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Toni Orfei
Storia
dell’Associazione
Speleologica
Genga
San Vittore
Storia
dell’Associazione speleologica
Genga San Vittore
A Roberto,
fondatore e animatore del gruppo,
amico sincero, leale, scherzoso, altruista,
compagno di tante avventure.
PREFAZIONE
Da molte tempo oramai si era avvertita la necessità di riafferrare gli avvenimenti e le esperienze di
sincera amicizia che si sono succeduti nell'arco di trent’anni di avventurosa e qualche volta goliar-
dica attività.
Prima che i ricordi sfumino nella memoria dei protagonisti, ho voluto fissare sulla carta luoghi,
volti, situazioni che si sono avvicendate nel corso degli anni, accumulandosi nel tempo proprio
come le meravigliose concrezioni che si possono ammirare nel ventre della montagna.
Questo libro, tuttavia, nasce non solo per chiunque abbia la voglia o la curiosità di conoscere la
storia più che trentennale dell’Associazione Speleologica di Genga San Vittore, ma anche per
ricordarne il fondatore e animatore, Roberto Bettarelli.
Roberto fin da bambino aveva uno spiccato senso dell'avventura unito ad una creatività fantasio-
sa che lo portava spesso a realizzare, con i mezzi limitati di allora, oggetti e strumenti per gioca-
re con i suoi coetanei. La competizione nei giochi era in particolare con i ragazzi di Gattuccio ai
quali una volta, Roberto ed altri suoi compagni, sottrassero le spade di legno che si erano costrui-
ti con materiali di uso comune. Un altro episodio è quello della "trocca" del porco trasformata in
barca per poter navigare il fiume Esino. Purtroppo l'esperimento non durò molto, nonostante aves-
se provveduto a impermeabilizzarla con del catrame.
E che dire quando durante le "battaglie" imprigionò " ad un albero il futuro Capo di Stato Maggiore
dell'Esercito Generale Cecchi Filiberto!
Roberto, una volta terminati gli studi, iniziò ad insegnare Educazione Fisica presso la Scuola
Media di Genga Stazione, professore di ginnastica per molti di noi.
Successivamente diventò consigliere comunale di Genga ed assessore ai lavori pubblici. Già allo-
ra intuì l'importanza economica dell'acqua minerale per cui fece fare una ricerca che portò, attra-
verso lo scavo di alcuni pozzi nel territorio, alla scoperta di sorgenti importanti come quella della
Cuna oppure quella davanti il piazzale del Santuario della Madonna di Frasassi.
Poi dal 1983 al 1988 divenne Presidente del Consorzio Frasassi ed in quel periodo fece costruire
la copertura della rampa di accesso alla Grotta Grande del Vento ed i marciapiedi dalla stessa alla
stazione ferroviaria.
Subito dopo la scoperta della Grotta Grande del Vento nel 1972 Roberto aveva costituito, insieme
ad alcuni amici, l'Associazione Speleologica Genga San Vittore.
È bello, ancora oggi, ripercorrere con la memoria le tante esplorazioni compiute, le emozioni pro-
vate insieme ed anche i momenti difficili superati grazie alla profonda amicizia, al rispetto, alla
fiducia reciproca, che qualche volta ci portava a rischiare senza mai superare la consapevolezza
dei nostri limiti fisici.
Difficile poter descrivere la gioia quando riuscivamo a trovare nuove grotte o nuove sale, calpe-
stare il terreno dove non era mai stato nessun uomo. Vedere per primi ambienti fino ad allora sco-
nosciuti ci riempiva l'animo di sensazioni piacevoli, che permettevano di cogliere il mistero e la
bellezza della natura e ci facevano dimenticare tutti gli sforzi ed i sacrifici fisici compiuti.
Ci sentivamo appagati e pronti ogni volta a ricominciare nuove esplorazioni.
5
GRAZIE ROBERTO,
per essere stato modello fondamentale della mia vita e di quella di
molti giovani gengarini degli anni ottanta.
GRAZIE ROBERTO,
per avermi insegnato gran parte di ciò che so sull’integrità, la gioia
e il godere delle semplici cose della vita.
Toni Orfei
6
IL COMUNE DI GENGA
Il comune di Genga, la cui estensione è di circa 72 km2, è un caratteristico comune dell'entroter-
ra marchigiano, a pochi chilometri dal confine con l'Umbria. E’ attraversato dalla S.S. n. 76 e dalla
linea ferroviaria Ancona – Roma.
Per la maggior parte caratterizzato da paesaggi aspri e selvaggi, soltanto una minima parte della
sua superficie è formata da terreni pianeggianti o lievemente in pendenza. Tuttavia le increspatu-
re del territorio non raggiungono grandi altezze. Una tra le più alte montagne è il Monte
Predicatore con i suoi 786 metri, che deve il suo ha nome al fatto che con il ricavato della vendi-
ta delle sue macchie veniva pagato un celebre oratore quaresimalista per officiare nella chiesa di
San Clemente nel Castello di Genga.
Genga, con il suo paesaggio sassoso ed accidentato, non ha reso agevole la vita ai suoi abitanti che
non hanno mai vissuto nell'agiatezza. Infatti la pastorizia e la coltivazione dei campi incontravano
non poche difficoltà dovute alla asprezza del terreno. C'è chi ancora ricorda come un tempo i nostri
avi tra i più intraprendenti si recavano a far legna tra uno strapiombo e l'altro della Gola di Frasassi,
o di come attraversavano gli "Scaloni", carichi di cestoni e sacchi di letame, per arricchire il proprio
orto o la propria vigna di quelle sostanze organiche tanto preziose per le coltivazioni.
Subito dopo la prima guerra mondiale all'anagrafe del comune di Genga risultano inscritti quasi
cinquemila abitanti, quindi si nota come le difficoltà legate al territorio non fossero in passato un
motivo sufficiente per abbandonare la propria terra. Solo dopo la seconda guerra mondiale, con
la mancanza di lavoro, il comune di Genga cominciò lentamente a spopolarsi. Molte persone emi-
grarono in paesi come Francia, Belgio perfino l'Australia, che potevano offrire opportunità lavora-
tive che in Italia non c'erano. Così lentamente le aspre colline, precedentemente coltivate fino ai
pendii più scomodi, furono abbandonate; molti campi e macchie, poi rimboschiti, hanno perdu-
to il verde delle viti e di altri alberi da frutto, prendendo il verde dei pini e degli abeti.
Tra gli scorci più suggestivi di questa zona una menzione speciale deve essere fatta alla Gola di
Frasassi, ricca di specie di piante come carpino, leccio, olmo e scotano, così variamente disposte
che è improbabile trovarne altrove una simile combinazione.
La Gola di Frasassi si estende per una lunghezza di oltre due chilometri e per una altezza massi-
ma di circa settecento metri, pressochè a strapiombo sul fiume Sentino, dividendo i monti
Vallemontagnana e Frasassi. Proprio in mezzo alla Gola è situata l'entrata della Grotta Grande del
Vento, oltre all'ingresso di molte decine di altre cavità come la Grotta del Mezzogiorno, la Grotta
della Beata Vergine, la Caverna dei
Baffoni, la Grotta Bella, la Grotta
della Fatticchiana, la Grotta
Solfurea, il Buco del Colonnello.
Alcune grotte sono state scoperte dal
nostro gruppo speleologico come la
Grotta dell'Orso Bruno, la Grotta del
Fosso Riccio e la Grotta de Neno de
Trosciò.
7
Il Comune di Genga
P opolazione del C omune di G eng a dal 1861 al 2007
3952
4191
4043
4563
4844
4883
4865
4670
4592
3180
2498
2166
1984
1981
1979
1967
1998
2031
2012
1996
0
1000
2000
3000
4000
5000
6000
1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
COSTITUZIONE DEL GRUPPO
In questo ambiente dotato di ricchezze ambientali ma di miseria economica,
specialmente dopo la seconda guerra mondiale, hanno cominciato a conflui-
re, grazie alla facilità di movimento data dalla diffusione della macchina, i
vari gruppi del C.A.I. delle Marche ed anche del Nord Italia, attratti dalla pos-
sibilità di esplorare le moltissime grotte esistenti nella zona, alcune delle
quali conosciute da sempre, come attestano i numerosi reperti trovati in esse.
Fu così che negli anni 1948-1950 furono trovati il congiungimento della "Grotta di Mezzogiorno"
con quella della "Beata Vergine di Frasassi" e il "Pozzo dei Cristalli" nella "Grotta del Fiume", che
doveva poi portare alla scoperta della "Grotta Grande del Vento", fatta per altra via dal gruppo spe-
leologico di Ancona.
Da allora sono accorsi nella zona gruppi sempre più numerosi e più frequenti di speleologi di ogni
parte d'Italia.
Poiché da parte degli abitanti del luogo spesso non si riusciva a rispondere con cognizione di
causa, se interrogati, su ciò che ci fosse da vedere, alcuni hanno allora pensato di organizzarsi in
modo da poter dare un aiuto e non solo a parole, ma anche partecipando o guidando gli ospiti.
Del resto molti erano vissuti nei pressi delle grotte e da bambini le frequentavano di sovente, spe-
cialmente quando mandavano il gregge nel bosco o nei campi trascorrevano ore giocherellando
"a nascondiglio" e al riparo dal caldo o dal freddo, secondo le stagioni.
Così il 4 marzo 1972 otto persone si riunirono nei locali della Parrocchia di Camponocecchio, per
discutere e decidere sulla possibilità di istituire un gruppo locale facente parte della Federazione
Speleologica Marchigiana. L'iniziativa venne presa, preparata e guidata da Bettarelli Roberto, il
quale presiedette l'adunanza, dopo che in precedenza ne aveva fatto conoscere l'ordine del gior-
no, e dalla quale uscirà eletto Presidente. Nella stessa fu stabilito lo Statuto sociale, ricavato dagli
statuti di altre associazioni similari, apportando alcune variazioni ed aggiunte. Principalmente fu
modellato su quello del gruppo Speleologico di Verona, tenendo conto dell'ambiente locale e dei
suggerimenti del Dott. Sergio Macciò e del Dott. Desiderio Dottori, i quali fornirono anche consi-
gli pratici in merito al materiale da acquistare.
S T A T U T O S O C I A L E D E L L ' A . S . G . S . V
Articolo 1
In data 4 marzo 1972 si è costituita a Genga l'Associazione Speleologica Genga San Vittore
Articolo 2:
L'organo responsabile dell'A.S.G.S.V. è costituito da un Consiglio Direttivo composto da:
1 Presidente;
1 Segretario;
1 Consigliere ogni cinque soci iscritti;
esso dura in carica un anno con possibilità di rielezione e può essere
composto solo da Soci Effettivi (v. art. 10).
8
Costituzione del Gruppo
Articolo 3
L'Associazione Speleologica G.S.V. è una Associazione apolitica che si
propone di compiere esplorazioni, ricognizioni, studi di interesse essenzialmente speleologico,
divulgando, a scopo scientifico e culturale, attraverso pubblicazioni, mostre, proiezioni e confe-
renze, quanto raccolto nel corso della propria attività. Ogni altra forma di attività
affine alla speleologia non può trovare espletamento se in contrasto con le vigenti disposizioni.
Articolo 4
Nel quadro dell'attività l'A.S.G.S.V. mira ad una ampia collaborazione con Enti, Gruppi o perso-
ne specializzati, semprechè tale collaborazione non sia lesiva agli interessi o alla sostanza
dell'Associazione.
L'A.S.G.S.V. ha la facoltà di cedere e trasmettere con o senza compenso ad enti o privati i risulta-
ti emersi nel corso delle operazioni o fornire delucidazioni o documentazioni, quando possono
procurare un beneficio di qualsiasi genere, anche morale.
Articolo 5
L'A.S.G.S.V. non mira a scopi di lucro; contributi, mezzi ed appoggi da parte di Enti o Privati devo-
no solo consentire ai Soci di svolgere l'attività sopra citata.
Articolo 6
Le relazioni, i dati tecnici o scentifici, i rilievi e le documentazioni di vario genere raccolti nel qua-
dro delle attività restano di proprietà dell'Associazione, così come le attrezzature, i materiali
acquistati o ricevuti in dono.
Articolo 7
All'A.S.G.S.V. possono aderire in qualità di Soci tutti i cittadini italiani o stranieri, senza limiti di
età e distinzione di sesso, purchè di buona condotta morale e civile. Per i Soci inferiori ai 18 anni,
per l'espletamento di qualsiasi forma di attività è richiesta l'autorizzazione per iscritto del genito-
re o di colui che ne esercita la patria potestà.
Articolo 8
Chiunque desideri associarsi all'A.S.G.S.V. deve essere presentato da almeno un Socio.
L'assunzione avverrà in conformità a quanto stabilito dall'articolo 7 del presente Statuto e sarà
inoltre subordinata alla approvazione da parte del Consiglio Direttivo.
Articolo 9
In considerazione dei rischi e pericoli inerenti allo svolgimento dell'attività speleologica, ogni
Socio esonera l'A.S.G.S.V. da ogni responsabilità per infortuni che avessero a verificarsi durante
spedizioni, gite o manifestazioni sociali o comunque organizzate dall'A.S.G.S.V.
Articolo 10
I Soci dell'A.S.G.S.V. si distinguono in:
a) Soci Effettivi;
b) Soci Ordinari;
c) Soci Simpatizzanti.
Il Socio Effettivo ha un'anzianità di gruppo minima di due anni e mezzo.
Il Socio Ordinario ha un'anzianità di gruppo minima di sei mesi.
Il Socio Simpatizzante avrà la possibilità di passare Socio Ordinario dopo sei mesi dalla iscrizione.
9
Costituzione del Gruppo
Articolo 11
L'anno finanziario dell'A.S.G.S.V. ha inizio il 1° Gennaio e termina il 31 dicembre di ogni anno.
Articolo 12
Il Consiglio Direttivo ha il compito di:
• Promuovere ogni attività dell'Associazione;
• Presentare il bilancio di gestione all'Assemblea generale dei Soci;
• Convocare l'Assemblea generale dei Soci in sessione straordinaria;
• Prendere provvedimenti nei confronti dei Soci;
• Vagliata l'attività di ogni Socio, accettare o proporre lo stesso alla categoria superiore,
rispettando i termini stabiliti dall'art.10 del presente Statuto.
Articolo 13
Le decisioni del Consiglio Direttivo sono valide qualora alla riunione abbiano preso parte i due
terzi dei componenti lo stesso.
Articolo 14
L'Assemblea Generale dei Soci è costituita da tutti gli iscritti all'Associazione: essa si riunisce in
sessione ordinaria almeno una volta all'anno, entro e non oltre trenta giorni dalla data di chiusu-
ra dell'anno sociale; in sessione straordinaria ogni qualvolta il Consiglio Direttivo
lo ritenga opportuno o in caso dello scioglimento dello stesso.
L'Assemblea Generale in sessione straordinaria può essere convocata anche dietro circostanziata
richiesta scritta di almeno cinque Soci.
Articolo 15
La convocazione dell'Assemblea Generale dei Soci è valida quando siano presente in prima con-
vocazione almeno i due terzi degli iscritti ed in seconda convocazione con qualsiasi numero di
Soci. La convocazione dell'Assemblea Generale dei Soci deve essere fatta con avvisi scritto
almeno otto giorni prima della data fissata.
Articolo 16
Per ogni riunione del Consiglio Direttivo e dell'Assemblea Generale dei
Soci deve essere redatto il verbale di seduta. In caso di parità delle votazioni è determinante il
voto del Presidente.
Articolo 17
Le conseguenze di qualsiasi iniziativa presa senza l'approvazione del Consiglio Direttivo resteran-
no a completo carico di colui o coloro i quali se ne fanno promotori.
Articolo 18
Il Presidente dell'A.S.G.S.V. rappresenta legalmente l'Associazione; ha la firma legale degli atti e
cura altresì l'osservanza di tutte le norme dello Statuto.
Articolo 19
Il Segretario dell'A.S.G.S.V. ha il compito dell'inventario generale e periodico, di redigere i verba-
li delle sedute del Consiglio Direttivo e dell'Assemblea Generale dei Soci, di raccogliere e custo-
dire i risultati e le relazioni delle spedizioni e tutto quanto riguarda l'attività svolta.
Articolo 20
Il Cassiere viene eletto dall'Assemblea Generale dei Soci ed ha in consegna la cassa
dell'Associazione; provvede ai pagamenti e alle riscossioni, registra i movimenti di entrata ed usci-
ta e redige il bilancio di gestione.
10
Costituzione del Gruppo
Articolo 21
La qualifica di Socio cessa per:
• Dimissioni: esse per essere valide devono essere presentate al Consiglio Direttivo per iscritto.
• Delibera del Consiglio Direttivo, salvo convocazione al Consiglio Direttivo del C.A.I.
Articolo 22
Ogni candidato Socio deve prendere visione del presente Statuto ed una volta accettatane e firma-
tane l'adesione deve impegnarsi a rispettarlo scrupolosamente.
Articolo 23
Qualora l'A.S.G.S.V. si dovesse sciogliere in seno al C.A.I. il materiale passerà al C.A.I.; in caso di
scioglimento in altra sede il materiale sarà devoluto a fondo benefico.
Articolo 24
Il presente Statuto o parte di esso può essere variato soltanto con delibera di due terzi dei Soci
aventi diritto al voto.
FIRME: Il Presidente Bettarelli Roberto
Il Segretario. Marinelli Alighiero
I Soci. Marinelli Gabrio,
Marinelli Eriberto,
Rossi Romano,
Patassi Don Antonio.
In via eccezionale e per esigenze costitutive del gruppo nella seconda assemblea si fecero alcune
deroghe agli articoli dello Statuto per agire con più snellezza; per esempio il termine di mesi tren-
ta per i Soci Effettivi (art.10) come soggetti passivi per l'elezione.
In data 30 giugno 1972 il Consiglio Direttivo decise di chiedere l'iscrizione della propria
Associazione Speleologica Genga San Vittore (AN) alla Società Speleologica Marchigiana, la quale
a mezzo del Consiglio Direttivo della Federazione stessa, riunitosi il 28 luglio 1972, approvò tale
richiesta così motivandola:
".....DIMOSTRANDO PREPARAZIONE TECNICA, CAPACITA' E DISCIPLINA IDONEI A SVOLGE-
RE L'ATTIVITA' SPELEOLOGICA..."
"...AGGIUNGO IL MIO PARERE FAVOREVOLE.... RITENENDO PERSONALMENTE DETTI GRUP-
PI SPELEOLOGICI BENE ORGANIZZATI, VALIDAMENTE ATTIVI E BENE EDUCATI SPELEOLOGI-
CAMENTE.
Firmato: SEGRETARIO GENERALE GIUSEPPETTI PIETRO".
Come sede provvisoria per le adunanze i Soci continuarono a riunirsi presso la Casa Parrocchiale
di Camponocecchio, ma già nelle adunanze successive si discusse per avere una sede propria.
11
Costituzione del Gruppo
PRIME ESPERIENZE E PRIME ESPLORAZIONI
Il primo impegno del
Gruppo fu quello di entra-
re nella "Grotta Grande
del Vento" passando dalla
"Grotta del Fiume"; esiste-
va infatti un passaggio a
noi sconosciuto in quanto
era stato scoperto da poco.
Si partì con mezzi rudi-
mentali (oggi si direbbe:
"con che coraggio!" o
"con che presunzione!")
ma, com'era da aspettarsi,
l'uscita non approdò a
risultati di rilievo. I partecipanti: Bettarelli Roberto, Marinelli Alighiero e Marinelli Gabrio, ricordan-
do quei momenti non potevano fare a meno di sorridere, poichè adoperarono una corda che
rimarrà come trofeo delle prime battaglie; fu chiamata "la corda del porco", con evidente allusio-
ne al suo precedente uso durante la mattazione dei maiali.
15 Gennaio 1973
Presso l'abitazione del socio Baldoni Roberto si riunisce l'Assemblea Generale dei soci
dell'A.S.G.S.V. e tra le altre cose trattate, secondo l'ordine del giorno, per il programma operativo
per il corrente anno, si è stabilito di visitare una grotta al mese di quelle conosciute dando priori-
tà alla grotta in cima al "Fosso Riccio"; cavità scoperta dal nostro gruppo speleologico nel 1972 e
tuttora in fase esplorativa. Viene inoltre rinnovato l'invito, rivolto a tutti i membri del gruppo, ad
una più assidua partecipazione ai lavori.
In realtà questo viene favorevolmente accolto anche per la concomitanza di una circostanza del
tutto particolare: il divieto assoluto di movimento con la macchina nei giorni festivi, per il conte-
nimanto del consumo di benzina, emanato dalle Autorità Civili. Le uscite perciò diventano più fre-
quenti e i partecipanti più numerosi.
Si sente la necessità di trovare una sede propria per mettere il materiale che ormai sta crescendo
e non può più essere custodito presso i singoli soci sia per motivi di spazio sia per il pericolo: si
pensi solo al carburo che potrebbe restare aperto o all'umidità e provocare danni. Viene quindi
presa la decisione di spendere il necessario per sistemare una piccola casa vicina al passaggio a
livello di Genga Stazione da adibire a sede e a magazzino del gruppo. Questa necessiterà delle
seguenti opere murarie: chiusura di una breccia nel lato Nord della stessa, ricavando in quel punto
e nel medesimo tempo un caminetto, intonacatura grezza delle pareti interne e costruzione di un
pavimento in cemento, sbarramento sul lato Ovest della roccia oltre il filo della parete soprastan-
te; dotare inoltre detta casetta di una porta e di una finestra in metallo completa di vetri e di qual-
12
Prime Esperienze e Prime Esplorazioni
che altra cosa che si renderà in seguito necessaria. Tali lavori dovranno essere portati a termine
dagli stessi componenti del gruppo, cercando di ridurre le spese.
Credo bene interrompere la cronaca delle prime esperienze con l'episodio della "polvere nera",
un episodio, divertente nel ricordarlo, ma non troppo quando è accaduto, anche per le conseguen-
ze che avrebbero potuto seguire.
Il nostro Presidente, quasi sempre presente nelle uscite o nelle altre attività, anzi elemento trainan-
te, aveva modo di procurarsi ciò che poteva servire per le esplorazioni e per i lavori di ampliamen-
to dei fori, come caschi, acetilene, cunei, ecc... non escluso il materiale dirompente ed esplosivo,
come miccia e polvere. E fu proprio nell'apertura della grotta del "Fosso Riccio" che è avvenuto
un episodio che chiamare di grave imprudenza sarebbe ingiusto. Si doveva spezzare una roccia
per aprire un varco verso l'interno. E' stata giudicata cosa opportuna adoperare la "polvere nera",
perchè più adatta all'uopo di quella "bianca"; c'era a disposizione della miccia, sia quella a lenta
combustione che quella a rapida combustione; si doveva anche provare se l'umidità provocata dal
sudore durante il trasporto o dall'averla posta sullo scoglio umido, l'avesse danneggiata. La polve-
re era stata preparata in un cartoccio e poi nascosta dietro un cespuglio dominato da un grande
albero. Si iniziò la prova della miccia, quella a lenta combustione, tenendola per mano, tanto alla
fine si sarebbe lasciata.
Intanto sotto un altro cespuglio, dopo la fatica della salita, il solito Bettarelli Patrizio se ne stava bea-
tamente dormendo, in attesa che gli altri iniziassero i lavori all'interno della grotta. A questo punto
è avvenuta una deflagrazione, quasi un terremoto, intesa fino a San Vittore e Pierosara. Patrizio si
è alzato terrorizzato, ad occhi spalancati e ammutolito, non sapendosi spiegare l'accaduto, come
gli altri che rimasero sorpresi e sbiancati in volto. Era accaduta una cosa assolutamente imprevedi-
bile: l'ultimo centimetro della miccia, appena la fiamma aveva superato la resistenza delle due dita
che tenevano la miccia, era partito come un razzo andando a finire proprio su quel cartoccio di
polvere nera che era stata messa al riparo, sotto al cespuglio, incendiandola e facendo un falò, con
il cespuglio e l'albero insieme, per qualche decina di metri.
Trovarsi all'improvviso davanti questo spettacolo senza possibilità di movimento per la ripidità
degli scogli, per la ristrettezza del luogo e per la rapidità dell'evento certo non era piacevole.
In seguito, ad esito felice, ci si può anche ridere!
Un episodio simile, ma di più piccole dimensioni, ci capitò anche con il gas del carburo.
Nella "Grotta Grande del Vento", durante una sosta per la merenda alla "Sala Finlandia", toccò a
Galeazzi Alberto far lezione. Ci levammo parte dell'equipaggiamento per sederci e per mangiare,
alcuni si tolsero l'acetilena poggiandola in terra e Galeazzi posò il casco acceso sopra l'acetilena
per non farlo bagnare sugli scogli umidi. Evidentemente l'acetilene aveva qualche minima perdita
e a poco a poco il casco si riempì fino al travasamento del gas, che provocò l'incendio di tutto il
gas contenuto nel casco con conseguente scoppio e paura di tutti i presenti. Infatti al primo colpo
non ci si rese conto di quello che era capitato, poi, quando si comprese la causa dell'accaduto, si
tornò alla normalità e magari ci si ritorna spesso per prendere in giro... il colpevole!
1 Novembre 1973
Marinelli Gabrio, Gattucci Vincenzo e due Modenesi trasportano delle batterie, fari e vari appa-
13
Prime Esperienze e Prime Esplorazioni
recchi fotografici fino alla zona denominata "Condotta dei Fabrianesi", nella "Grotta Grande del
Vento", scattando varie fotografie durante il percorso. Bettarelli Roberto, Marinelli Claudio e un
modenese proseguono il trasporto delle batterie fino alla "Zona Bella", dove si fanno delle fotogra-
fie. Si ritorna trasportando le batterie nei pressi delle "Due Sorelle", dove vengono occultate in atte-
sa che un altro gruppo torni a riprenderle.
2 Novembre 1973
Vengono recuperate le batterie e si esplora l'area dietro la "Zona Bella" facendo fotografie. Vi par-
tecipano Gattucci Ettore, Gattucci Vincenzo, Zenobi Francesco, Rossi Romano e Marinelli
Claudio.
9 Dicembre 1973
Bettarelli Roberto, Marinelli Gabrio, Marinelli Alberto e Gattucci Vincenzo esplorano la parte vec-
chia della "Grotta del Fiume", sotto "il Pozzo dei Cristalli" e la zona dell'ingresso che ivi conduce.
