The document reports radio signal data from the LOFAR radio telescope in the Netherlands. It lists the measurement site, station, frequency, monitor ID, and date for the original signal and the signal with the first three intrinsic mode functions (IMFs) removed through empirical mode decomposition (EMD) analysis. This EMD technique decomposes signals into their oscillating components.
This document appears to be comparing different versions of a document related to Italy from February 15, 2011. It lists three versions: the original, the original minus references to IMF4/IMF5, and a comparison of the two. In a few short sentences, it conveys there are multiple drafts of an Italy-related document from 2011 being assessed and compared.
The document reports radio signal data from the LOFAR radio telescope in the Netherlands. It lists the measurement site, station, frequency, monitor ID, and date for the original signal and the signal with the first three intrinsic mode functions (IMFs) removed through empirical mode decomposition (EMD) analysis. This EMD technique decomposes signals into their oscillating components.
This document appears to be comparing different versions of a document related to Italy from February 15, 2011. It lists three versions: the original, the original minus references to IMF4/IMF5, and a comparison of the two. In a few short sentences, it conveys there are multiple drafts of an Italy-related document from 2011 being assessed and compared.
Analisi PIXE, PIGE e di Ionoluminescenza con microfascio esterno a scansione ...Cristina Giancristofaro
Analisi combinate PIXE/PIGE/IL alla facility di microfascio esterno a scansione di un acceleratore di particelle hanno permesso di ricavare nuovi risultati sulla luminescenza del lapislazzuli, arrivare ad un’approfondita caratterizzazione mineralogica in esterno e fare ipotesi sulla provenienza tramite lo studio delle proprietà di luminescenza dei diversi minerali accessori.
Importante chiave di attribuzione individuata è stata la luminescenza caratteristica della wollastonite nel lapislazzuli cileno.
Nell'ambito del Progetto Speciale Nuove Tecniche di Accelerazione dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), i Laboratori Nazionali di Legnaro
(LNL) hanno proposto un'originale tecnica di formatura a freddo di cavità in niobio massiccio con frequenza di risonanza a 1,3GHz del tipo TESLA. La tecnica di lavorazione si basa sulla tornitura in lastra (in inglese spinning) ed è in grado di costruire cavità monocelle e multicelle, senza l'utilizzo di saldature1 - in inglese cavità di tipo seamless.
La possibilità di fabbricazione di cavità senza saldatura offre due vantaggi
immediati. Il primo vantaggio consiste nell'evitare automaticamente il problema di produzione di difetti superficiali originati dalla saldatura. Il secondo vantaggio, non meno importante del primo risiede nell'abbattimento dei costi e dei tempi di fabbricazione delle cavità a 1.3GHz con nove celle in niobio massiccio, proposte per TESLA.
La tecnica dello spinning oltre a questi vantaggi si è dimostrata essere anche
alquanto promettente. La maggior parte delle cavità costruite con questo metodo, sebbene solo monocella, ha esibito campi acceleranti massimi fino a 39MV/m con un fattore di merito pari a 1010, ove le specifiche del progetto TESLA sono di 25MV/m e di 5×109.
Il progetto di ricerca e sviluppo, applicato alle cavità seamless, ha in definitiva lo scopo di dimostrare la fattibilità di fabbricazione e di funzionamento di strutture risonanti a basso costo per applicazioni su larga scala, dove decine di migliaia di cavità sono prodotte in tempi ragionevoli.
Il lavoro di tesi si inserisce in questo contesto, a fianco dell'attività di ricerca a livello nazionale e internazionale, in cui i Laboratori Nazionali di Legnaro collaborano fornendo cavità seamless presso i seguenti centri di ricerca: INFN sezione di Genova, CERN (Organisation Européenne pour la Recherche Nucléaire) a Ginevra, CEA/Saclay (Commissariat ý l'Energie Atomique) in Francia, DESY (Deutsches Elektronen-Synchrotron) in Germania KEK (High Energy Accelerator Organization) a Tsukuba in Giappone e TJNAF (Thomas Jefferson National Accelerator Facility) negli Stati Uniti.
Lo svolgimento è stato condotto in parte presso i Laboratori Nazionali di Legnaro, dove è stata seguita maggiormente la parte di produzione delle cavità, ed in parte presso i laboratori del TJNAF (Jefferson Lab), dove è stata svolta l'operazione di caratterizzazione delle cavità.
