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Numero unico a cura dei partecipanti al Corso di giornalismo
    organizzato dall’Associazione Oratorio S.Antonio - Trento
                                                    Marzo 2011




Sguardi
 sulla città
Il volontariato impara a comunicare                                                                                         In quest’ottica va anche sottolineato l’impegno             formazione e della sua completa applicazione a
                                                                                                                            partecipativo che ha offerto l’occasione ai fre-            mezzo della stampa quotidiana o periodica, hanno
L’ABC del giornalismo                                                                                                       quentanti di scambiarsi idee ed esperienze diverse          offerto ai singoli interessati ulteriori elementi per
Un corso organizzato dall’Associazione Oratorio S. Antonio                                                                  ed ha consentito agli stessi un apporto concreto            un fattivo contributo nel campo della socialità e,
                                                                                                                            mediante uno o più “pezzi” scritti per la pubbli-           in particolare, in quello del volontariato locale o a
                                                                                                                            cazione sulla stampa locale.                                più ampio raggio d’azione.
In quest’epoca in cui l’informazione riveste no-         quale fonte primaria per immediatezza ed attendi-                  Il tutto lascia intendere che le conoscenze ac-
tevole importanza, anche sotto il profilo tecno-         bilità.                                                            quisite, specie sul versante dell’utilizzo dell’in-                                      Lucia Menato
logico, trova adeguata collocazione l’iniziativa di      Nella parte conclusiva del corso si é dato spazio
un “Corso di giornalismo” organizzato dall’As-           all’attività pratica, con l’utilizzo di software liberi
sociazione Oratorio S. Antonio di Trento, con il         per scrittura, elaborazione di immagini e metodi
sostegno della Fondazione trentina per il volonta-       di impaginazione, di sicura utilità a livello di noti-
riato sociale.                                           ziari locali (parrocchiali o di associazioni volonta-
                                                                                                                            Uno sguardo diverso
Al corso ha partecipato un gruppo eterogeneo di          ristiche).
persone - per età, sesso, provenienza, esperienza        L’ampiezza del corso e la qualità dei profili svolti               Avete presente quelle signore anziane che parlano           questo corso che vede noti docenti qualificati susseguirsi
di lavoro -, tutte peraltro legate da un comune de-      evidenziano l’intrinseca utilità dell’iniziativa sia               sempre e solo di malattie, di rapine e omicidi della        alla cattedra.
nominatore e cioè l’impegno sociale o comunque           sul piano di una costruttiva riflessione in ordine                 cronaca e poi concludono con: “Oh, che brutto mondo!”,      Prima ancora da lettori ed utenti dei media che come
nel volontariato locale, e perciò stesso desiderose      all’importanza della funzione giornalistica, sia su                scrollando la testa e levando gli occhi al cielo?           “apprendisti” ed aspiranti operatori, sia pure locali, nel
di poter disporre di un apporto più pregnante nel        quello dell’acquisizione degli strumenti rivolti alla              Ci si chiede, a volte, se anche i media non si comportino   mondo dell’informazione.
settore di operatività.                                  correttezza operativa.                                             allo stesso modo.                                           Perché questa è forse l’area in cui giocano un ruolo
I contenuti del corso si sono ispirati a tre aree                                                                           Scorrendo i giornali o prestando ascolto ai vari TG,        i giornali locali e i fogli di categoria, di parrocchia, di
tematiche di fondo: conoscenza generale dei me-                                                                             ci si trova per lo più sopraffatti da notizie di crimini,   rione: possono diventare strumento e stimolo per un con-
dia, stampa e giornalismo, strumenti informatici.             Chi, come, quando.                                            disgrazie, malaffare e tragedie planetarie. Tanto da        fronto diretto su temi grandi e piccoli con le persone che
Pur nella varietà degli aspetti toccati, il percorso è        Nel settembre 2010 ha preso avvio presso                      essere indotti un po’ alla volta a convincersi che al       incontriamo nel rione o sul lavoro, fare da rete interme-
stato lineare e coerente.                                     l’Associazione Oratorio S. Antonio di Trento il “I Corso      mondo accadano quasi esclusivamente fatti negativi.         dia di informazione e partecipazione.
In sostanza, si è partiti dai principi portanti               di giornalismo - per redattori o collaboratori di notiziari   Va detto che i media tengono conto del criterio di          Assumersi il compito di integrare con tasselli di vita
del pensiero scritto, con peculiare riguardo al               o giornali parrocchiali, rionali, di associazioni, di         notiziabilità, cioè di che cosa faccia sì che un fatto      comune i vuoti lasciati dalle notizie più generali di at-
momento della conoscenza e della correttezza                  volontariato”, organizzato dalla Redazione “Comunità          piuttosto che un altro diventi notizia, interessi il        tualità, che a volte, risucchiano e focalizzano l’attenzio-
nell’informazione; si è poi passati alla struttura            in Dialogo” e coordinato da Mauro Avi.                        pubblico, si faccia leggere dalle persone che prendono in   ne del pubblico solo su alcuni temi, tralasciandone altri
ed alla tecnica del giornale, anche in connessione            Il Corso, della durata di circa 80 ore, si è sviluppato in    mano un giornale o una qualsiasi pubblicazione.             egualmente importanti, o magari più “spinosi”.
al corredo fotografico, con particolare riferimen-            un ciclo di 20 settimane (fino alla fine di febbraio 2011),   Questi strumenti dovrebbero informarci, darci un’idea,      Presentare, sia nei risvolti positivi, che, nei nodi criti-
to alla stampa avente dimensione locale; ci si è,             con lezioni serali teorico–pratiche, che hanno visto          illustrarci, renderci edotti del mondo che ci circonda      ci, pezzi della realtà che ci circonda immediatamente,
quindi, soffermati sugli aspetti etico - deontolo-            impegnati i giornalisti trentini Diego Andreatta, Vittorio    nella sua complessità, con i risvolti anche critici o       palpabile e constatabile dal vivo, pur mantenendo uno
gici del giornalista, per pervenire infine alla parte         Cristelli, Fabrizio Franchi (presidente dell’Ordine),         problematici, ma componendo una visione d’insieme           sforzo di collegamento tra il “piccolo”, il “vicino”, e il
operativa sotto il profilo informatico - compo-               Fulvio Gardumi, Paolo Ghezzi e Giorgio Grigolli, nonché       esaustiva.                                                  “globale”.
sitivo della stampa in generale e del giornale in             altri esperti del settore, quali Flavio Antolini (per le      Quanto invece i loro criteri di scelta e di presentazione   Far sì, infine, che l’immagine proiettata nella nostra
particolare.                                                  dinamiche della comunicazione), Lucia Bort (insegnante        delle notizie sono più indirizzati alla diffusione          mente dalla massa di informazioni che ci bombardano
In tale contesto ha assunto rilevanza la visita alla          di grafica), Giovanna Gadotti (docente di Sociologia          della testata o a catturare l’ascolto delle persone, per    quotidianamente, sia equilibrata e per quanto possibile
redazione del giornale “L’Adige”, con consta-                 della comunicazione - Università Trento), Dino Panato         la gestione economica del giornale, e per l’interesse o     completa, più vicina a noi e, soprattutto, più integrata e
tazione dal vivo dell’apparato strutturale degli              (fotografo - fotoreporter) e Pierluigi Roberti (docente       l’indirizzo dell’editore?                                   aperta nella direzione di una realistica positività.
articoli in via di pubblicazione, tempestivamente             di informatica - Università Trento).                          Per cercare di comprendere e gestire questi meccanismi
integrati dagli aggiornamenti dell’Agenzia ANSA,                                                                            anziché esserne passive vittime, abbiamo organizzato                                     Mauro Avi
1. Modulo per il riconoscimento
            digitale e per il codice
 2. Video interlocutore tra casa e
                 utente della casa
                    3. Zona pranzo     1


                                                                                      4                                                5

                                                                                                    4. 5. Contatti magnetici a porte
                                                                                                                                                                                                                         9
                                                                                                    e finestre
                                                                                                    6. Luci interne a “barra
                                                                                                                                                                                                                         10                   7. Soggiorno
                                                                                                    graduata”
                                                                                                                                                                                                                                              8. Stanza da letto per le ragazze
                                                                                                                                                                                                                                              9. Stanza da letto per i ragazzi
                                                                                                                                                                                                                                              10. Visualizzazione e gestione
                                                                                                                                                                                   7                                                          dell’alloggio dal touch screen
                                       2                           3                           6                                                                                                                    8




La “Casa Satellite” dell’ANFFAS                                                                                                            A cena con degli ospiti speciali
Come l’informatica favorisce l’autonomia della persona                                                                                     Una serata decisamente diversa...

Gli ospiti abituali della “Casa Satellite” sono          anche ad altri contesti. La prima grande novità è                                 Sono quasi le venti e trenta. Abbiamo finito di         che in questo caso una voce registrata avvisa per
16 ragazzi con un ritardo mentale tra il grado           la domotica, ovvero l’informatica applicata alla                                  mangiare ma siamo ancora seduti a chiacchierare.        nome ciascun ospite con un simpatico messaggio.
lieve e medio dovuto alla sindrome di Down o             casa. In prospettiva è immaginabile uno scenario                                  La tavola è stata sparecchiata da poco e stiamo         La signora che è appena entrata è la mamma di
a problemi connatali. Di una età compresa tra i          di proposte residenziali diversificate a seconda dei                              aspettando, chi più chi meno golosamente, di            una ragazza che frequenta abitualmente la casa,
21 e i 31 anni, normalmente vivono con le loro           bisogni degli utenti che consenta, attraverso l’uso                               mangiare i grostoli, visto che siamo nel periodo        ma che non è presente lì quella sera. Fa la volon-
famiglie. Per il progetto è stato individuato a          sempre crescente della tecnologia informatica,                                    di Carnevale. Ad un tratto il campanello suona: è       taria da quando questo progetto è iniziato, ma in
Trento un appartamento di 71 m2 al primo piano           un maggior grado di autonomia degli ospiti e un                                   arrivata la volontaria che farà la notte.               effetti da molto più tempo, da quando cioè sua
di una palazzina ITEA. La zona dove è ubicato            conseguente significativo risparmio di risorse                                    E’ mercoledì due febbraio, sono nella “Casa Satel-      figlia aveva appena un mese e lei ha conosciuto
l’edificio è raggiungibile a piedi dal vicino centro     anche da parte dell’ente pubblico. Sin d’ora questa                               lite” gestita da Anffas Trentino Onlus assieme ad       il “Centro Piccoli Down”, fondato nel 1981 da
di ANFFAS Trentino “Cresciamo insieme” (a                esperienza potrebbe essere di stimolo alle famiglie                               un ‘collega’ del corso di giornalismo; siamo stati      alcuni genitori (tra i quali c’era anche Maria Gra-
monte della nuova sede della Questura) e ben             verso l’utilizzo di tali ausilî domotici in grado di                              gentilmente invitati a cena dal responsabile della      zia Cioffi Bassi, l’attuale presidente dell’Anffas
servita dai mezzi di trasporto pubblico.                 garantire l’autonomia e la tutela del figlio anche in                             struttura, Gianluca Primon. Il conoscersi a tavola      Trentino Onlus). E’ una persona dalla sguardo
Gli obiettivi dichiarati del Progetto “Casa              assenza del loro occhio vigile.                                                   davanti a un buon piatto di pasta, mi è subito          vivo e rassicurante, una mamma che ogni mese
Satellite” sono assai variegati ma in estrema            Un altro aspetto importante posto in essere                                       sembrato un modo davvero piacevole e cordiale           dedica una o due notti a questi ragazzi che ormai
sintesi possiamo riassumerli in due. In primo            dal progetto è il coinvolgimento massiccio del                                    per entrare in diretto contatto con questa nuova        conosce benissimo - visto che sono cresciuti sotto
luogo la volontà di sperimentare un contesto             volontariato. In “Casa Satellite” tale risorsa                                    realtà, a me finora sconosciuta.                        i suoi occhi - e che tratta in modo molto familiare
residenziale nel quale le persone con disabilità         viene utilizzata in maniera sistematica, stabile                                  Ogni settimana per quattro giorni, dal mercoledì        e accogliente.
intellettiva possano acquisire le competenze             ed efficiente grazie alla collaborazione con                                      al sabato pomeriggio, viene ospitato a rotazione        Qualcuno ha messo alla tv la videocassetta di un
necessarie per la gestione della vita domestica          l’Organizzazione “Liberamente insieme per                                         un gruppo diverso di ragazzi, di solito composto        film comico che in realtà nessuno guarda: non
con il massimo grado di autonomia possibile. In          ANFFAS Trentino” che ha portato allo sviluppo                                     da due maschi e due femmine. Grazie al pc ‘do-          c’è tempo, c’è altro da fare! Chi intrattiene gli
parallelo lo sviluppo di una rete fra enti profit e      di innovativi modelli di gestione del volontariato.                               motico’ che si trova in soggiorno è possibile or-       ospiti, chi prepara per tutti la camomilla calda – il
no-profit per individuare soluzioni tecnologiche         Il progetto trentino, del tutto sperimentale e                                    ganizzare le varie attività quotidiane. Per scegliere   rilassante rito della sera – chi ascolta un po’ di
atte a migliorare la sicurezza e la qualità della vita   innovativo, è già stato fatto proprio da un’altra                                 il menù del pranzo e della cena i ragazzi trovano       musica sull’I-pod, chi disfa la valigia e inizia a farsi
delle persone con disabilità intellettiva.               realtà italiana, a Pavia.                                                         un elenco di immagini di pietanze (primi, secon-        il letto per la notte. Il clima generale è frizzante,
I genitori che vedono crescere il loro figlio            Come tutto ciò si svilupperà in futuro dipenderà                                  di, contorni..), decidono insieme quali vogliono        ma nello stesso tempo molto sereno. La casa poi
con disabilità intellettive serie si pongono,            da una serie di fattori: economici, certo, ma non                                 cucinare quel giorno e poi le spuntano su una           è decisamente ordinata e pulita, con ogni cosa al
inevitabilmente, molte domande riguardanti il            solo. Anzi, l’aspetto economico al momento pare                                   lista, che alla fine viene stampata. A questo punto     suo posto. Ci si sta bene. Faccio ancora un po’
suo futuro. Una delle più angoscianti riguarda           un problema assai meno significativo rispetto ad                                  controllano cosa c’è già in dispensa e infine vanno     di conversazione con i ragazzi, poi saluto e mi
il “dopo di noi”: ovvero il non sapere quali             altri, essenzialmente di natura emozionale: ben                                   insieme a comprare ciò che manca. Anche la              congedo. Torno a casa con la sensazione di aver
scenari si apriranno per il proprio figlio quando        più difficili da risolvere.                                                       mattina il computer sveglia ognuno all’ora oppor-       trascorso proprio una serata diversa e arricchente.
loro non saranno più in grado di occuparsene.                                                                                              tuna, in base ai suoi impegni e alle sue abitudini:     C’è un mondo silenzioso di persone che dedicano
Da tale questione, più volte dibattuta anche                                                                                               per esempio c’è chi è più pigro e vorrebbe dor-         il proprio tempo e i propri talenti agli altri. Il 2011
all’interno dell’ANFFAS Trentino, è nata l’idea                                                                                            mire fino all’ultimo minuto e chi invece preferisce     è l’Anno Europeo del volontariato. Pensiamoci.
di sperimentare un modello di residenzialità                                      Pietro Marsilli                                          alzarsi un po’ prima per lavarsi e far colazione con
ove testare una serie di nuove strumentazioni                                                                                              tutta calma prima di uscire di casa. Infine la sera
e modalità operative eventualmente applicabili                                                                                             bisogna spegnere il cellulare verso le 21.00 e an-                                 Anna Degasperi
Bottega - racconta una delle
                                                                                                                                artiste - significa luogo
Perché le due metà del cielo                                                                                                    in cui la creazione passa