19-24 Agosto 1974
Riparazione della sede del Gruppo vicina al passaggio a livello di Genga Stazione, nell'occasione
denominata "Dei Re Magi".
28 Settembre 1974
Presenti Bettarelli Roberto, Marinelli Claudio, Marinelli Albano, Marinelli Tersilio e Morettini
Michele.
Visita alla "Grotta Grande Del Vento" oltre "Il Pozzo Falconara" alla ricerca del collegamento con
il "Buco Cattivo".
12 Ottobre 1974
Presenti Bettarelli Roberto, Ferro Primo, Galeazzi Alberto e Marinelli Giancarlo.
Visita alla "Grotta Grande Del Vento" oltre il "Pozzo Falconara" e scoperta della "Sala della Neve".
Esplorato un ramo nella parete Sud-Ovest della "Sala dell'Elefante", fino ad una serie di sale molto
concrezionate; queste terminano però in ambienti troppo stretti per essere percorsi. Questo tratto
di grotta, lungo circa 250 metri, è impostato principalmente nella direzione Nord-Est Sud-Ovest e
verrà chiamato poi "Budellone Basso".
19 Ottobre 1974
Presenti Bettarelli Roberto, Baldoni Roberto e Raffaeli Carlo Alberto.
Visita alla "Grotta Grande Del Vento" oltre il "Pozzo Falconara" e scoperta di un piccolo laghetto
cristallizzato dal quale sono stati asportati due campioni per la mostra nella sede dell'A.S.G.S.V.
28 Ottobre 1974
Presenti Bettarelli Roberto, Marinelli Albano, Baldoni Roberto, Galeazzi Alberto, Spuri Dario,
Marinelli Tersilio e Coppari Luciano.
Esplorazione nella "Grotta Grande del Vento" oltre il "Pozzo Falconara". Scoperta di due nuovi
ambienti: il primo si trova sulla sinistra della condotta che porta alla "Sala Della Neve", denomi-
nato "Sala dei Mappi", dove c'è un bel lago chiamato "Matteo"; il secondo sulla destra della con-
14
Prime Esperienze e Prime Esplorazioni
dotta che va alla "Sala della Neve" si raggiunge attraverso uno scivolo inclinato di 60° rispetto
all'orizzonte, della lunghezza di 50-60 metri, chiamato "Sala Genga". A tale sala è stato possibile
accedervi grazie ad una disostruzione di circa tre ore operata da Marinelli Tersilio.
In tale sala è rimasto da esplorare un pozzo molto profondo al quale è stato dato il nome di "Pozzo
Genga"; sono rimaste da esplorare anche altre condotte nei pressi del "Lago Matteo".
4 Novembre 1974
Presenti Bettarelli Roberto, Baldoni Roberto, Marinelli Claudio, Marinelli Tersilio, Marinelli
Albano, Spuri Dario, Orfei Mario, Carlucci Giuseppe e Borgini Vincenzo del G.S.F. (Gruppo
Speleologico Fabrianese).
Esplorazione oltre il "Pozzo Falconara", verso il "Pozzo Genga". Durante l'esplorazione un compo-
nente della spedizione ha accusato dei malori e pertanto si è deciso di rimandarla alla domenica
17 Novembre 1974. Il pozzo, profondo circa 40 metri, è stato perciò lasciato armato.
9-10 Novembre 1974
Prova di soccorso speleologico nella "Grotta del Fiume" con l'ipotesi di due feriti: il primo sopra
la "Sala Nera" e il secondo nel ramo "Dell'Acqua Solfurea". Tale esperienza ha suggerito queste
osservazioni:
1°) Le funi non sono adatte per impiantare teleferiche;
2°) Bisognerebbe portare delle coperte per avvolgere il ferito;
3°) I componenti del soccorso devono operare in tempi più brevi e dovrebbero essere persone
molto esperte della grotta e non essere costretti a fare "sicura" e perdere tempo per inoltrare per-
sone non esperte (ad eccezione del medico).
4°) I cavetti d'acciaio che ancorano la barella alle carrucole dovrebbero essere più brevi, per dare
modo alla barella di passare senza toccare terra anche nei posti dove c'è poca altezza.
17 Novembre 1974
Presenti Bettarelli Roberto, Galeazzi
Alberto, Marinelli Tersilio, Morettini
Michele, Coppari Luciano e Marinelli
Giancarlo.
Esplorazione oltre il pozzo della "Sala
Genga", armato il 4/11/1974.
Scendono Bettarelli Roberto, Galeazzi
Alberto e Marinelli Tersilio, ma que-
st'ultimo rimane nella saletta sotto-
stante il pozzo.
Bettarelli e Galeazzi forzano una stret-
toia denominata "Buca da Lettere" ma
di fronte ad un pozzo d'acqua solfurea sembra non ci sia nulla da fare. I due notano però una con-
dotta, sulla sinistra, che conduce ad un piccolo pozzetto dove Bettarelli si cala utilizzando gli ulti-
mi 20 metri di corda; la grotta sembra proseguire ma ormai le forze e la riserva di carburo si stan-
no esaurendo, quindi decidono di rientrare.
15
Prime Esperienze e Prime Esplorazioni
Nel frattempo Marinelli rimane senza luce e non può far altro che aspettare il ritorno degli altri. I
tre raggiungono nuovamente la "Sala Genga" dopo sette ore di esplorazione, dove trovano gli altri
compagni ad attenderli.
9 Dicembre 1974
Esplorazione oltre il "Pozzo Falconara" e recupero del materiale impiegato per armare il "Pozzo
Genga". Si è pure cominciato ad aprire un passaggio vicino alla "Sala dei Mappi" ostruito da una
colonna.
16
Prime Esperienze e Prime Esplorazioni
ESPLORAZIONI IMPEGNATIVE
15 Dicembre 1974
Una squadra di sei persone (Marinelli Terzo, Marinelli Albano, Marinelli Gino, Galeazzi Alberto
ed altri due amici ) si è diretta nella zona oltre il "Pozzo Falconara" per aprire la colonna che ostrui-
sce il passaggio ad un pozzo, vicino alla "Sala dei Mappi". Un'altra squadra (Bettarelli Roberto,
Marinelli Giancarlo e Morettini Damiano) verso i "Laghi di Lucia" per cercare una galleria che si
avvicini il più possibile alla parete esterna della Gola di Frasassi, ma il livello dell'acqua dei laghi
è molto più alto del normale e non permette di oltrepassarli con il canotto, in quanto la condotta
è allagata. Perciò detta squadra ricompone il canotto e ritorna indietro per ricongiungersi all'altra
squadra oltre il "Pozzo Falconara". Nella "Sala Bianca" lascia il canotto e raggiunge gli altri. Questi
nel frattempo hanno aperto un piccolo varco e tutti insieme entrano nel pozzo, che si dimostra
essere uno scivolo di circa dieci metri.
In fondo a questo aprono ancora un varco nel pavimento e scendono in una sala sottostante, la
quale non permette più di proseguire oltre, essendo ostruita dal fango. Nel frattempo, prima che
finiscano i lavori, una squadra di cinque persone inizia anticipatamente la via del ritorno; e pur
sapendo che i rimanenti erano gravati del resto del materiale, non si preoccupano minimamente
di alleviare la fatica, portando il canotto che hanno trovato sulla loro strada. Marinelli Gino fa
scoppiare l'acetilene e rimane senza luce: riceve in prestito una pila elettrica da Marinelli
Giancarlo. In questa circostanza viene annotata, sottolineata e barrata, sul diario di bordo del
Presidente del Gruppo Bettarelli Roberto, la seguente postilla: "Fatti del genere non debbono più
accadere!".
17
Esplorazioni Impegnative
21 Dicembre 1974
Per la mattina di questo sabato si è d'accordo (Bettarelli Roberto, Bettarelli Patrizio, Mariani
Geniale e Marinelli Claudio) di andare in esplorazione nei pressi della "Sala Gentile da Fabriano",
nella "Grotta Grande del Vento", per tentare di trovare una galleria che si avvicini quanto più pos-
sibile all'esterno della grotta, ma all'ora della partenza non c'è nessuno. Allora Bettarelli Roberto,
constatato che davanti alla grotta c'è una squadra mista di speleologi di Jesi e di speleosub di
Ancona che sta per entrare, ed avuto l'invito di Andrea Bocchini ad andare con loro, entra in grot-
ta da solo. Mentre gli altri stanno compiendo un rilevamento della zona dell'obilisco alla "Sala
Gentile da Fabriano", Bettarelli attraversa la condotta che congiunge superiormente le due zone,
ed avendo notato un tunnel inesplorato che soffia aria, invita uno speleologo di Jesi ad andare in
esplorazione insieme a lui. Trovano ambienti inesplorati arrestandosi alla base di un camino, che
risale per circa cinquanta metri, perchè sprovvisti di attrezzature. Alla base del camino incidono
sulla roccia le sigle dei rispettivi gruppi. Durante la via del ritorno Bettarelli Roberto risale un altro
camino piuttosto agevole, ma non può completare l'esplorazione perchè ormai si è fatto tardi.
12 Gennaio 1975
Nella mattinata parte un gruppo, composto da Marinelli Claudio, Bettarelli Patrizio e Morettini
Damiano per recarsi alla "Grotta del Paradiso", per scendere da questa alla grotta scoperta
dall'A.S.G.S.V. (entrambe site nel "Fosso Riccio"), ed inizia l'esplorazione, alla ricerca di un pozzo
che potrebbe collegare le due grotte. Dopo una breve ricerca individuano uno stretto "budello"
verticale e "a vite", dal quale sale una discreta corrente d'aria e perciò decidono di calarsi. Inizia
la discesa Bettarelli Patrizio, sebbene incontri grosse difficoltà in quanto tale budello è molto stret-
to; in seguito rimane senza illuminazione, i "minerva" che aveva con sè si sono inumiditi. Allora
improvvisando una funivia fra lui, sotto, e Marinelli Claudio, sopra, in cima al pozzo, riescono a
passarsi un'altra scatola di fiammiferi. Dopo di ciò continua la discesa e sia pur incontrando altre
difficoltà , alle 11:55 riesce a collegarsi con l'altra squadra composta da Marinelli Tersilio, Spuri
Dario e Galeazzi Alberto. Quindi ambedue le squadre iniziano la via del ritorno al campo base,
dove sono attesi da Rossi Romano, il quale è rimasto all'esterno per fare da collegamento alle due
squadre e tenere acceso il fuoco, sul quale si cuoceranno, al termine dell'operazione, le salsicce.
La prima squadra è uscita alle ore 12:30 e con questa Bettarelli Patrizio, che è poi risalito per aiu-
tare Morettini Damiano rimasto in cima al pozzo, perchè doveva far sicura a Marinelli Claudio
che, a sua volta, era sceso con Bettarelli Patrizio fermandosi sulla pianella dell'ultimo pozzo. Nel
frattempo arriva Bettarelli Roberto, il quale in mattinata aveva avuto degli impegni e non era potu-
to salire insieme agli altri. Ha notizia al campo base della riuscita della spedizione e viene avver-
tito che forse la seconda squadra avra delle difficoltà al ritorno; pertanto decide di salire alla
"Grotta Del Paradiso" per un aiuto, qualora ce ne fosse bisogno. Dopo essersi inoltrato per qual-
che decina di metri nella grotta incontra la squadra di ritorno e quindi insieme scendono al campo
base per pranzare.
A fine colazione si forma un'altra squadra per tornare di nuovo alla "Grotta Del Paradiso" per una
esplorazione più completa, composta da Bettarelli Roberto, Galeazzi Alberto, Spuri Mario e
Marinelli Tersilio. Il gruppo nota alcune cose interessanti e si ripromette di ritornarci. Sulle pareti
dell'ingresso della grotta si notano tracce di fumo, come se ci fosse stato un antico focolare. Alle
ore 16,30 il gruppo decide di ritornare indietro e raccolti e ricomposti tutti gli attrezzi comincia-
18
Esplorazioni Impegnative
no a ridiscendere la montagna.
Durante questa discesa si è verificato un incidente: dalle rocce sopra Galeazzi Alberto e Bettarelli
Roberto si è staccato un sasso che, passando in mezzo ai due, è arrivato fino alla sottostante stra-
da, colpendo ad una mano una donna che si trovava a passare di lì. Nonostante ci fossero diversi
componenti del gruppo che regolavano il traffico sulla strada, ed anche se la signora era stata
avvertita che stava per cadere un sasso e quindi di allontanarsi alla svelta, non è stato possibile evi-
tare l'incidente.
1 Febbraio 1975
Visita fotografica nella grotta del "Fosso Riccio" a cui partecipano Galeazzi Alberto e Coppari
Luciano.
Si arriva all'ingresso alle ore 9:45 e, dopo aver scattato circa 40 fotografie, si decide di uscire; sono
le ore 14:45. Dopo aver pranzato si visita sommariamente la sovrastante "Grotta del Paradiso" trat-
tenendosi un'oretta; alle ore 18 si riconsegnano le chiavi della grotta del "Fosso Riccio".
23 Febbraio 1975
Esplorazione della "Grotta dei Baffoni" e della montagna lato "Grotta di Mezzogiorno".
Presenti Bettarelli Roberto, Spuri Dario, Marinelli Claudio, Orfei Mario e Bettarelli Patrizio.
Sono state prese in esame due caverne ostruite da grossi massi, le quali si trovano in prossimità
della Grotta dei Baffoni, sul lato est della montagna. Si pensa di poterle disostruire, ma dato lo
scarso numero di componenti del gruppo si rimanda la cosa alla prossima domenica. Poi si è pas-
sati ad esplorare il costone della montagna ed in una piccola grotta sono stati rinvenuti importan-
ti reperti paleontologici, che sono stati raccolti e portati alla sede dell'A.S.G.S.V.
2 Marzo 1975
Presenti Bettarelli Roberto, Bettarelli Patrizio, Marinelli Tersilio, Morettini Damiano, Marinelli
Giancarlo, Ferro Primo, Marinelli Claudio e Marinelli Albano.
Si continua l'esplorazione della domenica precedente: si cerca di liberare l'accesso alle due caver-
ne, scavando dall'alto la frana per potersi aprire un pertugio sul cono della stessa, poi si passa a
fare un po’ di esercitazioni consistenti nella scalata di un costone e ridiscesa dello stesso in corda
doppia.
Si è dimostrata anche la tecnica per fare alcuni importanti nodi.
9 Marzo 1975:
Corso di roccia presso la palestra di Vallacera: ci si è esercitati a fare una breve risalita con tecni-
che che si usano in cordata, cioè con chiodi intervallati e moschettone e discese con corde dop-
pie. La sicura è stata fatta con il "Mezzo Pescatore" salendo, a corda doppia e a spalla quando si
scende. Inoltre sono stati provati i nodi del cordino personale e il nodo delle guide.
9 Aprile 1975
Bettarelli Roberto, Bettarelli Patrizio, Marinelli Giancarlo e Gattucci Vincenzo accompagnano il
Prof. Saza dell'Università di Ferrara, esperto in paleontologia dei vertebrati del periodo quaterna-
rio, nella grotta in cima al "Fosso Riccio" per un esame delle ossa ivi rinvenute. Ad un primo esame
il Professore indica con sicurezza resti di un "Orso Bruno", una mandibola di una marmotta vissu-
19
Esplorazioni Impegnative
ta alla fine dell'ultima glaciazione, il cranio di un cane e di un tasso e forse la presenza di ossa di
"Ursus Speleus", stambecco o caprili, cinghiale o maiale e resti di scheletri di pipistrelli. Una man-
dibola trovata nella "Grotta Del Capitano" con molta probabilità è di un castoro. Durante l'esplo-
razione detto professore ci spiega il lavoro che dovrà portare avanti il nostro gruppo speleologico,
e cioè:
1°) Recupero delle ossa dell'Orso Bruno ed invio delle stesse all'Università di Ferrara; dette ossa
dovranno essere recuperate per settori ed ogni settore posto in un sacchetto possibilmente anche
con il fango, affinchè non vada disperso qualche ossicino; dopo di ciò si farà arrivare il tutto alla
suddetta Universita che penserà alla pulitura e vagliatura del terriccio.
2°) Poligonale e rilievo completo della grotta con indicazioni precise della provenienza del mate-
riale recuperato.
13 Aprile 1975
Soccorso al Monte Cucco per il recupero della salma di uno speleologo perugino caduto nel set-
timo pozzo. Partecipano Bettarelli Roberto, Marinelli Tersilio e Baldoni Roberto.
25 Aprile 1975
Visita alla grotta del "Fosso Riccio" chiamata d'ora in avanti dell'"Orso Bruno"; sono presenti
Bettarelli Roberto, Galeazzi Alberto, Bettarelli Patrizio, Morettini Damiano.
Si è proceduto a fare la planimetria della grotta; scala 1:1000 dell'ingresso, fino alla "Sala dei Re
Magi"; inoltre sono stati tolti dei massi per rendere più facile e più agevole il recupero delle ossa
appartenenti allo scheletro dell'Orso Bruno.
11 Maggio 1975
Esplorazione nella "Grotta Grande del Vento" oltre il "Pozzo Falconara"; presenti Bettarelli Roberto,
Spuri Dario, Carlucci Giuseppe e Galeazzi Alberto.
Saliti sopra l'"Elefante" si scopre una sala molto alta, pressoché circolare, chiamata "del
Palcoscenico", del diametro di venti-venticinque metri, dalla quale si dipartono diverse gallerie ric-
che di pozzi e camini. Si inizia ad esplorare la zona destra della sala. Qui sono stati trovati diver-
si camini e piccole condotte che si intersecavano in continuazione; si è giunti molto in alto e sul
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Esplorazioni Impegnative
Esplorazioni Impegnative
punto più alto esplorato è stata trovata una lunga diaclasi; alla zona viene dato il nome di
"Budelloni Alti". Data la grande fatica che potrebbe comportare continuare l'esplorazione in que-
sta zona, si è proceduto ad esplorare le zone più basse.
In un primo tempo si sono esplorate le gallerie che si dipartono dalla sala base, poi si procede
all'esplorazione delle zone sottostanti e qui, oltre alle altre cose, si è individuato un pozzo che dà
sulla galleria sottostante, che porta alla sala dell'"Elefante". Sulla sinistra di questo pozzo c'è un
camino e sulla destra, leggermente più in basso del punto di osservazione e senza continuità con
questo, si nota una galleria pressoché circolare del diametro di circa tre metri e lunga una venti-
na che a prima vista è molto promettente. A questo punto si interrompe l'esplorazione, data l'ora
e la stanchezza dei componenti della spedizione, ripromettendosi di continuare al più presto.
17 Maggio 1975
Continua l'esplorazione della zona scoperta la volta precedente, oltre il "Pozzo Falconara"; parte-
cipano Bettarelli Roberto, Marinelli Claudio, Galeazzi Alberto, Spuri Dario, Morettini Damiano,
Marinelli Giancarlo e Gattucci Ettore.
Si inizia l'esplorazione della galleria sulla parete del pozzo facendo fare il pendolo a Galeazzi
Alberto; dopo vari tentativi raggiunge la galleria, si inoltra una trentina di metri e ritorna subito
indietro annunciando che ci sono grandi sviluppi. Allora si decide di aggiungere a Galeazzi due
altri elementi in modo da comporre una squadra minima operativa; a tale scopo scendono
Bettarelli Roberto e Marinelli Claudio. Alla fine della galleria, il soffitto si abbassa di molto e attra-
verso una piccola fenditura orizzontale si accede ad una grande sala, lunga circa ottanta metri e
larga una trentina. Questa sala è molto alta: circa quaranta metri, nel punto più alto che si può
scorgere; viene nominata "Abisso Genga". Sulla sinistra ci sono imponenti stalagmiti e le pareti
sono ampiamente concrezionate mentre sulla destra si nota uno sprofondamento del pavimento.
Nella parte terminale (60° Est circa) è ugualmente molto concrezionata e sulla sinistra Marinelli
Claudio trova un passaggio attraverso il quale si accede ad un'altra sala, anche questa molto
ampia: lunga sessanta metri, larga venti ed alta una trentina. Questa sala ha la forma ovale e sul
pavimento presenta molti crepacci ma nessuna galleria praticabile nella circonferenza; gli strati
rocciosi sono immersi a 240° SW circa; viene chiamata "Sala del Limone".
Sulla parte terminale dell'"Abisso Genga", attraverso un'apertura a V rovesciata e poi una serie di
passaggi a zig-zag, nominati "Faglie Incrociate", si accede ad una zona molto concrezionata nella
cui parte terminale, a destra, c'è una piccola apertura che non permette il passaggio, attraverso la
quale si sente una discreta corrente d'aria. Illuminando con le torce elettriche la strettoia, si intra-
vedono altri ambienti, quindi Marinelli Tersilio e Gattucci Ettore decidono di ampliare il passag-
gio. Nel frattempo sopraggiungono Marinelli Claudio e Galeazzi Alberto ed appena possibile que-
st'ultimo supera la strettoia. Convinto di aver trovato il congiungimento con il "Buco Cattivo" rag-
giunge in un baleno la "Sala Fredda", affacciandosi poi sul pubblico della "Grotta Grande del
Vento". Poi viene raggiunto da Bettarelli Roberto e Marinelli Giancarlo e il tutto finisce con una
grande risata ed una bevuta. Tutto il quarto piano è ormai collegato attraverso quel passaggio, chia-
mato in seguito dal G.S.M. "La Supposta".
19 Agosto 1975
Traversata "Mezzogiorno-Frasassi"; partecipano Galeazzi Alberto, Mariani Geniale, Marinelli
21
Tersilio, Bruffa Gisleno, Marinelli Claudio e Principi Enrico.
Alla partenza, alle ore sei da Pierosara, c'è anche Cecchi Feliciano, che ci aiuterà a trasportare il
materiale fino all'attacco del primo pozzo. Nessuno di noi sa di preciso che cosa ci aspetti: si è
letto solamente un vecchio diario di esplorazione. Da questo si è appreso che la grotta ha un anda-
mento sostanzialmente verticale.
I pozzi devono essere discesi tutti in corda doppia perchè le corde serviranno per armare i successi-
vi. Sceso il primo, profondo circa quaranta metri, anzichè proseguire per la traversata si sbaglia stra-
da e ci si dirige verso il "Crepaccio Loubens"; solo le lunghe gambe di Mariani Geniale riusciranno
a farci uscire da quel mare di guano. Sono le 19 e ci troviamo di nuovo alla base del primo pozzo.
Dopo esserci rifocillati ci si comincia ad interrogare sul da farsi: o rinunciare all'impresa o ritirare
la corda, precludendo la via del ritorno, e cercare la strada giusta. Si ritira la corda e si formano
vari gruppi operativi, tutti
dovranno rientrare al punto di
partenza dopo venti minuti
indipendentemente dai risultati
che si otterranno. Passati appe-
na dieci minuti, Bruffa Gisleno
accorre urlando: " La Sala
Azzuurra! La Sala Azzurra! "; in
fondo non è stato difficile, c'era
scritto a caratteri cubitali: "Sala
Azzurra".
D'ora in avanti la strada non
presenterà grandi difficoltà ad
eccezione della fatica nel ritira-
re le corde dopo la discesa dei
pozzi; questi sono quattro con un dislivello complessivo di circa 150 metri. Quando usciamo sono
quasi le 24 (18 ore di grotta !) ma, fortunatamente per noi, troviamo ad attenderci la squadra d'ap-
poggio esterna, composta da: Bettarelli Roberto, Bettarelli Patrizio, Coppari Luciano, Cecchi
Feliciano e Baldoni Roberto. Sapendo che in questa grotta l'acqua scarseggiava, ci fanno trovare,
all'uscita, una cassa di birra che a mala pena riesce a dissetarci. Felici dell'esito favorevole della
spedizione, si fa baldoria fino alle cinque della mattina.
D'ora in poi anche "La Traversata" farà parte delle nostre conoscenze.
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Esplorazioni Impegnative
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IL BUCO CATTIVO
13 Agosto 1976
Visita conoscitiva alla grotta denominata "Buco Cattivo". Sono presenti Bettarelli Roberto, Galeazzi
Alberto, Mariani Geniale, Bruffa Gisleno, Orfei Toni, Principi Enrico, Fattorini Giambattista, Cecchi
Faliciano.
Dopo averne sentito parlare da molti speleologi ed avendo dato ognuno di loro versioni diverse,
sia per quanto riguarda le difficoltà da superare sia per altri ragguagli circa la lunghezza delle con-
dotte, il loro livello di allagamento, la profondità dell'acqua di queste condotte, i dislivelli degli
ingressi e delle condotte più basse, ecc.. si è decisa da parte dell'A.S.G.S.V. una visita conoscitiva
per rendersi conto di persona di tutte queste problematiche.
Al mattino, alle ore 7 , riunione del gruppo nella sede per il prelievo dei materiali. Dopo vari ritar-
di, alle ore 8 si parte con le macchine e si arriva a Tafàno (Palombare di Ferro), presso Vallerapara;
lasciamo le macchine all'interno del vallone e ripartito il materiale fra i vari membri della spedi-
zione si inizia la salita del costone della montagna. Premetto che nessuno di noi conosce con pre-
cisione dove sia situato l'ingresso; sappiamo soltanto, da una cartina del GS.CAI di Fabriano, che
il "Buco Cattivo" si trova a quota 538 metri sul livello del mare e che vi sono vari ingressi.
Questa nostra ignoranza si dimostrerà una grave lacuna che ci farà perdere diverse ore del matti-
no prima di essere sicuri di aver trovato l'ingresso giusto. Inizialmente ci si orienta seguendo un
cavo telefonico istallato dal Gruppo Speleologico Fabrianese per collegare il campo base esterno,
sito in una casetta di Tafàno presa in affitto, con il campo base interno alla grotta. Poi a causa della
vegetazione questo cavo è stato perso di vista; ma nonostante ciò un gruppo di noi (Fattorini
Giambattista, Mariani Geniale, Orfei Toni, Bruffa Gisleno) localizza l'ingresso del "Buco Cattivo",
quello più in alto. In questo punto facciamo una breve sosta per riposare e ne approfittiamo per
fare una piccola colazione con una pizza alla cipolla portata da Galeazzi Alberto.
