Stefano Maria Toma giornalista, iscritto all’Ordine della Campania dal 2011, commenta sul suo blog quanto il panorama delle nuove tecnologie stia mutando la professione giornalistica; dalle deontologie, ai paletti contrattuali, fino alla rielaborazione di patti e di associazioni, di sovrastrutture e di strutture.
Stefano Maria Toma afferma: “Meglio fare il giornalista che lavorare. Bei tempi, quelli che consegnavano all’immaginario ironico e scherzoso una professione sospesa fra l’eterno giramondo, la incongrua professionalità e la scarsa propensione alle regole e agli orari, per non dire a una stanzialità allora (e forse anche oggi) fiera nemica della cultura ciabattona e pantofolaia”.
E continua il giornalista: “Per la verità non vi corrispondeva più di tanto, nemmeno allora, ai tempi in cui la “diversità” del giornalista trasudava dannunzianesimo e pagine a quattro mani fra Tom Antongini e Liala. I primi ad averla inventata quella battuta e a gloriarsene erano proprio loro, i giornalisti in vena ieri ma ancor più oggi di “visibilità” e di “immagine”.
Claudia Porchietto, candidata del centrodestra alla presidenza della provincia di Torino, si è fatta promotrice di due inchieste riguardanti la distanza tra politica e cittadini e la creatività di Torino; la testimonianze del web sono state raccolte in un e-book scaricabile dal suo sito
Cop21, da parigi un regalo ai nostri figli di sergio lupinacci, avvocato pena...DailyFocusNews
“Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare” (Andy Warhol)
Sergio Lupinacci *
Parliamo – soprattutto in questi giorni di COP 21 – di sviluppo sostenibile. Chiariamo subito che l’attributo della sostenibilità, imposto allo sviluppo, prescrive la difesa di un’integrità dell’ambiente, funzionale al benessere delle collettività attuali e delle discendenze future. Ed in qualche modo si afferma pertanto la responsabilità della generazione presente nel mettere in atto azioni, condotte e scelte che garantiscano la tutela del diritto al cibo,ad esempio, anche per le generazioni future. Ma andiamo con ordine seguendo il percorso di un’analisi condotta recentemente dai ricercatori del Milan Center for Food Law and Policy di Livia Pomodoro (www.milanfoodlaw.org) .
Avvocato Gianluca Borelli garanzia del credito in periodo di crisiDailyFocusNews
L’avv. Gianluca Borelli come persona a capo di SuisseGas spiega cosa vuol dire garanzia del credito soprattutto in un periodo di crisi economica come questo, in cui si sente molto spesso parlare di credit crunch o stretta creditizia da parte degli istituti di credito verso aziende o persone giuridiche. Lo racconta anche per capire quali sono le garanzie che tutelano il finanziatore dal rischio di insolvenza del cliente, quando un prestito viene elargito da parte di una banca.
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Franco pecci blue panorama un accesso diretto da malpensa allo yucatanDailyFocusNews
Franco Pecci, fondatore di Blue Panorama Airlines: “È per noi motivo di grande orgoglio aver contribuito all’affermazione di questa destinazione nel mercato italiano ed in quello internazionale”.
Heidegger stein gioia contro angoscia mons dal covolo dibattito presso pontif...DailyFocusNews
Si svolge presso la Pontificia Università Lateranense il convegno internazionale sullAntropologia filosofica di Edith Stein. Ad aprire l’incontro il saluto del rettore, Mons Enrico Dal Covolo. Introduce il prorettore Patrick Valdrini, che presiede la prima sezione nella quale Angela Ales Bello tratterà delle “radici husserliane dell’antropologia filosofica della Stein”.
Cardinale Tarcisio Bertone: “Il Cittadino” del 27 dicembre 2015DailyFocusNews
Cardinale Tarcisio Bertone: “Durante il giudizio finale spero di essere sostenuto nel rispondere alle impegnative domande del Signore, quando lui vorrà, da quanti ho potuto aiutare, e da quanti ancora adesso posso aiutare.”
