire percorsi di “condivisione” delle infrastrutture / piattaforme software a livello regionale o sovraregionale. Prenotazioni e pagamenti online ▪ Monitorare il rispetto dell’obbligo di accettare pagamenti in formato elettronico per tutte le aziende sanitarie; ▪ Definire piano di adozione della piattaforma centrale dei pagamenti realizzata e gestita da AgID. ▪ Aggiornare le “Linee guida nazionali - Sistema Centri Unici di Prenotazione - CUP” prevedendo nuovi servizi legati all’introduzione delle prescrizioni in formato elettronico (ad esempio in relazione alla possibilità di procedere alla prenotazione !66 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 67. automatica, senza intermediari, grazie alla disponibilità delle prescrizioni mediche in formato elettronico - “ricetta parlante”). ▪ Favorire percorsi di “condivisione” delle infrastrutture / piattaforme software a livello regionale o sovraregionale. Stakeholders pubblici coinvolti Presidenza del Consiglio dei Ministeri e Dipartimento Funzione Pubblica, Ministero della Salute, Ministero Economia e Finanze, Regioni e Aziende Sanitarie, AgID Stakeholders privati coinvolti Aziende sanitarie private e aziende sanitarie private accreditate, assicurazioni, fornitori di soluzioni ICT Soluzione a sostegno dell’offerta o della domanda? Entrambe. Gli interventi presentano un elevato grado di interdipendenza, la loro attivazione consentirà il raggiungimento di notevoli sinergie e vantaggi (in termini di costo ed efficienza) sia per il sistema sanitario che per i cittadini. Tempistica 2016 – 2017 Fascicolo sanitario elettronico; 2016 Ricette digitali 2016 Dematerializzazione referti e cartelle cliniche 2017 Prenotazioni e pagamenti online Calcolo dei benefici Si tratta di iniziative in grado di determinare consistenti risparmi sulla spesa pubblica. Il Politecnico di Milano, ad esempio, stima che le strutture sanitarie potrebbero risparmiare circa 3,8 miliardi l'anno: circa 2,2 miliardi grazie al FSE, alla cartella clinica elettronica e alla dematerializzazione dei referti (per risparmi di tempo in attività mediche e infermieristiche e riduzione di sprechi dovuti alla stampa); oltre 800 milioni grazie alla riduzione di ricoveri dovuti a errori evitabili attraverso sistemi di gestione informatizzata dei farmaci; circa 400 milioni di euro grazie alla consegna dei referti via web e a un miglior utilizzo degli operatori dello sportello; 160 milioni con la prenotazione online delle prestazioni; 150 milioni attraverso la razionalizzazione dei data center presenti sul territorio e al progressivo utilizzo di tecniche di virtualizzazione. !67 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 68. A questi benefici, il Politecnico di Milano osserva che sono da aggiungere i possibili risparmi economici per i cittadini, grazie al miglioramento del livello di servizio, stimabili complessivamente in circa 5,4 miliardi di euro: 4,6 miliardi di euro dovuti alla possibilità di ritirare referti via web; oltre 600 milioni di euro grazie alla prenotazione via web e telefonica delle prestazioni; 170 milioni di euro grazie alle soluzioni di gestione informatizzata dei farmaci. Investire in sanità elettronica significa inoltre investire nelle infrastrutture abilitanti allo sviluppo del paese: la domanda indotta (di banda larga, contenuti e servizi ICT) è stimata in 400 Meuro annui nel breve periodo, 1 Mld euro annui nel medio periodo e 2 Mld euro annui nel lungo periodo. Indicatori/Kpi Fascicolo sanitario elettronico Utilizzo del FSE da parte dei cittadini ▪ Percentuale di cittadini che hanno attivato il FSE ▪ Percentuale di cittadini che hanno consultato il FSE negli ultimi 90 giorni (rispetto a numero cittadini che hanno attivato FSE) Utilizzo del FSE da parte di MMG/PLS ▪ Percentuale MMG/PLS abilitati al FSE ▪ Numero di Patient Summary popolati dai MMG/PLS abilitati Utilizzo del FSE da parte di ciascuna azienda sanitaria ▪ Percentuale dei Referti prodotti dall’Azienda resi disponibili nel FSE (sul totale dei referti prodotti) Ricette digitali ▪ Percentuale di MMG/PLS abilitati al servizio ▪ Percentuale di prescrizioni rilasciate in formato elettronico Dematerializzazione dei referti medici e delle cartelle cliniche ▪ Percentuale referti prodotti in formato digitale su totale referti ▪ Percentuale referti rilasciati in modalità online su totale dei referti rilasciati ▪ Percentuale delle cartelle cliniche conservate esclusivamente in formato digitale ▪ Percentuale delle cartelle cliniche native in formato digitale Prenotazioni e pagamenti online !68 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020
  • 69. ▪ Percentuale prenotazioni effettuabili online sul totale delle prestazioni sanitarie disponibili ▪ Percentuale prenotazioni effettuate online sul totale prenotazioni accettate ▪ Percentuale pagamenti effettuati in modalità elettronica (on line) sul totale dei pagamenti accettati Scuola Digitale Cosa e perché? Agire all’interno della scuola appare come un passaggio irrinunciabile. La scuola è un servizio pubblico universale e come tale necessita di avere strutture adeguate al contesto: ed è oramai questione irrinunciabile e indifferibile la fornitura di rete, connettività e dispositivi tecnologici a tutte le scuole e in tutte le aule. Ad oggi meno del 20% delle aule scolastiche di primo e secondo livello (dalle elementari alle medie superiori) risulta provvista di collegamento a internet. Bisogna mettere in campo le risorse che consentano di arrivare al 100% delle aule in tempi brevi. Bisogna poi considerare l’importanza dei benefici cosiddetti «estensivi» che la scuola può portare in termini di diffusione della cultura digitale nelle famiglie con figli. Per questo è necessario che il rapporto famiglie - scuola sia sempre più digitalizzato in termini di servizi, e che i curricula scolastici prevedano nuove competenze. Le proposte contenute nella riforma «la Buona Scuola» ora in fase di consultazione pubblica, https://labuonascuola.gov.it, insieme al piano Scuola Digitale del Ministero Istruzione, Università e Ricerca devono essere corroborate da una piattaforma di servizi interoperabili coordinati . Chi fa cosa?   Il Ministero della Istruzione, Università e Ricerca è impegnato nella definizione di un’ampia riforma della scuola pubblica, “La Buona Scuola” https://labuonascuola.gov.it/ ora in fase di consultazione pubblica. !69 STRATEGIA PER LA CRESCITA DIGITALE 2014-2020