Nel frattempo Cecchi Feliciano torna indietro, perché era venuto solo per il trasporto del materia-
le: una corda statica da novanta metri, due corde dinamiche da quaranta metri, quaranta metri di
scaletta, moschettoni, chiodi, martelli, due contenitori piccoli di carburo ed uno grande. Durante
la colazione ci sorgono dubbi sulla reale possibilità che l'ingresso da noi trovato sia quello giusto;
infatti notiamo su questo l'assenza del cavo telefonico. Si decide quindi di inviare qualcuno ad
esplorare la zona circostante alla ricerca del cavo. Dopo varie ricerche a vuoto, finalmente Mariani
Geniale trova un ingresso più in basso, all'incirca 50 metri sotto quello in cui stavamo noi in atte-
sa, con il cavo telefonico (Ingresso Fiorini); quindi raccogliamo tutta la nostra roba e raggiungia-
mo il Mariani.
In corrispondenza dell'ingresso superiore e del Fiorini lasciamo dei sacchetti di plastica , attacca-
ti ai rami degli alberi, per potere, una volta discesi, rilevare le loro posizioni, quanto meno dalla
parete della montagna opposta o da Valtreara. Purtroppo questi segnali si riveleranno poi troppo
piccoli per essere identificati con certezza. Dopo esserci tutti vestiti opportunamente, alle ore 12
circa, si inizia l'esplorazione.
L' "Ingresso Fiorini" è situato alla base di una piccola parete rocciosa e si presenta come un pic-
colo antro nel quale ci si sta a mala pena in piedi, perché intasato di materiale eolico e proseguen-
do va abbassandosi e restringendosi ancor più fino a dare origine ad una strettoia nella quale biso-
Il Buco Cattivo
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gna procedere strisciando per due o tre metri. Dopo di ciò le condotte diventano più ampie e si
procede per un certo tratto in salita; poi, appena si comincia a scendere (e da qui in poi si scen-
derà sempre, fino alla sala denominata "Sala Merloni") ci si trova di fronte ad un pozzo, che a detta
dei Fabrianesi dovrebbe essere profondo trentasei metri ("Pozzo delle Ruspe").
Si arma il pozzo con quattro scale da dieci metri ciascuna ed una corda da 40 metri per "fare sicu-
ra" e quindi il nostro gruppo inizia la discesa. Il pozzo presenta inizialmente una strozzatura nella
quale non è tanto agevole passare se si porta appresso sacchi colmi di materiale, poi si allarga a
campana, ma si scende sempre a ridosso di una parete. Giunti sul fondo ci si accorge che delle
quattro scale, l'ultima è quasi raccolta tutta nel pavimento della sala in fondo al pozzo: in realtà
questo non è profondo trentasei metri, ma poco più di trenta. Da questa sala in poi, come dicevo
prima, si scende sempre fino alla "Sala Merloni"; salvo una lunga strettoia a budello, il resto è un
procedere in diaclasi quasi continuo. Il tutto non richiede grandi capacità, essendo sì faticoso, ma
di media difficoltà.
Con quest'ultima annotazione termina il diario di bordo del Professore Bettarelli Roberto ma aven-
do partecipato alla spedizione anche lo scrivente, può aggiungere una nota interessante su questa
esperienza. Il gruppo proseguì compatto fino al lago interno o fiume, che dir si voglia, poiché
aveva più l'aspetto di un fiume e cominciò a guadarlo per qualche centinaio di metri, finché l'ac-
qua non arrivò ai ginocchi. Ai bordi del lago vedemmo alcuni canotti inutilizzabili. La spedizione
si sarebbe dovuta, per prudenza interrompere, ma dopo aver superate tante difficoltà di tornare
indietro proprio non ce la sentivamo.
Il presidente e capo della spedizione, com'era suo solito, tuonò: "All'arrembaggio!!". E l'eco della
grotta e le risposte dei partecipanti rimbombarono: "All'arrembaggio!". Ci disarmammo di tutto il
disarmabile e..."via come il vento!". I più giovani si tuffarono a pesce; i più anziani, dopo essersi
più volte guardati, non poterono fare a meno di entrare in acqua.
La pura e gelida acqua con la necessità di rapido movimento dovuto al freddo e al pericolo che i
piedi affondassero nel fango sottostante ci costringeva ad attaccarci alla parete destra del fiume,
che sembrava la più opportuna per poter proseguire. Infatti la parete sinistra non era agibile per-
ché a metà la condotta si biforcava come alla confluenza di due fiumi; di conseguenza attraversa-
re il centro del lago-fiume avrebbe comportato la necessità del nuoto, poiché l'acqua arrivava già
fino al petto. Abbandonare la parete avrebbe significato affondare nel fango senza possibilità di
potersi aggrappare o quantomeno appoggiarsi. Proseguimmo appoggiandoci quindi alla parete
destra, nella quale di tanto in tanto c'era un chiodo che era servito in passato a coloro che aveva-
no fatto il campo base interno; i chiodi servivano per l'ancoraggio dei cavi telefonici e per anda-
re e venire con il canotto.
Improvvisamente mi sentii interamente affondare nel fango, ma dopo alcuni secondi Bettarelli
Roberto e Galeazzi Alberto accorsero in mio soccorso, riportandomi a galla, bagnando l'unica
cosa che ancora si era salvata da questa catastrofe liquida: le sigarette nascoste sotto i loro caschi.
Dopo questa grande fatica riuscimmo ad arrivare al campo base interno dove si dette un'occhiata
agli ambienti circostanti senza troppo impegno, per la stanchezza ed anche per il freddo che ormai
cominciava ad arrivare alle ossa. Le cibarie purtroppo erano state lasciate "al di là del mare"; non
era rimasto altro da fare che riprendere subito la via del ritorno, nella speranza che le forze rima-
ste fossero sufficenti per ritornare a vedere la luce del sole. Cosa che ci siamo sforzati di fare, ma
Il Buco Cattivo
quando uscimmo ci scappò spontaneo il verso del poeta: " e quindi uscimmo a riveder le stelle!".
Erano infatti le ore 23.
Alle macchine parcheggiate sul sentiero del bosco che sale nel vallone di Tafàno-Vallerapara erano
ad attenderci altri che non avevano potuto partecipare, ma che attendevano con ansia l'esito di
questa missione esplorativa perché consapevoli di una impegnativa e faticosa impresa, pronti a
dissetarci e a brindare al nostro felice ritorno. Altri invece, dopo avere atteso per qualche tempo,
se ne erano tornati a casa loro per impegni familiari e di lavoro. C'era anche Cecchi Feliciano che
ci facilitò il rientro grazie ad un punto luce costantemente tenuto acceso.
Quella volta ce la siamo proprio vista brutta!
Il Buco Cattivo
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Scoperta di una Grotta a Monte Acuto
SCOPERTA DI UNA GROTTA A MONTE ACUTO
13 Marzo 1977
Da una segnalazione pervenuta a Marinelli Tersilio si viene a conoscenza che sul Monte Acuto
(gruppo del Monte Catria, m.1668), in un prato, c'è una buca dalla quale si sente uscire aria.
Bettarelli Roberto e Marinelli Claudio, a seguito di questa segnalazione, la domenica mattina 13
Marzo 1977 decidono di andare a localizzarla. Con i rispettivi figli si recano a Frontone e cerca-
no Piantassi Giovanni, amico di Marinelli Tersilio, il quale è a conoscenza del luogo sopra accen-
nato. Il signor Piantassi li accompagna sul luogo ed in effetti possono verificare che la segnalazio-
ne è esatta. Infatti, a circa duecento metri dalla strada che porta alla vetta del Catria, quando il
bosco si dirada, dando luogo ad un folto prato cosparso di cespugli di vario genere e di alberi,
principalmente carpino ed elce, si nota uno sprofondamento sul terreno, pressoché di forma ret-
tangolare, di due metri per uno e venti e su uno dei lati più piccoli c'è un buco dal quale spira
aria.
19 Marzo 1977
Si riunisce il Consiglio Direttivo e i due riferiscono quanto visto nell'escursione della domenica
precedente e si decide di organizzare per la domenica 27 marzo 1977 una spedizione del grup-
po in tal luogo per procedere all'esplorazione.
27 Marzo 1977
Alle sei alcuni componenti del gruppo si riuniscono presso la sede e caricano sulle proprie auto il
materiale speleologico necessario alla spedizione, preparato il giorno prima, e alle 6:30 si parte.
Presenti Bettarelli Roberto, Galeazzi Alberto, Principi Enrico, Bettarelli Patrizio, Orfei Toni, Raffaeli
Carlo Alberto, Marinelli Claudio, Spuri Dario, Orfei Mario, Marinelli Tersilio e Rossi Romano.
Giunti sul monte Acuto si inizia col piazzare il campo. Da una prima esplorazione sommaria si
osserva che il passaggio alla eventuale cavità è ostruito da massi. Si inizia a scavare sulla buca
principale per la profondità di un metro. Non vedendo alcun risultato si inizia a scavare sul pavi-
mento di una piccola stanzetta situata più in profondità del foro dove spira aria. Ad un certo punto
dello scavo si scorge su un lato un passaggio che si inoltra per diversi metri, però non si può pro-
seguire lo scavo per pericolo di crolli. Individuato in un certo punto di questa faglia un banco di
roccia di circa 30-40 centimetri, che grosso modo dovrebbe coincidere con la sottostante buca
principale, si decide di continuare lo scavo dove era stato iniziato, fino ad incontrare tale banco.
Sul tardi, verso le ore 18 si interrompe il lavoro e si inizia a smontare il campo per poi riprendere
la via di casa.
25 Aprile 1977
Alle ore otto Marinelli Tersilio, Bettarelli Roberto e Principi Enrico caricano il materiale indispen-
sabile per andare a proseguire i lavori sulla grotta del monte Acuto e partono. Giunti sul luogo ini-
ziano i lavori di sterro. Scende per primo Principi Enrico. Si organizza il lavoro nel seguente modo:
Principi è giù nella buca e depone il materiale di scavo in un secchio, di quelli che si usano in
muratura. Questo viene appeso ad un cordino ed appena riempito Bettarelli Roberto lo solleva
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Scoperta di una Grotta a Monte Acuto
oltre l'orlo della buca, lo scarica e lo ricala giù per farlo riempire di nuovo, e così di seguito. Il
lavoro prosegue per tutta la mattinata senza interruzione.
Verso le ore 12 già si incomincia a sentire l'aria che spira fra i sassi smossi nella buca. Alle ore 13
attraverso un foro si intravede un piccolo vano alto circa un metro. Si allarga il foro con molta cau-
tela perché si prospetta il pericolo di crolli e verso le ore 14 il passaggio è abbastanza ampio per
permettere a Bettarelli Roberto di calarvisi dentro e fare una sommaria esplorazione.
Sotto c'è una galleria lunga circa quindici metri e larga in media una sessantina di centimetri. Da
sotto il foro si prosegue in orizzontale per circa cinque metri, poi ci si abbassa con un piccolo sci-
volo di almeno un metro e si prosegue ancora in orizzontale per almeno altri dieci metri. Al ter-
mine di questo tunnel, che mantiene una altezza da poterci stare comodamente in piedi, special-
mente nella parte terminale, c'è un lastrone di pietra che impedisce il proseguimento; ma dietro
di questo si vede molto bene che la galleria prosegue sempre orizzontalmente, ma ad una quota
più alta delle precedente e con un calcolo approssimativo si potrebbe affermare che è molto vici-
na alla superficie esterna. Da questa strozzatura si sente distintamente un getto d'aria.
Dall'ingresso principale fino al termine, detta galleria è quasi rettilinea e con direzione interna al
300° N.
Il masso che ostruisce il tratto finale non è difficile da rimuovere ma sono necessarie adeguate
attrezzature; l'operazione richiederà una mezz'ora di tempo. Siccome nel tratto iniziale la galle-
ria presenta grave pericolo di crollo a causa di alcuni banchi di roccia molto sconnessi sulla volta,
si ritiene opportuno, previo un calcolo più preciso, entrare da sopra, nel tratto terminale, dove la
volta è sicura e non molto distante dalla superficie esterna.
La disostruzione del tratto terminale, data l'ora tarda, fu realizzata in una successiva esplorazione.
ALTRE ESPLORAZIONI
Il 9 febbraio 1978 il Presidente dell'A.S.G.S.V. scrivendo ai Soci riferisce che nella riunione del
Consiglio Direttivo del 27 gennaio si era stabilita una bozza di programma per il lavoro dell'anno 1978.
L'attività del gruppo è stata divisa in diversi settori e per il coordinamento e l'organizzazione di
ogni specifico lavoro è stato destinato un componente del Consiglio Direttivo.
La scelta del responsabile è stata motivata dal particolare interesse che lo stesso ha dimostrato
durante la sua attività speleologica. L'attività è stata suddivisa per settori con l'indicazione del
responsabile:
1) Corso di speleologia responsabile: Orfei Toni
2) Esplorazione esterna responsabile: Marinelli Claudio
3) Compilazione manuale responsabile: Bettarelli Roberto
4) Manutenzione sede responsabile: Marinelli Tersilio
5) Cartografia responsabile: Marinelli Giancarlo
6) Esplorazione interna responsabile: Galeazzi Alberto
7) Fotografia responsabile: Sassi Fabio
8) Biblioteca responsabile: Gattucci Vincenzo
9) Ricerche scentifiche responsabile: Mariani Geniale
10)Organizzazioni campi responsabile: Rossi Romano.
Per il 17 febbraio tutti i responsabili vengono convocati per il Consiglio Direttivo presso la nuova
sede di Pierosara e sono invitati a presentare una bozza di programma sulla base delle seguenti
indicazioni: materiale occorrente per operare e relativa spesa, periodo nel quale si intende opera-
re e collaboratori con cui si intende svolgere il lavoro, varie ed eventuali.
La nuova sede, più spaziosa ed accogliente della precedente, è sita nei locali dell'ex casa comu-
nale ed ex scuola del suddetto paese; recentemente restaurata, in parte, dal comune di Genga per
la scuola elementare, poi trasferita in un edificio di Genga Stazione. E' composta da una sola stan-
za con due rampe di scale: una scende ai bagni, siti a piano terra, mentre l'altra sale al piano
superiore. Entrambi i piani sono purtroppo inagibili.
5 Marzo 1978
Esplorazione nella "Grotta Grande del Vento", oltre il "Pozzo Falconara" nella zona prospiciente la
"Sala dell'Elefante". Presenti Bettarelli Roberto, Marinelli Claudio, Orfei Toni.
Si sono esplorati alcuni cunicoli, che si aprivano su un’alta parete; di importante è stato individua-
to un pozzo, in una sala non identificata, dal quale sono state lanciate due palle di fango nella
speranza di poterle individuare una volta scesi; ma data la fretta, non è stato possibile. Nella zona
è stata notata una eccezionale ricchezza di concrezioni eccentriche.
27 Marzo 1978
Esplorazione del costone destro della "Gola di Frasassi", nei pressi del terzo ponte. C'è solamente
Bettarelli Roberto, che non ha trovato nulla di interessante, all'infuori di un androne in alto, forse
conosciuto come "Grotta delle Donne".
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Altre Esplorazioni
24 Aprile 1978
Riunione del Consiglio Direttivo dell'A.S.G.S.V. Presenti Bettarelli Roberto, Marinelli Claudio,
Gattucci Vincenzo, Orfei Toni, Sassi Fabio e Marinelli Tersilio. Si decide di fare una planimetria da
mettere in vendita per finanziare il gruppo speleologico e si rinnova la proposta delle precedente
riunione, cioè cercare di organizzare una grossa spedizione, magari all'estero.
20 Maggio 1978
Esplorazione dell' "Abisso Genga". Vi partecipano Orfei Toni, Galeazzi Alberto, Lametti Ezio,
Bettarelli Roberto.
Ogni volta che si
andava in esplo-
razione nella
zona dell’Abisso
Genga si guarda-
va in alto senza
riuscire a vedere il
soffitto, perciò
i p o t i z z av a m o
nuovi ambienti
ipogei e magari la
c o n g i u n z i o n e
della Grotta
Grande del Vento
con il Buco
Cattivo.
Nel frattempo anche il gruppo speleologico del CAI di Ancona, con cui eravamo in contatto, pro-
gettava di risalire il camino dell’Abisso Genga con una scalata in “artificiale.
C’è da precisare che in quel periodo eravamo molto affiatati: la reciproca grande fiducia era dovu-
ta alle tantissime ore trascorse insieme in grotta dove ci dividevamo tutto: amicizia, speranza di
scoprire nuovi ambienti, gioia e paura.
Dopo alcune uscite preliminari per studiare la
via meno difficile ci si convince di attaccare il
camino in libera nonostante presenti, nella
parte iniziale, un lieve tetto. Io e Alberto provia-
mo la rischiosa risalita. Superati i primi tre metri
di dislivello abbastanza agevolmente, mi porto
a ridosso del tetto, raggiunto poi da Alberto gra-
zie ad una piccola nicchia. Da qui decidiamo di
farci sicura. Riprendo a salire in arrampicata e
ripenso alle parole di Alberto che, prima del-
l’inizio di questa rischiosa avventura, mi aveva
detto scherzando: “Non avere paura che se ti rompi qualche osso ti mettiamo la tenda qua, così
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Altre Esplorazioni
starai 40 giorni in grotta ingessato”.
Uscito in parete mi rendo subito conto che non ci sono appigli, ma ormai non posso più ritorna-
re indietro. Chiedo ad Alberto di tenere tirata la sicura pensando già di cadere: attimi che sembra-
no un’eternità. Mi trovo sulla parte più esposta del tetto, con le gambe nel vuoto e le mani che
cercano disperatamente un appiglio. Spingo con forza le mani aperte sulla superficie fredda e
porosa della roccia, mi rendo conto che non scivolo, insisto e con uno sforzo straordinario, di slan-
cio, riesco a tirarmi su ed afferrare un piccolo appiglio.
Superato il tetto la parete diventa meno inclinata e con piccole stalagmiti. Risalgo velocemente
senza fare frazionamenti finchè Alberto mi comunica che non c’è più corda; allora individuo una
stalagmite da dove faccio sicura con il mezzo barcaiolo ad Alberto, il quale appena uscito in pare-
te, nel punto più impegnativo della risalita, perde la presa e vola rimanendo in sicura. Lo aiuto a
riprendere tirandolo su quasi di peso. Poco dopo siamo di nuovo insieme.
Questo primo tratto di camino è alto 30 metri, altrettanti ce ne sono sopra di noi ma purtroppo si
chiudono con una colata. Osservando attentamente intorno, individuiamo due possibilità per pro-
seguire l’esplorazione: una facendo la traversata in orizzontale del camino, l’altra un pozzo alle
nostre spalle. Decidiamo di scendere in doppia il pozzo, nel cui fondo c’è un bellissimo laghetto.
Da qui superata una strettoia ci ritroviamo a percorrere una galleria freatica orizzontale alta 3-4
metri, larga altrettanto per un centinaio di metri, che prosegue ma decidiamo di tornare indietro
per informare i nostri compagni. Riusciamo ad individuare una finestra, ad una altezza da terra di
alcuni metri, che dà direttamente nell’Abisso Genga.
Sarà questa la via da dove, nei giorni successivi, continueremo l’esplorazione di tutta la condotta
lunga 400 metri che termina con una sala molto concrezionata e con un laghetto cristallizato.
In seguito, traversando in alto il camino dell’Abisso Genga saranno trovati nuovi sviluppi della grot-
ta. In una strettoia in fondo, da dove si sentiva una forte corrente d’aria, scriverò con un sasso
“Genga 81”.
Il gruppo speleo di Jesi nel febbraio del 1988 allargò la fessura ed esplorò per circa 150-200 metri
una serie di gallerie denominata Rami del Nard.
26 Maggio 1978
Riunione del Consiglio Direttivo. Presente anche il Presidente del Consorzio Frasassi signor
Romanini Erino.
Si è discusso sulla opportunità di creare un gruppo di Pronto Intervento per snellire l'opera del soc-
corso speleologico in caso di incidenti in grotta, nella zona del comune di Genga. Da osservazio-
ni sulle carte in nostro possesso, si è deciso di fare una massiccia esplorazione nei pressi
dell'"Abisso Genga" per trovare un possibile collegamento con il "Buco Cattivo".
27 Maggio 1978
Esplorazione della "Grotta Grande del Vento" nei pressi dell' "Abisso Genga": campo interno!
Partenza alle ore 9:30 e rientro previsto per le ore 9:30 di domenica 28 maggio 1978.
Partecipanti Bettarelli Roberto, Marinelli Claudio, Marinelli Giancarlo, Marinelli Tersilio, Orfei
Toni, Sassi Fabio, Galeazzi Alberto, Bruffa Gisleno e Bettarelli Patrizio.
Il gruppo riunito nell' "Abisso Genga" dopo un esame dei luoghi (durante il quale Galeazzi
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Altre Esplorazioni
Alberto, toltosi il casco per mangiare, batte con la testa contro una stallattite e si procura una feri-
ta al capo) e una breve discussione, decide di dividersi in due squadre.
La prima squadra (B. Roberto, Toni O., Sassi, Bruffa e B. Patrizio) prosegue l'esplorazione della set-
timana precedente e trova ancora un centinaio di metri di galleria. In fondo a questa c'è una sala
allungata di discrete proporzioni e molto ricca di concrezioni, alla quale si dà il nome di "Sala
Giovanna" in omaggio a Giovanna Bettarelli, che in questo giorno festeggia l'ottavo compleanno.
Tutto il tratto di galleria viene chiamato "Budellone Alto" ed in seguito “Gola Profonda”.
La seconda squadra (M. Tersilio, M. Claudio, M. Giancarlo e Galeazzi) sale sul soffitto della pic-
cola sala accanto all' "Abisso Genga" (quella sopra lo scivolo) ed esplora tutti i cunicoli esistenti
che partono dal soffitto di questa saletta, ma non trova niente di notevole in quanto tutti imman-
cabilmente restringono a tal punto da non essere più praticabili.
Alle ore 15:30 ci si ritrova tutti all' "Abisso Genga" per consumare un pasto, a base di spaghetti
aglio,olio e (molto) peperoncino e scatolette varie; tra queste non potevano mancare le acciughe
sotto sale. La fame è così grande che Bettarelli Patrizio, sfornito di forchetta, si adatta ad usare il
cuccchiaio per mangiare la sua generosa porzione di spaghetti.
Anche la stanchezza inizia a farsi sentire, quindi si decide di riposare qualche ora, in modo tale
da recuperare le energie consumate. Verso le ore 19 si esplorano gli "Scrigni" dell'"Abisso Genga"
e della "Sala del Limone" senza nessun risultato. Dopo aver cenato e discusso sui risultati ottenu-
ti in questa giornata si decide di rimandare le esplorazioni al giorno seguente.
All'incirca alle cinque del mattino del 28 una squadra (Bettarelli, Orfei e Galeazzi) si dirige in cima
al soffitto dell' "Abisso Genga" per esplorare delle cavità che si scorgono lateralmente, ma, data la
stanchezza, non si riesce a concludere granché, nonostante Bettarelli faccia la traversata della parte
Est. Riesce ad allontanarsi quel tanto che permette la lunghezza della corda della quale era in pos-
sesso in quel momento (circa venti metri) e, dopo avere osservato la conformazione del luogo, ritor-
na. Si propone però di ritornarci con energie fresche e materiali adeguati in quanto potrebbe esse-
re una zona molto interessante. Il rimanente del gruppo si è diretto alla "Sala del limone" per arma-
re il pozzo che cade nella "Sala Bianca", in modo da poterlo utilizzare per il ritorno.
24 Giugno 1978
Grotta del Fosso Riccio
Nei primi mesi del 78
un gruppo di guide del
Consorzio Frasassi
(Ezio, Fabio, Toni ed
altri), avevano eseguito
per conto dell’Ente un
lavoro di censimento e
monitoraggio di tutti i
massi caduti dalle pare-
ti di Vallemontagnana
lungo i diversi canaloni
presenti sul versante
destro della Gola di
31
Altre Esplorazioni
Frasassi. In una giornata bellissima con il cielo era sereno (durante la notte e nelle prime ore del mat-
tino la temperatura era scesa eccezionalmente fino a -15°C) si erano arrampicati nel Fosso Riccio
annotando la posizione dei vari massi e le relative dimensioni e segnandoli con vernice rossa.
Mentre superavano un ghiaione, dalle pareti della montagna si staccavano dei massi che rimbalza-
vano pericolosamente vicino. Probabilmente il sole aveva scaldato la roccia provocando il distac-
co di alcune parti. Superato lo spavento, arrivati quasi sotto la parete del “Fosso Riccio”, notava-
no nella roccia un piccolo foro di pochi centimetri di diametro. Ezio si avvicinò con il viso e la forte
corrente d’aria, relativamente calda che usciva, gli fece appannare gli occhiali. Si pensò subito di
aver trovato l’ingresso di una probabile grotta.
Uscita al "Fosso Riccio" con un martello pneumatico ad energia elettrica. Sono presenti Marinelli
Tersilio, Lametti Ezio, Bettarelli Roberto, Orfei Toni. Si fa la stesura della linea elettrica, con il
cavo del Consorzio, e si inizia ad allargare il buco.
25 Giugno 1978
Terza uscita al "Fosso Riccio", per il proseguimento del lavoro di ampliamento del foro, verso il
basso. Presenti: Bettarelli Roberto, Marinelli Claudio, Marinelli Giancarlo, Marinelli Tersilio e
Fattorini Giovanni.
1 Luglio 1978
"Grotta della Galleria".
Marinelli Tersilio al mattino rimuove un sasso lungo la galleria artificiale d’ingresso alla "Grotta
Grande del Vento" e nel pomeriggio prosegue il lavoro d’ampliamento insieme a Fattorini
Giovanni; poi in aiuto giunge Bettarelli Roberto e si riesce ad aprire la strada fino ad una stanzet-
ta. Il lavoro si arresta per la completa otturazione di qualsiasi passaggio.
6 Luglio 1978
Proseguimento del lavoro nella "Grotta della Galleria".
Sono presenti Marinelli Tersilio, Fattorini Gianni, Principi Enrico e Macchetti Giuseppe, detto "Il
Varesotto" non sole perché di Varese, ma anche per la sua corporatura.
Fino alle ore 18, cercano una via d'uscita dalla saletta: la grotta sembra proseguire attraverso uno
stretto passaggio.
7 Luglio 1978
Sempre nella "Grotta della Galleria".
Il mattino, fino alle ore nove, Fattorini Giovanni, Orfei Toni e Bettarelli Roberto continuano il
lavoro interrotto il giorno precedente. Alle ore dieci entrano Rossi Romano, Macchetti Giuseppe,
Marinelli Tersilio, Marinelli Giancarlo, Marinelli Claudio, Rossi Romano. Si apre un cunicolo che
conduce fino ad un lago e successivamente una fenditura che porta in un ambiente franato.