In passato, svariati programmi di ricerca sono stati condotti per comprendere più a fondo i fenomeni che regolano le limitazioni al funzionamento delle cavità, con lo scopo di spingere oltre il confine delle prestazioni. Il presente lavoro di tesi è similmente motivato.
In particolare si focalizzerà il problema su uno dei meccanismi limitanti. Si cercherà di comprendere se la rugosità superficiale delle cavità seamless è un fattore decisivo per le prestazioni.
In questo lavoro di tesi si cerca di affrontare un problema che sembra essere una sfida per la Scienza dei Materiali: riuscire a diminuire la contaminazione superficiale di impurezze radioattive presenti sui materiali che andranno a costituire il rivelatore di neutrini denominato CUORE all’interno dei laboratori del Gran Sasso.
La struttura di questo elaborato si pone proprio in questa ottica. Nel capitolo 1 viene definito lo stato dell’arte della contaminazione presente sul rivelatore, cercando di specificare del perché essa sia soprattutto superficiale.
Nel capitolo 2 viene data un’ampia panoramica di gran parte delle tecniche di pulizia presenti, siano esse meccaniche, chimiche o fisiche, cercando di declinarne la descrizione riguardo alla problematica considerata.
Il capitolo 3 è dedicato allo studio delle sorgenti ioniche, cioè degli strumenti mediante i quali si intende svolgere la procedura di pulizia.
Conseguentemente, alla luce di quanto ideato e progettato, nel capitolo 4 viene data un’ampia descrizione della facility costruita e della sua ottimizzazione.
Infine nel capitolo 5 viene descritta la procedura di pulizia, la preparazione e conseguente caratterizzazione di alcuni campioni per valutare e discriminare se il lavoro svolto può inserirsi all’interno dell’ampio processo di R&D che porterà entro 5 anni il rivelatore CUORE ad appurare se il neutrino sia o meno dotato di massa.
Studio e sviluppo di una soluzione circuitale per la simulazione di un rivela...DanieleMarchese6
Studio e sviluppo di una soluzione circuitale per la simulazione di un rivelatore THz basato su matrice di bolometri micromeccanici. Laurea triennale in ingegneria elettronica e informatica. Daniele Marchese.
Analisi PIXE, PIGE e di Ionoluminescenza con microfascio esterno a scansione ...Cristina Giancristofaro
Analisi combinate PIXE/PIGE/IL alla facility di microfascio esterno a scansione di un acceleratore di particelle hanno permesso di ricavare nuovi risultati sulla luminescenza del lapislazzuli, arrivare ad un’approfondita caratterizzazione mineralogica in esterno e fare ipotesi sulla provenienza tramite lo studio delle proprietà di luminescenza dei diversi minerali accessori.
Importante chiave di attribuzione individuata è stata la luminescenza caratteristica della wollastonite nel lapislazzuli cileno.
Nell'ambito del Progetto Speciale Nuove Tecniche di Accelerazione dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), i Laboratori Nazionali di Legnaro
(LNL) hanno proposto un'originale tecnica di formatura a freddo di cavità in niobio massiccio con frequenza di risonanza a 1,3GHz del tipo TESLA. La tecnica di lavorazione si basa sulla tornitura in lastra (in inglese spinning) ed è in grado di costruire cavità monocelle e multicelle, senza l'utilizzo di saldature1 - in inglese cavità di tipo seamless.
La possibilità di fabbricazione di cavità senza saldatura offre due vantaggi
immediati. Il primo vantaggio consiste nell'evitare automaticamente il problema di produzione di difetti superficiali originati dalla saldatura. Il secondo vantaggio, non meno importante del primo risiede nell'abbattimento dei costi e dei tempi di fabbricazione delle cavità a 1.3GHz con nove celle in niobio massiccio, proposte per TESLA.
La tecnica dello spinning oltre a questi vantaggi si è dimostrata essere anche
alquanto promettente. La maggior parte delle cavità costruite con questo metodo, sebbene solo monocella, ha esibito campi acceleranti massimi fino a 39MV/m con un fattore di merito pari a 1010, ove le specifiche del progetto TESLA sono di 25MV/m e di 5×109.