non diventino troppo uguali
                                                                                                                                attraverso l’alchimia
                                                                                                                                della fatica e del sudore
                                                                                                                             dell’artigiano che lavora
Ho da poco iniziato a leggere un libro dal titolo          In questi ultimi cinquant’anni la donna ha ot-                   instancabilmente dietro la
“Lettera alle donne”. È scritto dalla giornalista          tenuto un ruolo sempre più “attivo” all’interno               propria visione, insomma un
francese Catherine Barry che ha raccolto i vari            della società: è entrata nel mondo del lavoro, ha         luogo dove ci si sporca le mani.
messaggi del Dalai Lama all’universo femminile.            occupato ruoli da sempre prettamente maschili,
                      In sintesi il Dalai Lama affer-      ha imparato a camminare con le “sue gambe”
                      ma che “ La prossima era sarà        dimostrando il suo valore anche se spesso si è
                      delle donne” sostenendo che          visto che questo nuovo modo di essere è più un

                                                                                                                 Maschere del mondo
                      è l’unica che con la sua sensi-      copiare i comportamenti maschili che non l’aver
                      bilità, il suo altruismo, la sua     trovato una vera nuova identità. Basta pensare
                      compassione può dare inizio          alle donne che in politica in nome del “potere”       Il primo compleanno della Bottega Buffa CircoVacanti
                      ad un cambiamento profondo           difendono così strenuamente quei capigruppo
                      e radicale in grado di costruire     od onorevoli o senatori
                      una società di pace.                 che molto palesemente                                 Il 27 gennaio scorso, nella sala conferenze della         da questa poetica, diventa immediata la compren-
                      Sono completamente d’accor-          dal loro parlare ed agire                             Caritro, l’Associazione di promozione sociale             sione dell’istinto del gruppo di cercare continua-
do con questa affermazione.                                lasciano intendere ciò che                            “Bottega Buffa CircoVacanti” ha festeggiato il            mente la collaborazione con quegli artigiani che
Guardiamo un po’ la società nella quale viviamo:           pensano dell’essere fem-                              suo primo anno di attività alla presenza di colla-        lavorano ancora con il senso di trasmissione della
sono più le donne rispetto agli uomini che spesso          minile e cioè che è “solo                             boratori, sostenitori ed estimatori d’arte.               propria arte. Un esempio è sicuramente la colla-
vanno in viaggio, a teatro, in pizzeria, che trovia-       un bel passatempo”. Op-                               L’associazione si è costituita a Trento per la            borazione con lo scultore trentino Luca Molinari
mo in maggior numero in associazioni di volon-             pure delle donne soldato:                             caparbietà e passione di sei ragazze di nazionalità       che ha accettato di insegnare alle attrici del grup-
tariato, che si ritrovano a fare due chiacchiere           ricordate la soldatessa                               diversa e con alle spalle esperienze formative e          po l’arte dell’intaglio per ottenere una matrice di
davanti ad una tazza di caffè, che più si prestano         statunitense carceriere                               percorsi culturali quanto mai vari.                       legno sui cui battere successivamente la propria
quando ce n’è bisogno, ma soprattutto sono anco-           ad Abu Ghraib che con i                               I vissuti, coltivati negli ambiti del teatro, della mu-   maschera in cuoio e trasferirla al volto per dare
ra le donne che educano i figli.                           suoi colleghi ha parteci-                             sica, della danza, delle arti visive si sono incrociati   vita ai personaggi della commedia dell’arte, dagli
Cosa significa questo? Significa che le donne              pato alle sevizie e torture                           nella condivisione di una poetica comune che              Zanni, Arlecchini, Pantaloni, Balanzoni, alle
sono maggiormente portate alla comunicazione               dei prigionieri iracheni?                             vuole recuperare l’antica arte dell’attore, secondo       Servette, oltre ai primitivi Buffoni e ai più homus
e che proprio per questa loro capacità e il loro           Poco tempo dopo quella                                la quale il teatro è prima di ogni altra esperienza,      erectus, Clown per percorrere le vie dei borghi,
modo di vivere più frequentemente la comunità              stessa soldatessa è rimasta                           spazio di relazione e di comunicazione, capace di         prediligendo carnevali e luoghi che hanno il sapo-
possono più facilmente trasmettere messaggi e              incinta. Ma come può colei                            incontrare nelle piazze e nelle corti un pubblico         re di antico, inondandoli di fantasie perdute.
convinzioni.                                               che è in grado di dare la                                                                 eterogeneo d’età,     E se il sostantivo non casuale di Bottega che dà
                                           Ecco perciò     vita partecipare a queste                                                                 estrazione sociale    il nome all’associazione ci fa scoprire l’arcaico,
                                           l’importan-     efferatezze?                                                                              e provenienza         possiamo capire il significato della scelta di Buffa:
                                           za che non      Ma abbiamo donne come                                                                     geografica. Per il    perché anche questo è teatro: parlare di ciò che
                                           passi il mes-   San Suu Kyi, abbiamo le                                                                   particolare lavoro    le convenzioni ed il galateo non permettono di
                                           saggio che      “Madri coraggio”, Dian                                                                    di ricerca che de-    dire; esprimere il poetico e il grottesco che la
                                           purtroppo in    Fossey che ha dato la vita                                                                dica alle masche-     realtà mescola e la maschera ridice; di Circo, in
                                           questi ultimi   per salvare ciò nel qua-                                                                  re la Bottega si è    quanto è un crogiolo di discipline diverse e di
                                           mesi sta di-    le credeva e tante altre,                                                                 gemellata con un      Vacante poiché costantemente alla ricerca di vuoti
                                           lagando nel     ma soprattutto abbiamo                                                                    gruppo di ricerca     da riempire. In definitiva la Bottega ci comunica
                                           nostro paese:   milioni di donne che tutti i                                                              teatrale brasi-       una bella esperienza: che là dove c’era desiderio e
                                           una forma di    giorni con il loro modo di                                                                liano di nome         volontà di incontrare volti e persone il dialogo fra
                                           prostituzione   vivere dimostrano la loro forza e la loro capacità    Cia Buffa de Teatro che si occupa del recupero e          le culture è concretamente possibile.
                                           consape-        di portare avanti le idee nelle quali credono senza   della codificazione dei linguaggi artistici e rituali
                                           vole come       cedere al ricatto dei “soldi e del potere”.           presenti nelle manifestazioni popolari brasiliane                                  Ezio Risatti
sistema di emancipazione e come strumento di               Ecco perché è importantissimo non copiare             ma anche di altre parti del mondo, quali le danze
accesso a desideri effimeri.                               i comportamenti maschili ed ecco perché, se           di possessione del sud Italia.
Ecco l’importanza di mantenere le diversità tra            manterrà la sua identità, solo la Donna può essere    Bottega - racconta una delle artiste - significa luo-
uomo e donna, di non cadere noi donne nella                colei che può costruire una società di pace.          go in cui la creazione passa attraverso l’alchimia        Contatti:
trappola di scambio e denaro in nome di potere e                                                                 della fatica e del sudore dell’artigiano che lavora       Referente: Veronica Risatti cell. 3497227824
soldi, scambio sul quale l’uomo, spesso, ha basato                                                               instancabilmente dietro la propria visione, insom-        bottegabuffacircovacanti@gmail.com
questa società.                                                                     Anna Mussi                   ma un luogo dove ci si sporca le mani. A partire          bottegabuffacircovacantiblogspot.com
Dentro ho incontrato uomini liberi                                                                                                   “L’ (in)giusta distanza”
Un laboratorio di fede nel carcere di Trento
                                                                                                                                     12 km o poco più                                         tornare da te per vivere la tua mancanza, eppure
“Veglia sempre su questi figli tuoi…” canticchia                     La vita riserva spesso sorprese                                                                                          non resisto agli orgasmi offerti alle membra che ti
                                                                                                                                     di Costanza Schiaroli
la mia mente mentre alle mie spalle si chiude                        e novità che mai ci si sarebbe                                                                                           assaggiano nonostante siano vecchie di te. Elenco
anche l’ultimo cancello che separa due mondi: il                                                                                     Ti riconosco alla vista del mare. Di quel mare. Il       i miei altrove. Qual è la giusta distanza? Abiterò
                                                                     aspettati.
“dentro” e il “fuori”.                                                                                                               mio. Ti riconosco, assenza, perchè per 12 km o           un limbo finchè non mi deciderò a non essere più
Il “fuori” è la vita della maggior parte di noi,                                                                                     poco più posso guardarti negli occhi. Sei la mia         tua schiava, terra madre. Lasciami libera di rico-
fatta di tante cose, a cui forse non diamo troppo         di vita da far venire i brividi, ragazzi cacciati di                       terra. Alla velocità decisa dal treno ho il privilegio   noscermi in quello che vivo lontana da te. Non è
peso perché ormai fanno parte della nostra                casa dai loro stessi genitori, che si sono trovati                         di godere di te che ti concedi vanitosa e furbetta.      un tradimento, il mio. Anche io per te sono assen-
quotidianità: famiglia, casa, lavoro, traffico,           nel pericolo, faccia a faccia con la morte più di                          Mi chiami a te ma mi costringi altrove. E il con-        te, lo so. Ma da sempre sono e voglio continuare a
impegni, corse frenetiche, volontariato e anche           una volta; ci sono mariti e padri di bimbi anche                           gedo è morire un po’. E il tornare è dirti grazie        essere solo tua.
qualche hobby, se rimane tempo.                           piccolissimi che, tra le lacrime, ci confidano il                          e amarti ogni volta di più. Terra: mi hai generato
Il “dentro” è invece quel mondo a tanti                   loro dispiacere per aver causato loro sofferenza,                          dal tuo grembo e solo lì, accanto al mare, sono             1000 km o poco meno
sconosciuto – fino a poco tempo fa anche a me –           la paura di perderli, il vuoto e la solitudine di non                      davvero io. Ho allungato le mie radici, evitando
che sta oltre il muro di cinta del carcere.               poterli abbracciare o festeggiare insieme il loro                          gli strappi, per vivere altrove ma tu non ti sei tra-       Danuta Harkabuzik ha scelto una poesia per raccon-
La vita riserva spesso sorprese e novità che mai          compleanno.                                                                scinata con me. Chissà come sarebbe il mio Sud              tarsi. 24 anni in Polonia e 24 anni in Italia, anche
ci si sarebbe aspettati. E così, da circa un anno         Nei confronti di questi uomini ci poniamo con                              se fosse Nord. Chissà come cambierebbe fare                 lei è testimone di uno sdoppiamento. Il suo è un
e mezzo, ho ricevuto quello che ritengo un                profondo rispetto e, a volte, con il semplice                              l’amore con la terra se fosse il contrario. Quan-           perfetto equilibrio tra sofferenza per la terra lon-
dono immenso, il potermi affacciare alla finestra         silenzio nella consapevolezza che nessuno di noi                           ti altri vivono di te, assenza? Quali km di mare            tana e desiderio di confronto e ricchezza culturale
di questa complessa realtà, che mi ha stupita,            può dire di non aver mai sbagliato, né di essere                           aspettano gli altri? All’apparenza non lasci tracce         con quella che l’ha adottata. Davanti ad un caffè
sconvolta, commossa e coinvolta al tempo stesso.          migliore o peggiore di loro.                                               ma se guardo io vedo solchi profondi sul tuo                queste donne si sono narrate la fatica di adattarsi
Forse per noi gente comune, tutta presa a                 A loro va la nostra gratitudine per come ci fanno                          seno, terra. Potrei distinguerli. I segni di chi come       alla nuova vita e il tempo lento della fiducia per la
rincorrere i propri progetti, a realizzare i propri       sentire accolti per quel che siamo, con semplicità                         me torna con passo pesante all’origine, quando è            costruzione di relazioni. Tornare e restare. Questa
sogni, quel muro divide i buoni dai cattivi, i belli      di cuore.                                                                  permesso, abitando in un altro luogo che spesso             la vicinanza, lo sguardo comune di una storia che
dai “mostri”. Vi assicuro che non è così!                 E a Maria li affidiamo cantando insieme, ancora                            fatica a riconoscere come proprio e in cui spesso           parla di (in)giusta distanza e di casa.
Con altri tre amici e il padre cappellano del             una volta: “Veglia sempre su questi figli tuoi!”                           fatica a riconoscersi. Sei doppia, assenza, nel pri-        Ecco la poesia originale e tradotta in italiano.
carcere di Trento ci ritroviamo insieme ad                                                                                           varmi di essere a casa ovunque io viva, tranne che
un gruppo di carcerati, che hanno scelto di                                                  Cristina Malacarne                      con te. Eppure ho il privilegio di avere doppi oc-
partecipare a questo momento di incontro                                                                                             chi per conoscere perché so da dove vengo e ho
chiamato “laboratorio della fede”. E’ aperto a                                                                                       bisogno di sapere dove vado per sentirmi bene.
tutti ed è molto variegato per religione, lingua e                                                                                   Eterna inadeguatezza. Le radici sono una dolce
cultura. Ciò che ci accomuna è la sete di qualcosa                                                                                   prigione che quando posso abito. Il distacco è
di importante; è il desiderio di leggere insieme la                                                                                  una gola in cui non mi calo. Se mi chiedessero di
Parola di Dio, sulla quale poi ci confrontiamo, ci                                                                                   dare nome alla mia casa sarebbe terra madre. Se
scambiamo le nostre riflessioni e sensazioni.                                                                                        mi chiedessero di dare nome alla terra che mi ha
Quanti volti abbiamo incontrato in questi                                                                                            accolto ora non ne sarei capace perché la sua lin-
mesi, quanti nomi, quante storie! A volte non                                                                                        gua e i suoi frutti non li ho imparati da bambina.
servono tante parole perché i loro sguardi                                                                                           Doppia assenza mi costringi a rinominare la mia
trasmettono emozioni indicibili. Ci sono visi tristi,                                                                                identità e a farmi essere straniera anche a casa,
spaventati, rassegnati, che portano il segno della                                                                                   quando tornando di tanto in tanto sento che mi
sofferenza, ma anche sguardi carichi di vivacità,                                                                                    manca la confidenza di un tempo. Il vociare dei
di intelligenza, di voglia incredibile di vivere,                                                                                    ricordi si mescola con la smania di sapere del pre-         Le tre parole più strane
comunicare, amare. Un forte spirito di solidarietà                                                                                   sente. Ma saperlo non è viverlo. Mi togli tutto. Ti         Quando pronuncio la parola Futuro,
e di sensibilità reciproca si coglie dai loro racconti.                                                                              tolgo tutto. E non sono mai vuota. E non sono               la prima sillaba già va nel passato.
C’è chi è in carcere per la prima volta, e chi del                                                                                   mai piena. Né all’origine né all’approdo. Cosa mi
                                                                                                                                                                                                 Quando pronuncio la parola silenzio,
carcere ha fin troppa esperienza, perché ne ha                                                                                       fa essere quello che sono? La terra mi plasma più
                                                                                                                                                                                                 lo distruggo.
visti tanti e magari molti dei suoi 20-30 anni li ha                                                                                 degli uomini e mi comanda. Le sue forme, la sua
vissuti “dentro”.                                                                                                                    storia, i suoi rumori fanno la mia identità. Casa           Quando pronuncio la parola Niente,
Secondo la legge sono uomini che nella vita                                                                                          perchè in viaggio non ti porto con me? Sei mia              creo qualche cosa che non entra in alcun nulla.
hanno sbagliato qualcosa, che devono pagare per                                                                                      solo per 12 km o poco più. E poi resti lì, non ti           Di Wislawa Szymborska, poetessa polacca premio Nobel
i loro errori. E questo è il compito della legge.         Particolare dell’icona della Risurrezione nella chiesa del nuovo carcere   avvicini e io come un parassita vorrei appiccicar-          per la letteratura 1996
Ma per noi ci sono delle persone con esperienze           di Trento                                                                  mi alle tue pareti e vivere di te. Peccato mortale
In Cielo e in …                Bolghera
                                                                                             Santi                 Arte