12 Luglio 1978:
Ancora al "Fosso Riccio". Presenti Principi Enrico, Bettarelli Roberto, Macchetti Giuseppe.
Si è scavato davanti al foro in alto, ove soffia aria, con uno sbancamento di circa ottanta centimetri.
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Altre Esplorazioni
29 Agosto 1978
Esplorazione del "Buco Cattivo" con partenza alle ore otto e rientro previsto per le ore una e tren-
ta, ma per malori accusati da un membro della spedizione il gruppo ha dovuto rinunciare.
20 Novembre 1980
Terremoto in Irpinia
(Il diario è stato redatto dal Dott. Mariani Geniale)
Considerando che tutti gli ap¬partenenti al gruppo speleologico di Genga erano capaci di muo-
versi in montagna e in situazioni di emergenza,l’Associazione pensa di poter portare aiuti a quei
nuclei famigliari isolati che non sono ancora stati raggiunti da un soccorso sufficiente, per la loro
particolare posizione geografica. Il Consorzio Frasassi mette a disposizione una somma per acqui-
stare attrezzature (tende, coperte, sacchi a pelo, ecc.) Dopo 5/6 giorni dalla prima scossa Gianni
Fattorini, Toni Orfei, Fausto Barbarossa, Michele Gatti, Geniale Mariani, Tersilio Marinelli partono
a bordo del Fiat 242D preso in affitto: gli altri (Claudio Marinelli, Ezio Lametti, Mario Vescovi e
Romano Rossi), con la vecchia Dyane 6 di Claudio, che nonostante l’età sembra comportarsi bene.
La disposizione dei posti in macchina è venuta fuori a caso e non predeterminata da altri fattori.
Alla partenza c’erano amici, parenti, genitori. E’ proprio vero: è sempre un avvenimento “partire
per soccorrere delle persone”, anche se mancano “le autorità ufficiali”.
Il tempo buono fino a Jesi; qui è iniziato un temporale che ci ha accompagnato fino a Chiaravalle.
Dopo avere imboccata l’autostrada ci siamo resi conto che nei boschi c’era anche la neve.
C’è poca tranquillità nel gruppo: pensiamo infatti di incontrare grandi difficoltà in Irpinia.
Sono circa le 23,30 quando decidiamo di fermarci ad una stazione di servizio. Prima di scendere
dal furgone stentiamo un po’, perché non si potrebbe viaggiare in sei. Preso un caffé ripartiamo.
Lungo l’autostrada vediamo jeep e camion carichi e con scritte simili alla nostra: non ci sentiamo
soli! Anzi passa una jeep con molte persone dentro: evidentemente non siamo solamente noi in
sovraccarico!
Poco dopo Loreto non si vede più la neve; ci fermiamo un attimo per respirare un po’ d’aria. Nel
frattempo Romano va a dormire nel furgone e Geniale nella Dyane. Abbiamo una certa difficoltà
a reperire gasolio, ma ben superata alla stazione successiva.
Tutto bene fino a Canosa, dove troviamo un carabiniere che ci consiglia di andare verso la provin-
cia di Potenza. Decidiamo di dirigerci verso Rionero in Vulture, dove incontriamo una guardia
forestale che ci consiglia di andare a San Fele e assolutamente di non telefonare alla prefettura di
Potenza, perché non si interessava dei soccorsi. Incontriamo anche una colonna di soccorsi roma-
na che ci racconta come contro di loro si sia accanito lo sciacallaggio.
Decidiamo di andare a San Fele e di parlare con il Sindaco, il quale dice di aver bisogno solo del
gruppo elettrogeno. Ripartiamo e arriviamo a Ruvo del Morite.
Danni visibili, ma nessun morto: ci rendiamo conto che neanche questa zona ha bisogno del
nostro lavoro. Dopo aver scattato delle foto e chiesto alcune informazioni, decidiamo di andare a
Pescopagano. Accade un inconveniente... incontriamo il Battaglione San Marco, perciò ci sono
difficoltà a salire a Pescopagano.
Aiutati da una persona alla guida di una Ritmo, arriviamo a Rapone. Da qui si riparte e ad un
bivio proseguiamo per S. Andrea di Conza: danni visibili del terremoto.
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Altre Esplorazioni
Incontriamo un gruppo di giovani che ci offrono lavoro, ma decidiamo di proseguire per
Pescopagano e ci fermiamo vicino alla postazione della RAI.
Ci rendiamo subito conto che qui il terremoto è passato davvero! Gianni e Geniale vanno con la mac-
china fotografica a scattare alcune foto alle numerose rovine, da cui si sente anche cattivo odore.
Alcuni di noi stanno, invece, vicino alla postazione della RAI (e forse sono stati visti in trasmissione).
Nel frattempo ci dicono che bisogna parlare con il Capi¬tano Pizzi degli Alpini, che ci offre di
occupare le tende dove i primi giorni sono stati i terremotati. Noi non accettiamo e decidiamo di
piazzare il nostro campo, tuttavia ci mettiamo a disposizione per costruire una baraccopoli.
Dopo numerose discussioni ci piazziamo vicino ad una curva, dove c’è anche spazio per il pul-
mino. Iniziano i primi problemi per montare una tenda, tuttavia riusciamo a montarne due e deci-
diamo di metterci al lavoro nel campo dei militari.
Andiamo a dormire: in una tenda c’è Claudio, Terzo, Ezio e Gianni; in un’altra Geniale,Tony,
Fausto, Michele; Romano e Mario dormono dentro il camioncino. La notte è fredda. Al mattino
alcuni vanno in giro per rendersi conto della situazione, altri restano al campo a dare una siste-
mata per passare meglio le notti, successive. Viene montata la tenda cucina-magazzino e si siste-
mano le altre; alcuni vanno a vedere la tendopoli al campo sportivo e le rovine del paese, dove
cè ancora una bambina da ritrovare.
Non riusciamo a telefonare poiché le linee non sono state ancora ripristinate. Una nuova scossa
di terremoto molto forte ci mette in ansia. In assemblea decidiamo sul da farsi ma c’è un po’ di
confusione: Ezio, Geniale, Tony e Fausto dormiranno nel campo base per fare la guardia, gli altri
nella baracca.
Mentre si fanno i preparativi per dormire arrivano Fausto e Tony che ci informano di una bambina
che ancora si trova sotto le macerie della propria casa. Si parte per andare a tirarla fuori; al campo
rimane solo Geniale, che approfitta per prendere appunti, ma deve smettere perché la lampada si
è esaurita e l’attesa continua. Rientra Ezio per informare che non c’è nulla da fare, poi ritorna la
luce e Geniale riprende a scrivere. Alle due del mattino ritornano anche Fausto e Toni e portano
notizie della bambina: tutto tranquillo fino al mattino.
Nel pomeriggio Terzo prende di nascosto una stecca di cioccolato che offre ai Modenesi, i quali
accettano ben volentieri, credendo che sia un gesto del tutto disinteressato.
Ahimè, i tapini non sapevano con quale briccone avevano a che fare! Infatti la sera il suddetto
vestiva un passamontagna mai visto prima. Alla domanda: dove hai preso quel berretto?
Rispondeva che lo aveva preso ai modenesi, che lo avevano portato per i terremotati. E tutto il
nostro gruppo fu fornito di passamontagna.
Questo episodio ci ricorda la storia del gruppo elettrogeno.
Era stato preso un gruppo elettrogeno perfettamente funzionante, ma appena messo in moto
nel campo prima scoppiò una lampada poi smise di funzionare, poichè si passava dai 12.000 giri
ai 200 al minuto, con i relativi guizzi di luce delle lampade. Il giorno dopo i Modenesi si videro
“piombare addosso” il gruppo elettrogeno e furono costretti ad accomodarlo (Gli costò caro lo
scacco di cioccolato!).
Martedì mattina arriva Terzo che gentilmente si accinge a preparare il caffè, ma vedendo che il for-
nello funziona alquanto bene, decide di fargli fare la fine del gruppo elettrogeno. A causa del gelo
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Altre Esplorazioni
che c’era stato la notte precedente, con un movimento antiorario rompe una manopola e creden-
do che una manopola sola non basta, fracassa impietosamente anche la seconda. Infine decide di
aprire il gas con la. “cagna” e ci riesce, lasciando in consegna a Michele il controllo del caffé, che
poi esce dalla caffettiera violentemente. Il risultato è un sonoro rimprovero da parte di Terzo verso
Michele, il quale invece se la ride insieme ai presenti,
Si parte:Toni e Geniale si fermano al campo militare; , Terzo ed Ezio vanno a Pascopagano e poi
si salutano. Geniale svolge servizio ambulatoriale e fa anche da Farmacista; poi torna a
Pescopagano, dove incontra Gianni e Mario i quali non sanno cosa fare. Giunge voce che si deve
costruire una passerella per permettere il passaggio dei militari. Un ufficiale veterinario ci chiede
la macchina per vedere se nella zona ci sia qualche animale morto.
Claudio nel suo giro di perlustrazione scopre che a poca distanza dal nostro campo base c’è una
famiglia di contadini, a cui il terremoto ha distrutto la casa con il granaio, che conteneva 500
quintali di grano. Decidiamo di dare una mano ai proprietari Toglia Chiara di Calitri ( Avellino) e
Pupillo Francesco, Franco e Lorenzo di Pescopagano (Potenza).
Siamo accolti a braccia aperte dal figlio, ma con scetticismo dal padre. Eseguiamo un enorme lavoro,
con grande nostra soddisfazione per aver dato finalmente un contributo diretto ad un terremotato.
Arriva frat¬tanto un comandante dei vigili del fuoco, il quale ostacola il lavoro così da essere trat-
tato abbastanza male da noi. Tuttavia grande è la soddisfazione in quanto dopo due giorni di pel-
legrinaggio abbiamo trovato il modo di dare una mano ai terremotati.
Si decide di andare a dormire al campo base: il ritorno serve anche per la stesura delle pagine di
questo breve diario.
La mattina del mercoledì decidiamo di smontare il campo; si finisce abbastanza presto e, quando
tutto è sistemato sul 242D, Claudio accompagna Geniale a Pescopagano. Geniale si presenta alla
tenda-farmacia e insieme al collega di Messina inizia a smistare tarmaci e suddividerli per classe:
lo stesso lavoro lo fanno quelli di Faenza. Alle tre del pomeriggio si mangia insieme agli amici di
Messina dentro una Pual Rover, ricordando l’episodio del militare con i piedi sul fuoco e quello
relativo ad un gabinetto…
Mattina del Giovedì: giorno della partenza.
Geniale decide di andare con il suo gruppo a Pescopagano presso il presidio medico, gli altri al
cascinale, dove si lavora molto e poi si
mangia insieme.
Al pomeriggio facciamo un giro a Conza,
ma non ci fanno entrare; allora si decide di
andare a Siani e vediamo che davve¬ro il
terremoto è passato anche qui: c’è il copri-
fuoco. Tentiamo di telefonare, ma non ci si
riusciamo; per tornare alla baracca sbaglia-
mo strada: manca la luce e in compenso
che freddo!
C’è una scossa di terremoto, ma molti non
l’avvertono.
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Altre Esplorazioni
ALTRE INIZIATIVE
Il 29 gennaio del 1983 si riunisce l'Assemblea Generale che elegge un nuovo Consiglio Direttivo
ed il nuovo Presidente nella persona di Orfei Toni. Nella riunione del 25 febbraio 1983 si vara il
programma per l'anno corrente, suddiviso in nove punti:
1) Invio a tutti i Soci di un "Comunicato" del C.D., trimestrale, per renderli partecipi delle attività
svolte e da svolgere;
2) Raccolta di materiale informativo per la stesura della storia dell’A.S.G.S.V.;
3) Rilievi cartografici delle scoperte fatte e relative fotografie;
4) Quarto corso di speleologia;
5) Costituzione di un Pronto Intervento e relative prove di soccorso;
6) Esplorazione della nuova Grotta del "Fosso Riccio" e "del Vento" in previsione del collegamen-
to con quella del "Buco Cattivo";
7) Realizzazione di una planimetria della zona in scala 1:2000 con tutte le cavità ipogee finora
esplorate;
8) Iniziative di autofinanziamento dell' A.S.G.S.V.;
9) Spedizione speleologica fuori del territorio nazionale.
Per quanto riguarda il secondo punto, parte delle notizie verrà raccolta dai verbali del Consiglio
Direttivo e dal Registro delle entrate nella "Grotta Grande del Vento"; l'altra parte, la più importan-
te, verrà acquisita attraverso i racconti dei soci che hanno partecipato e che parteciperanno alle
esplorazioni e, specialmente, attraverso le relazioni del Prof. Bettarelli Roberto, redatte nel proprio
diario con dovizia di particolari.
Per il quarto corso di speleologia sono previste cinque lezioni: una teorica, due pratiche nelle
palestre della Gola di Frasassi e due in grotta. La prima lezione si terrà nella sede del Gruppo a
Pierosara, dove verranno trattati questi temi: introduzione alla speleologia, equipaggiamento per-
sonale e di gruppo, Geologia, Speleogenesi, Topografia e Rilevamento, Fotografia, Flora e Fauna
Cavernicola, appunti tecnici sui materiali, Alimentazione, Medicina e Pronto Soccorso. Nelle
lezioni pratiche si prenderanno in considerazione le seguenti tematiche: nodi, tecnica di armo,
ancoraggi artificiali, elementi di arrampicata, corda doppia, assicurazione, discesa e risalita su
scala, discesa e risalita su sola corda, frazionamenti, allestimento di un paranco e soccorso su sola
corda. Istruttori e collaboratori: Orfei Toni, Bettarelli Roberto, Lametti Ezio, Mariani Geniale e
Fattorini Giambattista. A questo corso si sono iscritti otto soci, i cui nomi si possono vedere nella
tabella delle attività 1983.
Nel periodo luglio-agosto 1983 viene costituito un Pronto Intervento con lo scopo di fornire un'as-
sistenza immediata ad un infortunato, in attesa del Soccorso Speleologico del C.A.I. Naturalmente
il pronto intervento sarà limitato alla sola zona del Comune di Genga. I componenti sono:
Bettarelli Roberto, Orfei Toni, Mariani Geniale, Galeazzi Alberto, Lametti Ezio e Lametti Fabrizio
ed entro breve termine verrà effettuata una prova di soccorso.
Sempre nel 1983 è stata scoperta da Toni e Fabrizio una condotta lunga circa venti metri, abba-
stanza bassa e stretta, che da dietro "Manhattan" conduce alla "Sala del Limone". Necessita una
corda da venti metri per superare il primo scivolo (12 metri).
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Altre Iniziative
Vento e fotografie Gianni, Ballarini Raoul,Gatti
Michele,Gatti Marco,Ballarini Giampiero
28/5 Palestra di Frasassi 4º Corso
speleologia
Orfei Toni, Lametti Fabrizio Gatti
Michele, Gatti Marco,
Barbarossa Fausto, Battistoni Andrea
14/6 Grotta Grande del
Vento
Esplorazione Orfei Toni, Lametti Fabrizio
18/6 Grotta Grande del
Vento
Esplorazione Orfei Toni, Lametti Fabrizio
9/7 Palestra di Frasassi 4º Corso
speleologia
Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Orfei
Gianni, Principi Enrico, Falcioni Dario,
Conti Vittorio, Battistoni Andrea,
Macchetti Iuri, Barbarossa Achille
11/7 Grotta Grande del
Vento
Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Principi
Enrico, Conti Vittorio Macchetti
Giuseppe, Macchetti Iuri, Macchetti
Herbert.
14/7 Monte Cucco Esplorazione con
GSM Ancona
Orfei Toni, Lametti Fabrizio
24/7 Grotta del
Mezzogiorno - Frasassi
Traversata Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Gatti
Michele, Orfei Gianni, Battistoni Andrea
Ago. Grotta Grande del
Vento
Documentazione
fotografica
Galeazzi Alberto, GS Agugliano
Ago. Grotta Grande del
Vento
Visita Galeazzi Alberto, Galeazzi Andrea
23/8 Grotta Grande del
Vento
Esplorazione Bettarelli Robero, Mariani Geniale,
Galeazzi Alberto, Marinelli Giampiero
25/8 Grotta Grande del
Vento
Esplorazione Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Galeazzi
Alberto
30/8 Grotta dell’Orso Bruno Rilievi topografici Orfei Toni, Lametti Fabrizio,
31/8 Grotta Grande del
Vento
4º Corso
speleologia
Lametti Fabrizio, belli Antonio, Gatti
Michele, Battistoni Andrea
2/9 Grotta dell’Orso Bruno Rilievi topografici
e fotografie
Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Gatti
Marco, Battistoni Andrea
13/9 Grotta Grande del
Vento
4º Corso
speleologia
Lametti Fabrizio, Belli Antonio, Chiocchi
Massimo
16/9 Palestra Frasassi 4º Corso
speleologia
Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Belli
Antonio, Chiocchi Massimo
19/9 Grotta Grande del
Vento
4º Corso
speleologia
Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Marinelli
Paola, Brinati Valerio, Muller Cristina
22/9 Gola di Frasassi 4º Corso
speleologia
Lametti Fabrizio, Belli Antonio, Chiocchi
Massimo
25/9 Grotta Grande del
Vento
Esplorazione Orfei Toni, GSA
29/9 Grotta Grande del
Vento
4º Corso
speleologia
Lametti Fabrizio, Conti Vittorio,
BarbarossaFausto
10/10 Grotta Grande del
Vento
4º Corso
speleologia
Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Conti
Vittorio, Battistoni Andrea
31/10 Grotta Grande del
Vento
Esplorazione Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Conti
Vittorio, Falcioni Dario
ATTIVITA' ANNO 1983
DATA LOCALITA' SCOPO USCITA PARTECIPANTI
30/3 Grotta Grande del
Vento
Rilievi topografici
e fotografie
Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Orfei
Gianni, Ballarini Raoul
25/3 Grotta Grande del
Vento
Visita Orfei Toni, Lametti Fabrizio
30/3 Grotta Grande del Rilievi topografici Orfei Toni, Lametti Fabrizio Orfei
ATTIVITA' ANNO 1984
1/1 Grotta del Vernino Visita Lametti Fabrizio, Belli Antonio,
Chiocchi Massimo, Bettarelli Danilo
6/1 Grotta del Fiume Esplorazione Orfei Toni, Lametti Fabrizio,
Barbarossa Fausto, Belli Antonio,
Chiocchi Massimo
12/1 Grotta Grande del Vento Visita Lametti Fabrizio, Conti Vittorio,
Battistoni Andrea
21/1 Grotta Grande del Vento Rilievi topografici Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Marinelli
Tersilio, Conti Vittorio, Principi Enrico,
Gatti Marco, Conti Mauro, Barbarossa
Achille, Orfei Stefano, Orfei Gianni
27/1 Palestra di Pierosara 5º Corso speleologia Lametti Fabrizio, Orfei Stefano, Orfei
Gianni, Conti Vittorio, Conti Mauro,
Mariani Marco, Barbarossa Achille,
Pacheco Alessandra, Rossi Cristina
29/1 Grotta Grande del Vento Visita Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Marinelli
Tersilio, Marinelli Paola, Marinelli
Nadia, Bruschi Giorgio, Crinei Fabrizio
1/2 Grotta Grande del Vento 5º Corso speleologia Lametti Fabrizio, Conti Vittorio,
4/2 Palestra Frasassi 5º Corso speleologia Lametti Fabrizio, Orfei Gianni, Orfei
Stefano, Pacheco Alessandra, Rossi
Cristina
11/2 Grotta Grande del Vento 5º Corso speleologia Lametti Fabrizio, Orfei Gianni, Orfei
Stefano, Pacheco Alessandra, Rossi
Cristina
11/3 Grotta Grande del Vento Esplorazione Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Orfei
Stefano, Conti Vittorio, Conti Mauro,
Battistoni Andrea
24/4 Grotta Grande del Vento
– Grotta del Fiume
Traversata Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Battistoni
Andrea, Conti Mauro, Orfei Stefano,
Belli Antonio, Chiocchi Massimo, Gatti
Marco
5/5 Grotta Grande del Vento Visita Barbarossa Fausto, Conti Mauro, Orfei
Stefano, Gatti Marco
26/5 Grotta del Fiume Esplorazione Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Belli
Antonio, Conti Mauro
30/6 Grotta Grande del Vento Esplorazione Orfei Toni, Lametti Fabrizio,
Barbarossa Fausto
8/7 Grotta Grande del
Vento– Grotta del Fiume
Traversata Orfei Toni - GSA
13/8 Grotta Grande del Vento Visita Galeazzi Alberto, Galeazzi Andrea
14/8 Grotta del Fiume Visita Orfei Stefano, Lametti Fabrizio, Belli
Antonio, Conti Mauro, Barbarossa
Achille. Marinelli Debora, Mariani
Marco, Pacheco Alessandra
23/8 Grotta del Fiume Esplorazione “El
Mexico”
Bettarelli Roberto, Orfei Toni, Principi
Enrico, Marinelli Giancarlo, Galeazzi
Alberto, Lametti Ezio, Orfei Stefano
28/8 Grotta del Fiume Esplorazione Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Battistoni
Andrea
1/9 Grotta Grande del Vento Visita Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Marinelli
Gabrio
6/9 Grotta Grande del Vento Visita Lametti Fabrizio, Orfei Stefano,
Chiocchi Massimo, Gatti Marco,
Raffaeli Diario, Fracassini Paolo
13/9 Palestra roccia di fronte
alle Grotte
Esercitazione Pronto
Intervento
Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Gatti
Marco, Orfei Stefano, Raffaeli Diario
15/9 Grotta Grande del Vento Esplorazione Orfei Toni, Lametti Fabrizio
Ott. Grotta del Fosso Riccio Ripristino linea
elettrica
Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Orfei
Stefano
Dic. Scuola Media Serra San
Quirico
Lezione con
proiezione dia
Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Orfei
Stefano
Dic. Scuola Media Angeli di
Rosora
Lezione con
proiezione dia
Orfei Toni, Belli Antonio, Chiocchi
Massimo
37
Altre Iniziative
ATTIVITA ANNO 1985
Mag. Palestra M. Revellone 6º Corso speleologia Orfei Toni, Orfei Stefano
Mag. Grotta dell’Acqua
Solfurea
Visita Orfei Toni, Orfei Stefano
2/7 Grotta del Fosso Riccio Esplorazione Orfei Toni, Lametti Fabrizio,
Barbarossa Fausto
Ago. Buco del Colonello Visita Orfei Toni, Galeazzi Alberto, Galeazzi
Andrea
3/9 Grotta del Fosso Riccio Esplorazione Orfei Toni, Falcioni Dario, Bernardi
Mauro
16/9 Grotta del Fosso Riccio Esplorazione Orfei Toni, Orfei Stefano, Barbarossa
Fausto, Bernardi Mauro
12/10 Palestra Gola della Rossa 6º Corso speleologia Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Orfei
Stefano, Battistoni Andrea
14/10 Grotta Verde Visita Orfei Toni, Battistoni Andrea
15/10 Palestra Gola Frasassi 6º Corso speleologia Lametti Fabrizio, Orfei Stefano,
Battistoni Andrea, Bettarelli Debora
19/10 Grotta Grande del Vento Visita Orfei Toni, Lametti Fabrizio, GS
Modena e Reggio Emilia
20/10 Grotta Grande del
Vento– Grotta del Fiume
Traversata Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Battistoni
Andrea + GS Modena e Reggio Emilia
Nell'anno 1987 l'A.S.G.S.V. appoggia un importante esperimento e allo stesso tempo un record.
Marinelli Tersilio, Orfei Toni, Galeazzi Alberto, Lametti Fabrizio, Gatti Marco, Principi Enrico e
Lametti Ezio fanno parte della squadra di soccorso speleologico che agevolerà l'uscita di Maurizio
Montalbini. Questi ha trascorso 210 giorni in totale isolamento spazio-temporale nella "Grotta
Grande del Vento", battendo il precedente record (205 giorni) stabilito da Michel Siffre.
Nell’estate del 1987 Toni Orfei, Andrea Battistoni, Stefano Orfei ed un amico sub di Ferrara (Sofriti)
fanno una esplorazione alla Grotta del Fiume al di là del lago Rox attraversandolo a nuoto.
Nel dicembre del 1987 di nuovo il gruppo con la squadra di appoggio collabora ad un nuovo
esperimento di isolamento in grotta denominato “La città sotterranea”. Questa volta sono in 15 e
rimangono nella Grotta del Fiume in completo isolamento per due mesi. Uno dei componenti è
Gabrio Marinelli, che documenterà tutta l’esperienza per la Rai.
ULTIME ATTIVITÁ
A partire dall'autunno del 1993, un gruppo di giovani ragazzi guidati da Galeazzi Andrea concen-
trano il loro interesse su alcune piccole cavità della zona, a loro sconosciute. Per la ricerca degli
ingressi i ragazzi si servono di vecchi testi e di cartine topografiche della zona, anche se nella mag-
gior parte dei casi quest'ultime si riveleranno inutili., poiché i sentieri, con il passare degli anni,
hanno modificato il loro aspetto o addirittura si sono cancellati.
Queste nuove attività richiamano alla memoria di Galeazzi Alberto i ricordi delle avventure pas-
sate e fanno sì che egli indossi nuovamente il suo casco ormai appeso al chiodo. Nonostante abbia
interrotto per diversi anni l'attività speleologica, a seguito di una operazione all'ernia, la sua pre-
senza si è dimostrata sempre determinante ai fini del buon esito delle spedizioni dei ragazzi.
Sebbene la maggior parte delle uscite sono state dedicate alla sola visita delle cavità non sono
mancate le esplorazioni; sfortunatamente queste non hanno portato a grandi risultati. Tuttavia è
stata scoperta una nuova grotta nella Valle Stretta, la cui estensione è solo di qualche metro nono-
stante il gran lavoro di disostruzione.
Come si può vedere nelle tabelle di questi anni, gran parete dell'attivita è stata dedicata alla foto-
grafia, in modo che rimanga qualcosa in più delle parole.