Enrico Dal Covolo: Giovani, L’esempio di don BoscoDailyFocusNews
L’appello del Rettore dell’Università Lateranense Mons. Enrico Dal Covolo: assumere seriamente le sfide della condizione giovanile. L’esempio di don Bosco a duecento anni dalla nascita. E su Papa Francesco: non è un marziano, ma incarna una Chiesa viva.
Politecnico torino,Gocce di Verità: Storie di chi fugge e di chi resta. DailyFocusNews
Quante volte sentiamo dire che la ricerca scientifica in Italia è ferma al palo? Eppure un gruppo di ricercatori del Politecnico di Torino si è classificato secondo all’ESA’s S2UN Challenge, presentando uno speciale sistema in grado di contenere gli sversamenti di petrolio nell’ambiente. L’intervista completa sul blog goccediverita.it.
Rivoluzione rinnovabili oltre il 38% dei consumi energetici nazionaliDailyFocusNews
Rivoluzione rinnovabili. FERA Srl - Fabbrica Energie Rinnovabili Alternative, Società che opera dal 2001 nel settore delle energie rinnovabili, in particolare nell’eolico, solare a concentrazione e biogas, commenta i dati incoraggianti del rapporto Comuni rinnovabili 2015 di Legambiente. Italia primo Paese al mondo per incidenza del solare rispetto ai consumi elettrici (ad aprile 2015 oltre l’11%). 700 i Comuni dell’eolico, settore che registra un contenuto incremento della potenza installata e che subisce le conseguenze della normativa sulle Aste al ribasso per l’assegnazione degli incentivi.
Rapporto sul Giornalismo Digitale Locale e IperlocaleVittorio Pasteris
Rapporto realizzato da “Giornalismi” (Gruppo di lavoro del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti) in collaborazione con Anso (l’Associazione degli editori online)
Un approccio "evoluto" alla comunicazione pubblica, a 16 anni dalla legge 150/2000. Come ripensare la funzione di comunicazione nelle organizzazioni pubbliche. Secondo incontro del laboratorio formativo in Comunicazione pubblica - Resp scientifico Pina Lalli
il baratro nel quale continua a precipitare la Calabria, sottoposta ad un commissariamento “modello ergastolo”, fine pena mai: la valutazione sintetica LEA di 125 è poco più della metà del 222 conseguito dalle due Regioni migliori (Veneto e Toscana). Un risultato negativo confermato anche dai dati, sperimentali, del nuovo sistema NSG: la regione è ultima per l’”area ospedaliera” ed è l’unica con i risultati “rossi” in tutte le tre aree monitorate.
Quasi a rendere, quindi, naturale ritornare a Totò e alla domanda posta al vigile milanese: "noi vorremmo sapere, per andare dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare?". In realtà, i calabresi che subiscono questa situazione sanno bene dove andare: 53.866 sono andati a farsi curare altrove nel corso del 2019, con una spesa di 222 milioni di euro. Altre perdite a bilancio, che pagheremo tutti, o altri servizi sottratti ai calabresi, come si legge nell’affresco impietoso sulla “non sanità” calabrese tratteggiato dai giudici costituzionali in una recente sentenza, già presentata su questo giornale.
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Si svolge presso la Pontificia Università Lateranense il convegno internazionale sullAntropologia filosofica di Edith Stein. Ad aprire l’incontro il saluto del rettore, Mons Enrico Dal Covolo. Introduce il prorettore Patrick Valdrini, che presiede la prima sezione nella quale Angela Ales Bello tratterà delle “radici husserliane dell’antropologia filosofica della Stein”.
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Rivoluzione rinnovabili. FERA Srl - Fabbrica Energie Rinnovabili Alternative, Società che opera dal 2001 nel settore delle energie rinnovabili, in particolare nell’eolico, solare a concentrazione e biogas, commenta i dati incoraggianti del rapporto Comuni rinnovabili 2015 di Legambiente. Italia primo Paese al mondo per incidenza del solare rispetto ai consumi elettrici (ad aprile 2015 oltre l’11%). 700 i Comuni dell’eolico, settore che registra un contenuto incremento della potenza installata e che subisce le conseguenze della normativa sulle Aste al ribasso per l’assegnazione degli incentivi.