                                                          Al contrario, edificio di nicchia dedicato ad un           2. Sant’Antonio da Padova
                                                          santo altrettanto di nicchia è la cappella che
                                                          sorge davanti al Villaggio SOS in cima al colle
                                                          di Gocciadoro. A seguito della morte prematura             Frate francescano, taumaturgo, dottore della
                                                          del suo sedicenne nipote Adalberto, nel 1857,              Chiesa, sant’Antonio da Padova nacque a Lisbo-
                                                          l’avv. Pietro Bernardelli diede disposizione in un         na, in Portogallo, nel 1195 e morì ad Arcella, nei
                                                          codicillo testamentario dello stesso anno affinché         pressi di Padova, il 13 giugno 1231. Indice della
                                                          venisse eretta una cappella “sul dosso a sera della        sua straordinaria popolarità è che il suo nome,
                                                          casa colonica del maso in Gocciadoro intitolata a          nelle diverse varianti e traduzioni (Antonio,
1. Santa Chiara e                                         sant’Adalberto”. Venne effettivamente eretta solo          Tonino, Antonietta…) è in assoluto il più diffuso
sant’Adalberto                                            nel 1873, su progetto dell’ing. Saverio Tamanini           al mondo. A lui anche in Trentino sono dedicati
                                                          e benedetta nel corso di quello stesso anno. Ha            numerosi edifici di culto, non solo legati all’Ordi-
Nulla di strano che in una città storicamente così        pianta ottagonale con atrio sorretto da colonne            ne francescano.
intrisa di religiosità come la nostra, sia le intitola-   binate e frontone marcato da archetti rampanti.            Fra di essi la chiesa parrocchiale del nostro quar-
zioni di alcuni grandi edifici, di culto e non, che di    L’esterno è di pietra riquadrata e ben connessa.           tiere, come pure la strada antistante. Fu costruita
alcune strade, che di artistiche statue siano legate      La parte superiore della facciata è ornata di archi        fra il 1956 e il 1959, benedetta il 15 marzo 1959,
a santi e a sante.                                        rotondi sostenuti da eleganti colonnine. La lunetta        consacrata il 5 giugno 1982. Il progetto è dell’ing.      Cuore di Gesù, in particolare il san Giuseppe
Ciò vale anche per il quartiere di oltre Fersina          che sormonta la porta di accesso è fregiata da una         Giovanni Lorenzi (e non dell’arch. Efrem Ferrari,         operaio con Gesù Bambino e la Madonna col
connotato dalla presenza dell’ospedale cittadino,         semplice croce e dalla scritta “In honorem sancti          come talvolta è stato erroneamente scritto) su            Bambino.
per antonomasia “il” Santa Chiara, del quale la           Adalberti archiep.”. L’interno ha gli angoli deco-         incarico dell’allora parroco Randolfo Sottopie-           Giovanni Lorenzi (Lavis 1901-1962), laureatosi
posa della prima pietra risale al 1960 (23 ottobre)       rati a fasce; nella cupola della volta sono raffigu-       tra. Le caratteristiche architettoniche dell’edificio     in ingegneria civile a Padova nel 1927, ha prodot-
e la inaugurazione al 1970 (18 gennaio). La sua           rati gli evangelisti. L’altarino è in marmo bianco.        ricordano liberamente alcuni aspetti dell’archi-          to numerosi disegni, progetti e materiali per la
intitolazione ben si motiva con il trasferimento          Dal 1975 la cappella non venne più utilizzata e ne         tettura gotica, quali la verticalità, la soffittatura a   partecipazione a concorsi di edifici chiaramente
fra quelle nuove mura dell’ospedale civile cittadi-       cominciò il degrado fisico a incominciare dagli            vele piatte, il netto contrasto fra strutture portanti    razionalisti. In alcuni testi pubblicati su “Trenti-
no che dal 1811 aveva sede all’inizio di corso Tre        infissi e dalla copertura. Non sono più presenti           e pareti di tamponamento. E’ contraddistinto              no”, la rivista della Legione Trentina, negli anni
novembre, nell’ex convento delle clarisse, e che          né la pala raffigurante il santo titolare, dipinta nel     dai triangoli vetrati ai lati del coronamento, il cui     precedenti la Guerra, i suoi progetti sono pro-
per questo veniva detto di “Santa Chiara”.                1873 da Eugenio Prati, depositata al Museo Pro-            disegno geometrico si ripete nella cupola absidale,       posti a un pubblico vasto come esemplari della
E così continuò a chiamarsi, senza soluzione di           vinciale d’arte, né l’acquasantiera in pietra, divelta     nel tetto a capanna, nelle tre aperture del grande        nuova architettura razionalista che lui interpreta
continuità anche dopo che dalla vecchia sede              dalla sua sede e distrutta per atto di vandalismo.         porticato che timbra la facciata caratterizzata da        spesso lungo linee ed elementi curvi. Le sue
passò alla nuova.                                         L’edificio è stato acquisi-                                una elevazione assai pronunciata, nelle lesene            prime opere importanti datano verso il 1936 e
Al centro dell’aiuola-rotatoria antistante l’ingres-      to gratuitamente dal Co-                                   cementizie.                                               l’attività professionale, da quella data, è intensa.
so principale, in occasione dell’ottavo centenario        mune di Trento nel 1995.                                   L’interno, impostato su pianta rettangolare, è ad         Partecipa al concorso per il Piano Regolatore di
della nascita di santa Chiara, il Movimento Fran-         E’ in corso un restauro,                                   aula unica, affiancata da una serie di basse cappel-      Trento del 1938. Dopo il 1945, calata la tensione
cescano Trentino promosse la realizzazione di un          finanziato dal Comune                                      le laterali di cemento e di marmo che svolgono la         che lo caratterizzava, la sua produzione architetto-
monumento bronzeo dedicato alla santa. L’opera            di Trento, da parte della                                  funzione di contrafforti, il tiburio sopra al presbi-     nica “si appiattisce su moduli ripetuti e anonimi”
fu plasmata da fra Silvio Bottes, il noto ed apprez-      ditta Tiziano e Francesco                                  terio è a pianta quadrangolare. Il grande crocifis-       (Giovanazzi).
zato scultore francescano del convento di Arco            Nerobutto, di Grigno, su                                   so ligneo della parete absidale, il gruppo ligneo         Oltre alla chiesa di Sant’ Antonio in Bolghera, fra
nato nel 1921. Come si legge nel pieghevole edito         progetto dell’arch. Fran-                                  della Sacra Famiglia della terza cappella a destra,       le sue opere principali si ricordano casa Lubich
in occasione della sua benedizione (3 ottobre             co Janeselli.                                              la statua di sant’Antonio di quella seguente e la         in piazza Cesare Battisti (1936), il Supercinema
1993), esso fu realizzato “per evocare ai malati,         Il santo a cui ci si riferi-                               statua policroma della Madonna addolorata della           Vittoria in via Manci (1937), la Casa del Littorio,
agli operatori sanitari ed ai visitatori i messaggi di    sce è Adalberto di Praga,                                  terza cappella a sinistra sono di Ermanno Mo-             poi Autorità del Bacino dell’Adige, in largo Porta
fede e di fortezza cristiana, nei quali si riconosce      benedettino, arcivescovo                                   roder. Il dipinto con il battesimo di Cristo della        Nuova e le scuole elementari di Lavis (1938), il
l’attualità della testimonianza della Santa”.             di Praga, morto martire                                    cappella seguente è di Franco Nones. L’affresco           Grand Hotel Trento in via Alfieri (1939), il quar-
Ovviamente ci si riferisce a santa Chiara di Assisi       (956 ca. - 23 aprile 997),                                 di sant’Antonio della fronte destra del presbi-           tiere INA-Casa a San Donà (1957).
(1193 - 11 agosto 1253), la co-fondatrice dell’or-        veneratissimo patrono                                      terio, del 1963, è di Marco Bertoldi. Lo stesso
dine delle Clarisse, nel quale da allora anche le         della Prussia e della                                      Marco Bertoldi che nel 1978-1979 realizzò diversi
donne poterono vivere l’ideale francescano.               Boemia.                                                    interventi ad affresco nella vicina chiesa del Sacro                               Pietro Marsilli
Il coraggio di educare                                                                                             loro efficacia non alla procedura, ma alla passio-
                                                                                                                   ne e all’entusiasmo di chi giorno dopo giorno si
                                                                                                                                                                          so. Perché compito dell’adulto è quello di esserci
                                                                                                                                                                          e mostrare fermezza di fronte ai tentativi dell’ado-
                                                                                                                   spende gratuitamente per il bene dell’altro.           lescente di mettere alla prova il suo equilibrio e la
                                                          orientino il percorso per riportarlo sulla giusta        Educare quindi è possibile se smettiamo di             sua autorevolezza; suo dovere è quello di stabi-
                                                          rotta.                                                   indossare i guantoni dello sfidante e scesi dal        lire regole e limiti con i quali l’adolescente deve
                                                          Ritrovare slancio e motivazione risulta tuttavia         ring abbassiamo la difesa per guardare in faccia       confrontarsi per conquistare la propria autonomia
                                                          compito non facile quando il futuro appare come          chi abbiamo di fronte e conoscerlo. Solo nell’in-      e indipendenza. Solo grazie a questo incontro/
                                                          una minaccia che priva i giovani di ogni prospet-        contro con la sua libertà, aprendoci all’ascolto       scontro, infatti, egli avrà la possibilità, lungo il
                                                          tiva e li spinge ad appiattirsi sul presente. Ne ha      e al dialogo, troveremo il modo di allearci con i      suo percorso di crescita, di imparare a conoscersi
                                                          parlato il filosofo Umberto Galimberti nel suo           giovani perché se è vero che l’azione educativa è      e a differenziarsi, scoprendo chi è e quali sono i
                                                          “L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani”,       (deve essere) un’azione corale, la prima alleanza      talenti e le capacità che lo rendono unico. Oggi
                                                          testo dedicato all’analisi del disagio giovanile nelle   da costruire è proprio quella con loro.                invece sembra prevalere la cultura dell’omolo-
                                                          sue varie manifestazioni.                                                                                       gazione che appiattisce la creatività e ostacola
                                                          Il rimedio individuato coincide con il compito che                                                              l’intraprendenza dei giovani mentre la nostra
                                                          da sempre spetta agli adulti: insegnare “l’arte del                                                             incapacità di far capire il senso del limite li porta a
                                                          vivere”, aiutando i giovani a riconoscere le pro-                                                               immergersi in qualsiasi esperienza senza possede-
Scendere dal ring                                         prie capacità per poi esprimerle e lasciarle fiorire                                                            re la maturità e le categorie necessarie per capire
                                                          liberamente. Occorre quindi recuperare anzitutto                                                                le conseguenze delle proprie azioni.
e puntare al dialogo                                      fiducia nella bontà dell’azione educativa e nella                                                               Venuto meno quindi al proprio dovere, l’adulto
                                                          capacità di trasmettere e comunicare valori in un                                                               sembra aver dimenticato anche il diritto delle
Emergenza, sfida, alleanza: termini ricorrenti in         momento storico in cui le tradizionali agenzie                                                                  nuove generazioni a essere educate e appare invi-
questi ultimi anni nel linguaggio di chi, a vario                                                                                                                         schiato egli stesso in una profonda crisi d’identità
                                                          educative - famiglia, scuola, Chiesa, mondo delle
titolo, si occupa di educazione. Educare non è più                                                                                                                        che trasforma e modifica le caratteristiche tipiche
                                                          associazioni, del volontariato, dello sport - fanno
un’azione spontanea, ma è diventata un problema,                                                                                                                          dell’incontro con l’adolescente: non più rapporto
                                                          fatica a mettere in campo un agire responsabile
una sfida da affrontare con nuove risorse e nuovi                                                                                                                         asimmetrico ma tra pari, come se fosse possibile
                                                          che valorizzi la dimensione progettuale implicita
strumenti. Si tratta, infatti, non soltanto di resiste-
re all’urto inevitabile generato dallo scontro inter-
                                                          nell’azione educativa. Educare, infatti, è possibile     Una nuova alleanza                                     conquistare la fiducia e l’affetto dei giovani solo
                                                          quando lo sguardo si allunga verso l’orizzonte e                                                                diventando loro amici e comportandosi come tali.
generazionale, ma anche e soprattutto di costruire
                                                          ci si adopera per contrastare l’affermarsi di quelle
                                                                                                                   tra generazioni                                        È evidente quindi di quanto bisogno ci sia di
solide reti di sostegno e di dare vita a situazioni                                                                                                                       educazione, ma soprattutto di testimoni convinti
in cui fermarsi per trasformare lo scontro in un          “passioni tristi” - incertezza e disillusione - che      Educare: cosa significa oggi? Domanda a cui non
                                                          sembrano dominare la scena.                                                                                     e coerenti della bontà dell’azione educativa: edu-
incontro aperto al dialogo e alla comunicazione                                                                    è facile rispondere, ma che non si può eludere se      care infatti non può essere un’azione superficiale
autentica.                                                Tornare ad appassionarsi, mettersi in gioco per          è vero che la società attuale sembra essere caratte-
                                                          costruire il futuro, investire sulla formazione inte-                                                           e astratta, dove le parole non trovano corrispon-
In questo senso si è mossa “Educa”, manifesta-                                                                     rizzata da un disagio esistenziale che riguarda non    denza nei fatti, un’azione che non si cala nel reale,
zione nazionale sull’educazione nata tre anni fa a        grale dell’uomo: è questo il messaggio contenuto         soltanto i giovani ma anche e soprattutto gli adul-
                                                          anche negli Orientamenti pastorali per il decennio                                                              ma rimane sterile e senza impegno, lasciata al caso
Rovereto, portavoce di una preoccupazione ormai                                                                    ti. Ne abbiamo sentito parlare a “Educa”, mani-        o alle circostanze, e quindi priva di direzione o
diffusa a macchia d’olio, ma, al tempo stesso             2010-2020 pubblicati da pochi mesi e dedicati            festazione nazionale sull’educazione nata tre anni
                                                          proprio all’arte delicata e sublime dell’educazione.                                                            meta o con una data di scadenza.
espressione di quanto di positivo si sta cercando                                                                  fa a Rovereto, e pochi mesi fa è stata pubblicata la   L’educazione, invece, è (dovrebbe essere) un’azio-
di fare e “laboratorio” di nuove pratiche. Tale           Non mancano quindi voci autorevoli provenienti           nota dei vescovi italiani per il prossimo decennio,
                                                          dal mondo laico e da quello cattolico a indicare                                                                ne intenzionale che chiede a ognuno di mettere
iniziativa ha saputo, infatti, creare un luogo in cui                                                              dedicata proprio all’educazione, a testimonianza       le proprie capacità a servizio dell’immenso bene
incontrarsi per riflettere e confrontarsi sul ruolo       un percorso difficile ma necessario: riportare           della necessità di riconoscere il valore dell’azione
                                                          l’attenzione al cuore dell’educazione intesa come                                                               rappresentato dai nostri figli affinché quel bene e
rivestito dagli adulti nel rapporto problematico                                                                   educativa.                                             la ricchezza racchiusa in ognuno abbia la possibi-
con le nuove generazioni. Ormai non più modelli           azione generatrice e formativa per eccellenza che        Risulta evidente, infatti, che nel rapporto tra ge-    lità di esprimersi.
di comportamento né punti di riferimento precisi          chiama gli adulti ad un impegno responsabile             nerazioni non esiste più una linea di demarcazio-      Educare quindi significa dedicarsi alla realizza-
e affidabili, gli adulti appaiono essi stessi prota-      e non più trascurabile. Perché di educazione si          ne precisa a segnare il confine: di fronte a giovani   zione di un progetto nella cui utilità dobbiamo
gonisti di una crisi che li vede sempre più privi di      torni a parlare come di un incontro fecondo per          che non riconoscono più l’autorità di genitori e       credere profondamente se vogliamo che vada a
quella credibilità e autorevolezza che li rendereb-       entrambe le parti del rapporto, in un processo           insegnanti ma che, al tempo stesso, hanno biso-        buon fine. Piantare un seme e sperare un giorno
be agli occhi dei giovani un esempio da seguire.          di accompagnamento e arricchimento reciproco.            gno di punti di riferimento precisi e affidabili,      di godere di frutti maturi e saporiti senza curarci
Nasce da questa consapevolezza l’impegno del              Perché l’educazione cessi di essere un problema,         capaci di orientare il loro percorso e di aiutarli a   di proteggerlo non basta. Nutrire quotidianamen-
Comitato per il progetto culturale della Cei che          prima di accorgerci che forse non abbiamo più            distinguere ciò che è buono, bello e positivo per la   te il terreno per aiutare quel piccolo germoglio
nel 2009 ha pubblicato un rapporto-proposta               voglia di dedicarci a quello che è il compito più        loro crescita, troviamo un mondo adulto sempre         a crescere diritto e rigoglioso: questa invece è la
intitolato proprio “La sfida educativa”. Dopo             bello e affascinante che possiamo sperimentare:          più in difficoltà nell’offrire modelli di comporta-    direzione da seguire per permettere all’educazione
un’attenta riflessione sullo stato dell’educazione,       dare la vita ad un altro e poi aiutarlo a crescere       mento nei quali potersi identificare.                  di rispondere alla sua autentica vocazione, miglio-
il testo evidenzia la necessità di creare alleanze        libero e autonomo.                                       Esso, infatti, sembra aver ormai perso la consa-       rare il nostro modo di stare al mondo.
in grado di coinvolgere attivamente tutti i sog-          Non si tratta solo di una questione terminologica        pevolezza del valore insito nel dovere di educare,
getti che hanno a cuore il benessere delle future         - sfida o arte? -: le alleanze e le modalità che per-    che implica la capacità di assumersi un impegno
generazioni e propone linee di intervento che ne          mettono di calare nel reale l’educazione devono la       responsabile e fedele nel tempo al rapporto stes-                                Patrizia Niccolini
Teniamoci compagnia                                                                                                 Un Ponte sulla fantasia
La solidarietà come antidoto alla solitudine                                                                        Un itinerario suggestivo