38
Altre Iniziative / Ultime Attività
ATTIVITA' ANNO 1993
6/9 Grotta dell’Infinito Ricerca ingresso Galeazzi Andrea, Cerioni Simone,
Silvestrini Andrea, Burzacca Daniele,
Franconi Filippo
7/9 Grotta dell’Infinito Ricerca ingresso Galeazzi Andrea, Cerioni Simone,
Burzacca Daniele, Franconi Filippo
9/9 Caverna dell’Inferno Ricerca ingresso Galeazzi Andrea, Cerioni Simone,
Burzacca Daniele, Franconi Filippo,
Gattucci Gabriele, Silvestrini Andrea
10/9 Il Grottone Ricerca ingresso Galeazzi Andrea, Cerioni Simone,
Burzacca Daniele, Franconi Filippo,
Gattucci Gabriele, Silvestrini Andrea,
Marinelli Stefano, Bagaglia Davide
19/9 Grotta dell’Infinito Foto Galeazzi Alberto, Galeazzi Andrea,
Cerioni Simone, Burzacca Daniele
26/9 Caverna dell’Inferno Foto Galeazzi Alberto, Galeazzi Andrea,
Cerioni Simone, Burzacca Daniele,
Franconi Filippo
9/10 Il Grottone Foto Galeazzi Alberto, Galeazzi Andrea
16/10 Grotta del Vernino Foto Galeazzi Alberto, Galeazzi Andrea
30/10 Buco del Colonnello Foto Galeazzi Alberto, Galeazzi Andrea
31/10 Gotta del Mezzogiorno Foto Galeazzi Alberto, Galeazzi Andrea
4/12 Caverna delle Terme
Caverna dei Baffoni
Visita Galeazzi Alberto, Galeazzi Andrea
18/12 Grotta Grande del
Vento
Visita Galeazzi Alberto, Galeazzi Andrea
Storia dell'Associazione Speleologica Genga San Vittore
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Storia dell'Associazione Speleologica Genga San Vittore

  • 3.
  • 4. A Roberto, fondatore e animatore del gruppo, amico sincero, leale, scherzoso, altruista, compagno di tante avventure.
  • 5.
  • 6. PREFAZIONE Da molte tempo oramai si era avvertita la necessità di riafferrare gli avvenimenti e le esperienze di sincera amicizia che si sono succeduti nell'arco di trent’anni di avventurosa e qualche volta goliar- dica attività. Prima che i ricordi sfumino nella memoria dei protagonisti, ho voluto fissare sulla carta luoghi, volti, situazioni che si sono avvicendate nel corso degli anni, accumulandosi nel tempo proprio come le meravigliose concrezioni che si possono ammirare nel ventre della montagna. Questo libro, tuttavia, nasce non solo per chiunque abbia la voglia o la curiosità di conoscere la storia più che trentennale dell’Associazione Speleologica di Genga San Vittore, ma anche per ricordarne il fondatore e animatore, Roberto Bettarelli. Roberto fin da bambino aveva uno spiccato senso dell'avventura unito ad una creatività fantasio- sa che lo portava spesso a realizzare, con i mezzi limitati di allora, oggetti e strumenti per gioca- re con i suoi coetanei. La competizione nei giochi era in particolare con i ragazzi di Gattuccio ai quali una volta, Roberto ed altri suoi compagni, sottrassero le spade di legno che si erano costrui- ti con materiali di uso comune. Un altro episodio è quello della "trocca" del porco trasformata in barca per poter navigare il fiume Esino. Purtroppo l'esperimento non durò molto, nonostante aves- se provveduto a impermeabilizzarla con del catrame. E che dire quando durante le "battaglie" imprigionò " ad un albero il futuro Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Generale Cecchi Filiberto! Roberto, una volta terminati gli studi, iniziò ad insegnare Educazione Fisica presso la Scuola Media di Genga Stazione, professore di ginnastica per molti di noi. Successivamente diventò consigliere comunale di Genga ed assessore ai lavori pubblici. Già allo- ra intuì l'importanza economica dell'acqua minerale per cui fece fare una ricerca che portò, attra- verso lo scavo di alcuni pozzi nel territorio, alla scoperta di sorgenti importanti come quella della Cuna oppure quella davanti il piazzale del Santuario della Madonna di Frasassi. Poi dal 1983 al 1988 divenne Presidente del Consorzio Frasassi ed in quel periodo fece costruire la copertura della rampa di accesso alla Grotta Grande del Vento ed i marciapiedi dalla stessa alla stazione ferroviaria. Subito dopo la scoperta della Grotta Grande del Vento nel 1972 Roberto aveva costituito, insieme ad alcuni amici, l'Associazione Speleologica Genga San Vittore. È bello, ancora oggi, ripercorrere con la memoria le tante esplorazioni compiute, le emozioni pro- vate insieme ed anche i momenti difficili superati grazie alla profonda amicizia, al rispetto, alla fiducia reciproca, che qualche volta ci portava a rischiare senza mai superare la consapevolezza dei nostri limiti fisici. Difficile poter descrivere la gioia quando riuscivamo a trovare nuove grotte o nuove sale, calpe- stare il terreno dove non era mai stato nessun uomo. Vedere per primi ambienti fino ad allora sco- nosciuti ci riempiva l'animo di sensazioni piacevoli, che permettevano di cogliere il mistero e la bellezza della natura e ci facevano dimenticare tutti gli sforzi ed i sacrifici fisici compiuti. Ci sentivamo appagati e pronti ogni volta a ricominciare nuove esplorazioni. 5
  • 7. GRAZIE ROBERTO, per essere stato modello fondamentale della mia vita e di quella di molti giovani gengarini degli anni ottanta. GRAZIE ROBERTO, per avermi insegnato gran parte di ciò che so sull’integrità, la gioia e il godere delle semplici cose della vita. Toni Orfei 6
  • 8. IL COMUNE DI GENGA Il comune di Genga, la cui estensione è di circa 72 km2, è un caratteristico comune dell'entroter- ra marchigiano, a pochi chilometri dal confine con l'Umbria. E’ attraversato dalla S.S. n. 76 e dalla linea ferroviaria Ancona – Roma. Per la maggior parte caratterizzato da paesaggi aspri e selvaggi, soltanto una minima parte della sua superficie è formata da terreni pianeggianti o lievemente in pendenza. Tuttavia le increspatu- re del territorio non raggiungono grandi altezze. Una tra le più alte montagne è il Monte Predicatore con i suoi 786 metri, che deve il suo ha nome al fatto che con il ricavato della vendi- ta delle sue macchie veniva pagato un celebre oratore quaresimalista per officiare nella chiesa di San Clemente nel Castello di Genga. Genga, con il suo paesaggio sassoso ed accidentato, non ha reso agevole la vita ai suoi abitanti che non hanno mai vissuto nell'agiatezza. Infatti la pastorizia e la coltivazione dei campi incontravano non poche difficoltà dovute alla asprezza del terreno. C'è chi ancora ricorda come un tempo i nostri avi tra i più intraprendenti si recavano a far legna tra uno strapiombo e l'altro della Gola di Frasassi, o di come attraversavano gli "Scaloni", carichi di cestoni e sacchi di letame, per arricchire il proprio orto o la propria vigna di quelle sostanze organiche tanto preziose per le coltivazioni. Subito dopo la prima guerra mondiale all'anagrafe del comune di Genga risultano inscritti quasi cinquemila abitanti, quindi si nota come le difficoltà legate al territorio non fossero in passato un motivo sufficiente per abbandonare la propria terra. Solo dopo la seconda guerra mondiale, con la mancanza di lavoro, il comune di Genga cominciò lentamente a spopolarsi. Molte persone emi- grarono in paesi come Francia, Belgio perfino l'Australia, che potevano offrire opportunità lavora- tive che in Italia non c'erano. Così lentamente le aspre colline, precedentemente coltivate fino ai pendii più scomodi, furono abbandonate; molti campi e macchie, poi rimboschiti, hanno perdu- to il verde delle viti e di altri alberi da frutto, prendendo il verde dei pini e degli abeti. Tra gli scorci più suggestivi di questa zona una menzione speciale deve essere fatta alla Gola di Frasassi, ricca di specie di piante come carpino, leccio, olmo e scotano, così variamente disposte che è improbabile trovarne altrove una simile combinazione. La Gola di Frasassi si estende per una lunghezza di oltre due chilometri e per una altezza massi- ma di circa settecento metri, pressochè a strapiombo sul fiume Sentino, dividendo i monti Vallemontagnana e Frasassi. Proprio in mezzo alla Gola è situata l'entrata della Grotta Grande del Vento, oltre all'ingresso di molte decine di altre cavità come la Grotta del Mezzogiorno, la Grotta della Beata Vergine, la Caverna dei Baffoni, la Grotta Bella, la Grotta della Fatticchiana, la Grotta Solfurea, il Buco del Colonnello. Alcune grotte sono state scoperte dal nostro gruppo speleologico come la Grotta dell'Orso Bruno, la Grotta del Fosso Riccio e la Grotta de Neno de Trosciò. 7 Il Comune di Genga P opolazione del C omune di G eng a dal 1861 al 2007 3952 4191 4043 4563 4844 4883 4865 4670 4592 3180 2498 2166 1984 1981 1979 1967 1998 2031 2012 1996 0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
  • 9. COSTITUZIONE DEL GRUPPO In questo ambiente dotato di ricchezze ambientali ma di miseria economica, specialmente dopo la seconda guerra mondiale, hanno cominciato a conflui- re, grazie alla facilità di movimento data dalla diffusione della macchina, i vari gruppi del C.A.I. delle Marche ed anche del Nord Italia, attratti dalla pos- sibilità di esplorare le moltissime grotte esistenti nella zona, alcune delle quali conosciute da sempre, come attestano i numerosi reperti trovati in esse. Fu così che negli anni 1948-1950 furono trovati il congiungimento della "Grotta di Mezzogiorno" con quella della "Beata Vergine di Frasassi" e il "Pozzo dei Cristalli" nella "Grotta del Fiume", che doveva poi portare alla scoperta della "Grotta Grande del Vento", fatta per altra via dal gruppo spe- leologico di Ancona. Da allora sono accorsi nella zona gruppi sempre più numerosi e più frequenti di speleologi di ogni parte d'Italia. Poiché da parte degli abitanti del luogo spesso non si riusciva a rispondere con cognizione di causa, se interrogati, su ciò che ci fosse da vedere, alcuni hanno allora pensato di organizzarsi in modo da poter dare un aiuto e non solo a parole, ma anche partecipando o guidando gli ospiti. Del resto molti erano vissuti nei pressi delle grotte e da bambini le frequentavano di sovente, spe- cialmente quando mandavano il gregge nel bosco o nei campi trascorrevano ore giocherellando "a nascondiglio" e al riparo dal caldo o dal freddo, secondo le stagioni. Così il 4 marzo 1972 otto persone si riunirono nei locali della Parrocchia di Camponocecchio, per discutere e decidere sulla possibilità di istituire un gruppo locale facente parte della Federazione Speleologica Marchigiana. L'iniziativa venne presa, preparata e guidata da Bettarelli Roberto, il quale presiedette l'adunanza, dopo che in precedenza ne aveva fatto conoscere l'ordine del gior- no, e dalla quale uscirà eletto Presidente. Nella stessa fu stabilito lo Statuto sociale, ricavato dagli statuti di altre associazioni similari, apportando alcune variazioni ed aggiunte. Principalmente fu modellato su quello del gruppo Speleologico di Verona, tenendo conto dell'ambiente locale e dei suggerimenti del Dott. Sergio Macciò e del Dott. Desiderio Dottori, i quali fornirono anche consi- gli pratici in merito al materiale da acquistare. S T A T U T O S O C I A L E D E L L ' A . S . G . S . V Articolo 1 In data 4 marzo 1972 si è costituita a Genga l'Associazione Speleologica Genga San Vittore Articolo 2: L'organo responsabile dell'A.S.G.S.V. è costituito da un Consiglio Direttivo composto da: 1 Presidente; 1 Segretario; 1 Consigliere ogni cinque soci iscritti; esso dura in carica un anno con possibilità di rielezione e può essere composto solo da Soci Effettivi (v. art. 10). 8 Costituzione del Gruppo
  • 10. Articolo 3 L'Associazione Speleologica G.S.V. è una Associazione apolitica che si propone di compiere esplorazioni, ricognizioni, studi di interesse essenzialmente speleologico, divulgando, a scopo scientifico e culturale, attraverso pubblicazioni, mostre, proiezioni e confe- renze, quanto raccolto nel corso della propria attività. Ogni altra forma di attività affine alla speleologia non può trovare espletamento se in contrasto con le vigenti disposizioni. Articolo 4 Nel quadro dell'attività l'A.S.G.S.V. mira ad una ampia collaborazione con Enti, Gruppi o perso- ne specializzati, semprechè tale collaborazione non sia lesiva agli interessi o alla sostanza dell'Associazione. L'A.S.G.S.V. ha la facoltà di cedere e trasmettere con o senza compenso ad enti o privati i risulta- ti emersi nel corso delle operazioni o fornire delucidazioni o documentazioni, quando possono procurare un beneficio di qualsiasi genere, anche morale. Articolo 5 L'A.S.G.S.V. non mira a scopi di lucro; contributi, mezzi ed appoggi da parte di Enti o Privati devo- no solo consentire ai Soci di svolgere l'attività sopra citata. Articolo 6 Le relazioni, i dati tecnici o scentifici, i rilievi e le documentazioni di vario genere raccolti nel qua- dro delle attività restano di proprietà dell'Associazione, così come le attrezzature, i materiali acquistati o ricevuti in dono. Articolo 7 All'A.S.G.S.V. possono aderire in qualità di Soci tutti i cittadini italiani o stranieri, senza limiti di età e distinzione di sesso, purchè di buona condotta morale e civile. Per i Soci inferiori ai 18 anni, per l'espletamento di qualsiasi forma di attività è richiesta l'autorizzazione per iscritto del genito- re o di colui che ne esercita la patria potestà. Articolo 8 Chiunque desideri associarsi all'A.S.G.S.V. deve essere presentato da almeno un Socio. L'assunzione avverrà in conformità a quanto stabilito dall'articolo 7 del presente Statuto e sarà inoltre subordinata alla approvazione da parte del Consiglio Direttivo. Articolo 9 In considerazione dei rischi e pericoli inerenti allo svolgimento dell'attività speleologica, ogni Socio esonera l'A.S.G.S.V. da ogni responsabilità per infortuni che avessero a verificarsi durante spedizioni, gite o manifestazioni sociali o comunque organizzate dall'A.S.G.S.V. Articolo 10 I Soci dell'A.S.G.S.V. si distinguono in: a) Soci Effettivi; b) Soci Ordinari; c) Soci Simpatizzanti. Il Socio Effettivo ha un'anzianità di gruppo minima di due anni e mezzo. Il Socio Ordinario ha un'anzianità di gruppo minima di sei mesi. Il Socio Simpatizzante avrà la possibilità di passare Socio Ordinario dopo sei mesi dalla iscrizione. 9 Costituzione del Gruppo
  • 11. Articolo 11 L'anno finanziario dell'A.S.G.S.V. ha inizio il 1° Gennaio e termina il 31 dicembre di ogni anno. Articolo 12 Il Consiglio Direttivo ha il compito di: • Promuovere ogni attività dell'Associazione; • Presentare il bilancio di gestione all'Assemblea generale dei Soci; • Convocare l'Assemblea generale dei Soci in sessione straordinaria; • Prendere provvedimenti nei confronti dei Soci; • Vagliata l'attività di ogni Socio, accettare o proporre lo stesso alla categoria superiore, rispettando i termini stabiliti dall'art.10 del presente Statuto. Articolo 13 Le decisioni del Consiglio Direttivo sono valide qualora alla riunione abbiano preso parte i due terzi dei componenti lo stesso. Articolo 14 L'Assemblea Generale dei Soci è costituita da tutti gli iscritti all'Associazione: essa si riunisce in sessione ordinaria almeno una volta all'anno, entro e non oltre trenta giorni dalla data di chiusu- ra dell'anno sociale; in sessione straordinaria ogni qualvolta il Consiglio Direttivo lo ritenga opportuno o in caso dello scioglimento dello stesso. L'Assemblea Generale in sessione straordinaria può essere convocata anche dietro circostanziata richiesta scritta di almeno cinque Soci. Articolo 15 La convocazione dell'Assemblea Generale dei Soci è valida quando siano presente in prima con- vocazione almeno i due terzi degli iscritti ed in seconda convocazione con qualsiasi numero di Soci. La convocazione dell'Assemblea Generale dei Soci deve essere fatta con avvisi scritto almeno otto giorni prima della data fissata. Articolo 16 Per ogni riunione del Consiglio Direttivo e dell'Assemblea Generale dei Soci deve essere redatto il verbale di seduta. In caso di parità delle votazioni è determinante il voto del Presidente. Articolo 17 Le conseguenze di qualsiasi iniziativa presa senza l'approvazione del Consiglio Direttivo resteran- no a completo carico di colui o coloro i quali se ne fanno promotori. Articolo 18 Il Presidente dell'A.S.G.S.V. rappresenta legalmente l'Associazione; ha la firma legale degli atti e cura altresì l'osservanza di tutte le norme dello Statuto. Articolo 19 Il Segretario dell'A.S.G.S.V. ha il compito dell'inventario generale e periodico, di redigere i verba- li delle sedute del Consiglio Direttivo e dell'Assemblea Generale dei Soci, di raccogliere e custo- dire i risultati e le relazioni delle spedizioni e tutto quanto riguarda l'attività svolta. Articolo 20 Il Cassiere viene eletto dall'Assemblea Generale dei Soci ed ha in consegna la cassa dell'Associazione; provvede ai pagamenti e alle riscossioni, registra i movimenti di entrata ed usci- ta e redige il bilancio di gestione. 10 Costituzione del Gruppo
  • 12. Articolo 21 La qualifica di Socio cessa per: • Dimissioni: esse per essere valide devono essere presentate al Consiglio Direttivo per iscritto. • Delibera del Consiglio Direttivo, salvo convocazione al Consiglio Direttivo del C.A.I. Articolo 22 Ogni candidato Socio deve prendere visione del presente Statuto ed una volta accettatane e firma- tane l'adesione deve impegnarsi a rispettarlo scrupolosamente. Articolo 23 Qualora l'A.S.G.S.V. si dovesse sciogliere in seno al C.A.I. il materiale passerà al C.A.I.; in caso di scioglimento in altra sede il materiale sarà devoluto a fondo benefico. Articolo 24 Il presente Statuto o parte di esso può essere variato soltanto con delibera di due terzi dei Soci aventi diritto al voto. FIRME: Il Presidente Bettarelli Roberto Il Segretario. Marinelli Alighiero I Soci. Marinelli Gabrio, Marinelli Eriberto, Rossi Romano, Patassi Don Antonio. In via eccezionale e per esigenze costitutive del gruppo nella seconda assemblea si fecero alcune deroghe agli articoli dello Statuto per agire con più snellezza; per esempio il termine di mesi tren- ta per i Soci Effettivi (art.10) come soggetti passivi per l'elezione. In data 30 giugno 1972 il Consiglio Direttivo decise di chiedere l'iscrizione della propria Associazione Speleologica Genga San Vittore (AN) alla Società Speleologica Marchigiana, la quale a mezzo del Consiglio Direttivo della Federazione stessa, riunitosi il 28 luglio 1972, approvò tale richiesta così motivandola: ".....DIMOSTRANDO PREPARAZIONE TECNICA, CAPACITA' E DISCIPLINA IDONEI A SVOLGE- RE L'ATTIVITA' SPELEOLOGICA..." "...AGGIUNGO IL MIO PARERE FAVOREVOLE.... RITENENDO PERSONALMENTE DETTI GRUP- PI SPELEOLOGICI BENE ORGANIZZATI, VALIDAMENTE ATTIVI E BENE EDUCATI SPELEOLOGI- CAMENTE. Firmato: SEGRETARIO GENERALE GIUSEPPETTI PIETRO". Come sede provvisoria per le adunanze i Soci continuarono a riunirsi presso la Casa Parrocchiale di Camponocecchio, ma già nelle adunanze successive si discusse per avere una sede propria. 11 Costituzione del Gruppo
  • 13. PRIME ESPERIENZE E PRIME ESPLORAZIONI Il primo impegno del Gruppo fu quello di entra- re nella "Grotta Grande del Vento" passando dalla "Grotta del Fiume"; esiste- va infatti un passaggio a noi sconosciuto in quanto era stato scoperto da poco. Si partì con mezzi rudi- mentali (oggi si direbbe: "con che coraggio!" o "con che presunzione!") ma, com'era da aspettarsi, l'uscita non approdò a risultati di rilievo. I partecipanti: Bettarelli Roberto, Marinelli Alighiero e Marinelli Gabrio, ricordan- do quei momenti non potevano fare a meno di sorridere, poichè adoperarono una corda che rimarrà come trofeo delle prime battaglie; fu chiamata "la corda del porco", con evidente allusio- ne al suo precedente uso durante la mattazione dei maiali. 15 Gennaio 1973 Presso l'abitazione del socio Baldoni Roberto si riunisce l'Assemblea Generale dei soci dell'A.S.G.S.V. e tra le altre cose trattate, secondo l'ordine del giorno, per il programma operativo per il corrente anno, si è stabilito di visitare una grotta al mese di quelle conosciute dando priori- tà alla grotta in cima al "Fosso Riccio"; cavità scoperta dal nostro gruppo speleologico nel 1972 e tuttora in fase esplorativa. Viene inoltre rinnovato l'invito, rivolto a tutti i membri del gruppo, ad una più assidua partecipazione ai lavori. In realtà questo viene favorevolmente accolto anche per la concomitanza di una circostanza del tutto particolare: il divieto assoluto di movimento con la macchina nei giorni festivi, per il conte- nimanto del consumo di benzina, emanato dalle Autorità Civili. Le uscite perciò diventano più fre- quenti e i partecipanti più numerosi. Si sente la necessità di trovare una sede propria per mettere il materiale che ormai sta crescendo e non può più essere custodito presso i singoli soci sia per motivi di spazio sia per il pericolo: si pensi solo al carburo che potrebbe restare aperto o all'umidità e provocare danni. Viene quindi presa la decisione di spendere il necessario per sistemare una piccola casa vicina al passaggio a livello di Genga Stazione da adibire a sede e a magazzino del gruppo. Questa necessiterà delle seguenti opere murarie: chiusura di una breccia nel lato Nord della stessa, ricavando in quel punto e nel medesimo tempo un caminetto, intonacatura grezza delle pareti interne e costruzione di un pavimento in cemento, sbarramento sul lato Ovest della roccia oltre il filo della parete soprastan- te; dotare inoltre detta casetta di una porta e di una finestra in metallo completa di vetri e di qual- 12 Prime Esperienze e Prime Esplorazioni
  • 14. che altra cosa che si renderà in seguito necessaria. Tali lavori dovranno essere portati a termine dagli stessi componenti del gruppo, cercando di ridurre le spese. Credo bene interrompere la cronaca delle prime esperienze con l'episodio della "polvere nera", un episodio, divertente nel ricordarlo, ma non troppo quando è accaduto, anche per le conseguen- ze che avrebbero potuto seguire. Il nostro Presidente, quasi sempre presente nelle uscite o nelle altre attività, anzi elemento trainan- te, aveva modo di procurarsi ciò che poteva servire per le esplorazioni e per i lavori di ampliamen- to dei fori, come caschi, acetilene, cunei, ecc... non escluso il materiale dirompente ed esplosivo, come miccia e polvere. E fu proprio nell'apertura della grotta del "Fosso Riccio" che è avvenuto un episodio che chiamare di grave imprudenza sarebbe ingiusto. Si doveva spezzare una roccia per aprire un varco verso l'interno. E' stata giudicata cosa opportuna adoperare la "polvere nera", perchè più adatta all'uopo di quella "bianca"; c'era a disposizione della miccia, sia quella a lenta combustione che quella a rapida combustione; si doveva anche provare se l'umidità provocata dal sudore durante il trasporto o dall'averla posta sullo scoglio umido, l'avesse danneggiata. La polve- re era stata preparata in un cartoccio e poi nascosta dietro un cespuglio dominato da un grande albero. Si iniziò la prova della miccia, quella a lenta combustione, tenendola per mano, tanto alla fine si sarebbe lasciata. Intanto sotto un altro cespuglio, dopo la fatica della salita, il solito Bettarelli Patrizio se ne stava bea- tamente dormendo, in attesa che gli altri iniziassero i lavori all'interno della grotta. A questo punto è avvenuta una deflagrazione, quasi un terremoto, intesa fino a San Vittore e Pierosara. Patrizio si è alzato terrorizzato, ad occhi spalancati e ammutolito, non sapendosi spiegare l'accaduto, come gli altri che rimasero sorpresi e sbiancati in volto. Era accaduta una cosa assolutamente imprevedi- bile: l'ultimo centimetro della miccia, appena la fiamma aveva superato la resistenza delle due dita che tenevano la miccia, era partito come un razzo andando a finire proprio su quel cartoccio di polvere nera che era stata messa al riparo, sotto al cespuglio, incendiandola e facendo un falò, con il cespuglio e l'albero insieme, per qualche decina di metri. Trovarsi all'improvviso davanti questo spettacolo senza possibilità di movimento per la ripidità degli scogli, per la ristrettezza del luogo e per la rapidità dell'evento certo non era piacevole. In seguito, ad esito felice, ci si può anche ridere! Un episodio simile, ma di più piccole dimensioni, ci capitò anche con il gas del carburo. Nella "Grotta Grande del Vento", durante una sosta per la merenda alla "Sala Finlandia", toccò a Galeazzi Alberto far lezione. Ci levammo parte dell'equipaggiamento per sederci e per mangiare, alcuni si tolsero l'acetilena poggiandola in terra e Galeazzi posò il casco acceso sopra l'acetilena per non farlo bagnare sugli scogli umidi. Evidentemente l'acetilene aveva qualche minima perdita e a poco a poco il casco si riempì fino al travasamento del gas, che provocò l'incendio di tutto il gas contenuto nel casco con conseguente scoppio e paura di tutti i presenti. Infatti al primo colpo non ci si rese conto di quello che era capitato, poi, quando si comprese la causa dell'accaduto, si tornò alla normalità e magari ci si ritorna spesso per prendere in giro... il colpevole! 1 Novembre 1973 Marinelli Gabrio, Gattucci Vincenzo e due Modenesi trasportano delle batterie, fari e vari appa- 13 Prime Esperienze e Prime Esplorazioni