Rapporto sul Giornalismo Digitale Locale e IperlocaleVittorio Pasteris
Rapporto realizzato da “Giornalismi” (Gruppo di lavoro del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti) in collaborazione con Anso (l’Associazione degli editori online)
Un approccio "evoluto" alla comunicazione pubblica, a 16 anni dalla legge 150/2000. Come ripensare la funzione di comunicazione nelle organizzazioni pubbliche. Secondo incontro del laboratorio formativo in Comunicazione pubblica - Resp scientifico Pina Lalli
il baratro nel quale continua a precipitare la Calabria, sottoposta ad un commissariamento “modello ergastolo”, fine pena mai: la valutazione sintetica LEA di 125 è poco più della metà del 222 conseguito dalle due Regioni migliori (Veneto e Toscana). Un risultato negativo confermato anche dai dati, sperimentali, del nuovo sistema NSG: la regione è ultima per l’”area ospedaliera” ed è l’unica con i risultati “rossi” in tutte le tre aree monitorate.
Quasi a rendere, quindi, naturale ritornare a Totò e alla domanda posta al vigile milanese: "noi vorremmo sapere, per andare dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare?". In realtà, i calabresi che subiscono questa situazione sanno bene dove andare: 53.866 sono andati a farsi curare altrove nel corso del 2019, con una spesa di 222 milioni di euro. Altre perdite a bilancio, che pagheremo tutti, o altri servizi sottratti ai calabresi, come si legge nell’affresco impietoso sulla “non sanità” calabrese tratteggiato dai giudici costituzionali in una recente sentenza, già presentata su questo giornale.
Il giornalismo imprenditoriale. Nuova strada per la professione? di Antonio Cilli durante la giornata #turismo #fashion #media2.0: il futuro è oggi svoltasi il 31 maggio 2014 a Torino nell'ambito del Digital Festival
Comunicazione di crisi:quali spazi di dialogo tra comunicatori e giornalisti?Pierluigi De Rosa
Le slide del mio intervento al seminario "COmunicazione di crisi: comunicatori e giornalisti a confronto", organizzato da ASER (Associazione Stampa Emilia-Romagna) e FERPI Emilia-ROmagna.Bologna, 10 giugno 2016
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Stefano maria toma cosa significa fare informazione nel mezzogiorno
1. Stefano Maria Toma: cosa significa fare
informazione nel Mezzogiorno
Stefano Maria Toma giornalista, iscritto all’Ordine della Campania dal 2011, commenta sul suo
blog quanto il panorama delle nuove tecnologie stia mutando la professione giornalistica; dalle
deontologie, ai paletti contrattuali, fino alla rielaborazione di patti e di associazioni, di
sovrastrutture e di strutture.
Stefano Maria Toma afferma: “Meglio fare il giornalista che lavorare. Bei tempi, quelli che
consegnavano all’immaginario ironico e scherzoso una professione sospesa fra l’eterno
giramondo, la incongrua professionalità e la scarsa propensione alle regole e agli orari, per non
dire a una stanzialità allora (e forse anche oggi) fiera nemica della cultura ciabattona e
pantofolaia”.
E continua il giornalista: “Per la verità non vi corrispondeva più di tanto, nemmeno allora, ai tempi
in cui la “diversità” del giornalista trasudava dannunzianesimo e pagine a quattro mani fra Tom
Antongini e Liala. I primi ad averla inventata quella battuta e a gloriarsene erano proprio loro, i
giornalisti in vena ieri ma ancor più oggi di “visibilità” e di “immagine”.