Non molto tempo fa sulla cronaca locale              la solitudine, il sentirsi soli non è uno stato                Chi transita per la Bassa Valsugana forse non
appariva la notizia che una persona anziana          d’animo solamente legato all’assenza di qualcuno,              ha mai notato il grandioso ponte di pietra, una
era stata trovata morta nel suo appartamento         ma soprattutto è il frutto di un meccanismo                    struttura spettacolare, un arco perfetto di oltre
dopo quattro giorni. Nella quotidiana fretta         “ad escludendum”. Stare soli infatti a volte è                 40 metri di luce, completamente staccato dalla
con la quale si sfogliano i giornali non ho dato     piacevole, è importante per riflettere, ci aiuta a             parete rocciosa. Le foto non possono rendere                 circa 2 km, si
molto peso alla cosa, ma poi ripensandoci molti      valutare con la dovuta tranquillità delle situazioni           il fascino di questa opera d’arte della natura. Le           trova un piccolo
interrogativi hanno cominciato ad affollare          difficili, ci aiuta nel prendere decisioni. Questo             misure sono notevoli: piano parabolico superiore             parcheggio, e di
la mia mente. Stiamo vivendo in una società          stare soli, questo stare un po’ con se stessi                  oltre 70 metri, larghezza circa 4 metri, spessore            fronte la partenza
che progressivamente e inesorabilmente sta           per ripercorrere esperienze passate, storie ed                 12 metri, arco interno circa 60 metri, altezza dal           ben segnalata per
invecchiando, bastano alcuni dati per ricordarlo:    eventi di vita vissuta è frequente nelle persone               suolo sottostante 50 metri. Si è formato per crolli          il Ponte dell’Or-
l’indice di vecchiaia (rapporto fra ultra 65enni e   anziane, ma non è mai isolamento fine a se                     successivi della volta di un profondo “covolon”              co. Il sentiero,
giovani fino a 14 anni) nel 1962 era pari al 42%,    stesso, solitudine. Altra cosa è la solitudine a               (grotta aperta verso l’esterno), dovuti ai fenomeni          che si inoltra nel
nel 2009 era pari al 125% e nel 2032 raggiungerà     cui spesso, troppo spesso la persona anziana è                 carsici che hanno interessato l’isolata mole del             bosco di pino
il 190%.                                             “obbligata”, costretta da un mondo che non lo                  monte Lefre (1.385 m).                                       nero e silvestre,
                                                     riconosce più come persona capace di incidere                  Per tutta l’escursione si godono vedute sulla Val-           è segnato, ben
                                                     sull’evoluzione degli eventi, sui meccanismi, sulle            sugana, i dirimpettai contrafforti dell’Altipiano di         agibile e senza particolari difficoltà, vi sono alcuni
                                                     “regole” che caratterizzano la società in cui vive:            Asiago con i Castelloni di San Marco, ed il paese            tratti relativamente ripidi. Il tempo per l’escursio-
                 Ultra 65enni:                       è qui che si compie l’operazione di esclusione, di             di Ospedaletto e interessanti varietà di piante.             ne è di circa un’ora e mezza andata e ritorno. Nel
                                                     emarginazione. In questo contesto si è maturata                Un’antica leggenda, che qui sotto riportiamo, è              ritorno si può sostare alla Madonna della Roc-
          • nel 1961 erano circa 10%                                                                                legata a questo ponte.                                       chetta, chiesetta votiva del 1640, con adiacente
                                                     fra l’indifferenza di molti quella morte nella
          • nel 2010 sono il 19%                     solitudine tanto presente da scoprirla a distanza              Ci si arriva: dalla strada statale 47, uscita Ospeda-        parco giochi e area attrezzata di tavoli e panche.
          • nel 2030 oltre il 25%                    di giorni. Di fronte a questi eventi abbiamo perso             letto Valsugana. Arrivati in centro paese, muni-
                                                     tutti, ha perso “l’animale sociale” che è in noi, ha           cipio, seguire la segnaletica Ponte dell’Orco per                                                Angela Zortea
                 Ultra 80enni:                       perso la comunità, il vicinato, la rete di welfare




                                                                                                               “
                                                     sempre più smagliata, sono venuti meno i valori
      • nel 2010 sono il 6,3% circa 30.000           di solidarietà.
      • nel 2030 circa il 10% oltre 53.000           La chiave di volta è recuperare con forza i valori
                                                     di una società solidale capace di contrastare le
                                                                                                               La leggenda del Ponte                      dal pericolo in cui si trovava. E invo-
                                                                                                                                                          cò l’“Orco”, il dio dell’inferno e dei
In questo contesto i fenomeni di solitudine per      logiche, le azioni che tendono ad escludere per           dell’Orco                                  giuramenti!... Il grido fu esaudito.
le persone anziane, ove i rapporti familiari si      favorire quelle inclusive. Il vecchio non può                                                        S’aprì infatti la terra, e dall’apertu-
sono assottigliati moltissimo, diventano sempre      essere solo un problema dei servizi sociali, una          Il popolo, sempre immaginoso, vi in-
                                                                                                                                                          ra uscì un nembo di fumo e odore
più frequenti tanto da rappresentare una                  questione di rete dei servizi; anche questo,         tessè sopra la seguente leggenda: “Un      di zolfo, e davanti al pastore
evidenza sociale di non facile soluzione.                    ma deve divenire sempre più una risorsa           pecoraio, di non si sa quale regione,      esterefatto comparve Plutone (il
Il sentirsi isolati, tagliati fuori dalle                      per sviluppare, rafforzare gli elementi         arrivò in antichi tempi sulle pendici      vero nome dell’Orco) in figura di un
dinamiche della vita quotidiana,                                 solidaristici della nostra società            sovrastanti al luogo, dove sorse poi il    uomo lungo lungo, scarno scarno, con         - E l’anima mia ti cedo. - Giura!
                                                                                                               paese di Ospedaletto, conducendovi
sapere che puoi contare poco o                                      condannata ad un progressivo e                                                        una folta barba, occhi di fuoco, mento       - Giuro!
                                                                                                               al pascolo le sue pecore. Era uno di
nulla per i “valori correnti” della                                   costante invecchiamento. Non può                                                    aguzzo, naso aquilino, bocca ampia           - Ebbene. Guarda!...
                                                                                                               quei pecorai nomadi che si aggiravano
società in cui vivi, intristisce,                                      considerarsi solidale una comunità                                                 e sogghignante, coi piedi caprini e le       Il pecoraio guardò, ed ecco sorgere due
                                                                                                               indisturbati sulle nostre allora libere    mani somiglianti ad artigli di aquila.       enormi piloni di roccia e sopra i piloni
lo rende inaccettabile. Si                                             che esclude i suoi vecchi e i diversi
                                                                                                               montagne in cerca di pabulo per il loro    - Tu mi hai chiamato, o pecoraio - gridò     un gran masso che faceva da ponte.
può essere soli anche in                                                perché alla lunga si troverà a
                                                                                                               gregge. Va e va, il pecoraio si trovò un   con voce aspra e chioccia il re dell’Aver-   - A rivederci all’Erebo, - disse l’Orco. -
mezzo alla gente, in                                                             non essere nemmeno
                                                                                                               giorno sul ciglione di un’alta pendice,    no. - Che vuoi?                              Appena tu sarai morto, verrò a prende-
una comunità quando                                                                  comunità ma semplice
                                                                                                               donde era impossibile transitare al        - Domando aiuto a vostra maestà              re la tua anima, che sarà mia preda.
nessuno più ti guarda                                                                 sommatoria di
                                                                                                               basso, e risalire il monte era oltremodo   infernale per uscire da questo pericolo      - E sia ! - confermò il pecoraio risoluto.
negli occhi o ti rivolge                                                              individualità.           pericoloso per uno scoscendimento di       - rispose tremante il pastore.               Plutone diè un fischio acutissimo, che
una parola di sostegno.                                                                                        pietre cadute nella notte, durante un      - Quale pericolo?                            rimbombò per le montagne circostanti,
Non necessariamente                                                                                            furioso temporale. Il povero pecoraio      - Vorrei passare là col mio gregge; ma il    e s’inabissò fra un alto nembo di fumo.
la vicinanza fisica di                                                                        Renzo Dori       temette per sè e per le sue pecore. Che    burrone è alto, scosceso, non transita-      Il pecoraio passò allora il ponte con le
una persona risolve la                                                                                         fare?... Idolatra come era il pastore,     bile, e ritornare indietro non posso.        sue pecore e fu salvo. Il ponte rimase,
tua solitudine se non                                                                                          pensò non vi fosse partito migliore che    - Sono pronto al tuo desiderio; ma tu        e fu detto e si dice tuttora il “Ponte
c’è relazione. Quindi                                                                                          invocare l’aiuto di un essere ultramon-    devi cedermi l’anima tua... Solo a tal       dell’Orco”.
                                                                                                               diale e potente, che valesse a liberarlo   patto ti salverò!                            www.comune.ospedaletto.tn.it
Solo, osservo le gocce scivolare sulla vetrata,                            Come vendetta di una mente debole
            ma nessuna è quella che attendo.                                   il potere ingannevole dell’arroganza
                 Un altro giorno è passato                               crea incurabili ulcere nella nostra personalità
                  e il timido sole invernale
               tra le nubi tramonta ridendo