  • 15. recchi fotografici fino alla zona denominata "Condotta dei Fabrianesi", nella "Grotta Grande del Vento", scattando varie fotografie durante il percorso. Bettarelli Roberto, Marinelli Claudio e un modenese proseguono il trasporto delle batterie fino alla "Zona Bella", dove si fanno delle fotogra- fie. Si ritorna trasportando le batterie nei pressi delle "Due Sorelle", dove vengono occultate in atte- sa che un altro gruppo torni a riprenderle. 2 Novembre 1973 Vengono recuperate le batterie e si esplora l'area dietro la "Zona Bella" facendo fotografie. Vi par- tecipano Gattucci Ettore, Gattucci Vincenzo, Zenobi Francesco, Rossi Romano e Marinelli Claudio. 9 Dicembre 1973 Bettarelli Roberto, Marinelli Gabrio, Marinelli Alberto e Gattucci Vincenzo esplorano la parte vec- chia della "Grotta del Fiume", sotto "il Pozzo dei Cristalli" e la zona dell'ingresso che ivi conduce. 19-24 Agosto 1974 Riparazione della sede del Gruppo vicina al passaggio a livello di Genga Stazione, nell'occasione denominata "Dei Re Magi". 28 Settembre 1974 Presenti Bettarelli Roberto, Marinelli Claudio, Marinelli Albano, Marinelli Tersilio e Morettini Michele. Visita alla "Grotta Grande Del Vento" oltre "Il Pozzo Falconara" alla ricerca del collegamento con il "Buco Cattivo". 12 Ottobre 1974 Presenti Bettarelli Roberto, Ferro Primo, Galeazzi Alberto e Marinelli Giancarlo. Visita alla "Grotta Grande Del Vento" oltre il "Pozzo Falconara" e scoperta della "Sala della Neve". Esplorato un ramo nella parete Sud-Ovest della "Sala dell'Elefante", fino ad una serie di sale molto concrezionate; queste terminano però in ambienti troppo stretti per essere percorsi. Questo tratto di grotta, lungo circa 250 metri, è impostato principalmente nella direzione Nord-Est Sud-Ovest e verrà chiamato poi "Budellone Basso". 19 Ottobre 1974 Presenti Bettarelli Roberto, Baldoni Roberto e Raffaeli Carlo Alberto. Visita alla "Grotta Grande Del Vento" oltre il "Pozzo Falconara" e scoperta di un piccolo laghetto cristallizzato dal quale sono stati asportati due campioni per la mostra nella sede dell'A.S.G.S.V. 28 Ottobre 1974 Presenti Bettarelli Roberto, Marinelli Albano, Baldoni Roberto, Galeazzi Alberto, Spuri Dario, Marinelli Tersilio e Coppari Luciano. Esplorazione nella "Grotta Grande del Vento" oltre il "Pozzo Falconara". Scoperta di due nuovi ambienti: il primo si trova sulla sinistra della condotta che porta alla "Sala Della Neve", denomi- nato "Sala dei Mappi", dove c'è un bel lago chiamato "Matteo"; il secondo sulla destra della con- 14 Prime Esperienze e Prime Esplorazioni
  • 16. dotta che va alla "Sala della Neve" si raggiunge attraverso uno scivolo inclinato di 60° rispetto all'orizzonte, della lunghezza di 50-60 metri, chiamato "Sala Genga". A tale sala è stato possibile accedervi grazie ad una disostruzione di circa tre ore operata da Marinelli Tersilio. In tale sala è rimasto da esplorare un pozzo molto profondo al quale è stato dato il nome di "Pozzo Genga"; sono rimaste da esplorare anche altre condotte nei pressi del "Lago Matteo". 4 Novembre 1974 Presenti Bettarelli Roberto, Baldoni Roberto, Marinelli Claudio, Marinelli Tersilio, Marinelli Albano, Spuri Dario, Orfei Mario, Carlucci Giuseppe e Borgini Vincenzo del G.S.F. (Gruppo Speleologico Fabrianese). Esplorazione oltre il "Pozzo Falconara", verso il "Pozzo Genga". Durante l'esplorazione un compo- nente della spedizione ha accusato dei malori e pertanto si è deciso di rimandarla alla domenica 17 Novembre 1974. Il pozzo, profondo circa 40 metri, è stato perciò lasciato armato. 9-10 Novembre 1974 Prova di soccorso speleologico nella "Grotta del Fiume" con l'ipotesi di due feriti: il primo sopra la "Sala Nera" e il secondo nel ramo "Dell'Acqua Solfurea". Tale esperienza ha suggerito queste osservazioni: 1°) Le funi non sono adatte per impiantare teleferiche; 2°) Bisognerebbe portare delle coperte per avvolgere il ferito; 3°) I componenti del soccorso devono operare in tempi più brevi e dovrebbero essere persone molto esperte della grotta e non essere costretti a fare "sicura" e perdere tempo per inoltrare per- sone non esperte (ad eccezione del medico). 4°) I cavetti d'acciaio che ancorano la barella alle carrucole dovrebbero essere più brevi, per dare modo alla barella di passare senza toccare terra anche nei posti dove c'è poca altezza. 17 Novembre 1974 Presenti Bettarelli Roberto, Galeazzi Alberto, Marinelli Tersilio, Morettini Michele, Coppari Luciano e Marinelli Giancarlo. Esplorazione oltre il pozzo della "Sala Genga", armato il 4/11/1974. Scendono Bettarelli Roberto, Galeazzi Alberto e Marinelli Tersilio, ma que- st'ultimo rimane nella saletta sotto- stante il pozzo. Bettarelli e Galeazzi forzano una stret- toia denominata "Buca da Lettere" ma di fronte ad un pozzo d'acqua solfurea sembra non ci sia nulla da fare. I due notano però una con- dotta, sulla sinistra, che conduce ad un piccolo pozzetto dove Bettarelli si cala utilizzando gli ulti- mi 20 metri di corda; la grotta sembra proseguire ma ormai le forze e la riserva di carburo si stan- no esaurendo, quindi decidono di rientrare. 15 Prime Esperienze e Prime Esplorazioni
  • 17. Nel frattempo Marinelli rimane senza luce e non può far altro che aspettare il ritorno degli altri. I tre raggiungono nuovamente la "Sala Genga" dopo sette ore di esplorazione, dove trovano gli altri compagni ad attenderli. 9 Dicembre 1974 Esplorazione oltre il "Pozzo Falconara" e recupero del materiale impiegato per armare il "Pozzo Genga". Si è pure cominciato ad aprire un passaggio vicino alla "Sala dei Mappi" ostruito da una colonna. 16 Prime Esperienze e Prime Esplorazioni
  • 18. ESPLORAZIONI IMPEGNATIVE 15 Dicembre 1974 Una squadra di sei persone (Marinelli Terzo, Marinelli Albano, Marinelli Gino, Galeazzi Alberto ed altri due amici ) si è diretta nella zona oltre il "Pozzo Falconara" per aprire la colonna che ostrui- sce il passaggio ad un pozzo, vicino alla "Sala dei Mappi". Un'altra squadra (Bettarelli Roberto, Marinelli Giancarlo e Morettini Damiano) verso i "Laghi di Lucia" per cercare una galleria che si avvicini il più possibile alla parete esterna della Gola di Frasassi, ma il livello dell'acqua dei laghi è molto più alto del normale e non permette di oltrepassarli con il canotto, in quanto la condotta è allagata. Perciò detta squadra ricompone il canotto e ritorna indietro per ricongiungersi all'altra squadra oltre il "Pozzo Falconara". Nella "Sala Bianca" lascia il canotto e raggiunge gli altri. Questi nel frattempo hanno aperto un piccolo varco e tutti insieme entrano nel pozzo, che si dimostra essere uno scivolo di circa dieci metri. In fondo a questo aprono ancora un varco nel pavimento e scendono in una sala sottostante, la quale non permette più di proseguire oltre, essendo ostruita dal fango. Nel frattempo, prima che finiscano i lavori, una squadra di cinque persone inizia anticipatamente la via del ritorno; e pur sapendo che i rimanenti erano gravati del resto del materiale, non si preoccupano minimamente di alleviare la fatica, portando il canotto che hanno trovato sulla loro strada. Marinelli Gino fa scoppiare l'acetilene e rimane senza luce: riceve in prestito una pila elettrica da Marinelli Giancarlo. In questa circostanza viene annotata, sottolineata e barrata, sul diario di bordo del Presidente del Gruppo Bettarelli Roberto, la seguente postilla: "Fatti del genere non debbono più accadere!". 17 Esplorazioni Impegnative
  • 19. 21 Dicembre 1974 Per la mattina di questo sabato si è d'accordo (Bettarelli Roberto, Bettarelli Patrizio, Mariani Geniale e Marinelli Claudio) di andare in esplorazione nei pressi della "Sala Gentile da Fabriano", nella "Grotta Grande del Vento", per tentare di trovare una galleria che si avvicini quanto più pos- sibile all'esterno della grotta, ma all'ora della partenza non c'è nessuno. Allora Bettarelli Roberto, constatato che davanti alla grotta c'è una squadra mista di speleologi di Jesi e di speleosub di Ancona che sta per entrare, ed avuto l'invito di Andrea Bocchini ad andare con loro, entra in grot- ta da solo. Mentre gli altri stanno compiendo un rilevamento della zona dell'obilisco alla "Sala Gentile da Fabriano", Bettarelli attraversa la condotta che congiunge superiormente le due zone, ed avendo notato un tunnel inesplorato che soffia aria, invita uno speleologo di Jesi ad andare in esplorazione insieme a lui. Trovano ambienti inesplorati arrestandosi alla base di un camino, che risale per circa cinquanta metri, perchè sprovvisti di attrezzature. Alla base del camino incidono sulla roccia le sigle dei rispettivi gruppi. Durante la via del ritorno Bettarelli Roberto risale un altro camino piuttosto agevole, ma non può completare l'esplorazione perchè ormai si è fatto tardi. 12 Gennaio 1975 Nella mattinata parte un gruppo, composto da Marinelli Claudio, Bettarelli Patrizio e Morettini Damiano per recarsi alla "Grotta del Paradiso", per scendere da questa alla grotta scoperta dall'A.S.G.S.V. (entrambe site nel "Fosso Riccio"), ed inizia l'esplorazione, alla ricerca di un pozzo che potrebbe collegare le due grotte. Dopo una breve ricerca individuano uno stretto "budello" verticale e "a vite", dal quale sale una discreta corrente d'aria e perciò decidono di calarsi. Inizia la discesa Bettarelli Patrizio, sebbene incontri grosse difficoltà in quanto tale budello è molto stret- to; in seguito rimane senza illuminazione, i "minerva" che aveva con sè si sono inumiditi. Allora improvvisando una funivia fra lui, sotto, e Marinelli Claudio, sopra, in cima al pozzo, riescono a passarsi un'altra scatola di fiammiferi. Dopo di ciò continua la discesa e sia pur incontrando altre difficoltà , alle 11:55 riesce a collegarsi con l'altra squadra composta da Marinelli Tersilio, Spuri Dario e Galeazzi Alberto. Quindi ambedue le squadre iniziano la via del ritorno al campo base, dove sono attesi da Rossi Romano, il quale è rimasto all'esterno per fare da collegamento alle due squadre e tenere acceso il fuoco, sul quale si cuoceranno, al termine dell'operazione, le salsicce. La prima squadra è uscita alle ore 12:30 e con questa Bettarelli Patrizio, che è poi risalito per aiu- tare Morettini Damiano rimasto in cima al pozzo, perchè doveva far sicura a Marinelli Claudio che, a sua volta, era sceso con Bettarelli Patrizio fermandosi sulla pianella dell'ultimo pozzo. Nel frattempo arriva Bettarelli Roberto, il quale in mattinata aveva avuto degli impegni e non era potu- to salire insieme agli altri. Ha notizia al campo base della riuscita della spedizione e viene avver- tito che forse la seconda squadra avra delle difficoltà al ritorno; pertanto decide di salire alla "Grotta Del Paradiso" per un aiuto, qualora ce ne fosse bisogno. Dopo essersi inoltrato per qual- che decina di metri nella grotta incontra la squadra di ritorno e quindi insieme scendono al campo base per pranzare. A fine colazione si forma un'altra squadra per tornare di nuovo alla "Grotta Del Paradiso" per una esplorazione più completa, composta da Bettarelli Roberto, Galeazzi Alberto, Spuri Mario e Marinelli Tersilio. Il gruppo nota alcune cose interessanti e si ripromette di ritornarci. Sulle pareti dell'ingresso della grotta si notano tracce di fumo, come se ci fosse stato un antico focolare. Alle ore 16,30 il gruppo decide di ritornare indietro e raccolti e ricomposti tutti gli attrezzi comincia- 18 Esplorazioni Impegnative
  • 20. no a ridiscendere la montagna. Durante questa discesa si è verificato un incidente: dalle rocce sopra Galeazzi Alberto e Bettarelli Roberto si è staccato un sasso che, passando in mezzo ai due, è arrivato fino alla sottostante stra- da, colpendo ad una mano una donna che si trovava a passare di lì. Nonostante ci fossero diversi componenti del gruppo che regolavano il traffico sulla strada, ed anche se la signora era stata avvertita che stava per cadere un sasso e quindi di allontanarsi alla svelta, non è stato possibile evi- tare l'incidente. 1 Febbraio 1975 Visita fotografica nella grotta del "Fosso Riccio" a cui partecipano Galeazzi Alberto e Coppari Luciano. Si arriva all'ingresso alle ore 9:45 e, dopo aver scattato circa 40 fotografie, si decide di uscire; sono le ore 14:45. Dopo aver pranzato si visita sommariamente la sovrastante "Grotta del Paradiso" trat- tenendosi un'oretta; alle ore 18 si riconsegnano le chiavi della grotta del "Fosso Riccio". 23 Febbraio 1975 Esplorazione della "Grotta dei Baffoni" e della montagna lato "Grotta di Mezzogiorno". Presenti Bettarelli Roberto, Spuri Dario, Marinelli Claudio, Orfei Mario e Bettarelli Patrizio. Sono state prese in esame due caverne ostruite da grossi massi, le quali si trovano in prossimità della Grotta dei Baffoni, sul lato est della montagna. Si pensa di poterle disostruire, ma dato lo scarso numero di componenti del gruppo si rimanda la cosa alla prossima domenica. Poi si è pas- sati ad esplorare il costone della montagna ed in una piccola grotta sono stati rinvenuti importan- ti reperti paleontologici, che sono stati raccolti e portati alla sede dell'A.S.G.S.V. 2 Marzo 1975 Presenti Bettarelli Roberto, Bettarelli Patrizio, Marinelli Tersilio, Morettini Damiano, Marinelli Giancarlo, Ferro Primo, Marinelli Claudio e Marinelli Albano. Si continua l'esplorazione della domenica precedente: si cerca di liberare l'accesso alle due caver- ne, scavando dall'alto la frana per potersi aprire un pertugio sul cono della stessa, poi si passa a fare un po’ di esercitazioni consistenti nella scalata di un costone e ridiscesa dello stesso in corda doppia. Si è dimostrata anche la tecnica per fare alcuni importanti nodi. 9 Marzo 1975: Corso di roccia presso la palestra di Vallacera: ci si è esercitati a fare una breve risalita con tecni- che che si usano in cordata, cioè con chiodi intervallati e moschettone e discese con corde dop- pie. La sicura è stata fatta con il "Mezzo Pescatore" salendo, a corda doppia e a spalla quando si scende. Inoltre sono stati provati i nodi del cordino personale e il nodo delle guide. 9 Aprile 1975 Bettarelli Roberto, Bettarelli Patrizio, Marinelli Giancarlo e Gattucci Vincenzo accompagnano il Prof. Saza dell'Università di Ferrara, esperto in paleontologia dei vertebrati del periodo quaterna- rio, nella grotta in cima al "Fosso Riccio" per un esame delle ossa ivi rinvenute. Ad un primo esame il Professore indica con sicurezza resti di un "Orso Bruno", una mandibola di una marmotta vissu- 19 Esplorazioni Impegnative
  • 21. ta alla fine dell'ultima glaciazione, il cranio di un cane e di un tasso e forse la presenza di ossa di "Ursus Speleus", stambecco o caprili, cinghiale o maiale e resti di scheletri di pipistrelli. Una man- dibola trovata nella "Grotta Del Capitano" con molta probabilità è di un castoro. Durante l'esplo- razione detto professore ci spiega il lavoro che dovrà portare avanti il nostro gruppo speleologico, e cioè: 1°) Recupero delle ossa dell'Orso Bruno ed invio delle stesse all'Università di Ferrara; dette ossa dovranno essere recuperate per settori ed ogni settore posto in un sacchetto possibilmente anche con il fango, affinchè non vada disperso qualche ossicino; dopo di ciò si farà arrivare il tutto alla suddetta Universita che penserà alla pulitura e vagliatura del terriccio. 2°) Poligonale e rilievo completo della grotta con indicazioni precise della provenienza del mate- riale recuperato. 13 Aprile 1975 Soccorso al Monte Cucco per il recupero della salma di uno speleologo perugino caduto nel set- timo pozzo. Partecipano Bettarelli Roberto, Marinelli Tersilio e Baldoni Roberto. 25 Aprile 1975 Visita alla grotta del "Fosso Riccio" chiamata d'ora in avanti dell'"Orso Bruno"; sono presenti Bettarelli Roberto, Galeazzi Alberto, Bettarelli Patrizio, Morettini Damiano. Si è proceduto a fare la planimetria della grotta; scala 1:1000 dell'ingresso, fino alla "Sala dei Re Magi"; inoltre sono stati tolti dei massi per rendere più facile e più agevole il recupero delle ossa appartenenti allo scheletro dell'Orso Bruno. 11 Maggio 1975 Esplorazione nella "Grotta Grande del Vento" oltre il "Pozzo Falconara"; presenti Bettarelli Roberto, Spuri Dario, Carlucci Giuseppe e Galeazzi Alberto. Saliti sopra l'"Elefante" si scopre una sala molto alta, pressoché circolare, chiamata "del Palcoscenico", del diametro di venti-venticinque metri, dalla quale si dipartono diverse gallerie ric- che di pozzi e camini. Si inizia ad esplorare la zona destra della sala. Qui sono stati trovati diver- si camini e piccole condotte che si intersecavano in continuazione; si è giunti molto in alto e sul 20 Esplorazioni Impegnative
  • 22. Esplorazioni Impegnative punto più alto esplorato è stata trovata una lunga diaclasi; alla zona viene dato il nome di "Budelloni Alti". Data la grande fatica che potrebbe comportare continuare l'esplorazione in que- sta zona, si è proceduto ad esplorare le zone più basse. In un primo tempo si sono esplorate le gallerie che si dipartono dalla sala base, poi si procede all'esplorazione delle zone sottostanti e qui, oltre alle altre cose, si è individuato un pozzo che dà sulla galleria sottostante, che porta alla sala dell'"Elefante". Sulla sinistra di questo pozzo c'è un camino e sulla destra, leggermente più in basso del punto di osservazione e senza continuità con questo, si nota una galleria pressoché circolare del diametro di circa tre metri e lunga una venti- na che a prima vista è molto promettente. A questo punto si interrompe l'esplorazione, data l'ora e la stanchezza dei componenti della spedizione, ripromettendosi di continuare al più presto. 17 Maggio 1975 Continua l'esplorazione della zona scoperta la volta precedente, oltre il "Pozzo Falconara"; parte- cipano Bettarelli Roberto, Marinelli Claudio, Galeazzi Alberto, Spuri Dario, Morettini Damiano, Marinelli Giancarlo e Gattucci Ettore. Si inizia l'esplorazione della galleria sulla parete del pozzo facendo fare il pendolo a Galeazzi Alberto; dopo vari tentativi raggiunge la galleria, si inoltra una trentina di metri e ritorna subito indietro annunciando che ci sono grandi sviluppi. Allora si decide di aggiungere a Galeazzi due altri elementi in modo da comporre una squadra minima operativa; a tale scopo scendono Bettarelli Roberto e Marinelli Claudio. Alla fine della galleria, il soffitto si abbassa di molto e attra- verso una piccola fenditura orizzontale si accede ad una grande sala, lunga circa ottanta metri e larga una trentina. Questa sala è molto alta: circa quaranta metri, nel punto più alto che si può scorgere; viene nominata "Abisso Genga". Sulla sinistra ci sono imponenti stalagmiti e le pareti sono ampiamente concrezionate mentre sulla destra si nota uno sprofondamento del pavimento. Nella parte terminale (60° Est circa) è ugualmente molto concrezionata e sulla sinistra Marinelli Claudio trova un passaggio attraverso il quale si accede ad un'altra sala, anche questa molto ampia: lunga sessanta metri, larga venti ed alta una trentina. Questa sala ha la forma ovale e sul pavimento presenta molti crepacci ma nessuna galleria praticabile nella circonferenza; gli strati rocciosi sono immersi a 240° SW circa; viene chiamata "Sala del Limone". Sulla parte terminale dell'"Abisso Genga", attraverso un'apertura a V rovesciata e poi una serie di passaggi a zig-zag, nominati "Faglie Incrociate", si accede ad una zona molto concrezionata nella cui parte terminale, a destra, c'è una piccola apertura che non permette il passaggio, attraverso la quale si sente una discreta corrente d'aria. Illuminando con le torce elettriche la strettoia, si intra- vedono altri ambienti, quindi Marinelli Tersilio e Gattucci Ettore decidono di ampliare il passag- gio. Nel frattempo sopraggiungono Marinelli Claudio e Galeazzi Alberto ed appena possibile que- st'ultimo supera la strettoia. Convinto di aver trovato il congiungimento con il "Buco Cattivo" rag- giunge in un baleno la "Sala Fredda", affacciandosi poi sul pubblico della "Grotta Grande del Vento". Poi viene raggiunto da Bettarelli Roberto e Marinelli Giancarlo e il tutto finisce con una grande risata ed una bevuta. Tutto il quarto piano è ormai collegato attraverso quel passaggio, chia- mato in seguito dal G.S.M. "La Supposta". 19 Agosto 1975 Traversata "Mezzogiorno-Frasassi"; partecipano Galeazzi Alberto, Mariani Geniale, Marinelli 21
  • 23. Tersilio, Bruffa Gisleno, Marinelli Claudio e Principi Enrico. Alla partenza, alle ore sei da Pierosara, c'è anche Cecchi Feliciano, che ci aiuterà a trasportare il materiale fino all'attacco del primo pozzo. Nessuno di noi sa di preciso che cosa ci aspetti: si è letto solamente un vecchio diario di esplorazione. Da questo si è appreso che la grotta ha un anda- mento sostanzialmente verticale. I pozzi devono essere discesi tutti in corda doppia perchè le corde serviranno per armare i successi- vi. Sceso il primo, profondo circa quaranta metri, anzichè proseguire per la traversata si sbaglia stra- da e ci si dirige verso il "Crepaccio Loubens"; solo le lunghe gambe di Mariani Geniale riusciranno a farci uscire da quel mare di guano. Sono le 19 e ci troviamo di nuovo alla base del primo pozzo. Dopo esserci rifocillati ci si comincia ad interrogare sul da farsi: o rinunciare all'impresa o ritirare la corda, precludendo la via del ritorno, e cercare la strada giusta. Si ritira la corda e si formano vari gruppi operativi, tutti dovranno rientrare al punto di partenza dopo venti minuti indipendentemente dai risultati che si otterranno. Passati appe- na dieci minuti, Bruffa Gisleno accorre urlando: " La Sala Azzuurra! La Sala Azzurra! "; in fondo non è stato difficile, c'era scritto a caratteri cubitali: "Sala Azzurra". D'ora in avanti la strada non presenterà grandi difficoltà ad eccezione della fatica nel ritira- re le corde dopo la discesa dei pozzi; questi sono quattro con un dislivello complessivo di circa 150 metri. Quando usciamo sono quasi le 24 (18 ore di grotta !) ma, fortunatamente per noi, troviamo ad attenderci la squadra d'ap- poggio esterna, composta da: Bettarelli Roberto, Bettarelli Patrizio, Coppari Luciano, Cecchi Feliciano e Baldoni Roberto. Sapendo che in questa grotta l'acqua scarseggiava, ci fanno trovare, all'uscita, una cassa di birra che a mala pena riesce a dissetarci. Felici dell'esito favorevole della spedizione, si fa baldoria fino alle cinque della mattina. D'ora in poi anche "La Traversata" farà parte delle nostre conoscenze. 22 Esplorazioni Impegnative
  • 24. 23 IL BUCO CATTIVO 13 Agosto 1976 Visita conoscitiva alla grotta denominata "Buco Cattivo". Sono presenti Bettarelli Roberto, Galeazzi Alberto, Mariani Geniale, Bruffa Gisleno, Orfei Toni, Principi Enrico, Fattorini Giambattista, Cecchi Faliciano. Dopo averne sentito parlare da molti speleologi ed avendo dato ognuno di loro versioni diverse, sia per quanto riguarda le difficoltà da superare sia per altri ragguagli circa la lunghezza delle con- dotte, il loro livello di allagamento, la profondità dell'acqua di queste condotte, i dislivelli degli ingressi e delle condotte più basse, ecc.. si è decisa da parte dell'A.S.G.S.V. una visita conoscitiva per rendersi conto di persona di tutte queste problematiche. Al mattino, alle ore 7 , riunione del gruppo nella sede per il prelievo dei materiali. Dopo vari ritar- di, alle ore 8 si parte con le macchine e si arriva a Tafàno (Palombare di Ferro), presso Vallerapara; lasciamo le macchine all'interno del vallone e ripartito il materiale fra i vari membri della spedi- zione si inizia la salita del costone della montagna. Premetto che nessuno di noi conosce con pre- cisione dove sia situato l'ingresso; sappiamo soltanto, da una cartina del GS.CAI di Fabriano, che il "Buco Cattivo" si trova a quota 538 metri sul livello del mare e che vi sono vari ingressi. Questa nostra ignoranza si dimostrerà una grave lacuna che ci farà perdere diverse ore del matti- no prima di essere sicuri di aver trovato l'ingresso giusto. Inizialmente ci si orienta seguendo un cavo telefonico istallato dal Gruppo Speleologico Fabrianese per collegare il campo base esterno, sito in una casetta di Tafàno presa in affitto, con il campo base interno alla grotta. Poi a causa della vegetazione questo cavo è stato perso di vista; ma nonostante ciò un gruppo di noi (Fattorini Giambattista, Mariani Geniale, Orfei Toni, Bruffa Gisleno) localizza l'ingresso del "Buco Cattivo", quello più in alto. In questo punto facciamo una breve sosta per riposare e ne approfittiamo per fare una piccola colazione con una pizza alla cipolla portata da Galeazzi Alberto. Nel frattempo Cecchi Feliciano torna indietro, perché era venuto solo per il trasporto del materia- le: una corda statica da novanta metri, due corde dinamiche da quaranta metri, quaranta metri di scaletta, moschettoni, chiodi, martelli, due contenitori piccoli di carburo ed uno grande. Durante la colazione ci sorgono dubbi sulla reale possibilità che l'ingresso da noi trovato sia quello giusto; infatti notiamo su questo l'assenza del cavo telefonico. Si decide quindi di inviare qualcuno ad esplorare la zona circostante alla ricerca del cavo. Dopo varie ricerche a vuoto, finalmente Mariani Geniale trova un ingresso più in basso, all'incirca 50 metri sotto quello in cui stavamo noi in atte- sa, con il cavo telefonico (Ingresso Fiorini); quindi raccogliamo tutta la nostra roba e raggiungia- mo il Mariani. In corrispondenza dell'ingresso superiore e del Fiorini lasciamo dei sacchetti di plastica , attacca- ti ai rami degli alberi, per potere, una volta discesi, rilevare le loro posizioni, quanto meno dalla parete della montagna opposta o da Valtreara. Purtroppo questi segnali si riveleranno poi troppo piccoli per essere identificati con certezza. Dopo esserci tutti vestiti opportunamente, alle ore 12 circa, si inizia l'esplorazione. L' "Ingresso Fiorini" è situato alla base di una piccola parete rocciosa e si presenta come un pic- colo antro nel quale ci si sta a mala pena in piedi, perché intasato di materiale eolico e proseguen- do va abbassandosi e restringendosi ancor più fino a dare origine ad una strettoia nella quale biso- Il Buco Cattivo