Ora stiamo col 2016 e con i giovani che nel Mezzogiorno - e così entriamo in argomento -
intendono abbracciare questo mestiere. Innanzi tutto, un avvertimento: è un mestiere perché
qualcuno (cioè l’editore) provvede a passare il relativo stipendio. E’una professione in quanto nel
suo farsi sottintende una autonomia di pensiero, di libertà e di onestà (lasciamo nell’utopia
l’obiettività che non è di questo mondo). Di fatto l’unica attività di lavoro sospesa fra l’essere
dipendenti e il non esserlo affatto, almeno ideologicamente, nel dispiegare un’attività di pubblico
interesse. Il cui duplice diritto (del cittadino a essere informato e del giornalista a informare) è
sancito dalla nostra Costituzione. In meno di mezzo secolo su questo lavoro si sono abbattute due
rivoluzioni. La prima è collegata a come si compila e si stampa un giornale. Dalla stampa “a caldo”
con la linotype si è passati al “freddo” del computer, del “desk top publishing”, letteralmente
2. editoria da scrivania. La seconda rivoluzione ha a che fare con quella definizione che si chiama “on
line”, in linea di tempo e spazio. Ci riferiamo al mondo “virtuale” che “naviga” sempre più nel
reale, attraverso la televisione digitale, interattiva e soprattutto attraverso Internet. Insomma si
fanno e si disfano giornali cui la carta è completamente sconosciuta. Gli articoli, le foto, le
vignette, gli schemi nascono e muoiono nel computer e dal computer vengono “consumati” da un
nuovo popolo di lettori (o di fruitori?) sempre più vasto e senza alcun confine di spazio e di tempo.
Anche questo nuovissimo modo di fare informazione potrebbe essere annoverato nella “new
economy”, cioè nella nuova logica di lavorare e di procurare profitto sfuggendo ai settori classici
come l’industria, l’artigianato e l’agricoltura, fino a pochi anni addietro, i tre filoni tradizionali su
cui fluivano fiumi di iniziative, di investimenti, di occupazione, di catene di montaggio e di prodotti
fisicamente individuabili, reali.
Ora se vogliamo metterci nei panni di un giovane, diplomato, meglio se laureato e con un paio di
lingue da usare correntemente e con una buona dimestichezza con computer e affini, deciso di
dare ascolto alla gente comunicando con essa, ci troveremo subito davanti a uno scenario
seguente. Giornali, quotidiani e periodici, che la gente si ostina a non leggere, o a leggere poco,
soprattutto nel Mezzogiorno, solo due su dieci, in Europa addirittura la metà. Difficile per
l’aspirante giornalista trovarvi posto fra l’alto livello della disoccupazione di diplomati e laureati e
l’offerta che si restringe a imbuto per asfissia di mercato. Ancora più difficile farsi retribuire per il
lavoro svolto dentro e fuori della redazione.
Ammesso che la cosa vada per il meglio (il padre sarà un notabile o un politico o egli stesso un
giornalista importante o lo zio un illustre prelato e giù di questo passo lungo le antiche condotte
del nepotismo locale), il nostro giovane potrà assunto in uno dei buoni quotidiani della regione.
Oppure in qualche salda emittente radiotelevisiva. Qui, sempre che la fortuna o i magnifici lombi
continuino a essergli provvidi, il giovane trascorrerà 18 mesi di noviziato per apprendere dal vivo il
mestiere, essendone anche retribuito. Allo scadere dell’anno e mezzo dovrà superare l’esame di
idoneità professionale a Roma, scritti e orali.
Fino ad alcuni anni or sono la redazione centrale e i suoi uffici periferici (collegati con le centrali-
fonte come questura, carabinieri, ospedali, ecc.) erano l’unico salvacondotto per imparare il
mestiere. Mestiere che ha sempre rifiutato le teorizzazioni astratte e le “alterità” territoriali, tipo
scuole o banchi. Poi anche il binomio inchiostro e piombo ha dovuto soccombere.
Ora il giovane che ne sia in grado (per titoli ma anche per denaro da investirvi e per la
frequentazione) può, in alternativa alla redazione, prepararsi agli esami professionali
frequentando una delle nove scuole sparse per l’Italia riconosciute dall’Ordine dei Giornalisti. Se il
nostro giovane seguita a trovarsi dalla parte giusta della vita, verrà promosso giornalista
professionista. (Ah, dimenticavo di dire; che se non si vuole prendere i voti - e solo quelli - della
clausura giornalistica, il giovane potrà stare con un piede in due staffe, come si dice. Continuare a
svolgere un altro mestiere, che so, medico, informatico, laureato breve, pubblicitario, e darsi
anche all’informazione scritta o parlata, magari negli argomenti di propria competenza
professionale.)
Ma che cosa rimane a questo giovane se tutte le condizioni fin qui descritte non gli si addicono?