                                                           Alessandro Bitteleri




Ideazione, testi, foto, progetto grafico a cura dei partecipanti al   Maurizio Avi, Mauro Avi, Novella Benedetti, Alessandro Bitteleri,
Corso di giornalismo organizzato dall’Associazione Oratorio           Romana Borgogno, Elena Defant Robecchi, Anna Degasperi,
S.Antonio - Trento sotto la guida dei docenti, in particolare         Renzo Dori, Alessandro Gremes, Danuta Harkabuzik, Remo
Fulvio Gardumi per la supervisione generale e Lucia Bort per          Liberi, Cristina Malacarne, Pietro Marsilli, Lucia Menato, Anna
l’impaginazione grafica.                                              Mussi, Patrizia Niccolini, Ezio Risatti, Giada Saltori, Costanza
In copertina: elaborazione di una foto di Dino Panato.                Schiaroli, Angela Zortea.




                                                                                             Con il contributo di:




              www.oratorio.parrocchiasantantonio.org                                           www.fovoltn.it

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  • 1. Numero unico a cura dei partecipanti al Corso di giornalismo organizzato dall’Associazione Oratorio S.Antonio - Trento Marzo 2011 Sguardi sulla città
  • 2. Il volontariato impara a comunicare In quest’ottica va anche sottolineato l’impegno formazione e della sua completa applicazione a partecipativo che ha offerto l’occasione ai fre- mezzo della stampa quotidiana o periodica, hanno L’ABC del giornalismo quentanti di scambiarsi idee ed esperienze diverse offerto ai singoli interessati ulteriori elementi per Un corso organizzato dall’Associazione Oratorio S. Antonio ed ha consentito agli stessi un apporto concreto un fattivo contributo nel campo della socialità e, mediante uno o più “pezzi” scritti per la pubbli- in particolare, in quello del volontariato locale o a cazione sulla stampa locale. più ampio raggio d’azione. In quest’epoca in cui l’informazione riveste no- quale fonte primaria per immediatezza ed attendi- Il tutto lascia intendere che le conoscenze ac- tevole importanza, anche sotto il profilo tecno- bilità. quisite, specie sul versante dell’utilizzo dell’in- Lucia Menato logico, trova adeguata collocazione l’iniziativa di Nella parte conclusiva del corso si é dato spazio un “Corso di giornalismo” organizzato dall’As- all’attività pratica, con l’utilizzo di software liberi sociazione Oratorio S. Antonio di Trento, con il per scrittura, elaborazione di immagini e metodi sostegno della Fondazione trentina per il volonta- di impaginazione, di sicura utilità a livello di noti- riato sociale. ziari locali (parrocchiali o di associazioni volonta- Uno sguardo diverso Al corso ha partecipato un gruppo eterogeneo di ristiche). persone - per età, sesso, provenienza, esperienza L’ampiezza del corso e la qualità dei profili svolti Avete presente quelle signore anziane che parlano questo corso che vede noti docenti qualificati susseguirsi di lavoro -, tutte peraltro legate da un comune de- evidenziano l’intrinseca utilità dell’iniziativa sia sempre e solo di malattie, di rapine e omicidi della alla cattedra. nominatore e cioè l’impegno sociale o comunque sul piano di una costruttiva riflessione in ordine cronaca e poi concludono con: “Oh, che brutto mondo!”, Prima ancora da lettori ed utenti dei media che come nel volontariato locale, e perciò stesso desiderose all’importanza della funzione giornalistica, sia su scrollando la testa e levando gli occhi al cielo? “apprendisti” ed aspiranti operatori, sia pure locali, nel di poter disporre di un apporto più pregnante nel quello dell’acquisizione degli strumenti rivolti alla Ci si chiede, a volte, se anche i media non si comportino mondo dell’informazione. settore di operatività. correttezza operativa. allo stesso modo. Perché questa è forse l’area in cui giocano un ruolo I contenuti del corso si sono ispirati a tre aree Scorrendo i giornali o prestando ascolto ai vari TG, i giornali locali e i fogli di categoria, di parrocchia, di tematiche di fondo: conoscenza generale dei me- ci si trova per lo più sopraffatti da notizie di crimini, rione: possono diventare strumento e stimolo per un con- dia, stampa e giornalismo, strumenti informatici. Chi, come, quando. disgrazie, malaffare e tragedie planetarie. Tanto da fronto diretto su temi grandi e piccoli con le persone che Pur nella varietà degli aspetti toccati, il percorso è Nel settembre 2010 ha preso avvio presso essere indotti un po’ alla volta a convincersi che al incontriamo nel rione o sul lavoro, fare da rete interme- stato lineare e coerente. l’Associazione Oratorio S. Antonio di Trento il “I Corso mondo accadano quasi esclusivamente fatti negativi. dia di informazione e partecipazione. In sostanza, si è partiti dai principi portanti di giornalismo - per redattori o collaboratori di notiziari Va detto che i media tengono conto del criterio di Assumersi il compito di integrare con tasselli di vita del pensiero scritto, con peculiare riguardo al o giornali parrocchiali, rionali, di associazioni, di notiziabilità, cioè di che cosa faccia sì che un fatto comune i vuoti lasciati dalle notizie più generali di at- momento della conoscenza e della correttezza volontariato”, organizzato dalla Redazione “Comunità piuttosto che un altro diventi notizia, interessi il tualità, che a volte, risucchiano e focalizzano l’attenzio- nell’informazione; si è poi passati alla struttura in Dialogo” e coordinato da Mauro Avi. pubblico, si faccia leggere dalle persone che prendono in ne del pubblico solo su alcuni temi, tralasciandone altri ed alla tecnica del giornale, anche in connessione Il Corso, della durata di circa 80 ore, si è sviluppato in mano un giornale o una qualsiasi pubblicazione. egualmente importanti, o magari più “spinosi”. al corredo fotografico, con particolare riferimen- un ciclo di 20 settimane (fino alla fine di febbraio 2011), Questi strumenti dovrebbero informarci, darci un’idea, Presentare, sia nei risvolti positivi, che, nei nodi criti- to alla stampa avente dimensione locale; ci si è, con lezioni serali teorico–pratiche, che hanno visto illustrarci, renderci edotti del mondo che ci circonda ci, pezzi della realtà che ci circonda immediatamente, quindi, soffermati sugli aspetti etico - deontolo- impegnati i giornalisti trentini Diego Andreatta, Vittorio nella sua complessità, con i risvolti anche critici o palpabile e constatabile dal vivo, pur mantenendo uno gici del giornalista, per pervenire infine alla parte Cristelli, Fabrizio Franchi (presidente dell’Ordine), problematici, ma componendo una visione d’insieme sforzo di collegamento tra il “piccolo”, il “vicino”, e il operativa sotto il profilo informatico - compo- Fulvio Gardumi, Paolo Ghezzi e Giorgio Grigolli, nonché esaustiva. “globale”. sitivo della stampa in generale e del giornale in altri esperti del settore, quali Flavio Antolini (per le Quanto invece i loro criteri di scelta e di presentazione Far sì, infine, che l’immagine proiettata nella nostra particolare. dinamiche della comunicazione), Lucia Bort (insegnante delle notizie sono più indirizzati alla diffusione mente dalla massa di informazioni che ci bombardano In tale contesto ha assunto rilevanza la visita alla di grafica), Giovanna Gadotti (docente di Sociologia della testata o a catturare l’ascolto delle persone, per quotidianamente, sia equilibrata e per quanto possibile redazione del giornale “L’Adige”, con consta- della comunicazione - Università Trento), Dino Panato la gestione economica del giornale, e per l’interesse o completa, più vicina a noi e, soprattutto, più integrata e tazione dal vivo dell’apparato strutturale degli (fotografo - fotoreporter) e Pierluigi Roberti (docente l’indirizzo dell’editore? aperta nella direzione di una realistica positività. articoli in via di pubblicazione, tempestivamente di informatica - Università Trento). Per cercare di comprendere e gestire questi meccanismi integrati dagli aggiornamenti dell’Agenzia ANSA, anziché esserne passive vittime, abbiamo organizzato Mauro Avi
  • 3. 1. Modulo per il riconoscimento digitale e per il codice 2. Video interlocutore tra casa e utente della casa 3. Zona pranzo 1 4 5 4. 5. Contatti magnetici a porte 9 e finestre 6. Luci interne a “barra 10 7. Soggiorno graduata” 8. Stanza da letto per le ragazze 9. Stanza da letto per i ragazzi 10. Visualizzazione e gestione 7 dell’alloggio dal touch screen 2 3 6 8 La “Casa Satellite” dell’ANFFAS A cena con degli ospiti speciali Come l’informatica favorisce l’autonomia della persona Una serata decisamente diversa... Gli ospiti abituali della “Casa Satellite” sono anche ad altri contesti. La prima grande novità è Sono quasi le venti e trenta. Abbiamo finito di che in questo caso una voce registrata avvisa per 16 ragazzi con un ritardo mentale tra il grado la domotica, ovvero l’informatica applicata alla mangiare ma siamo ancora seduti a chiacchierare. nome ciascun ospite con un simpatico messaggio. lieve e medio dovuto alla sindrome di Down o casa. In prospettiva è immaginabile uno scenario La tavola è stata sparecchiata da poco e stiamo La signora che è appena entrata è la mamma di a problemi connatali. Di una età compresa tra i di proposte residenziali diversificate a seconda dei aspettando, chi più chi meno golosamente, di una ragazza che frequenta abitualmente la casa, 21 e i 31 anni, normalmente vivono con le loro bisogni degli utenti che consenta, attraverso l’uso mangiare i grostoli, visto che siamo nel periodo ma che non è presente lì quella sera. Fa la volon- famiglie. Per il progetto è stato individuato a sempre crescente della tecnologia informatica, di Carnevale. Ad un tratto il campanello suona: è taria da quando questo progetto è iniziato, ma in Trento un appartamento di 71 m2 al primo piano un maggior grado di autonomia degli ospiti e un arrivata la volontaria che farà la notte. effetti da molto più tempo, da quando cioè sua di una palazzina ITEA. La zona dove è ubicato conseguente significativo risparmio di risorse E’ mercoledì due febbraio, sono nella “Casa Satel- figlia aveva appena un mese e lei ha conosciuto l’edificio è raggiungibile a piedi dal vicino centro anche da parte dell’ente pubblico. Sin d’ora questa lite” gestita da Anffas Trentino Onlus assieme ad il “Centro Piccoli Down”, fondato nel 1981 da di ANFFAS Trentino “Cresciamo insieme” (a esperienza potrebbe essere di stimolo alle famiglie un ‘collega’ del corso di giornalismo; siamo stati alcuni genitori (tra i quali c’era anche Maria Gra- monte della nuova sede della Questura) e ben verso l’utilizzo di tali ausilî domotici in grado di gentilmente invitati a cena dal responsabile della zia Cioffi Bassi, l’attuale presidente dell’Anffas servita dai mezzi di trasporto pubblico. garantire l’autonomia e la tutela del figlio anche in struttura, Gianluca Primon. Il conoscersi a tavola Trentino Onlus). E’ una persona dalla sguardo Gli obiettivi dichiarati del Progetto “Casa assenza del loro occhio vigile. davanti a un buon piatto di pasta, mi è subito vivo e rassicurante, una mamma che ogni mese Satellite” sono assai variegati ma in estrema Un altro aspetto importante posto in essere sembrato un modo davvero piacevole e cordiale dedica una o due notti a questi ragazzi che ormai sintesi possiamo riassumerli in due. In primo dal progetto è il coinvolgimento massiccio del per entrare in diretto contatto con questa nuova conosce benissimo - visto che sono cresciuti sotto luogo la volontà di sperimentare un contesto volontariato. In “Casa Satellite” tale risorsa realtà, a me finora sconosciuta. i suoi occhi - e che tratta in modo molto familiare residenziale nel quale le persone con disabilità viene utilizzata in maniera sistematica, stabile Ogni settimana per quattro giorni, dal mercoledì e accogliente. intellettiva possano acquisire le competenze ed efficiente grazie alla collaborazione con al sabato pomeriggio, viene ospitato a rotazione Qualcuno ha messo alla tv la videocassetta di un necessarie per la gestione della vita domestica l’Organizzazione “Liberamente insieme per un gruppo diverso di ragazzi, di solito composto film comico che in realtà nessuno guarda: non con il massimo grado di autonomia possibile. In ANFFAS Trentino” che ha portato allo sviluppo da due maschi e due femmine. Grazie al pc ‘do- c’è tempo, c’è altro da fare! Chi intrattiene gli parallelo lo sviluppo di una rete fra enti profit e di innovativi modelli di gestione del volontariato. motico’ che si trova in soggiorno è possibile or- ospiti, chi prepara per tutti la camomilla calda – il no-profit per individuare soluzioni tecnologiche Il progetto trentino, del tutto sperimentale e ganizzare le varie attività quotidiane. Per scegliere rilassante rito della sera – chi ascolta un po’ di atte a migliorare la sicurezza e la qualità della vita innovativo, è già stato fatto proprio da un’altra il menù del pranzo e della cena i ragazzi trovano musica sull’I-pod, chi disfa la valigia e inizia a farsi delle persone con disabilità intellettiva. realtà italiana, a Pavia. un elenco di immagini di pietanze (primi, secon- il letto per la notte. Il clima generale è frizzante, I genitori che vedono crescere il loro figlio Come tutto ciò si svilupperà in futuro dipenderà di, contorni..), decidono insieme quali vogliono ma nello stesso tempo molto sereno. La casa poi con disabilità intellettive serie si pongono, da una serie di fattori: economici, certo, ma non cucinare quel giorno e poi le spuntano su una è decisamente ordinata e pulita, con ogni cosa al inevitabilmente, molte domande riguardanti il solo. Anzi, l’aspetto economico al momento pare lista, che alla fine viene stampata. A questo punto suo posto. Ci si sta bene. Faccio ancora un po’ suo futuro. Una delle più angoscianti riguarda un problema assai meno significativo rispetto ad controllano cosa c’è già in dispensa e infine vanno di conversazione con i ragazzi, poi saluto e mi il “dopo di noi”: ovvero il non sapere quali altri, essenzialmente di natura emozionale: ben insieme a comprare ciò che manca. Anche la congedo. Torno a casa con la sensazione di aver scenari si apriranno per il proprio figlio quando più difficili da risolvere. mattina il computer sveglia ognuno all’ora oppor- trascorso proprio una serata diversa e arricchente. loro non saranno più in grado di occuparsene. tuna, in base ai suoi impegni e alle sue abitudini: C’è un mondo silenzioso di persone che dedicano Da tale questione, più volte dibattuta anche per esempio c’è chi è più pigro e vorrebbe dor- il proprio tempo e i propri talenti agli altri. Il 2011 all’interno dell’ANFFAS Trentino, è nata l’idea mire fino all’ultimo minuto e chi invece preferisce è l’Anno Europeo del volontariato. Pensiamoci. di sperimentare un modello di residenzialità Pietro Marsilli alzarsi un po’ prima per lavarsi e far colazione con ove testare una serie di nuove strumentazioni tutta calma prima di uscire di casa. Infine la sera e modalità operative eventualmente applicabili bisogna spegnere il cellulare verso le 21.00 e an- Anna Degasperi