Il progetto di ricerca e sviluppo, applicato alle cavità seamless, ha in definitiva lo scopo di dimostrare la fattibilità di fabbricazione e di funzionamento di strutture risonanti a basso costo per applicazioni su larga scala, dove decine di migliaia di cavità sono prodotte in tempi ragionevoli.
Il lavoro di tesi si inserisce in questo contesto, a fianco dell'attività di ricerca a livello nazionale e internazionale, in cui i Laboratori Nazionali di Legnaro collaborano fornendo cavità seamless presso i seguenti centri di ricerca: INFN sezione di Genova, CERN (Organisation Européenne pour la Recherche Nucléaire) a Ginevra, CEA/Saclay (Commissariat ý l'Energie Atomique) in Francia, DESY (Deutsches Elektronen-Synchrotron) in Germania KEK (High Energy Accelerator Organization) a Tsukuba in Giappone e TJNAF (Thomas Jefferson National Accelerator Facility) negli Stati Uniti.
Lo svolgimento è stato condotto in parte presso i Laboratori Nazionali di Legnaro, dove è stata seguita maggiormente la parte di produzione delle cavità, ed in parte presso i laboratori del TJNAF (Jefferson Lab), dove è stata svolta l'operazione di caratterizzazione delle cavità.
In passato, svariati programmi di ricerca sono stati condotti per comprendere più a fondo i fenomeni che regolano le limitazioni al funzionamento delle cavità, con lo scopo di spingere oltre il confine delle prestazioni. Il presente lavoro di tesi è similmente motivato.
In particolare si focalizzerà il problema su uno dei meccanismi limitanti. Si cercherà di comprendere se la rugosità superficiale delle cavità seamless è un fattore decisivo per le prestazioni.
In questo lavoro di tesi si cerca di affrontare un problema che sembra essere una sfida per la Scienza dei Materiali: riuscire a diminuire la contaminazione superficiale di impurezze radioattive presenti sui materiali che andranno a costituire il rivelatore di neutrini denominato CUORE all’interno dei laboratori del Gran Sasso.
La struttura di questo elaborato si pone proprio in questa ottica. Nel capitolo 1 viene definito lo stato dell’arte della contaminazione presente sul rivelatore, cercando di specificare del perché essa sia soprattutto superficiale.
Nel capitolo 2 viene data un’ampia panoramica di gran parte delle tecniche di pulizia presenti, siano esse meccaniche, chimiche o fisiche, cercando di declinarne la descrizione riguardo alla problematica considerata.
Il capitolo 3 è dedicato allo studio delle sorgenti ioniche, cioè degli strumenti mediante i quali si intende svolgere la procedura di pulizia.
Conseguentemente, alla luce di quanto ideato e progettato, nel capitolo 4 viene data un’ampia descrizione della facility costruita e della sua ottimizzazione.
Infine nel capitolo 5 viene descritta la procedura di pulizia, la preparazione e conseguente caratterizzazione di alcuni campioni per valutare e discriminare se il lavoro svolto può inserirsi all’interno dell’ampio processo di R&D che porterà entro 5 anni il rivelatore CUORE ad appurare se il neutrino sia o meno dotato di massa.
Studio e sviluppo di una soluzione circuitale per la simulazione di un rivela...DanieleMarchese6
Studio e sviluppo di una soluzione circuitale per la simulazione di un rivelatore THz basato su matrice di bolometri micromeccanici. Laurea triennale in ingegneria elettronica e informatica. Daniele Marchese.
This document summarizes a student science project that used signal processing techniques to analyze data from a SID monitor, which records radio signals to detect solar flares. The project aimed to address issues with identifying weak flares due to background noise. The students used a technique called empirical mode decomposition to isolate noise components in the SID data. They also designed an experiment using artificial flares to study the effects of flare parameters. As a result, they created software called SidDataAnalyzer that can decompose, clean, and graphically represent SID data alongside NASA satellite measurements to help identify solar flares.
18. TEMPERATURA DEL SOLE Picco di emissione a 525 nm Legge di Wien: λMAX T = 0,0029 mK T = 5500 K
19. CONCLUSIONI Con lo spettroscopio da laboratorio e quello da noi costruito abbiamo effettuato osservazioni qualitative, con lo spettrometro anche quantitative, grazie alla semplicità con cui è possibile trattare i dati.
20.
21. Scoprire le potenzialità dello spettrometro per una raccolta dati più ampia