Assai poco, o nulla. Cambiare idea. E’il suggerimento più saggio e il più lungimirante. Oppure
prescrivergli un suicidio shackerizzato con tanta abdicazione, volontà e lavoro gratuito. Con questi
tre...boomerang in pugno, il nostro eroe potrà sfidare anche le avversità più coriacee.
Oppure…oppure può - ed è questo il secondo suggerimento “on line” - guardarsi in giro e grazie a
Internet e forse a qualche compagno d’avventura, “costruire” un giornale telematico, diffonderlo
in giro, compilare e inviare, che bello!, senza i soldi (molti) per stampare e distribuire e con la
realtà del tutto gratuita di poter arrivare dovunque, senza dover pagare balzelli di denaro, di
tempo e di spazio. Sfiorando e oltrepassando questa soglia, è chiaro che l’informazione si
3. attribuisce molte altre spettanze, compresa quella dell’imprenditore-editore. E compreso un
definitivo e attualissimo addio al posto fisso.
Il futuro è alle nostre spalle. E’un motto di spirito, certo, ma in questo caso, trova alcuni
fondamenti nella realtà. Ai primi dell’800 i giornali potevano essere fatti da una sola persona,
compilazione e stampa compresi. Erano i tempi in cui la facevano da padroni con la testa nei
caratteri da stampa eroici e remoti precursori di un futuro aziendalistico delle moderne case
editrici e dei grandi network televisivi. Con il villaggio globale ridotto ad una piazza di paese, e di
cui Internet è insieme vestale, sponsor e ...prostituta, il futuro non costa nulla, se non qualche
idea.
Ed allora sotto. Per una volta almeno il Mezzogiorno potrebbe avere alleate quelle doti innate di
fantasia e di creatività, che, a lungo neglette nell’universo tecnologizzato e “ragionierizzato”,
stanno per riaffidargli una nuova cittadinanza.
Certo, però, che non tutto sarà Internet o grande informazione scritta. Emittenti televisive,
radiofoniche e quotidiani seguiteranno a svolgere il proprio compito. Può darsi che ci sia una certa
moria. E che di giornali ne sopravvivano pochi, magari i più importanti. Tanto che, come sostiene
Indro Montanelli, il più ispirato guru di questo mestiere, domani essi saranno una “merce rara,
come i libri, i congiuntivi e le posate d’argento”.
Può darsi però - ed è questa la nostra tesi - che ci sia, dopo la grande stampa, tv e Internet, un
quarto spazio per i giovani meridionali “unti” dal bernoccolo del giornalismo. E’ proprio la logica
del villaggio, ma questa volta tornato all’origine semantica di piazza di paese o di quartiere a
dimensione d’uomo, dove si racconta quel che interessa agli abitanti, e solo questo, notizie di
servizio, dunque, cioè di quelle che a saperle migliorano la qualità della vita, o informazioni che
riguardano tutti da vicino, o campagne di critica e di pungolo perché autorità e istituzioni facciano
meglio il proprio dovere a favore della comunità. E così di seguito. D’altronde, negli ultimi
vent’anni il fenomeno delle televisioni private si è potuto espandere e consolidare proprio grazie
alla logica della notizia “locale” che interessa noi e il vicino di casa. Il messaggio è ben chiaro. Ed è
la notizia che fa il “media” e non viceversa, come è ormai degenerato su quelli generalistici e
universalistici. Piccolo è bello, anche nel giornale e nelle tv”.
Conclude il giornalista Toma: “E dove si comprende che tutto si mette a soqquadro, tutto torna in
discussione, ogni cosa ha bisogno di una sua ricollocazione. Non compaiono punti di riferimento
definitivi, immutabili. La stessa professione giornalistica si avvia ad una profonda mutazione. Se ne
altereranno i contorni con la procura ad altre deontologie, cadranno i paletti contrattuali. Questo
è lo scenario che i giornalisti italiani stanno vivendo nella primavera 2016. Nuove tecnologie
implicano di riscrivere patti e associazioni, sovrastrutture e strutture, fino forse a nuove
deontologie. Questa è la sfida che vede impegnati vecchi e nuovi giornalisti. Con la differenza che
di questi ultimi le novità sono genitori e non prole”.
Fonte: Stefano Maria Toma