  • 4. Bottega - racconta una delle artiste - significa luogo Perché le due metà del cielo in cui la creazione passa non diventino troppo uguali attraverso l’alchimia della fatica e del sudore dell’artigiano che lavora Ho da poco iniziato a leggere un libro dal titolo In questi ultimi cinquant’anni la donna ha ot- instancabilmente dietro la “Lettera alle donne”. È scritto dalla giornalista tenuto un ruolo sempre più “attivo” all’interno propria visione, insomma un francese Catherine Barry che ha raccolto i vari della società: è entrata nel mondo del lavoro, ha luogo dove ci si sporca le mani. messaggi del Dalai Lama all’universo femminile. occupato ruoli da sempre prettamente maschili, In sintesi il Dalai Lama affer- ha imparato a camminare con le “sue gambe” ma che “ La prossima era sarà dimostrando il suo valore anche se spesso si è delle donne” sostenendo che visto che questo nuovo modo di essere è più un Maschere del mondo è l’unica che con la sua sensi- copiare i comportamenti maschili che non l’aver bilità, il suo altruismo, la sua trovato una vera nuova identità. Basta pensare compassione può dare inizio alle donne che in politica in nome del “potere” Il primo compleanno della Bottega Buffa CircoVacanti ad un cambiamento profondo difendono così strenuamente quei capigruppo e radicale in grado di costruire od onorevoli o senatori una società di pace. che molto palesemente Il 27 gennaio scorso, nella sala conferenze della da questa poetica, diventa immediata la compren- Sono completamente d’accor- dal loro parlare ed agire Caritro, l’Associazione di promozione sociale sione dell’istinto del gruppo di cercare continua- do con questa affermazione. lasciano intendere ciò che “Bottega Buffa CircoVacanti” ha festeggiato il mente la collaborazione con quegli artigiani che Guardiamo un po’ la società nella quale viviamo: pensano dell’essere fem- suo primo anno di attività alla presenza di colla- lavorano ancora con il senso di trasmissione della sono più le donne rispetto agli uomini che spesso minile e cioè che è “solo boratori, sostenitori ed estimatori d’arte. propria arte. Un esempio è sicuramente la colla- vanno in viaggio, a teatro, in pizzeria, che trovia- un bel passatempo”. Op- L’associazione si è costituita a Trento per la borazione con lo scultore trentino Luca Molinari mo in maggior numero in associazioni di volon- pure delle donne soldato: caparbietà e passione di sei ragazze di nazionalità che ha accettato di insegnare alle attrici del grup- tariato, che si ritrovano a fare due chiacchiere ricordate la soldatessa diversa e con alle spalle esperienze formative e po l’arte dell’intaglio per ottenere una matrice di davanti ad una tazza di caffè, che più si prestano statunitense carceriere percorsi culturali quanto mai vari. legno sui cui battere successivamente la propria quando ce n’è bisogno, ma soprattutto sono anco- ad Abu Ghraib che con i I vissuti, coltivati negli ambiti del teatro, della mu- maschera in cuoio e trasferirla al volto per dare ra le donne che educano i figli. suoi colleghi ha parteci- sica, della danza, delle arti visive si sono incrociati vita ai personaggi della commedia dell’arte, dagli Cosa significa questo? Significa che le donne pato alle sevizie e torture nella condivisione di una poetica comune che Zanni, Arlecchini, Pantaloni, Balanzoni, alle sono maggiormente portate alla comunicazione dei prigionieri iracheni? vuole recuperare l’antica arte dell’attore, secondo Servette, oltre ai primitivi Buffoni e ai più homus e che proprio per questa loro capacità e il loro Poco tempo dopo quella la quale il teatro è prima di ogni altra esperienza, erectus, Clown per percorrere le vie dei borghi, modo di vivere più frequentemente la comunità stessa soldatessa è rimasta spazio di relazione e di comunicazione, capace di prediligendo carnevali e luoghi che hanno il sapo- possono più facilmente trasmettere messaggi e incinta. Ma come può colei incontrare nelle piazze e nelle corti un pubblico re di antico, inondandoli di fantasie perdute. convinzioni. che è in grado di dare la eterogeneo d’età, E se il sostantivo non casuale di Bottega che dà Ecco perciò vita partecipare a queste estrazione sociale il nome all’associazione ci fa scoprire l’arcaico, l’importan- efferatezze? e provenienza possiamo capire il significato della scelta di Buffa: za che non Ma abbiamo donne come geografica. Per il perché anche questo è teatro: parlare di ciò che passi il mes- San Suu Kyi, abbiamo le particolare lavoro le convenzioni ed il galateo non permettono di saggio che “Madri coraggio”, Dian di ricerca che de- dire; esprimere il poetico e il grottesco che la purtroppo in Fossey che ha dato la vita dica alle masche- realtà mescola e la maschera ridice; di Circo, in questi ultimi per salvare ciò nel qua- re la Bottega si è quanto è un crogiolo di discipline diverse e di mesi sta di- le credeva e tante altre, gemellata con un Vacante poiché costantemente alla ricerca di vuoti lagando nel ma soprattutto abbiamo gruppo di ricerca da riempire. In definitiva la Bottega ci comunica nostro paese: milioni di donne che tutti i teatrale brasi- una bella esperienza: che là dove c’era desiderio e una forma di giorni con il loro modo di liano di nome volontà di incontrare volti e persone il dialogo fra prostituzione vivere dimostrano la loro forza e la loro capacità Cia Buffa de Teatro che si occupa del recupero e le culture è concretamente possibile. consape- di portare avanti le idee nelle quali credono senza della codificazione dei linguaggi artistici e rituali vole come cedere al ricatto dei “soldi e del potere”. presenti nelle manifestazioni popolari brasiliane Ezio Risatti sistema di emancipazione e come strumento di Ecco perché è importantissimo non copiare ma anche di altre parti del mondo, quali le danze accesso a desideri effimeri. i comportamenti maschili ed ecco perché, se di possessione del sud Italia. Ecco l’importanza di mantenere le diversità tra manterrà la sua identità, solo la Donna può essere Bottega - racconta una delle artiste - significa luo- uomo e donna, di non cadere noi donne nella colei che può costruire una società di pace. go in cui la creazione passa attraverso l’alchimia Contatti: trappola di scambio e denaro in nome di potere e della fatica e del sudore dell’artigiano che lavora Referente: Veronica Risatti cell. 3497227824 soldi, scambio sul quale l’uomo, spesso, ha basato instancabilmente dietro la propria visione, insom- bottegabuffacircovacanti@gmail.com questa società. Anna Mussi ma un luogo dove ci si sporca le mani. A partire bottegabuffacircovacantiblogspot.com
  • 5. Dentro ho incontrato uomini liberi “L’ (in)giusta distanza” Un laboratorio di fede nel carcere di Trento 12 km o poco più tornare da te per vivere la tua mancanza, eppure “Veglia sempre su questi figli tuoi…” canticchia La vita riserva spesso sorprese non resisto agli orgasmi offerti alle membra che ti di Costanza Schiaroli la mia mente mentre alle mie spalle si chiude e novità che mai ci si sarebbe assaggiano nonostante siano vecchie di te. Elenco anche l’ultimo cancello che separa due mondi: il Ti riconosco alla vista del mare. Di quel mare. Il i miei altrove. Qual è la giusta distanza? Abiterò aspettati. “dentro” e il “fuori”. mio. Ti riconosco, assenza, perchè per 12 km o un limbo finchè non mi deciderò a non essere più Il “fuori” è la vita della maggior parte di noi, poco più posso guardarti negli occhi. Sei la mia tua schiava, terra madre. Lasciami libera di rico- fatta di tante cose, a cui forse non diamo troppo di vita da far venire i brividi, ragazzi cacciati di terra. Alla velocità decisa dal treno ho il privilegio noscermi in quello che vivo lontana da te. Non è peso perché ormai fanno parte della nostra casa dai loro stessi genitori, che si sono trovati di godere di te che ti concedi vanitosa e furbetta. un tradimento, il mio. Anche io per te sono assen- quotidianità: famiglia, casa, lavoro, traffico, nel pericolo, faccia a faccia con la morte più di Mi chiami a te ma mi costringi altrove. E il con- te, lo so. Ma da sempre sono e voglio continuare a impegni, corse frenetiche, volontariato e anche una volta; ci sono mariti e padri di bimbi anche gedo è morire un po’. E il tornare è dirti grazie essere solo tua. qualche hobby, se rimane tempo. piccolissimi che, tra le lacrime, ci confidano il e amarti ogni volta di più. Terra: mi hai generato Il “dentro” è invece quel mondo a tanti loro dispiacere per aver causato loro sofferenza, dal tuo grembo e solo lì, accanto al mare, sono 1000 km o poco meno sconosciuto – fino a poco tempo fa anche a me – la paura di perderli, il vuoto e la solitudine di non davvero io. Ho allungato le mie radici, evitando che sta oltre il muro di cinta del carcere. poterli abbracciare o festeggiare insieme il loro gli strappi, per vivere altrove ma tu non ti sei tra- Danuta Harkabuzik ha scelto una poesia per raccon- La vita riserva spesso sorprese e novità che mai compleanno. scinata con me. Chissà come sarebbe il mio Sud tarsi. 24 anni in Polonia e 24 anni in Italia, anche ci si sarebbe aspettati. E così, da circa un anno Nei confronti di questi uomini ci poniamo con se fosse Nord. Chissà come cambierebbe fare lei è testimone di uno sdoppiamento. Il suo è un e mezzo, ho ricevuto quello che ritengo un profondo rispetto e, a volte, con il semplice l’amore con la terra se fosse il contrario. Quan- perfetto equilibrio tra sofferenza per la terra lon- dono immenso, il potermi affacciare alla finestra silenzio nella consapevolezza che nessuno di noi ti altri vivono di te, assenza? Quali km di mare tana e desiderio di confronto e ricchezza culturale di questa complessa realtà, che mi ha stupita, può dire di non aver mai sbagliato, né di essere aspettano gli altri? All’apparenza non lasci tracce con quella che l’ha adottata. Davanti ad un caffè sconvolta, commossa e coinvolta al tempo stesso. migliore o peggiore di loro. ma se guardo io vedo solchi profondi sul tuo queste donne si sono narrate la fatica di adattarsi Forse per noi gente comune, tutta presa a A loro va la nostra gratitudine per come ci fanno seno, terra. Potrei distinguerli. I segni di chi come alla nuova vita e il tempo lento della fiducia per la rincorrere i propri progetti, a realizzare i propri sentire accolti per quel che siamo, con semplicità me torna con passo pesante all’origine, quando è costruzione di relazioni. Tornare e restare. Questa sogni, quel muro divide i buoni dai cattivi, i belli di cuore. permesso, abitando in un altro luogo che spesso la vicinanza, lo sguardo comune di una storia che dai “mostri”. Vi assicuro che non è così! E a Maria li affidiamo cantando insieme, ancora fatica a riconoscere come proprio e in cui spesso parla di (in)giusta distanza e di casa. Con altri tre amici e il padre cappellano del una volta: “Veglia sempre su questi figli tuoi!” fatica a riconoscersi. Sei doppia, assenza, nel pri- Ecco la poesia originale e tradotta in italiano. carcere di Trento ci ritroviamo insieme ad varmi di essere a casa ovunque io viva, tranne che un gruppo di carcerati, che hanno scelto di Cristina Malacarne con te. Eppure ho il privilegio di avere doppi oc- partecipare a questo momento di incontro chi per conoscere perché so da dove vengo e ho chiamato “laboratorio della fede”. E’ aperto a bisogno di sapere dove vado per sentirmi bene. tutti ed è molto variegato per religione, lingua e Eterna inadeguatezza. Le radici sono una dolce cultura. Ciò che ci accomuna è la sete di qualcosa prigione che quando posso abito. Il distacco è di importante; è il desiderio di leggere insieme la una gola in cui non