  • 25. 24 gna procedere strisciando per due o tre metri. Dopo di ciò le condotte diventano più ampie e si procede per un certo tratto in salita; poi, appena si comincia a scendere (e da qui in poi si scen- derà sempre, fino alla sala denominata "Sala Merloni") ci si trova di fronte ad un pozzo, che a detta dei Fabrianesi dovrebbe essere profondo trentasei metri ("Pozzo delle Ruspe"). Si arma il pozzo con quattro scale da dieci metri ciascuna ed una corda da 40 metri per "fare sicu- ra" e quindi il nostro gruppo inizia la discesa. Il pozzo presenta inizialmente una strozzatura nella quale non è tanto agevole passare se si porta appresso sacchi colmi di materiale, poi si allarga a campana, ma si scende sempre a ridosso di una parete. Giunti sul fondo ci si accorge che delle quattro scale, l'ultima è quasi raccolta tutta nel pavimento della sala in fondo al pozzo: in realtà questo non è profondo trentasei metri, ma poco più di trenta. Da questa sala in poi, come dicevo prima, si scende sempre fino alla "Sala Merloni"; salvo una lunga strettoia a budello, il resto è un procedere in diaclasi quasi continuo. Il tutto non richiede grandi capacità, essendo sì faticoso, ma di media difficoltà. Con quest'ultima annotazione termina il diario di bordo del Professore Bettarelli Roberto ma aven- do partecipato alla spedizione anche lo scrivente, può aggiungere una nota interessante su questa esperienza. Il gruppo proseguì compatto fino al lago interno o fiume, che dir si voglia, poiché aveva più l'aspetto di un fiume e cominciò a guadarlo per qualche centinaio di metri, finché l'ac- qua non arrivò ai ginocchi. Ai bordi del lago vedemmo alcuni canotti inutilizzabili. La spedizione si sarebbe dovuta, per prudenza interrompere, ma dopo aver superate tante difficoltà di tornare indietro proprio non ce la sentivamo. Il presidente e capo della spedizione, com'era suo solito, tuonò: "All'arrembaggio!!". E l'eco della grotta e le risposte dei partecipanti rimbombarono: "All'arrembaggio!". Ci disarmammo di tutto il disarmabile e..."via come il vento!". I più giovani si tuffarono a pesce; i più anziani, dopo essersi più volte guardati, non poterono fare a meno di entrare in acqua. La pura e gelida acqua con la necessità di rapido movimento dovuto al freddo e al pericolo che i piedi affondassero nel fango sottostante ci costringeva ad attaccarci alla parete destra del fiume, che sembrava la più opportuna per poter proseguire. Infatti la parete sinistra non era agibile per- ché a metà la condotta si biforcava come alla confluenza di due fiumi; di conseguenza attraversa- re il centro del lago-fiume avrebbe comportato la necessità del nuoto, poiché l'acqua arrivava già fino al petto. Abbandonare la parete avrebbe significato affondare nel fango senza possibilità di potersi aggrappare o quantomeno appoggiarsi. Proseguimmo appoggiandoci quindi alla parete destra, nella quale di tanto in tanto c'era un chiodo che era servito in passato a coloro che aveva- no fatto il campo base interno; i chiodi servivano per l'ancoraggio dei cavi telefonici e per anda- re e venire con il canotto. Improvvisamente mi sentii interamente affondare nel fango, ma dopo alcuni secondi Bettarelli Roberto e Galeazzi Alberto accorsero in mio soccorso, riportandomi a galla, bagnando l'unica cosa che ancora si era salvata da questa catastrofe liquida: le sigarette nascoste sotto i loro caschi. Dopo questa grande fatica riuscimmo ad arrivare al campo base interno dove si dette un'occhiata agli ambienti circostanti senza troppo impegno, per la stanchezza ed anche per il freddo che ormai cominciava ad arrivare alle ossa. Le cibarie purtroppo erano state lasciate "al di là del mare"; non era rimasto altro da fare che riprendere subito la via del ritorno, nella speranza che le forze rima- ste fossero sufficenti per ritornare a vedere la luce del sole. Cosa che ci siamo sforzati di fare, ma Il Buco Cattivo
  • 26. quando uscimmo ci scappò spontaneo il verso del poeta: " e quindi uscimmo a riveder le stelle!". Erano infatti le ore 23. Alle macchine parcheggiate sul sentiero del bosco che sale nel vallone di Tafàno-Vallerapara erano ad attenderci altri che non avevano potuto partecipare, ma che attendevano con ansia l'esito di questa missione esplorativa perché consapevoli di una impegnativa e faticosa impresa, pronti a dissetarci e a brindare al nostro felice ritorno. Altri invece, dopo avere atteso per qualche tempo, se ne erano tornati a casa loro per impegni familiari e di lavoro. C'era anche Cecchi Feliciano che ci facilitò il rientro grazie ad un punto luce costantemente tenuto acceso. Quella volta ce la siamo proprio vista brutta! Il Buco Cattivo 25
  • 27. 26 Scoperta di una Grotta a Monte Acuto SCOPERTA DI UNA GROTTA A MONTE ACUTO 13 Marzo 1977 Da una segnalazione pervenuta a Marinelli Tersilio si viene a conoscenza che sul Monte Acuto (gruppo del Monte Catria, m.1668), in un prato, c'è una buca dalla quale si sente uscire aria. Bettarelli Roberto e Marinelli Claudio, a seguito di questa segnalazione, la domenica mattina 13 Marzo 1977 decidono di andare a localizzarla. Con i rispettivi figli si recano a Frontone e cerca- no Piantassi Giovanni, amico di Marinelli Tersilio, il quale è a conoscenza del luogo sopra accen- nato. Il signor Piantassi li accompagna sul luogo ed in effetti possono verificare che la segnalazio- ne è esatta. Infatti, a circa duecento metri dalla strada che porta alla vetta del Catria, quando il bosco si dirada, dando luogo ad un folto prato cosparso di cespugli di vario genere e di alberi, principalmente carpino ed elce, si nota uno sprofondamento sul terreno, pressoché di forma ret- tangolare, di due metri per uno e venti e su uno dei lati più piccoli c'è un buco dal quale spira aria. 19 Marzo 1977 Si riunisce il Consiglio Direttivo e i due riferiscono quanto visto nell'escursione della domenica precedente e si decide di organizzare per la domenica 27 marzo 1977 una spedizione del grup- po in tal luogo per procedere all'esplorazione. 27 Marzo 1977 Alle sei alcuni componenti del gruppo si riuniscono presso la sede e caricano sulle proprie auto il materiale speleologico necessario alla spedizione, preparato il giorno prima, e alle 6:30 si parte. Presenti Bettarelli Roberto, Galeazzi Alberto, Principi Enrico, Bettarelli Patrizio, Orfei Toni, Raffaeli Carlo Alberto, Marinelli Claudio, Spuri Dario, Orfei Mario, Marinelli Tersilio e Rossi Romano. Giunti sul monte Acuto si inizia col piazzare il campo. Da una prima esplorazione sommaria si osserva che il passaggio alla eventuale cavità è ostruito da massi. Si inizia a scavare sulla buca principale per la profondità di un metro. Non vedendo alcun risultato si inizia a scavare sul pavi- mento di una piccola stanzetta situata più in profondità del foro dove spira aria. Ad un certo punto dello scavo si scorge su un lato un passaggio che si inoltra per diversi metri, però non si può pro- seguire lo scavo per pericolo di crolli. Individuato in un certo punto di questa faglia un banco di roccia di circa 30-40 centimetri, che grosso modo dovrebbe coincidere con la sottostante buca principale, si decide di continuare lo scavo dove era stato iniziato, fino ad incontrare tale banco. Sul tardi, verso le ore 18 si interrompe il lavoro e si inizia a smontare il campo per poi riprendere la via di casa. 25 Aprile 1977 Alle ore otto Marinelli Tersilio, Bettarelli Roberto e Principi Enrico caricano il materiale indispen- sabile per andare a proseguire i lavori sulla grotta del monte Acuto e partono. Giunti sul luogo ini- ziano i lavori di sterro. Scende per primo Principi Enrico. Si organizza il lavoro nel seguente modo: Principi è giù nella buca e depone il materiale di scavo in un secchio, di quelli che si usano in muratura. Questo viene appeso ad un cordino ed appena riempito Bettarelli Roberto lo solleva
  • 28. 27 Scoperta di una Grotta a Monte Acuto oltre l'orlo della buca, lo scarica e lo ricala giù per farlo riempire di nuovo, e così di seguito. Il lavoro prosegue per tutta la mattinata senza interruzione. Verso le ore 12 già si incomincia a sentire l'aria che spira fra i sassi smossi nella buca. Alle ore 13 attraverso un foro si intravede un piccolo vano alto circa un metro. Si allarga il foro con molta cau- tela perché si prospetta il pericolo di crolli e verso le ore 14 il passaggio è abbastanza ampio per permettere a Bettarelli Roberto di calarvisi dentro e fare una sommaria esplorazione. Sotto c'è una galleria lunga circa quindici metri e larga in media una sessantina di centimetri. Da sotto il foro si prosegue in orizzontale per circa cinque metri, poi ci si abbassa con un piccolo sci- volo di almeno un metro e si prosegue ancora in orizzontale per almeno altri dieci metri. Al ter- mine di questo tunnel, che mantiene una altezza da poterci stare comodamente in piedi, special- mente nella parte terminale, c'è un lastrone di pietra che impedisce il proseguimento; ma dietro di questo si vede molto bene che la galleria prosegue sempre orizzontalmente, ma ad una quota più alta delle precedente e con un calcolo approssimativo si potrebbe affermare che è molto vici- na alla superficie esterna. Da questa strozzatura si sente distintamente un getto d'aria. Dall'ingresso principale fino al termine, detta galleria è quasi rettilinea e con direzione interna al 300° N. Il masso che ostruisce il tratto finale non è difficile da rimuovere ma sono necessarie adeguate attrezzature; l'operazione richiederà una mezz'ora di tempo. Siccome nel tratto iniziale la galle- ria presenta grave pericolo di crollo a causa di alcuni banchi di roccia molto sconnessi sulla volta, si ritiene opportuno, previo un calcolo più preciso, entrare da sopra, nel tratto terminale, dove la volta è sicura e non molto distante dalla superficie esterna. La disostruzione del tratto terminale, data l'ora tarda, fu realizzata in una successiva esplorazione.
  • 29. ALTRE ESPLORAZIONI Il 9 febbraio 1978 il Presidente dell'A.S.G.S.V. scrivendo ai Soci riferisce che nella riunione del Consiglio Direttivo del 27 gennaio si era stabilita una bozza di programma per il lavoro dell'anno 1978. L'attività del gruppo è stata divisa in diversi settori e per il coordinamento e l'organizzazione di ogni specifico lavoro è stato destinato un componente del Consiglio Direttivo. La scelta del responsabile è stata motivata dal particolare interesse che lo stesso ha dimostrato durante la sua attività speleologica. L'attività è stata suddivisa per settori con l'indicazione del responsabile: 1) Corso di speleologia responsabile: Orfei Toni 2) Esplorazione esterna responsabile: Marinelli Claudio 3) Compilazione manuale responsabile: Bettarelli Roberto 4) Manutenzione sede responsabile: Marinelli Tersilio 5) Cartografia responsabile: Marinelli Giancarlo 6) Esplorazione interna responsabile: Galeazzi Alberto 7) Fotografia responsabile: Sassi Fabio 8) Biblioteca responsabile: Gattucci Vincenzo 9) Ricerche scentifiche responsabile: Mariani Geniale 10)Organizzazioni campi responsabile: Rossi Romano. Per il 17 febbraio tutti i responsabili vengono convocati per il Consiglio Direttivo presso la nuova sede di Pierosara e sono invitati a presentare una bozza di programma sulla base delle seguenti indicazioni: materiale occorrente per operare e relativa spesa, periodo nel quale si intende opera- re e collaboratori con cui si intende svolgere il lavoro, varie ed eventuali. La nuova sede, più spaziosa ed accogliente della precedente, è sita nei locali dell'ex casa comu- nale ed ex scuola del suddetto paese; recentemente restaurata, in parte, dal comune di Genga per la scuola elementare, poi trasferita in un edificio di Genga Stazione. E' composta da una sola stan- za con due rampe di scale: una scende ai bagni, siti a piano terra, mentre l'altra sale al piano superiore. Entrambi i piani sono purtroppo inagibili. 5 Marzo 1978 Esplorazione nella "Grotta Grande del Vento", oltre il "Pozzo Falconara" nella zona prospiciente la "Sala dell'Elefante". Presenti Bettarelli Roberto, Marinelli Claudio, Orfei Toni. Si sono esplorati alcuni cunicoli, che si aprivano su un’alta parete; di importante è stato individua- to un pozzo, in una sala non identificata, dal quale sono state lanciate due palle di fango nella speranza di poterle individuare una volta scesi; ma data la fretta, non è stato possibile. Nella zona è stata notata una eccezionale ricchezza di concrezioni eccentriche. 27 Marzo 1978 Esplorazione del costone destro della "Gola di Frasassi", nei pressi del terzo ponte. C'è solamente Bettarelli Roberto, che non ha trovato nulla di interessante, all'infuori di un androne in alto, forse conosciuto come "Grotta delle Donne". 28 Altre Esplorazioni
  • 30. 24 Aprile 1978 Riunione del Consiglio Direttivo dell'A.S.G.S.V. Presenti Bettarelli Roberto, Marinelli Claudio, Gattucci Vincenzo, Orfei Toni, Sassi Fabio e Marinelli Tersilio. Si decide di fare una planimetria da mettere in vendita per finanziare il gruppo speleologico e si rinnova la proposta delle precedente riunione, cioè cercare di organizzare una grossa spedizione, magari all'estero. 20 Maggio 1978 Esplorazione dell' "Abisso Genga". Vi partecipano Orfei Toni, Galeazzi Alberto, Lametti Ezio, Bettarelli Roberto. Ogni volta che si andava in esplo- razione nella zona dell’Abisso Genga si guarda- va in alto senza riuscire a vedere il soffitto, perciò i p o t i z z av a m o nuovi ambienti ipogei e magari la c o n g i u n z i o n e della Grotta Grande del Vento con il Buco Cattivo. Nel frattempo anche il gruppo speleologico del CAI di Ancona, con cui eravamo in contatto, pro- gettava di risalire il camino dell’Abisso Genga con una scalata in “artificiale. C’è da precisare che in quel periodo eravamo molto affiatati: la reciproca grande fiducia era dovu- ta alle tantissime ore trascorse insieme in grotta dove ci dividevamo tutto: amicizia, speranza di scoprire nuovi ambienti, gioia e paura. Dopo alcune uscite preliminari per studiare la via meno difficile ci si convince di attaccare il camino in libera nonostante presenti, nella parte iniziale, un lieve tetto. Io e Alberto provia- mo la rischiosa risalita. Superati i primi tre metri di dislivello abbastanza agevolmente, mi porto a ridosso del tetto, raggiunto poi da Alberto gra- zie ad una piccola nicchia. Da qui decidiamo di farci sicura. Riprendo a salire in arrampicata e ripenso alle parole di Alberto che, prima del- l’inizio di questa rischiosa avventura, mi aveva detto scherzando: “Non avere paura che se ti rompi qualche osso ti mettiamo la tenda qua, così 29 Altre Esplorazioni
  • 31. starai 40 giorni in grotta ingessato”. Uscito in parete mi rendo subito conto che non ci sono appigli, ma ormai non posso più ritorna- re indietro. Chiedo ad Alberto di tenere tirata la sicura pensando già di cadere: attimi che sembra- no un’eternità. Mi trovo sulla parte più esposta del tetto, con le gambe nel vuoto e le mani che cercano disperatamente un appiglio. Spingo con forza le mani aperte sulla superficie fredda e porosa della roccia, mi rendo conto che non scivolo, insisto e con uno sforzo straordinario, di slan- cio, riesco a tirarmi su ed afferrare un piccolo appiglio. Superato il tetto la parete diventa meno inclinata e con piccole stalagmiti. Risalgo velocemente senza fare frazionamenti finchè Alberto mi comunica che non c’è più corda; allora individuo una stalagmite da dove faccio sicura con il mezzo barcaiolo ad Alberto, il quale appena uscito in pare- te, nel punto più impegnativo della risalita, perde la presa e vola rimanendo in sicura. Lo aiuto a riprendere tirandolo su quasi di peso. Poco dopo siamo di nuovo insieme. Questo primo tratto di camino è alto 30 metri, altrettanti ce ne sono sopra di noi ma purtroppo si chiudono con una colata. Osservando attentamente intorno, individuiamo due possibilità per pro- seguire l’esplorazione: una facendo la traversata in orizzontale del camino, l’altra un pozzo alle nostre spalle. Decidiamo di scendere in doppia il pozzo, nel cui fondo c’è un bellissimo laghetto. Da qui superata una strettoia ci ritroviamo a percorrere una galleria freatica orizzontale alta 3-4 metri, larga altrettanto per un centinaio di metri, che prosegue ma decidiamo di tornare indietro per informare i nostri compagni. Riusciamo ad individuare una finestra, ad una altezza da terra di alcuni metri, che dà direttamente nell’Abisso Genga. Sarà questa la via da dove, nei giorni successivi, continueremo l’esplorazione di tutta la condotta lunga 400 metri che termina con una sala molto concrezionata e con un laghetto cristallizato. In seguito, traversando in alto il camino dell’Abisso Genga saranno trovati nuovi sviluppi della grot- ta. In una strettoia in fondo, da dove si sentiva una forte corrente d’aria, scriverò con un sasso “Genga 81”. Il gruppo speleo di Jesi nel febbraio del 1988 allargò la fessura ed esplorò per circa 150-200 metri una serie di gallerie denominata Rami del Nard. 26 Maggio 1978 Riunione del Consiglio Direttivo. Presente anche il Presidente del Consorzio Frasassi signor Romanini Erino. Si è discusso sulla opportunità di creare un gruppo di Pronto Intervento per snellire l'opera del soc- corso speleologico in caso di incidenti in grotta, nella zona del comune di Genga. Da osservazio- ni sulle carte in nostro possesso, si è deciso di fare una massiccia esplorazione nei pressi dell'"Abisso Genga" per trovare un possibile collegamento con il "Buco Cattivo". 27 Maggio 1978 Esplorazione della "Grotta Grande del Vento" nei pressi dell' "Abisso Genga": campo interno! Partenza alle ore 9:30 e rientro previsto per le ore 9:30 di domenica 28 maggio 1978. Partecipanti Bettarelli Roberto, Marinelli Claudio, Marinelli Giancarlo, Marinelli Tersilio, Orfei Toni, Sassi Fabio, Galeazzi Alberto, Bruffa Gisleno e Bettarelli Patrizio. Il gruppo riunito nell' "Abisso Genga" dopo un esame dei luoghi (durante il quale Galeazzi 30 Altre Esplorazioni
  • 32. Alberto, toltosi il casco per mangiare, batte con la testa contro una stallattite e si procura una feri- ta al capo) e una breve discussione, decide di dividersi in due squadre. La prima squadra (B. Roberto, Toni O., Sassi, Bruffa e B. Patrizio) prosegue l'esplorazione della set- timana precedente e trova ancora un centinaio di metri di galleria. In fondo a questa c'è una sala allungata di discrete proporzioni e molto ricca di concrezioni, alla quale si dà il nome di "Sala Giovanna" in omaggio a Giovanna Bettarelli, che in questo giorno festeggia l'ottavo compleanno. Tutto il tratto di galleria viene chiamato "Budellone Alto" ed in seguito “Gola Profonda”. La seconda squadra (M. Tersilio, M. Claudio, M. Giancarlo e Galeazzi) sale sul soffitto della pic- cola sala accanto all' "Abisso Genga" (quella sopra lo scivolo) ed esplora tutti i cunicoli esistenti che partono dal soffitto di questa saletta, ma non trova niente di notevole in quanto tutti imman- cabilmente restringono a tal punto da non essere più praticabili. Alle ore 15:30 ci si ritrova tutti all' "Abisso Genga" per consumare un pasto, a base di spaghetti aglio,olio e (molto) peperoncino e scatolette varie; tra queste non potevano mancare le acciughe sotto sale. La fame è così grande che Bettarelli Patrizio, sfornito di forchetta, si adatta ad usare il cuccchiaio per mangiare la sua generosa porzione di spaghetti. Anche la stanchezza inizia a farsi sentire, quindi si decide di riposare qualche ora, in modo tale da recuperare le energie consumate. Verso le ore 19 si esplorano gli "Scrigni" dell'"Abisso Genga" e della "Sala del Limone" senza nessun risultato. Dopo aver cenato e discusso sui risultati ottenu- ti in questa giornata si decide di rimandare le esplorazioni al giorno seguente. All'incirca alle cinque del mattino del 28 una squadra (Bettarelli, Orfei e Galeazzi) si dirige in cima al soffitto dell' "Abisso Genga" per esplorare delle cavità che si scorgono lateralmente, ma, data la stanchezza, non si riesce a concludere granché, nonostante Bettarelli faccia la traversata della parte Est. Riesce ad allontanarsi quel tanto che permette la lunghezza della corda della quale era in pos- sesso in quel momento (circa venti metri) e, dopo avere osservato la conformazione del luogo, ritor- na. Si propone però di ritornarci con energie fresche e materiali adeguati in quanto potrebbe esse- re una zona molto interessante. Il rimanente del gruppo si è diretto alla "Sala del limone" per arma- re il pozzo che cade nella "Sala Bianca", in modo da poterlo utilizzare per il ritorno. 24 Giugno 1978 Grotta del Fosso Riccio Nei primi mesi del 78 un gruppo di guide del Consorzio Frasassi (Ezio, Fabio, Toni ed altri), avevano eseguito per conto dell’Ente un lavoro di censimento e monitoraggio di tutti i massi caduti dalle pare- ti di Vallemontagnana lungo i diversi canaloni presenti sul versante destro della Gola di 31 Altre Esplorazioni
  • 33. Frasassi. In una giornata bellissima con il cielo era sereno (durante la notte e nelle prime ore del mat- tino la temperatura era scesa eccezionalmente fino a -15°C) si erano arrampicati nel Fosso Riccio annotando la posizione dei vari massi e le relative dimensioni e segnandoli con vernice rossa. Mentre superavano un ghiaione, dalle pareti della montagna si staccavano dei massi che rimbalza- vano pericolosamente vicino. Probabilmente il sole aveva scaldato la roccia provocando il distac- co di alcune parti. Superato lo spavento, arrivati quasi sotto la parete del “Fosso Riccio”, notava- no nella roccia un piccolo foro di pochi centimetri di diametro. Ezio si avvicinò con il viso e la forte corrente d’aria, relativamente calda che usciva, gli fece appannare gli occhiali. Si pensò subito di aver trovato l’ingresso di una probabile grotta. Uscita al "Fosso Riccio" con un martello pneumatico ad energia elettrica. Sono presenti Marinelli Tersilio, Lametti Ezio, Bettarelli Roberto, Orfei Toni. Si fa la stesura della linea elettrica, con il cavo del Consorzio, e si inizia ad allargare il buco. 25 Giugno 1978 Terza uscita al "Fosso Riccio", per il proseguimento del lavoro di ampliamento del foro, verso il basso. Presenti: Bettarelli Roberto, Marinelli Claudio, Marinelli Giancarlo, Marinelli Tersilio e Fattorini Giovanni. 1 Luglio 1978 "Grotta della Galleria". Marinelli Tersilio al mattino rimuove un sasso lungo la galleria artificiale d’ingresso alla "Grotta Grande del Vento" e nel pomeriggio prosegue il lavoro d’ampliamento insieme a Fattorini Giovanni; poi in aiuto giunge Bettarelli Roberto e si riesce ad aprire la strada fino ad una stanzet- ta. Il lavoro si arresta per la completa otturazione di qualsiasi passaggio. 6 Luglio 1978 Proseguimento del lavoro nella "Grotta della Galleria". Sono presenti Marinelli Tersilio, Fattorini Gianni, Principi Enrico e Macchetti Giuseppe, detto "Il Varesotto" non sole perché di Varese, ma anche per la sua corporatura. Fino alle ore 18, cercano una via d'uscita dalla saletta: la grotta sembra proseguire attraverso uno stretto passaggio. 7 Luglio 1978 Sempre nella "Grotta della Galleria". Il mattino, fino alle ore nove, Fattorini Giovanni, Orfei Toni e Bettarelli Roberto continuano il lavoro interrotto il giorno precedente. Alle ore dieci entrano Rossi Romano, Macchetti Giuseppe, Marinelli Tersilio, Marinelli Giancarlo, Marinelli Claudio, Rossi Romano. Si apre un cunicolo che conduce fino ad un lago e successivamente una fenditura che porta in un ambiente franato. 12 Luglio 1978: Ancora al "Fosso Riccio". Presenti Principi Enrico, Bettarelli Roberto, Macchetti Giuseppe. Si è scavato davanti al foro in alto, ove soffia aria, con uno sbancamento di circa ottanta centimetri. 32 Altre Esplorazioni