mi calo. Se mi chiedessero di Parola di Dio, sulla quale poi ci confrontiamo, ci dare nome alla mia casa sarebbe terra madre. Se scambiamo le nostre riflessioni e sensazioni. mi chiedessero di dare nome alla terra che mi ha Quanti volti abbiamo incontrato in questi accolto ora non ne sarei capace perché la sua lin- mesi, quanti nomi, quante storie! A volte non gua e i suoi frutti non li ho imparati da bambina. servono tante parole perché i loro sguardi Doppia assenza mi costringi a rinominare la mia trasmettono emozioni indicibili. Ci sono visi tristi, identità e a farmi essere straniera anche a casa, spaventati, rassegnati, che portano il segno della quando tornando di tanto in tanto sento che mi sofferenza, ma anche sguardi carichi di vivacità, manca la confidenza di un tempo. Il vociare dei di intelligenza, di voglia incredibile di vivere, ricordi si mescola con la smania di sapere del pre- Le tre parole più strane comunicare, amare. Un forte spirito di solidarietà sente. Ma saperlo non è viverlo. Mi togli tutto. Ti Quando pronuncio la parola Futuro, e di sensibilità reciproca si coglie dai loro racconti. tolgo tutto. E non sono mai vuota. E non sono la prima sillaba già va nel passato. C’è chi è in carcere per la prima volta, e chi del mai piena. Né all’origine né all’approdo. Cosa mi Quando pronuncio la parola silenzio, carcere ha fin troppa esperienza, perché ne ha fa essere quello che sono? La terra mi plasma più lo distruggo. visti tanti e magari molti dei suoi 20-30 anni li ha degli uomini e mi comanda. Le sue forme, la sua vissuti “dentro”. storia, i suoi rumori fanno la mia identità. Casa Quando pronuncio la parola Niente, Secondo la legge sono uomini che nella vita perchè in viaggio non ti porto con me? Sei mia creo qualche cosa che non entra in alcun nulla. hanno sbagliato qualcosa, che devono pagare per solo per 12 km o poco più. E poi resti lì, non ti Di Wislawa Szymborska, poetessa polacca premio Nobel i loro errori. E questo è il compito della legge. Particolare dell’icona della Risurrezione nella chiesa del nuovo carcere avvicini e io come un parassita vorrei appiccicar- per la letteratura 1996 Ma per noi ci sono delle persone con esperienze di Trento mi alle tue pareti e vivere di te. Peccato mortale
  • 6. In Cielo e in … Bolghera Santi Arte Al contrario, edificio di nicchia dedicato ad un 2. Sant’Antonio da Padova santo altrettanto di nicchia è la cappella che sorge davanti al Villaggio SOS in cima al colle di Gocciadoro. A seguito della morte prematura Frate francescano, taumaturgo, dottore della del suo sedicenne nipote Adalberto, nel 1857, Chiesa, sant’Antonio da Padova nacque a Lisbo- l’avv. Pietro Bernardelli diede disposizione in un na, in Portogallo, nel 1195 e morì ad Arcella, nei codicillo testamentario dello stesso anno affinché pressi di Padova, il 13 giugno 1231. Indice della venisse eretta una cappella “sul dosso a sera della sua straordinaria popolarità è che il suo nome, casa colonica del maso in Gocciadoro intitolata a nelle diverse varianti e traduzioni (Antonio, 1. Santa Chiara e sant’Adalberto”. Venne effettivamente eretta solo Tonino, Antonietta…) è in assoluto il più diffuso sant’Adalberto nel 1873, su progetto dell’ing. Saverio Tamanini al mondo. A lui anche in Trentino sono dedicati e benedetta nel corso di quello stesso anno. Ha numerosi edifici di culto, non solo legati all’Ordi- Nulla di strano che in una città storicamente così pianta ottagonale con atrio sorretto da colonne ne francescano. intrisa di religiosità come la nostra, sia le intitola- binate e frontone marcato da archetti rampanti. Fra di essi la chiesa parrocchiale del nostro quar- zioni di alcuni grandi edifici, di culto e non, che di L’esterno è di pietra riquadrata e ben connessa. tiere, come pure la strada antistante. Fu costruita alcune strade, che di artistiche statue siano legate La parte superiore della facciata è ornata di archi fra il 1956 e il 1959, benedetta il 15 marzo 1959, a santi e a sante. rotondi sostenuti da eleganti colonnine. La lunetta consacrata il 5 giugno 1982. Il progetto è dell’ing. Cuore di Gesù, in particolare il san Giuseppe Ciò vale anche per il quartiere di oltre Fersina che sormonta la porta di accesso è fregiata da una Giovanni Lorenzi (e non dell’arch. Efrem Ferrari, operaio con Gesù Bambino e la Madonna col connotato dalla presenza dell’ospedale cittadino, semplice croce e dalla scritta “In honorem sancti come talvolta è stato erroneamente scritto) su Bambino. per antonomasia “il” Santa Chiara, del quale la Adalberti archiep.”. L’interno ha gli angoli deco- incarico dell’allora parroco Randolfo Sottopie- Giovanni Lorenzi (Lavis 1901-1962), laureatosi posa della prima pietra risale al 1960 (23 ottobre) rati a fasce; nella cupola della volta sono raffigu- tra. Le caratteristiche architettoniche dell’edificio in ingegneria civile a Padova nel 1927, ha prodot- e la inaugurazione al 1970 (18 gennaio). La sua rati gli evangelisti. L’altarino è in marmo bianco. ricordano liberamente alcuni aspetti dell’archi- to numerosi disegni, progetti e materiali per la intitolazione ben si motiva con il trasferimento Dal 1975 la cappella non venne più utilizzata e ne tettura gotica, quali la verticalità, la soffittatura a partecipazione a concorsi di edifici chiaramente fra quelle nuove mura dell’ospedale civile cittadi- cominciò il degrado fisico a incominciare dagli vele piatte, il netto contrasto fra strutture portanti razionalisti. In alcuni testi pubblicati su “Trenti- no che dal 1811 aveva sede all’inizio di corso Tre infissi e dalla copertura. Non sono più presenti e pareti di tamponamento. E’ contraddistinto no”, la rivista della Legione Trentina, negli anni novembre, nell’ex convento delle clarisse, e che né la pala raffigurante il santo titolare, dipinta nel dai triangoli vetrati ai lati del coronamento, il cui precedenti la Guerra, i suoi progetti sono pro- per questo veniva detto di “Santa Chiara”. 1873 da Eugenio Prati, depositata al Museo Pro- disegno geometrico si ripete nella cupola absidale, posti a un pubblico vasto come esemplari della E così continuò a chiamarsi, senza soluzione di vinciale d’arte, né l’acquasantiera in pietra, divelta nel tetto a capanna, nelle tre aperture del grande nuova architettura razionalista che lui interpreta continuità anche dopo che dalla vecchia sede dalla sua sede e distrutta per atto di vandalismo. porticato che timbra la facciata caratterizzata da spesso lungo linee ed elementi curvi. Le sue passò alla nuova. L’edificio è stato acquisi- una elevazione assai pronunciata, nelle lesene prime opere importanti datano verso il 1936 e Al centro dell’aiuola-rotatoria antistante l’ingres- to gratuitamente dal Co- cementizie. l’attività professionale, da quella data, è intensa. so principale, in occasione dell’ottavo centenario mune di Trento nel 1995. L’interno, impostato su pianta rettangolare, è ad Partecipa al concorso per il Piano Regolatore di della nascita di santa Chiara, il Movimento Fran- E’ in corso un restauro, aula unica, affiancata da una serie di basse cappel- Trento del 1938. Dopo il 1945, calata la tensione cescano Trentino promosse la realizzazione di un finanziato dal Comune le laterali di cemento e di marmo che svolgono la che lo caratterizzava, la sua produzione architetto- monumento bronzeo dedicato alla santa. L’opera di Trento, da parte della funzione di contrafforti, il tiburio sopra al presbi- nica “si appiattisce su moduli ripetuti e anonimi” fu plasmata da fra Silvio Bottes, il noto ed apprez- ditta Tiziano e Francesco terio è a pianta quadrangolare. Il grande crocifis- (Giovanazzi). zato scultore francescano del convento di Arco Nerobutto, di Grigno, su so ligneo della parete absidale, il gruppo ligneo Oltre alla chiesa di Sant’ Antonio in Bolghera, fra nato nel 1921. Come si legge nel pieghevole edito progetto dell’arch. Fran- della Sacra Famiglia della terza cappella a destra, le sue opere principali si ricordano casa Lubich in occasione della sua benedizione (3 ottobre co Janeselli. la statua di sant’Antonio di quella seguente e la in piazza Cesare Battisti (1936), il Supercinema 1993), esso fu realizzato “per evocare ai malati, Il santo a cui ci si riferi- statua policroma della Madonna addolorata della Vittoria in via Manci (1937), la Casa del Littorio, agli operatori sanitari ed ai visitatori i messaggi di sce è Adalberto di Praga, terza cappella a sinistra sono di Ermanno Mo- poi Autorità del Bacino dell’Adige, in largo Porta fede e di fortezza cristiana, nei quali si riconosce benedettino, arcivescovo roder. Il dipinto con il battesimo di Cristo della Nuova e le scuole elementari di Lavis (1938), il l’attualità della testimonianza della Santa”. di Praga, morto martire cappella seguente è di Franco Nones. L’affresco Grand Hotel Trento in via Alfieri (1939), il quar- Ovviamente ci si riferisce a santa Chiara di Assisi (956 ca. - 23 aprile 997), di sant’Antonio della fronte destra del presbi- tiere INA-Casa a San Donà (1957). (1193 - 11 agosto 1253), la co-fondatrice dell’or- veneratissimo patrono terio, del 1963, è di Marco Bertoldi. Lo stesso dine delle Clarisse, nel quale da allora anche le della Prussia e della Marco Bertoldi che nel 1978-1979 realizzò diversi donne poterono vivere l’ideale francescano. Boemia. interventi ad affresco nella vicina chiesa del Sacro Pietro Marsilli
  • 7. Il coraggio di educare loro efficacia non alla procedura, ma alla passio- ne e all’entusiasmo di chi giorno dopo giorno si so. Perché compito dell’adulto è quello di esserci e mostrare fermezza di fronte ai tentativi dell’ado- spende gratuitamente per il bene dell’altro. lescente di mettere alla prova il suo equilibrio e la orientino il percorso per riportarlo sulla giusta Educare quindi è possibile se smettiamo di sua autorevolezza; suo dovere è quello di stabi- rotta. indossare i guantoni dello sfidante e scesi dal lire regole e limiti con i quali l’adolescente deve Ritrovare slancio e motivazione risulta tuttavia ring abbassiamo la difesa per guardare in faccia confrontarsi per conquistare la propria autonomia compito non facile quando il futuro appare come chi abbiamo di fronte e conoscerlo. Solo nell’in- e indipendenza. Solo grazie a questo incontro/ una minaccia che priva i giovani di ogni prospet- contro con la sua libertà, aprendoci all’ascolto scontro, infatti, egli avrà la possibilità, lungo il tiva e li spinge ad appiattirsi sul presente. Ne ha e al dialogo, troveremo il modo di allearci con i suo percorso di crescita, di imparare a conoscersi parlato il filosofo Umberto Galimberti nel suo giovani perché se è vero che l’azione educativa è e a differenziarsi, scoprendo chi è e quali sono i “L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani”, (deve essere) un’azione corale, la prima alleanza talenti e le capacità che lo rendono unico. Oggi testo dedicato all’analisi del disagio giovanile nelle da costruire è proprio quella con loro. invece sembra prevalere la cultura dell’omolo- sue varie manifestazioni. gazione che appiattisce la creatività e ostacola Il rimedio individuato coincide con il compito che l’intraprendenza dei giovani mentre la nostra da sempre spetta agli adulti: insegnare “l’arte del incapacità di far capire il senso del limite li porta a vivere”, aiutando i giovani a riconoscere le pro- immergersi in qualsiasi esperienza senza possede- Scendere dal ring prie capacità per poi esprimerle e lasciarle fiorire re la maturità e le categorie necessarie per capire liberamente. Occorre quindi recuperare anzitutto le conseguenze delle proprie azioni. e puntare al dialogo fiducia nella bontà dell’azione educativa e nella Venuto meno quindi al proprio dovere, l’adulto capacità di trasmettere e comunicare valori in un sembra aver dimenticato anche il diritto delle Emergenza, sfida, alleanza: termini ricorrenti in momento storico in cui le tradizionali agenzie nuove generazioni a essere educate e appare invi- questi ultimi anni nel linguaggio di chi, a vario schiato egli stesso in una profonda crisi d’identità educative - famiglia, scuola, Chiesa, mondo delle titolo, si occupa di educazione. Educare non è più che trasforma e modifica le caratteristiche tipiche associazioni, del volontariato, dello sport - fanno un’azione spontanea, ma è diventata un problema, dell’incontro con l’adolescente: non più rapporto fatica a mettere in campo un agire responsabile una sfida da affrontare con nuove risorse e nuovi asimmetrico ma tra pari, come se fosse possibile che valorizzi la dimensione progettuale implicita strumenti. Si tratta, infatti, non soltanto di resiste- re all’urto inevitabile generato dallo scontro inter- nell’azione educativa. Educare, infatti, è possibile Una nuova alleanza conquistare la fiducia e l’affetto dei giovani solo quando lo sguardo si allunga verso l’orizzonte e diventando loro amici e comportandosi come tali. generazionale, ma anche e soprattutto di costruire ci si adopera per contrastare l’affermarsi di quelle tra generazioni È evidente quindi di quanto bisogno ci sia di solide reti di sostegno e di dare vita a situazioni educazione, ma soprattutto di testimoni convinti in cui fermarsi per trasformare lo scontro in un “passioni tristi” - incertezza e disillusione - che Educare: cosa significa oggi? Domanda a cui non sembrano dominare la scena. e coerenti della bontà dell’azione educativa: edu- incontro aperto al dialogo e alla comunicazione è facile rispondere, ma che non si può eludere se care infatti non può essere un’azione superficiale autentica. Tornare ad appassionarsi, mettersi in gioco per è vero che la società attuale sembra essere caratte- costruire il futuro, investire sulla formazione inte- e astratta, dove le parole non trovano corrispon- In questo senso si è mossa “Educa”, manifesta- rizzata da un disagio esistenziale che riguarda non denza nei fatti, un’azione che non si cala nel reale, zione nazionale sull’educazione nata tre anni fa a grale dell’uomo: è questo il messaggio contenuto soltanto i giovani ma anche e soprattutto gli adul- anche negli Orientamenti pastorali per il decennio ma rimane sterile e senza impegno, lasciata al caso Rovereto, portavoce di una preoccupazione ormai ti. Ne abbiamo sentito parlare a “Educa”, mani- o alle circostanze, e quindi priva di direzione o diffusa a macchia d’olio, ma, al tempo stesso 2010-2020 pubblicati da pochi mesi e dedicati festazione nazionale sull’educazione nata tre anni proprio all’arte delicata e sublime dell’educazione. meta o con una data di scadenza. espressione di quanto di positivo si sta cercando fa a Rovereto, e pochi mesi fa è stata pubblicata la L’educazione, invece, è (dovrebbe essere) un’azio- di fare e “laboratorio” di nuove pratiche. Tale Non mancano quindi voci autorevoli provenienti nota dei vescovi italiani per il prossimo decennio, dal mondo laico e da quello cattolico a indicare ne intenzionale che chiede a ognuno di mettere iniziativa ha saputo, infatti, creare un luogo in cui dedicata proprio all’educazione, a testimonianza le proprie capacità a servizio dell’immenso bene incontrarsi per riflettere e confrontarsi sul ruolo un percorso difficile ma necessario: riportare della necessità di riconoscere il valore dell’azione l’attenzione al cuore dell’educazione intesa come rappresentato dai nostri figli affinché quel bene e rivestito dagli adulti nel rapporto problematico educativa. la ricchezza racchiusa in ognuno abbia la possibi- con le nuove generazioni. Ormai non più modelli azione generatrice e formativa per eccellenza che Risulta evidente, infatti, che nel rapporto tra ge- lità di esprimersi. di comportamento né punti di riferimento precisi chiama gli adulti ad un impegno responsabile nerazioni non esiste più una linea di demarcazio- Educare quindi significa dedicarsi alla realizza- e affidabili, gli adulti appaiono essi stessi prota- e non più trascurabile. Perché di educazione si ne precisa a segnare il confine: di fronte a giovani zione di un progetto nella cui utilità dobbiamo gonisti di una crisi che li vede sempre più privi di torni a parlare come di un incontro fecondo per che non riconoscono più l’autorità di genitori e credere profondamente se vogliamo che vada a quella credibilità e autorevolezza che li rendereb- entrambe le parti del rapporto, in un processo insegnanti ma che, al tempo stesso, hanno biso- buon fine. Piantare un seme e sperare un giorno be agli occhi dei giovani un esempio da seguire. di accompagnamento e arricchimento reciproco. gno di punti di riferimento precisi e affidabili, di godere di frutti maturi e saporiti senza curarci Nasce da questa consapevolezza l’impegno del Perché l’educazione cessi di essere un problema, capaci di orientare il loro percorso e di aiutarli a di proteggerlo non basta. Nutrire quotidianamen- Comitato per il progetto culturale della Cei che prima di accorgerci che forse non abbiamo più distinguere ciò che è buono, bello e positivo per la te il terreno per aiutare quel piccolo germoglio nel 2009 ha pubblicato un rapporto-proposta voglia di dedicarci a quello che è il compito più loro crescita, troviamo un mondo adulto sempre a crescere diritto e rigoglioso: questa invece è la intitolato proprio “La sfida educativa”. Dopo bello e affascinante che possiamo sperimentare: più in difficoltà nell’offrire modelli di comporta- direzione da seguire per permettere all’educazione un’attenta riflessione sullo stato dell’educazione, dare la vita ad un altro e poi aiutarlo a crescere mento nei quali potersi identificare. di rispondere alla sua autentica vocazione, miglio- il testo evidenzia la necessità di creare alleanze libero e autonomo. Esso, infatti, sembra aver ormai perso la consa- rare il nostro modo di stare al mondo. in grado di coinvolgere attivamente tutti i sog- Non si tratta solo di una questione terminologica pevolezza del valore insito nel dovere di educare, getti che hanno a cuore il benessere delle future - sfida o arte? -: le alleanze e le modalità che per- che implica la capacità di assumersi un impegno generazioni e propone linee di intervento che ne mettono di calare nel reale l’educazione devono la responsabile e fedele nel tempo al rapporto stes- Patrizia Niccolini
  • 8. Teniamoci compagnia Un Ponte sulla fantasia La solidarietà come antidoto alla solitudine Un itinerario suggestivo Non molto tempo fa sulla cronaca locale la solitudine, il sentirsi soli non è uno stato Chi transita per la Bassa Valsugana forse non appariva la notizia che una persona anziana d’animo solamente legato all’assenza di qualcuno, ha mai notato il grandioso ponte di pietra, una era stata trovata morta nel suo appartamento ma soprattutto è il frutto di un meccanismo struttura spettacolare, un arco perfetto di oltre dopo quattro giorni. Nella quotidiana fretta “ad escludendum”. Stare soli infatti a volte è 40 metri di luce, completamente staccato dalla con la quale si sfogliano i giornali non ho dato piacevole, è importante per riflettere, ci aiuta a parete rocciosa. Le foto non possono rendere circa 2 km, si molto peso alla cosa, ma poi ripensandoci molti valutare con la dovuta tranquillità delle situazioni il fascino di questa opera d’arte della natura. Le trova un piccolo interrogativi hanno cominciato ad affollare difficili, ci aiuta nel prendere decisioni. Questo misure sono notevoli: piano parabolico superiore parcheggio, e di la mia mente. Stiamo vivendo in una società stare soli, questo stare un po’ con se stessi oltre 70 metri, larghezza circa 4 metri, spessore fronte la partenza che progressivamente e inesorabilmente sta per ripercorrere esperienze passate, storie ed 12 metri, arco interno circa 60 metri, altezza dal ben segnalata per invecchiando, bastano alcuni dati per ricordarlo: eventi di vita vissuta è frequente nelle persone suolo sottostante 50 metri. Si è formato per crolli il Ponte dell’Or- l’indice di vecchiaia (rapporto fra ultra 65enni e anziane, ma non è mai isolamento fine a se successivi della volta di un profondo “covolon” co. Il sentiero, giovani fino a 14 anni) nel 1962 era pari al 42%, stesso, solitudine. Altra cosa è la solitudine a (grotta aperta verso l’esterno), dovuti ai fenomeni che si inoltra nel nel 2009 era pari al 125% e nel 2032 raggiungerà cui spesso, troppo spesso la persona anziana è carsici che hanno interessato l’isolata mole del bosco di pino il 190%. “obbligata”, costretta da un mondo che non lo monte Lefre (1.385 m). nero e silvestre, riconosce più come persona capace di incidere Per tutta l’escursione si godono vedute sulla Val- è segnato, ben sull’evoluzione degli eventi, sui meccanismi, sulle sugana, i dirimpettai contrafforti dell’Altipiano di agibile e senza particolari difficoltà, vi sono alcuni “regole” che caratterizzano la società in cui vive: Asiago con i Castelloni di San Marco, ed il paese tratti relativamente ripidi. Il tempo per l’escursio- Ultra 65enni: è qui che si compie l’operazione di esclusione, di di Ospedaletto e interessanti varietà di piante. ne è di circa un’ora e mezza andata e ritorno. Nel emarginazione. In questo contesto si è maturata Un’antica leggenda, che qui sotto riportiamo, è ritorno si può sostare alla Madonna della Roc- • nel 1961 erano circa 10% legata a questo ponte. chetta, chiesetta votiva del 1640, con adiacente fra l’indifferenza di molti quella morte nella • nel 2010 sono il 19% solitudine tanto presente da scoprirla a distanza Ci si arriva: dalla strada statale 47, uscita Ospeda- parco giochi e area attrezzata di tavoli e panche. • nel 2030 oltre il 25% di giorni. Di fronte a questi eventi abbiamo perso letto Valsugana. Arrivati in centro paese, muni- tutti, ha perso “l’animale sociale” che è in noi, ha cipio, seguire la segnaletica Ponte dell’Orco per Angela Zortea Ultra 80enni: perso la comunità, il vicinato, la rete di welfare “ sempre più smagliata, sono venuti meno i valori • nel 2010 sono il 6,3% circa 30.000 di solidarietà. • nel 2030 circa il 10% oltre 53.000 La chiave di volta è recuperare con forza i valori di una società solidale capace di contrastare le La leggenda del Ponte dal pericolo in cui si trovava. E invo- cò l’“Orco”, il dio dell’inferno e dei In questo contesto i fenomeni di solitudine per logiche, le azioni che tendono ad escludere per dell’Orco giuramenti!... Il grido fu esaudito. le persone anziane, ove i rapporti familiari si favorire quelle inclusive. Il vecchio non può S’aprì infatti la terra, e dall’apertu- sono assottigliati moltissimo, diventano sempre essere solo un problema dei servizi sociali, una Il popolo, sempre immaginoso, vi in- ra uscì un nembo di fumo e odore più frequenti tanto da rappresentare una questione di rete dei servizi; anche questo, tessè sopra la seguente leggenda: “Un di zolfo, e davanti al pastore evidenza sociale di non facile soluzione. ma deve divenire sempre più una risorsa pecoraio, di non si sa quale regione, esterefatto comparve Plutone (il Il sentirsi isolati, tagliati fuori dalle per sviluppare, rafforzare gli elementi arrivò in antichi tempi sulle pendici vero nome dell’Orco) in figura di un dinamiche della vita quotidiana, solidaristici della nostra società sovrastanti al luogo, dove sorse poi il uomo lungo lungo, scarno scarno, con - E l’anima mia ti cedo. - Giura! paese di Ospedaletto, conducendovi sapere che puoi contare poco o condannata ad un progressivo e una folta barba, occhi di fuoco, mento - Giuro! al pascolo le sue pecore. Era uno di nulla per i “valori correnti” della costante invecchiamento. Non può aguzzo, naso aquilino, bocca ampia - Ebbene. Guarda!... quei pecorai nomadi che si aggiravano società in cui vivi, intristisce, considerarsi solidale una comunità e sogghignante, coi piedi caprini e le Il pecoraio guardò, ed ecco sorgere due indisturbati sulle nostre allora libere mani somiglianti ad artigli di aquila. enormi piloni di roccia e sopra i piloni lo rende inaccettabile. Si che esclude i suoi vecchi e i diversi montagne in cerca di pabulo per il loro - Tu mi hai chiamato, o pecoraio - gridò un gran masso che faceva da ponte. può essere soli anche in perché alla lunga si troverà a gregge. Va e va, il pecoraio si trovò un con voce aspra e chioccia il re dell’Aver- - A rivederci all’Erebo, - disse l’Orco. - mezzo alla gente, in non essere nemmeno giorno sul ciglione di un’alta pendice, no. - Che vuoi? Appena tu sarai morto, verrò a prende- una comunità quando comunità ma semplice donde era impossibile transitare al - Domando aiuto a vostra maestà re la tua anima, che sarà mia preda. nessuno più ti guarda sommatoria di basso, e risalire il monte era oltremodo infernale per uscire da questo pericolo - E sia ! - confermò il pecoraio risoluto. negli occhi o ti rivolge individualità. pericoloso per uno scoscendimento di - rispose tremante il pastore. Plutone diè un fischio acutissimo, che una parola di sostegno. pietre cadute nella notte, durante un - Quale pericolo? rimbombò per le montagne circostanti, Non necessariamente furioso temporale. Il povero pecoraio - Vorrei passare là col mio gregge; ma il e s’inabissò fra un alto nembo di fumo. la vicinanza fisica di Renzo Dori temette per sè e per le sue pecore. Che burrone è alto, scosceso, non transita- Il pecoraio passò allora il ponte con le una persona risolve la fare?... Idolatra come era il pastore, bile, e ritornare indietro non posso. sue pecore e fu salvo. Il ponte rimase, tua solitudine se non pensò non vi fosse partito migliore che - Sono pronto al tuo desiderio; ma tu e fu detto e si dice tuttora il “Ponte c’è relazione. Quindi invocare l’aiuto di un essere ultramon- devi cedermi l’anima tua... Solo a tal dell’Orco”. diale e potente, che valesse a liberarlo patto ti salverò! www.comune.ospedaletto.tn.it
  • 9. Solo, osservo le gocce scivolare sulla vetrata, Come vendetta di una mente debole ma nessuna è quella che attendo. il potere ingannevole dell’arroganza Un altro giorno è passato crea incurabili ulcere nella nostra personalità e il timido sole invernale tra le nubi tramonta ridendo Alessandro Bitteleri Ideazione, testi, foto, progetto grafico a cura dei partecipanti al Maurizio Avi, Mauro Avi, Novella Benedetti, Alessandro Bitteleri, Corso di giornalismo organizzato dall’Associazione Oratorio Romana Borgogno, Elena Defant Robecchi, Anna Degasperi, S.Antonio - Trento sotto la guida dei docenti, in particolare Renzo Dori, Alessandro Gremes, Danuta Harkabuzik, Remo Fulvio Gardumi per la supervisione generale e Lucia Bort per Liberi, Cristina Malacarne, Pietro Marsilli, Lucia Menato, Anna l’impaginazione grafica. Mussi, Patrizia Niccolini, Ezio Risatti, Giada Saltori, Costanza In copertina: elaborazione di una foto di Dino Panato. Schiaroli, Angela Zortea. Con il contributo di: www.oratorio.parrocchiasantantonio.org www.fovoltn.it