  • 34. 29 Agosto 1978 Esplorazione del "Buco Cattivo" con partenza alle ore otto e rientro previsto per le ore una e tren- ta, ma per malori accusati da un membro della spedizione il gruppo ha dovuto rinunciare. 20 Novembre 1980 Terremoto in Irpinia (Il diario è stato redatto dal Dott. Mariani Geniale) Considerando che tutti gli ap¬partenenti al gruppo speleologico di Genga erano capaci di muo- versi in montagna e in situazioni di emergenza,l’Associazione pensa di poter portare aiuti a quei nuclei famigliari isolati che non sono ancora stati raggiunti da un soccorso sufficiente, per la loro particolare posizione geografica. Il Consorzio Frasassi mette a disposizione una somma per acqui- stare attrezzature (tende, coperte, sacchi a pelo, ecc.) Dopo 5/6 giorni dalla prima scossa Gianni Fattorini, Toni Orfei, Fausto Barbarossa, Michele Gatti, Geniale Mariani, Tersilio Marinelli partono a bordo del Fiat 242D preso in affitto: gli altri (Claudio Marinelli, Ezio Lametti, Mario Vescovi e Romano Rossi), con la vecchia Dyane 6 di Claudio, che nonostante l’età sembra comportarsi bene. La disposizione dei posti in macchina è venuta fuori a caso e non predeterminata da altri fattori. Alla partenza c’erano amici, parenti, genitori. E’ proprio vero: è sempre un avvenimento “partire per soccorrere delle persone”, anche se mancano “le autorità ufficiali”. Il tempo buono fino a Jesi; qui è iniziato un temporale che ci ha accompagnato fino a Chiaravalle. Dopo avere imboccata l’autostrada ci siamo resi conto che nei boschi c’era anche la neve. C’è poca tranquillità nel gruppo: pensiamo infatti di incontrare grandi difficoltà in Irpinia. Sono circa le 23,30 quando decidiamo di fermarci ad una stazione di servizio. Prima di scendere dal furgone stentiamo un po’, perché non si potrebbe viaggiare in sei. Preso un caffé ripartiamo. Lungo l’autostrada vediamo jeep e camion carichi e con scritte simili alla nostra: non ci sentiamo soli! Anzi passa una jeep con molte persone dentro: evidentemente non siamo solamente noi in sovraccarico! Poco dopo Loreto non si vede più la neve; ci fermiamo un attimo per respirare un po’ d’aria. Nel frattempo Romano va a dormire nel furgone e Geniale nella Dyane. Abbiamo una certa difficoltà a reperire gasolio, ma ben superata alla stazione successiva. Tutto bene fino a Canosa, dove troviamo un carabiniere che ci consiglia di andare verso la provin- cia di Potenza. Decidiamo di dirigerci verso Rionero in Vulture, dove incontriamo una guardia forestale che ci consiglia di andare a San Fele e assolutamente di non telefonare alla prefettura di Potenza, perché non si interessava dei soccorsi. Incontriamo anche una colonna di soccorsi roma- na che ci racconta come contro di loro si sia accanito lo sciacallaggio. Decidiamo di andare a San Fele e di parlare con il Sindaco, il quale dice di aver bisogno solo del gruppo elettrogeno. Ripartiamo e arriviamo a Ruvo del Morite. Danni visibili, ma nessun morto: ci rendiamo conto che neanche questa zona ha bisogno del nostro lavoro. Dopo aver scattato delle foto e chiesto alcune informazioni, decidiamo di andare a Pescopagano. Accade un inconveniente... incontriamo il Battaglione San Marco, perciò ci sono difficoltà a salire a Pescopagano. Aiutati da una persona alla guida di una Ritmo, arriviamo a Rapone. Da qui si riparte e ad un bivio proseguiamo per S. Andrea di Conza: danni visibili del terremoto. 33 Altre Esplorazioni
  • 35. Incontriamo un gruppo di giovani che ci offrono lavoro, ma decidiamo di proseguire per Pescopagano e ci fermiamo vicino alla postazione della RAI. Ci rendiamo subito conto che qui il terremoto è passato davvero! Gianni e Geniale vanno con la mac- china fotografica a scattare alcune foto alle numerose rovine, da cui si sente anche cattivo odore. Alcuni di noi stanno, invece, vicino alla postazione della RAI (e forse sono stati visti in trasmissione). Nel frattempo ci dicono che bisogna parlare con il Capi¬tano Pizzi degli Alpini, che ci offre di occupare le tende dove i primi giorni sono stati i terremotati. Noi non accettiamo e decidiamo di piazzare il nostro campo, tuttavia ci mettiamo a disposizione per costruire una baraccopoli. Dopo numerose discussioni ci piazziamo vicino ad una curva, dove c’è anche spazio per il pul- mino. Iniziano i primi problemi per montare una tenda, tuttavia riusciamo a montarne due e deci- diamo di metterci al lavoro nel campo dei militari. Andiamo a dormire: in una tenda c’è Claudio, Terzo, Ezio e Gianni; in un’altra Geniale,Tony, Fausto, Michele; Romano e Mario dormono dentro il camioncino. La notte è fredda. Al mattino alcuni vanno in giro per rendersi conto della situazione, altri restano al campo a dare una siste- mata per passare meglio le notti, successive. Viene montata la tenda cucina-magazzino e si siste- mano le altre; alcuni vanno a vedere la tendopoli al campo sportivo e le rovine del paese, dove cè ancora una bambina da ritrovare. Non riusciamo a telefonare poiché le linee non sono state ancora ripristinate. Una nuova scossa di terremoto molto forte ci mette in ansia. In assemblea decidiamo sul da farsi ma c’è un po’ di confusione: Ezio, Geniale, Tony e Fausto dormiranno nel campo base per fare la guardia, gli altri nella baracca. Mentre si fanno i preparativi per dormire arrivano Fausto e Tony che ci informano di una bambina che ancora si trova sotto le macerie della propria casa. Si parte per andare a tirarla fuori; al campo rimane solo Geniale, che approfitta per prendere appunti, ma deve smettere perché la lampada si è esaurita e l’attesa continua. Rientra Ezio per informare che non c’è nulla da fare, poi ritorna la luce e Geniale riprende a scrivere. Alle due del mattino ritornano anche Fausto e Toni e portano notizie della bambina: tutto tranquillo fino al mattino. Nel pomeriggio Terzo prende di nascosto una stecca di cioccolato che offre ai Modenesi, i quali accettano ben volentieri, credendo che sia un gesto del tutto disinteressato. Ahimè, i tapini non sapevano con quale briccone avevano a che fare! Infatti la sera il suddetto vestiva un passamontagna mai visto prima. Alla domanda: dove hai preso quel berretto? Rispondeva che lo aveva preso ai modenesi, che lo avevano portato per i terremotati. E tutto il nostro gruppo fu fornito di passamontagna. Questo episodio ci ricorda la storia del gruppo elettrogeno. Era stato preso un gruppo elettrogeno perfettamente funzionante, ma appena messo in moto nel campo prima scoppiò una lampada poi smise di funzionare, poichè si passava dai 12.000 giri ai 200 al minuto, con i relativi guizzi di luce delle lampade. Il giorno dopo i Modenesi si videro “piombare addosso” il gruppo elettrogeno e furono costretti ad accomodarlo (Gli costò caro lo scacco di cioccolato!). Martedì mattina arriva Terzo che gentilmente si accinge a preparare il caffè, ma vedendo che il for- nello funziona alquanto bene, decide di fargli fare la fine del gruppo elettrogeno. A causa del gelo 34 Altre Esplorazioni
  • 36. che c’era stato la notte precedente, con un movimento antiorario rompe una manopola e creden- do che una manopola sola non basta, fracassa impietosamente anche la seconda. Infine decide di aprire il gas con la. “cagna” e ci riesce, lasciando in consegna a Michele il controllo del caffé, che poi esce dalla caffettiera violentemente. Il risultato è un sonoro rimprovero da parte di Terzo verso Michele, il quale invece se la ride insieme ai presenti, Si parte:Toni e Geniale si fermano al campo militare; , Terzo ed Ezio vanno a Pascopagano e poi si salutano. Geniale svolge servizio ambulatoriale e fa anche da Farmacista; poi torna a Pescopagano, dove incontra Gianni e Mario i quali non sanno cosa fare. Giunge voce che si deve costruire una passerella per permettere il passaggio dei militari. Un ufficiale veterinario ci chiede la macchina per vedere se nella zona ci sia qualche animale morto. Claudio nel suo giro di perlustrazione scopre che a poca distanza dal nostro campo base c’è una famiglia di contadini, a cui il terremoto ha distrutto la casa con il granaio, che conteneva 500 quintali di grano. Decidiamo di dare una mano ai proprietari Toglia Chiara di Calitri ( Avellino) e Pupillo Francesco, Franco e Lorenzo di Pescopagano (Potenza). Siamo accolti a braccia aperte dal figlio, ma con scetticismo dal padre. Eseguiamo un enorme lavoro, con grande nostra soddisfazione per aver dato finalmente un contributo diretto ad un terremotato. Arriva frat¬tanto un comandante dei vigili del fuoco, il quale ostacola il lavoro così da essere trat- tato abbastanza male da noi. Tuttavia grande è la soddisfazione in quanto dopo due giorni di pel- legrinaggio abbiamo trovato il modo di dare una mano ai terremotati. Si decide di andare a dormire al campo base: il ritorno serve anche per la stesura delle pagine di questo breve diario. La mattina del mercoledì decidiamo di smontare il campo; si finisce abbastanza presto e, quando tutto è sistemato sul 242D, Claudio accompagna Geniale a Pescopagano. Geniale si presenta alla tenda-farmacia e insieme al collega di Messina inizia a smistare tarmaci e suddividerli per classe: lo stesso lavoro lo fanno quelli di Faenza. Alle tre del pomeriggio si mangia insieme agli amici di Messina dentro una Pual Rover, ricordando l’episodio del militare con i piedi sul fuoco e quello relativo ad un gabinetto… Mattina del Giovedì: giorno della partenza. Geniale decide di andare con il suo gruppo a Pescopagano presso il presidio medico, gli altri al cascinale, dove si lavora molto e poi si mangia insieme. Al pomeriggio facciamo un giro a Conza, ma non ci fanno entrare; allora si decide di andare a Siani e vediamo che davve¬ro il terremoto è passato anche qui: c’è il copri- fuoco. Tentiamo di telefonare, ma non ci si riusciamo; per tornare alla baracca sbaglia- mo strada: manca la luce e in compenso che freddo! C’è una scossa di terremoto, ma molti non l’avvertono. 35 Altre Esplorazioni
  • 37. ALTRE INIZIATIVE Il 29 gennaio del 1983 si riunisce l'Assemblea Generale che elegge un nuovo Consiglio Direttivo ed il nuovo Presidente nella persona di Orfei Toni. Nella riunione del 25 febbraio 1983 si vara il programma per l'anno corrente, suddiviso in nove punti: 1) Invio a tutti i Soci di un "Comunicato" del C.D., trimestrale, per renderli partecipi delle attività svolte e da svolgere; 2) Raccolta di materiale informativo per la stesura della storia dell’A.S.G.S.V.; 3) Rilievi cartografici delle scoperte fatte e relative fotografie; 4) Quarto corso di speleologia; 5) Costituzione di un Pronto Intervento e relative prove di soccorso; 6) Esplorazione della nuova Grotta del "Fosso Riccio" e "del Vento" in previsione del collegamen- to con quella del "Buco Cattivo"; 7) Realizzazione di una planimetria della zona in scala 1:2000 con tutte le cavità ipogee finora esplorate; 8) Iniziative di autofinanziamento dell' A.S.G.S.V.; 9) Spedizione speleologica fuori del territorio nazionale. Per quanto riguarda il secondo punto, parte delle notizie verrà raccolta dai verbali del Consiglio Direttivo e dal Registro delle entrate nella "Grotta Grande del Vento"; l'altra parte, la più importan- te, verrà acquisita attraverso i racconti dei soci che hanno partecipato e che parteciperanno alle esplorazioni e, specialmente, attraverso le relazioni del Prof. Bettarelli Roberto, redatte nel proprio diario con dovizia di particolari. Per il quarto corso di speleologia sono previste cinque lezioni: una teorica, due pratiche nelle palestre della Gola di Frasassi e due in grotta. La prima lezione si terrà nella sede del Gruppo a Pierosara, dove verranno trattati questi temi: introduzione alla speleologia, equipaggiamento per- sonale e di gruppo, Geologia, Speleogenesi, Topografia e Rilevamento, Fotografia, Flora e Fauna Cavernicola, appunti tecnici sui materiali, Alimentazione, Medicina e Pronto Soccorso. Nelle lezioni pratiche si prenderanno in considerazione le seguenti tematiche: nodi, tecnica di armo, ancoraggi artificiali, elementi di arrampicata, corda doppia, assicurazione, discesa e risalita su scala, discesa e risalita su sola corda, frazionamenti, allestimento di un paranco e soccorso su sola corda. Istruttori e collaboratori: Orfei Toni, Bettarelli Roberto, Lametti Ezio, Mariani Geniale e Fattorini Giambattista. A questo corso si sono iscritti otto soci, i cui nomi si possono vedere nella tabella delle attività 1983. Nel periodo luglio-agosto 1983 viene costituito un Pronto Intervento con lo scopo di fornire un'as- sistenza immediata ad un infortunato, in attesa del Soccorso Speleologico del C.A.I. Naturalmente il pronto intervento sarà limitato alla sola zona del Comune di Genga. I componenti sono: Bettarelli Roberto, Orfei Toni, Mariani Geniale, Galeazzi Alberto, Lametti Ezio e Lametti Fabrizio ed entro breve termine verrà effettuata una prova di soccorso. Sempre nel 1983 è stata scoperta da Toni e Fabrizio una condotta lunga circa venti metri, abba- stanza bassa e stretta, che da dietro "Manhattan" conduce alla "Sala del Limone". Necessita una corda da venti metri per superare il primo scivolo (12 metri). 36 Altre Iniziative
  • 38. Vento e fotografie Gianni, Ballarini Raoul,Gatti Michele,Gatti Marco,Ballarini Giampiero 28/5 Palestra di Frasassi 4º Corso speleologia Orfei Toni, Lametti Fabrizio Gatti Michele, Gatti Marco, Barbarossa Fausto, Battistoni Andrea 14/6 Grotta Grande del Vento Esplorazione Orfei Toni, Lametti Fabrizio 18/6 Grotta Grande del Vento Esplorazione Orfei Toni, Lametti Fabrizio 9/7 Palestra di Frasassi 4º Corso speleologia Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Orfei Gianni, Principi Enrico, Falcioni Dario, Conti Vittorio, Battistoni Andrea, Macchetti Iuri, Barbarossa Achille 11/7 Grotta Grande del Vento Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Principi Enrico, Conti Vittorio Macchetti Giuseppe, Macchetti Iuri, Macchetti Herbert. 14/7 Monte Cucco Esplorazione con GSM Ancona Orfei Toni, Lametti Fabrizio 24/7 Grotta del Mezzogiorno - Frasassi Traversata Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Gatti Michele, Orfei Gianni, Battistoni Andrea Ago. Grotta Grande del Vento Documentazione fotografica Galeazzi Alberto, GS Agugliano Ago. Grotta Grande del Vento Visita Galeazzi Alberto, Galeazzi Andrea 23/8 Grotta Grande del Vento Esplorazione Bettarelli Robero, Mariani Geniale, Galeazzi Alberto, Marinelli Giampiero 25/8 Grotta Grande del Vento Esplorazione Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Galeazzi Alberto 30/8 Grotta dell’Orso Bruno Rilievi topografici Orfei Toni, Lametti Fabrizio, 31/8 Grotta Grande del Vento 4º Corso speleologia Lametti Fabrizio, belli Antonio, Gatti Michele, Battistoni Andrea 2/9 Grotta dell’Orso Bruno Rilievi topografici e fotografie Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Gatti Marco, Battistoni Andrea 13/9 Grotta Grande del Vento 4º Corso speleologia Lametti Fabrizio, Belli Antonio, Chiocchi Massimo 16/9 Palestra Frasassi 4º Corso speleologia Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Belli Antonio, Chiocchi Massimo 19/9 Grotta Grande del Vento 4º Corso speleologia Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Marinelli Paola, Brinati Valerio, Muller Cristina 22/9 Gola di Frasassi 4º Corso speleologia Lametti Fabrizio, Belli Antonio, Chiocchi Massimo 25/9 Grotta Grande del Vento Esplorazione Orfei Toni, GSA 29/9 Grotta Grande del Vento 4º Corso speleologia Lametti Fabrizio, Conti Vittorio, BarbarossaFausto 10/10 Grotta Grande del Vento 4º Corso speleologia Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Conti Vittorio, Battistoni Andrea 31/10 Grotta Grande del Vento Esplorazione Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Conti Vittorio, Falcioni Dario ATTIVITA' ANNO 1983 DATA LOCALITA' SCOPO USCITA PARTECIPANTI 30/3 Grotta Grande del Vento Rilievi topografici e fotografie Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Orfei Gianni, Ballarini Raoul 25/3 Grotta Grande del Vento Visita Orfei Toni, Lametti Fabrizio 30/3 Grotta Grande del Rilievi topografici Orfei Toni, Lametti Fabrizio Orfei ATTIVITA' ANNO 1984 1/1 Grotta del Vernino Visita Lametti Fabrizio, Belli Antonio, Chiocchi Massimo, Bettarelli Danilo 6/1 Grotta del Fiume Esplorazione Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Barbarossa Fausto, Belli Antonio, Chiocchi Massimo 12/1 Grotta Grande del Vento Visita Lametti Fabrizio, Conti Vittorio, Battistoni Andrea 21/1 Grotta Grande del Vento Rilievi topografici Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Marinelli Tersilio, Conti Vittorio, Principi Enrico, Gatti Marco, Conti Mauro, Barbarossa Achille, Orfei Stefano, Orfei Gianni 27/1 Palestra di Pierosara 5º Corso speleologia Lametti Fabrizio, Orfei Stefano, Orfei Gianni, Conti Vittorio, Conti Mauro, Mariani Marco, Barbarossa Achille, Pacheco Alessandra, Rossi Cristina 29/1 Grotta Grande del Vento Visita Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Marinelli Tersilio, Marinelli Paola, Marinelli Nadia, Bruschi Giorgio, Crinei Fabrizio 1/2 Grotta Grande del Vento 5º Corso speleologia Lametti Fabrizio, Conti Vittorio, 4/2 Palestra Frasassi 5º Corso speleologia Lametti Fabrizio, Orfei Gianni, Orfei Stefano, Pacheco Alessandra, Rossi Cristina 11/2 Grotta Grande del Vento 5º Corso speleologia Lametti Fabrizio, Orfei Gianni, Orfei Stefano, Pacheco Alessandra, Rossi Cristina 11/3 Grotta Grande del Vento Esplorazione Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Orfei Stefano, Conti Vittorio, Conti Mauro, Battistoni Andrea 24/4 Grotta Grande del Vento – Grotta del Fiume Traversata Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Battistoni Andrea, Conti Mauro, Orfei Stefano, Belli Antonio, Chiocchi Massimo, Gatti Marco 5/5 Grotta Grande del Vento Visita Barbarossa Fausto, Conti Mauro, Orfei Stefano, Gatti Marco 26/5 Grotta del Fiume Esplorazione Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Belli Antonio, Conti Mauro 30/6 Grotta Grande del Vento Esplorazione Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Barbarossa Fausto 8/7 Grotta Grande del Vento– Grotta del Fiume Traversata Orfei Toni - GSA 13/8 Grotta Grande del Vento Visita Galeazzi Alberto, Galeazzi Andrea 14/8 Grotta del Fiume Visita Orfei Stefano, Lametti Fabrizio, Belli Antonio, Conti Mauro, Barbarossa Achille. Marinelli Debora, Mariani Marco, Pacheco Alessandra 23/8 Grotta del Fiume Esplorazione “El Mexico” Bettarelli Roberto, Orfei Toni, Principi Enrico, Marinelli Giancarlo, Galeazzi Alberto, Lametti Ezio, Orfei Stefano 28/8 Grotta del Fiume Esplorazione Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Battistoni Andrea 1/9 Grotta Grande del Vento Visita Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Marinelli Gabrio 6/9 Grotta Grande del Vento Visita Lametti Fabrizio, Orfei Stefano, Chiocchi Massimo, Gatti Marco, Raffaeli Diario, Fracassini Paolo 13/9 Palestra roccia di fronte alle Grotte Esercitazione Pronto Intervento Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Gatti Marco, Orfei Stefano, Raffaeli Diario 15/9 Grotta Grande del Vento Esplorazione Orfei Toni, Lametti Fabrizio Ott. Grotta del Fosso Riccio Ripristino linea elettrica Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Orfei Stefano Dic. Scuola Media Serra San Quirico Lezione con proiezione dia Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Orfei Stefano Dic. Scuola Media Angeli di Rosora Lezione con proiezione dia Orfei Toni, Belli Antonio, Chiocchi Massimo 37 Altre Iniziative ATTIVITA ANNO 1985 Mag. Palestra M. Revellone 6º Corso speleologia Orfei Toni, Orfei Stefano Mag. Grotta dell’Acqua Solfurea Visita Orfei Toni, Orfei Stefano 2/7 Grotta del Fosso Riccio Esplorazione Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Barbarossa Fausto Ago. Buco del Colonello Visita Orfei Toni, Galeazzi Alberto, Galeazzi Andrea 3/9 Grotta del Fosso Riccio Esplorazione Orfei Toni, Falcioni Dario, Bernardi Mauro 16/9 Grotta del Fosso Riccio Esplorazione Orfei Toni, Orfei Stefano, Barbarossa Fausto, Bernardi Mauro 12/10 Palestra Gola della Rossa 6º Corso speleologia Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Orfei Stefano, Battistoni Andrea 14/10 Grotta Verde Visita Orfei Toni, Battistoni Andrea 15/10 Palestra Gola Frasassi 6º Corso speleologia Lametti Fabrizio, Orfei Stefano, Battistoni Andrea, Bettarelli Debora 19/10 Grotta Grande del Vento Visita Orfei Toni, Lametti Fabrizio, GS Modena e Reggio Emilia 20/10 Grotta Grande del Vento– Grotta del Fiume Traversata Orfei Toni, Lametti Fabrizio, Battistoni Andrea + GS Modena e Reggio Emilia
  • 39. Nell'anno 1987 l'A.S.G.S.V. appoggia un importante esperimento e allo stesso tempo un record. Marinelli Tersilio, Orfei Toni, Galeazzi Alberto, Lametti Fabrizio, Gatti Marco, Principi Enrico e Lametti Ezio fanno parte della squadra di soccorso speleologico che agevolerà l'uscita di Maurizio Montalbini. Questi ha trascorso 210 giorni in totale isolamento spazio-temporale nella "Grotta Grande del Vento", battendo il precedente record (205 giorni) stabilito da Michel Siffre. Nell’estate del 1987 Toni Orfei, Andrea Battistoni, Stefano Orfei ed un amico sub di Ferrara (Sofriti) fanno una esplorazione alla Grotta del Fiume al di là del lago Rox attraversandolo a nuoto. Nel dicembre del 1987 di nuovo il gruppo con la squadra di appoggio collabora ad un nuovo esperimento di isolamento in grotta denominato “La città sotterranea”. Questa volta sono in 15 e rimangono nella Grotta del Fiume in completo isolamento per due mesi. Uno dei componenti è Gabrio Marinelli, che documenterà tutta l’esperienza per la Rai. ULTIME ATTIVITÁ A partire dall'autunno del 1993, un gruppo di giovani ragazzi guidati da Galeazzi Andrea concen- trano il loro interesse su alcune piccole cavità della zona, a loro sconosciute. Per la ricerca degli ingressi i ragazzi si servono di vecchi testi e di cartine topografiche della zona, anche se nella mag- gior parte dei casi quest'ultime si riveleranno inutili., poiché i sentieri, con il passare degli anni, hanno modificato il loro aspetto o addirittura si sono cancellati. Queste nuove attività richiamano alla memoria di Galeazzi Alberto i ricordi delle avventure pas- sate e fanno sì che egli indossi nuovamente il suo casco ormai appeso al chiodo. Nonostante abbia interrotto per diversi anni l'attività speleologica, a seguito di una operazione all'ernia, la sua pre- senza si è dimostrata sempre determinante ai fini del buon esito delle spedizioni dei ragazzi. Sebbene la maggior parte delle uscite sono state dedicate alla sola visita delle cavità non sono mancate le esplorazioni; sfortunatamente queste non hanno portato a grandi risultati. Tuttavia è stata scoperta una nuova grotta nella Valle Stretta, la cui estensione è solo di qualche metro nono- stante il gran lavoro di disostruzione. Come si può vedere nelle tabelle di questi anni, gran parete dell'attivita è stata dedicata alla foto- grafia, in modo che rimanga qualcosa in più delle parole. 38 Altre Iniziative / Ultime Attività ATTIVITA' ANNO 1993 6/9 Grotta dell’Infinito Ricerca ingresso Galeazzi Andrea, Cerioni Simone, Silvestrini Andrea, Burzacca Daniele, Franconi Filippo 7/9 Grotta dell’Infinito Ricerca ingresso Galeazzi Andrea, Cerioni Simone, Burzacca Daniele, Franconi Filippo 9/9 Caverna dell’Inferno Ricerca ingresso Galeazzi Andrea, Cerioni Simone, Burzacca Daniele, Franconi Filippo, Gattucci Gabriele, Silvestrini Andrea 10/9 Il Grottone Ricerca ingresso Galeazzi Andrea, Cerioni Simone, Burzacca Daniele, Franconi Filippo, Gattucci Gabriele, Silvestrini Andrea, Marinelli Stefano, Bagaglia Davide 19/9 Grotta dell’Infinito Foto Galeazzi Alberto, Galeazzi Andrea, Cerioni Simone, Burzacca Daniele 26/9 Caverna dell’Inferno Foto Galeazzi Alberto, Galeazzi Andrea, Cerioni Simone, Burzacca Daniele, Franconi Filippo 9/10 Il Grottone Foto Galeazzi Alberto, Galeazzi Andrea 16/10 Grotta del Vernino Foto Galeazzi Alberto, Galeazzi Andrea 30/10 Buco del Colonnello Foto Galeazzi Alberto, Galeazzi Andrea 31/10 Gotta del Mezzogiorno Foto Galeazzi Alberto, Galeazzi Andrea 4/12 Caverna delle Terme Caverna dei Baffoni Visita Galeazzi Alberto, Galeazzi Andrea 18/12 Grotta Grande del Vento Visita Galeazzi Alberto, Galeazzi Andrea